4° in Brasile-Mag 2008

Dal 18.05.2008

Obiettivi:
Attività sanitaria che si realizzerà attraverso lo svolgimento delle visite mediche e la somministrazione gratutita di medicinali all'interno delle scuole Casa Belem di Salvador de Bahia e Escolina Sao Francisco di Candeias, verifica ed aggiornamento delle schede dei bambini per il progetto Jeevan di adozione a distanza, distribuzione di beni di prima necessità.

Partecipanti:
Medici: Dr. Giorgio Martini – medicina generale. Dott.ssa Triulzi Silvia - ginecologa. Dott.ssa Loredana Marrapodi e Dr. Roberto Ronchetti – pediatri.
Infermiera Professionista: Laura Baracchi
Volontari: Gloria Conti, Linda Pucci, Sergio Rastelli

Date di svolgimento:
dal 18 al 30 maggio 2008

DIARIO GIORNALIERO


18 Maggio 2008
Albert Einstein diceva che si comincia a diventare vecchi quando non ci si emoziona più. E’ seguendo questo ragionamento che il Dr George si è sentito un ragazzino durante i lunghi e complessi momenti dell’organizzazione di questa 4° missione sanitaria di HH.P.P. in Brasile ; mancherà niente del necessario per l’attività sanitaria a Salvador de Bahia ? sono stati portati tutti i giochi ed i vestiti che tanti volontari hanno raccolto in Italia per donarli ai ninos de rua della terra di Pelè ? Il cuore del Presidente, che oramai dovrebbe essere avvezzo a tutti questi preparativi, ha galoppato a dismisura nei giorni precedenti la partenza. Finalmente stamani siamo partiti alla volta di Bologna; ci accompagnavano Emiliano e Beatrice con 17 grosse valigie al seguito e tanti bagagli a mano ( tanto quelli non vengono conteggiati nel peso !)- Oltre ai veterani Laura , Sergio e Dr George, sono partiti per il Brasile la Dott.ssa Loredana Marrapodi, Pediatra dell’Ospedale di Pescia, la figlia Gloria Conti Studentessa universitaria di Veterinaria e la volontaria Linda Pucci. All’arrivo a Bologna abbiamo travato ad aspettarci la Dott.sa Silvia Triulzi, Ginecologa di Verbania, nostra volontaria attiva avendo fatto parte dello staff medico della missione in Kenya del 2007. In perfetto orario, dopo gli immancabili affettuosissimi ma dolorosi saluti ai nostri accompagnatori, abbiamo iniziato il volo verso Lisbona.    Qui, alloggiati dalla compagnia aerea in un albergo più che decoroso, dopo una cena caratteristica portoghese a base di baccalà fritto e arrosto “ pescado “ direttamente dal congelatore, siamo andati nelle nostre camere, dove un sonno ristoratore ci preparerà al balzo oceanico di domani. Alla compagnia manca il Pediatra dell’Università di Roma Prof Roberto Ronchetti, che si unirà ai noi domani mattina partendo direttamente dalla capitale italiana.   Il sonno di stanotte con l’attesa del domani sarà più ricca di aspettativa per i volontari dell’Associazione o per i bambini di Bahia che dopo 1 anno attendono con ansia un aiuto, un sorriso, un gioco, un vestito, un momento di sincero affetto per loro che sono abituati ad ignorare la speranza nel futuro, vivendo nelle favelas ?   



19 Maggio 2008
Un limpido cielo portoghese ha salutato la sveglia dei volontari di H.H.P.P. i quali, in perfetto orario, sono partiti dall’albergo alla volta dell’aeroporto. Qui li aspettava, ed è stata l’occasione per farne la conoscenza, il Pediatra dell’Università di Roma Prof. Roberto Ronchetti, con il quale faremo uno studio su di una malattia molto grave per molti bambini brasiliani, l’asma bronchiale, cercandone una correlazione più o meno presente con le allergie.  Dopo più di 8 ore di volo, eccoci arrivati a Salvador de Bahia, dove la presenza di noi 8 , le 17 grosse valigie ed i numerosi bagagli a mano, hanno obbligato le Suore a venirci a prendere con un pulmino e un pik-up della Parrocchia, una macchina guidata da una benefattrice, e da un Fiat Doblò guidato per l’occasione dal Dr George. Dopo gli abbracci ed i saluti per tutti, via per le strade brasiliana fino ad arrivare a Casa Belem, la nostra “ residenza “ in questi giorni di missione. Fine pomeriggio dedicato alla sistemazione e suddivisione dei farmaci che da domani utilizzeremo per l’assistenza sanitaria ai poveri delle favelas, alla preparazione dei giochi e dei vestiti da dare ai bambini che si presenteranno da noi; piccola passeggiata a salutare l’Oceano Atlantico ( distante solo un centinaio di metri dalla nostra casa ), cena Francescana insieme alle nostre Suore, e poi, con il fisico fiaccato da una intera giornata di viaggio ma con il cuore pieno di speranza per quello che di utile potremo fare in questi giorni di attività umanitaria,dopo un corso accelerato sul programma di archiviazione dei dati sanitari ai volontari neofiti, andiamo a letto ( per i più curiosi questa è la sistemazione logistica : il Dr George dorme da solo in una piccola cameretta al piano sala da pranzo a causa del suo più che “vivace” russamento notturno che potrebbe impedire il sonno agli sfortunati non troppo lontani da lui; il Prof Roberto e Sergio in una stessa camera, e le 5 donne posizionate in una camerata unica tipo collegio.) IL SOGNO UMANITARIO DI H.H.P.P. RIPARTE DI NUOVO IN BRASILE !  



20 Maggio 2008
Se è vero che le ore del mattino hanno l’oro in bocca, i nostri missionari sono diventati tutti dei milionari, dal momento che in Brasile alle ore 5,30 del mattino il sole risplende in cielo come fosse mezzogiorno. Per tale motivo alle 07,00 ci siamo ritrovati tutti insieme per una salutare passeggiata sul lungomare di Salvador. Alle ore 08,30 in punto è iniziata l’attività sanitaria, con gli ambulatori così suddivisi : nella sala della danza 3 punti visita per la Dr.ssa Loredana, il Prof Roberto e il Dr George; la Dr.ssa Silvia, molto richiesta per la sua specialità ginecologica, si è trasferita, per ovvie necessità di privacy, a 2 piani sottostanti il nostro; la farmacia è posta accanto agli ambulatori e comprende anche le postazioni computer di registrazione delle visite. Affluenza più che sostenuta pur essendo il primo giorno di attività, visite per le patologie più disparate, con una netta prevalenza di parassitosi intestinali sia ai bambini che agli adulti, tutta una serie di patologie le più varie, ma legate essenzialmente alla cattiva igiene personale ed ambientale. Alla fine della giornata, sicuramente sostenuti dai rosari delle Suore, siamo arrivati a contare 135 visite. A sera, dopo una “accaldata sgambata” alla ricerca della “ Silvia Sim-card “ , abbiamo assistito ad una classica messa brasiliana, dove in mezzo a canti e preghiere, il parroco Don Josè, ci ha fatto pubblicità per la nostra attività invitando tutti i presenti ai nostri ambulatori gratuiti. Speriamo in bene di poter soddisfare tutte le richieste che perverranno. Come pensiero finale di questa prima giornata di attività sanitaria, possiamo solo dire un grande “ obrigado “ a tutti , in particolare ai più piccoli in particolare, che con i loro abbracci ed i loro sorrisi ci hanno riempito il cuore di tutta quella gioia necessaria per superare le difficoltà di adattamento. Gli occhi di questi bambini esprimono con sincerità tutto la gioia nell’attesa composta di incontrarci. Qui Brasile a voi Italia !



21 Maggio 2008
Anche oggi la giornata lavorativa è iniziata di buon’ora, dopo la consueta colazione a base di caffè, latte e frutta dei più svariati tipi; mentre i volontari di H.H.P.P. si trovavano al tavolo, già le voci delle numerose persone in attesa delle agognate visite giungevano fino a noi sollecitandoci all’apertura dell’ambulatorio. Durante le 120 visite giornaliere, fra i casi più particolari segnaliamo una diffusa ulcera circolatoria alla caviglia dx di una donna affetta da una grave linfo-insufficienza agli arti inferiori (la cui medicazione ha impegnato la nostra infermiera Laura), due fratellini e numerosi adulti affetti da forme diffuse di scabbia ( classica malattia legata alla mancanza di igiene ambientale e personale ); alla nostra Ginecologa Dr.ssa Silvia, numerose ragazze hanno avanzato la richiesta di una crema spermicida, dal momento che sembra che tale prodotto sia concesso gratuitamente dal governo. Silvia ha risolto il problema dicendo semplicemente che ne eravamo sprovvisti. A fine mattinata si è presentata al grande completo, padre, madre e 6 fratelli, il piccolo Andrei, il bambino sofferente di una grave forma di asma bronchiale; fortunatamente le sue condizioni sono più che soddisfacenti, così come quelle dei fratelli e dei genitori, dal momento che il padre ha iniziato a fare dei lavori saltuari. Oltre i numerosi casi di bronchite, artrosi, parassitosi intestinale ed ipertensione, merita menzione il caso di un ragazzo di 17 anni al quale durante la visita il Dr George ha evidenziato una ferita abbastanza estesa alla spalla sin con evidenti segni di cicatrizzazione. Alla ovvia domanda di che cosa fosse tale lesione, il giovane ha risposto candidamente che si trattava del risultato di un “ morso “ dato dalla focosa fidanzata.
Il calor brasiliano, che fa sudare in modo spropositato i nostri volontari, quante belle emozioni riesce a suscitare !!!   



22 Maggio 2008
Oggi, festa del Corpus Domini ( qui chiamato Corpus Christi ), tutte le attività economiche di Salvador sono sospese ; solo noi abbiamo ugualmente tenuti aperti i nostri ambulatori senza sapere se le persone sarebbero venute o meno alla “consulta medica”. Alle ore 07,00 Santa Messa “cantata ” e soprattutto “interpretata” nella nostra Parrocchia di San Giuseppe di Amaralina da tutta la comunità festante; abbiamo rivissuto nell’infiorata che adornava la navata della Chiesa, i nostri ricordi di fanciulli. Dopo circa 1 ora e 30 di celebrazione religiosa, la nostra abnegazione di santità è venuta meno ed ha preso il sopravvento la necessità umanitaria della nostra comune Associazione per andare a fare spesa in farmacia, dovendo reintegrare le scorte di medicinali, soprattutto antiparassitari, terminate dopo solo 2 giorni di visite. Dopo i sorrisi di gioia della proprietaria della farmacia che in un colpo solo ha venduto più confezioni di medicine che in un mese intero di attività normale, siamo andati a fare spesa alimentare in un supermercato locale. Al nostro pronto ritorno a Casa Belem, le nostre perplessità sulla possibile minor affluenza di pazienti in un giorno festivo, sono state immediatamente fugate quando abbiamo notato la solita ressa di derelitti in attesa del nostro arrivo. Dalle ore 10,30 alle ore 12,00 abbiamo visitato 64 persone, con l’intermezzo dell’infortunio di un bimbo che per una caduta accidentale durante l’attesa per la visita, sanguinava copiosamente dal cuoio capelluto; pronto intervento della nostra “speedy” infermiera Laura, con rapida e ottima risoluzione del problema. Anche la giovane Suor Gigliola ( neo Suora brasiliana che ha preso i voti solo 1 mese orsono ) è stata curata per una unghia incarnita al piede, e 2 donne sono state di nuovo medicate per estese ulcere varicose agli arti inferiori. Nel pomeriggio visita alla città vecchia e partecipazione alla processione del Corpus Domini insieme a tutta la comunità religiosa. Domani giornata di piena attività sanitaria, senza intermezzi !!! Oggi la realtà religiosa di queste popolazioni è balzata prepotentemente ai nostri occhi, vedendo la loro partecipazione molto pittoresca, ma indubbiamente sentita. Per la gioia con la quale è stato accolto, Cristo si è sicuramente fermato a Salvador!



23 Maggio 2008
La nuova giornata brasiliana si è presentata ai volontari di H.H.P.P. con un cielo limpidissimo ed un caldo vento che teneva lontane sull’orizzonte le dense nuvole autunnali. Gli 8 dell’Associazione al gran completo di buon’ora, in attesa dell’inizio dell’attività sanitaria, si sono incamminati sulla spiaggia per una salutare passeggiata; chi correva, chi camminava, chi ammirava il paesaggio, chi faceva il bagno tra le agitate onde dell’Oceano. Abbiamo reincontrato sulla spiaggia i soliti pescatori di acciughe con il loro misero bottino fra le mani, così scarso da essere impensabile di poterne fare un qualche commercio, ma utile solo forse per uno scarso personale piatto familiare quotidiano.
Precisi come orologi svizzeri, dopo colazione abbiamo iniziato le consultazioni mediche; consueto notevole afflusso di persone che nella nostra presenza vedono una possibilità, forse l’unica in un anno intero, di poter presentare a personale sanitario i loro disturbi, ricevere con attenzione un parere professionale, avere le medicine adatte per cercare di risolvere i problemi, il tutto ovviamente completamente gratuito. La completa disponibilità di tutti i componenti della missione ha fatto in modo che alle 13,10 ,orario di interruzione dell’ambulatorio per il pranzo, tutta la moltitudine che in mattinata si era assiepata al cancello di Casa Belem, fosse stata visitata.  Il pranzo è stato più veloce del solito, dal momento che appena terminato di mangiare, alcuni di noi, sotto la vigile e affettuosa scorta di Suor Valsamma, sono partiti alla volta del centro città per fare acquisti per i mercatini che l’Associazione realizzerà in Italia. Anche quest’anno abbiamo comperato una notevole quantità di ciabattine havajanas, molto apprezzate dai nostri sostenitori gli anni passati, con l’acquisto delle quali ogni persona è sicura di dare un concreto aiuto per gli scopi dell’Associazione. Durante il ritorno verso Casa Belem, ci siamo fermati in una farmacia finalmente super-fornita, dove abbiamo fatto una abbondante spesa di pomate antibiotiche, pomate antifungine, antistaminici per bambini e tante, tante scatole per le parassitosi intestinali, la patologia di gran lunga più diffusa che viene presentata alle nostre “consulte mediche”. Queste nostre attività hanno richiesto ovviamente del tempo abbastanza lungo, tanto che al nostro arrivo, erano già oltre le ore 16,30 , i locali adibiti ad ambulatorio erano stracolmi di persone in nostra attesa. Fortunatamente la Dr.ssa Loredana e il Prof. Roberto,rimasti a casa, stavano già visitando da molto tempo i bambini presenti, alleviando così l’attesa ai più deboli. Nel pomeriggio si è presentato quello che è stato fino ad adesso il caso clinico sicuramente più complesso di quelli incontrati quest’anno; un piccolo di 7 anni di età che parlava in modo non troppo corretto. Come mai tale problema in un bimbo per altro di aspetto molto vivace ? Perché ad una attenta visita il Prof Roberto lo ha riscontrato affetto da “ microglossia congenita con ipoplasia dell’ugola “ ; praticamente la sua lingua non si è completamente sviluppata in larghezza come accade normalmente, ma è rimasta come un cordone in mezzo alla bocca. Comprendete bene come tale alterazione comporti difficoltà di linguaggio, alterazione dello sviluppo del palato duro(le arcate dentarie) e di quello molle (l’ugola ), e soprattutto una grave difficoltà nella deglutizione, andando per traverso tutto quello che questo piccolo mangia. Una tale, rara malformazione congenita, sarà da noi presentata, al ritorno in Italia, negli ambienti sanitari competenti, per vedere se fosse possibile una qualche terapia medica o forse meglio chirurgica per ovviare ai gravi disturbi di questo piccolo brasiliano.
I soliti casi di tigna del capo e del corpo, scabbia più o meno estesa in corpicini di piccoli dal prurito incontenibile, una forma di infezione cronica della pianta dei piedi datata da più di 1 anno, dolori artrosici, anemia e tanta tanta debolezza in tutte queste persone che a colpo d’occhio appaiono floride, ma che ad un banale esame del sangue come l’emocromo , risultano molto anemiche e perciò affette da stanchezza persistente.
Come sempre, oltre alla distribuzione delle medicine necessarie, Gloria, Linda, Sergio e Laura hanno regalato un momento di gioia a tanti bambini donando loro un gioco fra i tanti portati dall’Italia, ricevendo per ringraziamento un sincero sorriso e molte volte un calorosissimo bacio pieno d’amore.
Non di sole medicine vivono i volontari dell’Associazione …



24 Maggio 2008
Oggi è sabato e la giornata è iniziata più tardi del consueto, dal momento che le Suore stamani erano impegnate con il catechismo in Chiesa. La stanchezza comincia a serpeggiare fra alcuni di noi, tanto è vero che stamani la passeggiata lungo il mare non ha visto protagonista il Dr George che è rimasto a poltrire nel suo “ comodo letto “  nella altrettanto “ fresca “ cameretta. Alle ore 10,30 sono iniziate le visite con il consueto frenetico ritmo fino all’ora di pranzo. Fra i casi degni di nota, Victor un ragazzo di 17 anni già operato per 3 volte al fianco dx per un linfangioma benigno recidivante ancora purtroppo con una grossa neoformazione al fianco molle e molto edematosa al tatto, e la paziente più anziana che si sia presentata alla nostra osservazione. Elvira, nata il 21.05.1911, non presentava nessuna patologia degna di nota, se non uno stato di disidratazione notevole ed una eccessiva magrezza con i suoi 38 Kg di peso. Tutti i componenti dell’associazione si sono fatti fotografare con lei, e l’ arzilla nonnina ha ricambiato tutti con un dolce sorriso. Dopo pranzo, mentre un gruppo ha continuato le consuete visite, Gloria con il Dr George si sono occupati dell’aggiornamento delle schede dei bambini adottati a distanza ; in un’unica stanza, una classe della Escola Casa Belem, 24 bimbetti con relative mamme , urlanti e schiamazzanti al massimo, hanno messo a dura prova la calma e la pazienza dei nostri due volontari. Alla fine dell’aggiornamento delle schede, consegna della “cesta basica” (il sacco di alimenti che ogni 15 giorni le Suore consegnano alle famiglie dei bambini adottati). Alla fine della giornata, sommate alle 148 viste di ieri, si sono contati 54 controlli sanitari.
Domani, domenica, abbiamo per programma, dopo la partecipazione alla Santa Messa, una visita al Mercato Modelo di Salvador e alla favela di Amaralina dove porteremo i farmaci al nostro vecchio amico Reginaldo, il giovane epilettico così ridotto dopo un colpo di pistola che gli ha danneggiato il cervello.
Con il cuore colmo di tutto l’amore che ci hanno trasmesso i bambini incontrati oggi, andiamo a letto con la gioia di aver loro regalato un momento di gioia e serenità.



25 Maggio 2008
Dopo sei giorni continuativi di lavoro, oggi domenica i volontari di H.H.P.P. si sono concessi un momento di riposo. Stamani le Suore ci hanno permesso di utilizzare il furgoncino di Casa Belem per andare ad assistere alla Messa nella Chiesa di Nostra Senora della Conceiçao de Praia ( vicino al porto ). Dopo 45 minuti di omelia ininterrotta, ovviamente in portoghese, la resistenza religiosa è nuovamente venuta meno e gli 8 avventurieri, silenziosamente sgattaiolati fuori dalla Chiesa, sono andati a cercare ricordi per i cari lasciati in Italia al Mercato Modelo di Salvador. A fine mattinata, di ritorno verso Amaralina, aperitivo rinfrescante sull’oceano al Faro di Barra. Dopo questa piccola sosta, ci attendeva il compito più impegnativo dell’intera giornata : un classico pranzo brasileiro in una classica churrascaria . In questo tipo di ristorante diecine di camerieri continuano a girare intorno al tuo tavolo offrendoti carne allo spiedo di vari tipi fino a che non mostri il cartellino “ nao, obrigado “ che ti permette finalmente di non subire più l’assalto delle pietanze. Il tutto innaffiato da bevande a base di vodka e frutta ( caipirinha e caipiroska ). Al pranzo la comitiva era rallegrata dalla presenza delle Suore di Casa Belem, dalle 3 novizie francescane e dal Padre Giurassy, Direttore della Escola Casa Belem. Dopo circa 2 ore di pranzo, satolli come non mai, siamo tornati verso casa notando le splendide spiagge di Salvador oggi, domenica, popolate più che gli altri giorni, oltre che dalle consuete speranze del calcio, anche da molti bagnanti. Da qui, dopo un breve salutare riposino, via di nuovo ad immergerci nella realtà della vita brasiliana per vivere varie esperienze veramente toccanti; subito siamo andati nell’interno della favela di Amaralina, dove abbiamo consegnato al nostro amico Reginaldo i farmaci per lui necessari ed indispensabili. Per raggiungere la sua “ casa “ ci siamo fatti strada tra una folla festante riunita per una “ favela party “ con tanto di musica dal vivo. Meno male che avevamo come apripista Suor Valsamma e come retroguardia la neo Suora Gigliola; tutto ciò è stato per noi molto rassicurante anche se abbiamo avuto l’impressione che la nostra presenza, forse per la conoscenza da vari anni dell’attività dell’Associazione, non destasse particolari attenzioni. Ma le emozioni non erano ancora finite ! A conclusione della serata, quella che doveva essere una semplice uscita al Centro Historico per gustarci una bibita digestiva, si è trasformata in un brutale impatto con la realtà dei ninos de rua; mentre eravamo seduti al tavolino, si è avvicinato un bambino di circa 9 anni di età, sporco in modo inverosimile ed altrettanto magro, che già da un po’ ci osservava facendo finta di essere senza braccia nascondendole sotto una maglia di 4 taglie sopra la sua. Visto che tale trucco non aveva stimolato la nostra sensibilità, dopo una esibizione di passi di capueira, si è avvicinato a noi chiedendo non soldi, non da mangiare, non birra o coca cola, ma del latte. Tale richiesta talmente insolita, ha così emozionato tutti noi e Linda in particolare, che abbiamo cercato di farci portare del latte dal cameriere. Ovviamente in un bar di Salvador non viene venduto del latte, ma prontamente il bambino ci ha suggerito di recarci in un negozio vicino per acquistarlo. Durante il tragitto, abbracci a Linda e tutti dritti verso il negozio: si trattava di una Farmacia. Qui il piccolo si è prontamente recato allo scaffale del latte in polvere da neonati e ha prelevato 2 confezioni. Pur con molta perplessità da parte nostra, Linda stava già alla cassa per pagare la merce, quando la stessa cassiera e il padrone della farmacia ci hanno guardato scuotendo la testa. La nostra sicurezza è venuta meno ed è stata soccorsa dall’arrivo di un poliziotto che, spiegandoci che tale acquisto serviva per un baratto con della droga, ha mandato via il bambino che da allora, da gentile che era prima, ha cominciato ad inveire contro tutti allontanandosi nella notte. Sconvolti da tale esperienza siamo tornati verso Amaralina, in attesa di riprendere domani l’attività sanitaria; siamo in attesa di visitare una nuova paziente incontrata lungo le strade della favela, misera nell’aspetto e nei “vestiti”, con due diffuse medicazioni ad una gamba talmente edematosa da apparire di volume il doppio dell’altra. E pensare che noi ci lamentiamo sempre !!!



26 Maggio 2008
Oggi è lunedì, “ segunda feira “ secondo la denominazione brasiliana, e l’intera giornata è stata utilizzata per le visite sanitarie. Mentre Loredana, Silvia e il Dr George erano intenti a controllare lo stato di salute di grandi e piccini, il Prof Roberto ha iniziato l’effettuazione dei test allergici agli alunni di Escola Casa Belem, per riscontrare la percentuale di positività ai vari allergeni, predittiva alcune volte di forme asmatiche anche molto gravi. Durante la mattinata sono state anche preparate  le valige con l’occorrente per la trasferta di domani a Candejas, dove, oltre ad aggiornare le schede delle adozioni a distanza, visiteremo tutti i bambini ed i relativi genitori. Due sono state le occasioni sanitarie rilevanti della mattina; una donna con una grave ulcera circolatoria ad un piede, profondamente infetta e di conseguenza molto dolorante all’attenta medicazione della nostra Laura. La stessa paziente è stata protagonista inconsapevole della seconda occasione sanitaria: avendo necessità di effettuare una terapia antibiotica per via intramuscolare, questa è stata l’occasione per l’iniziazione infermieristica di Linda, che ha effettuato la sua prima iniezione.   Tecnica perfetta, mano ferma, senza destare sensazioni dolorose aggiuntive alla malcapitata paziente, sotto la supervisione attenta e protettiva dell’intero staff sanitario. Non contenta di questo suo momento di completo protagonismo, la stessa Linda, purtroppo in questa occasione con la sola “protezione” della Dr.ssa Silvia, recatasi in spiaggia per un bagno ristoratore, è stata vittima di uno scippo con destrezza da parte di un piccolo delinquente locale che in un battibaleno le ha strappato di mano la macchina fotografica della stessa Dottoressa, con la quale le stava facendo una foto. Inutili le invettive e le richieste di aiuto ( dei numerosi bagnanti nessuno si è minimamente interessato alla vicenda ), e alle due volontarie di H.H.P.P. non è rimasto altro che tornare sommessamente, a mani fotograficamente vuote, a casa. Nel frattempo Laura, Sr Valsamma ed il Dr George erano andati a fare nuovamente rifornimento di medicinali in farmacia, ed al loro ritorno l’attività di visite mediche era già reiniziata. Alla fine della giornata, dopo l’accurata medicazione al dito della nostra amica Antonia, si sono contate 127 visite mediche e 42 test allergici. Proprio non male come inizio di settimana !     



27 Maggio 2008
Ore 7,00 sveglia di buon’ora per la programmata partenza direzione Candeias. Tutti presenti, come sempre, solo il Prof  Roberto è rimasto a Casa Belem per continuare ad effettuare i test allergici, che secondo il suo autorevole giudizio stanno risultando molto interessanti. Caricate sul furgoncino delle Suore 3 valigie ricolme di medicine, vestiti e giochi i più vari, ci siamo immersi nel caotico traffico di Salvador. File interminabili di auto ci hanno accompagnati per tutto il tragitto urbano, e solo in prossimità della periferia, il Dr George ha potuto dare sfogo alla sua vena di autista più o meno spericolato ( con Suor Valsamma che ci accompagnava che costantemente lo invitava ad attenersi alle limitazioni di velocità ). Durante il percorso è balzato prepotentemente ai nostri occhi il paesaggio interminabile delle varie favelas di Salvador, casupole accatastate le une alle altre senza soluzione di continuità. Giunti a Candeias dopo circa 1 ora di viaggio, saluti e abbracci con tutte le Suore locali, e via subito per il nostro compito. Abbiamo preparato tutte le cose portate con noi, e mentre Gloria e Il Dr George si occupavano dell’aggiornamento delle schede dei bambini adottati a  distanza, le Dottoresse Loredana e Silvia si occupavano delle visite mediche, Laura della distribuzione dei medicali, Linda della distribuzione dei regali e Sergio responsabile della registrazione dei dati sanitari. Tutto questo tranquillo e affascinante lavoro, è stato interrotto dall’arrivo di una paziente di 38 anni di età, che aveva in precedenza accompagnato il bimbo adottato a distanza da H.H.P.P., che presentava una diffusa e profonda oltre che purulenta lesione ulcerativa alla gamba destra. La medicazione ha impegnato Laura per circa mezz’ora e la paziente per lo stesso periodo ha espresso tutto il suo dolore con lamenti così strazianti da sconvolgere tutti i presenti. Intervallo per il pranzo e dopo  visita alla caratteristica favela di Boca de Logo, un agglomerato di circa 30 case-baracche poste al termine di un dirupo sui lati di una strada quasi impercorribile. Qui abbiamo visitato alcune di queste poverissime abitazioni e, con nostra estrema sorpresa, siamo stati omaggiati di un sacchetto colmo di banane, per loro sicura unica fonte di alimentazione per qualche giorno. Dopo il deciso rifiuto di accettare la benché minima somma di denaro per questo dono prontamente offerta da Sergio, col cuore colmo di gioia nel vedere che anche se in un ambiente così povero e degradato la generosità non è un optional, siamo tornati alla sede delle visite mediche. Terminato alle 17,00 circa il nostro lavoro, abbiamo ripreso il cammino verso Salvador. L’immagine notturna della favelas ha reso ai componenti della missione nella realtà quello che il dr George aveva loro raccontato: un immenso presepe con sicuramente migliaia di santi personaggi nell’ombra della notte. Ripensando alla generosità che questi poveri hanno manifestato nei nostri confronti, ci sentiamo ancora più convinti e motivati in quello che stiamo umanitariamente facendo targato H.H.P.P.



28 Maggio 2008
La nostra supposizione che oggi, ultimo giorno di lavoro, potesse essere una giornata meno impegnativa delle altre, è stata prontamente infranta dalla consueta moltitudine di persone che già di buon’ora sostava davanti al cancello della scuola. L’ambulatorio ha quindi aperto i battenti appena possibile, protraendosi ininterrottamente fino alla 13,30. Compito più arduo del solito per i sanitari, visto l’assottigliarsi delle scorte di medicinali e la contemporanea richiesta sempre maggiore di presidi sanitari, e per i volontari alle prese non solo con i malati, ma soprattutto con i loro parenti, di tutte le età, intenzionati ad accaparrarsi il numero maggiore possibile di “ brinquedi “ (regali). Oggi fra gli altri la Dott.ssa Loredana ha visitato il paziente più giovane, un bimbo di 22 giorni di età, e il Dr George ha inviato al reparto oncologia dell’ospedale pubblico una anziana signora con una grossa lesione ulcerativa sospetta neoplastica dell’orecchio destro. Dopo 10 giorni di attività, la nostra capacità di comunicare con le persone è notevolmente migliorata, tanto che siamo riusciti a cavarcela talvolta senza l’aiuto delle Suore, che hanno così potuto seguire il Professore nella sua attività di ricerca. Al termine della giornata contiamo 135 visite, e guardandoci intorno, notiamo gli scaffali della farmacia da campo e le valigie dei regali portati dall’Italia quasi vuoti, sul pavimento i resti dei palloncini scoppiati e nell’aria le risate allegre dei bambini. Al termine di questi giorni di missione in terra brasiliana, il bilancio totale sanitario ammonta a 913 visite effettuate e 240 test allergologici praticati a bambini ed adulti. Ci accingiamo a partire per l’Italia molto stanchi ma anche molto soddisfatti; a giudicare dai primi abbracci “bahiani” di saluto dei pazienti odierni il nostro lavoro è stato apprezzato, e tutti con sorriso sulle labbra ci hanno invitati a tornare anche l’anno prossimo. Domani ore 07,00 il Parroco della Chiesa di San Josè di Amaralina dirà una Messa per salutare la nostra opera di questi giorni e ringraziarci per il lavoro svolto. Alle ore 10,00 saluto corale da parte dei bambini della scuola di Casa Belem, e poi …. via ai preparativi per la partenza.     



29 Maggio 2008
Le turbine dei reattori del Jumbo della Tap Air Portugal stavano già facendo un rumore assordante sulla pista dell’aeroporto di Salvador de Bahia quando nel cuore degli 8 volontari della missione umanitaria di H.H.P.P. in Brasile presenti a bordo, i ricordi delle ultime ore  vissute nella terra carioca stimolavano un uragano di emozioni. Alla mattina, dopo la preparazione della valigie per il ritorno in Italia, c’è stato il festante e supercommovente saluto di tutti i bambini di Escola Casa Belem i quali con canti, balli ed i più vari recitativi hanno scritto nel nostro cuore tutto l’amore che sapevano dimostrare per la nostra presenza fra loro. Al termine delle varie esibizioni tutti i bambini, uno per uno, hanno salutato tutti noi 8 volontari, uno per uno, con abbracci bahiani, baci e tanti tanti sorrisi, a noi apparsi supersinceri, per chi per almeno qualche giorno ha regalato loro un momento di gioia e di serenità ( oltre che qualche amara medicina !). Pranzo di commiato con le Suore, i funzionari della Scuola, le ragazze della casa di formazione, foto di gruppo, lacrime per tutti e … via verso la strada che ci riporterà in Italia dai nostri cari. Il viaggio è stato pieno di imprevisti ma, come Dio ha voluto, dopo circa 18 ore di viaggio e 30 ore circa da quando ci eravamo svegliati a Salvador, siamo arrivati in Italia. Subito alla partenza, invece di andare direttamente a Lisbona da Salvador, abbiamo fatto una tappa intermedia a Recife, dove siamo anche stati costretti a sbarcare per permettere di fare il pieno all’aeromobile. Alla successiva tappa intermedia di Lisbona, saluto con la Dr.ssa Silvia che partiva con la coincidenza per Milano, col Prof Roberto che faceva altrettanto ma per Roma, e noi 6 missionari rimasti che abbiamo avuto l’amara sorpresa di sentirci dire che il volo diretto per Bologna era stato CANCELLATO. Momento di sincero panico, soprattutto per il Dr George che si ricordava un analogo episodio in India che aveva fatto ritardare il ritorno a casa di ben 2 giorni e mezzo, ma poi, avendoci spiegato la funzionaria aeroportuale di Lisbona che il problema riguardava uno sciopero, nella nostra bella e amata patria, dei controllori di volo di Bologna, siamo partiti con un altro aereo sempre destinazione Bologna ma via ZAGABRIA !  Perplessità di tutti noi per quello che sarebbe potuto succedere alle ben 10 valigie imbarcate al nostro seguito, ma, visto che di meglio era impossibile fare, dopo varie ore di attesa, partenza per Zagabria. Qui sosta di circa 1 ora, questa volta fortunatamente senza dover scendere dall’aereo, e partenza per Bologna. Qui all’arrivo, complice sicuramente la stanchezza per tante ore di viaggio accumulate, il Dr George ha rischiato di essere prima linciato dagli altri passeggeri e poi arrestato dalla polizia dell’aeroporto, perché per errore aveva preso dai bagagli amano nell’aereo il computer di un passeggero forse americano, essendo identiche le due valigette. Il malcapitato cercava la sua valigetta, l’addetta dell’aeroporto aveva fermato l’autobus che doveva portaci alla scalo arrivi per chiarire la faccenda, i passeggeri rumoreggiavano per il ritardo, e, quando è venuta fuori la verità, il Dr George non ha potuto fare altro che, chiarendo col proprietario del computer l’uguaglianza delle due valigette, chiedere scusa a tutti per l’involontario incidente ed cercare di avviarsi insieme a tutti verso lo sbarco. Cercare di partire, perché il responsabile portoghese dell’aereo ha voluto prima di dare il via per la sbarco a Bologna, controllare minuziosamente il passaporto del malcapitato responsabile dell’accaduto. Conclusosi finalmente l’inconveniente, via al ritiro bagagli. Tutto poteva andare liscio ? Certo che no, visto che una delle dieci valigie per sbaglio era stata scesa a Zagabria e lì era rimasta. Perdita ancora di circa 40 minuti per la denuncia e tutte le pratiche del caso per la successiva riconsegna a casa  e poi finalmente verso l’uscita dell’aeroporto Gugliemo Marconi. Qui era ad aspettarci, ormai da circa 2 ore, l’amico Maurizio Vannelli, che con un minubus da nove posti, ha caricato noi 6 viaggiatori più tutti i nostri bagagli. E tutto poteva andare liscio ? No, perché sull’autostrada del sole, fino a Firenze, abbiano trovato un traffico incredibile (siamo stati fermi anche per 35 minuti in fila sull’autostrada) e, finalmente , dopo circa 3 ore di viaggio, siamo arrivati sani e salvi, con la sola mancanza di 1 valigia, a Montecatini, dove il nostro arrivo è stato salutato dai baci e gli abbracci dei nostri cari.
Vero è che il ritorno non è stato dei più semplici, ma per i nostri cuori così stracolmi di ottimi sentimenti dopo questa entusiasmante esperienza tutto è apparso comunque non eccessivamente negativo. Giunti a questo momento della missione, ecco qui di seguito, messe nero su bianco, alcune considerazioni che i protagonisti più sensibili hanno sentito la necessità di scrivere.

GLORIA: L’esperienza di questa missione è stata una delle più emozionanti della mia vita. Sono stati sicuramente i 12 giorni in cui mi sono sentita più utile e soddisfatta; sono stati impegnativi, ma la fatica,sinceramente, inizio a sentirla solo adesso. Proprio perché in Missione ti rendi conto che cosa può voler dire star male, e anche dire un semplice “sono stanco”, proprio è inadeguato. Appena arrivi ti senti spaesato: il paesaggio nuovo e così diverso dal nostro a tratti può affascinare e ………: colori e odori diversi, persone diverse, realtà diverse. Una grande città, Salvador, piena di contraddizioni: paesaggi da cartolina, grattacieli con teleschermi digitali e spiagge bellissime, se ci si sofferma ad una visione superficiale, ma dietro l’angolo, ignorate dai ricchi, non si possono non scorgere che baracche, le favelas. E queste contraddizioni si riflettono nella maggior parte dei brasiliani che abbiamo incontrato. Pochi sono quelli sinceramente contenti del nostro aiuto o che hanno apprezzato davvero il nostro impegno: le Suore, qualche adulto molto bisognoso e naturalmente … i bambini ! Per gli altri, sembrava tutto dovuto, ed è questa la cosa che mi è dispiaciuta di più. E questo atteggiamento ho provato a giustificarlo in 2 modi:          1) alcuni, in realtà non troppo malati, indigenti, venivano solo per cercare di fare scorta di medicine e regali, approfittando degli “sciocchi europei”; 2) gli altri, la maggioranza, davvero bisognosi, ma maldisposti ad accettare quella che considerano la “carità” altrui. E questo proprio a causa delle differenze sociali esistenti, con i ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri, e nella sfiducia che per questo nutrono nell’aiuto del prossimo, consapevoli che tanto dopo 12 giorni la loro vita resterà quella di sempre. Ed è questa la sensazione che più mi ha impensierito in questi giorni: mi sembrava di levare acqua con un catino, anziché costruire una diga. A parte questo però questi giorni mi hanno arricchito e riempito il cuore. Grazie anche alle nostre Suorine così dolci e disponibili, e alla compagnia dei volontari, tutte persone che mi hanno insegnato qualcosa. Questa esperienza la porterò nel cuore  fino . . . alla prossima !

LAURA & SERGIO: Alla nostra seconda esperienza di missione umanitaria, la prima 2 anni fa in India a Thullur, eravamo pronti a trovarci di fronte a tanta povertà. Invece Salvador si è presentata come una moneta con due facce diverse: la 1° con tanta gente benestante, ben vestita, pulita, che baita in case eleganti, la 2° di gente mal vestita, che vive in case che spesso non sono che baracche e questo a poche decine di metri le une dalle altre. Famiglie poverissime, mamme fanciulle abbandonate dal loro uomo, con tanti bambini bellissimi di tutti i colori, neri, mulatti, bianchi, che fanno una immensa tenerezza; se gli offri un giocattolo, una caramella, sempre ti dicono “ obrigato ”. Questo  continuo grazie ti da una carica incredibile che ti sprona a continuare.         Ed è ciò che noi faremo !

LINDA: Grazie a George per avermi permesso di partecipare alla missione (perfetto capo); grazie allo staff, compagni professionali, simpatici. Grazie alle Suore che in poco tempo mi hanno capito,domato,amato. In questo momento della mia vita avevo bisogno di donare per avere solo affetto. Ho imparato molto, cercando di fare ciò che so. Ho ricevuto il massimo. Bambini meravigliosi, che parlano con gli occhi, i baci e gli abbracci stretti stretti. Difficile non vedere e dimenticare la gente che soffre e vive con niente. Ciò deve aiutare nella vista futura. Spero di aver lasciato un po’ di amore nei loro cuori come loro hanno fatto con me. Ringrazio nostro Signore, molto generoso con me, per avermi dato la possibilità di conoscervi ed amarvi. Vorrei adottare a distanza Lucas. Spero sia possibile così avrò l’occasione per tornare a Candeias.

LOREDANA: Oggi si parte ed io mi affaccio alla finestra della nostra stanza a guardare per l’ultima volta il paesaggio: voglio incamerare il ricordo. C’è l’albero davanti a Casa Belem che sta per fiorire di rosso, ci sono i grattaceli lontanissimi da questo quartiere e le casupole variopinte, sporche, fatiscenti della favela di Amaralina, dove abbiamo vissuto per quasi 2 settimane ospitate dalle Suore Francescane.                     Improvvisamente le immagini si rincorrono l’una dietro l’altra e rivedo Pedro, bambino di circa 8 anni che vive a Boca de Logo s di uno sfondo di palme, alberi di banane, alberi di mango. Pedro vive con la sua famiglia, il suo cucciolo di poche settimane, la sua sorellina Anna insieme a tutta la sua famiglia in una capanna di una sola stanza, ma sembra felice. Pedro è uno dei bambini adottai a distanza dall’associazione. E subito dopo la mente va ad altro bambino, il nino de rua; più a meno la stessa età, che vive di espedienti al Pelorinho e tenta di truffare i turisti. Ci ha chiesto soldi per comprare il il latte per sé e quando stavamo per farlo, ci siamo resi conto che era un personaggio noto al Pelorinho. Il farmacista, il poliziotto, ci hanno messo in guardia: non comprategli nulla, non vuole il latte. Vuole solo barattarlo con della droga. Ecco allora, forse anche solo per questo, la missione ha uno scopo: se si riesce a salvare anche un solo bambino, il nostro viaggio ha avuto uno scopo. Se uno solo di questi bambini riesce a sentire che non è abbandonato, l’Associazione ha il suo senso.

SILVIA: Missione finita. Stiamo tornando a casa e tiriamo le somme di questa esperienza che ci ha portati in una realtà così lontana dalla nostra. Abbiamo conosciuto tanta gente; chi dà il dono di sé per gli altri e chi questo dono se lo prende senza ringraziare. E’ in mezzo ad un universo così variegato nel quale ci siamo trovati senza aver chiaro il percorso da seguire con così tante difficoltà. In un paese che sta cambiando bisogna sperare che i miglioramenti proseguano soprattutto per tutti quei bambini che ci hanno rallegrati in questi giorni; ma come abbiamo sentito, ci vuole coraggio per questa speranza. Chissà che anche noi in qualche modo possiamo aver contribuito sia al coraggio che alla speranza!

DR GEORGE: Anche questa volta, dopo l’ennesima missione sanitaria che mi ha visto partecipante attivo, non posso che tornare a casa con un turbinio di sentimenti nel mio cuore. Il primo è sicuramente quello stampato nei volti delle persone che ho rincontrato e che, con il loro sorriso e i loro abbracci, mi hanno manifestato la gioia e la gratitudine di rivedere ancora una volta noi di H.H.P.P. tornati fra loro per aiutarli. Gli occhioni dei bambini durante le visite e nelle loro misere case nelle favelas mi hanno stimolato ancora di più, sempre ce ne fosse necessità, nella mia volontà di andare sempre avanti con la realizzazione del Sogno Umanitario dalla Valdinievole nel Mondo. E la cosa sempre più fantastica che tutte le volte mi prende completamente è rendermi conto di come il sogno si stia avverando ogni volta che l’Associazione realizza una sua missione: sarebbe sufficiente l’aver toccato con mano il risultato positivo delle medicazioni di quelle gravi ulcere cutanee che si sono presentate alla nostra osservazione fra tutte le numerose visite effettuate, l’aver letto negli sguardi degli interessati la felicità per stare finalmente un po’ meglio da quel malanno che li affliggeva da molto tempo, per superare tutti gli ostacoli che sempre si frappongono fra il dire e il fare, fra l’organizzare ed il realizzare, fra la condivisione necessaria per effettuare queste attività e le difficoltà di amalgamare personalità molto diverse fra loro. Che dire poi della gioia di aver trovato tutti i nostri bambini adottati a distanza in condizioni sicuramente migliori di come li avevamo lasciati lo scorso anno; avere rivisto il piccolo Andrei che, anche grazie all’aiuto dell’adozione a distanza e le cure che le Suore gli somministrano regolarmente, non ha più sofferto di quelle gravissime forme di asma bronchiale che ci avevano fatto preoccupare molto per la sua salute solo 2 anni orsono.  Tutti i volontari della missione hanno dato tutto se stessi perché tutto questo si realizzasse nel modo più completo, e per questo li voglio pubblicamente ringraziare dal più profondo del mio cuore. Vedere nei lori occhi l’espressione della compartecipazione alle sofferenze di queste persone e gioire per il risultato di quelle piccole opere che abbiamo fatto per loro, non può che stimolare ancora una volta la mia voglia di dir loro un grazie immenso, anzi un OBRIGATO grande come l’Oceano di Salvador ! Grazie a tutti volontari che in Italia hanno lavorato duramente per l’organizzazione e la realizzazione della missione, a tutti coloro che in qualche modo ci sono stati vicini e hanno permesso che anche questa volta H.H.P.P. potesse aiutare tanti derelitti. Grazie alla mia cara Beatrice, senza l’entusiasmo della quale sicuramente non potrei fare tutto quello che riesco a mettere in campo di attività umanitaria. Ma grazie soprattutto a tutti coloro che in terra Brasiliana si sono messi a nostra disposizione quotidianamente affinché potessimo svolgere al meglio il nostro compito: prime fra tutte le nostre Suore Francescane che costantemente ci hanno supportato in ogni senso e poi a tutti i brasiliani di buona volontà i quali, sicuramente apprezzando la nostra buona volontà, ci hanno aiutato a superare quei momenti di difficoltà tecnica ed organizzativa che purtroppo si presentano ogni giorno. Come sempre torno a casa più ricco di umanità di quando sono partito, e questa ricchezza che si accumula ogni volta che partecipo ad una missione umanitaria, sarà sempre messa a disposizione di tutte quelle persone povere e bisognose che attraverso H.H.P.P., con l’aiuto di tutti gli insostituibili volontari , sicuramente negli anni a venire riusciremo ad aiutare.
IL SOGNO UMANITARIO ASPETTA TUTTI NOI PER DIVENTARE REALTA’!