IL PROGRAMMA
27/9/15 - ARRIVO
28/9/15 - Vaccinazione 1000 bambini da Mary matha school e bambini di adozione
29/9/15 - Camp in Villaggio - NELAPADU
30/9/15 -Camp in Villagio -Rayapudi
1/10/15 - Camp in Villaggio -Dondapadu
2/10/15 - Camp in Borapalam e vaccinazione di 30 bambini di scuola
3/10/15 - Camp in villaggio - Vykundapuram
4/10/15 - Domenica
5/10/15 - Camp in Mary Matha Dispensary
6/10/15 - Partenza
Con Tanto affetto
Sr.Jain
SABATO 26 SETTEMBRE 2015
Inizia stamani la 42° missione sanitaria ed umanitaria di H.H.P.P. la 21° in India ; la truppa in partenza da Montecatini ha avuto un imprevisto ritardo a causa di una piccola oraria incomprensione di Giuditta. Comunque alle ore 7,20 invece del 6,45 preventivate , siamo partiti alla volta di Milano Malpensa ; sono presenti Giuditta, Greta, Alessia, Alessandro, Fabio ed il Dr George che finalmente quest’anno ha potuto unirsi alla compagnia. L’amico Maurizio come sempre è stato il nostro driver e con un viaggio supertranquillo siamo arrivati all’aeroporto di Malpensa. Qui era ad attenderci il secondo gruppo della missione, il contingente milanese costituito dagli storici Roberto e Max e dal neofita Francesco. Fortunatamente nessun problema al chek-in per il peso delle 17 valigie al seguito e per ingannare l’attesa ci siamo fatti un taglio di pizza ed in perfetto orario siamo saliti sul nostro aereo, uno stupendo maxi Airbus A380 che ci ha portati senza troppe turbolenze a Dubai – Qui attesa di circa 5 ore e mentre stiamo scrivendo ed il tempo trascorre, i sentimenti degli storici missionari e quelli dei neofiti sono già proiettati alla realtà indiana che ci attende con ansia. A presto !!!
Proverbio del giorno : visto che tutto il nostro tempo è stato scandito dagli orari del mangiare “ La torta paradiso non può attendere “
DOMENICA 27 SETTEMBRE 2015
Alle 3 di notte partenza da Dubai direzione Hyderabad dove siamo arrivati di prima mattina. Qui ad attenderci erano Sr Jain con Se Lisamma e Sr Mini : inondazione di abbracci baci e ghirlande di fiori che hanno riempito i nostri cuori. Leggermente problematico è stato posizionare le 17 valigie nella “ Life car “ del Mary Matha Dipsensary, ma da bravi campioni mondiali di Tetris quali siamo , fra lo spazio interno ed il portapacchi esterno, siamo riusciti nella mitica impresa; ne ha sofferto un po’ lo spazio vitale di Sr Mini che era incatrata da un borsone ed un trolley. Mentre Sr Jain con il driver Michel e Sr Mini sono ripartiti subito alla volta di Thullur, noi siamo rimasti in una logorante attesa del volo per Vijayawada. E l’attesa è stata veramente logorante perché è durata la bellezza di 6 ore !!! Meno male che ad alleviare le nostre sofferenze è venuto in nostro aiuto il Chapati con Nutella distribuito a tutti noi da Sr Lisamma. Finalmente alle 15,50 siamo partiti per l’ultima tappa arrivando a Vijayavada dopo circa 45 minuti. Grande sorpresa nel notare i cambiamenti strutturali dell’aeroporto che ben presto diventerà essenziale per i viaggiatori nel nuovo stato indiano di Amaravathi con capitale Thullur. Questo che può sembrare a prima vista un grosso passo avanti per la popolazione rurale locale, si sta dimostrando adesso l’ennesimo svantaggio per i più poveri dal momento che in attesa dell’arrivo di fabbriche,cantieri, lavori i più vari , i contadini di Thullur non potranno più coltivare la terra e non avranno al momento alcuna possibilità di lavoro. Nel viaggio sulla scuolabus del Mary Matha soprattutto i nuovi arrivati hanno potuto apprezzare le qualità automobilistiche del nostro autiere che sembrava più guidare una carrozza che un mezzo locomotore. Comunque siamo arrivati sani e salvi alla nostra destinazione finale, accolti dal commovente benvenuto delle Suore e caloroso del tempo. Nell’attesa della cena il Dr Roberto ha già espletato il proprio ruolo visitando un paziente affetto da paresi da sospetto ictus, il quale, dopo tempestiva terapia, è molto migliorato anche se gli è stato consigliato di passare la notte al Dispensario. Domani ci aspettano appena 1040 vaccini antiepatite b ai bambini della scuola delle Suore ed è per questo che siamo certi di meritarci " punti torta paradiso “.
LUNEDI 28 SETTEMBRE 2015
Le sveglie dei volontari questa mattina non sono suonate o gli stessi le hanno lasciate funzionare senza rispondere. Fatto sta che per la colazione programmata per le ore 8 c’è chi è arrivato in ritardo e non vogliamo fare la spia !!! Subito dopo inizio concitato della giornata con file di bimbi molti coraggiosi ed alcuni in lacrime, ma tutti ben educati , pronti per la vaccinazione anti epatite b . Ma siccome nulla scoraggia i nostri volontari la somministrazione del vaccino è andata così di filata che a fine mattinata avevamo completato il ragguardevole numero di 900 bambini. Il totale di fine giornata assomma a 1040 bambini . Abbiamo ritrovato quasi tutti i bambini del Progetto Jeevan fra i quali Praveen ( il malato di anemia falciforme che abbiamo riscontrato molto migliorato grazie alle cure ed alle trasfusioni di sangue garantite da H.H.P.P. ) , Amulya ( la bambina di 5 anni affetta da Sindrome di Down che da 2 anni orsono è rimasta nel cuore di tutti i missionari ) , Vijay e Vinay ( i 2 gemellini adottati da Roberto e Massimiliano e che crescono bene frequentando con profitto la scuola ). In mattinata il Dr George si è improvvisato pediatra visitando la paziente per adesso più giovane giunta al nostro controllo, una bambina di 22 giorni . Inoltre mentre alcuni volontari praticavano materialmente le vaccinazioni, altri consegnavano ai piccoli dentifricio, spazzolino da denti e saponette ( Francesco ) vestiti e regali i più vari ( Max ). Subito dopo pranzo abbiamo terminato le vaccinazioni e sistemati accuratamente tutti i medicinali ed il materiale da medicazione portato dall’Italia. A fine giornata il nostro chirurgo preferito ,Giuditta, assistito al tavolo da Alessandro, Greta, Fabio e Alessia e con l’insostituibile aiuto della “sciatilica umana” , Sr Lisamma, la quale inondava di luce a volte accecando il chirurgo, diffondendo il chiarore sul tavolo operatorio con una banale torcia di emergenza ( ma a led !) che ha permesso di continuare l’interevnto anche durante le tre interruzioni di energia elettrica . Dopo questa intensa giornata pensavamo di meritarci una lauta cena a base di minestra di verdura e patate lesse per smaltire il piccante del pranzo ; la candida Sr Jain ci ha assicurato di ciò , ma siccome “ il diavolo fa le pentole e non le torte paradiso “ …
Martedì 29 settembre 2015
La giornata è iniziata con i preparativi per il primo Medical Camp della missione presso il villaggio di Nelapadu. Al nostro arrivo gli abitanti ci attendevano nella parte opposta rispetto a dove siamo arrivati, data l’interruzione di una o più strade del villaggio. Dopo il primo momento di smarrimento, per il nostro arrivo a sorpresa, siamo però stati accolti con tamburi, danze locali ed pioggia di petali di fiori. Il benvenuto festoso, seppur commuovente non ha però impedito di renderci conto dell’estrema povertà del posto. Al termine della cerimonia i volontari hanno organizzato il campo medico all’interno della piccola chiesa del villaggio e sono così cominciate le visite. Per tutta la mattina si sono susseguiti i controlli alle quattro postazioni dei nostri medici: dottor George, dottor Roberto, Dott.ssa Giuditta e dottor Alessandro coadiuvati dalle instancabili suore che fungevano da traduttori simultanei Telegu-Inglese Inglese-Telegu. I nostri infermieri Alessia, Fabio e Greta distribuivano nel contempo i farmaci prescritti dai dottori, mentre i nostri volontari Max e Francesco si prodigavano nella distribuzione di vestiti e piccoli doni per i baby pazienti. Il lavoro è proseguito celermente e con efficacia per tutta la mattina e tra decine di dagu (tosse), gialipù (raffreddore) e nopi (dolori) abbiamo evidenziato un sospetto tumore gastrointestinale (inviato ad effettuare una TAC al presidio ospedaliero di Guntur) e un’appendicite subacuta trattata con terapia antibiotica. Abbiamo visitato anche una ragazza sordomuta, un giovane affetto da cecità dalla nascita e due adolescenti affetti da gravi handicap psicofisici, purtroppo tutti irrisolvibili ai quali abbiamo potuto offrire solo qualche vestito. Alla fine della mattina si contavano 137 pazienti registrati…. senza contare i fuori lista.
Nel pomeriggio abbiamo approfittato di qualche ora libera per recarci a visitare il Tempio Indu Kanaka Durga di Vijayawada. I neofiti sono rimasti stupiti della bellezza della struttura, della solennità del luogo, dei numerosi pellegrini presenti… ma soprattutto della tradizionale benedizione a base di urina con toccata di posteriore di una mucca sacra li presente. Il ritorno, ormai a buio fatto, ci ha consentito di apprezzare le doti automobilistiche e di precisione del nostro driver anche in versione notturna.
Rispolverando un vecchio proverbio dello scorso anno: quando un uomo con una jeep incontra un uomo con un camion, sulla strada da Vijayawada, l’uomo con la jeep è un uomo morto…ed in “Paradiso” troverà una torta!
Mercoledì 30 settembre 2015
Si comincia a lavorare di buon ora al dispensario ed il nostro cardiologo dottor Roberto ha eseguito subito 3 Elettrocardiogrammi di controllo di pazienti visitati al medical Camp di ieri. Uno di questi ha inoltre necessitato di un ulteriore accertamento ecografico che ha evidenziato un lieve prolasso della valvola mitralica, fortunatamente da tenere solo sotto controllo. Nel frattempo gli altri volontari e le suore infaticabili preparavano il materiale per il secondo medical camp della settimana, presso il villaggio di Rayapudi. All’arrivo a destinazione ci hanno accolto gli abitanti riconoscenti e festosi con fiori e tamburi, mettendo a dura prova i nostri timpani, ma inondando comunque di gioia i nostri cuori.
Terminata la lunga cerimonia di ringraziamento abbiamo subito allestito, come un ingranaggio ben oliato, il campo e sono iniziate le visite. Come al solito la fila formatasi era lunghissima e il numero dei bimbi consistente.
Nell’arco della intensa mattinata sono stati effettuati 176 controlli e tra i casi più particolari un bambino di 6 anni che con il fratellino di 4 erano caduti 3 giorni prima dalla bicicletta, procurandosi una brutta ferita lacero-contusa alla gamba il primo ed una lieve abrasione al mento il secondo. Data la scarsa igiene la ferita della gamba si presentava infetta e la dottoressa Giuditta ha così provveduto a ripulire la lesione rimanendo colpita dal coraggio del piccolo paziente nel sopportare in silenzio e perfettamente immobile la procedura molto dolorosa (meglio sicuramente di tanti adulti!!!!). Abbiamo visitato inoltre un giovane trentacinquenne con una cardiomiopatia già nota che necessitava di un controllo elettrocardiografico e che quindi è stato invitato a tornare la mattina successiva al dispensario per un controllo con il dottor Roberto. Tra i vari casi di gialipu (raffreddore) dovuti al tempo instabile, Il dottor Alessandro ha visitato un caso di micosi estesa trattata con i farmaci offerti dall’associazione Hhpp. Nel frattempo il dottor George aveva il suo bel da fare e tra vari controlli di pressione e diabete ha visitato un ragazzo con esiti gravi di poliomielite, che aveva un banale raffreddore, ma che è riuscito a conquistare con la sua dolcezza tutti i volontari.
Ovviamente i nostri infermieri Greta, Alessia e Fabio distribuivano prontamente i farmaci, cercando di interpretare le scritture non sempre chiare dei dottori (ma questo si sa!) e i volontari Max e Francesco distribuivano senza sosta vestiti e giochi, resistendo agli assalti dei piccoli indiani rimasti all’esterno del campo.
Tornati al dispensario, stravolti ma felici, abbiamo approfittato del sole per fare la consueta gita sul fiume Krishna ….ma si sa che in India il tempo non è mai quella che sembra e la gita sul fiume si è trasformata in una doccia monsonica.
Ma in fondo tutti sanno che…Torta bagnata, torta Paradiso!
Giovedì 1 ottobre 2015
Per la prima volta questa mattina ci siamo alzati con una pioggia torrenziale. Dopo un primo momento di preoccupazione per la nostra quotidiana trasferta il sole ha deciso di fare capolino e la squadra Hhpp è potuta partire quasi in orario alla volta del villaggio di Dondapadu. Giunti sul luogo non abbiamo trovato nessuno ad accoglierci….eravamo tutti un po’ sorpresi. Abbiamo poi scoperto che per un errore di comunicazione non eravamo attesi, ma come al solito l’inarrestabile suor Jain ha risolto tutto in poco tempo ed il campo medico è stato allestito in men che non si dica.
Son così iniziate le consuete visite ai numerosi abitanti del villaggio e anche se, come al solito abbiamo avuto molti casi di “febbre da giocattolo” e “mal di regalino”, sono state effettuati più di 150 controlli. Tra questi una crisi asmatica in un uomo di 50 anni risolta prontamente dal nostro dottor Roberto con un’iniezione di cortisone. Il dottor George ha poi visitato una donna operata anni fa per un bypass aortocoronarico che tornerà al dispensario per un controllo dal nostro cardiologo di fiducia ed un giovane con il sospetto di una tubercolosi polmonare, inviato all’ospedale di Guntur per una radiografia del torace. Anche la dottoressa Giuditta ha trovato lavoro per i colleghi dell’ospedale locale, inviando alla loro attenzione un ragazzo di 14 anni con 39° di febbre e un sospetto di un’appendicite acuta. Il nostro dottor Roberto si è poi improvvisato pediatra ed ha visitato un piccolo paziente di 5 mesi che, per ringraziarlo delle sue attenzioni, ha pensato bene di fargli la pipì addosso, ma regalandogli comunque un bellissimo sorriso (vedi foto).
Al termine delle visite la comunità del villaggio ci ha offerto gentilmente il pranzo, preparando per noi le specialità locali, ovviamente “leggermente” piccanti.
Rientrati al dispensario ci attendeva una piacevole sorpresa: i ragazzi della scuola Mary Matha avevano preparato per noi uno spettacolo di ringraziamento, con balli, canti, sketch comici e katà di karate. L’emozione è stata tanta…soprattutto quando il presidente della Hhpp, dottor George, ha preso la parola per ringraziare tutti per lo splendido regalo.
La giornata lavorativa non era però ancora conclusa: la nostra dottoressa Giuditta con l’aiuto di Greta, Alessandro, Alessia e Fabio ha effettuato tre piccoli interventi chirurgici, tanto per non perdere l’abitudine.
Perché si sa: il lupo perde il pelo, ma non la torta Paradiso.
Venerdì 2 ottobre 2015
Ebbene sì…quello di oggi è stato un vero assalto. Ma andiamo per ordine.
La trasferta di oggi ci ha portato nel villaggio di Borapalam dove ad attenderci, oltre al solito graditissimo comitato di benvenuto abbiamo avuto il piacere di conoscere il parroco del luogo.
Il medical Camp è stato celermente allestito nella nuova scuola, anche grazie all’aiuto di alcuni piccoli “volontari” del villaggio che hanno aiutato i grandi “volontari” nel lavoro di preparazione. I nostri medici dottor George, dottor Alessandro, dottor Roberto e dottoressa Giuditta hanno cominciato subito effettuando circa 30 vaccinazioni ad altrettanti baby pazienti, non proprio soddisfatti fino al momento della consegna del regalo.
Ecco, da lì in poi si è scatenato l’inferno.
I nostri volontari hanno totalizzato, nella sola mattina, il numero record di 255 visite. Anche se la maggior parte erano casi di dolori articolari, infreddature, controlli di pressione arteriosa e l’immancabile “febbre da giocattolo”, vi sono stati alcuni pazienti che hanno richiesto maggiori controlli; come nel caso di un signore di 75 anni con un’occlusione intestinale e probabile scompenso cardiaco, che è stato inviato prontamente all’ospedale di Guntur. La fila formatasi all’esterno e il caldo hanno causato inoltre mancamenti, tanto che una ragazza di 26 anni è svenuta ed ha avuto necessità di una fleboclisi reidratante.
Nel mezzo della confusione abbiamo assistito anche ad un bellissimo momento: il giovane paziente operato di ernia inguinale dal nostro chirurgo lo scorso anno, ha fatto tutta la fila di attesa per poterla ringraziare di nuovo e dirle come era contento di essere potuto tornare a lavoro dopo 20 giorni senza più problemi. È stato molto emozionante per la nostra dottoressa Giuditta…incredibile, anche i chirurghi hanno un cuore!
Finalmente alle 14 ora locale abbiamo chiuso i battenti e siamo stati gentilmente invitati a pranzo a casa del nostro autista Michael dove abbiamo potuto gustare un buonissimo pasto a base di specialità locali.
Sulla strada del ritorno, in compagnia del figlio di Michael, ci siamo fermati a visitare i Templi induista e buddista di Amaravathi.
All’arrivo al dispensario la giornata lavorativa per alcuni non si era ancora conclusa: mentre la nostra dottoressa Giuditta si dilettava con medicazioni di controllo e due piccoli interventi chirurgici coadiuvata dai nostri infermieri Greta e Fabio, Il nostro dottor Roberto eseguiva un consueto controllo elettrocardiografico di un paziente del villaggio.
La frase del giorno è: se abbiamo avuto la dimostrazione che anche i chirurghi hanno un cuore…non è detto che abbiano la torta Paradiso!!!!
Sabato 3 ottobre 2015
E così siamo giunti all’ultima trasferta della prima parte della nostra missione in India. I giorni che ci separano dalla partenza dal nuovo stato di Amaravati (ex Andra Pradesh) sono sempre meno ma anche oggi il super lavoro non ci ha lasciato molto tempo per la nostalgia.
Prima della partenza i nostri volontari hanno redatto le schede di 2 nuove adozioni a distanza: due bambine di 5 e 3 anni che speriamo siano presto adottate dall’Italia da due famiglie generose.
Il Medical Camp odierno ci ha portato nel vicino villaggio di Vykundapuram e dopo la consueta pioggia di splendidi petali colorati e le sentite parole di ringraziamento dal parte del parroco, siamo partiti in quarta per il nostro giro di controlli.
La maggior parte delle 168 visite effettuate in mattinata riguardavano adulti ed anziani del luogo, per lo più per dolori articolari, problemi di pressione e diabete…era un po’ come essere da noi in Italia se non fosse stato per il caldo torrido.
Tra i casi più particolari sia il dottor Roberto che la dottoressa Giuditta hanno avuto a che fare con casi sospetti per ipertiroidismo che sono stati invitati a presentarsi al dispensario per gli esami ematici di controllo per cominciare una terapia.
Il dottor Alessandro ha visitato un anziano con una broncopolmonite trascurata da 10 gg, al quale ha somministrato un’adeguata terapia antibiotica ed una giovane donna con un caso sospetto di melanoma oculare, invitata anch’essa a tornare al dispensario per una visita dal collega locale oculista.
Il nostro dottor George ha esaminato una signora operata di cinque bypass cardiaco con due evidentissime ferite su entrambe le gambe per asportazione delle vene, che ovviamente si presentava per un semplice raffreddore dichiarando candidamente di non prendere alcun farmaco per i suoi trascorsi cardiologici.
Mentre distribuivano giochi e vestiti, come di consueto, i nostri volontari Massimiliano e Francesco hanno fatto la felicità di un piccolo paziente di 2 anni che con la sua tragica storia ha commosso tutti noi: entrambi i genitori si sono suicidati poco dopo la sua nascita a causa dei debiti ed il bimbo è rimasto solo con la zia. Quello che abbiamo potuto fare per ora (sempre troppo poco) è stato donargli qualche abito e gioco ma speriamo presto di introdurlo nel programma di adozione a distanza.
Terminata la mattinata siamo stati invitati a pranzo dal parroco locale che ci ha accolto nella sua casa dove i suoi genitori ci avevo preparato un consueto pasto indiano.
Sulla via del ritorno abbiamo potuto vivere un momento emozionante: ci siamo fermati a vedere la nuova casa dei gemelli Vijay e Vinay adottati da Roberto e Massimiliano, costruita con una parte degli aiuti dell’adozione a distanza e con il fondamentale contributo economico degli amici milanesi. Tornati al dispensario, mentre ci preparavamo per la cena, suor Jain è stata chiamata per effettuare un controllo ecografico in una giovane gestante al sesto mese ed abbiamo avuto così la conferma dell’aiuto indispensabile dell’ecografo donato dall’associazione Hhpp.
A fine della giornata, stanchi ma soddisfatti, ci siamo concessi una lauta cena preparata con amore dalle sorelle, alla quale il nostro volontario Fabio ha fatto particolare onore…. Siamo tutti concordi nel dire che è meglio regalargli un vestito che sfamarlo a torta Paradiso.
Domenica 4 ottobre 2015
È arrivata una giornata di riposo per i volontari HHPP e come ogni domenica che si rispetti ci siamo così concessi una sveglia più umana…alle 7.30 eravamo così già a fare colazione. Subito dopo le nostre volontarie Giuditta, Alessia e Greta sono state letteralmente sequestrate dalle consorelle che, come i migliori makeup/outfit team, le hanno vestite, truccate e parruccate in meno di un’ora, in perfetto stile indiano. Nel frattempo i nostri maschietti si agghindavano con doti e giubba come tanti Sandokan de noartri.
Tutto questo, oltre che divertire tantissimo le suorine, serviva per festeggiare San Francesco, patrono dell’Italia e dell’istituto delle suore Francescane, nonché del nostro volontario.
Una volta pronti ci siamo recati alla parrocchia locale dove ci attendeva la prova più dura di tutta la settimana: due ore e mezzo di messa in telugu con tanto di due battesimi, farebbero impallidire qualunque medical camp!
Alla fine della funzione siamo stati sorpresi all’esterno della chiesa da un’improvvisata festa di ringraziamento organizzata dagli abitanti dei villaggi visitati in settimana.
Al ritorno al dispensario ci aspettava il piccolo Santhosh, il bimbo orfano dai genitori morti suicidi conosciuto al villaggio ieri, che abbiamo inserito nel programma di adozione a distanza e che speriamo sia presto adottato da una famiglia italiana.
Il resto del pomeriggio, a causa di un forte temporale che ha interrotto anche più volte la corrente, è trascorso, per i nostri volontari, in uno stato di riflessione (ronf, ronf, ronf) che ne hanno spudoratamente approfittato per riposarsi dalla faticosa settimana. Ma si sa: chi dorme non piglia la torta Paradiso.
Lunedì 5 ottobre 2015
Ultimo giorno in Amaravati (ex Andra Pradesh) per i nostri volontari HHPP dedicato alle visite presso il dispensario Mary Matha a Thullur. Dopo un’abbondante colazione il nostro chirurgo Giuditta ha trovato subito da lavorare: oltre alle medicazioni dei pazienti operati nei giorni precedenti si è dilettata nella rimozione di un voluminoso lipoma della schiena di un anziano paziente e fiera dell’ottimo risultato girava per il dispensario mostrando a tutti il “ricco bottino” asportato (vedi foto), impressionando i non addetti ai lavori. Nell’arco della mattinata si è trovata poi impegnata in altri due piccoli interventi, due cisti sebacee del fianco e dell’orecchio.
Nel frattempo il nostro dottor Alessandro visitava una donna di 75 anni con un sospetto di diverticolite acuta perforata alla quale, dopo un’ecografia dell’addome eseguita da Suor Jain e dalla dottoressa Giuditta, è stato offerto il trasporto all’ospedale di Guntur e l’esecuzione di esami più approfonditi a spese dell’associazione Hhpp, ma che lei ha rifiutato osservando che la terapia sintomatica fatta aveva alleviato il suo dolore.
Sempre il dottor Alessandro ha avuto tra i suoi pazienti un giovane uomo morso da un serpente due settimane fa (ebbene sì, succede anche questo) con un angioedema diffuso agli arti inferiori che ha prontamente trattato con terapia locale e un’anziana signora con una stenosi aortica confermata dall’ecocardio eseguito dal nostro dottor Roberto.
Il dottor George intanto era impegnato nella lunga fila di gialipù (raffreddore) e dagu (tosse) unite a carenza da giochi e vestiti, immediatamente “trattate” dai nostri volontari Max e Francesco. Alessia, Greta e Fabio oltre che alternarsi nell’aiutare Giuditta nei piccoli interventi, davano fondo alle scorte dei tanti farmaci portati dall’Italia grazie al contributo dei sostenitori dell’associazione. Sul finire dell’ambulatorio si è presentato un caso singolare all’attenzione del dottor Roberto: un signore con un vistoso idrocele (raccolta di liquido) al testicolo destro che la dottoressa Giuditta e il dottor Alessandro hanno provveduto ad aspirare, “incredibilmente” con scarso entusiasmo da parte del paziente che però alla fine è rimasto soddisfatto del lavoro.
A fine serata siamo stati invitati alla cena con tutte le consorelle al convento, dove oltre ai fantastici piatti abbiamo gustato anche un bellissimo spettacolo con canti e balli delle suorine e delle ragazze della scuola superiore Mary Matha. Grande la commozione alle sentite parole di ringraziamento di suor Jain…con qualche lacrimuccia da parte delle volontarie.
Al ritorno al dispensario, prima delle poche ore di sonno che ci separano dalla partenza per il Kerala, abbiamo ricevuto una bellissima notizia dall’Italia: Il bimbo di due anni orfano dai genitori di cui abbiamo parlato nei precedenti giorni ha trovato una famiglia adottiva a distanza….I sostenitori di Hhpp hanno acquisito oggi un milione di punti “torta Paradiso”!!!!!!!
Martedi 06 Ottobre 2015
Il martedì è cominciato per noi quando in Italia era ancora lunedì ; le varie sveglie sono suonate inesorabili alle ore 04,00 ripetiamo: le 04,00 ora locale. Pur con la difficoltà di “sbottonare” completamente i nostri occhi, tutti erano pronti nel momento in cui Sr Jain, che si era come il solito svegliata 1 ora prima di noi, ha iniziato ad incastrare le nostre valigie nelle due jeep predisposte per l’occasione. Eravamo così “rintronati” che siamo riusciti a dimenticarci al Dispensario una valigia superimportante : quella contenete tutti i giochi ed i regali vari per i piccoli dell’Assisi Baby Sadan. Ma non è finita qui : eravamo veramente tutti così “storditi” che ci siamo accorti dello sbaglio direttamente all’arrivo nella nostra tappa intermedia a Bangalore. Fortunatamente il pronto intervento di Sr Jain , che già aveva organizzato la spedizione della valigia via treno per il giorno successivo, ha risolto tutte le nostre preoccupazioni. Ma i problemi , si sa, non vengono mai da soli; all’aeroporto dello stato del Karnataka i solerti funzionari della Jet Airways ci hanno comunicato che il peso autorizzato era solo di 15 kg a persona, per cui le nostre valigie eccedevano di 45 kg il totale consentito. Tutto ciò ha comportato la spesa aggiuntiva di Rupie 12.400 !!! Abbiamo dovuto sottostare a questo rigido regolamento ed a niente sono valse le accorate argomentazioni di Max che ha spiegato agli addetti la natura particolare del nostro viaggio. Un po’ infastiditi ma pieni di voglia di partire per arrivare a Kocin , ci siamo comunque imbarcati in orario ed arrivati addirittura con 15 minuti di anticipo. Ad attenderci abbiamo trovato Sr Elisabetta con la giovane ospite dell’orfanotrofio Tona, e tutti insieme abbiamo intrapreso la lunga strada ( 4 ore di viaggio ) verso Kanjirappally. Stanchi ma ricaricati dall’abbraccio affettuoso dei 75 orfani, abbiamo comunque trovato la forza per giocare con loro prima e dopo la cena.
A proposito : il volo interno da Bangalore per Kocin portava il numero 666 che notoriamente è il numero del diavolo. Ma noi avevamo un’arma potente dalla nostra : la famosa TORTA PARADISO !!!
Comunicazione di servizio : Purtroppo in questi giorni nel Kerala avremo molte difficoltà per inviare notizie e comunicare a causa della mancanza di internet e connessioni alla rete.
Mercoledì 7 ottobre 2015
Stamattina i volontari Hhpp si sono svegliati con i canti gioiosi dei piccoli ospiti dell’Assisi Baby Sadan, che alle 6.30 hanno iniziato la preghiera mattutina. Dopo la solita colazione “leggera” (banane fritte, chapati e nutella) ed aver salutato i bimbi che si recavano nelle rispettive scuole, ci siamo dedicati ad una mattinata nella splendida natura delle montagne del kerala. Alla partenza dall’istituto abbiamo ricevuto una piacevole sorpresa: Suor Omena, la nostra farmacista nelle precedenti missioni in Andra Pradesh e da tre mesi trasferita in Kerala, è venuta ad accompagnarci donandoci oltre ad il suo abbraccio una bellissima rosa bianca.
Dopo una lunga e tortuosa salita attraverso la foresta e la fermata rinfrescante alla cascata “delle scimmiette”, siamo giunti all’ incantevole distesa di piantagioni del the, dove abbiamo potuto gustarne il prodotto finito a chilometro zero ed acquistarne una bella scorta per le nostre serate invernali.
Il ritorno è stato ancor più lungo dell’andata tanto che siamo arrivati a pranzare alle 15.30 e dopo solo mezz’ora sono tornati i ragazzi da scuola…pace finita!
Parte del gruppo: Giorgio, Max e Francesco, si sono dedicati all’aggiornamento delle schede delle adozioni a distanza mentre Roberto, Fabio, Alessandro, Greta, Alessia e Giuditta tentavano, con poco risultato, di tenere a bada il resto delle allegre pesti scatenate. Dopo poco il degenero era totale e gli adulti erano più complici che di buon esempio, ma si sa…in ogni volontario batte il cuore di un fanciullo.
Alla sera ci è giunto l’invito a cenare insieme a tutte le 35 tra ragazze e bambine ospiti della Portiuncola….e quale inatteso benvenuto abbiamo trovato al nostro arrivo! La cena era apparecchiata all’esterno sotto un cielo così stellato da vedere chiaramente la via lattea. La serata si è conclusa con giochi, canti, bolle di sapone e acconciature di capelli ed alla fine è stato difficile salutarsi per andare tutti a letto.
<< La torta Paradiso di che sa…tutututu…non c’è nessuno che lo sa…tutututu >> (sull’aria di “un coccodrillo come fa”)
Giovedì 8 ottobre 2015
Approfittando della necessità di andare a Kottayam per visitare l’istituto Assisi Balika Bhavan abbiamo avuto la possibilità, nella mattinata, di rendersi conto del particolare stile di vita lungo il delta del fiume della città.
Esplosione di gioia al momento del nostro arrivo alla struttura, da parte nostra e delle 35 giovani ospiti, che ci hanno accolto nello splendido sari donato dall’associazione tre anni fa. Mentre Max effettuava come sempre le foto delle bimbe e George aggiornava insieme a suor Elisabetta le schede dell’adozione, Roberto, Giuditta, Alessandro, Greta, Alessia, Fabio e Francesco si sono cimentati in una produzione industriale di palloncini delle forme più disparate. Alla fine della serata, dopo aver cantato e giocato per ore con le ragazze i nostri volontari erano sfiniti. Fortunatamente le suore dell’istituto avevano allestito per noi un’ottima cena e siamo ripartiti alla volta dell’Assisi Baby Sadan con la pancia piena.
La dolcezza di queste 35 giovani donne ha battuto alla grande quella della ormai famosa torta Paradiso.
Venerdì 9 ottobre 2015
La tristezza serpeggiava già di prima mattina tra i volontari Hhpp. Purtroppo siamo arrivati al nostro ultimo giorno della missione ed a breve partiremo alla volta dell’aeroporto internazionale di Kochin. Ci rimangono ormai poche ore per salutare i piccoli ospiti dell’Assisi Baby Sadan prima che vadano a scuola e non ci lasciamo certo sfuggire l’occasione per giocare ancora con loro, fare foto e abbracciarli il più possibile. La nostra volontaria Giuditta, fiorentina D.O.C., ha approfittato di questi ultimi momenti con il suo bimbo adottato a distanza, il piccolo e pestifero Christo per fargli un bel regalo: un maglietta della sua squadra del cuore, La CAPOLISTA (almeno per ora) fiorentina. Strano a dirsi ma la rappresentanza brianzola ha contestato la scelta ma la maggioranza toscana ha prevalso su tutti.
Dopo tre ore e mezzo di viaggio sotto un sole cocente siamo giunti finalmente al nostro solito albergo nei pressi dell’aeroporto dove la sveglia, per tutti noi, sarà domani mattina alle 1:45 per ritornare a casa.
In questa occasione, chi ha seguito il nostro diario assiduamente, vorrà sapere della tanto citata torta Paradiso: tutto ha inizio alla partenza da Milano, dove il nostro volontario Max, in un gesto di grande affetto, si è presentato con la bellezza di due torte Paradiso da donare alle suore di Amaravati e Kerala. Data la tenacia con la quale difendeva i suoi doni, tra gli altri volontari è nato il desiderio di impossessarsi del “celeste” bottino. Non ci siamo, ovviamente, riusciti ma ogni giorno la torta Paradiso ci ha accompagnati come una decima compagna di viaggio.
Sabato 10 Ottobre 2015
Ed ecco che alle ore 1,30 di questa notte ora di Chocin le sveglie telefoniche o alberghiere nelle camere dei volontari di H.H.P.P. sono suonate insorabili; tutti si sono immediatamente alzati sapendo che questa altataccia nella notte sarebbe stato il preludio del ritorno a casa dove ognuno di noi abbraccerà i propri cari familiari. Sono passati 15 giorni dal giorno in cui siamo partiti e sembra ieri che iniziava questa meravigliosa esperienza nuova per alcuni e riconfermata per altri. Ecco che come ad ogni missione in questo diario dell'ultimo giorno ognuno è invitato a lasciare un proprio pensiero, una riflessione , una considerazione su ciò che ha provato in queste 2 settimane ( che è assolutamnte libera e non legata ad alcuna "censura" ) :
ALESSIA
Ho coltivato il sogno di intraprendere una missione umanitaria dal momento in cui ho iniziato a studiare infermieristica ed a vivere la realtà ospedaliera. Quest'anno mi è presentata l'opportunità di andare in Andhra Pradesh ed in Kerala con l'Associazione H.H.P.P. e , senza pensarci troppo, ho dato la conferma e sono partita. Non sapevo di preciso cosa sarei andata a fare, quali sarebbero state le realtà che avrei incontrato, i sentimenti e le sensazioni che avrei provate ... ma ho deciso di buttarmi e di scoprirlo giorgio per giorno. Ora che siamo alla fine di questo viaggio, posso dire che è stato il regalo più bello che mai abbia ricevuto dai miei genitori in questi vent'anni; so bene i sacrifici che hanno fatto per concedermi questa opportunità e gli ne sarò sempre grata. E' vero, mille euro non sono pochi, ma credetemi, che questa esperienza li vale tutti. Sono stata ripagata con l'amore, la gioia e la gratitudine di tutte le comunità che ho incontrato; con i sorrisi, gli abbracci ed i tantissimi baci dei bambini con cui ho avuto il piacere di giocare. Durante questo viaggio ho avuto l'onore di conoscere due persone fantastiche, due eroine, Suor Jain e Suor Elisabetta le quaili, insieme alle loro Consorelle, con la pssione ed il loro sudore sono riuscite a costruire dei " piccoli paradisi terrestri ". Concludo ringraziando il gruppo di amici viaggiatori che mi ha accompagnata e supportata in queste due settimane, ed esorto tutti coloro che da tempo coltivano il desiderio di prendere parte ad una missione umanitaria, di chiamare il Dr George, fare le valigie, e partire alla volta di questi popoli e di queste meraviglie dimenticate dagli uomini, da Dio , Vismu, Brahma ... da tutti insomma. Non ve ne pentirete !
ALESSANDRO
Sono partito per questa "avventura" con un obiettivo: avevo bisogno di vedere con i miei occhi che quello per cui ho studiato (e per cui sto studiando) da piu di 5 anni stava dando i suoi frutti, sia dal punto di vista medico che umano...che i risultati che per ora ho raggiunto non sono solo una pila di "mallopponi" studiati e ripetuti. Avevo bisogno di vedere che mi stavo indirizzando lentamente verso quel sogno che tengo nel cuore da quando avevo 16 anni. Sono partito carico di preoccupazioni, di incertezze. Un pó per la velocitá con cui ho fatto questa scelta, un pò perché (chi mi conosce lo sa bene) mi metto in dubbio continuamente.
Posso solo dire che se i primi momenti sono stati un pò più difficoltosi, adesso ho il cuore colmo di tristezza a venire via da questo luogo e posso affermare con assoluta certezza che queste due settimane sono state una delle esperienze più belle della mia vita. Dalla calorosa accoglienza della "squadra" di suore a Thullur, capitanate da suor Jain, che per 8 giorni ci ha fatto da mamma, accudendoci e coccolandoci con tutto quello che poteva offrirci, alla magica atmosfera dell'Assisi Baby Sadan in Kerala, dove suor Elisabetta e le sue simpaticissime consorelle si danno da fare senza sosta per tutti i bambini della struttura. Dalla tradizionale scrittura del diario di bordo serale, tra battute e prese in giro reciproche, alle "leggerissime" colazioni di prima mattina dove arrivavo quasi sempre in ritardo (con il consueto "Buongiorno eh!" degli altri compagni). Dalle interminabili file mattutine dei pazienti che quando finalmente giungevano al termine ci facevano sentire come una squadra "fortissimi, fatta di gente fantastici", alle centinaia di particolari quanto stupende persone che abbiamo incontrato. Dai paesaggi incredibili del Kerala che abbiamo avuto il piacere di visitare con l'aiuto delle eccellenti cicerone delle sorelle, ai giochi ad ogni ora con i bambini dell'orfanotrofio (che poi alla fine quelli che si divertivano di piu eravamo noi!!). Dai centinaia di casi di "febbre da gioino", a balli e canti con cui venivamo quotidianamente accolti in ogni villaggio.
Tutto ciò non sarebbe stato così emozionante nè divertente senza i miei compagni di viaggio. Inanzitutto i miei coetanei, Greta Fabio e Alessia, che si sono fatti in 4 per organizzare la distribuzione dei farmaci nella prima parte del viaggio (a voi chiedo scusa se qualche volta ho scritto, come dice mia mamma, "a zampe di gallina", o se qualche volta non ho azzecato i nomi esatti dei medicinali) e che sono sempre stati pronti a darmi una mano, quando da "novellino" quale sono cercavo di dimenarmi tra le varie visite.
E ovviamente i più "grandi": Francesco e Max, che mi hanno profondamente ispirato con le loro battute pronte, i mille selfie e la dolcezza che riservavano a tutti i piccoli che abbiamo incontrato. Grazie a voi sono riuscito a tirar fuori la mia parte "torta paradiso".
E per quanto riguarda Giuditta, Roberto e Il capitano Dr George: vi devo ringraziare dal profondo del mio cuore...siete stati i primi in 5 anni che, volontariamente o meno, avete creduto in me. Grazie per ogni momento di pazienza quando vi chiedevo aiuto. Grazie per esservi presi un po del tempo impiegato per assistere chi davvero aveva bisogno per insegnarmi qualcosa in più. E scusate se qualche volta non sono stato all'altezza. Siete e sarete per sempre un esempio..Mi avete fatto capire che genere di medico voglio diventare.
Riguardo al mio obiettivo, beh......non so se sia stato raggiunto in pieno. Io ce l'ho messa tutta...Spero di esser riuscito ad aiutare chi si è seduto davanti a me durante i medical camp e a trasmettere un po di gioia ai bambini dell'Assisi Baby Sadan (anche solo la meta di quella che hanno trasmesso a me basterebbe!).
Una mia amica prima della partenza mi ha detto: "Questa esperienza, bene o male che vada, ti cambierà la vita. Non trattenerti, lascia che te la cambi". Aveva proprio ragione su tutto...
Ps: visto quanti puntini Giuditta?! Sii fiera...qualcosa ho imparato davvero!!
FABIO
“Dopo il verbo amare, aiutare è il verbo più bello del mondo” diceva Bertha Von Suttner scrittrice e premio Nobel per la pace del 1904; e adesso, dopo questa esperienza in India l’ho capito anche io. Abbiamo intrapreso questo viaggio per aiutare persone in difficoltà e ritorno a casa con la consapevolezza di vivere nella parte “fortunata” del mondo. Siamo stati un flash, un lampo nella vita di queste popolazioni; sapevano che sarebbe stata una “toccata e fuga” ma ci hanno comunque fatto sentire speciali e non poco. Mi scappa quasi da ridere a pensare che siamo partiti per dare una mano a questi popoli ma a pensarci bene sono loro che hanno dato una mano a noi..
FRANCESCO
Alcuni amici, che avevano già partecipato alle precedenti missioni sanitarie di HHPP, mi avevano descritto e raccontato cosa avrei visto là...Devo dire che ero “abbastanza” preparato ad affrontare la mia prima missione..ma le cose che si provano direttamente sono sempre diverse...Bimbi, tanti. Tanti sorrisi, nonostante la povertà e la miseria. Persone povere, ma piene di dignità.Un'esperienza che mi ha “arricchito” di umanità. “Arricchito” sì, ma anche consapevole che le cose da fare sono infinite. Mi è rimasta una sensazione di impotenza. Aver visto con i miei occhi e aver partecipato, insieme ai miei compagni però, mi ha reso fiducioso: anche una goccia nel mare fa il mare. Un grazie particolare alle sorelle francescane che hanno reso il nostro soggiorno meno pesante. Un mio grazie speciale all'associazione H.H.P.P che con pazienza e continuità rende un servizio magistrale. Grazie ai compagni di viaggio Alessia, Greta, Giuditta, Massimiliano, Roberto, Alessandro, Fabio e Giorgio.
GIUDITTA
N.: “Ma come?! Torni in India anche quest’anno?”
G.: “Certo…”
N.: “Ma cos’è…la terza volta, tipo?!”
G.: “Veramente sarebbe la quarta…”
N.: “Scusa ma te lo devo proprio chiedere..perchè?!”
G.: “Ma come perché…è una bella cosa, una missione umanitaria e sanitaria…io sono un medico…non riesco a capire la tua domanda”
N.: “Intanto, secondo me, queste cose sono più utili a chi le fa che a chi le riceve. Non ti sembra un po’ da egoisti?”
G.: “Certamente è più utile a me di chiunque altro. Non ho la presunzione di sentirmi santa, ne tanto meno disinteressata. Hai ragione…è da egoisti. Però al mondo ci sono così tanti modi per essere egoisti…questo, secondo me, è il migliore di tutti, non credi?”
N.: “Sì, vabbè, che c’entra… e comunque non capisco…”
G.: “Cosa?”
N.: “Perché sempre in India?”
G.: “Beh…come faccio a spiegartelo. Per cominciare ho adottato un bambino a distanza, Christo. Compie 6 anni quest’anno, è una vera peste. Mi piace pensare di poterlo vedere crescere, ritrovare, piano piano riuscire a comunicare sempre un po’ di più con lui…almeno una volta l’anno!”
N.: “ Potresti andare a trovare solo lui senza fare tutta quella fatica. Alla fine spenderesti uguale”
G.: “Qui mi sa che non ci capiamo. Vediamo se riesco a spiegartelo. L’India è un paese, come dire…. contraddittorio! È un paese che può farsi amare ed odiare contemporaneamente, ma ti assicuro che una volta visto ti resta nel cuore per sempre. Ci sono sporco, tanta povertà, miseria, corruzione, “odori” mooolto forti; per quanto mi riguarda il cibo non è dei migliori e le strutture, anche nelle grandi città spesso sono incomplete e fatiscenti… ma questa è solo la superficie.
In questo paese le persone ti sorridono, SEMPRE! E i loro sono veri sorrisi, non c’è falsità. Ti sono grati anche per delle piccole cose e te non puoi fare a meno di sentirti appagato dalla loro gratitudine. Capirai…mica ci siamo abituati. Il tuo lavoro, qualunque esso sia, diventa mettersi al servizio degli altri. Che tu sappia medicare una ferita, fare un piccolo intervento, diagnosticare una malattia e curarla o anche accudire un bimbo che piange, un anziano che soffre, creare animali con i palloncini o far divertire tutti con le bolle di sapone questa è la missione che fa per te. Io sono una specializzanda in chirurgia, giusto?!”
N.: “Si!”
G.: “Appunto. Ho ancora così tante cose da imparare nel mio mestiere che non mi basterà tutta la vita. Ma quel poco che so fare lo porto con me, cerco di rendermi utile, con i miei limiti e le mie incertezze. Ma quando persone che hai operato negli anni precedenti tornano a ringraziarti, ti cercano, ti abbracciano…ecco, lì capisci che la direzione è quella giusta! L’India è anche questo!
N.: “ Quello che mi spaventa sempre in questi viaggi all’avventura sono i compagni… e se poi trovi un gruppo di rompic….?!”
G.: “ Quando mi capiterà ti farò sapere! Scherzi a parte, questa è una delle parti migliori del viaggio…il gruppo. Anche quest’anno sono circondata da persone meravigliose; alcune già le conoscevo, una sicurezza per me e i “novizi” sono semplicemente fantastici. So già che mi mancheranno una volta tornata a casa. E che dire poi delle suore: mitiche onnipresenti infaticabili sorelle. Suor Jain, Suor Elisabetta e tutte le altre…non esisterebbe la missione senza di loro.
Non ci sono parole sufficienti nel mondo per descrivere tutto questo…. I colori… sono incredibili i colori in India! E la natura è semplicemente…sconfinata! Che tu sia nelle pianure di Amaravati o sulle montagne del Kerala hai in mente solo una parola…infinito!”
N.: “Sì, ok..bella la natur..”
G.: “Oddio…i bambini! Come ho fatto a scordarmi dei bambini?! Questi piccoli volti con occhi grandissimi che ti guardano, ti interrogano e con quei sorrisi che si aprono, così belli che quasi fanno male al cuore. Non vorresti mai lasciarli. Ti rendi veramente conto che i bimbi, i ragazzi, gli adolescenti sono uguali in tutto il mondo, vogliono ridere, giocare, scherzare, sognare, avere un futuro…a volte mi chiedo come noi adulti ci dimentichiamo di tutto questo? Ecco…L’india ti aiuta a ricordare, ti aiuta a riflettere. E quando riparti e torni nella nostra bella Italia hai comunque solo due parole da lasciare a questi luoghi: GRAZIE e ARRIVERDERCI!”
N.: “Mah…non è che mi sia molto più chiaro adesso il perché di questa QUARTA missione…”
G.: “ Senti…direi che l’unica cosa che puoi fare a questo punto è venire con me, così ti renderai conto di persona!”
N.: “Guarda…come se avessi accettato! Scusa eh..bello tutto quello che hai detto, ma mi dispiace…non mi sento convinto!”
G.: “ Dispiace a me. Ma non ti preoccupare, sai…sono convinta io per tutti e due!”
GRAZIE.
GRETA
Ho sempre desiderato di partecipare ad una missione sanitaria o umanitaria e quando ho mandato l'email all'associazione, per offrire il mio aiuto in un eventuale progetto, non avrei mai immaginato di avere una risposta in 10 minuti dove in sostanza diceva "tra un mese partiamo per l'India, vuoi unirti?". Da quel momento fino al 26 settembre ho iniziato a fantasticare su cosa avrei trovato al mio arrivo. Ecco... Ciò che avevo immaginato, tramutato nella realtà e messo davanti agli occhi, fa tutto un altro effetto! Non ci sono parole per descrivere bene quanto le persone in Andhra Pradesh vivano (sopravvivano) con poco, quanto abbiano bisogno di aiuto, ma che nonostante tutto, quanto poco basti per renderli felici... sono cose che solo a vederle e a trovarcisi immersi dentro si possono capire. L'HHPP è una manna dal cielo per la gente del luogo (ha cambiato la vita a tanti, dai depuratori di acqua costruiti nei villaggi, passando per le adozioni a distanza e i vaccini, fino ai piccoli interventi che sono stati fatti a livello ambulatoriale che hanno evitato a tante famiglie di indebitarsi per farsi operare in ospedale), e le persone che abbiamo incontrato: le instancabili suore che ci hanno ospitati e che ci hanno dato tanto e che lavorano continuamente per la comunità; le persone dei villaggi che ci hanno accolti sempre con grandi feste, sorrisi e ringraziamenti, ci hanno fatto sempre più rendere conto di questo e di quanto ne siano grati. Ci siamo sentiti speciali come non mai e anche più del dovuto, noi che siamo partiti per portare, senza pretese, un aiuto e non volevamo niente in cambio, siamo stati ricoperti di doni e onorificenze tipiche, e ci è risultato sempre più chiaro e limpido che più una persona ha poco...più tende a regalare agli altri! Sono veramente onorata di aver avuto questa opportunità per crescere, per rendermi conto di quanto io sia fortunata, per vedere luoghi magici e vivere da vicino usanze diverse dalle nostre e per dare una mano, nel mio piccolo, alla popolazione del posto e ai fantastici compagni con cui ho condiviso questa esperienza, compagni che di meglio è difficile trovarne, che ti fanno vedere che in mezzo alla massa ci sono ancora delle belle persone, oneste e gentili, che si emozionano e che hanno tanto da dare agli altri. Ci sono cose che porterò sempre con me... Momenti che ti lasciano senza fiato e parole ...Come quello di entrare in una grande stanza e trovarci 1000 bambini tutti a sedere che aspettano solo te ed i tuoi compagni e che applaudono felici la tua presenza. Vorrei che questa "foto" che che ho in mente rimanesse per sempre con me: "mi giro e vedo solo sorrisi contagiosi"
Grazie di cuore... Greta
MAX
Tornando in volo verso l’Italia il mondo appare perfetto dall’alto. Attraversiamo castelli di nuvole e mondi paralleli, albe cristalline. In basso si sussegue la bellezza della terra, disegni di mari, montagne, deserti reticoli di strade e case ordinate piccolissime mentre i miei pensieri ripercorrono la missione con HHPP appena trascorsa. Allora penso a tutte le persone che abbiamo incontrato nei giorni dei campi medici nei vari villaggi dell’ex Andhra Pradesh, ai loro sguardi e alle loro sofferenze e alla gioia e all’entusiasmo dei bambini per un semplice palloncino, pastello, penna o indumento regalati e vorrei poter trasmettere per intero la realtà che ho vissuto forse percepita dagli altri come se fosse vista da un aereo. Vorrei poter far arrivare la sensazione di questa umanità disperata e bisognosa che non può permettersi una visita medica, che non ha l’acqua corrente in casa e che deve vivere con pochissimo, con la morte sempre dietro l’angolo.
Questa realtà é qui in India ma anche in tante altre parti del mondo.
Penso alla loro riconoscenza e gratitudine per il poco o tanto fatto per loro, per il nostro gesto di attenzione e il riconoscimento del loro essere persone.
Mi torna in mente la contentezza, l’emozione e la gratitudine dei genitori dei gemelli Vijay e Vinay adottati a distanza da me e da Roberto, per la loro nuova casa in muratura, quando prima vivevano in una capanna.
Continua a rimanermi addosso la sensazione di devozione, sacrificio e protezione delle suore che ci hanno accompagnato e di suor Jain che ha costruito e permesso lo svolgersi delle missioni insieme a Dr. Gerge e HHPP da lui fondata.
E poi a man mano che mi avvicino all’Italia e che iniziamo a sorvolare la pur ricca Europa riaffiora la distanza e il vuoto da gestire che mi separa dai bimbi e dalle bimbe dell’orfanotrofio Assisi Baby Sadan in Kerala, parte del mio cuore é sempre là con loro, con la loro gioia, la loro vivacità, la loro intelligenza e i loro sforzi per ottenere un attenzione, un bacio, una carezza, un abbraccio e di essere ricordati con il loro nome, per essere amati.
Un’altra grande donna suor Elisabetta e le altre suore a vegliare su di loro e temporaneamente su tutti noi.
Ecco siamo atterrati e qui é tutto diverso tra un po’ mi separerò dai compagni di viaggio e missione che ringrazio per aver vissuto insieme questa esperienza, e poi arriverò a casa dove tutto all’inizio mi sembrerà strano ma non potrò più separarmi da tutte le sensazioni ed emozioni provate.
ROBERTO
6a missione indiana con HHPP, più 4 missioni personali in Kerala, fanno un totale di 10 dal 2010.Molte cose hanno visto i miei occhi,molte storie hanno ascoltato le mie orecchie.Molte gioie e dolori ho condiviso.Molto amore ho cercato di dare, moltissimo ne ho ricevuto.
Soprattutto ho provato grande soddisfazione nel vedere risultati tangibili raggiunti grazie al nostro contributo. Al di là di mille, pur splendide, parole.Grazie quindi a chi mi ha incoraggiato a proseguire in questi anni, grazie a chi ha offerto supporto concreto grazie ai compagni di missione, grazie alle suore.Grazie India.
DR GEORGE
Ed anche questa è fatta ! E fatta bene ha sicuramente pensato in cuor suo il sottoscritto rilevando le oltre 2300 visite mediche effettuate, le 1120 vaccinazioni antiepatite b ai bambini, il numero innumerevole di medicinali, giocattoli e capi di vestiario i più vari portati dall'Italia o comprati sul luogo, donati a chi ne aveva necessità, l'ottimo stato di salute e di qualità di vita dei bambini del Progetto Jeevan dell'Associazione; tutto ciò sicuramente ha alleviato per un un po' la difficle situazione vissuta dalle popolazioni indiane che abbiamo incontrato durante il soggiorno. Oramai ho perso il conto di quante missioni ho effettuato con H.H.P.P. eppure ogni volta , alla conclusione del mio umanitario soggiorno all'estero, le sensazioni che provo dentro di me sono sempre molto forti. Sono certo che ciò dipende molto dai miei compagni di avventura, questa volta più che mai impareggiabili attori di questa esperienza vissuta così intensamente ; sarà perchè l'entusiamo di coloro che incontro riesce tutte le volte a darmi quella carica che a volte mi sembra di avere perduta nella mia vita quotidiana ; sarà perchè tornare in India è come rivivere il primo amore ( e non me ne voglia la mia adorata Beatrice perchè non ha nessuna ragione per essere gelosa ) da quando nel "lontano" 1992 sono sbarcato nella terra di Gandhi ed insieme ad una giovanissima Sr Dr Jain ho iniziato quella che sarebbe diventata negli anni la più bella esperienza della mia vita. Riuscire ad aiutare gli altri, vedere sorridere un anziano perchè semplicemente prendi in considerazione i propri "nopi" ( dolori ) o un bambino mentre si perde di gioia dietro a delle colorate bolle di sapone, rende a me profondamente molto di più di quel poco che riesco ogni volta a fare . Ed alla fine di ogni esperienza umanitaria mi è doveroso ringraziare tutti coloro che in modo od un altro mi hanno aiutato in questi anni credendo nelle finalità di H.H.P.P. e permettendole di festeggiare gli oltre 12 anni di attività. Un ringraziamente particolare , permettetemelo , lo voglio dedicare con tutto il cuore ad una cara amica che purtroppo non è più con noi in questa realtà, ma nell'altra dove è ora, sicuramente terrà la sua mano protettrice su di me : mia cara Alice, in vita mia ho trovato veramente poche persone altruiste e buone come te; per questa ragione nella gioia di averti conosciuto , nella consapevolezza che la tua sicura vicinanza a me ed all' Associazione tutta è stata un ottimo carburante per il motore umanitario di questi anni, voglio prendere a prestito le parole di Sant'Agostino e pensare intimamente che tu sei solo in un'altra dimensione, in un'altra stanza della casa della nostra vita, ma sempre e costantemente vicina a me ed a tutti quelli che hai amato. Sappi che ancora tanto resta da fare e da lassù dove sei sono certo che continuerai ad aiutuate tutti noi in modo che " IL SOGNO UMANITARIO DALLA VALDINIEVOLE NEL MONDO " sia una realtà in continua espansione .