17° in India-Febb 2012

Dal 16.02.2012

Il 16 febbraio 2012 otto volontari dell'associazione H.H.P.P. Onlus di Lecco , 6 Medici e 2 Infermiere Professionali, partiranno per la 17° missione sanitaria (la 3° chirurgica) che si svolgerà nello Stato indiano dell'Andhra Pradesh, all'interno del polo sanitario Mary Matha di Thullur; da qui dal 3 al 7 marzo 3 Medici proseguiranno per una missione esplorativa a Calcutta in un Ospedale delle Suore della carità di Madre Teresa per valutare se esistono le basi per una futura collaborazione fra H.H.P.P. Onlus e l'organizzazione sanitaria fondata dalla Santa paladina dei poveri. 

Medici: Mazzei Sergio, Perego Annalisa, Giannatelli Federica, Coppola Sara, Perri Alessandra, Semeraro Maria Vittoria

Infermiere Professionali: Bevacqua Stefania, Paternoster Chiara

 

DIARIO GIORNALIERO

17 Febbraio 2012 

Comunicazione di servizio (telegrafica) per parenti, amici e conoscenti: siamo arrivati STOP stanchi e lerci da fare schifo STOP fin qui no maledizione di Montezuma STOP ora doccia e letto STOP i dettagli a domani.


 

Diario 18 febbraio 2012

 

 

Finalmente dopo una notte di meritato riposo, di cui non tutte hanno goduto, a causa della sveglia canora mattutina delle suore (mentre un certo marito a caso – per privacy non si fanno nomi - se la ronfava nonostante l’incessante litania), la mattina e’iniziata con una scofanata di cibo: tra chapatine alla marmellata di ananas, chapatine alle patate speziate (piatto del giorno), latte acido di bufala e altre dolcissime leccornie ci siamo caricati per la giornata.

Dopo alcune ore di viaggio siamo giunti alla scuola di riferimento per le vaccinazioni programmate dalla Suora. L’accoglienza e’ stata al pari di una parata militare, dove a mancare erano solo le “frecce tricolore”, quindi, dopo aver sorseggiato (Federica), annusato (Stefania), tracannato (Alessandra & Annalisa), dell’ottima acqua di cocco diluita 1:20, ci siamo organizzati per il vaccination day.

Si sono susseguite circa 5 ore di urla, strepiti, pianti, lamenti e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. La povera Chiara, in particolare, e’ stata vittima di una bimba, che presa dalla paura, ha rilasciato la vescica mentre la teneva in braccio.. fortunatamente, come dice Federica, l’urina e’ sterile e, oltre ad essere usata per l’irrigazione dei campi puo’ andare bene anche come prelavaggio dei pantaloni...

Durante il viaggio di ritorno, le suore ci hanno concesso una visita flash in un tempio Induista, in cui come da tradizione si cammina scalzi in mezzo a pozze di dubbia natura (intelligenti pauca!!!!!!) e qui, re della situazione, il tanto preso in giro Sergio per i suoi infradito con calzini, ne ha giovato piu’ di tutti, perche’ insieme a Chiara e Stefania ha messo uno spessore tra i liquami e i piedi.

E come disse il saggio in Telogu (lingua locale) dopo il tentativo (fallito) di saltare la messa al solo scopo di anticipare l’orario dell’ambulatorio di domani, chiudiamo il diario con un suo detto:

cu’ sicuta du’ cunigghia, unu ci scappa e unu no’ pigghia”.

 

BUONANOTTE!!


 

Diario 19 febbraio 2012

 

 

Mentre Federica cerca di contattare l’Italia nella speranza di dare vita al suo sogno proibito, ovvero la realizzazione delle latrine secche nei paesi in via di sviluppo, noi iniziamo a scrivere il diario della giornata e apprendiamo che il nostro contatto per la realizzazione dei bagni e’ incontattabile.

Nonostante, al mattino presto, ci siamo affrettati festanti a percorrere a piedi la strada per assistere alla Santa Messa, Suor Jain ci ha catapultato in 10 (+ l’autista 11) su una piccola ape car, dicendoci che era tardi. Dopo 2 ore di cerimonia, tra canti, melodie e i colori dei sari delle donne locali, ci siamo finalmente concessi una passeggiata fino al Mary Matha, passando da un caratteristico campo di peperoncino.

Sono quindi cominciati gli ambulatori per le visite ai candidati alla sala operatoria. A fine giornata, e’ stato allestito il materiale per gli interventi di domani e sono stati preparati e sterilizzati i kit con i ferri chirurgici.

Nel frattempo e’ stato richiamato il contatto per i bagni, che dopo un interrogatorio da parte della madre, non si e’ reso contattabile in alcun modo, pertanto ad ora niente latrine.

 

Comunicazione di servizio: a causa di problemi con la rete, la pubblicazione del diario non verrà puntualmente come da programma.


 

Diario 20 febbraio 2012

 

 

Siamo isolati dal mondo da ben tre giorni, nonostante cio’ tutti e otto, ogni sera, partecipiamo alla stesura del diario, momento in cui si approfitta per commentare, con ironia, gli accadimenti della giornata.

Finalmente e’ iniziata l’attivita chirurgica vera e propria!

Per il primo paziente un battesimo di fuoco: 3 vene rotte, doccia di antibiotico, infruttuosi tentativi di basculare il lettino operatorio, agitazione prima della ketamina e allucinazioni dopo... Anche per gli anestesisti una strada in salita: saturimetro non funzionante, presa rotta, cavo da rattoppare e black out elettrico durante l’intervento.. tutte problematiche superate brillantemente (d’altra parte, “Dio vede e provvede” by Sergio).

Tutto questo ci ha preparati al secondo intervento, tempo previsto per l’esecuzione 3 ore, tempo reale 5 ore, in cui l’equipe al completo ha supportato Sister Jain nell’isteroannessectomia bilaterale. Stranamente, dopo questa estenuante esperienza chirurgica, cosa mai successa in una S.O italiana, l’anestesista voleva continuare la seduta pomeridiana mentre i chirurghi volevano smettere.

Insomma, e’ stata una lunga e pesante giornata, allietata stasera dalla visita di un giornalista locale che scrivera’ un articolo sulla nostra equipe, il che speriamo sia d’aiuto per catalizzare i locali bisognosi di cure mediche e chirurgiche.

 


 

 

21 Febbraio 2012

 

Nonostante la giornata sia iniziata con tre ritardatarie (Sara ha puntato la sveglia per il giorno successivo!) l’attività lavorativa e’ cominciata in orario. Parte dell’equipe si è dedicata alle visite mediche ambulatoriali ed all’esecuzione di vaccini anti epatite B ad un centinaio di bambini della scuola di un villaggio vicino. Tanto coraggiosi i più piccini, quanto timorosi i più grandi, tra i quali addirittura spaventata la maestra!

A tutti gli studenti abbiamo donato come ricompensa pastelli e penne colorate portate dall'Italia quale regalo di parenti ed amici. Gli altri componenti del gruppo si sono rintanati in sala operatoria fino a tardo pomeriggio operando in successione due ernie inguino-scrotali, una voluminosa ernia epigastrica, una emorroide e altri tre piccoli interventi.

Nel pomeriggio e’ stata anche effettuato, con il nostro angelo custode Sister Alice, un giro di reclutamento pazienti per le stradine di Thullur, con successivo sovraffollamento dell’ambulatorio e della lista operatoria dei prossimi giorni.

Fondamentale Maria Vittoria che con la sonda dell’ecografo ha potuto dare un contributo diagnostico importante, soprattutto nei casi di dubbia interpretazione nei pazienti candidati alla chirurgia.

In ambulatorio si sono susseguite visite con riscontro di ernia epigastrica, idrocele monolaterale, ipertrofia testicolare, alluce varo, ulcera malleolare, elefantiasi....riscontrate in un unico paziente, giunto alla nostra osservazione per semplice infezione delle vie urinarie..

La giornata si e’ conclusa con la visita dei pazienti ricoverati che godono di ottima salute.


 

22 Febbraio

 

 

 

Anche oggi la giornata e’ stata impegnativa: mattina di interventi in sala operatoria, in cui  sono stati eseguiti un idrocele ed un’ernia inguinale, mentre in l’ambulatorio si eseguivano le visite dei tanti pazienti reclutati tra le vie del villaggio. Alla frenetica mattinata, si prospettava una buona mezzora di riposo dopo il pasto, allorquando l’attenzione di tutti e’ stata catalizzata da un uomo che, tutto trafelato e, preso dal panico, entrato di corsa nel dispensario, ha urlato a Sergio e Annalisa la seguente parola: “COBRA!”, diffondendo ulteriore panico.

Vista la momentanea assenza di Sister Jain, esperta in morsi di serpente, in un primo momento Sister Star insisteva per mandarlo via poiche’ non autorizzata alla somministrazione dell’antidoto. Cio’ avrebbe potuto significare la morte dell’uomo poichè l’ospedale più vicino si trova ad un’ora di macchina.

Fortunatamente il tempestivo arrivo della Sister Jain ha fatto sì che le altre Suore lo accogliessero. E’ stato così reperito un accesso venoso mentre le Suore praticavano sulla ferita la nota arte della litoterapia ed e’ stato lui somministrato un estratto di erbe medicali che hanno scongiurato la comparsa di sintomi neurologici.

E’ tornato, inoltre, il vecchietto dalle mille patologie tutte insieme, cui prima della medicazione delle ulcere venose agli arti inferiori si e’ reso necessario la lavanda dei piedi con  spugnette chirurgiche intrise di betadine per rimuovere l’ettaro di terra depositato sulla sua cute non del tutto integra.

  Nel pomeriggio siamo andati a visitare il villaggio alla ricerca di qualche buona idea per aiutare gli abitanti di Thullur. Tornati al Mary Matha l’ambulatorio e’ andato avanti fino alle 10:00 pm, quando si e’ materializzata la Madre Provinciale di Bangalore con le sue consorelle, le quali, approfittando della professionalita’ di Maria Vittoria, si sono sottosposte ad un controllo ecografico “total body”, mentre Federica gemeva per i morsi non del cobra, ma della fame.

A questo punto cena, doccia e letto.


23 Febbraio

 

Dopo esserci salutati ieri sera con l’appuntamento alle 8.30 per la colazione di stamane, siamo stati ripresi dal nostro angelo custode per l’orario quasi vacanziero..

L’ambulatorio e’ stato affollato da bambini “malati” che sono guariti miracolosamente alla comparsa di caramelle e matite colorate.

In sala operatoria a causa di un idrocele di dimensioni mastodontiche e’ stato necessario l’ aiuto di un quarto chirurgo e Stefania si e’ ritrovata improvvisamente catapultata a sostenere i colleghi... e non solo...

Nel pomeriggio Sara, durante il suo ambulatorio proctologico, ha visitato una signora che, spaventata dall’anoscopia, al termine della visita, felice, pensava di essere stata gia’operata. Un’altro uomo, deluso dalla comunicazione da parte di Federica che la sua glicemia fosse in range, si e’ rivolto ad un altro medico, Annalisa, chiedendo insistentemente, l’amputazione del pene a causa di una piccola ulcera...

Verso le quindici abbiamo interrotto l’attivita’ andando ad allestire l’aula informatica della nuova ala della scuola con i 6 computer portati dall’Italia, recuperati grazie all’aiuto del Banco Informatico (Biteb). Standing ovation da parte degli studenti presenti!!

Cena a base di chapatine, le “piadine” indiane, oggi gustate con banane, limone e zucchero. Cotto.. e mangiato!


 

Diario 24 febbraio 2012

 

 

Stamattina dopo la sveglia, e’ iniziata la giornata lavorativa, in sala operatoria per una parte del grupppo, in ambulatorio per l’altra. Durante la mattinata un giornalista inviato da una tv locale e’ venuto ad intervistare Sister Jane e Federica, che ha esibito il suo profilo migliore: il naso, che non molto apprezzato in Italia e’ stato addirittura fonte di complimento da parte delle popolazione indigena.

Nel frattempo, terminato il primo intervento, e’ stato necessario trasportare il paziente operato dal primo piano, in cui si trova la sala, al piano terra, purtroppo attraverso l’unico modo esistente (non essendoci l’ascensore), ovvero una rampa ripidissima esterna, probabilmente abusiva, che collega la sala operatoria alle stanze dei degenti, alcune delle quali al piano terra.

Nel pomeriggio, durante una delle tante visite ambulatoriali, Maria Vittoria ha, purtroppo, individuato un sospetto carcinoma uterino su una ragazza di trentanni, che sara’ operata domattina d’urgenza. Cio’ fara’ saltare i nostri programmi di domani, dato che era prevista una visita in un villaggio vicino per un ambulatorio fuori porta.

Su espressa richiesta dell’anestesista si e’ reso necessario costruire in un momento di Art Attack e di genio creativo una scatola plurisettata (con cartone e cerotto da infermieri), che Maria Vittoria e Stefania hanno ritagliato usando una mannaia da cucina, in mancanza di forbici o altri strumenti taglienti, il risultato pero’ e’ stato raggiunto e adesso i farmaci della sala operatoria, in uso dagli anestesisti, possono trovare ordine.

A domani, buonanotte.. e come al solito abbiamo fatto tardi!

 


25 Febbraio

 

 

 

Doveroso da parte di tutti noi e’ comincinciare il diario congratulandoci con le nostre anestesiste che, in condizioni poco favorevoli, sono riuscite a praticare un’anestesia spino-peridurale alla paziente candidata all’isterectomia. Cio’ ha notevolmente semplificato il lavoro dei chirurghi e di Sister Jain che, in quanto chirurgo ginecologo, ha diretto l’intervento in qualita’ di primo operatore.

La sala operatoria ha monopolizzato tutti quanti noi fino al primo pomeriggio. Al termine, abbiamo dovuto scapicollarci in un villaggio vicino per un ambulatorio fuori porta, durante il quale sono stati visitati adulti e bambini con problemi piu’ o meno gravi.  E’ comunque stato proficuo perche’ ha permesso di individuare alcuni pazienti candidati alla chirurgia, che sono gia’ stati inseriti nella lista operatoria dei prossimi giorni.

Gli abitanti del villaggio, come ringraziamento, ci hanno offerto un pranzo a base di riso, carni speziate e yogurt di bufala (tradotto: latte inacidito di bufala), da consumare rigorosamente con le mani secondo l’uso locale. Fra tutti si e’ distinta la nostra personal stylist Alessandra, la quale non si e’ piegata all’uso comune e ricordando i fondamenti della trasmissione delle infezioni per via oro-fecale si e’ ingegnata con un cucchiaio ricavato da un bicchiere pur di non usare le mani (a differenza degli altri 7 animali del gruppo che con le mani sono riusciti anche a farsi la scarpetta!).

            Completate le visite, circa un centinaio, e dispensate matite e pennarelli ai bambini, ci siamo diretti nella citta’ di Amaravathi per vistitare un famoso tempio Indu’. Per l’ennesima volta, e’ stato necessario lasciare le scarpe per proseguire scalzi all’interno del tempio, ma la saggia Stefania, lungimirante, ha uscito un paio di calzini dalla borsa proseguendo calzandoli.

            Finalmente dopo questa rapida gita siamo tornati a casa, rapida visita ai pazienti ricoverati che godono attualmente discrete condizioni generali e subito dopo cena.

            Degno di nota durante la serata e’ stato l’arrivo di un sedicenne indiano che, millantando una frattura scomposta ad un dito della mano, ovviamente non vera, ci ha provato con Chiara invitandola ad uscire.

Ed e’ con questa piccola love story che vi diamo la buonanotte, non invidiando per nulla le nostre anestesiste che stanotte alle ore 3 dovranno alzarsi per la somministrazione della terapia antalgica alla paziente con l’epidurale, ma come dice un famoso detto telogu “mors tua vita mea”.

           

 


 

 

 

26 Febbraio

 

 

 

E’ domenica: finalmente una giornata di riposo ! Immancabilmente la mattina e’ iniziata con la Santa Messa presso la chiesa di Thullur. La funzione e’ stata particolarmente sentita da tutti i locali, poiche’ avvicinandosi il periodo pasquale, numerosi sono i fedeli che con il loro fioretti pregano il Signore. Al termine della funzione, di circa 2 ore, tutti insieme, accompagnati da Sister Jain, ci siamo recati in visita presso una famiglia la cui casa e’ stata costruita con i fondi della nostra associazione.

A seguire, una lunga passeggiata tra le vie del paese sotto un sole cocente, immersi negli odori e nei colori del posto, fino al rientro presso il dispensario. Le nostre Sisters ci hanno accolto con un pranzo domenicale degno di una famiglia del Sud Italia e senza nenche il tempo di riprendere fiato ci hanno catapultato sul fuoristrada con cui e’ iniziata la nostra gita fuoriporta.

Ci siamo recati sulla riva del fiume Krishna e da qui, con un battello, abbiamo raggiunto l’altra sponda ammirando lo stile delle abitazioni dei piu’ abbienti Indiani e godendo ancora un po’ del caldo sole pomeridiano.

Il ritorno in battello e’ stato altrettanto piacevole: le temerarie Federica, Stefania, Chiara e Sara si sono posizionate sulla prua della barca a prendere il sole, nella speranza di acquistare un po’ di colorito, mentre il resto del gruppo, meno temerario, e’ rimasto all’ombra dell’imbarcazione.

Ripreso il fuoristrada ci siamo diretti a Vijyawada, una citta’ a circa un’ora di strada da Thullur. Il gruppo era cosi’composto; 9 donne, di cui 2 suore e 1 uomo, cioe’ Sergio. Da immaginare come potesse sentirsi il povero Sergio in mezzo a questa orda di donne affamate … di shopping ; e’ stato un susseguirsi di negozi tra sciarpe, bracciali e tessuti colorati. E’ stata solo l’assenza della nostra carta di credito a salvarci dall’acquisto delle migliaia di oggetti luccicanti che tanto attirava la nostra attenzione.

In ultimo spesa. Due carrelli pieni di spezie, farine e legumi da portare in Italia come ricordo e tanta Nutella.. oltre che un pensierino per le nostre Suore che ci accudiscono giornalmente cucinando e lavando per noi.

Al ritorno a Thullur eravamo stanchissimi, grandissima la nostra sorpresa nel trovare il sedicenne spasimante di Chiara ad aspettarla davanti all’ingresso del dispensario, ovviamente ancora piu’ grande la nostra presa in giro!

La giornata si e’ conclusa come sempre con doccia, cena e letto. A domani! 

 

 


27 Febbraio

 

 

 

 

Dopo la piacevole domenica trascorsa ieri, oggi e’ ricominciata la settimana lavorativa. La sala operatoria ha funzionato tutto il giorno e sono stati eseguiti un totale di sei interventi, i posti letto per i degenti sono stati tutti occupati e anche l’ambulatorio e’ stato gremito di persone che necessatavano di assistenza medica. Tutto funziona bene.

Dopo la pausa pranzo e’ stato eseguito un sopralluogo nella scuola vicina poiche’, alla luce di quanto osservato, e’ da adeguare il numero dei bagni presenti nella struttura a fronte del grande numero di studenti iscritti e, soprattutto, da risolvere e’ il problema dell’acqua. Non esistono, infatti, lavandini nei bagni, ma solo due rubinetti esterni (per un totale di 900 studenti), motivo per cui risulta difficoltoso il lavaggio delle mani dopo l’uso della toilette o dopo qualsiasi altra attivita’. Si sta quindi cercando, insieme a Sister Jain, di programmare la costruzione di tali strutture.

Vogliamo adesso condividere con voi una problematica che grava sul personale medico e paramedico dall’inizio della missione: l’edema generalizzato. Abbiamo, infatti, constatato che, a fine giornata, la circonferenza degli arti inferiori di tutti aumenta in modo esponenziale, facendo sembrare le nostre snelle caviglie degli insaccati.

Si distingue Sergio, che, oltre ad essere affetto da edemi declivi, e’ lievitato in modo abnorme anche nella parte superiore del corpo, in modo particolare in volto. A causa di questo inconveniente, a suo dire, le foto non gli rendono giustizia e ha deciso, pertanto, di assumere un diuretico nella speranza di sgonfiare volto e arti. Noi non ci siamo accorti della differenza, ma lui si sente molto piu’ leggero e autorizzato a continuare a strafogarsi di chapatine e banane (per reintegrare il potassio escreto con le urine).

E’ appena arrivata Chiara a raccontarci uno strano episodio: un paziente, durante un piccolo intervento chirurgico ha risposto con nonchalance al cellulare parlando in scioltezza noncurante del contesto. Ovviamente e’ stato redarguito nell’idioma locale dall’intransigente Sister Star.

Al momento nessun aggiornamento sulla love story tra il minorenne locale e Chiara.

Buonanotte!

 


 

28 Febbraio 2012

 

 

Doveva essere una giornata tranquilla a causa dello sciopero nazionale degli abitanti dell’ Andhra Pradesh per l’indipendenza dall’India. Ci si aspettava, infatti, una bassissima affluenza a causa della chiusura delle scuole, dei trasporti non funzionanti e delle manifestazioni di massa per le strade, invece non e’ stato cosi’. I pazienti da operare si sono presentati tutti, l’ambulatorio e’ stato affollatissimo sin dalla mattina e la giornata e’ stata faticosa.

Poichè il giorno della partenza si avvicina sempre di più, abbiamo iniziato a fare l’inventario della farmacia, nonchè a pianificare le ultime attività che ci eravamo prefissati.

Federica si e’ dedicata per gran parte del pomeriggio alla preparazione di una lezione educativa per gli studenti della Mary Matha English School: gli argomenti trattati saranno l’importanza del lavaggio delle mani, la raccolta dei rifiuti e l’ottimizzazione delle risorse idriche. Inoltre, ha anche allestito una borsa per la gestione delle emergenze, nell’eventualità di un trasporto in un altro ospedale. Si e’ rimandata a domani la nostra mission impossible, ovvero la trasformazione del fuoristrada, qui in uso per gli spostamenti, in ambulanza.

L’unica oggi ad essere riuscita a mettere il naso fuori dal cancello del Mary Matha e’ stata la nostra Chiara, che con Blasy, una delle infermiere locali, e’ andata a sbrigare una piccola commissione nel villaggio. A parte questo anche lei, come tutti noi e’ rimasta barricata all’interno della struttura divisa tra la sala operatoria e l’ambulatorio.

L’unica gioia della giornata poteva essere la chapatina alla nutella (o banana e nutella per i più golosi), ma dopo essere riusciti a consumarne un barattolo intero nella sola giornata di ieri, stamattina abbiamo deciso di contenerci e di farne a meno, per non privarne le Suore.

Tuttavia, questa sera non ci siamo riusciti, ci siamo fiondati sul barattolo di nutella terminandolo in soli 5 minuti.

Sono previsti per domani altri sei interventi, per cui buonanotte!


 

29 febbraio 2012

 

 

 

Eccoci qua a raccontarvi di un’altra giornata intensa. La mattina, come al solito, e’ stata un susseguirsi di visite ambulatoriali. Da menzionare l’emergenza ipertensiva di una signora che, giunta per un dolore generalizzato, alla rilevazione dei parametri da parte di Blasy e poi, incredula, di Stefania, aveva 235/140 di P.A. Da segnalare sono anche le pratiche mediche di Federica che, con la tecnica della mesoterapia, ha punzecchiato il collo di una signora con una brutta contrattura muscolare a livello cervicale (di cui vi verra’ inviata foto). Nel frattempo in sala operatoria venivano operate due ernie di dimensioni notevoli, ma del resto, abbiamo notato che tutte le patologie indiane, poiche’ quasi sempre trascurate, raggiungono livelli inenarrabili.

Nel pomeriggio siamo stati invitati dagli insegnanti del Mary Matha English School per assistere a uno spettacolo. L’accoglienza e’ stata delle piu’ calorose, ognuno di noi ha ricevuto in dono un mazzetto di fiori locali intrecciati a mano e, dopo essere stati invitati a prendere posto sul palco tra gli applausi generali, ha avuto inizio lo spettacolo. E’ stato un susseguirsi di danze e coreografie acrobatiche da parte degli studenti grandi e piccini, presentati con molta professionalita’ da uno di loro. Alla fine si e’ tenuto il discorso di ringraziamento da parte di Federica, che e’ stata costretta (da noi) a parlare davanti ai circa 900 studenti, in perfetto inglese. Insomma Federica oggi l’ha fatta da padrona!

Al termine dello show ci siamo fermati nel cortile della scuola e qui siamo stati precettati per una partita di pallavolo. Bisogna dire che le regole della pallavolo indiana evidentemente si scostano dalle convenzioni internazionali: ad esempio, se c’e’ una donna in prima linea, si alza all’uomo in seconda linea... se la donna in questione tenta di ricevere una battuta, viene prontamente spintonata e privata della possibilita’ di dimostrare la sua bravura... se ci sono degli uomini in posizioni chiave, non si fanno le rotazioni... Motivo per cui si e’ divertito solo Sergio, idolo pezzatissimo delle folle. Lo spasimante di Chiara, studente della scuola e aggressivo giocatore di pallavolo, la cercava spasmodicamente, e tutti siamo pronti a scommettere che a lei si’... la palla la avrebbe alzata!!! Il sole battente non e’ stato benevolo e al suono della campanella, tutti sporchi e grondanti di sudore, ci siamo diretti al dispensario per tornare ai nostri lavori.

Sergio e Federica oggi pomeriggio hanno tentato la mission impossible a cui abbiamo accennato ieri, purtroppo pero’ hanno constatato che la barella non entra nel fuoristrada, a meno di smontare in soli 30 minuti i sedili posteriori. Sister Jain si impegnera’ a stipulare un accordo con l’ospedale piu’ vicino in caso sia necessario trasportare un paziente critico (corna facendo).

Ed ora ecco a voi un po’ di numeri: ad oggi durante la 17mamissione in India di H.H.P.P sono stati eseguiti 41 interventi chirurgici (12 ernioplastiche inguinali, 10 trattamenti per idrocele, 1 fimosi, 2 isterectomie, 1 ernia ombelicale, 1 emorroidectomia, 3 piccoli interventi, 11 voluminosi lipomi), 413 visite mediche e 1051 vaccinazioni contro l’epatite B, per un totale di 1505 prestazioni. E per la prima volta nell’ambito delle missioni a Thullur, sono state effettuate circa 150 ecografie dalla nostra sensazionale radiologa Vittoria.

A domani, nostro ultimo giorno in quel di Thullur.


 

1 marzo 2012

 

La giornata odierna e’ stata intensa nonostante non ci fossero interventi programmati. Il mattino presto ci siamo dedicati alle medicazioni e alla terapia dei pazienti postoperati (compresi quelli già dimessi), che ci hanno dato grandi soddisfazioni sperticandosi in complimenti e ringraziamenti. Alle 9 ci siamo recati al Mary Matha English School. Nel cortile ci attendevano schierati a plotoni gli studenti, che hanno cominciato la scuola con preghiere e inno nazionale. Prima di iniziare le lezioni, la direttrice ha introdotto Federica che, sempre costretta dagli altri a parlare in pubblico, ha annunciato il tema della prima ora di scuola: la raccolta dei rifiuti. Infatti lo stato del cortile e del giardino della scuola (dove i rifiuti volteggiano felici al primo alito di vento) gridava vendetta, e tutti, anche i meno eco - friendly del gruppo (Annalisa e Sergio che hanno l’asciugatrice e Stefania che ha addirittura comprato la lavasciuga), hanno convenuto che bisognava correre ai ripari. Quindi Federica ha fatto un discorsetto per invitare i ragazzi a buttare i rifiuti negli appositi cestini e a raccogliere quelli sparsi in giro. Gli studenti delle classi prescelte (non tutte per timore di un ammutinamento) si sono divisi in 8 gruppi, ognuno dei quali capeggiato da uno di noi, e hanno cominciato a ripulire il cortile e il giardino dalle numerose cartacce. I maschi come al solito hanno tentato di sottomettere le ragazze con la scusa di reggere il sacco di raccolta, in realtà per fare fare a loro il lavoro sporco, ma abbiamo imposto loro il cambio turno; Alessandra e Chiara purtroppo non sono riuscite a dare un imprinting adeguato ai loro adepti, che anzi le sollecitavano a ramazzare i rifiuti. Alla fine, per introdurre anche il concetto “mani pulite”, tutti insieme alla fontana per lavarci le mani con il sapone. Bisogna dire che a fine procedura molti di noi facevano concorrenza a Sergio quanto a pezzatura...

Tornati al dispensario, ci siamo dedicati all’inventario del materiale e alla stesura dei progetti che vorremmo realizzare. Sergio, Federica e Chiara si sono concessi un’ora di pallavolo con i ragazzi della scuola, e nuovamente si e’ consumata la gag della misoginia. A parte passare la palla solo a Sergio, uno dei giocatori ha invitato Federica a “fare una pausa” solo perchè la malcapitata si era sbucciata un gomito.

A questo punto e’ iniziata la vestizione dei componenti del gruppo. Le Sister infatti ci hanno fatto dono di uno splendido sari (per le donne) e di un completo bianco per Sergio. Immaginate le grasse risate che si sono fatte le ragazze costrette nel corpetto (pari a un busto per frattura vertebrale) e avvolte nella splendida stoffa che senza il prezioso aiuto delle Suore non sarebbero riuscite a indossare. Le Sister si sono divertite più di noi, visto che ci hanno truccato con rossetto, eye-liner e ci hanno agghindato con vari monili. Cosi’ vestiti, siamo andati in giro per Thullur: praticamente un bagno di folla! Siamo stati invitati in ben due case e a un certo punto ci siamo ritrovati un nugolo di bambini al seguito.

La serata si e’ conclusa con la cena di gala al convento, corredata da spettacolo teatrale e da danze. Alla fine Sister Jain ha fatto un lungo discorso di ringraziamento che ci ha commosso: ha avuto un pensiero per ognuno di noi e ci ha fatto sentire davvero apprezzati. Noi avremmo dovuto fare lo stesso, vista l’ospitalità squisita e l’affetto dimostratoci, ma come al solito siamo stati colti impreparati... Federica e’ stata lanciata come da protocollo nella fossa dei leoni e per quanto si sia impegnata non e’ riuscita a esprimere adeguatamente i sentimenti di gratitudine e di gioia che ci hanno animato in queste due settimane... insomma, una figura barbina dopo la lectio magistralis di Sister Jain.

Tornando al dispensario chi c’era ad attendere il suo grande amore? Lo spasimante di Chiara col cuore spezzato e la lingua impastata dall’emozione... il poveretto ha ottenuto solo una foto con la sua amata, per altro con il suo amico terzo incomodo che si inseriva come una sim nel telefonino.

Domani si parte: alcuni tornano a casa, mentre Sergio, Annalisa e Vittoria passeranno qualche giorno a Calcutta in missione esplorativa presso le suore di Madre Teresa. La consuetudine dell’associazione vorrebbe che a fine missione ognuno di noi scrivesse un pensiero, ma l’unita’ del gruppo fa si’ che il nostro pensiero sia comune: che l’oceano e’ fatto di gocce, che siamo solo piccole persone capaci di fare piccole cose, e che nella quotidianeita’ di questa esperienza abbiamo imparato che dando si riceve di più.

Il saggio Telogu dice: Dio vede e provvede.

 

Sergio, Annalisa, Maria Vittoria, Sara, Stefania, Chiara, Alessandra, Federica.

 

 


 

  CALCUTTA

Siamo a Dubai, in transfer per il volo di rientro per l’Italia. E la nostra mente vola verso le esperienze vissute durante gli ultimi giorni di missione in India.

Mentre Alessandra, Sara, Chiara, Stefania e Federica sabato 3 marzo sono tornate a casa, noi tre, Annalisa, Maria Vittoria e Sergio, ci siamo imbarcati alla volta di Calcutta per proseguire l’esperienza indiana presso i centri d’accoglienza delle Missionarie della Carità di Madre Teresa.

Appena atterrati, reduci da un paesino cosi’ tranquillo come Thullur, siamo stati accolti dal caos del traffico di una metropoli con più di 15 milioni di abitanti. Ovunque taxi, risciò, autobus, ciascuno con la pretesa di prevalere sull’altro nella sua folle corsa facendosi strada tra manovre azzardate e colpi di clacson!! Più confusi che persuasi, abbiamo lasciato i bagagli alla Monika House, una piccola e modesta residenza per i volontari che vengono da ogni parte del mondo occidentale per dare un aiuto nei centri delle Suore. Ci siamo quindi diretti immediatamente alla casa madre, fulcro dell’attività delle Missionarie della Carità e abitazione di Madre Teresa. Qui è possibile visitare la sua camera da letto, dove sono conservati i suoi pochi averi terreni, e la cappella con la tomba dove è stata sepolta alla sua morte nel settembre del 1997. Presso la casa abbiamo incontrato le Sorelle e consegnato loro un voluminoso borsone contenente materiale sanitario e medicine.

Le missionarie ci hanno illustrato i vari centri di Calcutta che la Madre ha creato per accogliere i più poveri tra i poveri, i malati, gli orfani e i disabili.

Vi è la possibilità per i volontari di scegliere il centro più idoneo alle proprie attitudini e desideri, dove prestare il proprio contributo.

Il giorno seguente, come primo giorno, abbiamo deciso di recarci allo Shishu Bhavan, l’orfanatrofio. Il centro accoglie al momento 62 bambini fino ai 4 anni d’età, nelle varie fasi del lungo percorso dell’adozione internazionale. Ci è stato spiegato che la maggior parte di essi verranno adottati da genitori italiani! L’incontro con i bambini è stato travolgente! Tutti tentano di attirare l’attenzione dei volontari alla ricerca di una persona con cui giocare e dalla quale ricevere gesti d’affetto. La loro giornata è scandita a ritmi regolari. La mattina scuola, canti, pranzo e riposino. Il pomeriggio, il momento più bello, giochi all’aperto nel piccolo cortile , dove il giocattolo più prezioso sono rami e foglie! Tra risate, salti e giri in altalena, il pomeriggio si è concluso con l’ora della cena dove è stato più il riso spalmato sui nostri vestiti e sulla faccia di Sergio da parte dei bambini, che quello effettivamente mangiato!! I bimbi più grandicelli ci hanno mostrato con orgoglio e con un grande sorriso le foto che i genitori italiani hanno spedito loro in attesa di completare le pratiche dell’adozione e venire a prenderli. Favorevolmente colpiti e emozionati dal ricevere e poter dare tanto affetto, ogni pomeriggio trascorso a Calcutta abbiamo deciso di passarlo all’orfanotrofio.

Una mattina invece, dopo la colazione alle 7 con circa una settantina di volontari presso la Casa Madre, abbiamo deciso di andare a Pren Dam (letteralmente “Casa dell’Amore”), un centro delle Missionarie che accoglie circa 350 persone tra malati, disabili fisici e mentali.

Il centro è situato a circa 30 minuti di cammino dalla Casa Madre, durante il quale ci è sembrato di far parte del romanzo “La città della gioia”. Si attraversano infatti viuzze dove la gente vive senza un tetto o in capanne fatiscenti, dove ci si lava e si fanno i propri bisogni per strada, dove i bimbi girano nudi o con vestiti sporchi pieni di buchi, dove convivono uomini e animali, dove è ancora viva e immutata da decenni la figura dell’uomo-risciò che per guadagnare il corrispettivo in rupie di 1 euro al giorno si sobbarca la fatica di trasportare i ricchi clienti da una parte all’altra di Calcutta, correndo a piedi nudi sotto il sole cocente o la pioggia dei monsoni.

Arrivati a Pren Dam, indipendentemente dal lavoro che ognuno dei volontari svolge nella sua vita occidentale, siamo stati invitati a lavare a mano lenzuola e panni, stenderli, rifare i letti e prendersi cura dei poveri ospiti della casa, dal vestirli all’aiutarli a fare colazione. Dopo una meritata pausa chai (thè) per i volontari, la mattinata si è conclusa con la distribuzione del pranzo, lavaggio dei piatti e del cortile.

Sulla via del rientro all’ostello con il moto-risciò (e anche nel taxi per l’aeroporto!) il conducente ha più volte chiesto a Sergio se Annalisa fosse su moglie o potesse essere libera, in quanto l’avevano colpito i suoi occhi azzurri!! E fu cosi’ che Annalisa prosegui’ in West Bengala la lunga strage di cuori iniziata in Andhra Pradesh da Chiara!

Tirando le somme anche il soggiorno a Calcutta ci ha colmato il cuore di emozioni! Confrontando l’esperienza di Thullur, piccolo villaggio rurale , in cui la povertà è immersa nei colori dei sari, dei campi di peperoncino e di cotone e dei sorrisi dei bambini, questa immagine contrasta fortemente con la sfumatura di grigi e nero di Calcutta in cui la povertà estrema fa addirittura mancare il sorriso sui volti dei bimbi di strada, costretti molte volte ad elemosinare.

Ricordando con affetto i nostri cari compagni di avventura a Thullur e i volontari dei centri di Calcutta, concludiamo con una frase di Madre Teresa:

“Tu puoi fare cose che io non posso fare. Io posso fare cose che tu non puoi fare.

Insieme possiamo fare cose bellissime!”

Grazie a tutti!!