Obiettivi:
Attività sanitaria: visite mediche ad adulti e bambini (e somministrazione medicinali) con base alle scuole Casa Belem di Salvador de Bahia e Escolina Sao Francisco di Candeias.
Verifica ed aggiornamento delle adozioni a distanza.
Distribuzione di beni di prima necessità.
Partecipanti:
Medici: Martini Giorgio, Perego Annalisa, Mazzei Sergio
Volontari: Gentili Giovanni,Fantozzi Rita, Trinci Paolo
Periodo:
dal 22 al 31 maggio 2010
22 Maggio 2010
Ed ecco di nuovo i volontari di H.H.P.P. Onlus in partenza per una nuova missione sanitaria ed umanitaria, la 25° dalla fondazione e la 6° in terra brasiliana.
Come sempre i giorni precedenti si sono consumati nella raccolta e nella preparazione di tutto quello che potrà tornare utile in questi giorni, confezionando le solite valigie, stracolme come d’abitudine di medicinali, giocattoli, vestiti e tutto quanto si possa presupporre indispensabile per il corretto svolgimento del compito dei missionari.
Alle 7.15 tutti presenti davanti al Garage Olimpia a Montecatini Terme pronti per la partenza: i volontari Rita con Paolo, Giovanni ed il Dr George hanno sistemato le proprie personali valigie insieme a quelle dell’Associazione e si sono predisposti alla partenza. Questa volta il nostro mezzo di trasporto è stato un pick-up il quale ha ospitato sul proprio cassone “scoperto” gli 8 voluminosi bagagli insieme a 4 cabin-bag; con alla guida il solito impareggiabile amico di H.H.P.P. Maurizio Vannelli, siamo partiti in perfetto orario, dopo le consuete lacrimucce con i parenti venuti a salutarci, destinazione Bologna. Viaggio perfetto con un cielo finalmente splendente ed arrivo all’aeroporto Guglielmo Marconi in super perfetto orario. La consueta ansia per la partenza del Dr George, anche questa volta ha avuto la sua vittima: l’arrivo in zona check-in è avvenuto circa 2 ore prima del dovuto!!!
Espletata senza problemi la formalità della consegna dei bagagli, dopo una giusta attesa per la partenza, in perfetto orario un airbus 319 della Compagnia aerea TAP Air Portugal ci ha portato senza problemi a Lisbona. Qui, dopo 2 ore di attesa, di nuovo in volo per il lungo salto verso il Brasile dove contiamo di arrivare dopo circa 20 ore complessive di viaggio.
All’arrivo a Salvador troveremo gli altri due componenti della missione e precisamente i Dottori Annalisa e Sergio i quali, essendo partiti da Milano, hanno volato con un altro aereo. Nel silenzio della carlinga, ora che anche le gioiose grida degli scalmanati bambini brasiliani presenti si sono spente, e mentre tanti passeggeri stanno riposando, la mente e il cuore dei nostri volontari saranno sicuramente solcate da mille ricordi per chi già ha avuto la fortuna di vivere in passato questa realtà di missione brasiliana, e da curiosa aspettativa per chi per la prima volta si avvicina ad incontrare rappresentanti di uno dei popoli più gioiosi del Mondo, ma anche uno di quelli più poveri e derelitti che trascina la propria misera vita in quell’incredibile microcosmo costituito dalle favelas.
La stanchezza con il sonno ristoratore si sta impadronendo anche dei più forti ed allora … arri-sentirci in Brasile!
23 Maggio 2010
Il cielo brasiliano ci ha salutato stamattina con uno scroscio di acqua insistente e persistente durato tutta la nottata, che però non ha impedito ai nostri volontari di gustarsi il giusto riposo dopo l’estenuante giornata del viaggio aereo.
Dopo una gustosa colazione, essendo oggi domenica e non potendo in questa giornata dare inizio alle viste mediche, abbiamo provveduto a selezionare tutto il materiale proveniente dall’Italia, dando vita anche quest’anno ad una sorta di farmacia interna al teatro della scuola Sao Francisco, luogo della nostra attività.
Medicinali organizzati e suddivisi per categorie, vestitini e giocattoli predisposti per essere donarti ai bambini, organizzazione delle postazioni visita e quant’altro necessario.
Nel pomeriggio Santa Messa solenne in occasione della Pentecoste locale; affluenza oceanica e dimostrazione della grande gioia di vita di questo popolo che si manifesta anche in queste occasioni religiose con canti e balli che assolutamente non distolgono gli astanti dalla liturgia officiata. Il celebrante ci ha ufficialmente salutato davanti a tutto il popolo, ci ha ringraziato per la nostra presenza e il nostro prossimo servizio e ci ha augurato buon lavoro.
Con questo augurio nel cuore terminiamo la nostra prima giornata in Brasile.
Qui Candeias calda e molto umida, a voi Italia che ci dicono … altrettanto!
24 Maggio 2010
Finalmente è iniziata la prima giornata lavorativa di H.H.P.P. Onlus in terra brasiliana.
Tutti solertemente svegli alle 7.30 e dopo una sostanziosa colazione ci siamo inviati verso la sede operativa, il teatro Annalisa della Escola Sao Francisco.
Come sempre il primo impegno è stato quello della definizione delle nostre postazioni operative: i Dottori Annalisa, Sergio e Dr George alle improvvisate scrivanie, Rita (con il supporto indispensabile di Paolo) in farmacia, Giovanni (in coppia con il jolly Paolo) alla postazione computer e alla distribuzione di regali e giocattoli ai bambini.
La giornata caratterizzata da un umido caldo soffocante, è trascorsa senza intoppi con il supporto preziosissimo delle Suore indiane impegnate nella “babilonica” traduzione dal brasiliano all’italiano!
Anche se il tam tam sulla nostra presenza non ha ancora preso piena voce, alla fine della giornata contiamo 75 visite con relativa gratuita distribuzione dei medicinali occorrenti. Fra le varie patologie, oltre ai consueti dolori articolari più vari, alcuni casi di bambini affetti da impetigine cutanea, un caso di scabbia sempre in una piccola bambina, e per ultima una giovane quindicenne alta 170 cm e del peso di 105 Kg che si lamentava non del fatto di non riuscire a dimagrire, ma dei dolori muscolari e articolari che la affliggevano. Ovviamente affermava di non mangiare quasi niente, e solo la onesta dichiarazione della mamma che ha svelato la predilezione della “piccina” per tutti i tipi di dolce, ha chiarito la situazione clinica. Se è vero che i volontari al termine della visita medica non negano a nessuno un certo quantitativo di vitamine, in questo caso la sola prescrizione è stata dieta, dieta e ancora dieta con intensa attività fisica.
Al termine delle visite mediche le Suore ci hanno portato a chiarirci le idee sulla vera realtà locale: siamo andati ad incontrare gli abitanti della favela di Candeias, rendendoci conto di questa drammatica situazione socio – ambientale sorta quasi dal nulla durante l’ultimo anno in un terreno di proprietà del Comune. Case, se così possono essere definite, realizzate con i più svariati materiali di riciclo, con i muri esterni creati con fango e canne di bambù ed all’interno un unico piccolo ambiente con una specie di letto. Sopra uno di questi riposava una bambina di appena dieci giorni mentre i suoi 5 fratelli giocavano scalzi a pallone in mezzo al fango.
L’ottimismo dei risultati della nostra prima giornata di attività è stato soffocato dall’impietosa visione, che se da un lato ci abbatte e ci scoraggia momentaneamente, dall’altro amplifica la nostra volontà di essere sempre più determinati nel raggiungimento degli obbiettivi umanitari di H.H.P.P. Onlus.
25 Maggio 2010
La promessa della giornata di ieri, cari affezionati lettori di questo diario, è stata pienamente mantenuta da tutti i volontari H.H.P.P. in missione, dal momento che alle abituali ore 7.00 del mattino tutti erano prontamente all’erta per iniziare una nuova giornata umanitaria.
L’affluenza ai nostri improvvisati ambulatori è stata decisamente più elevata, tanto che al termine della giornata abbiamo contato 150 visite mediche. Di queste circa il 30% è formato da persone che già abbiamo incontrato nelle precedenti missioni, che ci hanno riportato l’effetto positivo delle nostre cure, ed una signora ci ha addirittura riportato la scatola del farmaco consegnato nel 2009 che aveva avuto per lei un effetto prodigioso! Consuete patologie legate alla povertà, alla non corretta alimentazione, ad una mancanza quasi totale di igiene personale che abbiamo cercato di tamponare nel migliore dei modi.
Oltre alle tradizionali terapie con i farmaci ufficiali, in questa realtà bisognosa di tutto, hanno trovato spazio anche i saggi e antichi rimedi della nonna.
In mattinata si era presentata al Dr Sergio, il chirurgo messinese trapiantato a Milano, una ragazza di 12 anni di età con un violento dolore all’orecchio che la faceva soffrire vistosamente. Come risolvere questa relativa urgenza senza mezzi tecnici adeguati? A Sergio è venuta prontamente l’idea di realizzare sul posto un candelotto con stoffa e cera da inserire nel condotto uditivo esterno della malcapitata per poi accendere l’estremità opposta con del fuoco; in modo tale avremmo deterso il canale uditivo della piccola ricolmo di cerume. Ma come essere certi della buona riuscita dell’idea realizzata in loco? Occorreva ovviamente la tecnica di realizzazione, e per questa Sergio ha velocemente approntato il cono cerato con una parte di garza da medicazione; mancava solo la sperimentazione in vivo, ed allora chi meglio che il Dr George si poteva prestare per tale esperimento? Così, con la testa appoggiata su di un banco della scuola, le Suore che facevano da “protezione celeste” all’esperimento, e con i volontari pronti all’emergenza dotati ciascuno di un bicchiere ricolmo di acqua, il Dr Sergio appiccava il fuoco alla garza inserita nell’orecchio del Dr George. Tutto è andato nel migliore dei modi, tanto che nel pomeriggio la manovra è stata ripetuta sulla ragazzina con esito favorevole.
Di ritorno da una breve passeggiata nei pressi della missione delle Suore, ci siamo avventurati nell’assaggio dell’acaregé (che fa rima con il geghegé di senegalese memoria) sorta di polpetta fritta in un olio nero di dubbia natura, ricolma di verdure, gamberetti e peperoncino, i cui effetti “salutari” vi verranno raccontati domani da noi stessi intrepidi sperimentatori.
Buona notte in questa splendida nottata brasiliana con un cielo finalmente stellato.
26 Maggio 2010
Felici fin dal mattino trovando una de-nutrita folla ad attenderci davanti all’ingresso della nostra sede operativa, rimboccate le maniche, abbiamo iniziato con lena a svolgere la nostra attività sanitaria così produttiva tanto da aver ridotto al lumicino le scorte dei farmaci portati dall’Italia. Il farmacista locale, amico delle Suore, è ovviamente ben felice di rispondere prontamente alle nostre richieste, rifornendoci in breve tempo dei medicinali occorrenti che H.H.P.P. al termine della missione gli rimborserà.
Fra i casi particolari annoveriamo il ripresentarsi della “piccola” quindicenne di 105 Kg di peso che oggi lamentava mal di gola e che non abbiamo compreso a pieno se venga per farsi visitare dal giovane Dr Sergio o per mangiare le caramelle che il buon Giovanni non nega a nessuno al termine della visita medica. Una donna di 70 anni di età con una voluminosa massa addominale molto sospetta per malattia neoplastica, che la Dr.ssa Annalisa non ha potuto fare altro che indirizzare al locale ospedale pubblico per l’essenziale ecografia e il conseguente intervento chirurgico. Il Dr George ha visitato un bimbo di 4 mesi di vita affetto da una importante forma di bronchite asmatiforme febbrile; alla mamma del piccolo, dopo aver consegnato la necessaria terapia medica, ha consigliato di ritornare sabato prossimo per un doveroso controllo evolutivo della malattia.
Il clima come sempre ci ha regalato momenti di cielo limpido con sole accecante e altrettanti di nuvole intense cariche di pioggia.
A fine serata 160 sono state le visite mediche effettuate per la soddisfazione di tutti noi volontari in Brasile.
A cena, le Suore ci hanno riservato una fantastica sorpresa: LA PIZZAAAAAA!!!
Ce la saremo meritata?
A voi l’ardua sentenza.
27 maggio 2010
Buongiorno a voi nostri lettori!
La mattinata è iniziata con la solita colazione che stamani per qualcuno di noi ha avuto una simpatica variante. Come vi ricordate ieri sera vi avevamo lasciato con la piacevole sorpresa della pizza realizzata dalla nostre amorose Suore Indiane in Brasile. Stamani cosa ha pensato il goloso siculo Dr Sergio? Che niente impediva di fare una ottima colazione con i 2 pezzi di pizza rimasti da ieri sera; ecco così che mentre gli altri componenti del gruppo guardavano invidiosi chi con semplicità aveva manifestato il proprio sincero gastronomico gradimento, Sergio si gustava quel piatto esclusivo e prelibato (che penserà di questa notizia la famiglia del Dottore che tanto si è prodigata per educarlo nel migliore dei modi?). Il gruppo al completo è concorde nell’affermare che la simpatia e la dedizione di Sergio gli fanno “perdonare” i suoi peccati di gola.
Dopo colazione pronti via! Al lavoro!
Ci si è presentato subito il caso di un ragazzo con un importante infezione alla mano destra causata dal lavoro a mani nude nei campi. Il poveretto non riusciva nemmeno a chiudere la mano per il gonfiore e il dolore! Abbiamo pertanto iniziata una terapia antibiotica con ottimo beneficio già a partire da alcune ore dopo l’iniezione.
Al Dottor Sergio è venuta in visita una ragazza di 13 anni con in braccio un neonato..la sorpresa è stata venire a conoscenza del fatto che la bimba in realtà era la mamma!! Purtroppo casi di questo tipo non sono per niente infrequenti nella realtà brasiliana.
Nel pomeriggio abbiamo incontrato tutti i bambini adottati a distanza dalle famiglie italiane. Abbiamo scattato loro molte foto colorate e consegnato tanti pensierini. In nostro onore i bambini della scuola di ballo delle Suore ci hanno deliziato con una coreografia di balli brasileri.
La giornata si è conclusa con una coloratissima e spettacolare messa durante la quale piccoli angeli hanno incoronato la statua della Vergine tra canti e musica proveniente da batterie e chitarre elettriche!!
Stanchi ma entusiasti ci corichiamo, pronti per la missione di domani a Salvador con sveglia alle 5.30!
A domani Italia!
28 Maggio 2010
Oggi trasferta del gruppo H.H.P.P. a Salvador de Bahia per aggiornare le schede dei bambini adottati a distanza e controllare il loro stato di salute.
Sveglia tutti puntali alle 5.30 del mattino, per fare una breve colazione e partenza alle 6.00 in punto.
Viaggio nella confusione più caotica del traffico automobilistico dell’ora di punta per coloro che vanno al lavoro, in autobus, in moto e in auto. All’arrivo, saluti affettuosi con le Suore di stanza a Casa Belem, e come primo appuntamento siamo andati a trovare un affezionato assistito dell’associazione, quel Reginaldo, ragazzo spastico ed epilettico dopo aver subito un colpo di pistola in testa alcuni anni orsono, ed al quale ogni anno portiamo le necessarie medicine antiepilettiche. La visita a questo disgraziato è stata l’occasione per conoscere e per rivivere l’esperienza della vista quotidiana degli abitanti delle favelas di Salvador. Sporcizia che la fa da padrona per ogni dove, case che non sono case ma insieme di mattoni scalcinati murati alla rinfusa; interni che a tutto assomigliano fuorché a luoghi dove si possa vivere, ad un livello igienico inferiore ai nostri standard per autorimesse, garages, pollai o semplici stalle per animali domestici. In questa realtà passa le proprie giornate, seduto in terra perché il suo letto è occupato dal fratello noto spacciatore e tossicodipendente, Reginaldo che con uno sguardo per niente presente, ha fatto una smorfia di sorriso quando il Dr George ha consegnato alla mamma le medicine portate dall’Italia.
Dopo questa full immersion nella super povertà delle favelas locali, via di ritorno a Casa Belem, dove siamo stati sommersi dall’amore e dalla gioia dei bambini della scuola e da quelli adottati a distanza. Non tutti stanno nel migliore dei modi, qualcuno è anche ammalato grave, ma l’aiuto costante dell’adozione a distanza è sicuramente un patrimonio insostituibile per ciascuno di loro.
Nel pomeriggio breve tour turistico nel centro di Salvador dove i neofiti hanno potuto ammirare le bellezze architettoniche locali e subito dopo tutti insieme siamo andati a fare acquisti delle ciabatte hawaianas che i nostri affezionati sostenitori in Italia, annualmente aspettano con gioia.
Giornata molto stancante per tutti ma piena di mille soddisfazioni!
29 Maggio 2010
La mattinata è iniziata in modo un po’ diverso accompagnando le Suore a fare spesa al mercato di Candeias: un’esplosione di colori e di vita reale che ha affascinato i nostri volontari.
Al ritorno una folla vera e propria era ad attenderci davanti l’ingresso del nostro improvvisato ambulatorio; lavoro continuo interrotto solo per il pranzo e fine serata con un resoconto di 181 visite. Fra i casi più particolari da segnalare che il Dr Sergio ha ricontrollato il giovane con la grave infezione alla mano, il quale purtroppo dopo un iniziale miglioramento è nuovamente peggiorato. Intensificazione delle cure ed appuntamento a domani e lunedì mattina per seguire l’evoluzione della malattia. La Dr.ssa Annalisa ha visitato la paziente più piccola dell’intera missione, solo 13 giorni di vita, con un evidente e profondo eritema da pannolino, forse perché lo stesso non viene cambiato regolarmente tutte le volte che la piccina si sporca. Al Dr George , per contrappasso, è toccata la paziente più anziana fra tutte quelle visitate, un’arzilla vecchietta di 96 anni, che peraltro appariva in ottima salute. Giovanni, dal momento che oggi era l’ultimo giorno di ambulatorio, ha elargito a manica larga (forse anche senza manica!) regali a tutti i bambini che si sono presentati nella giornata. Rita come al solito ha immortalato in modo perfetto la nostra attività con delle foto fantastiche oltre all’essenziale lavoro in farmacia. Paolo dal conto suo, impegnato nella registrazione delle schede sanitarie, dal momento che non è riuscito a terminare il proprio compito, si è proposto di portarsi il lavoro a casa e concluderlo in Europa.
Molto stanchi, ma soddisfatti del lavoro svolto, i nostri volontari vanno volentieri a letto come le galline per ritrovarsi domani, domenica.
Buona notte , o meglio buon tardo pomeriggio dal momento che sono appena le 21.30 ed alcuni di noi, pur facendo finta di stare svegli, stanno già dormendo.
30 Maggio 2010
E’ Domenica anche per i volontari di H.H.P.P.
Con mezzi di fortuna, un vecchio pulmino Volkswagen, ci siamo diretti, insieme a tutte le cinque Suore ed alle sei aspiranti religiose, alla vicina spiaggia di Madre de Deus (sarà un caso, ma anche la spiaggia possiede un nome religioso).
Qui sotto un sole infuocato ci è apparsa una spiaggia oceanica dove un considerevole numero di brasiliani trascorreva la sua giornata festiva.
Come è frequente vedere in Brasile, sulla spiaggia c’erano gruppi di ragazzi che giocavano animosamente a calcio. Secondo voi sarebbe stato possibile che i “giovani” volontari Paolo e Sergio si lasciassero scappare l’occasione di cimentarsi a nome di H.H.P.P. contro il “resto del mondo”? La risposta è ovvia tant’è che dopo pochi secondi erano già scesi in campo. Ma chi saranno mai questi brasiliani maestri del calcio? L’agonismo italiano ha colpito ancora una volta tanto è vero che alla fine Paolo si è sciolto in una dichiarazione relativa ai prossimi Mondiali di Calcio: “Ci tocca vincere ancora i Campionati del Mondo se i nostri avversari saranno così mosci”.
Terminata la parte ludica della passeggiata, ci siamo recati tutti insieme ad una Churrascaria (tipico ristorante a menù di carne) per consumare un ottimo pranzo.
Il cibo ha riempito il nostro stomaco, mentre la gioia sprigionata dai volti delle Suore e delle aspiranti ci ha pienamente colmato il corazon.
Rientrati a “casa” abbiamo iniziato la manovra di rientro risistemando tutti i materiali sanitari e non che rimarranno qui in Brasile o riporteremo in Italia.
Parlando dell’attività sanitaria svolta, abbiamo quantificato in un totale di 710 le visite effettuate, potendo affermare con orgoglio che nessun paziente che si è presentato alla nostra attenzione sia, se necessario, tornato alla propria dimora a mani vuote. Domattina ci aspettano le ultime incombenze burocratiche prima di iniziare il lungo rientro nella nostra amata Patria.
Buonanotte Italia.
31 Maggio 2010
Ecco che oggi il sole caldo che di prima mattina invade già le nostre piccole camere a Candeias, illumina l’inizio dell’ultima giornata in terra brasiliana della missione sanitaria di H.H.P.P. Onlus; i giorni, anche se brevi, sono stati molto intensi, sia dal punto di vista dell’attività quotidiana che di quella emozionale.
La giornata è dedicata alla rifinitura della preparazione delle valigie per il rientro in Italia ed alla consegna, con la relativa spiegazione alle Suore, dei medicinali rimasti, utili nel prossimo futuro per le esigenze sanitarie della popolazione locale.
Con nostra somma sorpresa, anche perché è la prima volta che succede da quando sono iniziate le missioni sanitarie dell’Associazione in Brasile, si è presentata una signora come portavoce dell’intera comunità del quartiere di Malembà della cittadina di Candeias (dove sono localizzate le strutture delle nostre Suore Francescane di Ognissanti), con un regalo molto particolare e significativo per ciascuno di noi a ringraziamento per quanto avevamo fatto in questi giorni per i poveri locali: una piccola statua in ceramica della Madonna dos Povros de Candeias (venerata nella Chiesetta locale). Non abbiamo certo bisogno di esprimervi la nostra estrema commozione nel ricevere questo dono, ed i nostri cuori si sono ricolmati di tutto quell’amore che gli occhioni neri dei bambini ci hanno trasmesso in questi giorni.
Verso le 19.00 partenza verso l’aeroporto di Salvador, dove in perfetto orario ci siamo imbarcati sul nostro volo per Roma per iniziare la lunga giornata del rientro a casa. A Salvador abbiamo salutato i compagni milanesi Sergio e Annalisa che avrebbero preso un altro volo per Milano. Ultimi saluti, con qualche lacrimuccia alle Suore e via nei meandri aeroportuali per il disbrigo di tutte le solite pratiche burocratiche e amministrative.
Dopo lo scalo a Lisbona ed il successivo volo per Roma, siamo arrivati nella nostra capitale anche qui in perfetto orario, salutati, oltre che da più di 1 ora di attesa per il ritiro dei bagagli imbarcati, dalla solerzia ed il sorriso degli amici Maurizio e Simonetta Vannelli, che come alla partenza, si sono sobbarcati il viaggio da Montecatini a Roma e ritorno, per permetterci un rientro sereno e tranquillo senza l’assillo della guida in autostrada.
Come i nostri più affezionati lettori ben sanno, a questo punto della missione è il momento delle considerazioni finali che ciascun componente del gruppo rilascia e delle quali facciamo seguito:
ANNALISA
Esperienza indimenticabile !!!
I Brasiliani ci hanno accolto con grande entusiasmo e salutato con riconoscenza ed affetto, le Suore sono meravigliose come tante mamme pronte ad aiutarci e consigliarci.
Siamo diventati una grande famiglia, porterò sempre nel cuore il dolce sorriso dei tanti bimbi visitati. Grazie H.H.P.P.
GIOVANNI
La missione e´ finita ed io sto preparando la valigia per tornare a casa. Dentro però non ci sto mettendo solo le mie cose personali e materiali, ma anche quello che ha lasciato dentro di me questa esperienza vissuta in Brasile: una moltitudine di sensazioni, di visioni di gente che abita in baracche di legno e fango o tra muri costruiti alla meglio, e crede di abitare in una casa.
Ci sono dentro la mia valigia, tanti volti di bambini sorridenti tra le braccia dei nostri Dottori premurosi, ed ancora giovanissime mamme, da far fatica a crederle tali, con il loro bambino tra le esili braccia.
Dentro ci sto mettendo anche il sorriso delle nostre Suore ed aspiranti Suore, un sorriso che ci ha accolto al nostro arrivo e non ci ha mai abbandonato ed alle quali, per avermi fatto sentire in famiglia, va il mio grazie più sincero. Aggiungo ancora il ricordo dei miei amici con i quali ho condiviso questa missione, questi giorni tutti vissuti a favore dei più bisognosi e dei più poveri, opere buone da presentare un giorno quando sarò chiamato a rendere conto della mia vita e questo mi rende felice e mi appaga. Grazie a Voi tutti.
PAOLO
La vastità del nostro pianeta si riduce man mano che gli aerei diventano più veloci, le notizie più immediate e la globalizzazione ci rende uguali.
Detto in Italia appare scontato, logico, banale, ma qui in Brasile la logica s´interrompe. L´immaginario, che una specie animale (l´Uomo) si evolva unitariamente in una direzione così come Darwin ci ha fatto credere qui non e´ sostenibile. Affermo questo perché il livello di vita, la qualità della stessa, che abbiamo toccato con mano, sono fuori dai nostri percorsi mentali, sembra appunto una direzione diversa. In Italia non si fanno quattro figlie con quattro partners diversi, in Italia non si tollera che la propria figlia diventi madre a tredici anni, in Italia non si tiene un epilettico seduto sul nudo cemento, non si stupra la figlia del vicino, non si soffre di parassitosi intestinale da un anno all´altro, ma non si riempiono neanche le Chiese (come se fosse Pasqua) ogni giorno.
Io non riesco a valutare queste scene di vita con il solo apporto dell´educazione che ho ricevuto: non mi e´ sufficiente. Sono per me paradossi. Paradossi che fanno pensare che il Globo si unifica sotto un profilo economico, ma non certo filosofico. Tant’è che i Brasiliani sembrano vivere sentimenti diversi dai nostri o è la fame che mangia la loro sensibilità.
Sarebbe facile salire sullo scranno del giudice.
Ma questa e´ l´Umanità.
Ed e´ difficile far del bene a chi non si condivide, a chi non ci piace, a chi non se lo merita.
Il Dr George e le Suore invece sono maestri del come si deve avvicinarsi al prossimo, spero mi siano illuminanti per il futuro.
Del resto tutto il gruppo formatosi e´stato speciale ed ognuno ha trovato il suo naturale spazio senza averne parlato.
Avevo dei forti dubbi sui due dottori milanesi (chissà che puzza sotto al naso), ma appena ho conosciuto il Dottor Sergio messinese e terrone ho capito che fra noi sudisti sarebbe nata amicizia; la moglie brianzola doc, gradevolissima, penso che abbia subito l´influenza benevola del marito. Inoltre ringrazio Giovanni per la sua riservata, sensibile, amabile presenza.
Grazie alle Suore dell´ospitalità genuina.
RITA
Finalmente la mia prima vera Missione operativa.
Si, in effetti, precedentemente l´India ed il Senegal avevano avuto un sapore diverso essendo rispettivamente impegni l´uno volto alle burocratiche mansioni per l´adozione a distanza, l´altro esplorativo. In Brasile ho visto i dottori all´opera e soprattutto i numerosi pazienti che hanno letteralmente invaso i nostri studi (il teatro della locale scuola).
Bene, mi ha fatto toccare con mano l´intervento diretto su chi ha bisogno: di medicine, di cure od anche il solo parlare con un medico visto che in questo Paese la sanità pubblica langue. Così mi sono sentita partecipe, più attiva anche se il mio ruolo di ´´farmacista´´ è stato acquisito sul campo.
La positiva permanenza a Candeias si è macchiata però al momento delle visite alle favelas locali. Non mi è bastato il vaccino di Calcutta né quello delle banlieux di Dakar per rimanere immune al livello di vita (faccio per dire) delle favelas. L´immaginazione non basta o meglio le mie parole non daranno mai un senso alla vita senza senso che ho visto. La sporcizia è evidente, ma è il valore, che quando sei lì, ti tocca marginalmente: sono altre le ferite che ti si aprono; forse è la promiscuità che non intendo bigottamente sotto un profilo sesso/peccato, ma la promiscuità di tutto, gli onesti che vivono accanto ai disonesti, i timorati di Dio accanto ai peccatori, i lavoratori agli scioperati, le prostitute alle madri di famiglia, gli sporchi ai puliti, tutto insieme, tutto diverso, ma indistinguibile: promiscuo!
Mi sono scoperta una sindrome da favela.
Ringrazio il gruppo, con questo termine intento tutti: i volontari italiani, le Suore indiane, le aspiranti Suore brasiliane che veramente hanno fatto GRUPPO, quello vero quello delle squadre che vincono, quello delle soluzioni e non dei problemi.
In tre parole riassumo la mia missione brasiliana: alla prossima volta. Grazie a tutti.
SERGIO
E siamo arrivati alla conclusione della missione.
Non avendo mai vissuto un´esperienza simile non nascondevo una certa titubanza a prenderne parte, mi sono dovuto totalmente ricredere!!!!
La gioia di vivere della gente, il calore, l´affetto dimostrato nei nostri confronti, le amorevoli attenzioni delle Suore e la coesione del gruppo, non ha pari. Squadra che vince non si cambia la prossima missione se fosse possibile la rifarei con gli stessi volontari con i quali oltre ai doveri ho condiviso i piaceri.
Qui sì che ci si sente veramente utili nello svolgere la professione di medico ed ora non vedo l´ora di ripartire per un´altra avventura. Grazie
DR GEORGE
Ed eccoci di nuovo, affezionati lettori dei diari delle missioni della nostra H.H.P.P. , al termine di questa nuova avventura sanitaria in terra straniera.
Sono felicissimo ancora una volta di come il nostro lavoro si è svolto in modo semplicemente completo, di come la comune volontà di aiutare queste disgraziate persone abbia fatto sì che persone che fino ad ieri si conoscevano appena, siano diventate un gruppo unito e solidale in ogni momento della giornata. Ci ha provato la maledizione del locale Montezuma Sudamericano a provare a fiaccare la forza e volontà del nostro gruppo; non che il ricorso quasi continuo al gabinetto abbia ritemprato le forze soprattutto di chi orgogliosamente è giusto e reale definire nonno, ma il desiderio superiore di aiutare chi vede in noi l’unica occasione annuale di rivolgersi ad un medico, ci ha dato la forza di continuare con impegno ed affetto la nostra attività.
Anche questa volta tornando in Brasile ho trovato l’ambiente pieno d’amore e di disperazione che in questi ultimi 6 anni ho imparato a conoscere, ma l’amore che tutte le persone che incontro e che l’anno successivo mi salutano come un loro caro fratello, mi riempiono il cuore di quella sincera gioia che solo questa realtà umanitaria può donare.
Grazie Suore in Italia e in Brasile per tutto l’amore e il sostegno che costantemente mi date; grazie a voi tutti che ho incontrato in questi giorni di missione in Brasile e che spero di aver aiutato nel migliore dei modi; grazie a voi miei stupendi compagni di viaggio che con la vostra singolare maestria e comprensione avete, tutti insieme e singolarmente ciascuno, dato forza all’anziano del gruppo ed alla sua testarda determinazione; grazie a tutti coloro che in ogni modo ci sono vicini e si prodigano in Italia per la raccolta fondi a favore dell’Associazione e partecipano alle iniziative destinate allo scopo; grazie alla mia unica cara Beatrice insostituibile sostegno e sprone per questa nostra comune attività umanitaria.
Adesso che siamo tornati alle nostre case ed il calore umido e soffocante brasiliano sta abbandonando lentamente la nostra pelle, nel nostro cuore non scenderà mai l’oblio per quei poveri bambini della nuova favela di Candeias, per i quali speriamo di poter realizzare qualcosa di veramente concreto.
Ancora una volta, con la positiva conclusione di questa 25° missione sanitaria e umanitaria, H.H.P.P. Onlus ha mantenuto fede alla fiducia che tanti volenterosi e generosi sostenitori hanno riposto in noi, ma soprattutto siamo sicuri di avere mantenuto l’impegno verso la povera gente dando ancora una volta tutti noi stessi nell’impegno quotidiano.
… e non è certo finita qui!!!
Alla prossima missione di H.H.P.P. Onlus!