Obiettivi:
Visite mediche, vaccinazioni, distribuzione beni di prima necessità, verifica e controllo delle adozioni a distanza.
Partecipanti:
Medici: Dr. Giorgio Martini (broncopneumologo) - D.ssa Gabriella Ravalli (pediatra) - Dr. Massimo Lupi (pediatra)
Volontaria: Francesca Bellugi
Sabato 19 Maggio 2007
Dopo intense giornate trascorse nelle ricerca di quello che fosse più utile in missione e dopo altrettanto intense e laboriose serate durante le quali i volontari hanno messo tutto il loro impegno a far entrare in 10 valigie tutto quanto avevano pensato potesse essere necessario per i prossimi giorni e più o meno velatamente era stato richiesto dalle Suore di Salvador, la seconda missione operativa in terra Brasiliana ha formalmente inizio . Sono le 2 del pomeriggio quando il solito instancabile ed impareggiabile Emiliano suona il campanello della porta di casa del Dr George ; alla guida del mezzo attrezzato della Pubblica Assistenza di Borgo a Buggiano, che anche in questa occasione ci è stata vicina per il trasporto dei nostri bagagli, accompagnerà ancora una volta i volontari all’aeroporto di Fiumucino da dove l’indomani mattina prenderanno il volo verso Salvador de Bahia. Fanno parte di questa nuova avventura di H.H.P.P. due Medici “ Veterani “ , la Pediatra Gabriella Ravalli e il Dr George Martini , affiancati da due giovani forze , la volontaria Francesca Bellugi di Grosseto e il Pediatra Dr Massimo Lupi di Prato. Le lacrime dei nostri cari accompagnano la partenza dalle nostre abitazioni, ma siamo certi che questo momento di nostalgia che immancabilmente è presente al momento della separazione, sarà ripagato al mille per uno dalla gioia che rivivremo tutti insieme al nostro ritorno quando, riabbracciando chi così profondamente ci vuole bene e con tutto il suo amore ci “asseconda” nella nostra avventura umanitaria, e dai risultati che il nostro lavoro nei giorni di permanenza in Brasile avrà conseguito. Fermata tecnica a Firenze per imbarcare il Dr. Massimo, ad Arezzo per fare lo stesso con la Dr.ssa Gabriella e via verso Roma, dove arriviamo in un caldo pomeriggio semi estivo . Qui troviamo la nostra nuova amica Francesca e dopo le formalità alberghiere, dopo il consueto stupore dell’addetto al deposito bagagli nel vedere le nostre 10 grandissime valigie al seguito, consumata una frugale cena al self service dell’aeroporto, ci tuffiamo letteralmente nei nostri letti, consapevoli che l’indomani mattina la sveglia suonerà implacabile alle ore 4 e che nessuno di noi avrà la voglia di restare a poltrire sotto le lenzuola. Con la gioia nel cuore di chi sa di essere atteso da tanti diseredati ai quali porterà un piccolo ma essenziale aiuto, ci addormentiamo colmi di serenità.
Domenica 20 Maggio 2007
Ma come sono precise le sveglie degli alberghi! Non un secondo dopo le 4 del mattino i nostri volontari sono stati interrotti nei propri personali sogni e, veloci come levrieri hanno preparato tutto il necessario per la partenza. Replay del sentimento di stupore del nuovo addetto dell’albergo che ci ha accompagnato materialmente al terminal nel vedere tutti i nostri bagagli , disbrigo rapido di tutte le formalità aeroportuali ed in perfetto orario l’aereo della TAP Air-Portugal si libra nell’aria : la nostra nuova avventura umanitaria è realmente iniziata ! Dopo circa 11 ore di volo arriviamo in un inizio di pomeriggio condito di un caldo per noi occidentali soffocante, a Salvador de Bahia ; qui ci accolgono le Suore Francescane con il calore tipico della popolazione locale misto al sentimento fraterno e riconoscente caratteristico del religioso. La parte finale del pomeriggio è stata impiegata alla sistemazione delle medicine ordinate nell’allestimento della farmacia improvvisata suddividendole per tipo e specialità . Francesca ha sistemato i giochi portati dall’Italia che distribuirà ai bambini che si presenteranno alle visite mediche. Le Suore ci hanno preannunciato che oggi domenica alla Santa Messa il parroco di Amaralina ha già diffuso la notizia del nostro arrivo suscitando sentimenti di gioia fra gli astanti. Domani mattina sveglia programmata abbastanza presto per andare al Supermercato per acquistare dentifrici e spazzolini da denti per i nostri piccoli pazienti in attesa di iniziare le visite mediche al pomeriggio. Nonostante la stanchezza del viaggio e la certezza delle difficoltà che incontreranno nei giorni futuri durante la missione, nel loro cuore pulsa sempre più la voglia di cominciare !
Lunedì 21 Maggio 2007
Cari amici e sostenitori di H.H.P.P. la giornata di oggi è iniziata alle 7 del mattino, con una passeggiata lungo il mare della componente femminile della missione, mentre gli “uomini” poltrivano pesantemente nei propri letti. Dopo la colazione, abbiamo terminato l‘organizzazione materiale degli ambulatori e della farmacia nella Casa Belem, per poi recarci al supermercato dove abbiamo acquistato oltre 300 spazzolini da denti ed altrettanti dentifrici destinati ai piccoli che visiteremo nei giorni prossimi. Anche se non proprio rispondenti ai dettami sanitari, le compere si sono indirizzate anche verso caramelle dei tipi più vari e “chicchi” in genere per regalare un attimo di “dolce” gioia ai nostri affezionati bimbi. Gli alunni erano già tutti in classe e non abbiamo saputo trattenerci dal desiderio di rivederli immediatamente senza aspettare l’indomani; è stato un tripudio di baci, abbracci “bahiani” e sorrisi per tutti noi comprese le nuove leve, tanto che a fatica abbiamo saputo trattenere gioiose lacrime italiane. Al ritorno dagli acquisti abbiamo incontrato i bambini che uscivano da scuola ed è stato un nuovo scambio di affetto. Nel pomeriggio abbiamo iniziato le nostre visite mediche e subito si sono presentati dei casi particolari quali una anziana donna con un diabete non conosciuto con valori di glicemia alle stelle, una giovane mamma di 24 anni con una sospetta pancreatite da calcoli della colecisti e vari bambini con infezioni respiratorie. Nonostante che le nostre postazioni di visita siano suddivise in 2 pediatriche ed 1 per gli adulti , il Dr Massimo non si è sottratto dall’effettuazione di una visita ad una giovane bahiana che ha ricambiato il favore della visita con grandi “innocenti” sorrisi. Terminate le visite ci siamo tuffati per un’oretta circa nella vita reale di Salvador, avventurandoci da soli per le strade brasiliane alla guida del Fiat Doblò delle Suore, per l’occasione guidato dallo spericolato Dr George, lasciando Casa Belem in una ragionevole preoccupazione. La presenza di pochi turisti nella piazza centrale del Pelorino l’ha resa ai nostri occhi ancora più magica, così come addentrandoci nei vicoli del centro storico siamo stati ammaliati da ogni suono, ogni voce, ogni rumore più o meno melodioso ma sempre molto ritmico. Probabilmente in questa parte di Brasile avvengono ogni giorno dei miracoli… Oggi ne abbiamo visto uno che si ripete quotidianamente: le casupole delle favelas stanno in piedi per miracolo, sfidando le leggi della fisica tradizionale, grazie alla gioia di vivere comunque e sempre presente negli animi di queste persone.
Martedì 22 Maggio 2007
All’appuntamento mattutino delle 7 per una passeggiata lungo il mare di Salvador hanno risposto Francesca,Gabriella e il Dr George, mentre il Dr Massimo è rimasto a riposarsi nel suo comodo letto. Spettacolo entusiasmante con i colori del mattino che facevano breccia fra l’umidità che saliva dal mare, giovani aitanti brasiliani impegnati già a quell’ora in partite di pallone, pescatori al ritorno dal lavoro notturno con le loro prede nelle reti, e noi pallidi occidentali a respirare a pieni polmoni il sapore intenso del mare. Colazione alle ore 8, in tempo per essere presenti all’arrivo a scuola degli studenti. e poi via a dare inizio alle visite mediche. Tra i casi particolari segnaliamo una famiglia intera, madre e 2 figli, affetta da scabbia; numerosi casi di micosi cutanea,impetigine e infezioni respiratorie, dolori artrosici nei soggetti più anziani, allergie cutanee e respiratorie ed infine, ma non ultima anzi ai primi posti per affetto nel nostro cuore, si è presentata Antonia Dos Santos Diana: vi ricordate di quella signora obesa che si presentò a noi con il 2° dito della mano destra completamente macerato da una fasciatura che non toglieva da qualche mese ? Non ci crederete, ma quel dito è ancor oggi presente con la sua bella e completa fasciatura tale da essere rosso come la cute bruciata dal sole. Persa ogni speranza di convincerla a lasciare scoperta la parte dolorante, abbiamo provveduto ad una accurata medicazione, riposizionando una leggera fasciatura. Contenta lei del nostro operato, e consapevoli noi, nel nostro agire professionale che tutto ciò rappresenti solo un espediente per essere protagonista di una realtà di vita che non la considera assolutamente, ci ha salutato affettuosamente. Siamo certi che nei giorni prossimi tornerà a trovarci. Una donna di circa 30 anni, madre di 3 bambini con un recente aborto spontaneo al 6° mese, presentava dolori addominali e perdite di sangue uterine pur essendo già trascorsi 20 giorni dall’evento. Ha raccontato piangendo la sua triste storia: il marito in prigione da 6 anni, tre figli da mantenere e lei costretta quotidianamente a prostituirsi . Durante la visita , approfittando della secrezione lattea legata all’ultima gravidanza, cercava di sfamare allattando la piccola di 2 anni. Il latte materno, alimento completo e gratuito, è in questo caso l’unico mezzo disponibile per la sopravvivenza della piccina. Le abbiamo assicurato una visita ginecologica ed una ecografia pelvica al più presto. Di questi tragici casi, molti se ne sono presentati alla nostra osservazione: droga, carcere, prostituzione come una fonte di sussistenza, sono problemi reali all’ordine del giorno in questa parte di mondo e ciò rafforza ancora più in noi la volontà del nostro operato umanitario. Terminato l’ambulatorio, in attesa della funzione religiosa della distribuzione del pane di San Antonio per i poveri, un attimo di suspance ha attraversato la realtà dei volontari di H.H.P.P.: il Dr Massimo era circa 1 ora che non dava più sue notizie e se ne erano perse le tracce in casa e nei dintorni. Varie ipotesi sono state formulate dagli astanti, delle quali per riservatezza non riveliamo la natura !!! Le ricerche delle Suore e di noi tutti sono state a lungo infruttuose ed essendosi avvicinato il momento della cerimonia religiosa, ci siamo diretti verso la Parrocchia, in attesa di un miracolo. Non ci crederete ma una volta entrati in Chiesa, ecco che sulla soglia è apparso in tutto il suo splendore di sudore, in maglietta bianca e pantaloncini corti blue Massimo, il quale, spinto da un desiderio meditativo, si era messo a camminare sulla spiaggia per ben due ore, fino a raggiungere il noto Cristo di Bahia nella località di Barra. Con il cuore al momento sollevato dall’angoscia, abbiamo assistito alla Santa Messa dei poveri, con i consueti canti, balli e partecipazione attiva da parti di tutti i fedeli presenti. Quando al termine della cerimonia è arrivato il momento della distribuzione del pane di povertà e della zuppa di verdure e fagioli raccolti nella parrocchia e settimanalmente distribuito fra i più bisognosi, la nostra angoscia ha raggiunto il culmine : un centinaio di poveri hanno formato una fila silenziosa e paziente per ricevere questo essenziale aiuto per la propria vita. Purtroppo il pane è terminato prima dei poveri, ed il vedere giovani madri gravide con in collo piccoli bambini ed anziani tristi e disperati per non essere arrivati in tempo, ci ha fatto riflettere sulle immense ingiustizie del mondo e su quanto noi, ingrati che abbiamo tutto, sprechiamo lamentandoci di ogni cosa . E mentre in cielo le stelle stanno comunque sempre a guardare, i volontari di H.H.P.P. si sono sentiti ancora più investiti del loro ruolo di missionari.
Mercoledì 23 Maggio 2007
Dopo la consueta passeggiata mattutina, che come al solito ha sofferto la mancanza del Dr Massimo, è iniziata l’attività umanitaria del gruppo: il lavoro oggi davvero non è mancato. Durante tutte le ore dedicate all’ambulatorio, i locali della scuola Belem sono stati sovraffollati da un afflusso continuo di persone di tutte le età alle quali, senza distinzione, il gruppo H.H.P.P. ha risposto con pazienza, sollecitudine e competenza. Fra innumerevoli parassitosi intestinali e infezioni cutanee meritano di essere evidenziati alcuni casi particolari : una ragazza di circa 25 anni con una malformazione congenita alle dita della mano dx ed una signora di circa 60 anni che si è presentata su di una carrozzina ortopedica, essendo impossibilitata a qualsiasi movimento degli arti inferiori e superiori a causa di una completa forma di nanismo acondroplasico. Tra i bambini visitati, meritano menzione un piccolo di 18 mesi di età affetto da broncopolmonite che abbiamo immediatamente iniziato a curare con una dose di Antibiotico intramuscolare portato dall’Italia. Erano vari giorni che il bimbo stava male e non mangiava niente ed aveva la febbre; domani ricontrolleremo il risultato della terapia. Un altro bambino che ha destato le nostre preoccupazioni è stato Luan, 11 mesi di età, che presentava torpore e inizialmente una completa mancanza di reazione agli stimoli più vari. Alla successiva approfondita visita il bambino presentava gravi segni di disidratazione associati a infezione delle alte vie respiratorie e diarrea. Anche a lui somministrazione di antibiotico per via intramuscolare e soluzioni reidratanti a piene dosi. Aspettiamo con fiducia il suo ritorno domani per valutarne le condizioni. Ultimo, ma non meno importante, un piccolo di circa 1 anno dallo strabiliante peso corporeo di 6 Kg !!! La Suora ci ha evidenziato la solita situazione tragica familiare: padre in galera, tanti figli e tanta fame quotidiana. I Pediatri in pieno accordo hanno somministrato importanti dosi di complessi polivitaminici ed integratori, pur sapendo di non risolvere a pieno la situazione. Al termine della giornata, anziché dedicarci a recuperare un po’ di energia sui nostri letti, siamo usciti da Casa Belem per andare ad Amaralina ad acquistare le tante medicine mancanti, dal momento che le innumerevoli confezioni di farmaci portate dall’Italia stanno inesorabilmente terminando. Fra lo stupore dell’addetto alla Farmacia di Santa Ana, siamo usciti dalla stessa con tre maxisacchetti stracolmi di farmaci ultranecessari per l’attività dell’indomani. Purtroppo i farmaci in Brasile hanno circa lo stesso prezzo di quelli Italiani, per cui il loro acquisto è stato possibile solo grazie alla solidarietà ed al sostegno economico dei tanti benefattori di H.H.P.P. La serata ha al ritorno assunto una piega del tutto inaspettata: erano le ore 20 trascorse da qualche minuto ed il cielo era scuro come alla nostra mezzanotte, quando il caldo umido e lo spettacolo delle fresche onde dell’oceano, hanno spinto un intrepido volontario dell’Associazione a gettarsi d’impulso in tanta meraviglia, regalando ai presenti, italiani e brasiliani, un momento di sana e pura follia. Chi poteva essere l’intrepido tuffatore oceanico ? Ma certamente solo ed esclusivamente l’atletico, eclettico ed imprevedibile Dr Massimo !!! E se ieri le stelle stavano a guardare, oggi … si nascondevano per pudore !!!
Giovedì 24 Maggio 2007
Anche oggi a Casa Belem sono accorsi numerosi i pazienti bisognosi di cure. Sono stati così tanti che le scorte di medicinali si sono esaurite, ed è difficile ricordare esattamente i volti di ognuno. Alcuni di loro però, a causa delle tragiche problematiche presentate, rimarranno nella nostra memoria per sempre, e qui di seguito proveremo a descrivere alcuni casi significativi. Il più toccante di tutti Mario, fratello del piccolo Luan di cui ieri abbiamo parlato, è un bambino di circa 9 anni con i segni di un importante ritardo fisico e mentale, sicuramente affetto da sindrome congenita su cui si sovrappongono i segni di una grave carenza nutrizionale. Date le condizioni di grave indigenza della famiglia, i 2 piccoli sono stati subito inseriti nel progetto Jeevan di adozioni a distanza nella speranza che due famiglie siano immediatamente disponibili per il loro sostegno. Anche oggi sono stati numerosi i casi di importanti patologie cutanee : forme di scabbia complicate da infezioni batteriche, estese infezioni da funghi su gran parte del corpo, ed altre forme miste non meno gravi e anche più estese. Tanti anziani che si sono lamentati dei loro dolori artrosici, molti pazienti anemici ed iponutriti. Un numero considerevole di bambini ed adulti ai quali prontamente abbiamo somministrato la cura adeguata ( “remedio” in brasiliano ) si sono presentati alla nostra osservazione con forme di parassitosi intestinali ( i vermi ). Fortunatamente il nostro morale si è sollevato per la constatazione che i bambini “critici” del giorno precedente sono risultati tutti decisamente migliorati grazie alle nostre cure che saranno proseguite nei prossimi giorni. Dal lato Farmacia, la nostra Francesca, pur non essendo una specialista del settore, riesce ogni momento a districarsi egregiamente fra gocce, pasticche e bustine, fornendo ad ogni paziente la spiegazione più giusta per ogni prescrizione. Dal momento che alla fine della giornata lavorativa ci siamo accorti che gran parte dei medicinali più utili erano terminati, abbiamo fatto il solito “saccheggio” della farmacia di un grande magazzino, spendendo una notevole cifra di denaro. Al ritorno ci attendeva la solita cena preparata con tanto amore e maestria dalla Suora Cuciniera Sr Beena . Ogni giorno mangiamo insieme alle Suore e dormiamo nella loro casa. Lo stesso edificio che accoglie anche una scuola dove gratuitamente studiano 180 bambini poveri che ricevono istruzione e cibo, dal momento che oltre che allo studio, le Suore provvedono anche a fornire la colazione del mattino e il pranzo del giorno con i soldi delle donazioni. Le Suore sono molto preziose per il nostro lavoro, risultando essenziali per la traduzione del nostro pessimo portoghese-toscano in un ottimo brasiliano. Alla fine della giornata, dopo aver materialmente sudato le fatidiche sette camicie, stanchi ma soddisfatti dell’opera quotidiana svolta, riflettiamo che “ non è importante la grandezza dell’impresa ma la forza del coraggio “.
Venerdì 25 Maggio 2007
Stamani appena alzata Gabriella, la più sollecita almeno oggi nello scendere dal letto brasiliano, si è trovata a vivere la realtà dell’ingresso dei 180 bambini a Escola Casa Belem; baci e abbracci bahiani per tutti e da tutti fino all’arrivo delle maestre, quando ognuna di esse ha raccolto i propri alunni per entrare nelle rispettive aule. Dopo aver fatto colazione a base di banane fritte, dolce ciambellone e frutta varia, tutti di corsa a suddividere le medicine comprate ieri sera e a dare il via all’attività dell’ambulatorio, dal momento che già molte persone erano in attesa. L’ambulatorio anche quest’anno si svolge nell’aula di danza della scuola e la farmacia è stata organizzata in una stanza contigua, il che ci consente molta praticità operativa. Tra i pazienti di oggi veramente tanti bambini di tutte le età e con una varietà di patologie estrema; numerosissimi sono stati i casi di scabbia, impetigine e parassitosi intestinali che hanno, anche oggi, messo a dura prova la fornitura della nostra farmacia. Si sono presentati 3 lattanti: uno di questi, nato prematuro, ha evidenziato importanti segni di sofferenza cerebrale, quasi sicuramente legati a mancanza di ossigeno al momento del parto. Data la giovane età della madre e del padre, rispettivamente di 16 e 17 anni, e le loro precarie condizioni economiche, si è trattato di una caso che ci ha fatto riflettere sull’impotenza reale che ci coinvolge in certe situazioni obiettivamente tragiche. Numerosi casi di bronchite asmatica più o meno gravi sono stati prontamente curati dai nostri Pediatri mentre il Dr George si è preso cura delle patologie dei pazienti più attempati; fra questi, una cronica ulcera venosa ad un piede di una signora che si è prontamente risolta dopo una medicazione con sua grande gioia. Un caso emblematico necessiterà di un impegno più gravoso soprattutto da un punto di vista economico: la Signora Urani Santos De Carvalho di anni 49 di età, ma di 70 di aspetto, soffre da molto tempo di una gravissima forma di varicosità venosa insufficiente agli arti inferiori che richiederà come terapia solo ed esclusivamente una soluzione chirurgica. Come potrà sopportare da un punto di vista economico tutto ciò, dal momento che vive in Santa Cruz, una della favelas più povere di Salvador Bahia, con 8 figli, numerosi nipoti, in una casa di sole due stanze e con nessuno che ha un lavoro stabile? Immediatamente ci siamo impegnati come H.H.P.P., una volta che sapremo il prezzo dell’intervento, a sostenere in qualche modo la spesa necessaria. A fine giornata si è scatenato in questo angolo di paradiso un temporale equatoriale che ha divelto la finestra della camera del povero Dr George ( che stanotte farà più di una sauna non avendo aperture disponibili per far entrare un po’ di aria) e che fa piegare in due le palme sul mare che ammiriamo dalla nostra casa. Speriamo che questo forte vento oceanico che porta via tutto quello che trova sulla sua strada…porti via un po’ della povertà di tutta questa gente.
Sabato 26 Maggio 2007
Al nostro risveglio un nubifragio si abbatteva su Salvador Bahia, e ciò ha comportato una diminuzione nell’afflusso dei pazienti al nostro ambulatorio improvvisato, dal momento che le strade erano diventate dei veri e propri fiumi e gli abitanti delle favelas, spostandosi ovviamente solo a piedi e percorrendo vari chilometri per raggiungere Casa Belem, hanno avuto molte difficoltà per raggiungerci. Questa situazione atmosferica si è protratta per tutto il giorno; ne abbiamo approfittato per svolgere in modo meno incalzante il nostro lavoro, approfondendo i casi che anche oggi si sono presentati alla nostra osservazione. Fra questi ricordiamo un bambino di 2 anni affetto da una sindrome genetica non ben precisata, con un evidente soffio cardiaco, assenza di linguaggio ma con una espressione del volto molto comunicativa. E’ tornato a controllo il bambino affetto da rilevante bronchite asmatica il quale, dopo le terapie quotidiane somministrate nei giorni scorsi, ha finalmente iniziato a migliorare per la soddisfazione di tutti noi e per la gioia della mamma. La mattinata tranquilla è stata l’occasione per effettuare una foto ricordo di tutto il gruppo H.H.P.P. con una tipica famiglia brasiliana. Dopo aver fatto l’inventario delle medicine rimaste e programmato l’acquisto di quelle mancanti, siamo andati tutti a pranzo con le nostre Sorelle. Nel primo pomeriggio siamo andati al Mercato Modelo per fare acquisti tipici da vendere nei mercatini di beneficienza dell’Associazione, e così ci siamo immersi nella variopinta e caotica realtà quotidiana brasiliana. Di ritorno verso casa, ci siamo indirizzati verso un grande centro commerciale dove una Farmacia molto fornita ci ha dato la possibilità di rimpinguare le scorte dei medicinali che giornalmente si esauriscono. Terminati gli acquisti ci siamo fermati alla Chiesa Parrocchiale di Amaralina dove il Vescovo, che stava celebrando la Messa per le cresime, ci ha dedicato un elogio pubblico in un perfetto italiano, invitando i presenti ad un caloroso applauso per ciò che stiamo facendo da giorni per questi poveri. Appagati da un simile riconoscimento e cominciando ad accusare segni evidenti di stanchezza , i FANTASTICI QUATTRO si dedicano al meritato riposo.
Domenica 27 Maggio 2007
Sveglia alle ore 7 , colazione alle ore 7,15 per Gabriella e il Dr George che si sono avviati in parrocchia per la Messa di Pentecoste insieme alle Suore. I due “giovani” del gruppo, molto stanchi dal lavoro dei giorni precedenti, sono rimasti a letto a dormire. La Messa della domenica è durata la bellezza di 2 ore e mezzo, ma non c’è stato certo il tempo per annoiarsi: abbiamo vissuto l’esperienza di una cerimonia religiosa completamente compartecipata dagli astanti con canti, musica e allegria, quasi uno spettacolo. Anche nell’occasione della preghiera, lo spirito bahiano ha il sopravvento e tutto diventa un momento di gioia sincera. Al termine della Messa Padre Josè Carlos ci ha invitati all’altare ed insieme ad altri fedeli ci ha consegnato un cero acceso perché rappresenti la luce che dobbiamo portare con noi nei nostri viaggi umanitari. Nel frattempo i “giovani” si sono svegliati, hanno fatto colazione e, avendo trovato incredibilmente le chiavi delle varie porte di Casa Belem disponibili sulla tavola, hanno fatto una fuga amichevole lungo la spiaggia; dopo varie centinaia di metri avendo in mano i rispettivi cellulari per avvisare della loro uscita da Casa Belem, hanno così prepotentemente attirato l’attenzione di un “simpatico” abitante locale che, in un primo momento avvicinatosi con la scusa di chiedere del denaro, subito dopo si è mostrato molto minaccioso pretendendo l’immediata consegna dei due cellulari. Lo spavento è stato così forte che i ragazzi hanno ceduto alla intimidazione e sono tornati verso casa senza i preziosi mezzi di comunicazione. Segreto completo mantenuto con le Suore, per non spaventarle e la giornata è proseguita con le nostre regolari attività. Questa brutta esperienza vissuta, ci serve per ricordare a tutti voi che leggete questo diario, di quanto pericolosa sia la realtà quotidiana della vita di Salvador Bahia, dal momento che pullula di individui disperati e pronti a tutto pur di sopravvivere. Pranzo ufficiale con tutte le Suore ed il Padre Jurassy, Direttore della Scuola Belem, e nel pomeriggio ci siamo dedicati all’aggiornamento delle schede dei bambini adottati a distanza, con foto e notizie di ciascuno, avendoli invitati per oggi. Domani riprende l’attività sanitaria e andremo a visitare delle famiglie veramente povere nelle favelas di Amaralina e Valle de Pedrinos. I vostri 4 volontari, sempre più “ FANTASTICI “ sempre più stanchi ma anche sempre più contenti di esserci, vi augurano una buona notte e vi danno l’appuntamento a domani.
Lunedì 28 Maggio 2007
Stamani attività di ambulatorio, dove abbiamo ricontrollato pazienti adulti e pediatrici affetti da malattie importanti e che abbiamo fatto tornare per verificare il risultato delle nostre cure. Oltre a questi, ci sono stati nuovi casi di scabbia, funghi della pelle, denutrizione, artrosi, broncopolmonite in bambini ed il controllo del “ FAMOSO DITO “ della altrettanto famosa Antonia. Terminata l’attività ambulatoriale e il solito pranzo preparato con tutta l’attenzione possibile delle nostre amiche Suore, il pomeriggio è stato dedicato, come da programma, alla visita delle favelas di Amaralina, Nordeste, Valle das Pedrinas. Dal momento che tutti i lunedì pomeriggio le Suore Francescane effettuano la visita delle famiglie più bisognose delle varie favelas di Salvador Bahia, quest’oggi le abbiamo accompagnate noi. Soprattutto nei due giovani nuovi volontari, alla prima esperienza di conoscenza di una realtà tanto crudele e disumana, ma anche agli “esperti” del gruppo, la visione di tale degrado umano e materiale ha letteralmente sconvolto le coscienze. Tutto ciò che nella nostra realtà occidentale è scontato, raggiungibile e “normale”, in questa parte di mondo è una conquista giornaliera ed il più delle volte un sogno irraggiungibile: migliaia di baracche ammassate l’una sull’altra, decadenti, maleodoranti, prive di tetti e di adeguati spazi vitali, immerse in una mare di dilagante immondizia; straduncole animate da grappoli di ragazzini scalzi, sporchi e malvestiti ed adulti intenti a fare niente in attesa del calare del sole. Ciò che maggiormente ha colpito la nostra attenzione è stato il riscontrare l’estremo contrasto fra l’immagine che grandi e piccini avevano dato di sé, con il loro aspetto ben curato, durante le visite nel nostro improvvisato ambulatorio, e le reali condizioni nella loro vita quotidiana. Visitando l’interno di alcune casupole, abbiamo potuto notare come la convivenza di più di 10 persone in un unico ambiente di circa 3 x 3 metri sia la regola, senza il benché minimo rispetto delle più elementari norme igieniche e sanitarie. Ad esempio visitando la “casa” della famiglia di Andrei, abbiamo trovato in una terrazza al 3° piano di un ambiente fatiscente, un’ unica stanza di 6 metri quadri utile per far riposare la bellezza di 11 persone, con un solo letto, un fornello, poche sudicie stoviglie, 2 contenitori lerci per l’acqua, e… perfino una gabbia con 2 pappagallini gialli. Sul terrazzo non poteva mancare un “cane da guardia” anche lui ovviamente denutrito come tutti gli abitanti e legato con uno stretto filo di ferro rugginoso al collo. Usciti sconvolti da tale “spettacolo” ci siamo indirizzati, sempre affiancati per necessaria sicurezza dalle Suore, verso la casa di Reginaldo , il giovane epilettico che già abbiamo conosciuto nel nostro primo viaggio in Brasile ed al quale portiamo annualmente le medicine necessarie per la sua malattia. Qui, fortunatamente, la sorpresa è stata positiva perché, anche se non si puo’ dire che in casa regnassero ordine e pulizia, la casa era stata intonacata sia all’esterno che all’interno rendendo il suo aspetto accettabile. L’impatto emotivo con una tale realtà che si è mostrata ai nostri occhi in tutta la sua crudezza, è stato veramente forte per tutti noi: pur con la consapevolezza della natura fortemente istintiva del popolo brasiliano che lo porta a vivere con balli e canti il momento presente senza minimamente prendersi cura del domani e della responsabilità nei confronti dei piccoli, il nostro sentimento umanitario ne è uscito fortemente rafforzato nella convinzione di dover fare qualcosa soprattutto per questi bambini abbandonati a sé stessi.
Martedì 29 Maggio 2007
Stamani sveglia molto presto perchè alle 7,30 siamo partiti alla volta di Candeias, la cittadina a 60 Km da Salvador, per visitare la Scuola locale delle nostre Suore, i bambini adottati a distanza ed aggiornare le loro schede con foto e notizie per i genitori italiani. Superato il caotico traffico della capitale, siamo arrivati a destinazione in tempo utile per tutte le nostre attività. Abbiamo trovato i bambini in discrete condizioni di salute e approntato nuove adozioni di casi particolarmente bisognosi. Visita alla locale favelas di Boca de Logo, sprofondata in una gola ai piedi della città, malamente raggiungibile con l’auto, ed abitata da circa 300 disgraziati che ci hanno accolto con indifferenza ma ci hanno permesso di visitare le loro povere abitazioni. Il caldo e la stanchezza che di giorno in giorno cresce in modo esponenziale ci hanno accompagnato per tutta la giornata. Di ritorno verso Salvador, abbiamo goduto del solito “spettacolo” delle migliaia di baracche abbarbicate lungo le colline in cui cominciavano ad accendersi le tremuli luci della notte, pensando che dietro ad ognuna di esse ci sono comunque le speranze di tanti diseredati.
Mercoledì 30 maggio 2007
Già dalle ore 7 del mattino è iniziato l’afflusso dei nostri pazienti che nella giornata di oggi vedevano l’ultima possibilità di farsi visitare dai medici italiani gratuitamente con la consegna altrettanto gratuita delle medicine necessarie. Lungo la strada davanti all’ingresso della Scuola di Casa Belem la fila era lunghissima e si è mantenuta tale anche nelle ore più calde ed afose della giornata. Durante tutto il giorno, se si escludono i due brevi momenti della colazione e del pranzo, il tempo è stato integralmente dedicato alle visite dei pazienti adulti e bambini. Nonostante la fatica crescente dei volontari, alle fine della giornata sono state soddisfatte tutte le richieste di prime visite e di controlli, e nessuno è tornato a casa non visitato. Anche oggi patologie le più varie si sono ripetute ai nostri occhi ed abbiamo notato la voglia comunque di farsi consegnare “almeno” qualche vitamina, da chi non aveva necessità sanitarie impellenti. Verso le 15 abbiamo consegnato alle famiglie dei bambini adottati a distanza la “cesta basica”, la tradizionale scorta di viveri che la nostra Associazione fornisce regolarmente 2 volte al mese a bambini ed adulti. La nostra presenza ha fornito a tutti l’occasione di avere una volta di più in questi ultimi 30 giorni un insieme di 3 Kg di fagioli e pasta, 1 lt di olio di oliva, 1 Kg di farina, riso, pasta,cuscus, 2 etti di margarina, 250 g di caffè, 1 Kg sale, 1 pacco di biscotti, l’essenziale per sopravvivere in questa parte di mondo. Terminate le visite, tutti alle Messa nella Chiesa Parrocchiale di Amaralina, dove il Parroco ha avuto l’occasione di ringraziarci ufficialmente di nuovo per la nostra attività, per augurarci un buon viaggio di ritorno ed invitarci a tornare quanto prima. Abbracci bahiani per tutti da tutti gli astanti per i quali i nostri volti pallidi sono divenuti molto familiari in questi giorni. Ritorno a Casa Belem dove Sr Beena ci ha fatto trovare l’immancabile squisita pizza pronta sulla tavola per la nostra cena. Come resoconto della 3° Missione in terra brasiliana, contiamo 776 visite mediche a bambini ed adulti, la distribuzione di un numero incredibile di confezioni di medicinali portati dall’Italia e comprati direttamente in loco, l’effettuazione di esami di laboratorio, ecografie e viste specialistiche, il tutto sempre completamente gratuito per tutti coloro che si sono rivolti a noi. Nonostante la grande stanchezza fisica di questi giorni, il nostro cuore vibra appassionatamente per tutta la gioia che i poveri delle favelas ci hanno regalato dandoci la possibilità di aiutarli. Ma come diceva Sant’Agostino “ anche se tu hai fatto una lunga camminata, hai sempre una strada da percorrere “.
Giovedì 31 Maggio 2007
Se durante l’intera giornata di ieri il cielo era stato di un turchese splendente ed il mare con le sue calme onde bagnava stancamente la sabbia di Salvador, le prime ore del mattino si sono annunciate con un vento di tempesta che ululava tra le finestre di Casa Belem, un cielo plumbeo incombente su di noi ma soprattutto sulle favelas e la pioggia battente su questa zona del Brasile. Il nostro pensiero è subito corso alla casupola di Andrei e a tutte quelle specie di abitazioni che, a cose normali, abbiamo già detto che stanno in piedi per vero miracolo; cosa succederà ora con questo vento devastante e questa pioggia battente ? Ci immaginiamo tutti quei poveri bambini nelle baracche inondate di acqua, con le povere suppellettili che galleggiano e volano in ogni dove a causa del vento. Ecco comunque giungere l’ora di alzarci per preparare le nostre valigie per il ritorno. Facciamo la nostra colazione che mai come oggi Sr Beena ci ha preparato in modo accurato e con tante “ love letters “ tutte per noi, ci godiamo uno spettacolo di canti e balli eseguito dagli alunni di Escola Casa Belem al gran completo, sciogliamo il nostro cuore quando tutti i bambini ci salutano uno per uno con baci e abbracci regalandoci un disegno, un pensierino, un grande sorriso con due occhioni pieni d’amore, ci facciamo coccolare dalle Suore durante il pranzo e … poi via con le nostre otto valigie piene di tanta nostalgia verso l’aeroporto di Salvador Bahia, da dove in orario partiamo verso il ritorno alle nostre case. Ci aspettano circa 24 ore di viaggio prima di riabbracciare i nostri cari e tanti sono i pensieri che affollano la mente dei volontari di H.H.P.P. che stanno tornando a casa dopo queste giornate così intense.
Eccone qui di seguito alcuni.
GABRIELLA: Seconda missione in Brasile per me: ogni esperienza e’ una scoperta nuova. Questo viaggio e’ stato fonte di forti emozioni,ma anche di profonde riflessioni. Lo scorso anno avevo tutto da scoprire e dentro di me anche la paura di mettermi alla prova; questa volta ho assaporato ogni istante,godendo in ogni momento del rapporto umano che si stabilisce con questa povera gente. Per qualche giorno mi sono sentita “quasi a casa “ in questo angolo di mondo, in mezzo a volti noti e abbracci nuovi delle persone che vivono nelle baracche di Amaralina la loro difficile realtà quotidiana. Ho lavorato con tutto il mio impegno ed il mio amore; in qualche momento riflettendo se fosse utile aiutare questa gente che vive in uno stato istintivo, senza porsi il problema del domani, godendo la vita di ogni giorno senza responsabilità. Ma poi pensando allo spettacolo di quelle baracche semidistrutte e ai bambini scalzi in mezzo alle stradine delle favelas non ho avuto dubbi riflettendo che questo popolo e’ fatto così, ha nel sangue questa voglia di vivere. E una conferma della preziosità del nostro aiuto mi e’ venuta stamani al saluto commovente dei bambini della scuola. Questo momento meraviglioso che mi hanno regalato cantando per noi con gioia “ voi siete angeli volati qui da noi” mi ha riempito il cuore e ha dato un senso a tutto ciò che facciamo e che intendo fare ancora di più.
MASSIMO: Proverò a dare un senso a questa missione anche se non è facile tradurre su scritto le tante sensazioni che mi porto dentro. Sento che abbiamo fatto molto per tanta povera gente, ma al tempo stesso è niente per quello che realmente potrebbe e dovrebbe essere fatto. Mi consolo pensando che è meglio poco che niente. Fra le tante immagini che mi tornano in mente quelle più forti sono quelle dei bambini visti nelle favelas e le loro pazzesche condizioni igieniche e sanitarie e ti chiedi il perché di tutto questo, perché accadono queste cose…….perchè esistono. Per ora, ad oggi non riesco a darmi una risposta che mi consoli. Mi piace pensare che nella vita le cose non accadono mai a noi ma per noi…in fondo non conta quello che ci capita ma come reagiamo agli eventi, alle situazioni. Ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di fare questa bella avventura e tutti i miei compagni di viaggio.
FRANCESCA: Porto con me l’esperienza del fatto che il “bene” non ha peso né prezzo, ma solo un gran valore: anche il più piccolo tentativo di compierlo ha un preciso significato a livello personale e non cade mai nel vuoto sul resto del mondo. Porto con me la prova del fatto che la vita ha il potere di farci sentire che si può espandere fino a comprendere situazioni e persone apparentemente così distanti da noi, e la saggezza per farci capire che la sua crescita è pari a quella di un cuore gonfio d’amore: più si allarga, più l’amore cresce. Porto con me una conquista importante: il rispetto dei silenzi altrui senza il vanto di una sola pretesa o di una risposta imminente. Porto con me la certezza che si possono fare scelte diverse ma avere lo stesso spirito ed essere uniti nello stesso intento. Porto con me la coerenza che mi piace riservare a me stessa e ai miei valori come espressione della massima libertà possibile per ogni essere umano. Porto con me tanti “abbracci bahiani” regalati dai bambini della Scuola Belem. Il loro affetto, così puro e gioioso, ha saputo cancellare, in 1 solo momento, 1000 forme diverse di disagio. Porto con me il valore della gratitudine nei confronti della vita che ancora una volta (non è mai così scontato!) ha saputo coinvolgermi e appassionarmi nell’incontro con l’altro al di là delle reciproche differenze e risollevarmi quando più ne avevo bisogno per mostrarmi, ancora una volta, che “nell’oscurità solo e nel dolore nasce il dolce frutto. Eppure, se matura, nessuna sofferenza o pena fu vana”.
Dr. GEORGE: Anche questa volta con l’aiuto indispensabile di nostro Signore, delle nostre amorevoli Suore Francescane di Ognissanti e dei miei impareggiabili compagni di avventura, siamo riusciti alla conclusione di questa 3° missione sanitaria-umanitaria di H.H.P.P. in Brasile. Come sempre questo è il momento per guardarsi indietro con la maggiore obiettività possibile e stilare un resoconto di questi giorni trascorsi in una terra così ricca di tantissime belle cose, ma purtroppo anche di tante, tante contraddizioni. Mille immagini si sovrappongono in questo momento nella mente e nel cuore di chi da vari anni trascorre un breve periodo della propria vita a cercare di alleviare le sofferenze degli altri; nel rincontrare gli abitanti delle favelas di Salvador dopo un anno quasi esatto dall’ultima missione di H.H.P.P., due sentimenti opposti hanno trovato spazio nel mio cuore: il desiderio estremo di dolcezza e fratellanza per tutti questi bellissimi bambini che con i loro occhini sorridenti ed i loro vestiti variopinti hanno colorato la tristezza della realtà dell’ambiente degradato brasiliano. Ma anche il sentimento umano di estremo dispiacere nel vedere gli adulti indolenti, abbandonati seduti tutto il giorno dentro e davanti alle loro misere case, a non fare niente, a non cercare di fare niente, a non sforzarsi assolutamente di cercare di darsi da fare per migliorare in qualche modo le loro misere condizioni quotidiane. Anche questa volta mi sono impegnato al limite delle mie forze per cercare di non deludere le aspettative di chi tanto di aspettava da tutti noi; spero sinceramente di esserci riuscito, l’impegno è stato sicuramente profuso al massimo, ed in questa mia impresa fortunatamente sono stato aiutato anche questa volta dai miei fantastici compagni di avventura, di nuovo strabilianti per la loro disponibilità, abnegazione ai compiti da svolgere e diligenza nei rispettivi compiti: GABRIELLA, una sicurezza professionale ed umana, un impegno sul lavoro e per l’Associazione veramente encomiabile, un’isola di sicura salvezza nel mare in tempesta delle difficoltà quotidiane della missione; FRANCESCA, la più giovane del gruppo, a mio giudizio introversa, ma molto sensibile e disponibile per tutto e con tutti; il suo costante sorriso è stato un supporto ed una grande scoperta umanitaria per l’H.H.P.P. e che mi auguro di ritrovare presto per condividere di nuovo esperienze di missione; il Dr. MASSIMO, un vulcano di idee, di azione, di reazioni, di attività, di silenzi riflessivi, di grande amore e condivisione nei confronti dei diseredati, mai si è negato per fare tutto quello che il dispotico Presidente organizzava giornalmente. Per quanto riguarda me stesso, sono veramente felice di aver portato a termine con successo anche questa nuova esperienza umanitaria targata H.H.P.P. Ringrazio con un caloroso abbraccio bahiano tutti coloro che hanno aiutato in qualunque modo noi volontari perché ciò avvenisse, ed una per tutti la mia Beatrice, insostituibile compagna della mia vita, aiuto e sprone per tutte le mie attività, e sicuro rifugio quando il cuore necessita di un calore particolare. Grazie infine a tutti voi che avete letto questo nostro quotidiano diario dalla terra di missione Brasiliana, grazie per tutto l’aiuto che avete dato ad H.H.P.P. e che ci auguriamo continuerete a dare a favore di questi poveri, perché solo così, tutti insieme, riusciremo a realizzare nel tempo il nostro comune grande SOGNO UMANITARIO DALLA VALDINIEVOLE NEL MONDO.