11° in India-Gen 2009

Dal 25.01.2009

Obiettivi:
Verifica ed aggiornamento delle schede dei bambini dei sette orfanotrofi che HHPP Onlus sostiene tramite le famiglie italiane grazie al progetto Jeevan di adozione  a distanza - Attività sanitaria che si svolgerà in collaborazione con un medico indiano che ci accompagnerà negli orfanotrofi per visitare e curare tutti i bambini. - Distribuzione di beni di prima necessità 

Partecipanti:
Volontari:  Rita Fantozzi - Elisabetta Sarti - Paolo Trinci - Jonathan Vazzano

Periodo:
dal 25 gennaio al 2 febbraio 2009

DIARIO GIORNALIERO


25-26 Gennaio 2009
Alle 4,30 del 25 Gennaio suonano le sveglie dei giovani volontari Jonathan e Elisabetta in partenza per la 21° missione umanitaria di H.H.P.P. Onlus, la 11° in India e vi chiederete … solo due? Signori, il gruppo non è ancora al completo: Rita e Paolo, già in India da alcuni giorni, ci raggiungeranno direttamente all’Assisi Baby Sadan, nostra dimora in questo periodo di missione.  Al nostro risveglio così “mattiniero” si sono uniti Antonio e Alessio che ci hanno accompagnato, con tanto dispiacere per non poter decollare con noi, all’aeroporto di Pisa dov’è cominciata la nostra avventura. Arrivati poi a Roma, dopo un check-in senza problemi, alle 12,10 ci siamo imbarcati sull’aereo della Quatar Airways con destinazione Cochin, via Doha; fortunatamente si sono rivelati entrambi dei buoni voli e alle 3,30 ora locale di lunedì siamo sbarcati nella tanto attesa India.



26 Gennaio 2009
Il primo impatto con la realtà del luogo è stato da un lato un’infinita coda di circa un’ora e mezzo per il controllo dei nostri passaporti, dall’altro il sorriso e l’affetto di Sr. Elisabetta ad attenderci all’uscita dell’aeroporto, insieme al tipico turbinio indiano di odori, rumori e colori. A questo punto la stanchezza delle nostre 19 ore di viaggio ha preso il sopravvento e siamo crollati in un sonno “quasi” profondo… se vi ricordate dei nostri racconti passati sulla guida indiana capirete sicuramente il perché. L’arrivo all’Assisi Baby Sadan è stato, come sempre, un’ondata calorosa di affetto portato dalle nostre “piccole pesti” che correndoci in contro ci hanno travolto con i loro abbracci e baci, è bello scoprire come ogni volta il loro entusiasmo nel rivederci ma è impossibile non pensare all’amaro significato del loro bisogno così forte di attenderci. Una colazione indiana rifocillante, un veloce cambio di abbigliamento e poi via alla volta delle bambine dell’Assisi Balika Bhan di Kottayam; con noi Sr. Lissy, pediatra, che ci accompagnerà in questa missione per effettuare un controllo sanitario sugli ospiti degli orfanotrofi  che visiteremo per la consueta attività di verifica e di aggiornamento delle adozioni a distanza. Per fortuna tutte le 31 ragazze godono di buona salute: sono stati riscontrati soltanto un caso di disturbo gastro-intestinale ed uno di anemia, mentre, visto che tutte sono di età compresa fra i 10 e i 16 anni, la dottoressa ha proposto di provvedere alla vaccinazione anti-rosolia, che verrà effettuata quanto prima. Simultaneamente alle visite, abbiamo fatto le fotografie e preso i dati aggiornati delle bambine adottate a distanza dalle famiglie italiane, distribuendo poi ad ognuna di loro doni portati dall’Italia ed un ombrello ciascuna per il prossimo arrivo della stagione delle piogge che coincide anche con la ripresa dell’anno scolastico (giugno). Sul calar della sera, dopo 2 ore di ritardo, sono finalmente arrivati Rita e Paolo… anche per loro grande e inaspettata accoglienza dei bimbi dell’Assisi Baby Sadan; una piacevole cena in compagnia delle suore prima di andare a letto a riposarsi per essere pronti al vero debutto  di questa missione. Buonanotte. Qui India a voi Italia



27 Gennaio 2009
Svegliati dalla voce melodiosa dei bambini, la nostra giornata è cominciata con una succulenta colazione tipicamente locale a base di  appam, marmellata, ananas, banane e l’indianissima Nutella portata da Jonathan. Intorno alle 9,00 siamo partiti alla volta dei due orfanotrofi previsti per la giornata accompagnati finalmente da un autista degno di tale nome. La mattina al San Jose Balabahvan, Sr. Lissy ha visitato i 56 ospiti riscontrando buone condizioni di salute, eccetto un caso di scabbia, alcune infezioni alle vie respiratorie e qualche parassitosi intestinale. Allo stesso tempo i ragazzi hanno eseguito dei disegni da inviare alle famiglie adottive italiane e a turno sono stati da noi fotografati per l’aggiornamento del Progetto Jeevan. Oltre a quelle di rito, sono state scattate 7 milioni di foto visto la smisurata passione dei bambini per ogni oggetto tecnologico e per la sindrome del divo di Bolliwood (vedi foto). Anche ad ognuno di loro sono stati consegnati una confezione di vitamine, una di paracetamolo e amoxicillina; questa prassi verrà ripetuta in ogni orfanotrofio visitato durante tutta la missione. Prima di salutare i bambini abbiamo consegnato loro 3 biciclette, palloni da basket e da volley e racchette da tennis… felici più noi di loro per l’entusiasmo dimostrato, ci siamo salutati con la promessa di tornare quanto prima. Nel pomeriggio ci siamo diretti al Bethlem Balabhavan dove abbiamo trovato una situazione sensibilmente diversa: la struttura, vista anche già da prima il dormitorio e l’aula del dopo scuola erano in un’unica stanza. Immediatamente ci siamo posti il problema: è possibile ampliare lo spazio? Il direttore della casa si è impegnato a fornire quanto prima un preventivo per l’intervento al riguardo, intanto abbiamo provveduto all’acquisto delle sedie per sostituire le “vecchie” panche del refettorio. I 28 ragazzi sono stati tutti visitati e curati in gran parte per parassitosi intestinale e stomatite; dopo aver scattato le foto e distribuiti ombrelli e altri doni di vario genere, abbiamo improvvisato una festa a base di palloncini e giochi di gruppo. Al rientro una breve sosta per ricaricare la scorta di pennarelli e caramelle e poi arrivo al buio all’Assisi Baby Sadan; la mancanza di corrente elettrica non ci ha permesso di salutare come avremmo voluto i bambini di Sr. Elisabetta e dopo una cena a lume di pila finalmente a letto. A domani. Qui India a voi Italia.



28 Gennaio 2009
Pronti alle ore 9,00 per l’orfanotrofio P.M.G.M. Balabhavan; dove ci sono 34 ragazzi che fanno parte del progetto Jeevan; il nostro gruppo si componeva così: Sr. Elisabetta, Sr. Lissy, Sr. Lilamma, Elisabetta, Jonathan, Rita e Paolo. Operativi in questo modo Sr. Lissy visitava i bambini, Sr. Lilamma preparava con la sua estrema perizia le schede sanitarie registrando i dati anagrafici, Jonathan, Rita, e Paolo si occupavano delle foto per le adozioni, Elisabetta registrava le schede sanitarie e infine Sr. Elisabetta faceva la Direttrice dell’Orchestra! La situazione rilevata da Sr. Lissy è stata la seguente: ampia maggioranza di “normale”, si sono rilevati invece alcuni casi di anemia, problemi dentali, ed alcuni dei più piccoli si sono presentati sottopeso. Come ogni anno la nostra presenza all’orfanotrofio è stata allietata dalla travolgente presenza del Sig. Ibrahim, un tipico indiano dalla lunga barba bianca che con il suo fluente inglese ci ha aiutato nella gestione dei ragazzi. Anche qui tutti i doni distribuiti, acquistati grazie al contributo del regalo di Natale che anche quest’anno generosamente i genitori italiani adottivi a distanza hanno regalato ai loro bambini, hanno avuto un gran successo e tutti i bimbi si sono presto trasformati in cavalieri muniti di cappelli e spade fatti con i tanto adorati “baloon”. Terminato il lavoro siamo andati all’Assisi Baby Sadan dove, dopo pranzo, ci siamo dedicati a qualche gioco con “le piccole pesti” per poi ripartire nuovamente destinazione Assisi Balika Bhavan, per non far perdere a Paolo e a Rita il piacere di scoprire questa  oasi felice a Kottayam. Grande euforia per tutti al momento del gelato; sorpresa che ogni volta ottiene un effetto speciale come il coniglio dal cilindro! A seguire maratona di giochi all’aperto come: “nascondino”, dove Rita si è data per dispersa in bagno e Paolo (a causa della mole) è stato scoperto nonostante fosse dietro a una jeep, “guardie e ladri”, dove Jonathan ha rischiato di rifarsi la dentatura, per finire con “strega comanda colore” dove Paolo inventando un colore inesistente ha creato il panico. Distrutti? No! Non vi preoccupate… anche se non abbiamo i superpoteri di Sr. Elisabetta domani saremo pronti per un nuovo giorno!  Qui India a voi Italia.



29 gennaio 2009
Chevrolet pronta alle ore 9…. Tempo stupendo, sole e palme. Solo un lieve ritardo dovuto a 3 presenze anomale sull’automobile: Lalu, Balu e Achu, (vi chiederete chi sono…) i più piccoli dell’Assisi Baby Sadan che saltavano da un sedile all’altro senza volerne sapere di lasciarci andare. Arrivo al Bethlehem Ashrum dove 36 bambini ci aspettavano in formazione corale cantandoci il benvenuto e regalandoci fiori profumati. Che spettacolo!!! A distanza di un anno si ricordavano il testo del celeberrimo “giro giro tondo” e proprio da li abbiamo cominciato a giocare insieme. Passando a cose più serie, mentre i bambini eseguivano i disegni, Sr. Lissy riscontrava una situazione sanitaria ottimale. Una volta immortalati tutti oltre ai soliti doni abbiamo consegnato ad ogni bambino anche una saponetta, uno spazzolino e un dentifricio. Ancora qualche gioco con i bambini, i saluti e il rientro alla base per il pranzo. Nel pomeriggio Sr. Elisabetta ci ha portato a visitare un orfanotrofio, per noi nuovo,  che ospita 23 bambini con apparenti problemi psicologici dovuti alle loro situazioni familiari particolarmente difficili. Fra l’altro, trasferito qui da pochi mesi dall’Assisi Baby Sadan, è presente Sugith uno dei bambini adottati a distanza. L’ambiente ci è apparso confortevole, ben curato, pulito, gestito da 4 giovani suore del Santo Spirito e situato nel bel mezzo di una foresta di caucciù. Nella nostra permanenza non abbiamo osservato nei bambini comportamenti diversi dalla normalità. Questo ci fa sperare che vivere in un ambiente meno affollato consenta loro, così bisognosi di affetto, di ricevere maggiori attenzioni. Solito carnevale di bolle di sapone, palloncini e chi più ne ha più ne metta. Questa volta però il commiato fra saluti e baci non è stato per noi così spensierato come di consueto. Alla fine chi sa distinguere il limite fra ragione e follia? Noi di certo no. Con questa riflessione vi lasciamo a meditare. A domani Qui Kerala a voi Italia.



30 gennaio 2009
Stamani come di consueto siamo partiti alle ore 9.00 destinazione Marthoma Balika Bhavan, lungo la strada abbiamo caricato due autostoppisti, Rita e Paolo, che si erano avventurati nella foresta keraliana. Siamo arrivati alla casa dove Sr Lissy ci stava aspettando con le 35 bellissime ragazze (due erano assenti perché impegnate in un esame scolastico). L’ambiente ci è apparso pulito, allegro, gradevole e salubre, ma soprattutto ci ha piacevolmente colpito lo spazio esterno, ampio e ben tenuto. Grande accoglienza, dopodiché la formazione si è schierata per realizzare tutte le attività dovute. Anche oggi il resoconto sanitario è stato ottimo: tutte le ragazze godevano di buona salute, soltanto per Divya è stato richiesto un check-up al sistema tiroideo per il quale sarà preso appuntamento quanto prima. La nostra permanenza è stata allietata dallo spettacolino organizzato per noi: prima otto ragazze hanno eseguito una tipica danza indiana, poi si sono susseguiti recite e canti coreografati. Il nostro entusiasmo è salito così tanto alle stelle che le suore hanno dovuto addirittura spengere la luce nella stanza per farci capire che dovevamo smettere di fare i palloncini e lasciare andare le ragazze a scuola.Rientrati a pranzo all’Assisi Baby Sadan abbiamo festeggiato l’onomastico di Sr Giacinta. Nel pomeriggio una breve visita alla scuola adiacente all’orfanotrofio, frequentata sia dai bambini dell’orfanotrofio che da altri dei villaggi limitrofi; abbiamo creato lo scompiglio fra i piccoli scolari che si sono accalcati alle finestre per salutarci e per farsi fotografare.Successivamente un breve visita nella natura di Kanapaddy dove abbiamo visto vari tipi di frutti alla base della cucina indiana e della medicina ayurvedica (anacardi, noce moscata, tapioca, cannella, vaniglia, etc. etc.).Al rientro, passando da Kanjirapally siamo stati travolti dalla processione in onore di S. Sebastiano: una lunga fila di credenti con dei caratteristici ombrelli di velluto colorato si stavano incamminando verso la chiesa; tutto il paese era in festa con luci colorate ovunque ed a un tratto Rita, vedendo i palloncini a forma di cuore gonfiati con l’elio, ha avuto l’illuminazione … riportiamoli ai nostri bambini.Purtroppo quando siamo rientrati stavano già dormendo ma chissà domani che effetto gli farà trovarli tutti appesi al soffitto dell’orfanotrofio?!!Con questo pensiero ed un sorriso sulle labbra vi diamo la buonanotte.Qui India a voi Italia.



31 gennaio 2009
Ultimo giorno operativo dei volontari in missione in India. Oggi si lavora a casa: dulcis in fundo l’Assisi Baby Sadan dove per noi e per i bambini tutto scorre in modo più informale; fare le fotografie si trasforma così in un gioco come i tanti fatti nei giorni scorsi. Oggi però la confidenza prende il sopravvento… c’è chi entra sempre nelle foto altrui, chi vuole fotografare, chi si propone a oltranza per essere ritratto sperando di non essere notato, chi non riesce proprio a star serio e chi invece non riesce a trovare il sorriso giusto. Il nostro fotografo Jonny ha fatto così tanti scatti che il fotografo del calendario Pirelli è un disoccupato! Alla fine comunque siamo riusciti a realizzare 40 bellissime foto ai 40 bellissimi bambini facenti parte del nostro progetto di adozione a distanza. Anche gli altri sono comunque stati ritratti nelle pose più svariate sempre e comunque con il loro grande compiacimento. Alla fine della mattinata sono inoltre venuti a trovarci altri 5 bambini  che vivono con la famiglia e che fanno parte anch’essi del progetto Jeevan. Una delle più grandi sorprese di questi giorni è stato l’incontro con la piccola Lincy, conosciuta lo scorso anno, affetta da Pentalogia di Fallot per la quale H.H.P.P. Onlus ha finanziato l’intervento chirurgico svoltosi ad aprile; che piacere vederla nel suo abito da festa e con le sue ciabattine decorate! Dallo scollo abbiamo visto un minimo scorcio di cicatrice un segno rimasto di qualcosa di realizzato. Il report sanitario dell’Assisi Baby Sadan è stato superlativo. Con queste visite Sr. Lissy ha completato la sua collaborazione con noi: oltre 300 i bambini sottoposti alla sua osservazione. Per tutto questo l’abbiamo  ringraziata e salutata calorosamente. Giro veloce a Kanjirapally e poi di nuovo all’orfanotrofio dove le nostre piccole star erano pronte ad esibirsi in un variegato show. Un’oretta ricca di canti, balli e gag… “saranno famosi” in India. Dopocena, “l’ultima cena”, tutti a letto presto (diario permettendo…) domani mattina, domenica, Santa Messa alle ore 06,00 e poi tutti in carrozza per una gita Cochin con i bambini.
Qui India a voi Italia.



1 febbraio 2009
Come previsto stamani le nostre sveglie sono suonate alle 5:30 … un po’ assonnati abbiamo partecipato alla Santa Messa che si è svolta nella cappella all’interno dell’Assisi Baby Sadan, dopodiché abbiamo fatto una colazione veloce e ci siamo incamminati con i bambini verso la scuola, punto di incontro con il bus che doveva portarci in gita. Con un leggero ritardo siamo finalmente partiti. I bambini sono stra-felici; con i loro completini sgargianti e le ciabattine (la prima volta che li vediamo con qualcosa ai piedi!!!) stanno tutti affacciati ai finestrini con i loro grandi occhi curiosi intenti a carpire qualsiasi cosa si presenti lungo il nostro cammino: prima di tutto il paesaggio del Kerala ricco di una vegetazione rigogliosa e varia che ci hanno illustrato con un inglese un po’ malaianizzato al quale ormai abbiamo fatto l’orecchio, ma soprattutto i bambini si sono entusiasmati nell’incontrare un elefante, nel vedere nel cielo tanti aerei, così come il passaggio a livello…il tutto ovviamente è avvenuto fra una canzone e l’altra cantata a squarciagola. Così allegramente siamo giunti a destinazione alle ore 12.00: il parco di divertimenti Veega Land vicino a Cochin. Inizialmente i bambini erano contenti ma anche un po’ stralunati; salivano sulla barca del pirata o sul bruco mela e ridevano ma non ancora così tanto come quando hanno poi preso dimestichezza con l’ambiente e hanno cominciato a scorrazzare da una parte all’altra del parco. A tenerli sott’occhio eravamo in 20, fra le suore e le  ragazze che aiutano queste ultime all’Assisi Baby Sadan. Effettivamente noi quattro volontari eravamo più di contorno che di controllo vero e proprio: le suore e le ragazze sono esperte nel badare ai bambini, mentre noi ormai con loro abbiamo una confidenza tale che praticamente siamo quasi come loro coetanei; dimostrazione di ciò è stato Jonathan che, senza esitazione, si è buttato completamente vestito nei water game insieme ai più grandi! Rita, Paolo ed Elisabetta invece saltavano da un gruppetto all’altro nei giochi più svariati. Ad ogni modo se di solito noi usiamo l’espressione “essere al settimo cielo” loro erano sicuramente almeno al 12°! Regalo più bello non potevamo farglielo, soprattutto regalo più unico. Il tempo è volato, come sempre accade in queste giornate così intense ed è arrivato anche il momento di riprendere il pullman che ha accompagnato Jonathan ed Elisabetta all’Abad Airport Hotel di Cochin dove questi ultimi pernotteranno qualche ora prima di prendere alle 5.00 il volo della Quatar Airways…ebbene sì, il momento del rientro in Italia per loro è arrivato (Rita e Paolo invece si trattengono ancora qualche giorno in India). Dopo i saluti struggenti prima con i bambini,  poi con le ragazze dell’orfanotrofio, le suore e i nostri compagni di missione ci avviamo con gli occhi lucidi nella nostra cameretta.
Il bilancio di questa missione che aveva per obiettivo la verifica e l’aggiornamento dei dati dei bambini adottati a distanza è positivo: in questi giorni abbiamo visitato i sette istituti dove sono ospitati 300 bambini, gran parte dei quali già adottati dalle famiglie italiane; ad ognuno di loro sono state scattate le foto da inviare ai “genitori adottivi”, insieme ai loro dati aggiornati. Ma soprattutto, dalle visite che ha effettuato in questi giorni Sr Lissy, è risultata un’ottima situazione sanitaria per questi bambini. Questo vuol dire che i bambini sono ben seguiti dalle suore e ci conferma quanto importante sia per loro il Progetto Jeevan, perché, come sempre amiamo sottolineare, è un aiuto continuativo per il bambino, con cui può permettersi di andare a scuola, di nutrirsi e di curarsi il tutto “regolarmente”. Importante è stato anche il poter raccogliere un possibile nuovo progetto da proporre ai nostri sostenitori: l’ampliamento dell’orfanotrofio Bethlehem Balabhavan. A questo punto, come di consueto, di seguito riportiamo le impressioni dei quattro volontari in missione.

La prima impressione che ho avuto è stata di stupore, poiché quando avevamo varcato la soglia dell’orfanotrofio, Assisi Baby Sadan, i bambini non avevano esitato a buttarsi subito incollo, poi chi ti tirava da una parte e chi dall’altra e chi ti faceva fare un tour completo della struttura. Non pensavo che dei bambini che nemmeno conosci ti possano dare tanto affetto, calore ed emozionarti al momento della partenza. È stata un’esperienza più che positiva, di “arricchimento” morale e di riflessioni, durante questo “mondo” per me nuovo, mi sono fatto molte domande del genere: “chissà se quei bambini “sfortunati” in passato mai potranno essere fortunati in futuro… oppure chissà se nella loro vita potranno vedere il mare oppure prendere un aereo per fare una girata”. Mentre ci si spostava con la nostra Jeep tra un orfanotrofio e l’altro, ero rimasto colpito dalla spettacolare vegetazione verde, ovviamente con il tramonto veniva messa in risalto e quindi apprezzata di più! Gli abitanti del luogo si erano dimostrati da subito molto amichevoli e gentili. Tra qualche risata in qua e là con i bambini, Elisabetta, Paolo e con Rita, abbiamo svolto un’eccellente lavoro! Ormai è passata una settimana dal giorno in cui siamo partiti e sono volati in un attimo. La parte più difficile da affrontare è stata ieri sera, quando i bambini ti dicevano: “ no no, non partire, resta qui!” oppure quando ti vedevano giù di morale ti facevano il solletico, oppure dicevano cose divertenti per farti sentire un po’ meglio. JONATHAN

Credevo che il mio impatto con l’India fosse più “hard”, più difficoltoso, la credenza europea rispetto a questo sub continente è impropria e suggestionante. Qui i problemi sono tangibili, i disagi rugano il viso della gente, ma, dopo aver varcato la soglia dell’Assisi ed aver subito ottanta frecciate dagli occhi dei bimbi che liberano dardi infuocati dal fondo del loro color carbone. Dopo, dicevo, sembra di aver raggiunto l’oasi quella più recondita: al centro del Sahara. Da qui la riflessione che occorrono agganci o ganci (come direbbe la Carrà) di soggetti locali, preparati, introdotti: il ritratto di Sr.Elisabetta. Poi gli altri orfanotrofi. Come passare dallo Sheraton ad un ostello, si, dove ci sono le suore, un filo conduttore univoco resta, ma l’armonia degrada fino all’ambiente privato: la casa maschile voluta da quel generoso signore; i sorrisi sono meno aperti, gli sguardi meno limpidi, i gesti di slancio nei nostri confronti più composti. Si affaccia la tristezza per realtà fino a ieri sconosciute, oserei dire inesistenti. Allora questo Paese ti imbarazza per i suoi sorrisi ingiustificati. La nostra missione ha creato tanta serenità, in primis dentro di noi e parlo a nome di tutti e 4, ma di certo ha toccato la più parte dei bambini/ragazzi incontrati. La spensieratezza almeno per mezza giornata è arrivata dalle nostre visite, 4 musi bianchi, usciti da dove? Ma come Babbo Natale, li per un solo scopo: alleggerire gli animi. Personalmente credo che una settimana all’anno non sia niente, ma questo minimo contributo, diverso da zero, è quindi un valore: io sono certo che ieri (1 febbraio 2009) per i ragazzi dell’Assisi resterà memorabile nella testolina di Lalu, Balu,… di sicuro non la data, visto che i più piccini non conoscono neanche quella della loro nascita, ma la giornata di sole al parco, sì quella la ricorderanno, sono certo e felice di ciò. Fra 80 anni Balu seduto davanti ad un tramonto fra le palme farà un sorriso pensando a quei 4 musi bianchi che non ci saranno più. Questo mi è più che sufficiente. Grazie a voi dell’H.H.P.P. PAOLO

Questa missione, la mia prima missione spero di una lunga serie, ha avuto un effetto benefico sul mio stato d’animo e mi ha riconciliato con il “mondo” delle suore. Da bambina ho passato la mia prima infanzia con le Sorelle dell’asilo con le quali ho sempre avuto un buon rapporto, ma che interiormente mi hanno lasciato l’idea che siano incomplete, mi sembrano maestre come le altre. Con il passare dei giorni in missione ho conosciuto le “vere” suore, donne che affrontano le difficoltà di questo Paese che ne ha da esportare. Quello che mi meraviglia è che tutte queste lacrime passino loro addosso senza bagnarle, il loro buon umore e la loro voglia di vivere sono sempre ai massimi livelli. Sr. Elisabetta ci spiegava la ferrea regola che ogni tre anni vengono o possono essere trasferite, il suo legame con le strutture è così forte che non vorrebbe mai andarsene, ma, se così fosse, ci ha confidato che vorrebbe andare in una casa per gli anziani. In quel momento io ho sentito di nuovo vibrare l’emozione come quando 3 giorni fa abbiamo visitato per pochi minuti gli anziani riuniti qui a Kanjirapally. Io avevo pensato, dentro di me, che seguire i bambini renda un ritorno di soddisfazione interiore e spesso anche di tangibile riscontro positivo; con gli anziani no, puzzano, sono malati e la massima aspirazione sarà quella di vederli morire senza soffrire. Oggi sentendo le parole di Sr. Elisabetta che ribadivano questo concetto ho capito che amare il prossimo implica non fare distinzioni. Per assurdo dovresti salvare il tuo peggior nemico. In effetti il concetto teorico è molto chiaro, ma la Madre che lo pratica ogni giorno ha consolidato in me l’idea di quanto sia difficile. Questi sono i valori che mi aspetto dal clero e che qui ho trovato. Mi rendo conto che i giovani sono il futuro il campo arato dal quale, seminando, domani mieteremo almeno un fascio di sollievo. Alla fine di questa missione riempio la mia valigia di tante soddisfazioni: ne è piena, peccato avrei voluto che rimanesse spazio per portare con me tutti i bambini che ho incontrato. Me li porto nel cuore! Grazie.Un ringraziamento particolare ad Elisabetta che oltre ad essere stata compagna di viaggio eccezionale si è dimostrata veramente superlativa con i bambini. RITA

Pensavo di sapere prima di partire quello che avrei provato nel tornare ancora in Kerala … eppure c’è sempre qualcosa che mi stupisce. Ogni volta credo di ricordarmi l’emozione che provo quando due grandi occhi di bambino mi sorridono all’improvviso, quando le suore responsabili degli istituti ci dimostrano tutta la loro riconoscenza pur sapendo dentro di me che sono loro le vere fautrici del cambiamento. Ogni anno vedo i bambini cresciuti e sereni e so che è grazie a chi gestisce le cose sul posto se questi bambini sono così “fortunati” … perché quando si vive in un orfanotrofio c’è sicuramente qualcuno che si prenderà cura di te, che darà spazio a tutto ciò di cui hai bisogno. Ebbene questo accade … in una missione dedicata esclusivamente all’adozione a distanza si tocca con mano questa cosa; certo mai dimenticare dove siamo. Rischio di essere ripetitiva, ma qui è proprio netta l’immagine: gli orfanotrofi sono delle oasi dove intorno c’è il deserto … ma se in queste oasi 300 bambini hanno la possibilità di vivere una vita “vera” allora non sarà vano ogni sforzo compiuto perché queste oasi rimangano tali. H.H.P.P. Onlus qui in Kerala lavora per questo insieme alle famiglie italiane che ogni mese danno il loro contributo perché tutto ciò continui a realizzarsi … è una catena dove ogni anello è fondamentale! Torno da questa missione soddisfatta dal lato pratico per quanto realizzato, per aver avuto ancora una volta la dimostrazione dell’importanza di questo progetto jeevan; e a livello personale, come ogni volta, torno ricca di quell’amore e di quella purezza nei sentimenti che solo con il contatto senza filtri con persone semplici si possono provare. Grazie a Jonny, Rita e Paolo con tutto il cuore, persone stupende, con cui non è stato difficile condividere momenti speciali, con cui l’allegria, la voglia di partecipare e la sincerità hanno sempre fatto da cornice alle nostre giornate.Grazie a tutti quelli che ci sono stati vicino “ufficialmente” (Valentina che mi ha aiutato prima della partenza a preparare tutto il materiale da portare via, Natasha che ogni giorno ha trascritto con pazienza il nostro diario inviato per fax perché il collegamento e-mail era fuori uso, Mariano che ha inserito il diario sul sito perché voi tutti poteste partecipare con noi alla missione. Antonio e Michela e Giorgio e Beatrice che ci hanno sostenuto moralmente e professionalmente ogni giorno. Tutti i nostri cari.) e a tutti quelli che hanno seguito il nostro lavoro e che credono come noi nel nostro grande sogno umanitario. ELISABETTA