9° in India-Set 2008

Dal 14.09.2008

Obiettivi:
Verifica della conclusione dei lavori di costruzione dell'ospedale ginecologico per l'ampliamento al Mary Matha Dispensary di Thullur e relativa inaugurazione della struttura che si terrà il 16 settembre. Consueto svolgimento dell'attività sanitaria che si realizzerà attraverso le visite mediche effettuate dai medici volontari e la somministrazione gratutita di medicinali – attività che avverranno sia all'interno della struttura ospedaliere del Mary Matha, sia nei camp organizzati nei villaggi limitrofi a Thullur. Aggiornamento delle adozioni a distanza. Distribuzione di beni di prima necessità.

Partecipanti:
Medici: Dott.ssa Bonelli Sara Irene, Dott.ssa Iacopini Sarah, Dott.ssa Filardo Francesca Paola,  Dr. Martini Giorgio – medicina generale, broncopneumologia -  Dott.ssa Ravalli Gabriella - pediatra.
Volontari: Lotti Emiliano, Raspi Costantino, Sodini Luciano, Vannini Barbara

Periodo:
14 - 27 settembre 2008

DIARIO GIORNALIERO


25 Settembre 2008
Dopo una nottata di viaggio aereo, siamo arrivati di buon mattino all’aereoporto internazionale di Doha. Abbiamo  lasciato Thullur da circa 24 ore e già  le immagini e le emozioni si affacciano ai nostri occhi e al nostro cuore. Suor Jain e Suor Ansamma ci hanno accompagnato fino all’ingresso dell’aeroporto di Hyderabad. Ieri mattina al momento della partenza dal convento, il primo momento di commozione ci è  stato regalato dai bambini della scuola, che si sono messi in fila per salutarci festanti. Dopo gli ultimi baci alle Suore siamo partite con lo scuolabus alla volta dell’aeroporto di Vijayawada dove siamo arrivati dopo circa un’ora di viaggio, in mezzo al solito traffico caotico e indisciplinato. Da qui, dopo un volo interno di quaranta minuti circa (col battesimo del volo di Suor Ansamma), siamo atterrati a Hyderabad. Dopo aver lasciato i nostri bagagli in albergo abbiamo visitato velocemente la città, soffermandoci ad un tempio hinduista. Anche qui lungo le strade affollatissime abbiamo notato molte persone che vivono in estrema povertà, dormendo perfino sui marciapiedi. Dopo una tipica cena indiana e un breve riposo, alle ore 1.30 siamo ripartiti per l’aeroporto di Hyderabad dove abbiamo dato gli ultimi commossi baci alle due Suore. Come consuetudine, alla fine di ogni missione, la parola passa ai veri protagonisti di questi giorni: i volontari vecchi e nuovi, che in questi giorni non hanno risparmiato il minimo sforzo per la realizzazione del Sogno Umanitario di H.H.P.P.

EMILIANO: Non è facile in poche righe, elencare tutte le emozioni che ho provato durante questa mia nuova missione in India, la prima a Thullur. Ogni giorno, per me, è stato un mix di estrema felicità perché mi rendevo conto che molto abbiamo fatto in questi anni per aiutare la nostra cara Sr Jain, e con lei tutte le altre Sorelle, ma anche di infinita commozione … A tal proposito il ricordo si ferma alla bambina, che ha sopportato sotto il sole la lunga fila per ricevere non una vitamina, non una medicina in particolare, ma una penna... non aveva il coraggio di dirmi che si sentiva stanca e che non aveva le forze… con  un imbarazzo estremo mi   stava chiedendo  soltanto una penna. Mentre sto scrivendo queste poche righe il fiato si fa corto e la gola si stringe e per questo, sento il bisogno di ringraziare per primo la mia grande famiglia che mi sostiene e crede in quello che faccio non facendomi mai un momento mancare il loro appoggio e i loro fondamentali insegnamenti; il mio caro amico, maestro, e sì forse un po’ anche fratello maggiore, Dr George, che ho sentito sempre vicino in questi giorni e che con i suoi sguardi di approvazione e di gratitudine, mi rendeva la fatica più facile da sopportare; Costantino, grande burlone, animatore, e persona incredibilmente buona, che con le sue gags e le sue corse dietro alle suore, il solletico a chi ci riparava dal sole all’aeroporto, mi ha ancora più convinto che con un sorriso la vita è migliore; Gabriella, che curava i bambini prima ancora che con le sue infinite conoscenze, con l’amore che sprigionava dai suoi occhi rassicuranti di splendida donna, ma soprattutto di madre; Luciano e Barbara che hanno avuto il coraggio di ripetere le gesta del figlio Francesco e provare questa esperienza che sicuramente segnerà la loro vita; Francesca, che con la sua vocina bassa e con i suoi modi gentili ha, in ogni momento, prestato la propria professione  agli ultimi della lista; Sara Irene, che ho avuto modo di conoscere meglio in questo viaggio, e che dopo un periodo di debolezza ha saputo reagire, a quello che di più triste la vita sa offrire; Sarah che ha sempre dato il meglio di se e ha messo a disposizione il suo grande cuore e la sua immensa voglia di riscatto, mettendosi ogni giorno in discussione; ed infine la mia carissima amica e guida spirituale Sr Jain per tutto quello che mi ha trasmesso in questi giorni, per la fiducia che ha in me , per i suoi sguardi pieni di amore e tenerezza con cui mi guardava, per le sue preghiere che mi accompagneranno per sempre! Grazie davvero a tutti Voi, grandi amici, ma soprattutto grandi persone, siete davvero unici e ricordatevi che se sentirete la mancanza di un bidì…basterà bussare alla mia porta!!!

FRANCESCA
: Quando gli input sono molti lascio al tempo la necessità di assorbire ed elaborare. Un mondo, tanti mondi.

SARAH
: Sono troppe le emozioni che ho provato durante questa missione in India, terra che non avevo mai conosciuto prima, terra di grandi contraddizioni. La cosa che più mi ha emozionato è stato vedere come anche persone che vivono nell’estrema povertà siano sempre capaci di regalarti un sorriso, senza chiedere niente in cambio. Mi porterò dietro il sorriso e la gioia di tutti quei bambini sorridenti e vivaci che ho incontrato e che tanto mi hanno regalato, sorridenti nonostante non avessero nemmeno una penna con cui scrivere, né una palla con cui giocare. È stato bello anche conoscere nuove persone, tutte diverse con cui condividere questa esperienza, a tratti sfinente dal punto di vista emotivo. L’ India è una terra che mi ha regalato tante belle emozioni che mi porterò sempre nel fondo del cuore. Una parte del mio cuore l’ho lasciata a Thullur, davanti al dispensario di Sr Jain.

BARBARA e LUCIANO: E’ stata un’esperienza meravigliosa piena di forti emozioni e di nuove sensazioni che ci hanno arricchito e che valeva la pena di vivere. Tornando a casa una parte del nostro cuore rimane in quei luoghi dove abbiamo trascorso dei momenti che sarà difficile dimenticare.

COSTANTINO
: Scrivo queste righe con in mano il rosario che Suor Ansamma mi ha donato di nascosto all’ultimo secondo prima della partenza regalandomi l’ultima delle mille emozioni provate in questa missione. Sono partito senza un motivo logico specifico spinto solo dal grande desiderio di vivere questa esperienza e dalla necessità emotiva di fare “deserto” dentro di me: ebbene questo deserto è stato riempito da una moltitudine di stelle (gli occhi dei bambini e delle persone povere) che l’hanno illuminato continuamente e che lo risplenderanno per il resto della mia vita. Quando sono partito ho avvisato tutti che mi sento solo un imbecille nelle mani di Dio: Suor Jain salutandomi mi ha detto che qualsiasi persona al quale si riesce a donare un sorriso può vivere meglio: ebbene questa sarà sempre la missione di questo imbecille. Nel mio cuore rimbombano ancora con grande strepito le inquietudini provate nel vedere una bambina fare la fila di due ore per ammettere candidamente di non avere dolori ma di desiderare solo una penna; l’atroce sofferenza nel leggere nella scheda delle persone alla voce della diagnosi “denutrito”; la gioia infinita nel vedere gli occhi dei bambini illuminarsi di una luce speciale al solo verso di “marameo”!!!!! Quanti bambini innocenti soffrono le povertà più incredibili e cercano soltanto la gioia di un sorriso e di una persona che li consideri!!! Sono fermamente convinto che la mia partecipazione a questa missione troverà un vero senso solo se saprò dare “sale” alla mia vita regalando sempre attenzione e amore al prossimo nella vita di tutti i giorni e se saprò testimoniare con il mio esempio quello che ho maggiormente imparato in India: la gioia della semplicità e del donarsi: credo che ogni essere umano trovi la realizzazione della sua vita non lamentandosi di cosa gli altri facciano o non facciano ma essendo protagonista attivo delle proprie azioni nei confronti del mondo che lo circonda!!! Grazie all’India d’ora in avanti chiunque dovrà incontrare in me un sorriso e un’accoglienza che lo faccia sentire amato!!! Come non pensare alla folla di mani che ti circondano e ti pressano per una minima cosa……come non pensare che la disperazione del niente porta a tutto per chiedere qualcosa. Come non ricordare con incredibile affetto alla felicità delle suore del convento sempre pronte a giocare e scherzare con questo imbecille. Come non ridere ripensando alla disponibilità della Madre Generale Suor Samuela sempre pronta a una battuta o al pranzo con il Vescovo locale finito a risate e scherzi. Il mio cuore vivrà sempre dei battiti provati in questi giorni cercando di trasmettere a tutti quelli che incontrerò la gioia di averli provati. Ogni volta che incontravo dei bambini mi sentivo come una macchina che si ricarica al distributore superando ogni stanchezza e riempiendo di gioia ogni poro della mia enorme pelle. Le giornate passate gomito a gomito con Suor Ansamma in farmacia saranno il pensiero con il quale potermi rasserenare con gioia nei momenti di difficoltà!!!! La forza di questa missione è stata certamente anche l’unione che si è creata tra i componenti del gruppo: grazie all’esperto, eccezionale, scherzoso e sempre disponibile all’ascolto e al dialogo Giorgio, alla affettuosa e con gli occhi sempre sorridenti e disponibili Gabriella, alla delicata e dolce Francesca, al super entusiasta e ricco di bontà e sensibilità infinita Emiliano, alla bellissima sia fuori che dentro Sara “Pippi”, alla intelligente e disponibile Sara Irene, alla coppia più giovanile e buona che esista Luciano e Barbara.  In particolare con Sara “Pippi” ed Emiliano ho trovato una complicità e una gioia di vivere che ricorderò spesso con emozione. Chiedo scusa a tutti loro per l’invadenza con la quale spesso li ho travolti. Un grazie enorme lo devo a mia moglie Anna che sebbene incinta al sesto mese di un parto gemellare e bisognosa di aiuto mi ha sempre spinto a vivere questa esperienza e mi ha sostenuto ogni momento della missione con dolci e emozionanti messaggi!!!! Siccome è venuto il momento di chiudere questa riflessione voglio concludere con lo stesso pensiero con il quale ho iniziato: spero che il Signore mi dia ogni giorno la forza di essere degno di questo rosario che stringo ancora con emozione in mano!!!!!................... e ricordiamoci sempre che “Un amico è un estraneo che non abbiamo ancora conosciuto”!!!!!!

GABRIELLA
: Questa è stata la mia terza missione in India, ma non per questo la più facile. L’impatto con questa realtà mi suscita sempre sentimenti contrastanti: dalla sofferenza nel vedere la miseria in cui vive la povera gente dei villaggi , alla gioia immensa del donare loro una piccola speranza. L’emozione più grande è stata vedere terminato l’ospedale del quale avevamo posto la prima pietra nello scorso 2006, alla mia prima missione in India. Mi ha riempito di commozione ed entusiasmo vedere quella costruzione davanti ai miei occhi, la realizzazione di un sogno umanitario per tutto H.H.P.P. e per me ed anche la concreta speranza di un cambiamento. Per questo per me LA MISSIONE CONTINUA…

SARA IRENE
: Trovo difficoltà a raccogliere i pensieri, in questo lungo viaggio di rientro, con la mente ancora in India… Di questi giorni intensi mi porterò dentro gli occhi immensi e nerissimi di tutti i bimbi visitati, vaccinati, o anche solo incrociati; l’odore di questo Paese, che è solo qui e che riconoscerei come “India” ovunque; i colori netti e pieni di sole; i volti di tutte le persone che mi hanno sorriso, lasciandomi un segno… Ma più di ogni altra cosa mi resterà lo sguardo pieno di luce di Suor Jain e di tutte le altre Sorelle, che è lo sguardo di chi nella vita ha trovato il proprio cammino e lo affronta con entusiasmo e amore. Vorrei che questa missione avesse rafforzato il mio sogno di essere medico nel mondo, che è la sola cosa a cui non potrei mai rinunciare, se non al prezzo di tradire me stessa. Il mio ultimo pensiero va all’India, che è il posto nel mondo che più di tutti racchiude mille realtà e contraddizioni, che porto nel cuore come un’altra casa.

DR GEORGE: Cari amici, eccoci ancora una volta arrivati al termine di questa ennesima missione sanitaria ed umanitaria di H.H.P.P. che, grazie a Dio, mi ha visto ancora protagonista attivo insieme ai miei splendidi compagni. Già il mio carissimo amico Emiliano e il prorompente Costantino hanno descritto in modo perfetto le caratteristiche e la personalità di ciascuno di loro(che condivido pienamente), per cui non mi dilungherò oltre; una cosa però voglio assolutamente dire perché la sento scaturire dal più profondo del mio cuore: grazie, mille volte grazie amici miei, che avete voluto condividere con me questa forte esperienza, grazie del vostro insostituibile aiuto professionale ed al vostro entusiasmo, senza il quale molte volte avrei potuto sicuramente cedere. Con l’aggiornamento delle ultime schede che erano rimaste in mano a Sr Jain, il nostro lavoro “ sanitario “ ha contato un totale di 2025 visite mediche e di 785 vaccini anti epatite b. La soddisfazione è sicuramente un sentimento umano e noi in questo momento noi dobbiamo essere completamente soddisfatti, contenti di quanto abbiamo realizzato in questi giorni a Thullur. Gli occhioni neri dei poveri bambini che abbiamo incontrato ed ai quali abbiamo regalato un momento di felicità con una penna o con un cappellino, i volti segnati dalla sofferenza e dalla fatica dei miseri adulti che si sono rivolti a noi e che sono usciti dai nostri ambulatori con la gioia di una visita gratuita, di uno sciroppo di vitamine, ma soprattutto felici del fatto che qualcuno era venuto da tanto lontano per loro e solamente per loro, mi accompagneranno per tutti i giorni a venire. I volti pieni d’amore, di riconoscenza e di tristezza delle Suore alla nostra partenza, saranno lo stimolo quotidiano per impegnarmi a fondo con l’Associazione per continuare ed anzi migliorare la quantità e la qualità degli aiuti da portare in questo luogo di missione. Grazie a mia moglie Beatrice, insostituibile compagna della mia vita, stimolo nei momenti di difficoltà e sostegno sicuro di tutte le mie attività. Grazie a tutti voi splendidi sostenitori di H.H.P.P. che con la vostra vicinanza permettete la realizzazione di questi che non solo più solamente sogni di soci fondatori, ma splendida realtà umanitaria di chi si sente vicino al modo che soffre. Nelle parole dei diari di questi giorni abbiamo cercato di farvi vivere le stesse emozioni che quotidianamente affollavano i nostri cuori; la vostra condivisione è la nostra necessaria forza per andare avanti perché
LA REALIZZAZIONE DEL SOGNO UMANITARIO DALLA VALDINIEVOLE NEL MONDO CONTINUA !