Obiettivi:
1° PARTE - ANDHRA PRADESH
Attività sanitaria: visite mediche ad adulti e bambini (e somministrazione medicinali) con base all'ospedale Mary Matha di Thullur e camp giornalieri nei villaggi limitrofi.
Verifica ed aggiornamento delle adozioni a distanza.
Distribuzione di beni di prima necessità.
Verifica stato avanzamento lavori progetto "Completare lo strumentario sanitario e chirugico dell'Ospedale Mary Matha"
Verifica stato avanzamento lavori progetto "Costruzione poliambulatorio oculistico e odontoiatrico".
2° PARTE - KERALA
Attività sanitaria: visite mediche ai bambini dei 7 orfanotrofi nel distretto di Kottayam che l'associazione sostiene attraverso il progetto di adozione a distanza
Verifica ed aggiornamento delle adozioni a distanza.
Distribuzione di beni di prima necessità.
Partecipanti:
Medici: Martini Giorgio - Medico generico; Cavalletti Anna Paola, Ravalli Gabriella - pediatra; Raco Roberta - Cardiologa; Sansone Enza - Ginecologa
Volontari: Paccosi Sergio, Sarti Elisabetta, Sodini Luciano, Vannini Barbara, Zampieri Massimiliano
Periodo:
13 - 29 settembre 2009
Luogo di svolgimento:
Dal 13 al 23 Settembre: Guntur District, Stato di Andhra Pradesh presso la Missione Mary Matha delle Suore Terziarie Francescane Regolari di Ognissanti di Thullur
Dal 23 al 29 Settembre: Kottayam District, Stato del Kerala presso l'orfanotrofio Assisi Baby Sadan di Panachepally
13 settembre
Finalmente, dopo settimane di febbrili preparativi e dopo la consueta lotta per far entrare nei bagagli concessi per il trasporto dalla compagnia aerea tutto quello che ci potrà essere utile nei prossimi giorni, è arrivato il momento della partenza. La notte è stata sicuramente agitata per tutti : per i volontari alla prima missione umanitaria con H.H.P.P. che prima di addormentarsi avranno pensato in cuor loro su cosa li aspetterà in terra Indiana, e per i “vecchi” recidivi missionari indiani che con i loro sentimenti avranno sicuramente ripercorso le esperienze vissute negli anni precedenti. Per tutti stamani è suonata la sveglia che li ha portati ai rispettivi appuntamenti ; alle 08,30 puntuali davanti al Garage Olimpia di Montecatini ( da dove l’amico Maurizio Vannelli anche questa volta ci accompagnerà a Roma all’aeroporto di Fiumicino) si sono trovati Enza, Elisabetta, Barbara, Luciano, Sergio e il Dr George. Dopo i commoventi saluti ai familiari, via tutti ( con un maxi – minibus fornito gratuitamente dall’Autonoleggio Sedoni di Pistoia e da un’auto noleggiata a pagamento) per il primo appuntamento con la volontaria Anna Paola che aspettava alla Stazione Centrale di Montecatini Terme. Imbarcata anche lei nella carovana , con la bellezza di 18 valigie e 17 bagagli a mano, siamo entrati in autostrada, che abbiamo percorso senza fermarci fino ad Arezzo. Qui siamo usciti per imbarcare la nostra affezionata Dr.ssa Gabriella , per poi veleggiare verso Roma. Nessun intoppo nel viaggio ed arrivo a Fiumicino in perfetto orario. Anche questa volta, esperienza d’altronde comune a tutte le missioni umanitarie di H.H.P.P., c’è stato un momento un po’ critico quando le impiegate ai desk dei chek-in hanno cominciato a pesare le nostre valigie; non una rispettava il peso regolare ed addirittura ce n’era una che con i suoi Kg 34,600 superava di gran lunga i 32 Kg permessi dalla regolamentazione internazionale quale massimo peso per una valigia trasportata in aereo. Con una mossa velocissima Elisabetta ha aperto una tasca laterale della supervaligia, e ha estratto un buon numero di aquiloni acquistati in Italia per allietare i bambini indiani, e li ha distribuiti nei bagagli a mano di tutti, peraltro già fuori peso in modo considerevole, ma abilmente nascosti agli occhi investigatori degli addetti della Compagnia Aerea. Superato questo “fatidico” scoglio, tutto è andato perfetto fino all’imbarco vero e proprio, ed un nuovissimo Boeing 777 della Emirates Airlines ci ha portati a Dubai in perfetto orario. Qui abbiamo incontrato gli ultimi due componenti della missione sanitaria, Roberta e Massimiliano, che erano partiti quasi contemporaneamente a noi dall’Italia, ma dallo scalo di Milano . Completata la compagnia, dopo un riposino sulle scomode poltrone di attesa dell’immenso e fantastico aeroporto di Dubai, attendiamo l’aereo che ci porterà in India.
14 settembre
Qui sono già le 02,30 di notte e attendiamo il volo per le 03,50 !!!
Fortunatamente , per noi, l’esperienza internazionale di Massimiliano, ci ha permesso di usufruire gratuitamente del self service delle linee aeree Emirates, dal momento che aspettavamo più di 3 ore per il volo successivo.
Partenza anche questa volta in perfetto orario, volo tranquillo, sonno leggero e scarso ma ristoratore, arrivo alle ore 09,15 del mattino. Ad Hyderabad ci ha accolto un clima soffocante con una umidità al 100% , tale da far appannare per qualche minuto gli occhiali da vista ai rispettivi proprietari, e l’affetto caloroso di Suor Jain e Sr Theresiamma che ci attendevano con ansia. Dopo le lacrimucce e i saluti di rito, dopo aver caricato tutti i bagagli sulla jeep del Mary Matha Convent di Thullur, ci siamo messi in attesa dell’ultimo volo interno destinazione Vijayawada; finalmente alle 17,30 siamo arrivati al Mary Matha Dispensary di Thullur. Il viaggio e’ stata l’occasione per far rivivere vecchie emozioni ai veterani umanitari e per immergere completamente i nuovi nella dura ma affascinante realtà di questa zona dell’India; i saluti gioiosi dei bambini che incontravamo lungo il percorso, i sorrisi delle persone, il frastuono incessante dei clacsons che pareva l’unico mezzo per “aprire la strada”, gli odori acri più vari, i colori sgargianti dei shaari delle donne in contrasto con l’abbigliamento trasandato e sporco della maggioranza degli uomini hanno coinvolto profondamente tutti noi !
All’ingresso del Mary Matha abbiamo avuto la gioia di vedere realizzato il poliambulatorio oculistico e dentistico, progetto per il quale tanti volontari e benefattori in Italia si sono impegnati in questo ultimo anno, e che domani sarà inaugurato ufficialmente.
Alle ore 19,15 Sr Jain è arrivata con tutti i nostri bagagli che le avevamo consegnato ad Hyderabad, ed ora alle 19,50 ci ritiriamo tutti nelle nostre stanze per una meritata doccia rigenerante (speriamo !).
Sfiniti dalla stanchezza, mandiamo un accaldato e sudato saluto a tutti voi in Italia !
15 settembre
Dopo un buon sonno che ha rigenerato la mente e il fisico di tutti noi, abbiamo assaporato la nostra prima colazione indiana a base di chowpatty con aglio e patate sul quale abbiamo tranquillamente spalmato una dolcissima marmellata di arance. Sarà stato per il caldo soffocante presente già alle 8 del mattino o per la stanchezza residua anche dopo la notte tranquilla, fatto sta che nessuno o non si è accorto di nulla o non ha avuto il coraggio di lamentarsi.
Dopo colazione tutti insieme a smistare le medicine portate al seguito, organizzare i vari ambulatori, suddividere gli abiti ed i giocattoli portati dall’Italia per regalarli nei giorni prossimi ai bimbi che incontreremo .
Alle ore 10 abbiamo avuto un importante appuntamento: era programmata l’inaugurazione del nuovo poliambulatorio oculistico e dentistico targato H.H.P.P. Padre Francis ha ufficiato la cerimonia, seguita dagli alunni al completo della Medium School di Thullur e dalle Suore; la Dott.ssa Gabriella ha scoperto ufficialmente la targa commemorativa, il Dr George ha tagliato il nastro all’ingresso, dopo di che siamo entrati tutti a visitare la nuova area sanitaria. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’accuratezza della realizzazione muraria e delle rifiniture interne. Per buon auspicio, tutti i componenti del team H.H.P.P. hanno spaccato consecutivamente una noce di cocco sul primo scalino dell’ingresso. Dopo aver consegnato un premio ad ogni muratore che si è impegnato nella costruzione, abbiamo terminato i festeggiamenti con un bel Fanta-brindisi (fortunatamente fresca!).
Nel pomeriggio sono arrivati 15 dei 19 bambini residenti a Thullur adottati a distanza tramite il Progetto Jeevan; per ognuno di loro abbiamo aggiornato i dati personali, rinnovato la foto personale, eseguito la visita sanitaria e il rude Sergio non ha lasciato andare via nessuno di loro senza 1, o meglio 2, più spesso 3 regali portati dall’Italia.
Anche se non programmato, si sono presentate alcune persone per essere visitate, così i medici italiani hanno cominciato la loro attività operativa in India. Tra i pazienti visitati, le dottoresse neofite Roberta ed Enza sono rimaste colpite dalle storie personali di due donne visitate: entrambe infatti erano state picchiate dai mariti e riportavano rispettivamente ferite al torace e una presunta frattura alla caviglia.
Ad un bambino, che si presentava con scarso accrescimento ponderale, è stata riscontrata un’anemia attraverso l’esecuzione di un emocromo effettuato da Sr Elsy secondo la vecchia maniera: aspirazione della goccia di sangue raccolta in un capillare con una pipetta di vetro ed una cannuccia.
Prima della cena una breve visita al vicinissimo villaggio di Thullur, dove accompagnati da Sr Jain, abbiamo osservato l’ambiente locale e le scene di vita: percorrendo l’unica strada principale fra gli sguardi curiosi delle persone, si sono dispiegate davanti ai nostri occhi tante piccole baracche che, in un susseguirsi rocambolesco, vendevano in un caos sconcertante, i generi più vari (alimenti, spezie, farmaci, riparazione bici e moto e tanto altro ancora).
Cena gustosa allietata dalle consuete barzellette di Sergio, oltre ad un briefing organizzativo per il lavoro di domani: ci recheremo in una scuola per vaccinare i 750 bambini che la frequentano.
Dopo un diario finale in stile pigiama party nella camera di Roberta ed Elisabetta vi salutiamo caricati a molla per domani. Restate con noi!!!
Qui India a voi Italia.
16 settembre
Stamattina, dopo la solita abbondante colazione all’indiana, siamo partiti alla volta della nostra missione giornaliera: la vaccinazione antiepatite B ai bambini della Scuola Golden Rule nella cittadina di Mandadam, distante poco meno di un’ora di viaggio da Thullur.
Al nostro arrivo consueta accoglienza da parata: ognuno di noi, chiamato per nome a gran voce dal direttore della Scuola, è sfilato fra due ali di studenti che gettavano petali di rosa al nostro passaggio. Abbiamo organizzato l’ambiente vaccinale nel teatro della scuola e ci siamo così predisposti: all’ingresso si alternavano Massimiliano e Luciano che coadiuvavano Sr Agnese ad introdurre i bambini e misuravano loro la febbre; subito dopo le postazioni di prima visita con le Dottoresse Gabriella, Anna Paola e il Dr George; alle postazioni vaccinazioni vere e proprie la Dottoressa Enza coadiuvata alternativamente da Luciano e Massimiliano e la Dottoressa Roberta con la “ promossa Dottoressa sul campo “ Barbara. Il buon Sergio aveva la responsabilità della consegna ad ogni alunno di dentifricio, spazzolino da denti, un flacone di sciroppo multivitaminico ed eventuali farmaci. I gadgets sono stati, per la gioia di ciascuno, consegnati da tutti i missionari, mentre Ellisabetta si occupava della registrazione delle schede sanitarie.
Il lavoro così organizzato è andato avanti speditamente fino alle 13,30 momento nel quale ci siamo interrotti per un tipico pasto indiano offerto dai solerti dirigenti della Scuola. La ripresa del lavoro è andata avanti fino alle 17,00 ed al termine abbiamo contato 572 visite e vaccinazioni eseguite su altrettanti bambini frequentanti le classi dalla scuola materna fino alla corrispondente nostra seconda superiore.
Tutta questa mole di lavoro è stata resa possibile grazie anche all’eccellente organizzazione dei dirigenti della Scuola, i quali, al momento del commiato, ci hanno sentitamente ringraziato per il lavoro svolto a favore di questi bambini. Questo ringraziamento lo rimandiamo a voi, benefattori italiani di H.H.P.P., che sempre sostenete i nostri progetti.
Sulla via del ritorno, abbiamo visitato un maestoso tempio Buddista in costruzione ed il tempio Hindu di Amavarawathi rimanendo stupiti dalla grandezza e rifinitura di queste opere religiose e dai personaggi veramente unici che vi gravitavano attorno, come ad esempio gli adepti che facevano il bagno purificatore nel fiume sacro.
A notte fonda, anche se erano solo le 19,30 siamo tornati a Thullur.
La giornata di oggi ci suggerisce questa considerazione: in questa realtà di vita i nostri semplici gesti quotidiani assumono una valenza diversa data la sincera riconoscenza che percepiamo negli occhi di coloro verso cui ci volgiamo.
Qui India a voi Italia.
17 settembre
Dopo essere sopravvissuti a questa ennesima nottata di intensa calura, adesso niente ci fa più paura !
Subito dopo colazione abbiamo iniziato la nostra attività sanitaria al Dispensario del Mary Matha, obiettivo vaccinare i bambini dell’asilo della missione; questo è stato raggiunto completamente dal momento che ben 114 piccolii sono stati visitati e sottoposti alla 1° dose di antiepatite b. Sorrisi per tutti da parte nostra, perplessità e qualche pianto fragoroso da parte dei bimbi.
Successivamente abbiamo visitato anche 87 adulti, fra questi abbiamo rilevato 2 casi di malaria, dolori diffusi da artrosi, diabete mellito, anemia e malnutrizione, infezioni dell’apparato respiratorio ed un caso gravissimo di anemia non ben definita. Si trattava di una donna di 30 anni emaciata, grigia in volto, sorretta a braccia dai parenti , la quale da oltre 20 giorni presentava una febbre elevata. Dopo un ricovero di 5 giorni all’ospedale pubblico, era stata dimessa senza diagnosi, solo con l’esclusione di alcune malattie quali Hiv e Malaria, e con un risultato di Emoglobina uguale 3,8 mg/dl, valore al limite della sopravvivenza. Un esame obiettivo non ha fatto rilevare niente di particolare per cui, ex iuvantibus, abbiamo somministrato Antibiotico + Cortisone in iniezione , Paracetamolo e Proteine per bocca. Abbiamo nuovamente eseguito un esame del sangue, constatando che l’Emoglobina era scesa a 3 mg/dl e confermato la negatività del test dell’Aids. Abbiamo caldamente consigliato ai parenti di ripresentarsi domani mattina per verificare le condizioni della donna e valutare l’opportunità di poter eseguire una trasfusione di sangue.
Dal momento che nell’equipe medica sono questa volta presenti una Cardiologa nella persona della Dott.ssa Roberta ed una Ginecologa in quella della Dott.ssa Enza, sono stati eseguiti anche 2 esami ecografici pelvici per casi di metrorragia ( mestruazioni molto abbondanti ) , 1 ecocardiaca nel sospetto di una pericardite e 1 eco addominale per sospetto aneurisma (dilatazione) dell’aorta.
Tutto questo lavoro ci ha portato a mangiare in ritardo e velocemente per correre subito dopo al cortile della Scuola, dove ci attendevano 750 bambini per festeggiare insieme a noi l’ultimo giorno prima delle vacanze ; avevano preparato uno spettacolo di canti e balli in costume, ed alla fine, per la foto di “gruppo” ci sono corsi incontro avvolgendoci di amore in un mare di occhioni dolci e pieni di vita. Anche i più piccoli che stamani ci guardavano di traverso durante la vaccinazione, nel pomeriggio sprizzavano gioia da tutti i pori . Ci siamo posizionati tutti sugli scalini in cemento dell’ingresso della scuola e … bruciavano !!! ( secondo voi il clima è torrido ?).
Con sentimenti contrastanti di preoccupazione per la salute della giovane donna e di
spensieratezza per i giochi con i bambini, andiamo a letto … caldi caldi !!!
Qui India a voi Italia.
18 settembre
Oggi il team H.H.P.P. al completo è veramente felice dal momento che è tornata per il controllo programmato Koteswarama, la ragazza che ieri sembrava moribonda e che oggi si è presentata ai nostri occhi in una condizione decisamente migliore anche se oltremodo grave. Non aveva più febbre, non gli occhi velati ed era più reattiva tanto da camminare con le proprie gambe e rispondere a tono alle nostre domande. Abbiamo proseguito la terapia aggiungendo ferro per via intramuscolare e un antiparassitario intestinale. La attendiamo per domani mattina quando le controlleremo l’emoglobina e rivaluteremo la necessità di una trasfusione di sangue diretta.
Con il cuore pieno di gioia per l’insperato miglioramento, abbiamo proseguito ininterrottamente fino alle 14,45 visite e vaccinazioni. Fra i casi particolari una ragazza di 27 anni operata per una malformazione cardiaca tri-valvolare.Al momento della visita la nostra Cardiologa Dr.ssa Roberta le ha praticato un’ ecografia al cuore ed elettrocardiogramma dal moemnhto che presentava una grave difficoltà respiratoria verosimilmente su base cardiaca. Terapia ad hoc ed attendiamo anche lei domani per seguirne l’evoluzione clinica. La pediatra Dr.ssa Gabriella ha visitato, tra gli altri, un bambino sordomuto, programmando per lui una visita specialistica otorinolaringoiatrica, nella speranza che una diagnosi più precisa possa favorire un’ opportunità riabilitativa. La Pediatra Dr.ssa Anna Paola ha visitato una bimba con un soffio cardiaco di sospetta natura organica ed un’altra con tremori fini agli arti superiori, per la quale ha richiesto accertamenti del sangue. La Ginecologa Dr.ssa Enza ha praticato alcune ecografie pelviche e due ecografie a donne in gravidanza. Una di loro, al sesto mese, ha chiesto il sesso del bambino e la dottoressa le ha detto candidamente che era un maschietto, mostrando “gli attributi” sul monitor. Suor Jain, sopraggiunta in quel momento, ha spiegato che la legge indiana vieta di comunicare il sesso del nascituro, per evitare la pratica dell’aborto in caso di feto di sesso femminile. La dottoressa Enza, scoperta come Pierino col dito nella marmellata, ha immediatamente affermato “…non lo faccio piùùùù!!!”
Un altro caso veramente importante è quello di una donna di circa 60 anni, la quale è arrivata alla nostra osservazione per un semplice dolore lombare ; alla visita clinica, si osservava, dopo la rimozione di una garza, una importante ferita con parte delle masse muscolari esposte che fuoriuscivano ai colpi di tosse. E’ stata medicata e Sr Jain, chiamata a consulto, ha deciso che domani la sottoporrà a sutura.
Ad ambulatorio già chiuso, mentre ci apprestavamo ad andare a pranzo, si è presentata una ragazza sui 15 anni di età la quale, con le lacrime sul volto, lamentava un fortissimo dolore e tanta tanta paura per due punture di scorpione sulle natiche. Sr Jain ci ha ragguagliato come tutti gli scorpioni in questi luoghi siano velenosi, ma non mortali. Abbiamo preparato iniezioni di antidolorifico, siero antitetanico e antibiotico , e dal momento che la ragazza si stava agitando sempre di più, tremando e piangendo vistosamente, è entrato in “funzione” il “buon Sergio” che con una tecnica di energia sottile e riflessologia plantare, mantenendo un atteggiamento calmo e rassicurante, ha favorito una condizione di tranquillità che ha permesso la somministrazione dei farmaci . Dopo circa 40 minuti di osservazione, la sfortunata ragazza è tornata alla propria occupazione nei campi di riso, andandosene via da sola sulle proprie gambe.
Oggi abbiamo inserito 15 nuove adozioni a distanza con la speranza che a questi bambini venga al più presto assicurato il sostegno finanziario essenziale secondo il Progetto Jeevan, da altrettante famiglie italiane.
Il risultato finale dell’attività sanitaria della giornata è stato di 144 visite mediche e 27 vaccinazioni.
Sr Jain ci ha rallegrato il fine serata, dicendoci che oggi è stata una giornata più fresca della precedenti, dal momento che la temperatura era di “soli” 43° C ma con una umidità del 100%.
E via così !!!
19 settembre
Molta se non tutta la popolazione di Thullur oggi sembra essersi radunata qui da noi; una lunga e “corposa” fila - molto poco indiana – si è raccolta dalle prime ore del mattino davanti all’ingresso del dispensario. Le Suore hanno avuto il loro buon da fare al momento della registrazione e subito dopo noi per le visite.
Tra le prime pazienti si è presentata la donna con l’ulcerazione cronica in zona lombare; Sr Jain, dopo aver preparato la camera operatoria “ ad hoc”, facendosi assistere dalla professionalità della Dr.ssa Roberta, in circa 30 minuti ha risolto il problema che cronologicamente andava avanti da più di 1 mese, per le mancate cure di cui tanto abbisognava. Solo la presenza in loco del team H.H.P.P., richiamando tutti i bisognosi di assistenza sanitaria, ha spinto la povera donna ad avvicinarsi alle cure necessarie. Se ne è andata con un “ricamino” cutaneo degno del miglior chirurgo plastico!
E’ ritornata, come da accordi presi, anche la giovane ragazza con la gravissima anemia; pur essendo stazionaria, pur non avendo febbre ed altri sintomi particolari, appariva ancora più debilitata di ieri, con una espressione sofferente se possibile ancora più marcata. Le abbiamo somministrato le solite medicine e dopo una faticosa ricerca telefonica nelle varie strutture sanitarie della zona, Sr Jain è riuscita a reperire 2 sacche di sangue compatibile per la trasfusione, in un ospedale di Gunthur. Ovviamente il prezioso liquido è stato concesso solo a pagamento, ma nessuno di noi ha naturalmente obiettato alcunché. Alle 11.00 è partito per Gunthur un inviato della Suora e, purtroppo, alle 18.50 non è ancora tornato a Thullur. Speriamo bene ! La nostra malata intanto, molto migliorata rispetto a stamani, ha mangiato riso, pane, polpettine e bevuto sali minerali (in mancanza di un bel bicchiere di Vino Rosso che come si sa, fa buon sangue).
A metà mattinata abbiamo avuto il piacere di incontrare Buji, il bambino con labiopalatoschisi (labbro leporino e fissurazione del palato) che ha subito negli ultimi due anni vari interventi di chirurgia plastica ricostruttiva finanziati dalla nostra associazione; sta bene, anche da un punto di vista funzionale è migliorato ma necessita di un ultimo intervento al labbro per la risoluzione definitiva del problema estetico.
In attesa dell’arrivo del sangue vi ragguagliamo sull’attività sanitaria di oggi: complessivamente sono state effettuate 234 visite e 62 vaccinazioni; fra i casi particolari ricordiamo che anche quest’anno è tornato a trovarci l’uomo con lebbra cronica il quale, nonostante la persistente gravità del proprio stato, si lamentava per la comparsa di una macchia di vitiligine sul dorso di una mano.
Grande gioia per i vecchi missionari e grande curiosità per i neofiti ha suscitato la nonnina di 105 anni di età, la quale, come l’anno scorso, si è lamentata dei tanti dolori ossei che la affliggono e di niente altro. E’ sempre più curva ma della serie … barcollo ma non mollo !
La Dr.ssa Gabriella ha visitato Santhosh, un piccolo di 11 mesi, con una cardiopatia congenita che alla nascita non è stata risolta chirurgicamente a causa del basso peso del bambino. E’ stato monitorato fino ad oggi presso il centro specialistico cardiologico; avendo avuto in questi mesi una crescita discreta sarà visitato il prossimo mese per programmare l’intervento chirurgico risolutivo da effettuarsi al più presto. Viste le condizioni economiche disagiate della famiglia, Santhosh è stato inserito nel programma di adozione a distanza con la speranza che da subito una famiglia italiana si occupi di lui e che al momento della decisione dell’intervento chirurgico H.H.P.P. Onlus possa poi avviare un progetto per il finanziamento dello stesso.
Le pediatre hanno visitato molti bambini malnutriti e palesemente anemici; dopo aver eseguito un emocromo ad una bambina in tali condizioni, a stupire le dottoresse è stato, non tanto il risultato evidenziato (8,7 mg/dl di emoglobina), quanto sapere che questo è un dato nella norma in questa realtà, mentre da noi il valore minimo accettabile è di 11mg/dl. E’ toccante anche vedere il fatto che per la malnutrizione i genitori sperano di ricevere una soluzione definitiva mediante un semplice sciroppo multivitaminico.
Nel frattempo sono arrivate le sacche di sangue ordinate, pertanto chiudiamo il diario accingendoci ad effettuare la trasfusione di cui vi daremo informazioni dettagliate nel diario di domani.
Qui India a voi Italia!
20 settembre
Per essere domenica anche in questa parte di mondo, stamani i volontari H.H.P.P. Onlus hanno fatto una bella levataccia.
Sveglia alle 6.00, colazione e partenza per Janampet dove ci attendeva un camp sanitario organizzato da padre Francis.
Prima della partenza abbiamo avuto l’opportunità di salutare e parlare con Koteswarama verificando l’ottimo risultato della trasfusione delle due sacche di sangue effettuata durante la notte; la giovane appariva più energica reattiva e molto felice, la attendiamo domani per verificare le sue condizioni di salute.
Senza falsa modestia possiamo dire che sicuramente abbiamo fatto tanto per lei e se è vero che “chi salva una vita salva il mondo” questo riempie di grande soddisfazione tutti noi.
Dopo 3 ore e mezzo di viaggio sotto ad una pioggia torrenziale, attraversando villaggi completamente allagati e dopo aver sbagliato strada due o tre volte siamo finalmente arrivati alla missione di padre Francis.
Qui dopo aver immediatamente approfittato dei servizi igienici più che necessari dopo tanto tempo, abbiamo goduto di una breve messa celebrata appositamente per noi in italiano dal frate cappuccino Zaccaria.
Subito dopo la messa ci siamo diretti verso il teatro della parrocchia che oggi fungeva da centro medico, dove sono state allestite: 3 postazioni per la visita dei pazienti adulti, 2 pediatriche dove i bambini venivano visitati e vaccinati, 1 per la farmacia, 1 per la consegna di spazzolino, dentifricio e regali vari ai bambini ed infine 1 postazione per la registrazione dei dati dei pazienti.
Inizialmente ad attenderci poche persone, tanto che tutti noi temevamo di aver fatto un lungo viaggio a vuoto, ma col trascorrere della mattinata ci siamo resi conto che era stata solo la pioggia incessante ad intimorire la popolazione locale che, appena visto il sole fare capolino, ha cominciato ad affollare il cortile dell’edificio.
Alla fine della giornata lavorativa abbiamo contato 186 visite mediche eseguite su adulti e bambini, oltre a 44 vaccinazioni. Fra i casi particolari abbiamo incontrato una bambina di 11 anni affetta da nefrite, già visitata da Sr Jain sei mesi fa, per la quale sono stati richiesti degli esami di controllo dato che appariva gonfia, soprattutto nel volto, ed urinava poco.
Abbiamo visto poi numerose infezioni cutanee e ferite mai curate infette. La maggior parte dei pazienti risultava affetta da dolori articolari, vertigini, disturbi digestivi, debolezza e mal di testa vero o presunto, dal momento che un buon numero di ragazzi si presentava alla visita medica con una “scusa sanitaria” semplicemente per avere la possibilità di ricevere un regalo.
Dopo il lavoro padre Francis ci ha portato a conoscere Sr Maria, suora indiano-napoletana, responsabile regionale dell’ordine di S Lucia, la quale ci ha illustrato la storia e l’attività del proprio ordine con una autorevolezza di tutto rispetto, tanto da essere soprannominata dal buon Sergio “Sr Tenacia”. La religiosa ci ha illustrato il caso di un bambino di 8 anni diagnosticato cardiopatico dalla nascita che era ricoverato da una settimana in un ospedale privato per una grave infezione intestinale non ben definita.
Dal momento che la struttura sanitaria si trovava nella cittadina di Eluru, situata lungo il nostro percorso di rientro, ci siamo offerti di andare a far visita al piccolo malato. Qui è apparso ai nostri occhi uno spettacolo sconvolgente… sentimenti di disgusto, indignazione e rabbia ci hanno assalito nel vedere come possa esistere un ambiente “sanitario”, che chiede il pagamento di una retta di ben 450 rupie al giorno, così sporco, fetido, pieno di ragnatele, senza servizi igienici in camera, con i muri lerci dall’untuosità, in mezzo al quale “riposava” una piccola creatura sofferente con l’ago infilato nel braccio e le flebo attaccate alle grate arrugginite della finestra a fare brutta mostra di sé .
La ribellione nell’anima ci ha spinto a chiedere di poter parlare con il medico responsabile, il quale, dopo essere riusciti a convincere gli infermieri a “disturbarlo” telefonicamente, si è decisamente rifiutato di conferire non solo con noi, ma anche con la sua collega indiana, Sr Jain.
Dal momento che il padre del bambino ha detto fidarsi ciecamente del medico curante, tutti noi sconcertati non abbiamo potuto far altro che salutare e augurare affettuosamente ogni bene alla famiglia, salvo mantenersi in contatto con Sr Maria per sapere come proseguiranno le condizioni di salute del piccolo.
Rientrati al dispensario a notte fonda, andiamo a letto per prepararci per una nuova giornata di lavoro al Mary Matha. Buonanotte.
Qui India a voi Italia!
21 settembre
Oggi abbiamo trascorso l’intera giornata al Dispensario Mary Matha dove sono state effettuate ben 311 visite e 35 vaccinazioni.
All’inizio della mattina si è presentata la nostra paziente trasfusa, in condizioni fisiche decisamente migliorate rispetto a ieri. Dal valore di 3 l’emoglobina è salita a 4,8mg/dl a conferma che le due sacche di sangue hanno tamponato la situazione al momento. Sottolineiamo “al momento”, perché ci siamo resi conto che il problema fisico è solo la manifestazione organica di un grave disagio psico-emotivo. Nell’ultimo incontro di stamani, con delle semplici domande, abbiamo appurato come la grande difficoltà fisica dipendesse dal fatto che la famiglia l’aveva costretta ad abbandonare l’università che frequentava con profitto, per tornare a Thullur nella capanna dei genitori a lavorare nei campi, invece di continuare a vivere in città assieme alla zia. Di conseguenza si è chiusa in se stessa, andando incontro ad una condizione di grave anoressia.
Compreso il problema, tutti d’accordo, abbiamo deciso di inserirla nel progetto Jeevan di adozione a distanza. La somma sarà suddivisa in una parte da consegnare a lei come remunerazione per il lavoro che inizierà a svolgere presso il Dispensario in aiuto alle suore infermiere; un’altra parte verrà accantonata da Suor Jain in un libretto di risparmio, che le servirà per terminare gli studi universitari e realizzare così il suo sogno di diventare insegnante.
A queste semplici parole l’espressione della ragazza è mutata di colpo, ha cominciato a sorridere e si è affettuosamente lasciata avvicinare da tutti noi.
Pur non rientrando nei casi comunemente proposti per l’adozione a distanza, che riguardano bambini, riteniamo che la storia di questa ragazza sia talmente particolare e commovente, da poter fare un’eccezione.
Altro caso veramente particolare incontrato oggi è stato quello di Sai, un bambino orfano di entrambi i genitori che adesso vive con la nonna la quale, per mantenerlo, lavora nei campi; lo avevamo visitato qualche giorno fa e lamentava cefalea, era pallido e sofferente. Da subito avevamo deciso di inserirlo nel programma di adozione a distanza. Questa mattina è ritornato con febbre alta, colorito molto pallido e con aspetto particolarmente compromesso. Abbiamo richiesto un emocromo, prontamente effettuato da Suor Jain, risultato fortemente patologico: 3,7 mg/dl di emoglobina. Abbiamo allora deciso di ricoverarlo presso l’Ospedale di Guntur per accertamenti diagnostici, naturalmente a spese dell’Associazione.
In mattinata è tornato anche un signore, da noi conosciuto perché padre di una bambina adottata a distanza, che lo scorso anno aveva avuto un infarto; a seguito di questo era stato sottoposto ad una coronarografia (un esame molto costoso necessario per studiare le arterie del cuore) per eseguire il quale si era indebitato enormemente. Nonostante la nostra insistenza, si è rifiutato di accettare che coprissimo in parte quanto da lui dovuto; ad ogni modo la dr.ssa Roberta ha constatato che la cura attualmente in corso risultava adeguata al caso, con l’unica richiesta di eseguire un test da sforzo che il signore ha accettato di farsi pagare. Felici per il compromesso raggiunto, se ne è andato con l’accordo di tornare da Sr Jain una volta effettuato l’esame suddetto.
La dr.ssa Enza infine ha visitato una giovane donna di 19 anni, gravida all’ottavo mese, HIV positiva con i genitori e una sorella morti di Aids; i controlli eseguiti e l’ecografia hanno mostrato un decorso della gestazione apparentemente regolare. Enza è rimasta colpita soprattutto dall’espressione sorridente e serena della ragazza, in contrasto con la possibile evoluzione clinica negativa sua e del bambino. A questo proposito Sr Jain ci ha detto che in questa zona i casi di positività all’HIV non sono rari e questo ci ha fatto riflettere su quanto ci sarebbe da fare anche a livello di prevenzione.
Durante la giornata abbiamo avuto modo di incontrare diversi specialisti per cominciare a delineare un potenziamento operativo dell’ospedale ginecologico e la messa in funzione del poliambulatorio; siamo in attesa di preventivi specifici che ci permetteranno di porre in essere quanto prima un progetto strutturato - sia dal lato odontoiatrico, che da quello oculistico - da sottoporre a tutti coloro che vorranno e potranno contribuire alla sua realizzazione, in qualita’ di finanziatori-sostenitori e/o volontari attivi.
Domani ci aspetta l’ultimo giorno di lavoro al dispensario di Thullur; stanchi andiamo a dormire accompagnati dai tuoni in lontananza che ci fanno sperare in una rinfrescata notturna. Buonanotte.
Qui India a voi Italia!
22 settembre
Ultima giornata in Andhra Pradesh.
Già dal momento del risveglio mattutino eravamo consapevoli che sarebbe stato un giorno impegnativo e commovente per tutti noi.
Il frastuono dei pazienti in attesa della visita medica ci giungeva alle orecchie mentre facevamo colazione così ci siamo affrettati a raggiungere le nostre postazioni per visitare il maggior numero possibile di persone. Nella sola mattina abbiamo effettuato 223 visite e 36 vaccinazioni. A fine mattinata è stato chiuso l’ambulatorio a malincuore sapendo che non avremmo mai potuto accontentare tutti . Come da accordi con Sr Jain è tornata a trovarci Koteswaramma per ricevere la cura di mantenimento per i prossimi giorni. E con enorme sorpresa l’abbiamo trovata sorridente e riconoscente tanto che ci ha portato dei braccialettini portafortuna che abbiamo subito indossato . E’ anche tornata al controllo l’anziana signora suturata alla schiena da Sr Jain, constatando che il risultato raggiunto era ottimo. Non ci sono nuovi casi particolari da segnalarvi; i pazienti che sono stati visti presentavano le patologie ricorrenti quali: infezioni cutanee, malattie respiratore, artrosi, diabete, ipertensione, allergie da pesticidi e, come al solito, in moltissimi casi, malnutrizione.
Nel pomeriggio abbiamo sistemato il materiale da portare in Kerala, riorganizzato la farmacia del Dispensario, lasciando le medicine portate dall’Italia . Avevamo appena finito quando sono arrivate le suorine tutte festose per aiutarci nella complessa impresa di indossare i Sari che avevano fatto cucire su misura per noi. Il rito della vestizione, comprensivo di trucco e gioielli in stile ovviamente indiano, si è svolto tra le risate generali in un arcobaleno di colori. Nella stanza accanto lo stesso rito si svolgeva per gli uomini, ovviamente con toni molto piu’ seriosi. Alla fine ci siamo ritrovati nel cortile del convento a sottoporci a l”servizio fotografico” da parte delle sorelle divertite. Cosi’ agghindati ci siamo lentamente e goffamente avviati a piedi verso il villaggio di Thullur sotto gli sguardi incuriositi degli abitanti. Siamo stati a visitare le case dei bimbi adottati a distanza, accolti con calore e ospitalita’. La visita al villaggio è stata un’opportunita’ per toccare con mano la cruda realta’ in cui versano queste persone soprattutto per chi di noi e’ venuto per la prima volta. Molti bambini si sono raccolti intorno a noi e ci hanno accompagnato in questa passeggiata che si è svolta tra giochi, risate, gioia che hanno un po’ stemperato la nostra tristezza di fronte a tanta poverta’.
La giornata si è chiusa con i saluti e i ringraziamenti da parte di tutte le suore preceduti da uno spettacolo preparato appositamente per noi , di balli , canti e gags compresa l’imitazione del Dott. George da parte di Suor Lucia che indossava un suo vecchio camice rimasto qui dalla sua prima volta a Thullur.
Concludiamo la missione in Andhra Pradesh riassumendo brevemente il nostro lavoro:
Tutto quanto sopra descritto , è stato realizzato grazie all’indispensabile aiuto di tutti coloro che con il loro contributo hanno sostenuto questa missione.
E non è finita qui! Il nostro viaggio umanitario continua in Kerala.
Qui India a voi Italia!
24 settembre
Forse vi siete chiesti “Che fine hanno fatto i nostri missionari preferiti?”…ebbene, ci scusiamo con tutti i nostri lettori se ieri non vi abbiamo aggiornato sulla nostra giornata, ma siamo stati impegnati in una vera e propria migrazione al sud.
Sulla strada per l’aeroporto di Vijayawada abbiamo avuto l’opportunità di andare a visitare un famoso tempio rupestre del 300 d.c., all’inizio dedicato al Buddha e successivamente convertito in per l’induismo.
Dopo questa breve parentesi di svago, la nostra giornata che è durata la bellezza di 14 ore ininterrotte di viaggio in un caldo soffocante, si è alternata fra aeroporti e aerei: tutto ciò ha messo a dura prova la nostra già compromessa resistenza fisica.
Dopo lo scalo a Bangalore, alle ore 20.00 siamo finalmente arrivati all’aeroporto internazionale di Kochi dove ci attendeva Sr Elisabetta. Baci e abbracci di saluto e partenza verso la nostra destinazione finale: l’orfanotrofio Assisi Baby Sadan di Panachepally, a sole tre ore e mezzo di viaggio su una strada più buche che asfalto con il solito folle traffico.
Distrutti all’arrivo a mezzanotte abbiamo avuto una meravigliosa sorpresa: i bambini erano svegli ad aspettarci tutti raccolti all’ingresso con collane di fiori profumati per tutti noi; sicuramente i volontari H.H.P.P. sono stati partecipi di un semplice miracolo. L’immensa stanchezza della giornata e dell’ultimo estenuante viaggio si è istantaneamente dissolta alla vista e alle effusioni affettive dei 60 angioletti che non erano andati a letto per festeggiarci.
A letto nelle nostre camerette per un meritato (scusate se pecchiamo di presunzione) sonno ristoratore.
La notte è trascorsa decisamente più fresca e al risveglio abbiamo potuto apprezzare il panorama completamente diverso da quello dell’Andhra Pradesh: intorno a noi non più distese di campi di cotone e risaie, ma fitte foreste di alberi da caucciù.
Duranti la mattinata ci siamo dedicati completamente ai 60 bambini dell’Assisi Baby Sadan; il Dr George insieme a Sr Elisabetta preparava le schede sanitarie con i dati anagrafici, Luciano e Barbara misuravano altezza e peso, le dr.sse Anna Paola, Gabriella e Roberta visitavano e Elisabetta e Massimiliano aggiornavano le foto.
Sono venuti a visitarsi anche Lincy, una bambina inserita nel programma di adozione a distanza operata con il finanziamento di H.H.P.P. per una grave malformazione cardiaca (pentalogia di Fallot) nel maggio 2008; la nostra cardiologa dr.ssa Roberta visitandola ha riscontrato una positiva stabilizzazione delle condizioni della piccola e ciò ci ha riempito il cuore di gioia.
Nel primo pomeriggio ci siamo poi diretti verso Kottayam, ad attenderci le 31 bambine dell’Assisi Balika Bhan che ci hanno accolto festosamente coinvolgendoci in numerosi giochi prima anche loro di essere visitate e fotografate; prima di andar via abbiamo consegnato ad ognuna di loro due saponette da bagno, sapone per il bucato, spazzolino e dentifricio, oltre a giochi vari portati dall’Italia.
Ognuna di loro ci ha salutato un bacio ed un abbraccio caloroso e a malincuore siamo ripartiti verso casa.
Durante la cena abbiamo parlato al telefona con Sr Jain che ci ha aggiornato sulle condizioni sanitarie del piccolo Sai ricoverato all’ospedale di Guntur: ha sempre la febbre ma fortunatamente sta molto meglio dopo aver effettuato due trasfusioni di sangue; la diagnosi dei medici è malaria. Il tempestivo ricovero è stato essenziale per affrontare immediatamente una patologia così grave in un bambino. La giovane Koteswaramma migliora progressivamente ed è “a pensione” dalle suore che la nutrono adeguatamente.
Nonostante questi bambini in orfanotrofio abbiano una condizione fisica assai migliore rispetto ai loro coetanei di Thullur, traspare con assoluta evidenza la mancanza degli affetti legati ad un nucleo familiare, sentimenti riversati largamente su ognuno di noi.
Se questo da una parte ci fa piacere, dall’altra ci fa andare a letto molto tristi. Buonanotte.
Qui India a voi Italia!
25 settembre
Dopo la parentesi di ieri quando avevamo fatto colazione un pochino più tardi, oggi la nostra sveglia è tornata ad essere “mattuttina”.
Ognuno di noi al risveglio è stato accompagnato dalle grida festose dei bambini, anch’essi in attesa della colazione.
Prima di iniziare le visite agli orfanotrofi, Sr Elisabetta ci ha condotto nella foresta di caucciu’ che ci circonda per mostrarci la lavorazione del caucciu’ fin dal momento della raccolta dall’albero.
La giornata è stata dedicata interamente e faticosamente alle visite mediche in tre orfanotrofi e alla verifica dello stato di salute dei piccoli figli del Progetto Jeevan.
Può sembrare impegno di poco conto recarsi in tre strutture di accoglienza, ma, dal momento che l’una dall’altra sono distanti e che è necessaria più un’ora di pullman e di guida spericolata dell’autista, non è affatto così.
Credete che il solo riuscire a stare seduti su un automezzo che sobbalza, frena all’improvviso, suona il clacson continuamente e incrocia al millimetro gli automezzi che incontra è uno stress psico-fisico non da poco.
La mattina ci siamo recati a Chengalam, all’orfanotrofio Bethlehem Balabhavan; qui, con immenso piacere, abbiamo verificato i notevoli miglioramenti che sono stati apportati alla struttura a seguito di un piccolo progetto di H.H.P.P.: negli ultimi tre anni, l’ambiente risulta completamente cambiato. Mattonelle chiare hanno preso il posto di un pavimento in cemento scuro, piastrelle sui muri rendono le stanze più luminose e pulite, sono stati acquistati i banchi e le panche dove i ragazzi possono studiare come doposcuola, nuovi armadi con ante hanno sostituito scaffali aperti, è stata rinnovata la cucina, ampliato lo spazio piastrellato davanti alla casa, costruiti nuovi lavandini per lavare le stoviglie e i panni.
I 31 ragazzi godono tutti di buona salute ad eccezione di qualche cosiddetto “male di stagione”. Abbiamo trovato ancora una volta Sudeesh, operato col finanziamento della nostra associazione per una cardiopatia congenita, e con soddisfazione abbiamo constatato le sue ottime condizioni fisiche.
Dopo aver salutato ognuno di loro, ci siamo diretti al Sanjos Balabhavan: qui ad attenderci sulla porta 56 ospiti impazienti; bello vedere come i nostri bambini siano sempre ansiosi di vederci … probabilmente per tutta l’attenzione, l’affetto ed i regali che portiamo loro nel “breve” tempo che trascorriamo insieme.
Abbiamo verificato lo stato di buona salute di tutti gli ospiti; al termine delle visite abbiamo consegnato ai più grandi di loro un graditissimo orologio da polso, macchinine per i più piccoli, freesbee e palloni per tutti, nonché, come di consueto, saponette da bagno, sapone per il bucato, spazzolino e dentifricio.
Durante la foto di gruppo finale è iniziato un classico temporale indiano che ci ha obbligato a posticipare la nostra partenza; questo contrattempo non è dispiaciuto a nessuno!
Dopo essere rientrati per il pranzo all’Assisi Baby Sadan, siamo ripartiti alla volta di Pampady per far visita ai ragazzi del P.M.G.M. Balabhavan gestito da sacerdoti cristiani ortodossi, dove i 30 bambini visitati sono risultati tutti in buone condizioni fisiche; stesso rituale per il commiato, con la promessa di rivedersi il prossimo anno.
Spendiamo qualche parola circa la situazione dei nostri bambini negli orfanotrofi. Al contrario di quanto possa fare pensare il nome “orfanotrofio” , questi piccoli, oltre agli orfani veri e propri, si trovano in questi centri per le piu’ svariate situazioni. Infatti vi sono bimbi con un solo genitore abbandonato dal coniuge (molte donne fuggite da mariti violenti e alcolizzati), vittime di violenze fisiche in famiglia, alcuni abbandonati da entrambi i genitori. Un caso particolare è Joby bimbo affetto da Acondroplasia meglio nota come nanismo. La madre, vedova del marito, si e’ risposata e il patrigno ha rifiutato la sua “diversità”.
Durante il viaggio di ritorno Sr Elisabetta ci ha dato la brutta notizia dell’incidente occorso a Athira dell’Assisi Baby Sadan: mentre giocava serenamente con i suoi compagni è caduta malamente riportando una brutta frattura al braccio, tanto che in ospedale hanno deciso di sottoporla a intervento chirurgico.
Con questa pena nel cuore mentre stiamo tornando all’orfanotrofio, ognuno di noi pensa in cuor suo a come sarebbe bello poter evitare ai bambini le sofferenze; H.H.P.P. ci prova ogni giorno, ogni tanto ci riesce.
Qui India a voi Italia!
26 settembre
Oggi è stato l’ultimo giorno di visite negli orfanotrofi dove H.H.P.P. ha in essere il progetto di adozioni a distanza.
Di prima mattina ci siamo recati al Bethlehem Ashram , un orfanotrofio che ospita 34 bambine che ci hanno accolto riunite in gruppo e con un fiore in mano sulla soglia dell’edificio cantando una canzone di benvenuto.
Prima di iniziare le visite abbiamo assistito a vari balli delle bambine che ci hanno coinvolto nella loro allegria.
Di seguito siamo stati impegnati nelle visite mediche che non hanno evidenziato patologie di rilievo, nell’esecuzione delle foto e nell’ aggiornamento dei dati.
Alla fine ci siamo dedicati a distribuire loro regalini e a divertirle gonfiando palloncini di forme varie alla cui preparazione ci stiamo perfezionando sempre di più grazie all’insegnamento della nostra Elisabetta.
Di nuovo in marcia verso la meta successiva : il Marthoma Balika Bhavan che ospita 36 bambine.
Anche qui abbiamo ricevuto la stessa accoglienza festosa; di seguito visite mediche e come prima…palloncini a go-go.
Siamo rientrati per il pranzo e subito dopo abbiamo distribuito giochi anche ai nostri bimbi dell’Assisi Baby Sadan e abbiamo passato qualche ora con loro visto che oggi non c’era scuola ed erano tutti per noi.
Nel pomeriggio una breve escursione nel paese di Ponkunnam per un veloce shopping comprendente l’acquisto di piccoli oggetti tipici da offrire nei mercatini di solidarietà organizzati dall’associazione per la raccolta di fondi.
Non ci siamo dimenticati dei bambini dell’orfanotrofio che ci ospita comprando per ciascuno di loro
un dolcetto che illuminerà sicuramente i loro occhi dalla gioia.
Al nostro ritorno abbiamo avuto notizie della piccola Athira che ieri si era fratturata il gomito giocando; la scorsa notte è stata operata d’urgenza ed oggi le sue condizioni sono notevolmente migliorate, tanto che domani sarà dimessa.
Con questa buona notizia vi salutiamo perché i nostri bambini ci stanno aspettando per…DOLCETTI E SCHERZETTI!!!
Qui India a voi Italia!
27 settembre
Oggi è domenica: il risveglio ancora più di buon ora del solito dal momento che le nostre sveglie sono suonate alle 6.30, appuntamento per la messa nella cappella dell’Assisi Baby Sadan ore 6.45. Celebrazione veloce all’italiana, anche se in completa lingua locale; al termine veloce colazione, quindi partenza per la prima vera ed unica escursione da quando siamo in India.
Dopo due ore e mezzo di viaggio siamo arrivati a Alleepey, cittadina situata lungo le famose Back Waters del Kerala; si tratta di una serie di canali navigabili attraversati da barche più o meno grandi, alcune piccole che ricordano le nostre gondole, tanto che il luogo è chiamato anche “la Venezia dell’est”.
Ci siamo imbarcati ed abbiamo navigato circa due ore, in un panorama bellissimo ricco di natura lussureggiante con alberi da cocco, risaie a perdita d’occhio e una varietà infinita di piante che qui nascono spontaneamente, mentre da noi vengono comprate dai fiorai e muoiono dopo poco tempo.
In mezzo alle palme si alternavano casupole dalle quali si intravedevano scene di vita quotidiana: abluzioni di grandi e bambini immancabilmente vestiti, donne che facevano il bucato battendo i panni sulle pietre, bambini che si divertivano tuffandosi in quell’acqua tutt’altro che invitante.
Nel pomeriggio siamo rientrati all’orfanotrofio e il nostro tempo è stato completamente dedicato ai nostri piccoli che ci hanno allietato con i giochi e le coccole, ma anche distrutto fisicamente per la loro vivacità.
Dopo cena, i bambini ci hanno fatto un piccolo spettacolo di canti e balli ed abbiamo consegnato loro un completino uguale per tutti che ha fatto la gioia dei piccoli e delle Suore.
Alle 21.00 abbiamo sentito telefonicamente Sr Jain che ci ha dato notizie confortanti da Thullur: Koteswaramma va tutti i giorni a mangiare dalle suore e progredisce a vista d’occhio tanto che anche le analisi sono in netto miglioramento; il piccolo Sai, pur essendo sempre ricoverato, sta meglio. Ha effettuato quattro trasfusioni e la terapia antibiotica ad hoc; la malattia è stata diagnosticata come forma setticemica in corso di malaria.
Queste buone notizie alleviano un po’ la tristezza “dell’ultimo giorno” e ci fanno andare a letto più sereni con la consapevolezza che nel nostro piccolo qualcosa di buono lo abbiamo fatto. Buonanotte.
Qui India a voi Italia!
28 settembre
Stamani è iniziata l’ultima giornata attiva in India e più specificatamente in Kerala, dei volontari di H.H.P.P. La notte è stata sicuramente più agitata di tutte le altre trascorse in India in questa missione, perché i cuori di tutti noi sapevano che oggi avremmo lasciato una grossa parte di noi stessi insieme ai nostri bambini. Sì, i 60 bambini dell’Assisi Baby Sadan sono stati i veri protagonisti di questa nostra ultima mattinata all’Orfanotrofio gestito da Sr Elisabetta: tutti noi siamo stati letteralmente assaltati dall’amore e dal bisogno di affetto di questi piccoli dai profondissimi occhioni neri i quali, ognuno a modo proprio, ma tutti con una sincerità affettiva completa, ci hanno riempito il cuore dell’amore più sincero e completo. Dalla piccola Kavya sempre amorevolmente incollata alle braccia di Barbara, ai tempestosi e furbissimi Arun e Kyran che hanno sicuramente “adottato” il Dr George con i loro gesti e la loro voglia di affetto incondizionato. Dall’amore profondo e sincero per tutti questi pargoletti da parte della nostra Elisabetta, alla struggente partecipazione per tutti della Dr.ssa Roberta. Senza dimenticare la commozione infinita e senza riserve dimostrata per tutti da Luciano, Annapaola, Gabriella e Massimiliano.
Le lacrime copiose di Elisabetta al momento del saluto, sono state la dimostrazione tangibile e reale del sentimento profondo che tutti noi provavamo.
Ultimi saluti a tutte le Suore, alle ragazze madri ed un ultimo saluto ai bambini, per poi avventurarsi nell’ultimo viaggio indiano verso Kochi, sede dell’aeroporto internazionale da dove saremmo partiti l’indomani.
Dopo circa 3 ore e mezzo di un viaggio caldissimo per il clima e per il nostro eloquente silenzio per la partenza dall’orfanotrofio, siamo arrivati nel tardo pomeriggio alla meta del nostro percorso. Ci siamo sistemati nelle camere di un albergo dignitoso vicinissimo alle partenze aeree, ed abbiamo condiviso l’ultima cena in India con Sr Elisabetta, Sr Mercy, la professoressa di lingue ospite di Panachepally e l’autista del pulmino che in questi giorni ci ha scorrazzato per gli Orfanotrofi del Kerala. Finita la cena, baci e abbracci sinceri fra tutti e per tutti e noi missionari a letto per dormire quelle sole 2 ore e mezzo che ci separavano dalla partenza.
29 settembre
La sveglia dell’albergo ha suonato per tutti alle ore 1,30 di notte, ma nessuno è rimasto a poltrire sotto le lenzuola. Alle 1,50 partenza in direzione dell’aeroporto, da dove siamo partiti in perfetto orario; dopo lo scalo a Dubai ed il nuovo volo della Emitares Airlines direzione Roma, siamo arrivati “freschi come rose appena sbocciate” nella nostra amata capitale dopo “solo” 36 ore da quando eravamo partiti dall’Assisi Baby Sadan!
Con un pulmino preso a noleggio, siamo giunti stanchi ma contenti del nostro operato, alle nostre rispettive abitazioni, dove ognuno di noi ha potuto riabbracciare i propri cari.
Come consuetudine alla fine di ogni missione, i volontari attivi partecipanti imprimono un loro pensiero alla fine di questo diario, su questa avventura umanitaria:
ANNAPAOLA
Era da tempo che desideravo vivere questo genere di esperienza per fuggire, anche se per poco tempo, alla mia attività di pediatra, rivolta per la maggior parte a tranquillizzare madri ansiose più che a curare bambini, e per finalmente rendermi utile a qualcuno. Poi ho ricevuto l’e-mail di Elisabetta che annunciava questa missione.
All’inizio era un po’ dubbia, avevo paura di non essere all’altezza sia fisicamente (non sono più una ragazzina) sia per la preparazione medica; poi ho deciso per il sì e sono partita.
E mi è capitata una cosa meravigliosa: ho ricevuto molto, molto di più di quello che ho dato!
Ho ricevuto da questi colleghi e volontari, da Giorgio a Elisabetta, un esempio di amore, di abnegazione che mai avevo incontrato. Ho ricevuto da tutte le Suore, da Sr Jain prima e da Sr Elisabetta poi, una dimostrazione di grande coraggio, di donazione completa della loro vita ai più poveri, con una gioia infinita che si rispecchia nei loro sorrisi e nella loro serenità.
E soprattutto ho ricevuto dai bambini tanto, tanto affetto, tanti baci, tanti abbracci; ho letto nei loro occhioni tanta riconoscenza per piccoli doni che i nostri figli non degnerebbero neanche di uno sguardo.
Mi avete dato tanto, moltissimo, e a tutti voi dico grazie, grazie, grazie.
BARBARA
Sono molto felice di essere ritornata a Thullur e di aver fatto la nuova esperienza del Kerala.
In Andhra Pradesh si sono rinnovate tante emozioni e la cosa strana è che pur lavorando moltissimo in condizioni disagiate a causa del caldo, quest’anno davvero soffocante, non sentivo la fatica, perché la voglia di dare una mano a quelle persone così sfortunate era così grande che, se avessi potuto, avrei dato loro anche il mio cuore. Qui ho ritrovato Nandini, mia adorata bimba, Suor Jain e le altre sorelle alle quali mando un grandissimo e caloroso bacione.
In Kerala è stata un’esperienza nuova: al nostro arrivo, l’accoglienza di quei bambini innocenti è stata veramente un’emozione unica, come forte è stata anche quella ti tutti i ragazzi degli altri orfanotrofi.
I piccolini dell’Assisi Baby Sadan, in particolare Kavya, non riesco a togliermeli dalla testa ... devo tenere la mente occupata per non pensarci, altrimenti sto male.
Sono tornata a casa con il cuore diviso in tre parti: una è rimasta al Mary Matha Dispensary, una all’Assisi Baby Sadan e una naturalmente l’ho portata con me, per i miei figli e tutti i miei cari.
Voglio ringraziare tutti gli altri componenti della missione con i quali sono stata moto bene insieme e in particolare il Dottor Giorgio Martini che mi ha dato l’opportunità di poter ritornare in Andhra Pradesh e di fare la nuova esperienza del Kerala. GRAZIE DI CUORE A TUTTI e … alla prossima!!!
ELISABETTA
India, dolce e amara India.
Tornare di nuovo a Thullur dopo tre anni con la speranza di trovare qualcosa di sorprendentemente diverso per scendere dall’aereo, essere avvolti a 360 gradi dall’ambiente circostante e scoprire che tante cose sono come prima.
Forse il benessere avanza, ma la povera gente è sempre lì nelle stesse condizioni: sempre accampata con le tende nelle aiuole di uno spartitraffico, sporcizia ovunque, sistema fognario inesistente, traffico follemente smisurato; davanti alla nostra porta un crescendo di persone ammassate in attesa di qualsiasi cosa tu possa offrire loro; uno Stato che non garantisce ai bambini e alla popolazione quelli che in tutto il Mondo sono riconosciuti come i “diritti umani”.
L’impatto è forte, come sempre, e così ti senti sopraffare da un senso di impotenza e di rabbia. Per fortuna in ogni storia c’è sempre un “ma”: ma poi vedi case in muratura che cominciano a spuntare qua e là perché la gente mette da parte ciò che gli dai per costruirsi una vita migliore; ma poi ti rendi conto di aver salvato la vita a due persone, Koteswaramma e Sai, indimenticabili per le loro condizioni ed i loro occhi rassegnati, quasi come se non ci fosse niente di male ad essere “ridotti” così.
Certo, l’India è grande, e quando sei là vorresti poter fare qualcosa per tutti, ma le persone si possono aiutare una alla volta e mi torna in mente una frase letta in un libro “ogni viaggio, breve o lungo che sia, comincia sempre da un piccolo passo”; il concetto è quasi banale, però rende bene!
E poi … e poi c’è il Kerala, la nostra patria per le adozioni a distanza: bambini sani e felici, fortunati, anche loro “salvati uno alla volta” (ripeto questo concetto perché ultimamente l’ho ritrovato in più libri letti che raccontano la storia di persone che hanno intrapreso la strada degli aiuti umanitari e trovo che rappresenti un modo di operare sensato).
Scegliendo di vedere il bicchiere mezzo pieno, sono felice di aver partecipato a questa missione con i risultati che essa ha portato, senza comunque perdere mai di vista l’altra parte del bicchiere che un passo alla volta vorrei contribuire a riempiere.
Ringrazio tutte le Suore di Thullur e del Kerala perché sono la nostra mente, il braccio, il cuore … senza di loro sarebbe tutto più difficile, la mia fiducia in loro è smisurata e sono loro profondamente riconoscente per quello che fanno ogni singolo giorno della loro vita.
Vorrei ringraziare anche il Dr George che è un punto di riferimento eccezionale e tutti gli altri amici di viaggio perché ognuno di loro si è dedicato anima e corpo a questa gente; la comunione di intenti ci ha unito e ha reso ogni momento vissuto insieme veramente indimenticabile.
Infine vorrei ringraziare tutti voi che ci avete aiutato prima e durante nella realizzazione di questa attività e che avete partecipato da lontano alla nostra avventura; la speranza è che il vostro sostegno permanga anche nel “dopo” perché per noi, e credo anche per voi, è importante che l’associazione cresca e che continui il suo cammino … un passo alla volta. Grazie.
ENZA
Un saluto da Enza a tutti, partendo da Thullur.
Parto in anticipo da Thullur, per motivi di lavoro, separandomi a malincuore dai miei compagni di strada. Abitualmente non uso termini enfatici, ma questa esperienza per me è stata davvero straordinaria, per vari motivi.
L’incontro con tanta gente che ha bisogni primari fa riflettere su quanto siamo fortunati e quanto viviamo nel superfluo. Un conto è conoscere, sapere che esistono queste realtà, un conto è entrarci dentro e toccare il braccino di un bimbo denutrito, così magro da avere difficoltà a praticargli la vaccinazione. Ho visto piaghe cutanee da pesticidi usati nella coltivazione del cotone, artrosi deformanti in uomini e donne che per tutta la vita lavorano nelle risaie, tante patologie bronchiali per il clima umido e le cattive condizioni di vita. Sono rimasta impressionata dal gran numero di donne giovani, isterectomizzate dopo la seconda gravidanza, per ricevere il contributo governativo nell’ambito di un pesante tentativo di controllo delle nascite. Mi sono sentita a disagio perché quello che ero in grado di offrire mi sembrava molto poco. E in cambio ho ricevuto tanto: sorrisi, gratitudine, simpatia.
Le suore della missione sono veramente brave, accoglienti, attente e ci hanno aiutato molto nel nostro lavoro e nel mitigare i disagi climatici e ambientali di un posto così remoto.
Mi avevano già parlato di Suor Jain, medico e specialista in ginecologia, che gestisce il Dispensario e il piccolo ospedale di Thullur. Ho incontrato una persona speciale, colta, intelligente, iperattiva, instancabile, che si ingegna con tutti i mezzi per riuscire a curare come meglio può.
Infine, i miei compagni con i quali ho condiviso questa esperienza di crescita personale: belle persone, solidali, con i quali è nato immediatamente e senza tante parole un legame fatto di mutuo aiuto, non solo professionale, ma anche affettivo. E, parlando di capacità, non mi riferisco solo ai colleghi medici, ma anche ai “volontari” non medici che sono stati fondamentali nell’organizzazione e gestione del lavoro, che è stato un vero e proprio lavoro di gruppo.
Laggiù ho lasciato un pezzetto di cuore, ma ho portato con me bellissimi ricordi e un po’ più di consapevolezza, come succede quando mi confronto con nuove situazioni in modo aperto e aggiungo competenze, emozioni, affetti, sensazioni come piccole luci in più sul mio cammino. Ed è stato un grande regalo. Grazie.
Un forte abbraccio ai miei compagni, a Sr Jain e alle Suorine di Thullur.
GABRIELLA
Mentre scrivo sto tornando dalla mia quarta missione in India. Con mia grande sorpresa ho scoperto che ogni volta non c’è nulla di scontato: le vicende, i rapporti, le emozioni sono sempre nuove sia perché tutto cambia nella natura delle cose, sia perché anch’io cambio con il passare del tempo e mi pongo in modo diverso di fronte alla vita. Nuove sono state le situazioni che mi si sono presentate dal punto di vista medico ed umano, nuovo il gruppo con cui ho lavorato, formato da persone veramente “speciali” con cui è stato bello vivere ogni giorno ed interagire ed anche nuove le emozioni ed intense come sempre e più di sempre.
Ho sentito molto il contatto con la natura: i campi sterminati di cotone e le risaie dell’Andhra Pradesh e, in contrasto, le foreste di alberi da caucciù e la vegetazione rigogliosa del Kerala; un contatto più vero ed immediato nel silenzio di una vita semplice.
E, ancora, il contatto con la gente e soprattutto con i bambini: la loro povertà estrema e privazione di ogni cosa materiale a Thullur e la toccante mancanza dell’affetto di una famiglia negli orfanotrofi del Kerala.
Ho provato la gioia immensa di aver salvato il piccolo Sai da una morte quasi certa per malaria e setticemia. Da noi è scontato dover guarire dalle malattie, ma in quella realtà non è così e ho ancora davanti ai miei occhi il pallore estremo del suo visino sofferente.
Vorrei dire tante cose ancora che ho dentro. Mi sento addosso gli abbracci e i baci dei bambini dell’orfanotrofio dove siamo vissuti in questi ultimi giorni, il loro desiderio di giocare e del contatto fisico e nelle orecchie mi sono rimaste le loro vocine che mi chiamavano” ANDI! ANDI! ANDI!” (ZIA; ZIA; ZIA).
LUCIANO
Questa per me è stata la seconda missione in India, avendo partecipato a quella organizzata da H.H.P.P. l’anno precedente. L’essere ritornato già “la dice lunga” sull’esito della prima esperienza.
Questa nuova “avventura” mi ha dato l’opportunità di rivivere emozioni già vissute e di provarne di nuove ritrovando luoghi e persone il cui ricordo mi ha accompagnato in tutto l’anno precedente e venendo a contatto con una realtà sconosciuta (quella del Kerala) che mi ha profondamente turbato.
Non è facile riordinare le idee e provare a descrivere le sensazioni vissute essendo state, a mio modo di vedere, tante e contrastanti tra loro; penso che quello che siamo riusciti a dare ci è stato restituito in maniera di gran lunga superiore come segno di riconoscenza con un sorriso, un abbraccio o una stretta di mano.
Esperienze come quelle che abbiamo vissuto lasciano un segno che mi porterò sicuramente dietro per tanto tempo: sarà difficile dimenticare gli “occhioni” neri ed il sorriso dei tanti bambini che abbiamo incontrato, la “richiesta” di affetto di quelli degli orfanotrofi e le tante situazioni di disagio e difficoltà in cui sono costrette a vivere tante persone che non hanno nessuna colpa se non “quella
MASSIMILIANO
Ringrazio H.H.P.P. per avermi dato l’occasione di partecipare a questa importante e commovente esperienza. Nella mia vita ho viaggiato parecchio, spesso in Oriente che amo, situazioni di miseria e malattia ne ho viste molte ma non avevo mai avuto l’occasione di dare un aiuto diretto, questa volta si. Forse la cosa che mi ha colpito di più è che abbiamo veramente salvato delle vite umane e i casi emblematici sono stati la ragazza Koteswaramma e il piccolo Sai. Sarà difficile dimenticare molti sguardi di piccoli pazienti e la voglia di contatto umano e affetto dei bimbi ospiti degli orfanotrofi in Kerala. Siamo stati un team affiatato e funzionale, una lode a tutti i miei compagni e soprattutto ai dottori impegnati a dare il massimo in condizioni precarie. Un pensiero anche all’impegno costante delle suore sempre disponibili. Auguro all’associazione di proseguire nel suo operato magari ampliando la sua azione nella formazione, informazione preventiva e scolarizzazione che sono complementari alla medicina. Spero di poter contribuire ancora e di aver trasmesso a tutti i sostenitori e non, l’importanza di quanto si è fatto e si farà.
di essere nate” in quelle zone piuttosto che in altre assolutamente diverse.
Non dimenticherò neanche l’accoglienza ed il trattamento delle suore che mi hanno a volte messo a disagio per le troppe attenzione e i troppi riguardi, come non dimenticherò i compagni di avventura con i quali ho vissuto gomito a gomito in perfetta armonia e sintonia.
Concludendo mi aspetto la domanda di quale delle due missione sia stata la migliore: la risposta è senza dubbio “La prossima………..spero”.
ROBERTA
Immaginavo che sarebbe stata un’esperienza intensa che non avrei dimenticato facilmente, ma ciò che ho vissuto in questi 17 giorni è andato ben oltre alla mia idea di missione; il calore della gente, l’energia dei bambini, la loro “fame d’amore” che ti entrava nel profondo, ed il cuore grande delle persone che mi hanno circondato e che hanno lavorato con me, hanno reso questa esperienza veramente speciale, e spero sia solo l’inizio di un lungo percorso umano, spirituale, di amicizia e umanitario.
SERGIO
Al di là dell’India che mi è apparsa da subito stordente e al contempo affascinante, il lavoro è stato tanto soddisfacente che impegnativo e stancante.
Lavorare in gruppo è un’esperienza che non facevo più da un po’ di tempo ed è stato utile e bello trovarsi a confronto con gli altri per concordare il da farsi.
Molto interessante e piacevole essere riuniti a sera per stendere il diario del giorno, riflettere sul lavoro svolto e guardare tutte le foto per scegliere quelle da mettere su internet da far vedere a quanti ci seguono.
Vivere per tutti questi giorni a diretto contatto con le persone del luogo, vedere dove e come vivono, avere un’idea più vera delle loro condizioni e spesso del loro stato di indigenza, sono certo che ha contribuito a rendermi diverso da quello che ero quando sono partito. E’ a tutti loro, “sconosciuti grandi e piccoli”, che va il mio primo ringraziamento.
Sento anche di ringraziare tutti i compagni e Giorgio in particolare che mi ha concretamente permesso di fare questa magnifica esperienza di vita mantenendo operativa l’H.H.P.P.
Un particolare ringraziamento sento di farlo anche a Sr Jain che con la sua attenta e solerte organizzazione ha reso sempre più funzionale ed efficiente questa struttura e che ci ha permesso di ottimizzare il tempo di lavoro facendo sì che colazioni, pranzi, merende e cene fossero di nostro gradimento e sempre più che abbondanti; ha poi organizzato i nostri spostamenti da una scuola all’altra come da un villaggio all’altro.
A quanti ci seguono mando un caro saluto.
DR GEORGE
Ancora una volta eccomi giunto al traguardo di una nuova missione sanitaria e umanitaria di H.H.P.P. e , anche questa volta, il traguardo è stato sicuramente superato con obiettivo successo.
Tutte le quasi 2000 persone (1937 compresi i bambini degli orfanotrofi in Kerala) che abbiamo visitato in questi giorni, gli oltre 800 bambini vaccinati per l’epatite B e tutto quello che abbiamo consegnato a queste povere popolazioni indiane ci rendono giustamente orgogliosi della nostra partecipazione a questa avventura umanitaria della nostra comune Associazione. Sì nostra e sempre nostra in tutte le accezioni, perché il sorprendente risultato operativo che anche questa volta è stato possibile raggiungere, è legato solo ed esclusivamente al concretizzarsi di nuovo di quella comunione di volontà e di intenti di tutti i partecipanti che hanno dato tutto sé stessi durante tutti i momenti di questa pesantissima missione. Sì pesantissima perché il clima inclemente di Thullur, con il suo caldo umido insopportabile, ha fiaccato via via nei giorni che passavano, anche i più resistenti fra noi. Ma nonostante ciò mai nessuno si è tirato indietro nei propri impegni, nessuno è mai arrivato in ritardo agli orari comunitariamente prefissati, guidati tutti dall’unico obiettivo di dare tutti noi stessi a favore di questi nostri poveri fratelli. Dalla professionalità superemozionabile della dr.ssa Annapaola, dalla superdolcezza materna di Barbara, dall’amore smisuratamente affettuoso per i bambini della nostra cara Elisabetta, dalla calda professionalità della Dr.ssa Enza, dalla disponibilità completa e senza rumore di Luciano, dalle profonde e a volte misurate emozioni del nostro fotografo ufficiale Massimiliano, dalla sensibilità profondissima dispensata continuamente a tutti della Dr.ssa Roberta, dalla saggezza piena di sincero trasporto emotivo del “buon” Sergio, dall'amore completo e senza limiti per tutti i bambini e dalla autorevole certezza professionale per H.H.P.P della nostra cara e da lungo tempo molto affezionata Dr.ssa Gariella; tutti, ma davvero tutti, meritano un sincero ringraziamento per tutto quello che di concreto è stato possibile realizzare in questa lunga e faticosa missione per merito della loro incondizionata ed altruistica disponibilità.
Grazie alla mia amata Beatrice che sempre mi sprona e mi sostiene nei miei progetti umanitari.
E ancora un grazie di cuore a tutti coloro che in qualsiasi modo in Italia si sono prodigati a favore del positivo compimento di questo nuovo progetto sanitario e umanitario di H.H.P.P.
Ancora una volta tutti i volontari e benefattori dell’Associazione devono essere orgogliosi per tutto ciò che di positivo è stato realizzato in questa missione indiana, assolutamente certi che ogni moneta raccolta grazie alla loro generosità è stata destinata ai progetti programmati, e che la vita di Koteswaramma e del piccolo Sai è stata salvata grazie a loro!
E così continua il SOGNO UMANITARIO DALLA VALDINIEVOLE NEL MONDO …