Obiettivi:
Svolgimento dell'attività sanitaria attraverso le visite mediche ambulatoriali effettuate dai medici volontari e la somministrazione gratuita dei relativi medicinali; tali attività verranno effettuate sia all'interno dell’ospedale Mary Matha di Thullur – inaugurato il 16 settembre u.s dai volontari di H.H.P.P. Onlus in missione - sia nei camp organizzati in piccoli villaggi del distretto di Guntur. Campagna di vaccinazione anti epatite B condotta su 800 alunni di una scuola limitrofa all’ospedale. Distribuzione di beni di prima necessità.
Partecipanti:
Medici: Dr. Becherucci Paolo, pediatra - Dott.ssa Biancalani Luciana, pediatra - Dott.ssa Fanelli Lidia, pediatra - D.ssa Boccara Aryele, medicina generale.
Volontari: Belfiore Palma, Di Liddo Michelina, Gentili Giovanni, Ricci Roberto
Periodo:
23 novembre – 5 dicembre
23-24 Novembre 2008
Anche questa missione è partita alle prime luci dell’alba. Roberto con il “furgo traffic” carico delle valigie ha iniziato alle 6 della mattina la raccolta dei volontari di questa nuova missione in India. Primo appuntamento alla stazione di Montecatini con Lidia e Giovanni e l’immancabile Dr. George che nonostante il freddo è venuto darci la sua benedizione. Seconda fermata al casello di Prato Est per dare spazio al “Capo Missione” Luciana e a Paolo. Da Prato a Roma il tempo è volato, in tutti i sensi, tanto che Roberto è riuscito a raccontarci solo la prima puntata della sua vita. Arrivati a Fiumicino la squadra è stata completata da Aryele, arrivata dalla Maremma, e da Michela e Palma dal Tavoliere. Tutti insieme carichi (oserei dire sovraccarichi) di bagagli, entusiasmo e aspettative ci siamo avviati al check-in della Qatar. Qui senza difficoltà alcuna abbiamo svolto tutte le pratiche di imbarco. Un sentito grazie alla nostra Elisabetta per l’ottima organizzazione. Il volo è stato complessivamente piacevole ed in perfetto orario. Ad Hyderabad recuperati tutti i nostri bagagli ci siamo avviati all’uscita dove tra due ali di folla rumorosa ci attendeva Suor Jain con due Jeep. Alle quattro e trenta, ora locale, abbiamo proseguito il nostro viaggio verso Thullur dove siamo arrivati alle 11.30. Speravamo di riuscire a dormire, ma la guida spericolata dei nostri autisti, ci ha tenuto arzilli e tesi. Il viaggio che inizialmente poteva apparire come un’altra fatica, ci ha permesso di iniziare a conoscere la quotidianità di questa parte d’India: per Lidia l’odore delle spezie, per Giovanni la dignità e la gentilezza di questa gente, per Alma e Paolo la moltitudine e la eterogeneità della folla all’uscita dell’Aeroporto, per Michela l’incredibile certezza di provare forti emozioni, per Aryele il duro lavoro delle donne, per Roberto la riconferma di sensazioni già provate e per Luciana è stato un Amarcord … Arrivati a Thullur dopo un ottimo pasto, una doccia ristoratrice e un po’ di riposo, abbiamo iniziato ad organizzare la farmacia, preparare gli ambulatori. Siccome già sapevano che eravamo arrivati, nel pomeriggio si sono presentati i primi pazienti e abbiamo fatto le prime visite. Adesso sfiniti dalla fatica e dalle emozioni andiamo a letto... BUONANOTTE da THULLUR…
25 Novembre 2008
Oggi giornata dedicata alle VACCINAZIONI: dopo il meritato riposo ci siamo svegliati al canto della preghiera Indù. L’appuntamento con Suor Jain era fissato alle 9 per andare alla Medium School ZPHS Mandadam di Thullur per effettuare la vaccinazione anti epatite B agli allievi della scuola. Siamo partiti molto eccitati ed impazienti di iniziare il nostro lavoro. Suor Jain ci ha raggiunto più tardi in quanto è rimasta in attesa del funzionario del Comune che di lì a poco sarebbe arrivato per il sopralluogo dell’area edificabile per il nuovo ambulatorio. Arrivati alla scuola siamo rimasti sorpresi per l’accoglienza di benvenuto iniziata con uno “striscione”, proseguita in una pioggia di petali di fiori lanciati da due ali di bambini festanti e terminata con l’omaggio a ciascuno di noi di un bouquet di fiori. Alcuni bambini avevano paura e piangevano, ma la dolcezza e le premure dei volontari, delle suore e dei medici hanno minimizzato ogni problema. In poche ore abbiamo vaccinato 531 studenti e 20 insegnanti, preside compreso. Ad ogni allievo sono stati regalati spazzolino e dentifricio. Terminato il lavoro, il palco ha cambiato la scena e l’aula di informatica, trasformata in sala vaccinazioni è divenuta la sala dove gli stessi insegnati ci hanno servito un pranzo luculliano. Dopo i saluti e i ringraziamenti per l’ospitalità ricevuta, ci siamo attardati con gli studenti che ci hanno circondati chiedendoci di far foto con loro e di firmare autografi, come se fossimo dei divi, sui propri quaderni. Suor Jain non aveva programmato l’ambulatorio del pomeriggio pensando che avremmo impiegato più tempo per fare le vaccinazioni. Pertanto ha deciso di accompagnarci a Vijawavada per fare acquisti e la spesa. Prima di tornare abbiamo visitato il tempio Indù dove, grazie alle capacità di P.R. di Roberto, abbiamo avuto la possibilità di avere una guida che ci ha accompagnato ad assistere, in prima fila, alla cerimonia Indù. Adesso andiamo a letto (speriamo …) portandoci nel cuore i sorrisi e la gratitudine di questi bambini.
26 Novembre 2008
PRIMO GIORNO AL DISPENSARIO: Alle 9.00 abbiamo iniziato il nostro lavoro. Sono state allestite 3 stanze visita, una per Aryele, una per Paolo e Lidia e una per Luciana, supportati ciascuno da una Suora per la mediazione linguistico-culturale. Roberto e Michela alle postazioni computer. Palma e Giovanni a regolare il flusso in entrata ed uscita dei pazienti. Alla farmacia 2 suore infermiere, tre allieve infermiere a compilare le schede dei pazienti e Suor Jain ad aiutare tutti, facendo spola tra una stanza e l’altra. Sono state effettuate 130 visite e 24 vaccinazioni. Tra i vari casi Aryele ha visto un uomo di circa 30 anni che lamentava forti dolori addominali, causati da una colica renale. E’ stata liberata prontamente, per lui, una delle stanze visita per mettere in atto un breve ricovero, durante il quale si è praticata una fleboclisi e la somministrazione degli opportuni farmaci. Dopo due ore di attenta osservazione, constatato un notevolmente migliorato, lo abbiamo dimesso. E’ arrivato poi il piccolo Sunitha di 4 anni, affetto da piede torto bilaterale congenito. Suor Jajn ha chiamato Luciana per informarla dei costi da sostenere per l’operazione chirurgica. Luciana e gli altri componenti del gruppo hanno ritenuto che l’intervento chirurgico offrirà al bambino la possibilità di una vita pressoché normale, pertanto è stato deciso di far effettuare l’intervento a totale carico dell’Associazione H.H.P.P.. Abbiamo poi visitato un uomo anziano ustionato nella maggior parte del corpo: mentre lavorava all’asfaltatura di una strada è caduto nel catrame bollente investito da un’auto. Egli è ospite da circa un mese nel nostro ospedale dove solo le cure di Suor Jain hanno limitato le terribili conseguenze delle ustioni riportate. Anche stamani è stato medicato da Suor Jain e da Paolo e nonostante gli atroci dolori egli non si è mai lamentato. Le cicatrici sulle mani gli impediscono di usare le dita. Solo un intervento chirurgico gli permetterà di riacquistare parte della funzionalità delle mani e quindi di riprendere a lavorare. Pertanto si è deciso di finanziare l’intervento alla mano con maggior possibilità di recupero. Uno degli ultimi pazienti di questa giornata è stato il piccolo Kumar, già operato circa un mese fa grazie all’H.H.P.P, per un grave trauma addominale. Kumar al momento è portatore di una derivazione delle urine in un sacchetto esterno. La mamma lo ha condotto all’ospedale a causa di forti dolori addominali; da diversi giorni non mangia. Dopo la visita le suore hanno eseguito l’esame delle urine che ha dimostrato la presenza di un’infezione. Per le scadenti condizioni fisiche abbiamo somministrato una fleboclisi, antibiotici e sali minerali. Constatato il miglioramento dopo alcune ore l’abbiamo mandato a casa con un’adeguata terapia, raccomandando alla madre di tornare fra tre giorni per un controllo. Abbiamo approfittato, nella pausa pranzo, per andare a giocare con i bambini dell’adiacente scuola materna che ci hanno deliziato con i loro sorrisi e abbracci. La gioia che ci hanno trasmesso rimarrà impressa nei nostri cuori e nelle tante foto scattate. Fine di questa puntata e … a domani.
27 Novembre 2008
OGGI PIOVE: Ci siamo alzati con un cielo plumbeo e con l’animo sereno. Dopo la nostra “FRUGALE” colazione a base di caffè, latte, marmellate, bananine, panettone e focaccia indiana (o’ come ci trattan bene queste suore), siamo scesi per iniziare il nostro lavoro al dispensario. Nel frattempo la gente già ordinatamente in fila aspettava l’inizio delle visite. Dalle prime luci dell’alba, in paziente attesa, un anziano che è stato il primo ad essere visitato da Aryele presentava un’ulcera purulenta nella parte esterna della gamba sinistra, di circa dieci centimetri e una più piccola, a metà della parte esterna della stessa gamba, con le medesime caratteristiche. Disinfettato, medicato e opportunamente calzato (vedi foto) si sono prescritti gli antibiotici opportuni e lo si è invitato a tornare dopo due giorni. Un caso interessante è capitato a Lidia: quello di una donna che lamentava difficoltà respiratoria. Presentava un’aspetto sofferente e all’ascoltazione del torace il normale respiro era quasi inesistente, mentre erano presenti alcuni sibili asmatici. Consultata Aryele è stata fatta la diagnosi di fibrosi polmonare. Dopo aver prescritto la terapia del caso, le abbiamo raccomandato di tornare dopo tre giorni per verificare il suo stato di salute e stabilire la necessità di eventuali altri interventi. Tra i numerosi pazienti abbiamo visto un uomo con il “TIFO” a cui abbiamo ricontrollato la terapia; un’altro affetto da un’insufficienza epatica e ittero a causa dell’abuso di alcolici; abbiamo medicato una grave ustione a una giovane donna causata dalla caduta di una pentola di latte bollente. Luciana ha visitato APARNA, bimba di dieci anni, accompagnata dal padre perché tossiva insistentemente da diversi giorni. Nonostante la terapia antibiotica prescritta in altra sede, Aparna non stava ancora bene e il reperto toracico ha indotto Luciana a consultare anche Lidia e Paolo ed insieme hanno deciso di integrare la terapia antibiotica. Visitato anche il padre, questi presentava lo stesso quadro clinico, a questo punto abbiamo prescritto radiografia del torace ad entrambi per sospetto di TBC polmonare. Aspettiamo con impazienza la risposta per confermare o meno la terapia. Complessivamente, oggi, sono state effettuate 106 visite e una vaccinazione Antiepatite B ad una meravigliosa “lattantina” di 4 mesi. Le patologie maggiormente ricorrenti sono state il diabete, i “dolori” e le malattie respiratorie. Un’impressione che noi tutti abbiamo avuto è che questa gente appaia ben più vecchia di quanto in realtà sia: COME E’ DURO VIVERE A THULLUR!
28 Novembre 2008
Venerdì ore 9,15 partenza con lo scuolabus per il villaggio di DONDAPADU,dove ci aspettavano il parroco insieme ai bambini della scuola. Ci hanno dato il benvenuto con variopinte collane e i bambini hanno danzato per noi. L’ambulatorio è stato allestito nella chiesa con le varie postazioni: computer, vaccinazioni, visite, farmacia, distribuzione dentifrici, spazzolini giocattoli e bandane. Abbiamo iniziato con le visite e le vaccinazioni dei bambini della scuola che accompagnati da Alma e Giovanni sono entrati vestiti a festa composti e sorridenti; a parte qualche lacrima per la vaccinazione. Nel frattempo all’ingresso della chiesa si stava formando una lunga fila di persone in attesa di essere visitata. Abbiamo fatto 360 visite e 95 vaccinazioni. Fra i vari casi tante persone con dolori reumatici, malattie respiratorie, micosi, scabbia, diabete e ipertensione. In particolare una giovane donna di 27 anni con gozzo che non poteva permettersi di comprare le medicine. Le abbiamo prescritto gli esami per la valutazione della funzionalità tiroidea al fine di poterle offrire la terapia. Abbiamo inviato in ospedale un giovane uomo con una lesione sospetta al dorso del piede (melanoma?) con associata trombosi venosa della gamba. Oggi alcuni bambini che abbiamo visitato hanno toccato la nostra sensibilità: presentavano paralisi cerebrali infantili, esiti di una asfissia durante il parto. Speriamo che il supporto di tutti i volontari e dei sostenitori dell’H.H.P.P e l’impegno di Suor Jain, migliorino l’assistenza al parto e quindi riducano drasticamente il numero di questi casi. Improvvisamente è entrata strisciando una ragazzina di 15 anni: presentava esiti invalidanti di poliomielite a causa della mancata vaccinazione. Parlando con Suor Jain abbiamo saputo che potrebbe esserci la possibilità, attraverso un intervento chirurgico, di farla camminare di nuovo anche se con l’aiuto di tutori. Aspettiamo la relazione scritta dell’ortopedico disposto ad operarla per finanziare l’intervento. Quando ormai era già buio abbiamo sentito il pianto disperato di un lattante di 3 mesi, siamo corsi tutti a vederlo. Quando lo abbiamo spogliato, abbiamo visto una tumefazione in zona inguinale di circa 3 cm tesa e arrossata. Consultatici velocemente e constatato che era un grosso ascesso abbiamo deciso di drenarlo. Con l’aiuto delle suore abbiamo improvvisato un angolo operatorio e inciso l’ascesso. Il bambino ha smesso di piangere e si è addormentato appena abbiamo svuotato l’ascesso. E’ stata somministrata subito la terapia antibiotica e chiesto alla madre di portarlo domani al dispensario. Eravamo così presi dal nostro lavoro che non ci eravamo accorti che fuori pioveva a dirotto. Per arrivare allo scuolabus abbiamo dovuto attraversare un mare di fango al buio, arrivati sulla strada … l’ultima emozione della giornata: un cobra la stava attraversando proprio davanti a noi.
29 Novembre 2008
Oggi 29 Novembre: ci siam svegliati e … abbiamo iniziato una nuova giornata a contatto con la gente indiana. Come ogni giorno c’era una lunga fila ad aspettarci. Aperto il cancello è iniziata la processione dei pazienti, venuti anche dai villaggi vicini: vecchi, giovani, bambini, famiglie intere. Tutti sono passati dalla registrazione dei dati anagrafici, dove le allieve infermiere del dispensario li pesavano e misuravano; poi con il foglio in mano si mettevano in attesa. Con l’indispensabile ausilio delle suore che fungono da interpreti, abbiamo iniziato la nostra attività. Aryele ha di nuovo medicato Babathaia: la sua ulcera era notevolmente migliorata. Una vecchia signora è venuta da noi per problemi alle gambe, ma abbiamo notato che aveva una mano fasciata. Ella ha riferito che all’ospedale del governo le avevano prescritto un impacco di erbe che si era applicata con un cencio: un classico esempio di medicina naturale. Lidia ha visitato alcuni casi di asma, una donna anche piuttosto grave. La considerazione che ci è venuta spontanea è che, non essendoci alcun tipo di prevenzione, un attacco acuto potrebbe essere qui, anche fatale. Abbiamo visto diverse tigne, anche in zone strane come alla nuca; un uomo con una amputazione della gamba, deformità delle mani e varie altre stigmate dovute alla lebbra. Abbiamo fatto molte glicemie per controllare i numerosi diabetici che spesso non fanno regolarmente la terapia in quanto non se la possono comperare. In mezzo alle numerose patologie respiratorie, dolori artrosici e problemi dentari, Paolo si è imbattuto in un giovane adulto con un reperto toracico strano: rumori polmonari nella parte alta del polmone; indagata la storia, abbiamo scoperto che nel 1992 aveva avuto una Tbc curata solo 6 mesi. Nel sospetto di una riacutizzazione abbiamo prescritto un radiografia del torace, di cui aspettiamo la risposta. E’ tornata a controllo una bambina cardiopatica già diagnosticata e per la quale, grazie al supporto dell’HHPP, era già stata programmata l’operazione. I nonni si sono però rifiutati di farla operare: essendo femmina, anche dopo aver corretto la cardiopatia, sarebbe stato difficile trovarle un marito e sarebbe stata solo un peso per la famiglia. La mattina si stava avviando al termine e tutti noi eravamo un po’ preoccupati perché non era tornato a controllo il piccolo lattante al quale ieri avevamo inciso l’ascesso. Poi finalmente Rani (2 mesi) è emerso dalla folla portato dalla madre, molto giovane, stamane accompagnata anche da un’altra donna. L’ascesso era migliorato, abbiamo dovuto ulteriormente drenarlo, medicarlo e fasciarlo. Abbiamo anche somministrato un antibiotico intramuscolo. A causa di tutte queste manovre, Rani ha pianto molto, ma Roberto è riuscito a calmarlo; il seno della madre ha poi fatto il resto. Poiché si era sporcato, gli abbiamo fornito alcuni vestitini che avevamo portato dall’Italia. Abbiamo chiesto a Suor Jain perché la giovane madre portasse uno strano straccio a coprire le orecchie: si tratta della tradizione che individua le donne che hanno recentemente partorito: si devono coprire gli orecchi per impedire al diavolo di entrare. Rani tornerà domani per una nuova somministrazione di antibiotico. In totale abbiamo visitato 195 persone e somministrato 26 vaccini dell’epatite B. Essendo oggi sabato, le suore ci hanno fatto lavorare solo al mattino. Nel pomeriggio esse ci hanno condotto a visitare un tempio indù. Durante il viaggio abbiamo visto villaggi molto poveri, anche con capanne di canne, animali mescolati alle persone, tanto fango: nonostante tutto ciò questa gente riesce a sorriderci. Nella zona antistante al tempio c’erano molti mendicanti, soprattutto bambini, laceri, sporchi e malnutriti. Giovanni ci ha ricordato la frase del Vangelo in cui Gesù dice che “se fate del bene al più povero degli uomini, lo avete fatto a me”…. L’impressione che egli ha provato è che nei visi di questi bambini ci sia veramente il volto del Signore.
30 Novembre 2008
Oggi domenica non si lavora. KIKIRIKI: sveglia all’alba! Preso il caffè e il "Malarone" siamo partiti per Gunthur dove abbiamo visitato l’ospedale presso il quale vengono effettuati tutti gli accertamenti che non riusciamo a fare al dispensario. L’ospedale ci ha lasciato una buona impressione per l’ordine e la pulizia. Dopo la visita siamo stati ricevuti dall’Amministratore, una signora gentile e distinta. Dall’altra parte del cortile c’era la chiesa di St. Joseph dove abbiamo assistito alla messa insieme ai numerosi fedeli. Tra la moltitudine dei colori dei sahri delle donne e le candide camicie stirate degli uomini, spiccava il blu della nostra divisa H.H.P.P. . Dopo una rapida colazione consumata sullo scuolabus siamo partiti in gita verso il Golfo del Bengala. Abbiamo viaggiato per tre ore attraversando città piene di traffico e di gente indaffarata, villaggi di capanne dove i bambini giocavano nel fango. Uomini e bestie mescolati nella vita quotidiana. Nonostante fosse domenica la vita in campagna non si può fermare: le donne lavavano i panni nel fiume, i pastori portavano le bestie al pascolo, i contadini curavano i campi. In città una catena umana portava il cemento sul tetto di una casa in costruzione. Proseguendo abbiamo attraversato risaie, piantagioni di cotone e acquitrini fino ad arrivare finalmente all’oceano indiano, dove l’impatto è stato di gente festante.Le giovani suore che non erano mai state al mare, sono entrate nell’acqua con il loro saio, bagnandosi fino al collo. La cosa che ci colpisce di più è il contrasto tra la miseria di questa gente e la loro gioia di vivere. Noi che abbiamo tanto dovremmo forse accontentarci un po’ di più? Il senso che vorremmo dare a questa giornata è che per sorridere basta poco e che noi l’abbiamo dimenticato.
1 Dicembre 2008
Un'altra giornata sta iniziando qui a Thullur. Di primo mattino abbiamo sentito un vivace chiacchierio dietro le porte delle nostre camere. Pensavamo fossero le suore, invece c’erano già molte persone in fila, che aspettavano l’apertura dell’ambulatorio. Vista la situazione abbiamo deciso di iniziare prima e ci siamo affrettati a preparare le stanze. Abbiamo visitato, medicato, “operato” fino al pomeriggio. Ad un certo momento della mattinata sembrava di essere in un film di E.R.: medici che entravano e uscivano dalle stanze, infermiere con garze, fasce, disinfettante che correvano per aiutare i medici. Le suore traduttrici che non riuscivano a spiegarci cosa volessero dire, tanta era la frenesia del lavoro. Palma e Giovanni hanno avuto un gran da fare per gestire i pazienti in attesa, tanto che abbiamo dovuto chiedere anche l’aiuto di Roberto per contenerli. Abbiamo medicato il paziente ustionato, il lattante con l’ascesso inguinale, un operaio che aveva un taglio sul braccio per un incidente sul lavoro. Il muratore che ha costruito l’ospedale presentava sulla pianta del piede sinistro un cratere infetto causato da un chiodo; già medicato più volte da suor Jain. Vista la profondità della lesione abbiamo fatto una medicazione con disinfettanti e antibiotici. In questa parte del mondo non esiste la “cassa mutua” il suo piede avrà poche possibilità di guarire….. Aryele ha visto una vecchia signora che camminava piegata a novanta gradi a causa di una deformità scheletrica alla quale era così abituata che non era quello il problema per cui era venuta a visita. Non ci sono mancati nemmeno oggi un caso di lebbra, qualche gozzo, numerosi diabetici ed una tubercolosi, alla quale abbiamo deciso di pagare la terapia per un anno vista la giovane età e l’importanza di assicurare la continuità della cura, al fine di evitare esiti invalidanti. In questo paese l’integrità fisica significa poter lavorare e quindi mangiare tutti i giorni. Fra i tanti bambini abbiamo visto un ragazzino di undici anni con sei dita alle mani e ad un piede: Suor Jain, alla nostra proposta dell’ intervento correttivo, ci ha detto che non si può fare perché per gli Indù è segno di grande fortuna. Questo caso ci ha fatto riflettere su come la mediazione culturale sia fondamentale quando si lavora a contatto con etnie diverse dalla nostra. Stamani l’ambulatorio era affollato da donne musulmane con il burka, indù nei loro costumi tradizionali e cattolici adornati con immagini sacre: la tolleranza è una delle cose che ci ha colpito a Thullur. Nella moltitudine dei pazienti ci è capitata un donna con la filaria, infezione che si contrae lavorando a piedi nudi negli acquitrini. Lidia ha visitato un bambino, di 6 anni, polimalformato: orecchie basse, testa allungata, anomalie dei genitali. Abbiamo pensato di farlo valutare da un chirurgo per sostenere il costo dell’operazione. Paolo, che Suor Jain ha promosso aiuto chirurgo, ha rimosso un corpo estraneo infettato sul fianco destro di una giovane donna. A rallegrarci la giornata è venuta la piccola Madugula Madavarao adottata attraverso l’H.H.P.P. che presentava una patologia respiratoria. La piccola vive insieme al fratellino con i nonni perché la madre è morta di meningite e il padre che si è risposato li ha abbandonati. Il sorriso, l’allegria e le ottime condizioni di questa bambina ci confermano l’importanza di portare avanti le adozioni a distanza.
2 Dicembre 2008
Oggi ci siamo svegliati con il sole a Thullur. Dopo varie giornate con nuvole e pioggia stamani i colori del paesaggio indiano erano splendenti. Come ieri ci ha svegliato il chiacchierio delle persone in attesa. Abbiamo fatto 253 visite e 13 vaccinazioni. Fra i vari casi di gozzo, NIPI (dolori articolari….), bronchiti, diabete sono emersi vari casi di ipertensione arteriosa. Diversi pazienti sono venuti a consulenza portando gli esami fatti negli ospedali di Gunthur e Hyderabad. Abbiamo fatto tante medicazioni per ustioni, ferite fra cui una donna con una lesione estesa e profonda a livello dell’addome, Babathaia con la lesione ulcerosa in via di risoluzione e la nostra mascotte Rani che ha fatto l’ultima puntura, continuerà a casa la terapia antibiotica. Fra i bambini oltre alle bronchiti, polmoniti e impetigine tre casi con difetto del linguaggio dovuti a otiti ripetute e sospetta infezione perinatale con lesioni cerebrali. In un caso abbiamo fatto un rudimentale esame audiometrico, Luciana e Suor Jain tenevano occupato il ragazzino mentre Roberto batteva insieme due coperchi della cucina delle suore. Il ragazzo ha avuto un lieve sussulto. Un bambino di 11 mesi con piede torto congenito e malformazioni delle dita, abbiamo chiesto a Suor Jain di sentire il chirurgo per correggere la posizione dei piedi. Questo gli permetterà di poter camminare, anche se con difficoltà, ma qui pur di camminare lo fanno in tutte le posizioni. Aryele ha visto un grosso lipoma che faremo operare dal nostro chirurgo. Una delle cose che ci ha fatto riflettere è l’importanza di avere una ginecologa in questa parte del mondo, non solo per evitare problemi ostetrici, ma anche per aiutare le giovani donne con difficoltà nel concepimento ad avere gravidanze in tempi brevi per non essere ripudiate dai mariti,usanza comune in questo paese. Durante la mattinata abbiamo avuto la buona notizia che probabilmente domani arriverà il permesso del governo per costruire vicino all’ospedale il poliambulatorio per l’oculista e il dentista. Un altro obbiettivo fortemente perseguito dall’H.H.P.P. che si sta realizzando. Nel pomeriggio prima di iniziare l’ambulatorio siamo andati al villaggio a trovare i bambini adottati a distanza e durante la visita abbiamo controllato Kumar che sta molto meglio dopo la terapia antibiotica. Ci hanno accolti i bambini festanti a cui abbiamo distribuito cappelli, magliette e pennarelli e i genitori avevano allestito per noi il “salotto buono”: avevano tirato fuori dalle capanne le loro brande coperte apposta per noi con teli colorati. Ai membri della missione che hanno visto il villaggio per la prima volta è sembrato molto povero anche se le capanne erano ordinate e pulite, ma a Luciana rispetto a due anni fa l’ambiente è apparso migliorato e questo è merito del lavoro di Suor Jain. Immagine simbolo di questa voglia di crescita sono gli spazzolini da denti dell’H.H.P.P. appesi fuori dalle capanne.
3 Dicembre 2008
Stamani ci siamo svegliati presto, perchè essendo l’ultimo giorno di lavoro volevamo iniziare prima. Fin dalle prime luci dell’alba la gente era in attesa di fronte al dispensario. Un attimo di panico è serpeggiato nel gruppo quando abbiamo visto la marea di gente che aspettava di essere visitata. Ma prontamente abbiamo modificato la nostra organizzazione di lavoro: niente postazioni al computer, ma tutti i volontari impegnati a regolare l’afflusso dei pazienti. Alla porta di ingresso Giovanni, Michela accompagnava i pazienti in farmacia dopo le visite, Palma consegnava spazzolini, dentrifici, giochi e accompagnava all’uscita, Roberto, in mezzo alla folla, faceva palloncini, regalava ai bambini cappellini e bandane e manteneva la calma con la sua capacità di calamitare l’attenzione. Abbiamo fatto 275 visite e 30 vaccinazioni, oltre alle medicazioni dei pazienti visitati nei giorni precedenti. Tanti casi di diabete, ipertensione e dolori a cui abbiamo controllato o prescritto terapie. Alcuni casi di filaria, lebbra e pellagra. Fra i bambini diverse polmoniti fra i più piccoli e il caso di una bambina visitata per problemi di linguaggio. Accompagnata da una ragazzina si è avvicinata una bambina a testa bassa, della quale non si riusciva a incontrare lo sguardo. Nel frattempo è arrivata la madre che ci ha raccontato di aver avuto altri quattro figli,tutti morti pochi giorni dopo la nascita. Aiutati da Suor Jain abbiamo sospettato una malattia congenita. In queste situazioni ci sentiamo impotenti, la difficoltà a fare esami specialistici non ci permette di fare una diagnosi precisa e quindi dare un consiglio per le successive gravidanze, anche se in questo paese è difficile far accettare ad una donna di avere un solo figlio. Per la prima volta abbiamo visto una crisi isterica: una giovane donna ha avuto uno svenimento mentre aspettava di essere visitata. Prontamente soccorsa ha continuato a lamentarsi e accusare sintomi non ben definiti. L’abbiamo distesa sul lettino e con un farmaco finto e molta convinzione l’abbiamo miracolosamente guarita in pochi minuti. E’ tornato Kumar al quale abbiamo controllato gli esami, che sono risultati normali e prescritto la prevenzione per le infezioni che sarà gestita da suor Jain. Nel pomeriggio è arrivata la notizia che il permesso di costruzione per l’ambulatorio era stato firmato. Abbiamo fatto la posa della prima pietra. La cerimonia è stata officiata dal parroco e per l’occasione Suor Jain ci ha vestito secondo l’usanza indiana. Dopo cena le suore del dispensario hanno improvvisato per noi uno spettacolo e ci hanno riempito di doni. Tutti noi ci siamo commossi e, accomunati da un grande senso di amore e fratellanza, ci siamo abbracciati…..
4 Dicembre 2008
Siamo in partenza, anche questa missione è finita. Abbiamo fatto 1.429 visite e 787 prime vaccinazioni per l’epatite B e Suor Jain somministrerà le dosi successive, coadiuvata dalle infermiere del dispensario. Tante le medicazioni per ustioni e infezioni non siamo riusciti a contarle perchè S. Jain ha fatto di noi una piccola equipe chirurgica in cui ciascuno lavorava in autonomia, aiutato dalle infermiere.
Le impressioni che ci portiamo a casa:
ALMA: Missione terminata: prima esperienza al quanto positiva, anche se un po’ sconcertante. Spinta dal desiderio di dare, devo ammettere che questa è la gente giusta, perché sa ricevere anche niente facendoti sentire più grande e generoso di quello che realmente siamo. Un grazie particolare a Suor Jain che ha fatto di tutto per farci sentire a casa.
ARYELE: Casa di pace “HHPP-Suor Jain” Ogni individuo è singolare ed ha le proprie peculiarità, secondo il suo bagaglio genetico ed il suo entroterra culturale. Ma in questa casa ispirata al bene, tutti noi così diversi, siamo stati accomunati dagli stessi ideali. Così, abbiamo cercato di dare il meglio di noi stessi, ognuno a modo suo. Abbiamo lavorato in armonia e sempre con il desiderio di dare un po’ di conforto a coloro che ci hanno voluto visitare. Grazie ai Pazienti per la fiducia, grazie a Suor Jain ed alle sue consorelle per quanto fanno; grazie a HHPP per l’opportunità di renderci migliori.
GIOVANNI: La terra, vista dallo spazio freddo e buio, appare avvolta in una luce blu e arancione (la luce della vita - dell’amore). Ebbene, sono sicuro che a causa della nostra missione in India, questa luce da oggi sarà ancora più splendente.
LIDIA: Il mio primo incontro con l’India è stato quando sono stata avvolta dall’odore delle spezie all’uscita dell’aeroporto. Dopo c’è stato l’incontro con la gente e tutti i bambini che nonostante lo stato di estrema povertà e le condizioni di malattia a volte molto gravi e invalidanti conservano il sorriso nei loro grandi occhi scuri……Mi sono resa conto che hanno bisogno di grandissimi sostegni, ma ho anche capito che il piccolissimo aiuto che ognuno di noi può dare anche se è un granello di sabbia può fare tanto.
MICHELA: Ognuno di noi ha tanto da donare,il difficile è….esserne capaci. Questo mio sogno in parte si è realizzato.IL mio piccolissimo contributo mi ha resa molto felice.Rientro a casa con il ricordo indelebile dei volti di Suor Jain e di tutte le altre, sempre sorridenti e dal volto sereno. Sento anche di menzionare tutto il team congratulandomi con tutti. Il mio cuore gonfio di amore per le persone che forse non rivedrò più mi accompagneranno lungo il percorso di vita. Con il mio affetto ringrazio HHPP.
PAOLO: Conoscevo l’HHPP e le sue attività per Luciana, avevo detto “un giorno partirò anch’io in missione”. Poi mi hanno detto che c’era una attività a novembre e, come tutte le decisioni migliori della mia vita, in un attimo ho deciso di partecipare. Tutti mi chiedevano se ero pronto ma, preso nel vortice del lavoro, quasi non avevo avuto tempo di pensarci; forse però se decidi di partire sei già pronto dentro. Alla partenza avevo alcuni dubbi, in particolare se sarei stato capace di fare bene il dottore in una realtà così diversa dalla mia abituale. Dopo qualche difficoltà iniziale, soprattutto guardando Suor Jain lavorare, ho imparato tante cose nuove e spero di aver dato un contributo medico importante. Ho anche imparato ad apprezzare le qualità positive di ciascun membro del gruppo: forse nella mia vita non sempre ci ero riuscito, accecato dalla ricerca dell’efficienza e della perfezione. L’aspetto dei sentimenti è stato importante: sofferenze, povertà, malattie non curate ma anche tanta dignità, allegria, sorrisi e voglia di fare della gente. Le mie sensazioni più forti ma anche più difficili emozionalmente: il dolore dell’uomo ustionato durante la medicazione e la visita alle capanne del villaggio vicino al dispensario. Mi sono reso conto di quanto alcuni piccoli interventi possano migliorare la vita: dagli spazzolini da denti al tetto di muratura. Noi medici possiamo aiutare ma serve anche altro. Proverò ad impegnarmi per fare proseliti e trovare risorse. Spero di tornare qui per vedere realizzato qualcosa di grande e dare di nuovo il mio contributo. Un grazie a tutti.
ROBERTO: E’ stata un’esperienza incredibile ed indescrivibile in poco tempo. Resterà incisa nel mio cuore e nella mia mente per “sempre”. Per questo mi sento in dovere di ringraziare chi mi ha permesso di affrontarla. In primis la mia famiglia, a seguire tutti i miei collaboratori di Italstudio, i miei soci e tutti coloro che hanno contribuito a portare un tangibile contributo alla H.H.P.P. per la popolazione di Thullur. Un grazie ai miei compagni di missione che mi hanno sopportato per tutto il periodo. Un ringraziamento speciale alle suore che ci hanno trattati come dei Re, alle ragazze praticanti infermiere e uno particolare a Sr. Jain. Mi avevano parlato di lei ma è impossibile immaginare chi veramente è senza viverle accanto. Ed io ho avuto la FORTUNA di poterlo fare. Grazie.
LUCIANA: Tutte le volte che torno In India mi vengono in mente le parole di Madre Teresa di Calcutta: “non importa se quello che fai è una piccola goccia… milioni di gocce fanno un oceano….. . Volevo tornare a Thullur per vedere l’ospedale costruito con l’impegno di tutti i sostenitori dell’H.H.P.P.; ma ho avuto di più ho visto con i miei occhi il permesso di costruzione per il nuovo ambulatorio. Voglio ringraziare: tutti i componenti della missione che con il loro impegno hanno reso leggero il lavoro e divertenti le giornate passate insieme, il dr. George che mi ha supportato nel compito di capomissione, Suor Jain la nostra forza e sicurezza, tutti gli amici che ci sono stati vicini. Un ringraziamento particolare a Paolo che ha voluto condividere con me il sogno umanitario e alla gente di Thullur che ci fa tornare a casa più ricchi della cosa più importante: l’amore per gli altri.