10° in Brasile - Maggio 2014 la 40° di H.H.P.P.

Dal 01.05.2014

Gli obbiettivi della 10° Missione Sanitaria ed Umanitaria in Brasile dal 6 al 13 Maggio 2014, la 40° di H.H.P.P. nel mondo sono:

- effettuare il maggior numero di visite mediche ad adulti e bambini nella cittadina di Candeias (a 30 Km da Salvador Bahia) Stato di Bahia

- distribuire gratuitamente centinaia di confezioni di medicinali ai pazienti bisognosi in relazione alle proprie necessità sanitarie

- consegnare indumenti, giocattoli, materiale umanitario vario ai bambini delle favelas di Salvador Bahia e di Candeias

- verificare ed aggiornare le adozioni a distanza del "Progetto Jeevan" a Candeias e Salvador de Bahia

  1. CORSI Nicoletta - Infermiera Ospedale di Pistoia
  2. FARIOLI Rita -     Infermiera Ospedale di Pescia
  3. MARTINI Giorgio- Medico Medicina Generale di Montecatini T

DIARIO GIORNALIERO

 

Martedi 6 Maggio 2014 

 

 

 

Sotto un bel sole primaverile, inizia oggi la nuova avventura umanitaria per i volontari di H.H.P.P.  Sembra solo ieri,ed era il 7 Gennaio 2004, quando dalla Valdinievole sono iniziate le missioni sanitarie per aiutare i più poveri fra i poveri. Questa di oggi è la 40° missione , la 10° in Brasile, dalla fondazione dell’Associazione , e di buona mattina si sono ritrovati al consueto Garage Olimpia di Montecatini , lo storico Dr George ed un nuovo ingresso fra i volontari, Rita Farioli, Infermiera del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Pescia. Caricate sul furgone della Ditta Sedoni Autonoleggio di Pistoia le sei supervaligie ricolme di tutto e di più per il fabbisogno delle giornate in Brasile, con alla guida il mitico amico Maurizio, che tutte le volte ci accompagna all’aeroporto di partenza, abbiamo fatto la prima sosta al parcheggio Breda di Pistoia, dove abbiamo imbarcato l’altra nuova amica che si è aggregata alla compagine di volontari, Nicoletta Corsi, anche lei Infermiera del Pronto Soccorso ma dell’Ospedale di Pistoia. Costituito il gruppo al completo via a spron battuto sull’autostrada per giungere in perfetto orario a Roma Fiumicino. Chek-in rapido senza alcun intoppo anche se le nostre valigie superavano bene i 23 Kg concessi cadauna, ci è stato comunicato un ritardo alla partenza di circa ½ ora per il volo di Lisbona, e noi , senza preoccuparci più di tanto, abbiamo atteso con pazienza l’orario dell’imbarco. Siamo saliti sull’aereo e partiti in direzione della capitale del Portogallo ; viaggio tranquillo, molto rilassante, come purtroppo non è stata la sorpresa che ci aspettava all’arrivo nell’aerostazione: uno stewart molto gentile ci ha accolti e scortati verso una reception dove una altrettanto gentile impiegata della compagnia aerea , informava tutti i viaggiatori diretti come noi a Salvador de bahia, che il volo era partito senza di noi da 20 minuti; per tale ragione ci siamo dovuti trattenere in un albergo questa notte a Lisbona, nell’attesa di volare domani per il Brasile alle ore 16,25. E noi che pensavamo che i disservizi fossero solo nella nostra bella Italia !!!  

 


Mercoledi 7 Maggio 2014

 

La sosta forzata a Lisbona ci ha permesso di dormire in un comodo letto di un buon albergo portoghese, poter utilizzare la connessione wi-fi dell’albergo per comunicare e tranquillizzare i nostri cari in Italia del disguido aeroportuale, e soprattutto di poter fare un giro turistico per la città. O meglio, pensavamo di fare un giro turistico per la città, perché se è vero che appena fuori dall’albergo abbiamo trovato l’ingresso per la metropolitana locale, che Nicoletta e Rita si sono ben orientate nel dedalo degli incroci delle linee rossa, gialla e blu fino ad arrivare al nodo centrale del mezzo di trasporto sotterraneo, il problema è nato quando siamo  “ ritornati a riveder le stelle”. Abbandonata la metro era obbligatorio salire in superficie per prendere il treno che ci doveva portare ad una certa Torre Belem , che, stando alle notizie prelevate da internet, rappresenta un monumento nazionale meritevole di visita. Con i nostri biglietti della metro in mano, sicuri del fatto che sulla carta acquistata oltre al simbolo della metropolitana c’era anche quello del treno di superficie, non ci siamo assolutamente preoccupati di fare alcun biglietto , ma abbiamo solo chiesto all’addetto della ferrovia il numero del binario per raggiungere la nostra destinazione. Appreso ciò, ci siamo incamminati verso il binario numero 4 ed appena arrivato il primo treno ci siamo saliti sopra. Abbiamo viaggiato per circa 1 ora e mezzo attraverso le storiche bellissime case della città vecchia, gli orrendi mega-edifici dormitorio moderni, veri cazzotti per i nostri occhi resi languidi dagli aspetti retrò della vecchia Lisbona, abbiamo attraversato l’immenso estuario del fiume Tago , ed ecco stagliarsi ai nostri occhi la siluette alta e snella della grande croce del Cristo Redentore, inaugurata qualche anno orsono per eguagliare quella presente a Rio de Janeiro. A quel punto ci sono cominciati a venire i primi dubbi: come mai la sera precedente, la visita alla statua era stata scartata perché troppo lontana dal nostro albergo e troppo a rischio di perdere un’altra volta il volo aereo per il Brasile del pomeriggio ? Come mai se la statua era stata da noi giudicata troppo lontana adesso la stavamo sorpassando , ci stavamo allontanando sempre di più e della nostra meta Torre Belem neanche un’indicazione ? Fortunatamente, come qualche volta succede, da un evento negativo nasce una soluzione positiva : entra nel nostro scompartimento il controllore del treno ed iniziando a fare il proprio lavoro comincia ad obliterare i tickets ferroviari. Peccato però che i biglietti di tutti i passeggeri non erano uguali ai nostri della metro, o meglio noi non avevamo i biglietti giusti !!! Momenti di concitazione, Rita guarda se c’è in vista una stazione per poter scendere prima dell’arrivo del controllo, Nicoletta sbircia le mosse dell’uomo per vedere con quale velocità sta sbrigando il proprio lavoro, ed ecco che quando arriva accanto al posto del Dr George si scopre l’arcano : il biglietto lo dovevamo aver comperato a parte oltre a quello del metro ( per cui ci dovevamo preparare a dover pagare una sonora multa ) ma soprattutto quello non era il treno per andare alla Torre Belem, ma era un intercity che percorreva tutto il Portogallo fino alle Bocche di Bonifacio e si stava inesorabilmente allontanando a tutta velocità dal centro città! Saranno state le espressioni esterefatte di Nicoletta e Rita, saranno stati gli occhi disperati del Dr George, fatto sta che il controllore non solo non ci ha fatto la multa, ma ci ha anche dato tutte le preziose indicazioni di dove scendere e prendere il treno che tornava a Lisbona in tempo per poter andare in albergo, prendere e nostri bagagli ed arrivare puntuali in aeroporto. Mai pranzo fu goduto in modo più completo dal momento che, mentre assaporavamo le dolcezze portoghesi, ci eravamo messi sì a tavola ma soprattutto al sicuro da “molto pericolosi” ritardi. Siamo arrivati in aeroporto in perfetto orario ritrovando i disperati che come noi ieri sera non avevano potuto continuare il viaggio verso Salvador de Bahia, saliti sull’aereo e partiti,questa volta, in perfetto orario. Adesso, nel buio della carlinga, mentre trascorre il tempo di questo giorno che per noi durerà 29 ore, pensiamo a cosa ci attenderà in terra brasiliana, consapevoli di una sola certezza: la nostra estrema determinazione nel fare in questi giorni di missione tutto ciò che sarà in nostro potere per aiutare chi ne avrà veramente bisogno. In viaggio verso le favelas brasiliane, a voi Italia molto ma molto fortunata.     


 

 Giovedì 8 maggio 2014

 

Arrivati in terra brasiliana: ennesima sorpresa!!!! Con nostro grande disappunto una delle nostre sei valige(contenente palloncini, bolle di sapone , vari altri giochi per bambini…nonché i beauty-case delle infermiere) non ci ha raggiunti in Brasile per un disservizio creato all’aeroporto di Roma.

Pieni di sconforto ci siamo poi rallegrati grazie all’accoglienza riservataci dalle suore: Suor Carla, Suor Letty, Suor Rency e Suor Lucynette.

A bordo del loro Fiat Doblò e allietati dalla guida del Dott George in mezz’ora abbiamo raggiunto la fatidica destinazione: CANDEIAS.

Qui siamo stati “calorosamente” rifocillati con un  bollente brodo di verdure e stremati abbiamo finalmente conquistato i nostri letti.

Il mattino ci ha accolti con uno splendido sole e dopo una veloce, ma ricca colazione il gruppo di lavoro si è incaricato di allestire i locali ambulatorio e farmacia che ci saranno utili in questi giorni di permanenza.

Le ore di lavoro ambulatoriali sono trascorse velocemente con un continuo via vai di mamme con bambini ed altri pazienti. A fine ambulatorio una signora,che si era recata da noi per far visitare il figlio, ci ha chiesto con cortese insistenza se era possibile effettuare una visita domiciliare alla madre paralizzata.

Il gruppo di HHPP non se lo è fatto ripetere due volte: abbiamo preparato il materiale necessario per la visita ed insieme a Suor Rency ci siamo recati a casa della inferma.

La signora di soli 62 anni anagrafici(ma ben oltre di aspetto), completamente paralizzata dal lato sinistro del corpo, in preda allo sconforto, alla nostra vista si è lasciata andare ad un pianto liberatorio. Dopo la visita e la misurazione dei parametri vitali e glicemia, abbiamo consigliato una integrazione alla terapia in corso con un farmaco utile per migliorare la circolazione che la figlia verrà a ritirare nella nostra farmacia da campo domattina.

Stanchi per il caldo umido ma soddisfatti per il calore umano dimostrato da questa popolazione ci accingiamo a trascorrere la seconda notte brasiliana.

Menomale che ci troviamo in Brasile e la nostra volontà di attività sanitaria non è limitata come in Italia da una burocrazia imperante che frena anche il più fervido entusiasmo!!

 


 

 Venerdi 9 Maggio 2014

 

Anche questa mattina i penetranti raggi del sole brasiliano ci hanno svegliati molto presto,e dopo la solita squisita colazione preparata dalle nostre care Suore, ci siamo recati ad aprire il nostro ambulatorio, perché già parecchie persone ci aspettavano. Attività frenetica durante tutta la mattinata ed il pomeriggio con visite, preparazione e somministrazione di farmaci e distribuzione di giochi. Il gruppo H.H.P.P. anche se lavora insieme da un solo giorno, ha già trovato il ritmo giusto di collaborazione; in men che non si dica la fila di persone lungo le scale della Scuola San Francesco, è stata esaurita e sono stati esauditi i desideri di controlli sanitari e del necessario farmaco per tutti. Abbiamo ritrovato vecchi amici fra anziani,grandi e piccoli in questa giornata di chiusura delle scuole in Brasile per la ricorrenza della festa della Mamma.

In serata abbiamo accompagnato le Suore nel centro della cittadina, perché dovevano ritirare un elettrodomestico che era stato regalato loro grazie ad una raccolta organizzata nella città natale di Suor Carla; purtroppo la grande speranza delle religiose è rimasta disattesa perché il dono non era ancora stato recapitato. Rientrando verso casa, l’autista Dr George si è abilmente districato nei meandri del caotico traffico stradale di Candeias fino ad arrivare senza problemi alla nostra dimora, ma… ad attenderci con due occhioni curiosi, abbiamo trovato davanti alla porta del convento un ospite insolito: il rospo!!! Si trattava di un esemplare veramente di grossa taglia, tanto da far sospettare che l’incantesimo narrato nella famosa fiaba fosse vero. Sarà perché nessuno crede più in modo così profondo nelle fiabe, sarà perché le dimensioni dell’animale dissuadevano da un contatto troppo ravvicinato, fatto sta che ne’ Rita ne’ Nicoletta hanno provato a baciarlo per vedere se si trasformava in Principe Azzurro ! Un’occasione persa ? Chissà …   

 


  Sabato 10 Maggio 2014

 Inizio di giornata con gioia dal momento che oggi abbiamo festeggiato il compleanno della nostra Nicoletta. Auguri con canti e, per l’occasione, le Suore hanno preparato un dolce multicolore molto saporito ma soprattutto pieno di tanto amore. Oltre a questo un’altra ottima notizia ci è giunta dall’Italia: la compagnia aerea Tap ha comunicato di aver ritrovato e spedito in Brasile la nostra sesta valigia che era rimasta sola soletta a Roma. Questo ci permetterà di portare tanti doni ai bambini di Salvador lunedì mattina. La prima parte della mattinata l’abbiamo trascorsa al mercato settimanale di Candeias del sabato, dove siamo stati abbagliati da una vastissima gamma di colori, profumi e dallo spaccato di vita quotidiana di questa povera popolazione: bambini piccoli che pur di guadagnare qualche real sono disposti a trasportare per chilometri sacchetti pesanti della spesa sotto un sole cocente, donne che con due pentole improvvisano una similgastronomia, anziane donne che si riparano dal sole con un ombrello vendendo pesce essiccato. Appena le Suore hanno terminato la spesa, siamo ritornati al nostro ambulatorio dove ci aspettavano già una ventina di persone. Il lavoro è proceduto con scorrevolezza per la mattinata ed il primo pomeriggio, poi abbiamo deciso di recarci a fare visita alla mamma di un nostro storico grande amico, quel Rodrigo di cui già abbiamo parlato nel diario della missione dello scorso anno, che vive nella favela di Candeias. Dopo venti minuti di cammino e varie salite e discese, in mezzo a fango,escrementi e spazzatura in quantità inverosimile, abbiamo finalmente raggiunto la casupola di fango in cui vive Rodrigo con la madre ed i suoi quattro fratelli; è rimasta l’unica casa di fango in tutta la favela, ovviamente soggetta ad un degrado materiale continuo a causa dei violenti temporali locali, oltre allo scontato degrado igienico-ambientale. Questa escursione ci ha toccato molto, anche perché la madre di Rodrigo ha manifestato esplicitamente tutte le sue difficoltà a crescere i suoi bambini in una continua condizione di immensa precarietà. Per questo abbiamo deciso immediatamente di destinare una somma di denaro adeguata alla “ristrutturazione” della casupola; in pratica tale cifra sarà gestita dalle Suore, alle quali daremo la responsabilità di controllare e seguire i lavori necessari alla sostituzione delle pareti in fango pressato, per arrivare ad una casetta in muratura. Felici di questo importante impegno ed allietati dalla musica che in modo incessante riempie le nostre ore in Brasile e le nostre orecchie, andiamo a letto ancora più sereni di quanto non lo siano sempre le nostre menti.   

 


 

 Domenica 11 Maggio 2014 

Stamattina la sveglia è suonata presto per noi dal momento che il primo appuntamento della mattina è stato alle ore 07,00 per una colazione in festa per il compleanno della Suora cuciniera Sr Lucinetty ,una sorpresa speciale per la festa della mamma a Rita, ed a seguire la Santa Messa delle ore otto. Il sole splendente di ieri ci ha abbandonato ed ha lasciato il posto a nere nubi con pioggia torrenziale. La liturgia e’ stata emozionante e coinvolgente , allietata da un gruppo musicale con canti e applausi. Inoltre ci e’ piaciuta molto la loro idea di ricordare all’altare le persone che festeggiano il compleanno durante la settimana, e la lotteria al termine della funzione con I°, II° , III° premio e la gioia di tutti.

Usciti dalla Chiesa il temporale stava dando il meglio di sè, ma noi ci siamo comunque stipati tutti e sette (noi e le Suore) sul FIAT DOBLO’ e abbiamo preso la strada in direzione di Amelia Rodrigues , che non è una cantante di fado portoghese, ma un piccolo paese di campagna. Abbiamo poi proseguito per oltre 50 km per raggiungere la Feira de Santana , grosso agglomerato urbano ed industriale, dove era posizionata la nostra Churrascaria ( ristorante tipico dove viene servita ogni qualità di carne alla griglia ). Indescrivibile la felicità delle nostre care Suore, che dedicano tutti i giorni dell’anno ad aiutare gli altri, ed aspettano con gioia il nostro annuale arrivo per concedersi il “lusso” di un pranzo al ristorante. Una gioia naturale e spontanea proprio come quella dei bambini ai quali dedicano costantemente tutte le loro energie ed attenzioni. Di ritorno verso casa , insieme a Sr Litty abbiamo sistemato foto e storie dei bambini del Progetto Jeevan di adozioni a distanza qui a Candeias, preparato la valigia con i doni per i bambini di Salvador che andremo a visitare domani. Stasera cena veloce e tutti a letto presto perché domani mattina la sveglia suonerà ( ahimè ! ) alle 04.45 !!! 

 


 

 Lunedi 12 Maggio  

 

Come previsto le varie sveglie hanno trillato alle 4 e 45 ed i volontari sono balzati giù dal letto consapevoli del viaggio che li attendeva e di tutto quello che era in programma per la giornata. Pioggia battente a Candeias, che ci ha accompagnati per tutto il viaggio verso Salvador; l’alzataccia ci ha consentito di non rimanere imbottigliati nel caotico traffico brasiliano. Arrivati nella capitale dello Stato di Bahia davanti a noi sono apparse le siluette dei moderni grattacieli , in netto e stridente contrasto con le casupole accatastate l’una sull’altra delle favelas. Saluti calorosi delle Suore locali , colazione e subito inizio del lavoro per l’aggiornamento delle schede delle adozioni a distanza. A metà mattina è giunta la notizia che eravamo attesi all’aeroporto per il ritiro della valigia rimasta dispersa alla partenza dall’Italia; Rita è rimasta a Casa Belem a continuare il lavoro, Nicoletta con Sr Rency ed il Dr George si sono precipitati all’aeroporto dove un’impiegata molto gentile e rapida ci ha consegnato il dovuto. Ritorno ancora più rapido e felice, sapendo di portare ai bambini della scuola di Casa Belem palloni,penne, matite e magliette che finalmente avevamo riconquistato. A fine mattinata passeggiata attraverso la favela di Amaralina, occasione per vedere direttamente con i nostri occhi le degradanti condizioni di vita quotidiana delle famiglie dei nostri bambini adottati a distanza, e per andare a ritrovare il nostro amico Reginaldo. Consegnati come sempre i farmaci antiepilettici necessari per 1 anno di terapia e poi ritorno a Casa Belem dove abbiamo visitato le classi, presa visione delle attività scolastiche offerte ai bambini e consegnato loro giochi e penne. Pomeriggio dedicato alla visita “turistica” della città; il Dr George ha fatto , ovviamente, da cicerone e guida, forte della sua lunga esperienza sul campo e per tutto il pomeriggio ci ha fatto compagnia uno splendido sole brasiliano. Visitati i luoghi simbolo della città constatando ancora di più le contraddizioni che caratterizzano questo popolo. A sera ci siamo rituffati nel traffico ancor più caotico del ritorno a Candeias, dove fortunatamente siamo arrivati senza alcun problema. Qui abbiamo trovato ad aspettarci il temporale che ci aveva salutati stamattina, ma anche il sorriso rassicurante ed affettuoso delle Suore.

Andiamo a letto dopo questa lunga giornata e domani ci aspettano i preparativi per la partenza ed i saluti. 

 


 

 

Martedi 12 Maggio 2014  

 

Inizia oggi l’ultima giornata in terra brasiliana dei volontari di H.H.P.P. in attesa di riprendere stanotte alle 23,35 il volo aereo che ci riporterà in Italia. Saranno stati i tanti sentimenti che affollano in questo momento gli animi dei nostri missionari, saranno state tutte le forti emozioni che prepotentemente sono balzate ai loro occhi e nel loro cuore di fronte alla cruda realtà delle favelas brasiliane, fatto sta che nessuno era in ritardo alla colazione del mattino , espressione di un risveglio più che mattiniero. Immediatamente dopo, via tutti insieme a sistemare tutte le cose da lasciare in Brasile e quelle da riportare in Italia; i farmaci rimasti,utilissimi nelle prossime missioni soprattutto quella in India, li abbiamo raggruppati in una valigia mentre i vestiti per i bambini ed i giocattoli li abbiamo lasciati tutti alle Suore che sapranno sicuramente a chi destinarli. Meno male che dopo tanta attesa è arrivata la famosa valigia dispersa a Roma: ci ha permesso di poter gonfiare oltre 50 palloni multicolori con i quali abbiamo inondato le due classi dell’asilo della Scuola Sao Francisco di Candeias facendo la gioia incontenibile dei piccoli, tanto entusiasti che andando a casa lasciavano a scuola la cartella pur di portare con se l’amato pallone così atteso questi giorni. Le ore del giorno corrono veloci così come le nuvole che attraversando il cielo sopra Candeias inondano di acqua le misere costruzioni della favela di Santa Cruz; se da un lato siamo tristi e preoccupati pensando alla realtà della casa di Rodrigo con queste condizioni atmosferiche, dall’altro siamo orgogliosi e fiduciosi nella prossima realizzazione della costruzione in muratura anche di questa casa, rimasta l’ultimo emblema del super degrado ambientale avendo ancora le pareti realizzate di fango. Nel primo pomeriggio saggio di danza da parte degli allievi più grandi sempre della stessa Scuola; abbiamo potuto apprezzare i miglioramenti tecnici dei futuri ballerini e soprattutto di Rodrigo che meriterebbe veramente una chance nel “nostro mondo” in un programma tipo Amici di Maria De Filippi. Al termine dello spettacolo caramelle per tutti, molto apprezzate soprattutto dai piccoli spettatori delle classi dell’asilo che hanno assistito con un comportamento veramente ottimo. E’ pomeriggio inoltrato ed il caldo sole brasiliano ha lasciato lo scettro ad uno splendido cielo stracolmo di stelle brillanti, quando arriva lo zio di Sr Carla con il suo pick-up, per caricare come all’andata le nostre maxivaligie. Noi tre insieme a Sr Rency e Sr Lucinete sul Doblò e via verso Salvador destinazione aeroporto; chissà come mai tutto quel parlare dell’arrivo si è in un momento dissolto ? Sarà per la stanchezza accumulata in questi giorni e per i preparativi della partenza penserete voi, ma noi sappiamo che è il “magone” che sentiamo nei nostri cuori che ci spinge a stare zitti e ad elaborare nel nostro cuore tutte le fortissime sensazioni che abbiamo provato in queste brevi ma intense giornate brasiliane.

Come tradizione al termine delle nostre missioni, ecco qui di seguito le considerazioni dei volontari , come sempre libere e non soggette ad alcuna censura da chicchessia.

 Nicoletta

Questa e’ stata la mia prima esperienza di missione, fin dai tempi in cui studiavo per diventare infermiera sognavo di fare un’esperienza del genere. Una volta ci sono andata vicina ma poi per problemi vari non e’ stato possibile organizzare...questa volta e’ capitata l’occasione ed ho voluto coglierla al volo. Il giorno prima della partenza ero emozionata e in ansia al pensiero di non essere in grado di svolgere le attività che mi sarei trovata a dover compiere. Mi sentivo anche incuriosita e felice di poter conoscere in modo più approfondito i miei compagni di viaggio, conosciuti in occasione di una pizza organizzata per la presentazione ufficiale. Una volta partiti anche se abbiamo incontrato alcune piccole difficoltà mi sono subito sentita a mio agio. Il Dott George si e’ dimostrato un vero leader, affabile competente e rassicurante da tutti i punti di vista. Rita che dire?? Tra noi credo sia scattato un feeling speciale, abbiamo chiacchierato tanto, ma tanto...ci siamo confidate e confrontate sulle nostre esperienze di vita davvero una persona speciale e profonda. Molto bello e inaspettato e’ stato anche il modo in cui le Suore di Candeias ci hanno accolti, un calore ed un affetto davvero spontanei ed impagabili...che persone meravigliose!!! In grado giorno dopo giorno di seguire gli insegnamenti di San Francesco in modo semplice ma solare. Ho fatto alcuni viaggi ma questo mi ha dato davvero la possibilità di osservare dall’interno la vita quotidiana di questa popolazione, capire la loro cultura e le abitudini, alcune davvero bizzarre. I bambini sono meravigliosi e ben tenuti dai genitori che veramente in alcuni casi non hanno niente, sono molto educati e affabili, non hanno alcun problema ad entrare in contatto con perfetti sconosciuti. Avevo bisogno in questo momento, di “staccare la spina” dal mio ambiente di vita e di lavoro quotidiano, sentivo il desiderio della bella sensazione di essere utile per qualcuno che ne ha bisogno in quel momento, col mio lavoro attuale purtroppo ho perso questo tipo di contatto e sensazione che alimenta la motivazione di lavori come il nostro. Alcune cose che ho vissuto qua mi hanno riempito il cuore di gioia, altre mi hanno davvero fatto male e mi rimarranno sempre addosso...ma in fondo e’ proprio questo il bello di fare esperienze del genere!!! Spero che questo “pieno” di emozioni fatto durante questo periodo mi diano la carica per ripartire al meglio sia a casa che sul lavoro. Concludo consigliando a chiunque interessato di fare un’esperienza del genere, arricchisce veramente nel profondo.

Grazie infinite ai miei compagni di viaggio e tutte le persone incontrate qua in Brasile.

 

Rita

 

Le mie considerazioni su questa esperienza?

Difficile descrivere ritagli di quotidianità, emozioni, sensazioni, odori, stati d’animo che hanno fatto parte di tutta questa missione.

Per me si tratta della seconda missione, la prima in Africa (Burkina Faso) 7 anni fa, ora il Brasile: due realtà diverse , due povertà diverse, due modi di vivere la difficoltà socio economica diversi.

Il Brasile è splendore quanto degrado, sole quanto neri acquazzoni, buoncuore quanto delinquenza.

I bambini con cui siamo venuti  a contatto sono la new generation, hanno ancora l’allegria, il sorriso, l’entusiasmo e la speranza. Negli adulti si legge negli occhi una sorta di remissione, di resa …a volte la disperazione nascosta.  In questi giorni, è stato difficile girare per le favelas e  non sentirsi in colpa per tutto quello che abbiamo e che non apprezziamo. Le Suore ci hanno coccolato e protetto come figlie, il Dr George è capace di mantenere sempre un clima calmo, ma efficiente ed è sempre pronto ad ascoltare e discutere nuove proposte. Concludo:dato che questa associazione accetta nelle missione oltre che sanitari anche volontari umanitari , UNITEVI AD HHPP !!!!!!

 

 

 

Dr George

 

 

 

Cari amici sostenitori di H.H.P.P. eccoci giunti, grazie all’aiuto del Signore e delle mie due fantastiche principesse, al termine di questa 10° missione in Brasile, la 40° dalla fondazione dell’Associazione. Sembra ieri, ed era il Gennaio 2004, quando siamo partiti per la 1° missione sanitaria ed umanitaria in India con tante speranze, ma anche con tanta timore per quello che ci avrebbe atteso in queste realtà così diverse e lontane dalle nostre. Molta acqua è passata sotto i ponti da allora e, considerando che il “patrimonio” di H.H.P.P. era costituito dalla ragguardevole cifra di € 350,00 costituita dalle quote versate dai 7 soci fondatori, con tutto quello di strutturale e strettamente umanitario che è stato realizzato, possiamo dirci veramente soddisfatti. Ed oggi al termine della missione in Brasile durante la quale abbiamo ancora una volta raggiunto tutti gli obbiettivi prefissati, devo ancora una volta dire grazie a tutti coloro che in modo o in un altro ci hanno sostenuto in tutti questi 11 anni ed ulteriormente in questa nuova avventura in Brasile; e quando dico avventura non uso un termine retorico, perché immergerci per dieci giorni nella realtà di delinquenza quotidiana e di degrado umano e ambientale della terra dei prossimi campionati mondiali di calcio, è stata una vera e propria avventura. Fortunatamente, come anche tutti gli anni precedenti, ho avuto accanto a me due persone speciali che hanno consentito il raggiungimento di quello che dovevamo fare: Rita, battagliera e ricca di forti sentimenti, e Nicoletta, più riflessiva ma grandemente motivata ed umanamente superdisponibile per tutti. Insieme alle mie due infermiere “principesse” non sono mai sentito solo ( essendo l’unico medico della missione ) ma le loro qualità professionali ed umane mi hanno supportato in ogni momento. Insieme abbiamo svolto egregiamente il lato sanitario, visitando tutti coloro che in questi giorni si sono presentati a noi, oltre all’essenziale compito dell’aggiornamento e del controllo dei bambini adottati a distanza. Abbiamo anche effettuato un intervento strutturale veramente importante permettendo, con la cifra economica destinata alla scopo, di eliminare dalla favela di Candeias l’ultima vera vergogna umanitaria  esistente ancora oggi nel 2014 e precisamente la “casa” con le pareti di fango di Rodrigo, di sua madre e dei suoi fratelli minori. Con questo aiuto economico le Suore Francescane di Ognissanti in loco avvieranno al più presto il rifacimento in muratura delle pareti della “casa” e la doteranno di un tetto consono a non fare inondare di acqua l’interno alla più piccola pioggia. E come sempre la cifra necessaria a questo intervento è il risultato di tutte quelle piccole e grandi elargizioni che durante l’anno i nostri benefattori ci affidano perché possiamo risolvere, almeno in parte, il dramma di una vita misera ed al limite dell’umana sopportazione, di persone come noi che hanno solo avuto la sventura di nascere dalla parte sbagliata del mondo. Grazie a tutti voi che continuate a starci vicini vedendo tutto quanto H.H.P.P. ha realizzato in questi anni ed ai quali chiediamo, anche in un momento non certo florido anche nella nostra “ricca” Italia, di continuare ad aiutarci con quello che ciascuno può donare: i poveri e i derelitti che noi incontriamo aspettano un aiuto che altrimenti nessuno fornisce loro per sostenerli nella loro realtà quotidiana. Un vestito che i nostri figli o nipoti non portano più, un giocattolo che per noi è ormai solo un vecchio ricordo, diventa in queste realtà un dono importante che viene ripagato con il sorriso più sincero e pieno di gratitudine. Grazie, grazie e ancora grazie a tutti quelli che credono in noi e vorranno continuare ad aiutarci in questa nostra più che decennale attività umanitaria. Permettetemi due ringraziamenti speciali , oltre a quelli che dal profondo del cuore invio a tutti i sostenitori : al Centro Missionario Farmaceutico di Firenze dell’amico Massimo che anche quest’anno ci ha fornito una quantità incredibile di farmaci, necessari per curare i disagi di grandi e bambini che abbiamo incontrato a Candeias, e per ultima, ma certamente prima nei miei sentimenti, alla mia cara ed insostituibile Beatrice senza i sostegno della quale sarebbe per me impossibile realizzare ogni volta una nuova missione. La realizzazione del “ Sogno Umanitario dalla Valdinievole nel Mondo “ continua e con l’aiuto di tutti, missionari e benefattori, cercheremo di realizzare nel modo sempre più completo “ IL MONDO CHE VORREI “.