Obiettivi:
Attività sanitaria attraverso lo svolgimento di visite mediche, aggiornamento delle adozioni a distanza, distribuzione di beni di prima necessità, verifica delle stato attuale dei lavori per l’ampliamento del Mary Matha Dispensary
Partecipanti:
Medici: Dott. Giorgio Martini e Dott.ssa Valentina Rafanelli medicina generale, Dott. Massimo Ciampolini e Dott.ssa Gabriella Ravalli pediatria
Volontari: Francesca Fontana, ostetrica - Walter Ghiandai, Gianna Rogialli, Francesco Sodini, Paolo Venturini
Mercoledi 17 ottobre
Sono esattamente le 06,30 del mattino quando i volontari di H.H.P.P. inondano con le loro magliette gialle il piazzale della Stazione Centrale di Montecatini Terme, luogo di ritrovo per chi è in procinto di partire per una nuova missione destinazione India. Sono arrivati puntualissimi da Pisa il Dr Massimo , la Dottoressa Valentina e l’Ostetrica Francesca ed hanno dato il primo caloroso saluto al Dr George e al volontario Francesco in loro attesa con gli 8 borsoni stracolmi di buona parte del necessario per i prossimi giorni. Dopo un ultimo affettuosissimo saluto con i nostri cari che sono venuti a salutarci, imbocchiamo l’autostrada e via di corsa in direzione Roma. Alle 08,00 circa arriviamo ad Arezzo, dove usciamo dall’autostrada, dal momento che dobbiamo imbarcare la seconda ondata del gruppo dei missionari : la Dottoressa Gabriella con il marito Paolo ed i volontari Gianna e Walter. Riunita così tutta la compagnia via senza indugio; l’aeroporto di Fiumicino ci attende con il volo della Qatar Airwais che ci porterà prima a Doha e poi ad Hyderabad. Arriviamo in perfetto orario e mentre Massimo e il Dr George si occupano di riconsegnare le auto prese a noleggio, gli altri si avviano a sbrigare le pratiche di imbarco con tutti i bagagli. Anche questa volta abbiamo al nostro seguito la bellezza di 18 valigie, 11 bagagli a mano e … 2 computer !!! Soliti momenti di tensione al momento della pesata delle borse, ma fortunatamente, un funzionario della compagnia aerea molto gentile e comprensivo, non fa ostacolo più di tanto e fa imbarcare il tutto senza farci pagare nemmeno un euro di soprappeso. Quando, dopo 1 ora e mezza di ritardo, il Jumbo A 330 si è alzato in volo, i cuori dei volontari di H.H.P.P. hanno avuto un sussulto: la missione stava veramente iniziando ! Tutti i preparativi materiali e mentali di queste ultime settimane vedevano in questo momento la loro realizzazione. Atterraggio perfetto all’aeroporto di Doha City , attesa di circa 4 ore, e poi di nuovo in volo, questa volta con Airbus A 220, alla volta di Hyderabad; qui ci attenderà il nostro angelo custode in terra indiana, la nostra affezionatissima Sr Jain che ci consegnerà i biglietti per il volo interno per Vijayawada e ci prenderà tutti i bagagli per farci viaggiare più tranquilli. Pensate: si è sobbarcata 8 ore di viaggio in andata e altrettante in ritorno solo per permettere a noi di non avere problemi con i bagagli nel volo interno !!! Il sole ha oramai abbandonato il cielo sopra Doha, il cielo pieno di stelle ricopre il deserto che stiamo sorvolando e … tutti ci concediamo qualche momento di riposo.
Giovedì 18 Ottobre
Alle 07,30 tocchiamo il suolo indiano ed assaporiamo immediatamente il caldo soffocante che ci accompagnerà questi giorni; veloce disbrigo delle pratiche doganali, tutte e 18 le valigie sono incredibilmente arrivate a destinazione, e subito fuori la zona di sbarco abbiamo incontrato Sr Jain. Primi saluti e abbracci calorosi per tutti, consegna dei biglietti per il volo interno, e via ognuno per la propria destinazione. L’ aereo nel frattempo è diventato sempre più piccolo ( oggi voliamo su di un Turboelica da esposizione !!! ) ma, senza problemi, dopo 1 ora e mezzo atterriamo nel piccolissimo aeroporto di Vijayawada. Qui un’altra Suora, Sr Agnese, ci ha accolti ed accompagnati a fare spesa per l’acquisto di spazzolini da denti, dentifrici, caramelle e saponette, da consegnare ai bambini che verranno a vistarsi da noi nei prossimi giorni. Accoglienza degna della migliore tradizione indiana a Thullur, dove i volontari sono stati inondati dalla gioia di vedere notevolmente avanzata la realizzazione dell’ospedale ginecologico targato HHPP , e dai saluti, con tanto di consegna di collana personale, da parte di tutte le 13 Suore della Missione Mary Matha. All’arrivo di Sr Jain con tutti i nostri bagagli, abbiamo approntato una farmacia, gli ambulatori necessari per le visite, le postazioni dei computer e delle vaccinazioni, nel dispensario che vedrà nei giorni prossimi la nostra opera a favore di questi diseredati. Merenda-cena a base di rigatoni al sugo, brodino di pollo, pollo fritto, patate fritte, verza alla julienne, frutta, yougurt e … birra ! La prima giornata indiana volge al termine. La stanchezza la fa da padrone nei fisici dei nostri volontari, l’entusiasmo carica al massimo la voglia del domani, ma … perché non sono state messe nella valigia anche le istruzioni per fare i palloncini ?
Qui India , a voi Italia !!!
Venerdì 19 Ottobre
La nostra prima notte a Thullur è trascorsa per la maggior parte di noi nelle stanze del nuovo ospedale, future camere di degenza per i pazienti, terminate 24 ore prima del nostro arrivo e a noi destinate da Sr Jain. Solo Massimo e il Dr George hanno dormito insieme alle Suore !!! Il sonno è stato per tutti ristoratore e la colazione a base di chapati, burro e latte di bufala ci ha dato l’energia giusta per iniziare la giornata di lavoro. Il nostro arrivo negli ambulatori è stato salutato da una moltitudine di persone che già da ore attendevano il nostro arrivo. A fine giornata contiamo 146 visite con 50 vaccinazioni anti epatite b. Oltre a tutti i vari controlli per patologie lievi e ricorrenti, fra i casi significativi segnaliamo un signore affetto da malaria in fase attiva, un bambino di 9 anni Jani con un glioma cerebrale inoperabile e rapidamente ingravescente , un piccolo paziente di 4 anni con una paraparesi flaccida e grave deficit intellettivo causata da asfissia neonatale; una piccola di 2 anni con un coma post convulsiva di natura da determinare; una ragazzina di 13 anni con una fistola al lato interno dell’occhio sinistro con franca emissione di pus alla compressone della cute sottostante e con il dubbio che la stessa situazione stesse per verificarsi anche dal lato opposto. Per lei abbiamo immediatamente predisposto un visita specialistica otorino ed attendiamo risposte. Ultima, ma sicuramente per noi la più insolita e toccante, una donna di 30 anni che è venuta lamentando dolori diffusi ed una evidente chiazza cutanea a livello del gomito dx e un po’ minore ma anche del sinistro. Sr Jain ha subito pensato alla possibile manifestazione di una gravissima malattia : la lebbra, purtroppo confermata nel sospetto dalla mancanza di sensibilità cutanea al dolore nella zona interessata. La ragazza nell’apprendere tale diagnosi, si è messa a piangere chiudendosi in un dignitoso silenzio. Anche se l’esame diagnostico, che sarà effettuato all’Ospedale pubblico, confermerà la grave diagnosi, ciò non preclude la possibilità di una cura efficace anche se prolungata nel tempo.Il pomeriggio è stato dedicato alla visita, nel villaggio, dei bambini adottati a distanza lo scorso anno ; abbiamo potuto constatare che la loro situazione è decisamente migliorata: Leelavathy, di 15 anni, nel frattempo rimasta completamente orfana per la morte del padre pochi mesi fa, riesce tramite l’aiuto dell’adozione e il supporto dello zio che si occupa momentaneamente di lei, a mangiare tutti i giorni. Sr Jain, dato che la ragazza riesce molto bene a cucinare, ha promesso di adoperarsi per sistemarla come cuoca presso un istituto di suore a Hyderabad. Sirisha, invece, grazie all’auto finanziario dell’adozione a distanza e della tutela amministrativa di Sr Jain, vive oggi con tutta la sua famiglia in una casa in muratura piccola ma nuova e dignitosa (vedi foto). Sono le 23.40 quando, terminato questo “diario comunitario”, utile strumento di riflessione per tutti noi, ci accingiamo ad andare a riposare nei nostri “morbidissimi” letti. Dal momento che in cielo le stelle sono coperte dalle nuvole, sono rimasti solo i gechi a guardare sui nostri sogni.
Sabato 20 Ottobre
La giornata di oggi è stata interamente dedicata alle visite e alle vaccinazioni di tutti coloro che si sono presentati alla nostra osservazione. Ad oggi il team medico di H.H.P.P. ha effettuato 393 visite mediche e 109 vaccinazioni anti-epatite b. (a totale carico operativo dell’Ostetrica Francesca). Oltre alle consuete bronchiti più o meno acute, artrosi in fase dolorosa, parassitosi intestinali, dermatitI le più varie, abbiamo purtroppo verificato due nuovi casi di sospetta lebbra ( prontamente inviati all’ospedale pubblico per la conferma microbiologica ), 1 caso di scabbia, 1 sospetto di difetto cardiaco interventricolare, 1 convulsione di non chiara causa in un bambino di 8 anni, 1 tbc polmonare in fase di riacutizzazione, 1 imponente forma di candidosi orale e 2 casi di febbre malarica prontamente curati con l’aiuto insostituibile di Sr Jain. La mattinata però è stata emotivamente segnata dall’arrivo nei nostri ambulatori di una nonna con in braccio un fagottino che racchiudeva un bimbo, Buji, nato da appena 20 giorni che presentava un grave quadro di labbro leporino completo (labiopalatoschisi). E’ stato prontamente visitato dai nostri pediatri Gabriella e Massimo, i quali hanno purtroppo riscontrato un calo di peso di ben 400 grammi rispetto alla nascita. Il bimbo era alimentato con latte di bufala con grave difficoltà per mezzo di un cucchiaino. Immediatamente, allo scopo di fornire al piccolo nutrimento il più adeguato alle sue condizioni, abbiamo preparato del latte in polvere portato dall’Italia, somministrandolo direttamente per verificare la capacità di deglutizione in tale difficile situazione. Con nostra soddisfazione il piccolo è riuscito a ingerire ben 100 millilitri di latte, facendo ben sperare per il futuro. Naturalmente ci faremo carico, con un progetto di finanziamento ad hoc, dei futuri interventi chirurgici che saranno necessari per ricostruire tutta quella parte di palato duro e palato molle che la natura purtroppo ha negato al piccolo Buji. Sicuramente la generosità dei benefattori di H.H.P.P. anche questa volta non si farà attendere ed avremo in un prossimo futuro la gioia di vedere anche questo piccolo indiano di Thullur tornato alla normalità come il nostro Abishek del Kerala. Un’altra conferma della capacità di H.H.P.P. di concretizzare i suoi progetti, è dimostrata dallo stato di avanzamento dei lavori del nuovo ospedale ginecologico che in appena 6 mesi vede delineata l’intera struttura dello stabile, compresa la copertura del tetto, e portato a completamento il piano terra, future nuove stanze di degenza per i ricoverati. Per il vostro e nostro giusto orgoglio vi vogliamo lasciare stasera con le immagini della nuova struttura sanitaria, perché noi …… NON SIAMO ASSOLUTAMENTE TUTTE CHIACCHERE E DISTINTIVI!
Domenica 21 Ottobre
Oggi, come nella migliore tradizione delle missioni sanitarie dirette da Sr Jain, non si lavora, ma ci concediamo una pausa di rilassamento dopo le intense emozioni dei giorni passati. Colazione alle 7,15 per poi partire immediatamente, insieme a tutte le Suore della comunità del Dispensario, alla volta della città di Guntur. Qui abbiamo assistito alla SS Messa nella Chiesa dell’Ospedale delle Suore di San Giuseppe. A dire il vero, non è che il testo della funzione religiosa sia stato per tutti noi di possibile interpretazione, dal momento che non è stata espressa neanche una parola in inglese, ovviamente non in italiano, ma solo nella lingua indiana locale il “telugu”. Era una Messa cantata e tutti intonavano le suadenti nenie indiane, per noi anche troppo suadenti!!! Al termine siamo risaliti sul nostro mezzo di trasporto e “condotti” da Sr Jain a visitare un parco acquatico. Durante il trasferimento a Vijayawada, ci siamo imbattuti in un fragoroso temporale tropicale e ciò ha convinto la nostra irrefrenabile Suora Dottoressa a mangiare al sacco nell’interno dello scuolabus, invece che in un ristorante. Nel pomeriggio, di ritorno verso Thullur, abbiamo visitato un tempo Buddista – Jainista ed uno Hindu; in quest’ultimo il sacerdote locale ( 80 Kg di peso per cm 160 di altezza con un bel trippone ) ci ha augurato gioia,felicità e buon lavoro nella sua tradizione: una specie di cresimatura con l’impronta di colore rosso indiano del suo dito indice sulla nostra fronte, una spruzzata di riso giallo sulla testa, un misterioso liquido salato che avremmo dovuto bere (Walter molto coraggiosamente ha seguito alla lettera le istruzioni del sacerdote) sul palmo delle mani. Il tutto si è concluso con una campanata sulla testa, cioè con l’imposizione di una campana di ottone sulle nostre teste. Rinfrancati da tutto ciò, certi della universalità di ogni tipo di credo religioso, al ritorno nel nostro villaggio, visitando il tempietto di un Sai-Baba locale, abbiamo avuto la piacevole sorpresa di vedere appesi alle pareti quadri raffiguranti Sai-Baba insieme alle immagini sacre di tutte le altre religioni; ciò sembra confermare come l’induismo riconosca e rispetti il Dio delle altre religioni. E dopo questa full immersion teologica, andiamo a dormire, e … che Dio ci accompagni !
Lunedì 22 Ottobre
Stamattina, di buon ora, carichi di pacchetti e pacchettini, ci siamo diretti nel villaggio di Valagapudi, ove ci attendevano, oltre alla popolazione locale, 70 bambini dell’orfanotrofio. La sistemazione logistica era, come lo scorso anno, all’interno dell’unico edificio utilizzabile al nostro scopo: la chiesa che è adibita anche a scuola. Il locale di circa 80 mq, ha ospitato per numerose ore noi 9 di H.H.P.P., 7 Suore al nostro seguito, il Parroco locale, 2 studenti del posto che si sono offerti come traduttori, e circa 12 persone per volta a visitarsi. Comprendete bene la difficile situazione in cui ci siamo trovati in 30 persone racchiuse in un unico ambiente, privato sul più bello della mattinata dell’energia elettrica , unica fonte di sollievo dal caldo opprimente, grazie al movimento dei ventilatori. Fuori dalle due porte di ingresso c’era una moltitudine di persone in attesa della visita. Tra questi molti bambini, che sono venuti a fasi visitare e vaccinare da soli, essendo i genitori al lavoro nei campi. Sul totale di 271 visite e 117 vaccini anti epatite b effettuate nelle 8 ore della giornata, segnaliamo diversi casi particolari: 2 casi di tubercolosi in fase acuta (per i quali è stata predisposta a carico dell’associazione terapia farmacologia per la durata di sei mesi), 1 caso sospetto di AIDS (di cui abbiamo richiesto conferma con gli esami del sangue), una ragazza di 16 anni con un grosso gozzo (per il quale abbiamo programmato gli esami di funzionalità tiroidea ed ecografia). Nel corso della mattinata abbiamo visitato inoltre una bambina di 3 anni con un importantissimo soffio cardiaco (che sarà sottoposta ad esame eco-cardiografico); abbiamo visto molti casi di cataratta avanzata, deficit visivi, carie dentarie ed ascessi in adulti e bambini, per i quali tutti noi auspichiamo la futura presenza in missione di oculisti ed odontoiatri che raccolgano il nostro poco o per niente larvato invito. Di ritorno a Thullur, ci attendevano due casi di rilievo: una bambina di 18 mesi con una grave gastroenterite ed evidenti segni di disidratazione, alla quale, dopo aver tentato senza successo una reidratazione per via orale, abbiamo praticato una terapia endovenosa. Sr Ancy, l’infermiera professionale addetta alla farmacia del dispensario, ha abilmente praticato la fleboclisi. Mentre eravamo tutti impegnati a seguire questa operazione, si è presentato un bel giovane (secondo il giudizio di Francesca) di 25 anni di età con una gravissima anemia che lo faceva a malapena respirare. Gli occhi e la lingua erano bianchi come un foglio di carta e questo ci ha sollecitato ad eseguire immediatamente un esame del sangue nel piccolo laboratorio del dispensario. La conferma della gravità del quadro anemico ci ha preoccupati profondamente, tanto che Valentina ha eseguito un elettrocardiogramma, risultato fortunatamente nella norma. Tranquillizzati da ciò, migliorata la sintomatologia clinica dopo l’adeguata terapia, lo abbiamo rinviato a casa pagandogli il trasporto con l’auto-risciò e invitandolo a tornare all’indomani col fratello per una probabile trasfusione di sangue. Domani è anche il giorno in cui rivedremo il piccolo Buji per verificare il suo aumento di peso. Siamo certi che tutti voi sarete come noi pieni di speranza. Questo messaggio di speranza è l’augurio col quale ci congediamo da voi dopo questa intensa giornata di fatica fisica ed emozionale.
Martedì 23 Ottobre
La giornata indiana di H.H.P.P. è iniziata con i controlli dei pazienti critici dei giorni scorsi: il piccolo Buji è aumentato di peso in 3 giorni di ben 300 grammi, grazie al latte in polvere che abbiamo portato dall’Italia. Le nostre speranze per il bambino si stanno fortunatamente avverando! E’ tornato anche il grave anemico di ieri; le sue condizioni sono migliorate e programmeremo per i giorni futuri una trasfusione di sangue. Stamani è anche il giorno di ripresa della scuola dopo 10 giorni di vacanza per una importante festa hindu. Gabriella ha fatto la scolaretta mescolandosi fra cestini, cartelle, grembiulini e bambini festosi. Dopo aver raccolto gli scolari dai villaggi per condurli a scuola, il pulmino, stracolmo di medicinali, dentifrici e spazzolini, ci ha trasferito a Pedaparimi, nella Saint Mary’s Hi-School. Qui ci attendevano circa 500 alunni che ci hanno riservato una accoglienza a dir poco regale con tanto di lanci di petali di fiori al nostro passaggio. Il Parroco locale ha ufficializzato la cerimonia di benvenuto con un discorso di ringraziamento davanti agli allievi schierati a mo’ di parata militare. Per non farci mancare nulla, abbiamo fatto anche l’alzabandiera presenziando al canto dell’inno nazionale indiano. Finalmente, terminata la fase dell’accoglienza, è iniziata la parte sanitaria vera e propria della giornata: visite preventive e vaccinazioni per tutti gli scolari presenti. Abbiamo approntato una vera e propria catena lavorativa che ci ha permesso al termine della giornata di eseguire la bellezza di 472 vaccinazioni !!! Abbiamo organizzato 1 postazione di misurazione della febbre con due operatori, Gianna e Walter, 3 postazioni di visita con Gabriella,Valentina e Massimo, 2 di vaccinazione con Francesca, Paolo e il Dr George, 3 di registrazione e distribuzione farmaci con Sr Jain, Sr Ancy e Sr Agnese. Ultima postazione ma sicuramente la più gradita, quella con il nostro impareggiabile Francesco che consegnava personalmente a ciascuno spazzolino da denti, dentifricio, caramelle, mascherine da clown e fermagli colorati per capelli. Le giovani studentesse civettavano allegramente con i loro occhioni neri e profondi! Dopo 8 ore di attività frenetica, il lavoro è terminato; dal momento che lo scuolabus non era subito disponibile a riportarci a Thullur, ci siamo incamminati a piedi per circa due kilometri, percorrendo, non senza gravi difficoltà, la strada del villaggio dissestata e disseminata di sassi,buche, pozzanghere, fogne a cielo aperto maleodoranti e ca......... di bufalo di grandezza smisurata. Al rientro al Dispensario ci attendevano un uomo morsicato al piede da un grosso serpente tuttora in osservazione (ovviamente il paziente e non il rettile!!!) e la bambina di ieri con gastroenterite che ha avuto oggi una ricaduta, sperando che domani … se la cavi! Stasera siamo veramente stanchi e ve ne sarete accorti anche dallo stile di questo diario… stretta la foglia, SPORCA LA VIA, anche per oggi vi saluta la compagnia !
Mercoledì 24 Ottobre
Al risveglio tutti eravamo preparati ad un impegno gravoso, dal memento che Sr Jain ci aveva annunciato di dover vaccinare tutta una affollata intera scuola ad Amaravathi. La realtà ha superato di gran lunga tutte le nostre aspettative ed ecco qui per voi il resoconto della giornata. Siamo partiti con una jeep stracolma di 11 persone più una staffetta motociclistica formata dal parroco di Thullur e dal nostro intraprendente Francesco ( ovviamente niente casco per entrambi dal momento che in India gli unici caschi esistenti sono quelli di banane !). Circa un’ora di viaggio su strade che assomigliavano a delle mulattiere, dopo di che siamo giunti alla nostra meta, dove come al solito siamo stati accolti calorosamente da una folla festante di bambini ed adulti. Anche oggi lanci di petali di fiori e applausi a non finire ci hanno accompagnato fino all’edificio scolastico dove abbiamo approntato le nostre postazioni di vaccinazione,registrazione e visite. Se è possibile oggi eravamo ancora più organizzati, tanto è vero che alla fine della giornata abbiamo contato la considerevole cifra di 643 vaccini effettuati; oggi avevamo predisposto quattro punti di vaccinazione per mezzo dei quali il lavoro è proceduto speditamente. Alle 14,00 stop per circa 45 minuti per consumare un classico pranzo all’indiana : abbiamo cominciato con un brodino di pollo che di volatile non aveva assolutamente niente, ma di veleno al peperoncino, tutto in abbondanza. Al primo sorso le nostre labbra si sono anestetizzate e solo alcuni coraggiosi ( Francesca,Walter, Paolo e il Dr George ) hanno terminato la “saporita” pietanza. A seguire, sempre sulla base di condimenti super piccanti, del pollo al curry, del pesce fritto non meglio identificato, chapati, pomodori, cetrioli, barbe rosse, latte acido, gelato, dolci tipici, e, per finire, al posto della sambuca o del limoncello, di nuovo un brodo ristretto !!! E fino a questo punto non sarebbe stato niente di eccezionale, considerato l’ambiente, ma il “bello” doveva ancora venire : alla tavola imbandita non eravamo gli unici invitati dal momento che centinaia di mosche dagli occhi rossi ( esaminate attentamente da Francesco ) banchettavano con noi e brindavano allegramente con la sprite di Gabriella, tanto da affogare nel liquido gassoso !!! A tutt’ora, che sono le ore 22,30 ora indiana, i nostri intestini non si sono ribellati; se avremo notizie contrastanti sarà nostra premura aggiornarvi il prima possibile. Terminato il lavoro alla scuola, abbiamo partecipato ad una cerimonia di ringraziamenti finali con l’imposizione di maxi-ghirlande di fiori, di uno scialle indiano di pura lana anghora sulle spalle ed un prezioso quadretto raffigurante il tempio buddista più antico dell’india meridionale, oggi museo archeologico. Spirito veramente ecumenico quello che una scuola induista regali un quadro raffigurante un mausoleo buddista a dei cattolici. Questa giornata ha un’importanza particolare proprio perché rappresenta un esempio di incontro tra culture e spiritualità diverse, oltre ad essere un riconoscimento per il lavoro che Sr Jain svolge quotidianamente. Quello che vogliamo mettere in evidenza è l’eccezionalità della situazione che vede una comunità induista chiedere un aiuto sanitario ad una struttura cattolica. La staffetta motociclistica di oggi ci suggerisce di concludere questo diario.... Go go go go!!!! H.H.P.P. C’E’!!!
Giovedì 25 Ottobre
Anche stamani la giornata è iniziata alle ore 05,30 con il canto del sacerdote del tempio hindu vicino al Mary Matha Convent; i volontari di H.H.P.P. si sono rigirati nei loro " comodi " letti con un piano di ferro al posto della rete elastica, e alle 08,30 hanno ripreso l'attività sanitaria di visite e vaccinazioni al Dispensario di Thullur. Dopo un inizio in sordina la mattinata si è movimentata alquanto fino ad arrivare anche oggi a 168 visite. Oggi abbiamo approntato anche una provvisoria, molto provvisoria, unità di terapia intensiva dal momento che due pazienti necessitavano di cure urgenti; sembrava di essere sul set di E.R. tutti erano impegnati ed occupati a favore di un anziano gravemente disidratato con la pressione sanguigna bassissima ed una grave bronchite asmatica. Sull'altro letto intensivo si trovava la nostra vecchia conoscenza, ovvero il grave anemico, che oggi, trovato chi era disposto a donargli il sangue, era impegnato nella trasfusione vera e propria. Tutto è andato per il meglio ed i due malati sono tornati a casa in ottime condizioni generali. Numerosi i casi gravi e particolari che si sono presentati alla nostra attenzione : una scabbia impetiginizzata su di una bambina di 3 anni, un sospetto tumore epatico molto voluminoso in uomo di 49 anni, un sospetto tumore della tiroide in una donna di 45 anni, ed al termine della mattinata il caso più emblematico. Si è presentata una intera famiglia, mamma , due figlie femmine ed il figlio maschio, con in mano i referti sanitari di una condanna certa in questa realtà sanitaria. All'Ospedale pubblico di Vijayawada alla signora di 60 anni anagrafici, ma dall'aspetto di una ottantacinquenne, diagnosticato un tumore ovarico con prescrizione di chemioterapia ed asportazione chirurgica, è stato detto candidamente che per fare tutto ciò era necessario pagare una cifra considerevole, comunque non alla portata delle misere finanze della famiglia. I figli si disperavano e ci invitavano ad aiutare la madre per non condannarla a morte certa. Immediatamente la nostra squadra ha convenuto sulla ovvia necessità di accollarsi gli oneri relativi all'intervento. In accordo con Sr Jain, abbiamo deciso di inviare la paziente all'Ospedale Saint Joseph di Guntur, struttura sanitaria affidabile e di riferimento per la nostra Dottoressa con il velo. Speriamo il prima possibile di avere già notizie certe che prontamente vi riferiremo. Nel tardo pomeriggio abbiamo accompagnato Sr Jain a Vijayawada per acquisti vari, ed abbiamo approfittato dell'occasone per visitare in un caldo soffocante la caotica città con il relativo grande tempio hindu ( nessun commento specifico è esaustivo per rappresentare la particolare realtà caratterizzata da miseria,degrado e tanta tanta sporcizia). Al ritorno verso casa, lungo la scorciatoia Vijayawada-Thullur, ci siamo visti costretti a dare la precedenza ad un cobra che in tutta tranquillità attraversava la strada. Incontro ravvicinato, ma non troppo, che ha comunque risvegliato i passeggeri della jeep dal torpore del viaggio. Domani cosa ci attenderà ? Cosa avrà preparato per noi la mente vulcanica di Sr Jain ? E dal momento che " ... ora che questa avventura sta diventando una storia vera .... ", come dice la canzone di Battisti, " ... chissà cosa sarà di noi !". P.S. Conseguenze del pranzo hindu di ieri : 8 indenni, una colpita dalla maledizione di Montezouma ( squarauschhhhhhhhhh ).
Venerdì 26 Ottobre
La colazione di stamattina è cominciata con la sorpresa dell’articolo corredato di foto (le uniche che abbiamo compreso veramente) pubblicato sul quotidiano locale e dedicato al nostro impegno per la campagna di vaccinazione alle scuole di Pedaparimi ed Amaravathi. La giornata è stata dedicata interamente alle visite al Dispensario di Thullur. Il numero di persone presenti sin dall’inizio della mattinata ha superato ogni aspettativa ed è andata aumentando col passare delle ore; abbiamo registrato una notevole affluenza, anche da villaggi vicini, di persone giunte con mezzi vari: risciò a motore, biciclette, la maggior parte ovviamente a piedi. Ciò ci ha indotto ad affinare l’organizzazione delle visite, permettendoci di contare, al termine del lavoro, 265 pazienti controllati. Gli indiani normalmente sono pazienti di nome e di fatto, ma stamani, forse per l’eccessivo caldo ed i tempi di attesa, l’atmosfera si è decisamente surriscaldata, dando luogo ad intemperanze prontamente sedate dall’intervento delle Suore. Fra i casi di rilievo di oggi, un paziente con lebbra conclamata già sottoposto a terapia, e un bambino con un dito sovrannumerario della mano sinistra (per il quale avremmo voluto programmare l’asportazione chirurgica, rifiutata dai genitori nella convinzione che tale malformazione sia un segno di “buona sorte”). È stato effettuato anche il controllo dell’emoglobina del paziente trasfuso ieri e abbiamo con piacere constatato l’aumento dei valori corrispondenti alle sue buone condizioni cliniche. È stata una giornata molto intensa, e Sr Jain ci ha voluto offrire un’ora di svago organizzando una breve escursione sul fiume Krishna su di un barcone adibito al trasporto di persone e merci. Anche questi momenti costituiscono un modo per conoscere meglio la realtà locale nelle sue molteplici sfaccettature. Le nostre energie si stanno esaurendo giorno dopo giorno come emerge dallo stesso diario che si sta facendo più breve solo per la nostra stanchezza e non certo per la mancanza di situazioni umanamente coinvolgenti e rilevanti; mentre, per rimanere in tema con l’ambiente, comincia a “serpeggiare” tra di noi una sottile malinconia per l’avvicinarsi della partenza. Ma domani mattina ricontrollando il piccolo Buji si aprirà per noi e per tutti i benefattori di H.H.P.P. la porta della speranza di garantirgli un futuro migliore nonostante la sua grave menomazione neonatale. Questo ci porta a dire che per H.H.P.P. non esiste Mission Impossible!!!
Sabato 27 ottobre
Di buon mattino ci siamo recati a fare visita, in un villaggio vicino, al giovane quindicenne paralizzato a causa di una caduta da un albero di cocco che gia’ avevamo incontrato nella missione del 2006. Abbiamo potuto apprezzare l’inventiva di Sr Jain la quale, avendo gia’ a disposizione nel dispensario le medicine necessarie alle sue cure, ha investito i soldi che erano stati predisposti per tale scopo dall’associazione per l’acquisto di un telefono da utilizzare come posto pubblico. In tal modo il ragazzo avra’ una fonte propria di guadagno per il futuro. Per migliorare ulteriormente la sua qualita’ di vita e per consentirgli una autonomia di movimento abbiamo disposto l’acquisto di una sedia a rotelle utilizzando le risorse gia’ messe a disposizione dall’H.H.P.P. per questa missione. Al ritorno al Dispensario, abbiamo trovato la consueta folla di pazienti in attesa sotto il sole. Immediatamente si siamo tuffati nel nostro lavoro e a fine mattinata abbiamo contato 249 visite. L’attività sanitaria è stata momentaneamente interrotta dall’arrivo di un lattante di 3 mesi di vita, nato prematuro nella sua capanna a soli 7 mesi di gestazione, in gravi condizioni di denutrizione tanto da pesare solo Kg 2,250. Avete letto proprio bene, non è un errore di scrittura, sono esattamente due chili e duecentocinquanta grammi, lo stesso peso del piccolo che avevamo visto nascere lo scorso anno qui a Thullur. L’immagine allegata al diario trasmette esattamente la realtà, mentre non può trasmettere la nostra emozione nel vederlo. Dopo una accurata visita di ambedue i pediatri, ci siamo subito attivati per preparare al bimbo un biberon di latte adattato, che il piccolo Babu ha avidamente e velocemente succhiato, confermandoci il sospetto di una non adeguata alimentazione. In effetti dopo nostre sollecitazioni la madre ha confessato di non avere latte proprio e, per ovvi problemi economici, di diluire al massimo il latte in polvere da lei acquistato tanto da non risultare più efficace per la crescita. Ovviamente H.H.P.P. ha provveduto ad assicurare alla madre, tramite Sr Jain, la cifra necessaria all’acquisto del giusto alimento per ulteriori 6 mesi. Non altri casi particolari nella giornata di lavoro, ed ora eccoci ai resoconti finali : sono state effettuate 2.607 visite mediche, 1.438 prime vaccinazioni antiepatite b, effettuati gratuitamente centinaia di accertamenti diagnostici di ogni tipo, consegnate sempre gratuitamente migliaia di confezioni di medicinali, in piccola parte portate dall’Italia, per la maggioranza comprate in loco. Abbiamo anche effettuato una campagna di prevenzione dentaria consegnando a 1500 bambini uno spazzolino da denti e un dentifricio per ciascuno. Dopo pranzo la scolaresca della locale hi-school si è esibita in un saggio di canti, balli e saggi ginnici in nostro onore. Oggi è proprio un giorno ricco di momenti di commozione. Terminata la manifestazione infatti subito un’altra sorpresa : le Suore ci hanno regalato il vestito tipico indiano, aiutandoci ad indossarlo per la loro immensa gioia. La nostra è stata un po’ più contenuta sia per il caldo ancor più percepibile dato l’abbigliamento, sia per la difficoltà nel camminare così vestiti che abbiamo provato di persona recandoci a piedi nel centro di Thullur. Sicuramente abbiamo lasciato un’immagine gioiosa di noi tanto che al nostro passare venivamo salutati da tutti con un sincero sorriso. Nuova sorpresa nell’immediato dopo cena; Sr Jain e tutte le Suore del dispensario hanno consegnato a ciascuno di noi un regalo accompagnato da un emozionante discorso di ringraziamento e di saluto. Domattina ci sveglieremo alle 5,00 per partire alla volta di Vijayawada e per noi inizierà un viaggio di ritorno lungo 48 ore . La stanchezza stasera ha fiaccato anche i più resistenti fra noi, per cui … Lunga la strada … lenta la via … dite la vostra … che a noi manca la fantasia !
Ed al termine di ogni missione di H.H.P.P., viene ora il momento utile e necessario per ogni partecipante di mettere in ordine tutti quei sentimenti, a volte molto contrastanti, che si sono avvicendati nel suo cuore nei giorni di lontananza dall’Italia.
Ecco qui di seguito cosa hanno espresso i 9 volontari umanitari dell’Associazione.
MASSIMO
con oggi termina la mia seconda missione in India con H.H.P.P.: tutte le buone impressioni che avevo avuto dopo il Kerala sono state confermate: anche questo gruppo ha dimostrato coesione, disponibilità verso gli altri e unanimità di intenti. Tutte le persone che compongono questa squadra sono eccezionali ed hanno reso questi giorni di lavoro meno pesanti e stressanti per l’alta intensità emotiva. Le sensazioni maggiori però le ho ricevute da un’altra persona che ho conosciuto a Thullur: Sr Jain. Giorgio mi aveva parlato più volte della suora ginecologa indiana ma conoscendola ho constatato di persona la forza immensa di questa suora Sono sicuro che le risorse che investiremo in questo progetto daranno tantissimi frutti. Grazie H.H.P.P.
FRANCESCA
Mi è piaciuto lo spirito del gruppo e la sintonia con gli intenti delle suore. È la prima volta che trovo una sintonia cosi. Commovente l’accoglienza e le attenzioni che le suore hanno avuto verso di noi .Mi ha colpito l’allegria e la dignità delle persone nonostante l’estrema povertà. Penso di aver trovato nel gruppo di H.H.P.P. le persone con cui fare altre missioni in futuro.
GABRIELLA
Svegliarsi ogni giorno in una capanna di pochi metri di terra battuta,mangiare una ciotola di riso,passare la giornata chini su una risaia,addormentarsi senza la speranza che il giorno successivo ti riservi qualcosa di diverso…Questa è la realtà che mi sono trovata davanti ed è ben diverso che vedere un documentario in televisione e provare compassione. La “compassione” che ho avuto in me in questi giorni è intesa nel senso etimologico della parola “soffrire insieme” ed ho veramente sofferto insieme a queste persone e per queste persone; ho sofferto per il piccolo Babu denutrito perché la madre diluisce il latte artificiale non avendo i soldi per comprarlo,per il piccolo Buji, nato malformato, destinato a rimanere tale per mancanza dei soldi necessari a farlo operare. Per questo credo che quello che faccio,se pur poco, sia utile. Vedere nascere dal nulla un ospedale a Thullur e pensare che anche chi è povero avrà la possibilità di avere le cure necessarie alla sopravvivenza è stata per me un’ esperienza meravigliosa e questo lo devo ad H.H.P.P.,a questa associazione fatta di persone con grande forza e umanità come Giorgio,di amore e dedizione per gli altri come i miei compagni di viaggio con i quali sento di aver veramente condiviso questi giorni e alla grande personalità e spirito di servizio di Suor Jain.
VALENTINA
Eccoci qua al resoconto finale…siamo in Qatar in attesa del nostro volo di rientro,seduti agli stessi tavoli del viaggio di andata. La prima sensazione che sento nello stare qua è: “ma come? È già finita?stiamo già rientrando?” Eppure confesso che circa a metà missione avevo iniziato ad accusare un po’ di stanchezza, ma l’entusiasmo ha prevalso. Sì, “entusiasmo” è proprio la parola che sceglierei per descrivere questo viaggio. Questa è la mia prima missione, in realtà è stato proprio il primo contatto con HHPP, quindi vi potete immaginare che alla partenza le paure erano tante. Invece è stata un’esperienza veramente eccezionale. La realtà che ho trovato al mio arrivo a Thullur è stata sconvolgente. L’ impressione iniziale non è stata delle migliori, la popolazione così povera, l’ambiente rurale così “degradato”, mi hanno fatto pensare:”.. ed io cosa posso fare qui? Le necessità di queste persone sono talmente tante che il mio aiuto sarà solo una goccia nel mare!”. Ma presto mi sono resa conto che, sebbene fosse poco, quello che il nostro gruppo, insieme alle suore del dispensario, poteva fare per la gente del posto sarebbe stata per loro un’occasione unica. Questo mi ha permesso di lavorare insieme agli altri con l’entusiasmo necessario, mi ha permesso di accogliere quello che ogni singolo sguardo delle persone con cui sono venuta a contatto mi trasmetteva, questo mi ha permesso di vivere con emozione sempre più crescente ogni momento di questo viaggio. Probabilmente rischio di essere retorica, ma voglio ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno accompagnato in questi giorni: gli amici di HHPP, le suore, ed in particolar modo Suor Jain con la sua forza e la sua serenità,ma soprattutto tutte le persone di Thullur e dei villaggi vicini che con umiltà e gioia hanno accolto questa piccola goccia.
FRANCESCO
"Nessun ricco è tanto ricco da non poter più ricevere e nessun povero è tanto povero da non poter più donare". Questa è stata la frase, suggeritami da un mio caro amico, che racchiude in sé buona parte di quello che ho sentito e imparato durante questa fantastica ed intensa esperienza umanitaria. Quello che infatti ho ricevuto da tutta la gente con cui sono stato a contatto in questi giorni, a cominciare dai miei compagni di viaggio, alle Suore che ci hanno ospitato, fino ad arrivare a tutti coloro che ci sono venuti incontro in cerca di assistenza, è troppo grande e denso di significato per me per poterlo rendere bene qui per iscritto. Posso perciò limitarmi a dire che porterò sempre nel cuore ogni singolo momento di questo viaggio, che mi ha concesso l'occasione non solo di rendermi utile all'interno di una realtà profondamente diversa da quella in cui sono abituato a vivere, ma mi ha inoltre fornito una bellissima opportunità di crescita personale.
WALTER
Le ragioni che spingono le persone a fare o non fare le cose possono essere tante, dalle più belle e positive, alle più disperate e senza rimedio; qualunque sia la motivazione c'è sempre la speranza, o per meglio dire l'egoistica ricerca di dare un senso a quello che non capiamo o peggio non accettiamo. Ho conosciuto HHPP circa sei mesi fa, e in questi mesi mi sono chiesto molte volte se era giusto "pensare" di partecipare ad una missione dell'associazione solo perchè Io e la mia compagna dovevamo provare a dare un senso ad una cosa che senso non ne aveva e non ne avrà mai. Ora, qui all'aeroporto di Doha, alla fine di 13 giorni intensi, coinvolgenti, brutali nel loro modo di metterti davanti ad una realtà che non puoi immaginare, ascoltando o vedendo da casa tua i racconti e le foto di chi ha già vissuto questa esperienza, non ho ancora capito se tutto questo potrà mai minimamente cambiare le cose per quanto riguarda Walter e Gianna, ho però l'illusione che a qualcosa o a qualcuno sia servito, e forse, per l'egoismo a cui mi riferivo inizialmente, questo mi piace ......
GIANNA
Ho colto l'invito di Gabriella a partecipare alla missione a Thullur nel momento più pesante della mia vita, ben sapendo che la sofferenza che avrei incontrato non avrebbe potuto modificare in nulla il grande vuoto che mi pervade. Fino alla partenza la preoccupazione per quello che mi attendeva prevaleva su ogni altro sentimento, facendomi pensare più volte di avere fatto un errore ad accettare l' impegno. Oggi posso dire di essere contenta di avervi preso parte: l'esperienza è stata emozionante e coinvolgente per le molte cose fatte, per l'incontro con una moltitudine di persone e di bambini che, pur avendo poco e potendo contare su poco anche per il loro futuro, ci hanno riservato sempre un'accoglienza gratificante e sorprendente, dando un senso concreto alla nostra presenza Torno con il mio personale grande vuoto ma con la sensazione di avere per poco e con poco dato un contributo ad un "sorriso". Un grazie sincero a tutti i componenti della missione, in particolare a Gabriella che è riuscita a coinvolgermi, e alle Suore di Thullur che ci hanno accolto con gioia assicurandoci ogni possibile assistenza.
PAOLO
vorrei comunicare le emozioni che a mia volta ho ricevuto da mia moglie Gabriella. Vorrei comunicare la bellezza e la semplicità con cui un gruppo di persone è entrato in empatia con alcune suore francescane ed è riuscito a portare un aiuto ad altre profondamente povere, di una povertà che è possibile capirne la totalità vivendoci a contatto. Uomini e donne che comunicano una grande dignità nei propri sentimenti, nella cura di se stessi, nella sopportazione dello stato in cui sono costretti a vivere. Viene spontaneo il desiderio di cercare di dare a loro una possibilità di sollevarsi da questa situazione e di donare a quel loro meraviglioso sorriso una speranza.
DR GEORGE
Anche questa volta, giunti al termine di questa missione sanitaria ed umanitaria di H.H.P.P., arrivato il momento del resoconto finale di questi intensi giorni vissuti in terra indiana, non posso che orgogliosamente ritenermi molto ma molto soddisfatto; sono passati più di 4 anni da quel fatidico 27 Marzo 2003, giorno della fondazione dell’Associazione, ed ancora una volta il gruppo di persone che si sono recate in missione hanno dimostrato una coesione ed una condivisione di azione e di intenti veramente sorprendente. Queste persone, alla partenza per la maggior parte quasi sconosciute le une alle altre, sono diventate nel corso di questi brevi ma intensi 13 giorni dei veri amici. Hanno condiviso ansia, fatica, emozione, soddisfazione, angoscia ed è bastato un incrocio di sguardi fra di loro per superare qualsiasi momento di piccola o grande difficoltà. Mai potrò, nella mia veste ufficiale di Presidente di H.H.P.P., ringraziare a sufficienza questi meravigliosi compagni di avventura che hanno reso possibile ancora una volta la posa di un altro tassello della realizzazione del Sogno Umanitario dalla Valdinievole nel mondo; mai potrò nella mia veste personale di Giorgio esprimere loro tutto il mio sincero affetto per chi, con fatica fisica,economica e psicologia, ha deciso di seguire il mio personale percorso, per realizzarlo compiutamente e permettermi così ancora una volta di essere utile a chi è così meno fortunato di me. Molto esattamente e compiutamente ognuno di loro ha descritto i sentimenti che si sono succeduti attimo dopo attimo, ed a me preme solo una considerazione : se anche non fosse stato così importante visitare gratuitamente più di 2600 persone che altrimenti vedono la visita di un medico come un sogno quasi sempre irrealizzabile, se anche non fosse stato così importante consegnare ad ognuno di loro sempre gratuitamente qualche medicinale utile per i propri malanni, se anche non fosse stato utile farli sottoporre gratuitamente ad accertamenti diagnostici che hanno potuto chiarire i loro problemi sanitari, basta pensare ai piccoli Buji e Babu. Assicurare ai due il nutrimento necessario per poter crescere come ogni altro bimbo nato nei paesi più fortunati, impegnarci con la nostra azione in seno ad H.H.P.P. al fine di permettere a Buji il futuro intervento per la labiopalatoschisi, avere garantito al giovane paralizzato la somma in denaro necessario per l’acquisto di una carrozzella , giustificano da soli e rendono positiva al cento per cento anche questa missione sanitaria ed umanitaria. Cosa dire poi della ciliegina sulla torta di avere visto con i nostri occhi la realizzazione materiale dell’ospedale ginecologico tanto sognato dall’italia ? L’esaltazione di noi tutti presenti, e sono sicuro anche di voi tutti che seguite l’Associazione dall’ Italia, ha raggiunto i livelli più elevati. Tutti i nostri comuni sforzi stanno vedendo la realizzazione pratica in una struttura che sarà di una utilità immensa in quella località agricola indiana tanto miserevole. Certo il continuare a vedere gli abitanti di Thullur e dei villaggi vicini che continuano ad oggi ad essere obbligati a fare i loro bisogni corporali lungo la strada per la mancanza di qualsiasi realtà igienica nelle loro misere case o anche solo di qualche latrina pubblica nei loro villaggi, rende chiaro quanto di immenso ci sia ancora da fare e quanto lungo sia il percorso da seguire per riuscire ad aiutare questi nostri sfortunati fratelli; noi con tutto il nostro entusiasmo, la nostra determinazione e l’aiuto di tutti quelli che ci seguano continueremo nella nostra strada di aiuto nei confronti di coloro che hanno tanto ma tanto meno di noi. Un ringraziamento alla nostra cara Sr Jain e a tutte le Suore Indiane, che con il loro affetto e loro dedizione, ci hanno fatto sentire come a casa nostra risollevandoci ogni qualvolta avevamo un po’ di cedimento. Un grazie sincero a tutti coloro che dall’Italia, con la generosità che contraddistingue chi opera per il bene spinto dai migliori sentimenti, hanno permesso la realizzazione di questa nuova missione di H.H.P.P. Scusandomi per il personale, non posso fare a meno di ringraziare ufficialmente dal più profondo del mio cuore, la mia Beatrice, che mi “sopporta” e in maniera incredibile mi supporta in questo mio sogno. Penso che il modo più giusto per concludere ufficialmente questa missione a Thullur nello Stato Indiano di Andhra Pradesh, sia una frase di questi giorni, che secondo tutti noi racchiude lo spirito di questa nostra comune Associazione: “… PERCHE’ NON SIAMO ASSOLUTAMENTE SOLO CHIACCHERE E DISTINTIVI “