Obiettivi:
1° PARTE - ANDHRA PRADESH
Attività sanitaria: visite mediche ad adulti e bambini (e somministrazione medicinali) con base all'ospedale Mary Matha di Thullur e camp giornalieri nei villaggi limitrofi.
Verifica ed aggiornamento delle adozioni a distanza.
Distribuzione di beni di prima necessità.
Verifica andamento del progetto "Gestione Struttura sanitaria Mary Matha"
2° PARTE - KERALA
Attività sanitaria: visite mediche ai bambini dei 7 orfanotrofi nel distretto di Kottayam che l'associazione sostiene attraverso il progetto di adozione a distanza
Verifica ed aggiornamento delle adozioni a distanza.
Distribuzione di beni di prima necessità.
Partecipanti:
Medici: Boccara Rosa Aryele e Martini Giorgio - Medici generici, Ravalli Gabriella - pediatra, Cappelletti Roberto - cardiologo
Volontari: Bartoli Federico, Ricci Roberto, Sarti Elisabetta, Telukha Yuliya, Zampieri Massimiliano, Zei Antonio
Periodo:
dal 7 al 23 ottobre
7 - 8 Ottobre 2010
Inizia oggi la nuova missione sanitaria di H.H.P.P. in India. Questa che è la 14° nella terra di Ghandi da quando è stata fondata l’Associazione Umanitaria della Valdinievole , vedrà durante il proprio svolgimento l’attività strettamente sanitaria nella cittadina di Thullur nello Stato di Andhra Pradesh e nella seconda parte l’aggiornamento delle schede dei bambini adottati a distanza nello Stato del Kerala presso la cittadina di Kanjirapally dove è situato l’Orfanotrofio Assisi Baby Sadan. Alla partenza da Montecatini , dove la disponibilità della Sedoni Noleggi e la vicinanza umanitaria degli amici Maurizio e Simonetta Vannelli ha permesso come sempre un ottimo viaggio di avvicinamento all’aeroporto Leonardo da Vinci, erano presenti Elisabetta e il Dr George ; lungo l’autostrada sosta ad Arezzo per imbarcare la nostra cara Dr.ssa Gabriella ed arrivo in perfetto orario a Fiumicino, dove era già ad aspettarci la nostra affezionata Dr.ssa Aryele. Positivo controllo dei bagagli, come sempre stracolmi di tutto quanto ci potrà essere utile in questi giorni di attività indiana, ed in perfetto orario, mentre a Milano erano in partenza quasi contemporaneamente da Malpensa gli altri due componenti del gruppo, il volontario Massimiliano e il Dr Roberto, via in volo verso il nostro conosciuto oriente. Voli perfetti con arrivo addirittura in anticipo a Dubai ; riunione dei due gruppi di volontari in quella meraviglia di sfarzo assurdo dell’aeroporto degli Emirati, e dopo un’attesa di circa 5 ore, via tutti insieme con destinazione Hyderabad. All’ arrivo nella capitale dell’Andhra Pradesh, incontro pieno d’affetto con la nostra Sr Jain la quale, dopo averci investito delle classiche collane di benvenuto indiane, è immediatamente ripartita verso Thullur con le nostre 12 supervaligie per un complessivo viaggio di andata e ritorno di 14 ore, mentre noi siamo rimasti all’aeroporto in attesa del volo interno direzione Vijayawada. Dopo il super boing degli Emirates ci aspetta il piccolo ATR della Compagnia Kingfisher che ci porterà al piccolo aeroporto vicino alla sede della nostra attività di missione.
Anche in questa occasione non ci possiamo assolutamente lamentare né per la puntualità né per la qualità del servizio offerto da questa piccola locale compagnia aerea che ci ha fatti arrivare in modo molto confortevole a Vijayawada dove abbiamo trovato le nostre Suore ad aspettarci. Ancora circa 2 ore di viaggio sul “ comodissimo “ Scuolabus della Mary Matha English Medium School ,ed eccoci arrivati alla mèta della nostra missione , la cittadina di Thullur. Amorosi e struggenti convenevoli fra le Suore e tutti noi sia vecchi che nuovi volontari di H.H.P.P. , doccia rivitalizzante, cena a base di ciapati, risotto di verdure e bananine dolcissime ed, in previsione della giornata di domani che dedicheremo a visite mediche in un villaggio, tutti a riposare per un necessario sonno ristoratore.
Il calore, e non solo quello delle Suore ma anche quello atmosferico, che ci ha avvolti completamente fin dalla discesa al suolo dall’aeroplano, ci tiene stretti stretti accompagnandoci nelle nostre camerette.
...e una nuova avventura umanitaria di H.H.P.P. inizia!
9 Ottobre 2010
Di prima mattina, dopo la colazione, ci siamo recati al villaggio di Velagapuri dove ci aspettava il parroco locale , un francescano di nome Francesco, che aveva allestito per il nostro ambulatorio di fortuna una tettoia attigua ad una Chiesetta già utilizzata da H.H.P.P. nel 2006, ma ultimamente crollata e semidistrutta. Accoglienza con le tradizionali ghirlande di fiori per ciascuno dei componenti il team sanitario, e via immediatamente con le visite mediche, mentre per i futuri pazienti erano stati predisposti in terra sulla sabbia fradicia dei grandi teli di plastica per rendere più comoda la loro attesa. Fra un muggito e l’altro di bufali custoditi in un recinto confinante con i nostri locali, tra i casi meritevoli di segnalazione, oltre ai consueti dolori, tosse, stanchezza e raffreddore, la Dr.ssa Aryele ha riscontrato una pleurite sospetta tubercolare, un probabile gozzo tiroideo e un diabete con un valore di glicemia di 583 in una giovane di 22 anni mamma da 2 mesi del suo secondo bambino; quest’ultima è stata invitata al dispensario di Thullur per le cure adeguate. La Dr.ssa Gabriella ricorda in particolare una bambina di 10 anni di età con una febbre di 39° C , difficoltà respiratoria notevole per una sospetta broncopolmonite. Immediatamente somministrato antibiotico per via intramuscolare con la raccomandazione di venire domani a controllo a Thullur anche per le sue condizioni generali defedate che richiederanno esami urgenti del sangue. Il Dr Roberto ha evidenziato un caso di una paziente con una crisi ipertensiva grave, ed il Dr George un giovane di circa 30 anni con febbre elevata ed alla visita un reperto ascoltatorio molto sospetto per tbc polmonare. Come nel caso della Dr.ssa Aryele immediata richiesta di esami del sangue e radiografia del torace , che ovviamente saranno a carico finanziario dell’Associazione. Alla fine dell’attività sanitaria abbiamo contato 218 visite.
Nel tardo pomeriggio ci siamo tuffati nella colorata e rumorosa città di Vijayawada che con il suo inimmaginabile inquinamento atmosferico insieme allo sfrecciare dei variopinti cycle-risckiò, allo scampanellio assordante dei clacson e al profumo intenso delle spezie ci ha definitivamente immersi nella realtà indiana.
Per concludere il nostro “sabato del villaggio” ci siamo concessi, in piedi in mezzo ad una strada polverosa, un improvvisato happy-hour a base di Sprite “fresca” e di sfiziosi egg-paps. Un gusto veramente unico e inimitabile che vi sveleremo solo se ci seguirete nella lettura dei nostri prossimi diari.
Alle 23,30 si è presentato qui al Dispensario per una visita un anziano con febbre elevata al quale è stata fatta diagnosi di malaria e somministrata immediata terapia.
Abbiamo così degnamente concluso la nostra prima giornata di lavoro con ... la "febbre del sabato sera".
10 Ottobre 2010
Domenica … giorno di festa !
Dopo colazione ci siamo infatti diretti verso la Chiesa Parrocchiale di Thullur che già dalle ore 8,45 accoglieva noi insieme ai più solerti fedeli partecipanti alla celebrazione della Santa Messa . Ce la siamo cavata uscendo alle ore 11,00 ripagati dalla calorosa vicinanza degli ormai conosciuti abitanti del paese e soprattutto dai sorrisi e dal saluto affettuoso della nostra Koteswaramma, elegante nel suo sahri e finalmente serena ed in buona salute. La ragazza, incontrata lo scorso anno e da noi curata con una doppia trasfusione di sangue per una grave forma di anemia a seguito di anoressia, oggi afferma di essere fortunata di poter vivere questa sua seconda vita grazie all’intervento di H.H.P.P. Grazie al sostegno economico di due famiglie italiane, ha iniziato a lavorare al Dispensario dove ha potuto superare i proppri problemi fisici e psichici.
Al rientro al Mary Matha, ci attendeva un uomo di 35 anni morso ad un piede da un cobra reale mentre lavorava nei campi; affascinante come sempre, sia per il neofita Roberto che per tutti noi, il “ rimedio Sr Jain “ delle piccole pietre poste sulla ferita per l’assorbimento del veleno oltre naturalmente alle adeguate cure mediche.
Nel primissimo pomeriggio, ed esattamente alle ore 13,30, con il sole ancora “troppo“ splendente, ci siamo diretti al villaggio di Thallayapalam, noto alla nostra Associazione per gli aiuti forniti nell’ottobre 2009 alle famiglie residenti dopo l’alluvione che le aveva private delle poche suppellettili casalinghe.
Gli ambulatori sono stati allestiti in una piccola stanza anche oggi vicinissima alla stalla (vi sarete resi conto che quest’anno mentre qualcuno stava con gli ippopotami, i volontari di H.H.P.P. stanno con i bufali !), senza corrente elettrica e con aperture inadeguate per un accettabile ricircolo di aria.
Nonostante le obbiettive difficoltà, nulla ha potuto scalfire il nostro entusiasmo e ci siamo messi subito al lavoro. Delle 134 visite evidenziamo una sospetta stenosi valvolare cardiaca aortica in un giovane uomo venuto per dolori cervicali, una anemia grave ed epatite da pregressa febbre Dengue in un giovane appena dimesso dall’ospedale e presentatosi per una importante stanchezza, una sospetta grave patologia cerebrale evidenziata da un nistagmo spontaneo bilaterale ( movimenti piccoli, rapidi e involontari degli occhi ) in un uomo di 40 anni giunto alla nostra osservazione per problemi digestivi. Tutti questi casi sono stati inviati al Dispensario di Thullur ed in altre strutture adeguate per i vari approfondimenti. All’imbrunire, mentre la luce diminuiva ed i pazienti aumentavano, si è presentato un bimbo di 4 anni con una bilaterale malformazione alle ultime falangi delle mani che ha suscitato molta tenerezza in tutti noi. All’interno il buio impediva il proseguimento dell’attività sanitaria, per cui i Medici hanno deciso di terminare le visite all’esterno, in compagnia di insetti, mucche e … aria di campagna !
Al nostro rientro abbiamo constatato con soddisfazione che il paziente morsicato dal serpente cobra era tornato a casa senza gravi conseguenze e, dopo cena, abbiamo visitato una bambina di pochi mesi di vita con febbre alta, tosse e faringite. Nonostante l’ora tarda e la chiusura del Dispensario, gli abitanti di Thullur hanno ormai la certezza di trovare qui assistenza pronta e qualificata in ogni momento della giornata ad opera dei Volontari di H.H.P.P. quando presenti o della infaticabile Dr Sr Jain.
11 Ottobre 2010
Viva la NUTELLA !!!
Questa affermazione potrebbe sembrare molto fuori luogo e superficiale per dei volontari come noi impegnati nel duro lavoro quotidiano, ma, credeteci, la mattina a colazione chapati e nutella ci danno l’energia fisica e mentale necessaria per affrontare la giornata.
Oggi la destinazione è stata un villaggio non troppo lontano da Thullur , ed esattamente Rayapudi dove le visite sono state effettuate all’interno di una chiesetta; ambiente molto luminoso, ampio, ventilato e già ben predisposto al nostro arrivo per le 5 postazioni necessarie.
L’attività ambulatoriale è iniziata in perfetto orario, ed un paziente dopo l’altro abbiamo effettuato 160 visite. Ad attirare la nostra attenzione oggi non sono stati tanto i casi particolarmente gravi, quanto il constatare una crescente prevalenza di forme virali diffuse al momento in questa zona. Numerosi infatti i bambini e gli adulti che si sono presentati con febbre elevata e senza segni e sintomi particolari; ad ognuno di loro abbiamo comunque somministrato terapia sintomatica con invito a ripresentarsi alla persistenza della forma febbrile, impossibilitati all’inizio ad effettuare diagnosi differenziale fra banale influenza, malaria e febbre dengue.
Durante l’attività sanitaria, come nei giorni scorsi, ai bambini incontrati sono stati distribuiti giochi, caramelle, indumenti, gadgets dell’Associazione e chi più ne ha più ne metta ! Con l’occasione ringraziamo di cuore tutti coloro che durante l’anno si prodigano nel raccogliere e donare generosamente ogni genere di materiale che rende felici questi bambini: se una “scultura di palloncini” crea un momento di gioia transitorio, maglietta e pantaloni in buone condizioni sono un aiuto concreto e duraturo.
Durante una breve pausa di riposo, passeggiando per Thullur abbiamo ritrovato l’affezionato giornalista amico di H.H.P.P. che ci ha ospitato a casa sua intervistandoci e fotografandoci per la pubblicazione di un nuovo articolo.
Terminati i pazienti del villaggio, nel pomeriggio abbiamo effettuato delle visite al dispensario di Thullur; la serata si è conclusa con l’arrivo del piccolo nato 24 giorni orsono nel corso della precedente missione sanitaria con l’aiuto delle Pediatre H.H.P.P. Giulia e Sara. Il bambino è stato accompagnato dalla famiglia per febbre elevata, è stato subito visitato dalla nostra Specialista Dr.ssa Gabriella la quale, pur rilevando la mancanza di segni obiettivi e la buona reattività dell’infante, non potendo qui effettuare alcun esame diagnostico, ha creduto opportuno somministrare una terapia antibiotica a largo spettro ed antipiretici. Ai familiari è stato caldamente raccomandato di ripresentarsi l’indomani mattina per un ulteriore scrupoloso controllo del neonato.
E’ molto gratificante constatare che gli sforzi concreti dell’Associazione nel garantire la continuità assistenziale danno i loro frutti anche nel caso di questo bambino seguito fin da prima della nascita dal Mary Matha Dispensary.
12 Ottobre 2010
Quale migliore musica caratteristica indiana poteva accoglierci nella afosa mattinata al villaggio di Dhondapadu, sede della nostra giornaliera missione sanitaria ? Non le solite melodie orientaleggianti ma niente di meno che il familiare ed appropriatissimo per la stagionalità White Christmas !
Anche oggi la visite mediche si sono svolte all’interno di una ridente chiesetta, ideale per la nostra attività che si è svolta, come sempre, in completa armonia tanto da non renderci pesante l’assistenza alle 201 persone che si sono presentate fino alle ore 14,30 . Fra i casi meritevoli di commento, una ragazza di 20 anni con gravi postumi invalidanti di poliomielite infantile tanto da essere obbligata a camminare sui quattro arti; un’ anziana signora di 90 anni con una grossa tumefazione al lato sinistro del collo insorta da circa 2 mesi sospetta per adenopatia tubercolare o malattia proliferativa linfatica; un uomo di 50 anni con varie cicatrici cheloidee (tessuto cicatriziale esuberante) sul torace e agli arti inferiori causate, secondo la sua versione, da prurito seguito da grattamento intenso; continuano a presentarsi alla nostra attenzione persone affette da febbre elevata e dolori articolari violenti, sia nei grandi che nei piccini, associati quasi sicuramente ad una forma virale.
La mattinata è stata costantemente allietata dal via vai festoso dei bambini del villaggio che si presentavano non soltanto di volta in volta per la propria visita, ma anche per quella dei fratellini o dei vicini più piccoli, sostituendosi ai genitori impegnati nel lavoro dei campi. Ecco quindi che prima del nostro rientro al Dispensario, si sono guadagnati tutti una bella festa di palloncini.
Nel pomeriggio alcune visite al dispensario con pazienti veramente impegnati dalla solita forma virale ai quali abbiamo dovuto somministrare farmaci per via endovenosa e per fleboclisi, preferendo tutti le terapie effettuate al Dispensario rispetto al ricovero in Ospedale, dimostrando fiducia completa nella struttura ed in primo luogo nella dedizione della Dr.ssa Sr Jain. Le terapie effettuate hanno dato esito, sia nei grandi che nei piccini, molto positivo e di ciò siamo molto soddisfatti !
Veloce gita alla cittadina di Amaravati dove abbiamo ammirato il grande tempio hindu e l’immenso Buddha ancora in costruzione ma in via avanzata di completamento. Questa visita ci ha offerto l’occasione di osservare uno squarcio della religiosità rituale degli induisti sia all’interno del tempio che mentre facevano le abluzioni lungo l’inquinatissimo fiume sacro.
Chiudiamo il diario di oggi con una frase che ci ha colpito scritta sulla lavagna all’interno della chiesetta delle visite :
“UNA PAROLA PUO’ CURARE O FERIRE, QUINDI SCEGLI LE TUE PAROLE”.
13 Ottobre 2010
Oggi la mattinata è iniziata con il riscontro positivo dei due gravi pazienti di ieri sera che avevano passato la notte tranquillamente e senza febbre ed erano venuti da noi per informarci sulle loro condizioni e proseguire la terapia.
Con piacere abbiamo letto sulla cronaca locale il servizio che parla della nostra attività con relative fotografie di tutti i membri di H.H.P.P. al lavoro.
Dopo colazione siamo partiti per il villaggio di Mangalagiri, a circa 45 minuti di distanza da Thullur, dove ci aspettavano gli studenti della scuola primaria, dell’asilo ed alcuni dei giovani handicappati ospitati nella struttura intitolata a Don Giovanni Bosco. In particolare oggi ci siamo occupati delle vaccinazioni anti epatite b a tutti i bambini che si sono presentati per un totale di 159 .
Tra un pianto e l’altro, tra lacrime più o meno copiose, la giornata è trascorsa in modo veloce grazie anche alla sperimentata organizzazione dei volontari.
Oltre al controllo sanitario dei bambini, prima della vaccinazione, abbiamo eseguito alcune visite urgenti.
Più tardi il Direttore Padre Thomas ci ha accompagnati a visitare il Centro Fisioterapico, meritevole di tutta la nostra ammirazione per la dotazione strumentale semplice ma funzionale. Molto interessante è stato l’addentrarsi nel laboratorio protesico attiguo dove in quel momento stava lavorando il tecnico esperto, lui stesso portatore di protesi a una gamba. Ci ha colpito molto, anche emotivamente, apprendere che gli stessi sfortunati ospiti dell’istituto hanno la possibilità di imparare un mestiere utile per se stessi e agli altri.
In ultimo abbiamo visitato il Computer Center dove una ventina di studenti erano impegnati nell’utilizzo di apparecchi non certo di ultima generazione, ma efficienti, protetti contro la polvere da involucri di plastica. Anche se può sembrare banale, ci ha fatto sorridere notare a video i caratteri della loro lingua così diversi da quelli che siamo abituati a vedere.
Accoglienza molto calorosa sia da parte dei dirigenti della scuola, che hanno preparato per noi un pranzo con vari piatti tipici indiani, che degli studenti i quali, salutandoci, hanno solleticato la nostra vanità chiedendoci di autografare i loro quaderni ed i loro libri.
La fine della mattinata, come se tutto ciò non bastasse, ci ha visti protagonisti di una lunga intervista televisiva, con le più svariate domande ad alcuni volontari sul nostro lavoro, sulle malattie riscontrate e sulle motivazioni che ci spingono a spostarci periodicamente in questi paesi per prestare gratuitamente la nostra opera.
Ieri il giornale, oggi la televisione, e domani...
14 Ottobre 2010
Prima giornata totalmente dedicata alle visite dei pazienti di Thullur da parte di tutta l’equipe. Già dalle prime ore del mattino la gente dei dintorni affluiva al dispensario Mary Matha e pazientemente, in fila INDIANA, attendeva di essere registrata. I Medici, ognuno in un ambulatorio diverso e affiancati da una Suora interprete telugu-inglese-italiano, hanno visitato 192 pazienti tra grandi e piccoli. Tra i primi sono stati controllati i bambini che beneficiano delle adozioni a distanza, tutti in ottimo stato di salute, cresciuti e contenti di rivederci, così come noi. Ogni anno e’ un’emozione incontrarsi di nuovo con i bimbi che seguiamo e constatarne i progressi. Tra di loro c’era anche il piccolo Buji, che ricorderete già operato due volte grazie all’aiuto di HHPP per una grave malformazione congenita della bocca e in attesa di un ulteriore intervento da effettuarsi non appena la sua età lo permetterà. Abbiamo inoltre rivisto Sai che lo scorso anno si era presentato all’ambulatorio in pericolo di vita: era stato colpito da una grave forma di anemia da malaria e lo avevamo ricoverato d’urgenza in ospedale dove ha ricevuto le terapie opportune. Adesso Sai sta molto bene, continua a vivere con la nonna, essendo morti i genitori , si mantiene e studia grazie al progetto Jeevan. Tra i casi più particolari una signora con una tumefazione voluminosa di circa 6 cm di diametro sulla schiena, già incisa un anno fa e recidivata, che abbiamo indirizzato all’ospedale avendo riscontrato atrofizzata la muscolatura sottostante; una puntura di scorpione alla mano di una donna e’ stata trattata con le pietre tradizionali provenienti dal Kerala e con un’adeguata terapia medica. Il dott. Roberto ha eseguito un elettrocardiogramma ad un giovane diabetico iperteso, che accusava dolori al torace, risultato nella norma. La dott.ssa Gabriella ha visitato una bambina di un anno HIV positiva, la mamma, i fratelli della mamma, il marito sono tutti sieropositivi, il nonno già deceduto per la stessa malattia. La bambina sarà sottoposta a periodici controlli del sangue all’ospedale di Guntur, sotto la sorveglianza di Suor Jain, per accertarne l’evoluzione, nella speranza che si tratti solo di una positività dovuta agli anticorpi trasmessi dalla madre. Nella giornata sono anche state effettuate tre ecografie di donne in gravidanza, due all’ottavo e una al secondo mese che partoriranno al punto nascita inaugurato nel 2008 dall’Associazione.
Con l’occasione del diario auguriamo buon viaggio ai quattro volontari in partenza domani dall’Italia che ci raggiungeranno sabato.
Ci siamo accorti di non aver ancora svelato il mistero delle EGG-PAPS protagoniste dell’ happy hour dei volontari a Vijayawada; continuate a leggerci...per saperne di più.
15 Ottobre 2010
Seconda giornata interamente dedicata ai pazienti di Thullur. Fin dal primo mattino era in attesa un nutrito numero di persone che i volontari di H.H.P.P. hanno visitato fino al tardo pomeriggio. Erano presenti parecchi bambini e tra di loro quattro piccolissimi nati nella struttura ostetrica del Mary Matha negli scorsi mesi. Un maschietto di 24 giorni, venuto recentemente con febbre molto alta e a cui era stata somministrata una terapia antibiotica iniettiva, al controllo era in ottime condizioni generali. La madre e la nonna erano così soddisfatte del buon esito della terapia che hanno chiesto alla dott.ssa Gabriella di scegliere il nome definitivo al bimbo come da tradizione Hindu. Il suo nome sarà Paolo. E’ da notare che qui in India ogni bambino alla nascita viene chiamato genericamente Babu e solo dopo circa un mese gli viene attribuito il nome che porterà per tutta la vita. Agli altri piccoli è stato somministrato il vaccino contro l’epatite B. Ci ha colpito la storia di un bambino abbandonato dalla madre e poi rimasto orfano del padre che si era suicidato dopo aver appreso della propria sieropositività per HIV. Il bimbo adesso vive con la nonna. Shek è un ragazzo di 15 anni, segnalato a Suor Jain direttamente dall’insegnante per i propri meriti scolastici, la sua famiglia è molto povera, lavora soltanto il padre come bracciante stagionale, ha altri due fratelli, la mamma non ha un lavoro retribuito. Oltre alla difficoltà del mantenimento agli studi dei tre figli si è aggiunta per il padre la comparsa della malattia cronica del figlio quindicenne che richiede terapie costose e durature. Infatti è affetto da tiroidite di Hashimoto e morbo di Crohn con ulcera del basso intestino. Per permettergli di proseguire gli studi tutti i volontari all’unanimità hanno deciso che l’associazione finanzierà in modo continuativo le cure del ragazzo. In mattinata si è presentata una donna con gravidanza a termine, per un normale controllo ostetrico. La dott.ssa Suor Jain, che non conosceva la paziente, con l’ecografia aveva evidenziato un decorso normale a parte un peso superiore alla norma. Nel tardo pomeriggio la donna è ritornata con le contrazioni iniziate e con un quadro di gestosi gravidica (ipertensione arteriosa e gonfiore alle gambe). Con la sua l’esperienza Suor Jain ha sospettato un parto con presentazione di faccia, non riuscendo ad oscultare facilmente il battito cardiaco del nascituro. Valutata la situazione di rischio abbiamo convenuto insieme a lei di inviare la partoriente presso l’ospedale di Guntur, più attrezzato, accollando ad HHPP le spese di trasporto, ricovero e di assistenza. Il parto è stato difficoltoso come da noi sospettato, ma tutto è andato bene : è nata una bambina. Stanchi ma con la gioia nel cuore andiamo a dormire.
16 Ottobre 2010
Questa mattina abbiamo organizzato le visite in funzione dell’arrivo degli altri quattro volontari dell’associazione andando in un villaggio vicino all’aeroporto di Vijayawada. Durante il tragitto abbiamo incrociato parecchi pellegrini hindu completamente vestiti di rosso che si incamminavano verso il tempio della città per la festa annuale. Una volta arrivati ed eseguito un bagno purificatore si sarebbero poi spogliati dei vestiti cerimoniali.
L’ambulatorio è stato allestito nelle stanze del convento di Enikapadu dove siamo stati accolti dalle suore in modo molto caloroso come sempre. Dopo alcuni minuti dal nostro arrivo sono cominciati ad affluire pazienti di tutte le età, ma soprattutto bambini. Delle 121 visite effettuate non sono state trovate patologie degne di commento ad eccezione di un’ernia inguinale riscontrata in un piccolo paziente; è stata richiesta una visita chirurgica per valutare la necessità di un’intervento che eventualmente sarà finanziato da H.H.P.P.. Dopo pranzo siamo andati all’aeroporto a ricevere i nostri rinforzi - Antonio, Federico, Roberto e Yuliya - che sono arrivati puntuali. Accoglienza con striscione, festose ghirlande e tanta emozione e gioia da parte di tutti.
Caricati i bagagli siamo tornati al convento delle suore dove abbiamo incontrato il dentista con cui abbiamo stipulato un contratto di collaborazione professionale che prevede una sua presenza costante al Mary Matha. Essendo l’ambulatorio completamente attrezzato, l’attività odontoiatrica potrà iniziare dalla prossima settimana.
Domani ci attende l’ultimo giorno di missione in Andhra Pradesh e per non lasciare niente in sospeso, nonostante sia Domenica, ci alzeremo ancor prima del solito!
17 Ottobre 2010
Ultimo giorno a Thullur. Dopo la levataccia e un caffè veloce accompagnato da un biscotto per non prendere l’antimalarico a stomaco vuoto siamo partiti alla volta della chiesa di Pedaparimi. Ad accoglierci il parroco che dopo un cordiale saluto di benvenuto ci ha accompagnati a partecipare alla celebrazione della santa messa. Dopo la cerimonia abbiamo dato inizio alle attività sanitarie nelle aule dell’adiacente scuola. Anche se la giornata era festiva l’affluenza è stata cospicua: infatti abbiamo effettuato 130 visite. Non sono stati riscontrati casi clinici di particolare rilievo a parte un tumore del labbro superiore di probabile carattere maligno in un’anziano di 75 anni. Accompagnati da nonne e mamme, tanti bambini dopo la visita, come consuetudine, sono stati allietati da piccoli regali distribuiti dai nostri volontari Yuliya e Roberto e immortalati dalla fotocamera di Federico. Il pomeriggio è stato dedicato ad espletare tutti gli adempimenti di chiusura della prima parte della 14^ missione e alla pianificazione della restante che inizierà domani con il trasferimento in Kerala. Alcuni di noi, nonostante la pioggia, non hanno rinunciato alla allegra visita a Thullur City, dove la loro temerarietà è stata premiata dallo spettacolo offerto dal corteo di musicanti locali che celebravano la fine di una festa Induista. Considerata la vicinanza Suor Jain ha proposto di far visita alla casa costruita grazie al finanziamento di H.H.P.P. dove, in quattro confortevoli stanze, vivono due famiglie che due anni fa, nel periodo delle piogge, avevano come tetto solo un’ombrello. In serata lo Staff è stato cordialmente invitato a cenare, insieme a tutte le suore, nel refettorio dell’adiacente convento. Dopo la cena, a sorpresa, le suore insieme alle allieve hanno allietato tutti i presenti con sketc, recite, canti e balli. Al termine Suor Jain ha fatto un discorso commovente ringraziando singolarmente ognuno di noi. Rivolgendosi al Dr. George ha ricordato la sua prima visita a Thullur elencando passo per passo quanto l’associazione è riuscita a realizzare a beneficio di tutta comunità.
Questa prima parte della missione si conclude con:
Siamo venuti a portare un piccolo aiuto e partiamo con un bagaglio enorme di emozioni.
A causa della discontinuità della connessione a internet in Kerala, i prossimi diari giornalieri e relative foto verranno pubblicati sul sito dell’Associazione al rientro dalla missione.
18 ottobre 2010
Sveglia di buon mattino; frugale colazione e fotografie di rito per il commiato con le Suore e le ragazze che lavorano a Thullur.
Partenza per il trasferimento all’orfanotrofio di Kanjirappally in Kerala.
Viaggio a dir poco estenuante, per le due tratte aeree intervallate da oltre quattro ore di attesa, e le quattro ore e mezzo finali sulle “strade” del Kerala, ma ripagato sicuramente dall’arrivo al luogo simbolo della nostra associazione: L’Assisi Baby Sadan, la casa di accoglienza che ospita 72 bambini orfani o figli di ragazze madre, bellissimi e affettuosissimi.
Giunti a destinazione verso mezzanotte, distrutti dal viaggio siamo andati a riposare, rimandando il saluto ai piccoli ospiti all’indomani mattina.
19 ottobre 2010
I festosi canti dei bambini hanno risvegliato tutti noi che ci siamo precipitati ad abbracciarli con immensa gioia. Le piccole cose generano grandi emozioni!
La mattinata è stata l’occasione per le “matricole” di HHPP di familiarizzare con tutta la struttura: i piccoli ospiti ci hanno preso per mano e portato a visitare il refettorio, le aule del doposcuola, il cortile con i giochi, la palestra e i dormitori.
Come dei veri genitori, abbiamo accompagnato i nostri bambini alla scuola attigua l’orfanotrofio dove ciascuno di loro ci ha trascinato all’interno della propria aula, mostrandoci con orgoglio e soddisfazione il loro banco, la lavagnetta dove scrivono, i loro libri e ogni altra piccola grande cosa. Allegri canti tutti insieme fino al suono della campanella quando siamo stati “bacchettati” dalle insegnanti che hanno richiamato tutti all’ordine. Ormai immedesimati nella parte, obbedienti come scolaretti, ci siamo allontanati lasciando i piccoli al loro dovere.
Abbiamo intrapreso una breve passeggiata nella foresta di caucciù circostante l’orfanotrofio e abbiamo assistito, presso un piccolo laboratorio artigianale, all’intero processo di trasformazione dal latte di caucciù fino al panetto di gomma naturale, attività principale degli abitanti della zona.
Dopo pranzo ci siamo diretti a Kottayam a visitare l’orfanotrofio Assisi Balika Bhavan dove risiedono 22 ragazze dagli undici ai diciannove anni.
Con un clima di accoglienza festoso e coloratissimo le adolescenti hanno salutato noi che siamo un occasione annuale di gioia e felicita’ che raramente si ripresenta.
L’incontro è stato l’occasione per il controllo clinico-sanitario e per aggiornamento delle schede dell’adozione a distanza. Le abbiamo trovate tutte in ottima forma di salute fisica e ciò è conferma dell’efficienza del progetto Jeevan .Ad ognuna di loro sono stati portati dei doni , sia di utilita’ per l’igiene personale (dentifricio, spazzolino da denti, sapone), che oggetti ricordo con cui divertirsi , nelle ore libere dalla scuola,nell’attesa del nostro ritorno. Le nostre valigie, svuotate dei regali consegnati, si sono riempite di ricordi indelebili.
Sotto un tipico acquazzone tropicale siamo ripartiti alla volta dell’orfanotrofio. Durante il tragitto ci ha molto colpito vedere operai che scaricavano dal treno pesanti sacchi di cemento portati a spalla verso i camion che li attendevano. Suor Elisabetta ci ha spiegato che si tratta di un attivita’ molto remunerativa ma che li conduce rapidamente alla morte. Abbiamo successivamente fatto una sosta per acquistare tante cose per addolcire le prossime giornate dei bimbi. Questa sera infatti la loro cena si è conclusa con un buon gelato alla vaniglia che in un battibaleno è sparito dai loro bicchieri .
La serata è terminata, ancora una volta come dei veri genitori, con il desiderato bacio della buonanotte nei loro lettini a castello.
Turbinio di emozioni in una giornata tipo per un genitore all’Assisi Baby Sadan:
gioia, divertimento, commozione, baci e abbracci.
Auguriamo a tutti i nostri lettori di poter provare queste sensazioni difficilmente descrivibili e immaginabili, ma che portano,chi ci è stato, a voler al piu’ presto ritornare.
20 Ottobre 2010
Grandi novità per la colazione grazie all’apparizione della Nutella, ns. sostenitore morale. Oggi inoltre festeggiamo il compleanno di Surya, che durante la colazione ha distribuito a tutti caramelle mentre i bambini intonavano un festoso “happy birthday”.
Alle ore 9.00 è iniziata la nostra nuova avventura. Grazie all’ausilio di un fantastico pulmino cigolante, ci siamo diretti verso l’orfanotrofio Sanjos, gestito dalle suore dell’ordine di S. Martha. Questo istituto ospita 50 ragazzi di età compresa tra i 5 ed i 16 anni.
Già prima di scendere dal pulmino i ragazzi hanno manifestato la loro gioia con gesti e grida esuberanti. I bambini erano molto vivaci, sintomo di una buona condizione fisica e morale. Abbiamo notato che c’è uno stretto legame tra i ragazzi caratterizzato da un atteggiamento protettivo dei più grandi nei confronti dei piccoli.
Come sempre dopo il solito accurato controllo sanitario, svolto dai nostri “fantastici 4” (Dr.ssa Aryele, Dr.ssa Gabriella, Dr. George e Dr. Roberto) coadiuvati dagli altrettanto mitici volontari: Antonio, Elisabetta, Federico, Massimiliano, Roberto e Yuliya, sono stati distribuiti generi di prima necessità e gli immancabili giochi.
Consapevoli dell’importanza del diario giornaliero, per gli amici che ci seguono dall’Italia, siamo andati alla ricerca di un Internet Point e come potete vedere “ chi cerca … Trova”.
Tornati alla base, Roberto e Yuliya ci hanno preso letteralmente per la gola, cucinandoci dei fantastici spaghetti “a modo loro”.
Nel pomeriggio siamo andati a visitare i ragazzi dell’Bethlehem Balabhavan. La struttura che è stata oggetto di una profonda ristrutturazione ed ampliamento grazie agli aiuti della nostra associazione. Questo è indiscutibilmente l’orfanotrofio più bisognoso sia da un punto di vista strutturale che dalle necessità affettive dei suoi ospiti. I trentaquattro ragazzi sono risultati alla visita medica, tutti in buono stato di salute, eccetto un paio ai quali sono state riscontrate patologie delle prime vie respiratorie ed un caso di cistite.
Abbiamo rivisto e sottoposto a controllo del nostro cardiologo Dr. Roberto, Sudeesh, 14 anni, che tre anni fa è stato fatto operare per una patologia congenita cardiaca, grazie ai fondi dell’associazione. E’ stata una grande soddisfazione riscontrare come l’intervento sia perfettamente riuscito consentendo al ragazzo di svolgere una vita assolutamente normale.
Rivedere ogni anno i nostri ragazzi, constatare i loro continui progressi in ambito fisico e scolastico è per tutti noi stimolo incessante per continuare questa opera umanitaria.
Gli incontri con i nostri bambini e ragazzi, non si limitano solo ad un doveroso controllo sanitario bensì sono un momento di estrema commozione dove affetti tenuti sopiti dal contesto in cui vivono i ragazzi, improvvisamente esplodono in un crescendo di sintonia emozionale che dona reciprocamente quelle sensazioni incredibili di sguardi, abbracci e sorrisi che difficilmente è probabile provare altrove.
Sulla strada del ritorno ci siamo fermati al solito centro commerciale dove abbiamo fatto l’annuale spesa di abbigliamento per i settantuno angeli dell’Assisi Baby Sadan: vestitini, magliette, pantaloni, abbigliamento intimo, pannolini da neonati acquistati grazie alla generosità dei nostri benefattori.
Rientrati all’orfanotrofio, dopo cena abbiamo raggiunto i nostri bambini nella sala tv dove insieme abbiamo visto i cartoni animati e abbiamo distribuito a ciascuno un gustoso dolcetto.
Quanto è “dolce” poter viziare così tanto i nostri bambini.
21 Ottobre 2010
Stamani Nutella party per i 72 piccoli ospiti dell’Assisi Baby Sadan.Di prima mattina i volontari sono stati impegnati nella generosa spalmatura della Nutella per la colazione dei bambini. La ns. pediatra Gabriella, dopo una iniziale resistenza adducendo motivi salutistici è stata poi tra le prime e più generose nello spalmare la golosa crema.
Dopo colazione siamo partiti alla volta del Bethlehem Ashrum dove abbiamo incontrato le 44 bambine tutte adottate a distanza da H.H.P.P. Onlus. Abbiamo rilevato 2 casi di ritardo mentale, alcune lievi patologie delle prime vie respiratorie ed una bambina con malformazioni congenite comprendenti labiopalatoschisi e malformazione cardiaca per le quali era già stata operata. Ad una ragazza affetta da epilessia cronica abbiamo assicurato la terapia giornaliera e controlli del sangue per l’adeguato dosaggio farmacologico. Espletate le visite ed aggiornate le schede dell’adozione a distanza abbiamo consegnato loro i vari regali. Momento ludico comunitario con canti, balli e palloncini. Dopo tante emozioni e mille abbracci abbiamo ripreso la strada di casa.
Nel primo pomeriggio ci siamo diretti al Marthoma Balika Bhavan, dove abbiamo atteso il rientro da scuola delle 34 ragazze ospiti. E’ stato un vero piacere constatare l’ottimo stato di salute di ciascuna di loro sia fisica che psicologica manifestata dalla loro serenità, allegria e simpatia. La visita si è conclusa con l’esibizione delle ragazze in una tipica danza locale.
Rientro a Panachepally in tempo per il controllo medico dei bambini ospiti della struttura. Durante la visita sono stati riscontrati vari casi di scabbia, disturbo purtroppo frequente nelle comunità infantili.
La serata si è conclusa con la tradizionale recita di tutti i bambini a noi dedicata; particolarmente entusiasmanti sono stati gli intermezzi musicali dei più piccoli.
Il bacio della buonanotte dato da ognuno di loro a ciascuno di noi ci ha riempito il cuore di gioia ma anche di malinconia pensando che domani saluteremo i nostri piccoli iniziando il lungo viaggio verso casa.
…Arriviamo!
23 Ottobre 2010
Mentre i rumorosi aerei intercontinentali ci riportano a casa, quando la realtà della nostra vita occidentale ci allontanerà piano piano da quella vissuta in queste ultime settimane in India ed i dolci ricordi degli occhioni dei bambini incontrati ed i sorrisi delle persone che abbiamo visitato si stamperanno in modo indelebile nei nostri cuori di missionari , ecco come tradizione le impressioni finali dei partecipanti a questa 14° missione di H.H.P.P. in India
ANTONIO
Quando sono arrivato in India per questa nuova missione HHPP, Sr. Jain mi ha salutato dicendo: “Antonio, ben tornato a casa!”
Tornare in India è la chiusura del cerchio della mia vita; è il tassello che manca nel puzzle della mia esistenza, senza il quale il quadro è incompleto; è quella parte della famiglia a cui penso ogni giorno ma che purtroppo, per ovvi motivi, posso vedere solo di rado.
Un missione in India per me significa Sr. Jain, Sr. Elisabetta, i poveri e i bambini che ormai conosco bene o che vedo per la prima volta. I loro occhi, i loro rari sorrisi, le loro mute implorazioni fatte di sguardi e di preghiere silenziose. Le loro benedizioni, le loro mani giunte in segno di ringraziamento. Queste e molte altre sono le cose, sono le spinte incessanti che mi portano a desiderare con tutto me stesso di partecipare a una tale esperienza con HHPP.
Gesù disse: “Chi aiuta i poveri, aiuta me!” Umanamente vorrei che il Signore mi aiutasse a fare, a fare ogni giorno di più per sostenere questi bambini e questi uomini che sembrano veramente abbandonati da tutti e dal mondo. Vorrei che quei sorrisi visti per il dono di un pennarello si moltiplicassero all’infinito. Vorrei che quelle mamme che portano i loro bambini nei nostri camp sanitari, fiduciose nel nostro aiuto, diventassero migliaia e che a tutte loro potessimo in qualche modo assicurare salute ai loro piccoli.
Mi hanno chiesto dall’Italia: “Antonio tutto ok?” La mia risposta è stata: “Se tutto ok è vedere famiglie con bambini piccoli vivere in capanne con solo il tetto di palme senza pareti mentre c’è una pioggia torrenziale, se una famiglia vive sopra una discarica perché almeno può trovare più facilmente qualcosa da ingerire, se vedere un bimbo con la distrofia ridere da matti per la gioia di una scatola di pennarelli, oppure una persona anziana che piangendo ti benedice perché può solo ricompensarti così per avergli curato il nipotino, allora sì è tutto ok!”
Ma l’india è anche fatta da bambini e giovani che negli anni passati erano arrivati da noi con gravi patologie cliniche e oggi sono stati operati, curati e guariti. Sono i bambini dell’Assisi Baby Sadan che crescono in ottima salute, che studiano e che vivono una vita degna di essere chiamata tale.
Tutto questo grazie al lavoro incessante di tanti volontari di HHPP che durante l’anno dedicano un po’ del loro tempo ai nostri progetti. E grazie anche a tutti i volontari che partono in missione e a coloro i quali questa volta ho avuto il piacere di avere come compagni. Un sentito grazie sia ai veterani che a coloro che per la prima volta hanno preso parte attiva ad una missione HHPP. Grazie soprattutto a coloro che si sono lasciati “convincere” a partire, con l’auspicio che questa loro esperienza possa diventare presto routine.
Grazie a Giorgio, impareggiabile presidente, fraterno amico e grandissimo trascinatore.
Infine un grazie particolare alla mia famiglia che mi ha permesso di vivere nuovamente questa esperienza e a mia moglie con la quale spero di tornare presto insieme in missione.
ARYELE
Esiste un mondo discreto, silenzioso, diverso da quello che ci assilla quotidianamente: è il mondo del volontariato. Gli appartengono coloro che, indifferenti alle piccole differenze che ci sono tra gli uomini, si interessano di migliorare le condizioni di vita delle persone. H.H.P.P. appartiene a questa categoria di associazioni che riunisce sia professionalità che umanità per esprimere quell’ amore verso il prossimo che oltre alle parole ha bisogno di gesti e di fatti.
Questa ultima esperienza organizzata in India, è stata un’altra lezione di saggezza che ci ha appagati, resi sereni, più disponibili se possibile, verso i meno fortunati.
I nuovi compagni si sono integrati velocemente ed ora siamo tutti parte di una famiglia. Questo si deve alla sapienza del Presidente Dr Giorgio Martini che, con serafico sorriso, sa risolvere ogni problema; al VicePresidente Antonio Zei che è dotato di notevole senso della realtà e di humor ed alla dolce e impareggiabile Elisabetta Sarti che sa e riesce a fare tutto per tutti.
Grazie di cuore all’Associazione ed a chi la sostiene.
ELISABETTA
Tornare in India è sempre una grande emozione, incontrare di nuovo Sr Jain e Sr Elisabetta, due donne eccezionali dalle quali è necessario imparare l’arte di donare senza riserve e senza limiti.
Il piacere e la soddisfazione di “servire” gli altri in questa terra dove un semplice sorriso diventa medicina, dove riconoscere un volto o ricordare un nome fa brillare gli occhi a persone, bambini che secondo i nostri standard occidentali sembrano non avere niente ma che tanto hanno da insegnarci in quanto a spontaneità, affetto, necessità, valori.
Parlo di bambini che mendicano davanti ai templi ma con tanta voglia di giocare, bambini che non possono studiare per andare a lavorare nei campi ed aiutare così i genitori a mantenere la famiglia, bambini che vivono in orfanotrofio perché sono stati abbandonati oppure con una famiglia temporaneamente in difficoltà.
Impossibile non rimanere colpiti, ogni volta come la prima volta, da tutto questo.
Per fortuna ogni anno è però possibile anche toccare con mano i risultati positivi degli sforzi comuni di ognuno di noi di H.H.P.P. … parlo di Koteswaramma e di Sai, che ci sono ancora e che sono felici ed in splendida forma, parlo di tutte le persone che durante l’anno hanno potuto contare sulle cure gratuite fornite dall’ospedale Mary Matha e dei bambini che con l’adozione a distanza hanno potuto studiare avendo così l’opportunità di costruirsi un futuro.
Anche in questa missione l’associazione ha lavorato per questo ed ognuno di noi ha dato un grande contributo; concludendo vorrei quindi ringraziare tutte le suore che ci permettono di portare avanti le nostre attività sempre, sia in missione che durante l’anno, essendo nostre impareggiabili corrispondenti sul posto. Grazie ai miei compagni speciali … incredibile osservare ogni volta il “miracolo” della formazione di un gruppo saldo e affiatato fra tanti sconosciuti. E grazie anche a tutti coloro che hanno sostenuto e seguito da casa questi nostri giorni in India.
FEDERICO
Ancora oggi se dovessi dire quando e perché ho deciso di partire per questa missione non saprei cosa dire. Posso soltanto dire, che una sera, tornando da una cena con Giorgio e Antonio, ho avuto la precisa sensazione di aver conosciuto due grandi persone. Rimasi subito contagiato dalla loro passione, serietà e voglia di fare. Senza accorgermene oggi sono qui, a scrivere le mie impressioni di rientro dalla 14° missione in India.
Pensavo che partire per una missione in cui erano presenti 4 medici sarebbe stato sicuro; cosa mi sarebbe mai potuto accadere in mezzo a tutta quella conoscenza e medicine? Non lo sapevo ancora, ma i missionari di H.H.P.P. hanno nel loro equipaggiamento qualcosa di molto più potente delle semplici medicine: l’amore e il rispetto per le persone. Un sentimento che si diffonde ad ogni momento della giornata, in ogni visita, in ogni gesto. Un “compagno” che non ti fa mai sentire solo o lontano dai tuoi affetti. La “medicina” che chiunque, se vuole, può dare.
Voglio ringraziare ancora una volta Giorgio ed Antonio per avermi concesso il privilegio di vivere una esperienza che lascerà sicuramente un segno profondo nella mia vita ed in quella dei miei cari.
Ringrazio, inoltre, Gabriella, Aryele, Dr. Roberto, Roberto, Max, Yuliya ed Elisabetta per avermi fatto sentire da subito un membro del gruppo, per avermi accettato per quel poco che potevo dare.
Ho anche avuto l’onore di conoscere due grandi “Sognatrici” come Suor Jain e Suor Elisabetta, che nel mezzo della più assoluta povertà hanno avuto la forza di immaginare, senza avere una rupia, un ospedale ed un orfanotrofio. La cosa incredibile è … averli visitati entrambi.
L’insegnamento più importante che riporto da questo viaggio, è quello d’imparare a ringraziare per quello che si ha, anche per quelle che nella nostra realtà vengono considerate piccole cose, ma che in altre non sono neanche immaginabili.
Domani quando tornerò a casa, voglio continuare a “ringraziare” il Signore, come facevamo in Missione, per insegnarlo a fare alle mie figlie e per continuare a ricordarVi nelle mie preghiere.
Un abbraccio
GABRIELLA
L’esperienza umanitaria ha rappresentato una svolta nella mia vita. E’ come se nel tempo precedente fossi vissuta sulla punta di un iceberg. Conoscere il sommerso è stato come vedere all’improvviso un mondo sconosciuto, ma che esiste.
Sono venuta in contatto con la povertà, la sofferenza, la solitudine che prima osservavo da spettatrice, distaccata.
Ogni missione (e questa è la mia settima) mi ha dato l’opportunità di toccare con mano questa realtà e una spinta positiva verso gli altri e verso la vita.
Questa volta, come e più delle altre, l’India mi ha dato forti emozioni. Dalle capanne di Thullur agli orfanotrofi del Kerala è stato un crescendo di sentimenti.
Solo qui si capisce veramente l’importanza di un gesto: un sorriso, una carezza, un abbraccio.
I miei compagni di viaggio sono persone fantastiche ed ognuno di loro ha lasciato qualcosa dentro di me.
I bambini, ai quali ho prestato le mie cure e ho dato tutto il mio affetto, mi hanno donato, anche se poveri, una grande ricchezza interiore.
YULIYA
Io ho da dire tante cose però ho paura che non ci basta il tempo e allora vi dico solo che vi ringrazio di tutto, sono stata molto contenta di conoscere voi tutti; per me è stata una esperienza indimenticabile ed io sono sicura che porterà qualche cambiamento nella mia vita ed io sono orgogliosa di questo.
Poi voglio scusarmi se delle volte, spesso, mi sono fatta aspettare, però vi assicuro che io non l’ho fatto apposta e che vi rispetto tutti, però ognuno di noi ha i suoi difetti e questo è uno dei miei. Spero che mi accettate così come sono e che l’anno prossimo potrò di nuovo condividere con voi questa bella cosa.
Un bacio a tutti !
MASSIMILIANO
E' la seconda volta che partecipo ad una missione di H.H.P.P. in India. Prima di partire mi chiedevo quali emozioni avrei ritrovato e se ritornando sarei andato incontro ad una sorta di assuefazione a tutto ciò che avevo vissuto lo scorso anno. Così non è stato, arrivato a Thullur ho ritrovato tutte le emozioni e gli affetti lasciati, in continuità con l'esperienza passata. Mi ha dato una grande gioia constatare che Kotteswaramma e Sai, soccorsi in pericolo di vita, stavano bene. Una grande soddisfazione sentire la ragazza dire che per lei era iniziata una seconda vita. I sorrisi, la gratitudine e la compostezza di tutta la gente visitata dai dottori, che vive per la maggior parte in condizioni di estrema povertà, mi hanno ripagato delle fatiche. Ho constatato i progressi nel dispensario, con l'ambulatorio di oculistica ben avviato e quello di dentista in imminente partenza. Ho lavorato giorno per giorno con degli splendidi compagni di missione, la totale dedizione delle Suore e l'inarrestabile forza di Suor Jain. Anche in Kerala l'affetto dei bimbi mai dimenticati degli orfanotrofi mi hanno coinvolto di nuovo. Bambini che stanno bene grazie al grande lavoro delle Suore. Alcuni vittime di storie drammatiche, intelligenti, vivaci ma sempre alla ricerca di affetto, di un bacio, un abbraccio, una coccola. In cuor mio spero nel loro riscatto futuro, grazie anche agli studi e alle attenzioni che ricevono in queste strutture. Per combattere la povertà c'è ancora molto da fare, oltre al lavoro costante dell'associazione dall'Italia durante l'anno, ogni missione aggiunge un mattone nella costruzione di una vita migliore per le persone e i bambini che abbiamo incontrato e amato in queste due settimane.
ROBERTO CAPPELLETTI
Difficile trovare le parole per riassumere le sensazioni, i pensieri, le emozioni che hanno accompagnato questa mia prima missione umanitaria in India. Ero partito dall’Italia con l’idea, forse un po’ presuntuosa anche se in buona fede, di andare in quelle terre lontane a fare del bene,a portare il mio aiuto a persone che vivono in condizioni disagiate. Al termine di questa mia esperienza posso dire che sono più in debito che in credito, innanzitutto nei confronti dei miei compagni di viaggio, e delle sorelle che ci hanno sostenuti e amorevolmente “accuditi”. L’iniziale senso di inadeguatezza e la preoccupazione di rivelarmi non all’altezza della situazione sono svaniti quasi subito. Il clima di complicità creatosi sin dall’inizio ha fatto sì che mi sia sembrato di non avere fatto altro in vita mia. A tutti questi nuovi amici va il mio ringraziamento. Ma sono soprattutto debitore verso la gente che ho incontrato in questa parte di mondo. Coloro che dovevano essere i beneficiari del mio aiuto mi hanno restituito amplificato, in termini di arricchimento personale, ciò che ho dato loro. Ho incontrato gente che ha percorso chilometri a piedi, sotto un sole torrido, per venire a farsi visitare, e che ha aspettato pazientemente il proprio turno. Gente che non ha molte altre occasioni, o non ha le possibilità economiche, per effettuare un controllo medico. Gente che spesso possiede poco più di niente, ma quel niente se lo fa bastare. Gente che ti ripaga con una stretta di mano, con un abbraccio o con un sorriso che ti fanno dimenticare le condizioni difficili in cui devi lavorare. Gente che ti guarda con occhi che non si possono dimenticare, occhi fieri e colmi di dignità, occhi scuri e profondi dentro i quali ci si perde, occhi luminosi come carboni ardenti che ti trafiggono e ti lasciano senza parole. Occhi di bambini che chiedono amore, bisognosi di carezze e di baci, interlocutori, davanti ai quali non si può rimanere indifferenti, non si deve. L’India mi ha ancor di più convinto che la nostra felicità passa attraverso la felicità degli altri, che donare e donarsi non significa impoverirsi ma arricchirsi, che la consapevolezza di rendere più serena la giornata di un bimbo, anche per poche ore, è una gioia che non ha eguali.
ROBERTO RICCI
Questa è la mia quarta missione, la terza in India. Nonostante questo non posso esimermi dallo scrivere ancora una volta ciò che ho veramente provato anche questa volta e che desidererei “non solo fare leggere”, ma far provare a tutti quelli che sono vicini ad H.H.P.P. : una forte emozione come quella che ho provato la prima volta ed un appagamento totale nel fare qualcosa per gli altri.
Ho solo un rimpianto, quello di non avere fatto l’impossibile per vivere e condividere con un gruppo di amici davvero “ splendido” anche la prima settimana di questa 14° missione in India.
Anche se ancora non siamo effettivamente partiti, il volo di rientro decollerà tra sette ore circa, già penso a quando potrò nuovamente tornare in questa terra e tra questi fantastici bimbi che ti danno più di quello che hanno e che ti prendono solo una parte di te. A me il cuore !
Dr GEORGE
Giunto al termine di questa mia ennesima missione sanitaria ed umanitaria in terra indiana, ancora una volta mi sento di affermare dal più profondo del cuore di essere pienamente soddisfatto di tutto ciò che personalmente ed a nome di H.H.P.P. è stato possibile realizzare. Come ogni volta le emozioni che in questi 17 giorni hanno letteralmente travolto il mio spirito rendono un sereno e completo senso di appagamento al lavoro svolto. Il ragguardevole numero di visite mediche effettuate (complessivamente 1.676), le 169 vaccinazioni anti epatite b ed il positivo controllo dei bambini inseriti nel progetto Jeevan di adozioni a distanza permettono di affermare che ancora una volta la nostra comune Associazione ha portato a termine il proprio compito di aiutare i più poveri fra i poveri. I miei fantastici ed instancabili compagni di avventura, amici nel senso più profondo del termine, sono stati sicuramente il motore infaticabile di questo nuovo risultato positivo; ognuno di loro personalmente e tutto il gruppo nel suo comune intento, ha permesso di superare i momenti difficili di ogni giorno e rendere insignificanti e risolvibili tutte le difficoltà incontrate. Ad ognuno di loro il mio grazie più sincero per la comune condivisione di tutte le emozioni giornaliere e per la comune forza umanitaria che ci ha permesso di aiutare un numero così elevato di persone. Non meno doveroso il ringraziamento a tutti coloro che dall’Italia ci aiutano costantemente permettendo ad H.H.P.P. di essere ininterrottamente presente in questa terra di missione. Grazie alla mia cara Beatrice, mia forza e mio sostegno quotidiano. Ma grazie sempre e soprattutto a tutte le persone indiane che anche questa volta ho incontrato e che con i loro sguardi pieni di affetto hanno dimostrato con un sorriso la più sincera e affettuosa riconoscenza alla nostra azione umanitaria.
La nostra frenetica vita quotidiana occidentale tenterà di distogliermi da oggi in poi da queste positive emozioni, ma il mio cuore resterà comunque pervaso dalla dolcezza del sorriso di Koteswaramma e dai teneri occhioni neri di Arun e Kiran insieme a quelli di tutti i bambini degli orfanotrofi del Kerala, dando ogni giorno costante impulso alla volontà di portare l’aiuto di H.H.P.P. a chi ne ha più bisogno.
… e il sogno umanitario dalla Valdinievole nel mondo continua!