Obiettivi:
Visitare la popolazione del distretto di Barticesti presso il poliambulatorio “Speranta Bolnavilor”
Partecipanti:
Medici: D.ssa Gabryela, D.ssa Aryele
Volontari: Hermes Rinaldi, Elisabetta Sarti, Massimo Soriani
30 aprile
Oggi, primo giorno di lavoro, la sveglia suona alle 7.00 per poter cominciare l’attività medica alle 8.00 … ma appena scesi tre pazienti sono già ad attenderci, così, dopo una veloce colazione, il gruppo H.H.P.P. comincia la sua prima missione operativa alla “Fondatia Speranta” di Barticesti. Le due dottoresse Gabriela ed Aryele visitano i pazienti separatamente nei propri ambulatori, Massimo si divide nella duplice attività di aiuto farmacista e di registrazione delle schede sanitarie, mentre Hermes, oltre a smistare i pazienti fra i due ambulatori e la farmacia, supporta Gabriela nei numerosi esami ecografici effettuati durante la giornata. Alcuni pazienti, vista la diversa specializzazione delle due dottoresse, non si sono lasciati sfuggire l’occasione di essere visitati da entrambe e così, dopo il primo consulto, si sono messi nuovamente in fila per chiedere un’informazione in più, un’ecografia, un piccolo dettaglio e, in questo modo, abbiamo “finito” il nostro lavoro intorno alle ore 20.00. Fino a questo momento sono state effettuate 41 visite accurate ai pazienti pervenuti; fra i casi più frequenti riscontrati nella giornata molte vene varicose ed in particolare una signora di 41 anni con una flebite coinvolgente tutto il tratto safenico da 1,5 cm dalla crosse safeno-femorale fino al livello sopragenicolato; alla signora è stato praticato un bendaggio elastocompressivo su tutta la gamba con anticoagulanti invitandola a tornare nei prossimi giorni per un controllo. Altro caso importante è stato quello di una giovane ragazza con una grave ostruzione alla carotide alla quale è stata prescritta una visita specialistica vascolare. Quando, al termine delle visite, i quattro volontari si accingevano accogliere Elisabetta, è piombato in ambulatorio un agricoltore del luogo con una grossa ferita lacero-contusa di qualche centimetro di profondità sulla mano sinistra e mesogastro ed ipocondrio sinistro causati da una motosega. In questi casi generalmente il paziente viene trasferito all’ospedale di Roman a 20 chilometri di distanza, ma la fortuna ha voluto che oggi fossero presenti le nostre dottoresse che, con il supporto di tutto il gruppo, hanno suturato con molti punti entrambe le ferite. L’intervento è durato più di un’ora e mezzo, ma nonostante la stanchezza, è stato molto bello vedere il viso sorridente dell’uomo che ci ringraziava per l’aiuto ricevuto. Con questa immagine nel cuore, vi salutiamo e vi diamo la buonanotte. Qui Romania, a voi Italia.