7° in India-Ott 2007

Dal 17.10.2007

Obiettivi:
Attività sanitaria attraverso lo svolgimento di visite mediche, aggiornamento delle adozioni a distanza, distribuzione di beni di prima necessità, verifica delle stato attuale dei lavori per l’ampliamento del Mary Matha Dispensary

Partecipanti:
Medici
: Dott. Giorgio Martini e Dott.ssa Valentina Rafanelli medicina generale, Dott. Massimo Ciampolini e Dott.ssa Gabriella Ravalli  pediatria
Volontari: Francesca Fontana, ostetrica - Walter Ghiandai, Gianna Rogialli, Francesco Sodini, Paolo Venturini

DIARIO GIORNALIERO


Venerdì 26 Ottobre
La colazione di stamattina è cominciata con la sorpresa dell’articolo corredato di foto (le uniche che abbiamo compreso veramente) pubblicato sul quotidiano locale e dedicato al nostro impegno per la campagna di vaccinazione alle scuole di Pedaparimi ed Amaravathi. La giornata è stata dedicata interamente alle visite al Dispensario di Thullur. Il numero di persone presenti sin dall’inizio della mattinata ha superato ogni aspettativa ed è andata aumentando col passare delle ore; abbiamo registrato una notevole affluenza, anche da villaggi vicini, di persone giunte con mezzi vari: risciò a motore, biciclette, la maggior parte ovviamente a piedi. Ciò ci ha indotto ad affinare l’organizzazione delle visite, permettendoci di contare, al termine del lavoro, 265 pazienti controllati. Gli indiani normalmente sono pazienti di nome e di fatto, ma stamani, forse per l’eccessivo caldo ed i tempi di attesa, l’atmosfera si è decisamente surriscaldata, dando luogo ad intemperanze prontamente sedate dall’intervento delle Suore. Fra i casi di rilievo di oggi, un paziente con lebbra conclamata già sottoposto a terapia, e un bambino con un dito sovrannumerario della mano sinistra (per il quale avremmo voluto programmare l’asportazione chirurgica, rifiutata dai genitori nella convinzione che tale malformazione sia un segno di “buona sorte”). È stato effettuato anche il controllo dell’emoglobina del paziente trasfuso ieri e abbiamo con piacere constatato l’aumento dei valori corrispondenti alle sue buone condizioni cliniche. È stata una giornata molto intensa, e Sr Jain ci ha voluto offrire un’ora di svago organizzando una breve escursione sul fiume Krishna su di un barcone adibito al trasporto di persone e merci. Anche questi momenti costituiscono un modo per conoscere meglio la realtà locale nelle sue molteplici sfaccettature. Le nostre energie si stanno esaurendo giorno dopo giorno come emerge dallo stesso diario che si sta facendo più breve solo per la nostra stanchezza e non certo per la mancanza di situazioni umanamente coinvolgenti e rilevanti; mentre, per rimanere in tema con l’ambiente, comincia a “serpeggiare” tra di noi una sottile malinconia per l’avvicinarsi della partenza. Ma domani mattina ricontrollando il piccolo Buji si aprirà per noi e per tutti i benefattori di H.H.P.P. la porta della speranza di garantirgli un futuro migliore nonostante la sua grave menomazione neonatale. Questo ci porta a dire che per H.H.P.P. non esiste Mission Impossible!!!

Sabato 27 ottobre
Di buon mattino ci siamo recati a fare visita, in un villaggio vicino, al giovane quindicenne paralizzato a causa di una caduta da un albero di cocco che gia’ avevamo incontrato nella missione del 2006. Abbiamo potuto apprezzare l’inventiva di Sr Jain la quale, avendo gia’ a disposizione nel dispensario le medicine necessarie alle sue cure, ha investito i soldi che erano stati predisposti per tale scopo dall’associazione per l’acquisto di un telefono da utilizzare come posto pubblico. In tal modo il ragazzo avra’ una fonte propria di guadagno per il futuro. Per migliorare ulteriormente la sua qualita’ di vita e per consentirgli una autonomia di movimento abbiamo disposto l’acquisto di una sedia a rotelle utilizzando le risorse gia’ messe  a disposizione dall’H.H.P.P. per questa missione. Al ritorno al Dispensario, abbiamo trovato la consueta folla di pazienti in attesa sotto il sole. Immediatamente si siamo tuffati nel nostro lavoro e a fine mattinata abbiamo contato 249 visite. L’attività sanitaria è stata momentaneamente interrotta dall’arrivo di un lattante di 3 mesi di vita, nato prematuro nella sua capanna a soli 7 mesi di gestazione, in gravi condizioni di denutrizione tanto da pesare solo Kg 2,250. Avete letto proprio bene, non è un errore di scrittura, sono esattamente due chili e duecentocinquanta grammi, lo stesso peso del piccolo che avevamo visto nascere lo scorso anno qui a Thullur. L’immagine allegata al diario trasmette esattamente la realtà, mentre  non può trasmettere la nostra emozione nel vederlo. Dopo una accurata visita di ambedue i pediatri, ci siamo subito attivati per preparare al bimbo un biberon di latte adattato, che il piccolo Babu ha avidamente e velocemente succhiato, confermandoci il sospetto di una non adeguata alimentazione. In effetti dopo nostre sollecitazioni la madre ha confessato di non avere latte proprio e, per ovvi problemi economici, di diluire al massimo il latte in polvere da lei acquistato tanto da non risultare più efficace per la crescita. Ovviamente H.H.P.P. ha provveduto ad assicurare alla madre, tramite Sr Jain, la cifra necessaria all’acquisto del giusto alimento per ulteriori 6 mesi. Non altri casi particolari nella giornata di lavoro, ed ora eccoci ai resoconti finali : sono state effettuate 2.607 visite mediche, 1.438 prime vaccinazioni antiepatite b, effettuati gratuitamente centinaia di accertamenti diagnostici di ogni tipo, consegnate sempre gratuitamente migliaia di confezioni di medicinali, in piccola parte portate dall’Italia, per la maggioranza comprate in loco. Abbiamo anche effettuato una campagna di prevenzione dentaria consegnando a 1500 bambini uno spazzolino da denti e un dentifricio per ciascuno.  Dopo pranzo la scolaresca della locale hi-school si è esibita in un saggio di canti, balli e saggi ginnici in nostro onore. Oggi è proprio un giorno ricco di momenti di commozione. Terminata la manifestazione infatti subito un’altra sorpresa : le Suore ci hanno regalato il vestito tipico indiano, aiutandoci ad indossarlo per la loro immensa gioia. La nostra è stata un po’ più contenuta sia per il caldo ancor più percepibile dato l’abbigliamento, sia per la difficoltà nel camminare così vestiti che abbiamo provato di persona recandoci a piedi nel centro di Thullur. Sicuramente abbiamo lasciato un’immagine gioiosa di noi tanto che al nostro passare venivamo salutati da tutti con un sincero sorriso. Nuova sorpresa nell’immediato dopo cena; Sr Jain e tutte le Suore del dispensario hanno consegnato a ciascuno di noi un regalo accompagnato da un emozionante discorso di ringraziamento e di saluto. Domattina ci sveglieremo alle 5,00 per partire alla volta di Vijayawada e per noi inizierà un viaggio di ritorno lungo 48 ore . La stanchezza stasera ha fiaccato anche i più resistenti fra noi, per cui … Lunga la strada … lenta la via … dite la vostra … che a noi manca la fantasia !       
Ed al termine di ogni missione di H.H.P.P., viene ora il momento utile e necessario per ogni partecipante di mettere in ordine tutti quei sentimenti, a volte molto contrastanti, che si sono avvicendati nel suo cuore nei giorni di lontananza dall’Italia.
Ecco qui di seguito cosa hanno espresso i 9 volontari umanitari dell’Associazione.

MASSIMO
con oggi termina la mia seconda missione in India con H.H.P.P.: tutte le buone impressioni che avevo avuto dopo il Kerala sono state confermate: anche questo gruppo ha dimostrato coesione, disponibilità verso gli altri e unanimità di intenti. Tutte le persone che compongono questa squadra sono eccezionali ed hanno reso questi giorni di lavoro meno pesanti e stressanti per l’alta intensità emotiva. Le sensazioni maggiori  però le ho ricevute da un’altra persona che ho conosciuto a Thullur: Sr Jain. Giorgio mi aveva parlato più volte della suora ginecologa indiana ma conoscendola ho constatato di persona la forza immensa di questa suora Sono sicuro che le risorse che investiremo in questo progetto daranno tantissimi frutti. Grazie H.H.P.P.

FRANCESCA
Mi è piaciuto lo spirito del gruppo e la sintonia con gli intenti delle suore. È la prima volta che trovo una sintonia cosi. Commovente l’accoglienza e le attenzioni che le suore hanno avuto verso di noi .Mi ha colpito l’allegria e la dignità delle persone nonostante l’estrema povertà. Penso di aver trovato nel gruppo di H.H.P.P. le persone con cui fare altre missioni in futuro.

GABRIELLA
Svegliarsi ogni giorno in una capanna di pochi metri di terra battuta,mangiare una ciotola di riso,passare la giornata chini su una risaia,addormentarsi senza la speranza che il giorno successivo ti riservi qualcosa di diverso…Questa è la realtà che mi sono trovata davanti ed è ben diverso che vedere un documentario in televisione e provare compassione. La “compassione” che ho avuto in me in questi giorni è intesa nel senso etimologico della parola “soffrire insieme” ed ho veramente sofferto insieme a queste persone e per queste persone; ho sofferto per il piccolo Babu denutrito perché la madre diluisce il latte artificiale non avendo i soldi per comprarlo,per il piccolo Buji, nato malformato, destinato a rimanere tale per mancanza dei soldi necessari a farlo operare. Per questo credo che quello che faccio,se pur poco, sia utile. Vedere nascere dal nulla un ospedale a Thullur e pensare che anche chi è povero avrà la possibilità di avere le  cure necessarie alla sopravvivenza è stata per me un’ esperienza meravigliosa e questo lo devo ad H.H.P.P.,a questa associazione fatta di persone con grande forza e umanità come Giorgio,di amore e dedizione per gli altri come i miei compagni di viaggio con i quali sento di aver veramente condiviso questi giorni e alla grande personalità e spirito di servizio di Suor Jain.

VALENTINA
Eccoci qua al resoconto finale…siamo in Qatar in attesa del nostro volo di rientro,seduti agli stessi tavoli del viaggio di andata. La prima sensazione che sento nello stare qua è: “ma come? È già finita?stiamo già rientrando?” Eppure confesso che circa a metà missione avevo iniziato ad accusare un po’ di stanchezza, ma l’entusiasmo ha prevalso. Sì, “entusiasmo” è proprio la parola che sceglierei per descrivere questo viaggio. Questa è la mia prima missione, in realtà è stato proprio il primo contatto con HHPP, quindi vi potete immaginare che alla partenza le paure erano tante. Invece è stata un’esperienza veramente eccezionale. La realtà che ho trovato al mio arrivo a Thullur è stata sconvolgente. L’ impressione iniziale non è stata delle migliori, la popolazione così povera, l’ambiente rurale così “degradato”, mi hanno fatto pensare:”.. ed io cosa posso fare qui? Le necessità di queste persone sono talmente tante che il mio aiuto sarà solo una goccia nel mare!”. Ma presto mi sono resa conto che, sebbene fosse poco, quello che il nostro gruppo, insieme alle suore del dispensario, poteva fare per la gente del posto sarebbe stata per loro un’occasione unica. Questo mi ha permesso di lavorare insieme agli altri con l’entusiasmo necessario, mi ha permesso di accogliere quello che ogni singolo sguardo delle persone con cui sono venuta a contatto mi trasmetteva, questo mi ha permesso di vivere con emozione sempre più crescente ogni momento di questo viaggio. Probabilmente rischio di essere retorica, ma voglio ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno accompagnato in questi giorni: gli amici di HHPP, le suore, ed in particolar modo Suor Jain con la sua forza e la sua serenità,ma soprattutto tutte le persone di Thullur e dei villaggi vicini che con umiltà e gioia hanno accolto questa piccola goccia.

FRANCESCO
"Nessun ricco è tanto ricco da non poter più ricevere e nessun povero è tanto povero da non poter più donare". Questa è stata la frase, suggeritami da un mio caro amico, che racchiude in sé buona parte di quello che ho sentito e imparato durante questa fantastica ed intensa esperienza umanitaria. Quello che infatti ho ricevuto da tutta la gente con cui sono stato a contatto in questi giorni, a cominciare dai miei compagni di viaggio, alle Suore che ci hanno ospitato, fino ad arrivare a tutti coloro che ci sono venuti incontro in cerca di assistenza, è troppo grande e denso di significato per me per poterlo rendere bene qui per iscritto. Posso perciò limitarmi a dire che porterò sempre nel cuore ogni singolo momento di questo viaggio, che mi ha concesso l'occasione non solo di rendermi utile all'interno di una realtà profondamente diversa da quella in cui sono abituato a vivere, ma mi ha inoltre fornito una bellissima opportunità di crescita personale.

WALTER
Le ragioni che spingono le persone a fare o non fare le cose possono essere tante, dalle più belle e positive, alle più disperate e senza rimedio; qualunque sia la motivazione c'è sempre la speranza, o per meglio dire l'egoistica ricerca di dare un senso a quello che non capiamo o peggio non accettiamo. Ho conosciuto HHPP circa sei mesi fa, e in questi mesi mi sono chiesto molte volte se era giusto "pensare" di partecipare ad una missione dell'associazione solo perchè Io e la mia compagna dovevamo provare a dare un senso ad una cosa che senso non ne aveva e non ne avrà mai. Ora, qui all'aeroporto di Doha, alla fine di 13 giorni intensi, coinvolgenti, brutali nel loro modo di metterti davanti ad una realtà che non puoi immaginare, ascoltando o vedendo da casa tua i racconti e le foto di chi ha già vissuto questa esperienza, non ho ancora capito se tutto questo potrà mai minimamente cambiare le cose per quanto riguarda Walter e Gianna, ho però l'illusione che a qualcosa o a qualcuno sia servito, e forse, per l'egoismo a cui mi riferivo inizialmente, questo mi piace ......

GIANNA
Ho colto l'invito di Gabriella a partecipare alla missione a Thullur nel momento più pesante della mia vita, ben sapendo che la sofferenza che avrei incontrato non avrebbe potuto modificare in nulla il grande vuoto che mi pervade. Fino alla partenza la preoccupazione per quello che mi attendeva  prevaleva su ogni altro sentimento, facendomi pensare più volte di avere fatto un errore ad accettare l' impegno.  Oggi posso dire di essere contenta di avervi preso parte: l'esperienza è stata emozionante e coinvolgente per le molte cose fatte, per l'incontro con una moltitudine di persone  e di bambini che, pur avendo poco e potendo contare su poco anche per il loro futuro, ci hanno riservato sempre un'accoglienza gratificante e sorprendente, dando un senso concreto alla nostra presenza Torno con il mio personale grande vuoto ma con la sensazione di avere per poco e con poco dato un contributo ad un "sorriso". Un grazie sincero a tutti i componenti della missione, in particolare a Gabriella che è riuscita a coinvolgermi, e alle Suore di Thullur che ci hanno accolto con gioia assicurandoci ogni possibile assistenza.

PAOLO
vorrei comunicare le emozioni che a mia volta ho ricevuto da mia moglie Gabriella. Vorrei comunicare la bellezza e la semplicità con cui un gruppo di persone è entrato in empatia con alcune suore francescane ed è riuscito a portare un aiuto ad altre profondamente povere, di una povertà che è possibile capirne la totalità vivendoci a contatto. Uomini e donne che comunicano una grande dignità nei propri sentimenti, nella cura di se stessi, nella sopportazione dello stato in cui sono costretti a vivere. Viene spontaneo il desiderio di cercare di dare a loro una possibilità di sollevarsi da questa situazione e di donare a quel loro meraviglioso sorriso una speranza.

DR GEORGE
Anche questa volta, giunti al termine di questa missione sanitaria ed umanitaria di H.H.P.P., arrivato il momento del resoconto finale di questi intensi giorni vissuti in terra indiana, non posso che orgogliosamente ritenermi molto ma molto soddisfatto; sono passati più di 4 anni da quel fatidico 27 Marzo 2003, giorno della fondazione dell’Associazione, ed ancora una volta il gruppo di persone che si sono recate in missione hanno dimostrato una coesione ed una condivisione di azione e di intenti veramente sorprendente. Queste persone, alla partenza per la maggior parte quasi sconosciute le une alle altre, sono diventate nel corso di questi brevi ma intensi 13 giorni dei veri amici. Hanno condiviso ansia, fatica, emozione, soddisfazione, angoscia ed è bastato un incrocio di sguardi fra di loro per superare qualsiasi momento di piccola o grande difficoltà. Mai potrò, nella mia veste ufficiale di Presidente di H.H.P.P., ringraziare a sufficienza questi meravigliosi compagni di avventura che hanno reso possibile ancora una volta la posa di un altro tassello della realizzazione del Sogno Umanitario dalla Valdinievole nel mondo; mai potrò nella mia veste personale di Giorgio esprimere loro tutto il mio sincero affetto per chi, con fatica fisica,economica e psicologia, ha deciso di seguire il mio personale percorso, per realizzarlo compiutamente e permettermi così ancora una volta di essere utile a chi è così meno fortunato di me. Molto esattamente e compiutamente ognuno di loro ha descritto i sentimenti che si sono succeduti attimo dopo attimo, ed a me preme solo una considerazione : se anche non fosse stato così importante visitare gratuitamente più di 2600 persone che altrimenti vedono la visita di un medico come un sogno quasi sempre irrealizzabile, se anche non fosse stato così importante consegnare ad ognuno di loro sempre gratuitamente qualche medicinale utile per i propri malanni, se anche non fosse stato utile farli sottoporre gratuitamente ad accertamenti diagnostici che hanno potuto chiarire i loro problemi sanitari, basta pensare ai piccoli Buji e Babu. Assicurare ai due il nutrimento necessario per poter crescere come ogni altro bimbo nato nei paesi più fortunati, impegnarci con la nostra azione in seno ad H.H.P.P. al fine di permettere a Buji il futuro intervento per la labiopalatoschisi, avere garantito al giovane paralizzato la somma in denaro necessario per l’acquisto di una carrozzella , giustificano da soli e rendono positiva al cento per cento anche questa missione sanitaria ed umanitaria. Cosa dire poi della ciliegina sulla torta di avere visto con i nostri occhi la realizzazione materiale dell’ospedale ginecologico tanto sognato dall’italia ? L’esaltazione di noi tutti presenti, e sono sicuro anche di voi tutti che seguite l’Associazione dall’ Italia, ha raggiunto i livelli più elevati. Tutti i nostri comuni sforzi stanno vedendo la realizzazione pratica in una struttura che sarà di una utilità immensa in quella località agricola indiana tanto miserevole. Certo il continuare a vedere gli abitanti di Thullur e dei villaggi vicini che continuano ad oggi ad essere obbligati a fare i loro bisogni corporali lungo la strada per la mancanza di qualsiasi realtà igienica nelle loro misere case o anche solo di qualche latrina pubblica nei loro villaggi, rende chiaro quanto di immenso ci sia ancora da fare e quanto lungo sia il percorso da seguire per riuscire ad aiutare questi nostri sfortunati fratelli; noi con tutto il nostro entusiasmo, la nostra determinazione e l’aiuto di tutti quelli che ci seguano continueremo nella nostra strada di aiuto nei confronti di coloro che hanno tanto ma tanto meno di noi. Un ringraziamento alla nostra cara Sr Jain e a tutte le Suore Indiane, che con il loro affetto e loro dedizione, ci hanno fatto sentire come a casa nostra risollevandoci ogni qualvolta avevamo un po’ di cedimento. Un grazie sincero a tutti coloro che dall’Italia, con la generosità che contraddistingue chi opera per il bene spinto dai migliori sentimenti, hanno permesso la realizzazione di questa nuova missione di H.H.P.P. Scusandomi per il personale, non posso fare a meno di ringraziare ufficialmente  dal più profondo del mio cuore, la mia Beatrice, che mi “sopporta” e in maniera incredibile mi supporta in questo mio sogno. Penso che il modo più giusto per concludere ufficialmente questa missione a Thullur nello Stato Indiano di Andhra Pradesh, sia una frase di questi giorni, che secondo tutti noi racchiude lo spirito di questa nostra comune Associazione: “… PERCHE’ NON SIAMO ASSOLUTAMENTE SOLO CHIACCHERE E DISTINTIVI “