5° in India-Ott 2006

Dal 04.10.2006

Obiettivi:
Visite complete agli abitanti dei villaggi e vaccinazioni per 700 bambini.
Contatti con le autorità locali e con i costruttori per avviare la costruzione di un ampliamento dell'ospedale ginegologico di Thullur gestito dalle Suore Francescane di Firenze.

Partecipanti:
Medici: Dr. Giorgio Martini (medico generico) - D.ssa Luciana Biancalani (pediatra) - D.ssa Gabriella Ravalli (pediatra)
Volontari: Cinzia Spagnolo (farmacista) - Laura Baracchi (infermiera) - Riccardo Gennai - Sergio Rastelli - Elisabetta Sarti

DIARIO GIORNALIERO


4 Ottobre 2006
Oggi è la giornata di commemorazione del Patrono d’Italia San Francesco e quale giorno migliore per i volontari di H.H.P.P. Onlus per iniziare questa nuova missione sanitaria in terra indiana?    Quando questa mattina alle 05,30 le sveglie con i loro squillanti inesorabili richiami hanno  fatto sobbalzare i missionari, nessuno è rimasto a poltrire nel proprio comodo letto perché sapeva che, dopo tanti preparativi, era arrivato il  momento della partenza. I bagagli erano stati preparati con cura; tutto il necessario per effettuare una missione di tipo sanitario era stato portato al seguito concordemente fra tutti; non erano stati dimenticati i giochi, importanti e  necessari complementi per far stupire di gioia i bambini che si incontreranno in questi giorni.   Con l’animo pieno di mille pensieri positivi abbiamo iniziato questa nuova avventura.    Piccolo contrattempo alla partenza da Montecatini dove, per un malinteso il piccolo autobus che ci ha portato a Roma è arrivato con quasi un’ora di ritardo , ma poi finalmente per Cinzia, Elisabetta, Laura, Riccardo, Sergio e il Dr George la partenza materiale è avvenuta – Piccole soste a Prato per far salire a bordo   la Dr.ssa  Luciana  e ad Arezzo dove ci aspettava   la Dr.ssa  Gabriella  .   Un doveroso ringraziamento all’amico Maurizio Vannelli del Garage Olimpia di Montecatini Terme che fraternamente ci ha accompagnati con il piccolo autobus a Roma sobbarcandosi anche il viaggio di ritorno da solo.    Quanti sentimenti avranno affollato gli animi dei nostri 8 viaggiatori durante l’avvicinamento a Roma? Per Elisabetta, Luciana e Riccardo è il ripetersi di una esperienza indiana già vissuta a Gennaio 2006; per Cinzia e Gabriella si aprirà un nuovo scenario umanitario dopo aver vissuto quello del Brasile nel Maggio 2006; per Laura e Sergio l’esperienza sarà completamente nuova, avvicinandosi loro per la prima volta ad una realtà umanitaria – missionaria come quella di H.H.P.P. Noi tutti siamo sicuri che, vista la loro profonda sensibilità, non deluderanno le nostre aspettative e il loro sogno; per il Dr George è ritornare nei luoghi che lo hanno visto per la prima volta, 10 anni orsono, iniziare il percorso di aiuto alle popolazioni più deboli. Questo percorso lo ha portato oggi, grazie all’impegno insostituibile di tutti i volontari, alla realizzazione di tutto quello che di positivo ha fatto l’Associazione in questi 3 anni e mezzo di esistenza. Il suo cuore non può non riassaporare, oggi che riparte per Thullur, tutto quel turbinio di sentimenti e sensazioni che provava quando da solo, ma con l’aiuto insostituibile di Sr Jain, visitava gli abitanti dei poveri villaggi dell’Andhra Pradesh dentro una piccola  Chiesa, unico locale adatto dove poter improvvisare un ambulatorio.  Riuscirà a ritrovare quella piccola bimba che teneva in braccio nella foto davanti all’improvvisato ambulatorio e quella ragazza adolescente con un grosso cheloide cicatriziale sulla parete anteriore del torace?
In cuor suo spera proprio di sì e le ore che lo separano dalla realizzazione di questa speranza sembrano interminabili anche ora che l’aereo Airbus 700 della Qatar Airways sta volando sopra il cielo della penisola arabica. Arrivo a Doha , capitale dello Stato del Qatar (nonostante la partenza in ritardo di circa 1 ora da Roma Fiumicino) in perfetto orario; qui full immersion nei costumi, nei colori e … negli odori arabi che colpiscono non poco i nostri viaggiatori .
A Mezzanotte e 35, ora locale, ci imbarchiamo su di un A 320 della stessa compagnia aerea destinazione Hyderabad, capitale dello Stato di Andhra Pradesh . Qui troveremo ad accoglierci la onnipresente Sr Jain che non ci ha voluti lasciare soli allo sbarco in terra indiana con tanti bagagli (anche questa volta siamo riusciti a portare la bellezza di 12 valige e 16 bagagli a mano) sobbarcandosi un viaggio in jeep di almeno 10 ore andata e ritorno.



5 Ottobre 2006
Alle ore 07,30 indiane, sbarco all’aereoporto internazionale di Hyderabad; fortunatamente tutti i bagagli sono arrivati e, sbrigate le incredibilmente veloci pratiche burocratiche dell’immigrazione , siamo usciti dall’aereostazione dove abbiamo trovato ad attenderci Sr Jain con un sacerdote, l’autista che aveva guidato la jeep fin lì. Momenti di sincera commozione, presentazione dei 2 nuovi arrivati , consegna dei bagagli e via ognuno per la sua strada : Sr Jain in viaggio di ritorno a Thullur e noi a fare la carta di imbarco per Vijayawada. Qui siamo arrivati alle ore 11,30 locali dopo un tranquillo volo su di un ATR biturboelica ed uno scalo intermedio in una non meglio definita località. Ecco quindi che dopo circa 30 ore dalla sveglia in Italia siamo arrivati quasi a destinazione; ad attenderci abbiamo trovato la dolce Sr Agnese con il Sacerdote della Parrocchia di Thullur. Baci, abbracci e saluti di rito con consegna di fiori di benvenuto e la sorpresa di aver trovato ad attenderci Carlotta , la volontaria – clown che dal mese di Agosto sta portando avanti una propria esperienza di vita all’Assisi Baby Sadan, con Sr Elisabetta. Grande gioia per la nostra Elisabetta perché a sorpresa le 2 amiche si sono ritrovate e potranno trascorrere una parte della missione insieme. Il  viaggio verso Thullur, comodamente seduti sui sedili dello scuolabus della Scuola Media Superiore Mary Matha, è stato l’occasione per prenotare la realizzazione di una postazione internet nel Dispensario così da sentirlo ancora più vicino a noi, e soprattutto per far scorrere davanti agli occhi la cruda realtà di questa parte dell’India a chi ancora non c’era mai stato. Per il Dr George è stato come tornare alla casa missionaria di partenza; non dico che riconoscesse ogni curva della strada ed ogni costruzione sulla via, ma poco ci mancava e quando, all’arrivo al Mary Matha Convent, le Suore ci hanno festeggiato tutti con collane di fiori al collo e canti di benarrivati, la commozione è arrivata al culmine.
Sistemazione nelle comode camere a noi riservate, pranzo troppo abbondante e piccolo riposo in attesa dell’arrivo di Sr Jain per organizzare il camp sanitario. Nel pomeriggio abbiamo visitato i locali sanitari che ci ospiteranno per le visite, distribuendo le stanze ed i compiti per il giorno successivo. Nel frattempo è arrivata Sr Jain e contemporaneamente gli “esperti locali" per installare il collegamento ad internet e realizzare una postazione di computer completa di stampante e scanner che rimarrà in dotazione alle Suore. Alla fine della cena, quando la stanchezza faceva sperare a tutti di potere andare a letto, si è presentata l’inserviente cuoca del Convento con una sospetta frattura post traumatica del gomito destro. Tutta l’equipe sanitaria si è messa in moto confezionando con un cartone reperito su di un armadio una specie di stecca ortopedica  che con una benda elastica ha immobilizzato l’arto. Speriamo che stanotte tutta questa operazione serva ad alleviarle il forte dolore che l’affliggeva.
Scusateci ma, essendo in piedi da più di 40 ore, ci resta solo l’energia per augurarvi una buona notte.



6 Ottobre 2006
Prima sveglia in terra indiana dopo una notte di riposo per tutti. Dopo colazione ci siamo avviati al Dispensario dove ci attendeva la sistemazione e catalogazione di tutto il materiale portato con noi ; durante il lavoro di organizzazione degli ambulatori, sono arrivate molte persone,  tanto che abbiamo dovuto iniziare subito le visite. In una prima stanza si è sistemato il Dr George per visitare gli adulti con l’aiuto di Sr Jain ; in un’altra Gabriella e Luciana con la “traduttrice” Sr. Agnese per le visite ai bambini ; la farmacia gestita da Cinzia con l’addetta Sr Ancy ; la stanza vaccinazioni occupata dall’infermiera Laura ; Riccardo e Sergio alla postazione registrazione-computer nel corridoio e Carlotta ed Elisabetta utili in ogni dove ed impegnate a far sorridere i bambini con i loro giochi. Alla fine della giornata si possono contare n. 187 visite totali con n. 108 vaccini anti epatite B per i bambini . Fra i casi da segnalare  un uomo di 42 anni affetto da una grave forma di tubercolosi polmonare bilaterale già curata ma recidivata con tosse e febbre continua . Mentre lo Stato ha pagato le prime cure , la ricaduta è completamente a carico del paziente e, dal momento che la cifra necessaria per una triplice associazione di farmaci per la durata di tre mesi è 5000 rupie (100 euro), ci siamo impegnati a pagargli le cure per tutto il periodo. Ci siamo così resi conto che in questa parte di mondo 100 € fanno la differenza fra la vita e la morte. Due casi di denutrizione : uno pediatrico e una donna, le cui condizioni fisiche erano così scadenti da far sospettare l’ AIDS, che in questo stato è molto frequente. Fortunatamente gli esami effettuati immediatamente dalla Suora analista nel piccolo laboratorio del dispensario sono risultati negativi, evidenziando solo una grave anemia che speriamo venga corretta dalla terapia somministrata. Un ragazzo di 20 anni che all’inizio ha raccontato di avere dolori articolari in seguito ad una frattura, e successivamente anche se con reticenza ha confidato a Suor Jain di avere un gonfiore al testicolo destro. Dopo un attimo di imbarazzo, essendo assente il dr. George impegnato con il tecnico dei computer, Suor Jain Luciana e Gabriella hanno deciso di visitarlo, rilevando un testicolo molto ingrossato, duro e non dolente. Al ritorno della parte medica maschile alla quale la suora ha lasciato la decisione finale, concordemente il paziente è stato inviato dall’urologo per una ecografia e una eventuale biopsia, nel sospetto di una malattia tumorale. Il pomeriggio è stato “ravvivato” dall’arrivo di una gestante di aspetto giovanile, primipara a termine, con i dolori del parto . Dopo una ecografia ed una visita interna, eseguita dalla Ginecologa Sr Jain, che faceva rilevare una dilatazione di 3 cm , un monitoraggio che riscontrava un normale battito cardiaco fetale , dal momento che il peso stimato del feto arrivava a 4 Kg , la futura mamma ha deciso di rivolgersi all’ospedale , lasciando tutti col rimpianto di non aver visto nascere il primo “nipotino umanitario” di Thullur. La cena è stata interrotta dall’arrivo di una donna morsicata ad un piede da un serpente cobra , mentre era intenta ad espletare i propri bisogni fisiologici nel campo; il morso di serpente in questa zona dell’India accade purtroppo frequentemente ( 10 casi al mese circa nelle zone limitrofe al Convento). Come terapia medica Sr Jain ha somministrato un antiemorragico per bocca controllando periodicamente la coagulazione del sangue per 24 ore. Come terapia “popolare” ha praticato 3 incisioni a monte del morso applicandovi delle pietruzze nere che , si dice, assorbano il veleno. Speriamo che questa accoppiata di terapie salvi la paziente , senza entrare nel merito di quale sia più efficace. Questo ci insegna quanta sensibilità individuale sia necessaria , anche andando contro alle proprie certezze scientifiche , per conquistare la fiducia delle persone .



7 Ottobre 2006
Il diario odierno si apre con una bellissima notizia per l’H.H.P.P. : stamani Sr Jain ci ha comunicato che la piccola Neethu , la bambina cardiopatica di 10 anni per la quale in Gennaio  avevamo lasciato i soldi necessari per l’intervento di cardiochirurgia , è stata finalmente operata con successo , riempiendo i cuori della grande famiglia dell’Associazione di immensa gioia. Alle ore 09,00 cerimonia ufficiale : alla presenza di noi componenti della missione , delle Suore e di qualche centinaio di abitanti del luogo , è stata posta la prima pietra del futuro reparto ginecologico dell’Ospedale di Thullur , che sarà completamente finanziato  dall’H.H.P.P. Dopo la cerimonia abbiamo iniziato il nostro consueto lavoro di ambulatorio per un totale di  207 visite e 125  vaccini per epatite B ai bambini. Nei nostri improvvisati ambulatori pervasi da un caldo soffocante abbiamo riscontrato anche oggi alcuni casi particolari : un bambino di 4 anni gravemente ammalato per una anemia di Fanconi ( il midollo osseo non produce gli elementi del sangue in qualità e quantità ) con gravi conseguenze per la crescita e per la sopravvivenza stessa . Un bambino di circa 3 anni con una grave cardiomegalia ( ingrandimento del cuore ) documentata solo da una radiografia del torace e per il quale l’associazione ha provveduto a finanziare un controllo cardiologico completo. Un ragazzo di 16 anni con un ingrossamento notevole di tutta la gamba destra così evidente da far sospettare la presenza di una forma tumorale ; abbiamo immediatamente richiesto una radiografia e vi faremo sapere il risultato . Un uomo di 40 anni gravemente claudicante a causa di una frattura di femore dislocata ( documentata con una Rx ) ma non riposizionata in modo corretto , così che adesso la gamba è più corta di parecchi centimetri . Infine , non certo per importanza , una ragazza di 20 anni , in stato di gravidanza da pochi mesi che è venuta a confidarci il proprio desiderio di abortire, chiedendoci di aiutarla . Al nostro fermo rifiuto a questa sua richiesta , la futura mamma ha addotto come motivazione la presenza di una cardiopatia . In effetti la visita medica evidenziava un soffio cardiaco . A questo punto tutti concordi abbiamo deciso di comportarci così : inviare la ragazza da un cardiologo per chiedere se la cardiopatia fosse o meno compatibile con la gravidanza e lasciando a lui la decisione. Nel caso in cui la gravidanza possa essere portata avanti senza pericolo, l’H.H.P.P. ha promesso il sostegno per le cure mediche ed i farmaci durante i rimanenti mesi di attesa e l’adozione a distanza immediata del bimbo dal momento della nascita. Nelle ultime ore del pomeriggio , tutti a bordo dello scuolabus per un tuffo nella realtà indiana, ovvero nel caos indescrivibile di Vijayawada. Domani , domenica anche in  queste terre tropicali, è giornata di riposo e  …



8 Ottobre 2006
Oggi, domenica, ci siamo alzati più tardi : in programma la visita ai templi induisti e buddisti. Siamo arrivati alla cittadina di Amarapathi dopo circa 1 ora di viaggio sul nostro scuolabus e qui abbiamo visitato il museo che raccoglie i reperti – STUPA – del tempio di Buddha del 300 a.c. Visita molto interessante e molto “caliente” per le condizioni metereologiche ( 38° C e 97% di umidità ). Sosta ristoratrice a base di noci di cocco e partenza per il tempio del grande Buddha . Qui abbiamo trovato una  costruzione incompleta sormontata da un immensa statua del Buddha . All’interno abbiamo potuto ammirare l’opera di un artista del luogo intento a modellare bassorilievi raffiguranti scene sacre della vita dell’illuminato. Seconda tappa il grande tempio induista di Amarawali , ricco di colori e musiche , dove abbiamo partecipato, unici europei in mezzo a centinaia di indiani ,ad una cerimonia rituale di offerta al dio. Dopo pranzo siamo andati a piedi a conoscere la realtà della vita quotidiana del villaggio di Thullur : la povertà si manifesta ad ogni passo . Gli uomini e gli animali , dai gatti ai cani ai bufali ai maiali , convivono materialmente sotto lo stesso tetto , se di tetto di può parlare essendo realizzato con foglie di palma da cocco .  Molti abitanti del luogo ci hanno calorosamente e con orgoglio invitati a visitare le loro case : locali unici senza alcun conforto , un pagliericcio all’aperto per dormire , una unica pentola su quattro pietre a far da braciere , un contenitore di pietra per la conservazione dell’acqua trasportata a braccia da molto lontano , e fogne a cielo aperto … I bambini che a frotte, scalzi e denutriti, ci correvano incontro per la gioia di una fotografia, hanno rafforzato in noi la consapevolezza dell’importanza del progetto Jeevan di adozioni a distanza , l’unico modo per garantire loro il mimino indispensabile per vivere. Allo stesso modo, la visita all’Ospedale Pubblico è stata un’ulteriore conferma dell’utilità dell’impegno sanitario dell’H.H.P.P. sia come volontari nei camp sanitari , sia come promotori nella realizzazione di strutture di accoglienza e di cura. I bambini di Thullur confidano in voi …



9 Ottobre 2006
In mattinata l'attività sanitaria non si è svolta al dispensario ma in trasferta al villaggio di Mandadam distante circa 30 minuti di scuolabus dal convento. L'accoglienza è stata come sempre molto affettuosa con il dono a ciascuno di noi di ghirlande di fiori freschi preparate ad arte. Il medical camp è stato allestito all'interno di una struttura della diocesi: i tre medici hanno visitato in un'unica sala, un'altra stanza era adibita a infermeria, per le vaccinazioni, e a farmacia; nell'ingresso le postazioni per la registrazione delle visite (il punto d'appoggio dei computer era una barella) e l'intrattenimento dei giovani pazienti.
Rientro in convento per un pranzo veloce e subito dopo ci aspettavano i bambini della Mary Matha School per le consuete vaccinazioni, ma non sono mancati casi urgenti: un uomo di 75 anni in condizioni molto precarie è giunto al dispensario accusando un fortissimo mal di stomaco che durava da circa 6 mesi; abbiamo immediatamente eseguito un prelievo del sangue che ha evidenziato dei valori molto bassi di emoglobina (Hb 5.6 Valore normale locale circa 12 Hb) che facevano sospettare una emorragia da tumore dello stomaco. Dopo aver praticato la necessaria terapia medica di urgenza , lo abbiamo indirizzato al ricovero presso l'Ospedale di Guntur.
Un altro caso urgente è stato quello di un ragazzo della scuola che, per una caduta rovinosa, si era procurato una vistosa e profonda ferita alla gamba destra  che ha richiesto alcuni punti di sutura. Nel complesso della giornata sono state effettuate 236 visite e 140 vaccinazioni ; fra i casi particolari una bimba operata a Giugno di un'ulcera cronica alla caviglia , a cui non era stato rimosso un punto di sutura dalla ferita che si era infettato; alcuni bambini affetti da quadri respiratori rilevanti e un piccolo di 4 anni la cui madre riferiva che ancora non parlava, a cui abbiamo eseguito il test dell'udito con la campanella dell'offertorio. Con questa normale attività quotidiana, vi salutiamo calorosamente.    Qui India a voi Italia .  



10 Ottobre 2006
Alle ore 04,30 del mattino i volontari dell’H.H.P.P. sono stati svegliati dalla cantilena delle preghiere hindu che solitamente risparmiano le nostre orecchie fino alle 05,30. Alle ore 08,00 partenza per la seconda mattinata trascorsa nel villaggio di Mandadam per continuare l’attività di ambulatorio iniziata ieri; affluenza maggiore di bisognosi e bambini sempre più impazienti di palloncini e giochi. Nonostante il solito caldo afoso insopportabile abbiamo terminato il lavoro alle 14.00. Vari i casi particolari: un ragazzo di 19 anni affetto da paralisi degli arti inferiori come postumo di una caduta da un albero di cocco e, come se questo non bastasse, con il corpo pieno di ulcere da decubito, una delle quali in zona sacrale della profondità di circa 3 cm. Una ragazza di 25 anni con i postumi di poliomielite infantile ad un arto inferiore, così gravi da costringerla a spostarsi con l’uso delle mani e di una sola gamba. Altro caso una donna di 65 anni con una frattura del polso destro curata un mese fa steccandola con canne di bambù avvolte da stracci mai sostituiti dal momento dell’infortunio; Laura e Cinzia hanno dovuto insistere non poco per convincere la paziente a farsi sostituire la medicazione ,unica sua certezza sanitaria fino a quel momento . Sotto le “bende” è apparsa la cute del braccio macerata dal tempo, e dopo tutto il lungo lavoro di detersione  e nuova medicazione , la donna se ne è andata via molto contenta ringraziando tutta l’equipe sanitaria. A metà mattinata si è presentato un uomo di 52 anni, con una lesione al braccio destro che assomigliava ad una micosi della cute; un semplice colpo d’occhio di Sr Jain e la terribile diagnosi è stata: sospetta lebbra !  Immediatamente sono state avviate le pratiche per la denuncia e gli accertamenti del caso. Una ragazza con postumi di grave rachitismo  che presentava bassa statura e le classiche tibie arcuate a forma di sciabola, patologia che ricordiamo avere visto solo sui libri. Infine una “piccola”  paziente di 50 anni di età , 122 cm di altezza e 20 Kg di peso con una grave e cronica ferita ulcerata e infetta ad un piede. Smontato il camp sanitario per fare ritorno a Thullur la comitiva, salita bordo di una jeep, è partita sventolando la bandiera dell’H.H.P.P. seguita da una schiera di bambini festosi. Al Dispensario ci attendevano le ultime vaccinazioni degli studenti della Mary Matha School e i pazienti da noi precedentemente invitati per eseguire alcuni esami diagnostici ; uno per tutti un uomo di 75 anni affetto quasi sicuramente da Tubercolosi polmonare con una Ves di 104 (valori normali fino a 15). Con il solito entusiasmo che ci accompagna quotidianamente abbiamo effettuato 193 visite e 71 vaccinazioni ai bambini. La serata si è conclusa con il saluto caloroso a Carlotta, che rientra domani all’Assisi Baby Sadan in Kerala, da parte nostra e di tutte le Suore : N A M A S T E’   C A R L O T T A



11 Ottobre 2006
Sono le ore 21,40 nel refettorio del Convento di Thullur e gli animi dei volontari dell’H.H.P.P. sono ancora ricolmi di entusiasmo ed emozione; alle 18,50 nella “sala parto” del Dispensario è venuto alla luce il primo nipotino dell’Associazione in Andhra Pradesh . Un pargoletto di sesso maschile di Kg 2,250 lungo cm 44 con una circonferenza cranica di cm 32,5 bello e vitale è nato con il supporto di tutti noi : Laura a fianco di Sr Jain per aiutarla materialmente nell’espletamento del parto, Cinzia Gabriella Luciana e il Dr George in assistenza nella stessa sala parto, Elisabetta Riccardo e Sergio subito fuori della porta in attesa ansiosa. Il primo vagito è stato salutato da una ovazione dell’equipe al completo e un bel sorriso della puerpera. Il neonato , avvolto in un pezzo di vecchio sari portato dalla famiglia e posto in un recipiente di acciaio che ricorda la teglia per le lasagne, è stato subito visitato dalle nostre Pediatre e consegnato nelle mani della nonna; il padre, autista di risciò, è arrivato subito dopo il ritorno dal lavoro da Vijayawada. Questo avvenimento ha avvalorato l’idea di quanto l’impegno dell’Associazione per il costruendo nuovo Reparto Ginecologico sia di grande utilità per queste popolazioni. Comunque la mattinata non era stata meno ricca di emozioni: la sede delle visite era ubicata in una struttura “polifunzionale” dal momento che normalmente funge da Chiesa e scuola , oggi anche da ambulatorio ; il tetto era di lamiera che sotto il sole cocente indiano emanava un grande calore tale di surriscaldare in modo esagerato anche i computers. Gli alunni delle tre classi ci attendevano seduti ordinatamente sotto gli alberi, quasi più felici di fare i vaccini piuttosto che le lezioni. Il ritmo frenetico del nostro lavoro ( 239 visite e 120 vaccini ) è stato interrotto dall’arrivo di una ragazza di 20 anni, al 4° mese di gravidanza, che presentava i sintomi di un aborto spontaneo ; Sr Jain, dopo averla visitata su di una panca posta dietro l’altare sotto il crocifisso, ha deciso di ricoverarla a Vijayawada. Questi due avvenimenti contrapposti, un aborto e una nascita, ci fanno riflettere sulle inesorabili leggi della natura. Adesso che sono le ore 22,30 e la luce elettrica ci ha abbandonati, si va al lume di candela, e senza ventilatori siamo fregati …



12 Ottobre 2006
Giornata dedicata alle visite nel dispensario delle Suore; una folla oceanica ci attendeva già dalle prime ore del mattino, e questo ci ha creato qualche problema di “ordine pubblico”. La povertà e la disperazione sono tali da portare queste persone a travolgere anche i bambini pur di essere visitati; per tale ragione Riccardo e Sergio sono stati promossi sul campo  “security men”. Nonostante ciò siamo riusciti a svolgere il nostro lavoro per un totale di  153 visite e  52 vaccini. La prima obbligatoria e piacevole visita è stata quella al nostro nipotino appena nato; bimbo e mamma godono buona salute ed il piccolo comincia ad attaccarsi al seno. Fra i casi di oggi segnaliamo la piccola Vennela di 1 anno di età affetta da una cardiopatia congenita ( pervietà del setto interventricolare ) già programmata per l’intervento chirurgico ma mai avviata all’operazione per mancanza di fondi da parte della povera famiglia. Non è stato necessario neanche un secondo perchè tutti i componenti della missione decidessero di finanziare l’intervento del costo di circa 4.000,00 €.  Si è poi presentato un lattante di 6 giorni di vita portato dalla madre molto preoccupata perché il bimbo non si svegliava e non mangiava ; ad una prima occhiata presentava un colorito giallo-rossastro, era molto sonnolento e disidratato. Abbiamo effettuato subito un esame della bilirubina che ha confermato un grave ittero ; decisione immediata di ricovero del bimbo, sempre con le spese a carico dell’Associazione, per evitare le gravi complicanze fino alla morte. Tra gli adulti un’altra grave forma tubercolare alla quale abbiamo assicurato la terapia per 3 mesi consecutivi, ed un giovane padre di 26 anni emiplegico per una trombosi cerebrale. Nel tardo pomeriggio per “farci riposare” la infaticabile Sr Jain ci ha portati a visitare il grande tempio induista di Vijayawada dove, sotto il temporale e con i calzini a mollo, accompagnati da una musica assordante, abbiamo fatto il percorso dei pellegrini insieme ai numerosissimi indiani. Dal sacro al profano : frenetica corsa lungo le strade della città per l’acquisto di qualche ricordo per le nostre famiglie. Erano solo le ore 21,00 quando già tutte le strade, i ponti e persino uno spartitraffico, si erano trasformati in giaciglio per la notte di chi non ha neanche una capanna dove potersi riparare. E siccome la stanchezza sta arrivando ai gradi più elevati, vi salutiamo e buonanotte a tutti.         



13 Ottobre 2006
Quando alle 05,00 del mattino il gallo ha cominciato a cantare con quanta forza aveva nel gargarozzo, sotto la finestra della camera del Dr George e di Riccardo, a stento i due volontari dell’H.H.P.P. hanno trattenuto la loro voglia “soppressiva” del volatile, ricordando la natura umanitaria della loro missione. Anche nella camera vicina  Sergio, già sveglio, aveva gli stessi istinti. Alle ore 08,30 ci siamo avviati verso il dispensario e si è presentata ai nostri occhi una moltitudine di persone in attesa dall’agognata visita o meglio delle medicine gratuite. Anche oggi mantenere un ordine accettabile è stata per Sergio e Riccardo un’impresa ardua: grida, spintoni a non finire ed agitazione portata all’eccesso tanto che ad un certo punto una donna si è rinchiusa un dito nel cancello estensibile dell’ingresso, cercando di scavalcare la fila, nonostante fosse già stata visitata. Alla solita Sr Jain è spettato il compito di ricucirla con prontezza ed abilità. A fine mattinata, stanchi ogni giorno di più, abbiamo contato 116 visite e 33 vaccini. Fra i casi particolari, uno per tutti: un ragazzo di  18 anni, con cataratta bilaterale congenita e grave deficit psichico forse a causa di una infezione contratta dalla madre durante la gravidanza. Nei giorni passati Sr Jain ci aveva chiesto: “ Volete andare a visitare le Terme di Vijayawada?”. Anche se questo aveva sollevato qualche perplessità, il gruppo aveva accettato di buon grado e nel pomeriggio siamo saliti sulla jeep per la “gita ristoratrice”. Chi aveva portato appresso costume e ciabatte pensando già ad un massaggio ayurvedico, chi si immaginava una piscina dove potersi rinfrescare dal caldo opprimente . . . è rimasto con un palmo di naso ! Ci siamo ritrovati davanti all’ingresso del VIJAYAWADA THERMAL POWER STATION e, visti i vagoni ferroviari pieni di carbone, abbiamo cominciato ad avere dei sospetti su quanto volessero scaldare l’acqua delle piscine termali. Nel momento in cui in mezzo ad un grande parco è apparsa una immensa struttura metallica con nastri trasportatori, rumori assordanti e polvere di carbone per ogni dove, ci siamo resi conto “IMMEDIATAMENTE” che il nostro bagno sarebbe stato solo di sudore ! Era la Centrale Termica a carbone di Vijayawada!E con questo ... S I A M O   A L L A    F R U T T A  !



14 Ottobre 2006
Grande fermento in Convento per i preparativi per la vestizione delle nostre donne dell’H.H.P.P. con il classico sari per la rappresentazione di saluto preparata dai bambini della Mary Matha High School; non da meno gli uomini per i quali erano pronte la giubba e la sottana tradizionali. Dopo circa 1 ora di preparativi ecco tutti pronti e con passi non troppo disinvolti ci siamo avviati verso l’ingresso della Scuola. Solita superfestosa accoglienza con fiori ed applausi per tutti. Spettacolo con danze e musiche caratteristiche eseguito con applicazione e maestria da ragazzi e ragazze. Terminate le esibizioni, abbiamo proiettato a tutti i bambini un cartone animato della Walt Disney, suscitando gioia e sorrisi. Dopo pranzo ci siamo dedicati interamente alla raccolta dei dati dei bambini per il progetto Jeevan ; la visita ai villaggi vicini aveva già colpito la sensibilità di tutti noi per le condizioni di povertà estrema e ai limiti della sopravvivenza. Oggi, ancora di più, ascoltando le loro tragiche storie personali, abbiamo capito l’importanza dell’adozione a distanza che può garantire almeno una vita “dignitosa” a questi sfortunati bambini. Con le circa 1.200 rupie corrispondenti alla quota mensile di adozione , si può infatti garantire un aiuto sostanzioso per una famiglia media, considerando che con la paga giornaliera di 30 rupie un operaio locale dei campi, quando ha il lavoro, riesce ad assicurare un piatto di riso alla sua famiglia di 4 persone. Tutto il gruppo si augura che questi piccoli vengano adottati prima possibile perché possano anche loro sorridere alla vita come i bambini più fortunati. Alla prossima missione ci auguriamo di rivederli in condizioni migliori in virtù di questo segno di bontà. Le emozioni non sono finite con il calare del sole, dal momento che dopo cena Sr Jain ha fatto i ringraziamenti ufficiali e personalizzati per ognuno di noi e la comunità religiosa ci ha fatto dono di un piccolo ricordo. Anche noi abbiamo ringraziato per l’ospitalità e l’opportunità che ci è stata offerta di aiutare questa povera gente. Andiamo a riposare molto stanchi e veramente commossi.



15 Ottobre 2006
La missione sanitaria volge al termine: alla sua conclusione registriamo come risultato un totale di 1315 visite e 652 vaccini ai bambini per l’epatite B; acquistati e consegnati gratuitamente migliaia di confezioni di farmaci, lasciato un contributo come acconto per l’acquisto di un apparecchio acustico per la bambina sordomuta e per l’intervento di cardiochirurgia per la piccola Vennela. Finanziati numerosi esami di laboratorio , ecografici, radiografici, visite specialistiche, terapie complete per 3 casi di tubercolosi, sei terapie antiepilettiche per un anno e tutto quanto si è presentato di necessario per alleviare le sofferenze di queste persone. Consegnato un acconto per inizio lavori, dopo la posa della prima pietra, per la costruzione del Padiglione di Ginecologia dell’Ospedale Mary Matha di Thullur gestito da Sr Jain delle Suore Francescane di Firenze. Consegnato un apparecchio defibrillatore portatile donato dalla Pubblica Assistenza – Avis di Buggiano. Lasciato a Sr Jain tutto il materiale sanitario portato al nostro seguito dall’Italia, perché lo usi giornalmente. Finanziata e installata una postazione completa multimediale che agevolerà la Suora nella gestione della sua attività nell’Ospedale oltre che essere uno strumento prezioso per inviarci notizie e foto di avanzamento dei lavori dell’Ospedale Ginecologico, ma soprattutto dei nostri bambini adottati a distanza. Domenica tutti a Messa con gli immancabili, commoventi ringraziamenti da parte di tutta la comunità locale e poi via di corsa alla preparazione delle valigie per il ritorno. Come sempre alla fine di ogni missione, ogni suo partecipante lascerà qui di seguito delle impressioni sulla propria esperienza. Qui tutto e’ molto forte: gli odori, i sapori, i colori,  i sentimenti, le emozioni ma soprattutto LA POVERTA’. Grazie a tutti. Cinzia - Si parla tanto della povertà in India ma non mi rendevo conto cosa fosse finché non l’ho conosciuta da vicino. Nel tepore della mia casa e delle mie certezze mi scorreranno davanti agli occhi queste immagini e questo mondo sarà di nuovo lontano… ma resterà per sempre nel mio cuore . Gabriella - Pensavo che la seconda volta fosse più facile accettare la povertà e la malattia, ma non è vero. Mi sembra di aver gettato una goccia nell’oceano. Ma come dice Madre Teresa: se non ci fossero le gocce non ci sarebbe l’oceano……. - Grazie a tutti i miei compagni di missione che  mi hanno supportato con il loro affetto e la loro umanità. Luciana - Andhra Pradesh: in questo nuovo paese indiano ho visto tanta povertà; il solo pensiero di tutto ciò che ho visto mi fa venire i brividi, eppure, nonostante questo sia completamente un mondo diverso dal nostro, è difficile non sentirsi vicini a questa gente…la loro ospitalità, il calore che ricevi dai loro sorrisi e dai loro occhi profondi ti fanno sentire parte del loro mondo…perché in fondo a quegli occhi ci sono persone semplici, pure…che sono quello che sono…che ti accolgono come meglio possono e che ti fanno capire quanto sia importante quello che stai facendo per loro. Chissà se anche loro riescono a leggere nei nostri occhi la riconoscenza per tutto quel tanto che loro, che materialmente non hanno niente, riescono a darci…spero di sì, io ho cercato di fare del mio meglio per farglielo capire. Concludo come sempre ringraziando tutti i miei compagni di missione…persone splendide con cui è stato veramente bello condividere una simile esperienza; ringrazio anche tutti voi perché se state leggendo le nostre parole significa che credete in qualcosa di grande, che va oltre a ciò che possiamo immaginare…ognuno gli dà il nome che vuole…ma pur sempre di AMORE si tratta. Elisabetta - Il sorriso di questa povera gente  mi  fa ritornare a casa  con il cuore ricolmo di gioia. Laura - Un viaggio fatto per capire ,per conoscere, lascia in me  un’enorme angoscia per aver scoperto  che nel  mondo ci sono ancora tante persone povere, bisognose di tutto, gente umile che non chiede niente,  che apprezza tutto quello che fai per loro in silenzio .Non parliamo la stessa lingua  ma  basta guardarli negli occhi, per comprendere  che  quel poco che facciamo per loro è tanto. Sergio - Tanto caldo, tanta stanchezza, tante emozioni.  Riccardo - Anche questa volta con l’aiuto del Signore, di Sr Jain e dei miei compagni di viaggio,di avventura e di solidarietà, siamo arrivati al termine di questa nuova missione sanitaria umanitaria dell’H.H.P.P. in India. Sono tornato nei luoghi per me storici, in quel Thullur che mi ha visto,da solo,circa 10 anni orsono, iniziare questa opera a favore dei più poveri, e che oggi, con l‘indispensabile supporto di tutta l’Associazione e dei  miei insostituibili e impareggiabili amici e colleghi, ha visto la realizzazione di questa importante missione umanitaria. Il bilancio di questi giorni di attività in Andhra Pradesh è sicuramente molto positivo, per quello che siamo riusciti a fare per i derelitti locali, e per tutto quanto di ultra-positivo abbiamo ricevuto noi da queste popolazioni. Scontati sono i ringraziamenti per tutti coloro che, in qualsiasi modo, in Italia o in terra di missione, permettono la realizzazione dell’attività sanitaria e umanitaria dell’H.H.P.P. Non scontato, ma importantissimo e doveroso il ringraziamento che in questo momento devo fare a Beatrice per l’appoggio e la sopportazione incondizionata che manifesta continuamente per la mia attività nell’Associazione. Abbiamo lasciato tanti grandi occhioni neri che ci hanno salutato con tenerezza e rimpianto per la nostra partenza; sono certo che tutti noi, nel profondo del nostro cuore, abbiamo promesso loro di tornare per cercare di aiutarli nel modo più incisivo possibile. Un grazie a tutti coloro che hanno seguito la nostra avventura leggendo il diario quotidiano, ed un invito appassionato perché, con la loro volontà di benefattori, possano permettere all’H.H.P.P. di realizzare sempre maggiori interventi umanitari. Dr George



16 Ottobre 2006
Dopo 18 ore ininterrotte di  veglia da quando ci siamo alzati all’Albergo di Hyderabad per prendere l’aereo in partenza per Doha a quando siamo materialmente arrivati alle nostre rispettive destinazioni , l’equipe dell’H.H.P.P. è tornata senza intoppi in Italia . Ci ha accompagnato la stanchezza del viaggio e soprattutto di questi giorni di duro lavoro , ma anche la gioia immensa nel cuore della consapevolezza di tanti sorrisi sinceri e riconoscenti per tutto quello che abbiamo potuto fare in questi giorni per loro.