Obiettivi:
Visitare la popolazione del distretto di Barticesti presso il poliambulatorio “Speranta Bolnavilor”
Partecipanti:
Medici: D.ssa Gabryela, D.ssa Aryele
Volontari: Hermes Rinaldi, Elisabetta Sarti, Massimo Soriani
28 aprile
Di nuovo in missione!! Questa volta abbiamo girato l’aereo verso il sud-est europa: Romania, nel punto più ad est del paese moldavo (Barticesti). Alle 9.00 in punto ci diamo (Gabriela, Aryele, Hermes e Massimo) appuntamento all’aeroporto di Peretola, accompagnati dall’ immancabile Dr. George; entusiasti e curiosi per la nuova esperienza che ci aspetta. Piccoli problemi al check-in prontamente risolti ed eccoci salire tutti sull’aereo, con tante valige: ecografo, laser, fotocamere, qualche maglietta (poche, per poter lasciar posto alle due valige piene di medicinali). Prima tappa Timisoara dove ci attendono Raluca e Dana (rispettivamente sorella e mamma di Gabriela). Con la loro guida abbiamo visitato la compagnia Carpatair che ci ha sponsorizzato lo spostamento per tutto il gruppo. Riprendiamo il nuovo aereo destinazione Iasi dove troviamo Don Alois Fehcet con un pulmino capiente per accogliere sia noi che i nostri bagagli. La curiosita’ e’ grande: ci ambientiamo velocemente ed eccoci sulle strade moldave per un attimo come turisti visitando la vecchia e la nuova cattedrale cattolica, la vecchia cattedrale ortodossa S.Giorgio (dove abbiamo visto e “toccato” le reliquie della santa, molto adorata, “Parascheva”). Dopo queste esperienze religiose ci spostiamo verso la nostra destinazione finale che dista circa 80 km dalla capitale moldava. Arrivati all’ospedale di Barticesti veniamo accolti dalle suore che ci guidano verso le nostre stanze. La serata si conclude con una ottima cena ristoratrice che ci da la anche la possibiltà di presentarci singolarmente e pianificare tutti assieme le metodologie di lavoro dei giorni seguenti. A rendere ancora più familiare e sentita l’ atmosfera ci fanno compagnia suor Damiana, sour Fernanda e padre Alois, la dottoressa Emma (medico di famiglia del luogo) e Gabriela (capo infermiera). E’ arrivata l’ora di riposare, ci salutiamo come sempre stanchi e soddisfatti non prima di rivolgere un pensiero al quinto
membro del gruppo (Elisabetta) che ci raggiungerà lunedì prossimo. Qui
Romania a voi Italia.
29 aprile
Risveglio particolare stamani, il sole e il caldo di ieri hanno lasciato posto ad una giornata piovosa con temperature assai inferiori. Il gruppo e Don Alois si ritrova alle 8 in punto per la colazione. Oggi è un giorno speciale per tutto il paese di Barticesti….i preparativi dei giorni scorsi culminano oggi nella festa di S.Giuseppe lavoratore (o “muncitore” come si dice in lingua locale). Il clima di festa lo sentiamo già all’arrivo nella chiesa stracolma di gente. Oggi a dire
messa è un giovanissimo parroco nato in questi luoghi e missionario inEcuador. Che peccato però che piova altrimenti la liturgia sarebbe stata celebrata fuori dalla chiesa, tanta è la partecipazione. Questa è stata anche l’occasione per avvisare la popolazione locale che da domani i medici e i volontari H.H.P.P. saranno a disposizione per le visite e la distribuzione di farmaci. Nel pomeriggio, con i libri di farmacologia rumena ed i dizionari, abbiamo preparato la farmacia con tutti i medicinali. Infine abbiamo predisposto i due ambulatori per le dottoresse Gabriela e Aryele con tutto il necessario (compreso l’ ecografo e il laser). Da domani si inzia a fare sul serio e quindi tutto il gruppo va a riposare carico e fiducioso. Qui Romania a voi Italia.
30 aprile
Oggi, primo giorno di lavoro, la sveglia suona alle 7.00 per poter cominciare l’attività medica alle 8.00 … ma appena scesi tre pazienti sono già ad attenderci, così, dopo una veloce colazione, il gruppo H.H.P.P. comincia la sua prima missione operativa alla “Fondatia Speranta” di Barticesti. Le due dottoresse Gabriela ed Aryele visitano i pazienti separatamente nei propri ambulatori, Massimo si divide nella duplice attività di aiuto farmacista e di registrazione delle schede sanitarie, mentre Hermes, oltre a smistare i pazienti fra i due ambulatori e la farmacia, supporta Gabriela nei numerosi esami ecografici effettuati durante la giornata. Alcuni pazienti, vista la diversa specializzazione delle due dottoresse, non si sono lasciati sfuggire l’occasione di essere visitati da entrambe e così, dopo il primo consulto, si sono messi nuovamente in fila per chiedere un’informazione in più, un’ecografia, un piccolo dettaglio e, in questo modo, abbiamo “finito” il nostro lavoro intorno alle ore 20.00. Fino a questo momento sono state effettuate 41 visite accurate ai pazienti pervenuti; fra i casi più frequenti riscontrati nella giornata molte vene varicose ed in particolare una signora di 41 anni con una flebite coinvolgente tutto il tratto safenico da 1,5 cm dalla crosse safeno-femorale fino al livello sopragenicolato; alla signora è stato praticato un bendaggio elastocompressivo su tutta la gamba con anticoagulanti invitandola a tornare nei prossimi giorni per un controllo. Altro caso importante è stato quello di una giovane ragazza con una grave ostruzione alla carotide alla quale è stata prescritta una visita specialistica vascolare. Quando, al termine delle visite, i quattro volontari si accingevano accogliere Elisabetta, è piombato in ambulatorio un agricoltore del luogo con una grossa ferita lacero-contusa di qualche centimetro di profondità sulla mano sinistra e mesogastro ed ipocondrio sinistro causati da una motosega. In questi casi generalmente il paziente viene trasferito all’ospedale di Roman a 20 chilometri di distanza, ma la fortuna ha voluto che oggi fossero presenti le nostre dottoresse che, con il supporto di tutto il gruppo, hanno suturato con molti punti entrambe le ferite. L’intervento è durato più di un’ora e mezzo, ma nonostante la stanchezza, è stato molto bello vedere il viso sorridente dell’uomo che ci ringraziava per l’aiuto ricevuto. Con questa immagine nel cuore, vi salutiamo e vi diamo la buonanotte. Qui Romania, a voi Italia.
1 maggio
Sono le 7 in punto del secondo giorno di missione e le sveglie dei 5 volontari suonano….oggi ci aspettano gli abitanti di Iugani, un villaggio ad appena 5 km dalla struttura che ci ospita. Dopo aver fatto colazione e preparato la valigia dei medicinali necessari per la giornata saliamo sul pulmino di Mons. Alois guidati dal nostro giudizioso autista Massimo (visto che Gabriela, anche se più abituata alle strade rumene, è troppo “spericolata”!). Arrivati a destinazione veniamo accolti da Padre Marcel nel dispensario della parrocchia, e cominciamo subito ad organizzare l’ambiente per poter svolgere al meglio il nostro lavoro: Gabriela si posiziona con l’ecografo e l’apparecchio per l’ECG in una stanza, Aryele ed Hermes nella stanza di fronte eseguono visite approfondite mentre Massimo ed Elisabetta, in un’altra stanza ancora, registrano le schede sanitarie e, aiutati da una signora del paese che conosce l’italiano, distribuiscono i medicinali. L’edificio che ci ospita è in fase di ristrutturazione ed ampliamento e questo porta notevoli disagi ai medici: la luce che va e viene rende complicati gli accertamenti ecografici, le stanze adibite ad ambulatori mancano di riscaldamento e i locali dove i pazienti attendono il loro turno sono piuttosto piccoli costringendo molti di loro a spostarsi nel freddo cortile antistante. Nonostante questo ostacoli l’equipe nella giornata ha portato a termine 67 visite su pazienti adulti. I casi riscontrati piu’ frequentemente sono stati ipertensione arteriosa, artrosi, alcune osteoporosi e soprattutto, come gia’ constatato ieri, molte donne che soffrono di vene varicose e grave insufficienza venosa. Quasi tutti i pazienti sono stati sottoposti ad esami ecografici di vario genere; con tali accertamenti e’ stato possibile individuare un grave rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare in un uomo di 41 anni, nonche’ 3 tromboflebiti di cui una migrante dovuta ad una lesione del pancreas. In tutte queste situazioni, trattandosi di pazienti coperti da assicurazione sanitaria, e’ stato consigliato agli stessi di rivolgersi al proprio medico curante per poter essere sottoposti ai relativi interventi chirurgici. In tarda serata attraversando le strade circostanti il nostro alloggio siamo stati molto tentati di fermarci per assaporare un po’ la realta’ del luogo, ma purtroppo il freddo ci ha fatto desistere e siamo rientrati nelle nostre camere per una doccia calda. Dopo aver consumato la solita squisita cena preparata da suor Cecilia ci troviamo tutti assieme per ultimare i preparativi per domani….e’ prevista una giornata molto molto intensa (pensate che gia’ adesso sono prenotate 29 visite!!) e quindi…. Buona notte. Qui Romania, a voi Italia.
2 maggio
Come già annunciato da Suor Damiana, la giornata di oggi si è dimostrata molto intensa fin dall’inizio, basti pensare che il campanello ha cominciato a suonare (per la gioia di tutto noi ancora dormienti!) alle 6:30 del mattino. Tante persone sono venute a “prender il posto” nonostante fosse stato loro annunciato che le visite sarebbero iniziate quasi due ore dopo. Ad ogni modo, fra uno squillo e l’altro, un invitante solicino ha finalmente accolto i volontari alla consueta sveglia…subito abbiamo sperato in una giornata un pochino più calda, ma in realtà era tutta apparenza! Per fortuna oggi le visite si sono svolte come lunedì al nostro poliambulatorio “Speranta Bolnavilor”, un ambiente riscaldato, accogliente e molto ben organizzato. Alle 8 siamo tutti già pronti e più o meno scattanti per il tanto temuto primo giorno lavorativo del mese: i medici di famiglia effettuano le visite ed i pazienti convenzionati che hanno ricette ripetibili si presentano alla farmacia per ritirare le proprie medicine…ed infatti, appena scesi dalle scale, abbiamo trovato l’atrio già completamente gremito di persone in attesa. Senza farsi prendere dal panico diamo inizio alle danze; le patologie riscontrate sono all’incirca quelle dei giorni scorsi: è impressionante la quantità di persone con problemi vascolari. La Dott.ssa Gabriela è stata continuamente impegnata nell’eseguire decine e decine di bendaggi, medicazioni e trattamenti specifici su ulcere varicose, tromboflebiti, trombosi ed edemi linfatici. Nonostante la sua stanchezza è stato veramente gratificante ascoltarla durante il breve pranzo quando ci ha raccontato dei progressi che ha potuto constatare su alcuni pazienti con ulcere venose medicati nei giorni scorsi e tornati oggi per un controllo. Allo stesso tempo ci ha dato un enorme dispiacere rendersi conto che per questo tipo di patologie le persone non hanno la possibilità di essere curate, non solo per la loro povertà, ma anche e soprattutto perché mancano assolutamente medici con questa specializzazione. In mattinata è anche tornato per un controlloVirgil, l’agricoltore del primo giorno di attività sanitaria era arrivato da noi con due ferite, una alla mano sinistra ed una all’addome, che si era procurato mentre lavorava con una motosega. L’effetto del trattamento è stato evidente e il passo successivo è stato quello di immobilizzare mano ed avambraccio con una stecca realizzata con “mezzi di fortuna”. La pianificazione di questa mattina che prevedeva 60 persone nell’arco dell’intera giornata ci ha portato a terminare il nostro lavoro oltre le 21, poiché tante sono stati i casi che necessitavano di cure approfondite. Soddisfatti e mooolto stanchi vi diamo l’appuntamento a domani. Qui Romania, a voi Italia.
3 maggio
Ad inizio giornata la dott. Aryele e Hermes si sono spostati, con padre Alois come autista d’eccellenza, per effettuare due visite domiciliari a pazienti non deambulanti affetti dalla sindrome di Parkinson. Con piacere, hanno poi riferito al gruppo di aver trovato in entrambi i casi una situazione seppur grave ma comunque ben gestita da parte dei medici locali. Rientrati al poliambulatorio i due volontari si sono uniti agli altri che già avevano cominciato a visitare, data la notevole affluenza. Anche oggi abbiamo avuto un bel da fare per coordinare in modo efficiente le visite cercando sia di non far attendere troppo i pazienti sia di accogliere il maggior numero possibile di persone. Il risultato di tutto ciò si è concretizzato in 69 visite; a colpire le dottoresse gli innumerevoli casi di vene varicose, insufficienza venosa, e altre varie patologie vascolari già citati nei giorni scorsi, nonché le tante persone affette da obesità e flatulenza a causa di una eccessiva assunzione di grassi ed alcol. Particolare anche la frequenza con cui sono stati riscontrati stati ansiosi ed ipocondria che hanno creato grosse difficoltà nel reperimento dei medicinali necessari. Dalla notevole attività ecografia svolta da Gabriela durante tutta la giornata sono emerse patologie importanti come un carcinoma epato cellulare, 2 gozzi tiroidei, 2 elefantiasi, 2 casi di reni doppi, una idronefrosi e molte steatosi epatiche o anche dette fegato grasso. Molto bello e’ stato il nostro ultimo incontro con Virgil che, venuto per la quotidiana medicazione delle due ferite, ci ha voluto salutare uno ad uno ed ha anche portato un dono alle dottoresse in ricordo della sua riconoscenza…come se non bastasse la sua evidente serenità!!! Una piccola parentesi piacevole ci ha visto coinvolti come protagonisti di una intervista: la giornalista Anamaria Postelnicu del locale giornale “Ziarul de Roman” ha fatto ad ognuno di noi alcune domande per scrivere un articolo da pubblicare nei prossimi giorni…. H.H.P.P. in the world, evvai!!.... A fine giornata Gabriela con dispiacere di tutti noi è costretta a fare i bagagli; domani mattina l’aspetta infatti l’aereo che la riporterà a Firenze e che le permetterà di far fronte ad alcuni impegni improrogabili. Dopo cena, sentendo così vicina la partenza, Padre Alois e le Suore ci hanno voluto dare un piccolo regalo per ringraziarci della nostra presenza in terra rumena. Commossi e felici ci prepariamo ad affrontare la nostra ultima giornata di attività particolarmente impegnativa per Aryele, unica dottoressa rimasta ad effettuare le visite ai pazienti. E’ notte fonda qui da noi e la stanchezza chiude i nostri occhi “belli e profondi” (non ci fate caso, non e’ un narcisismo, ma solo un saluto subliminale). Qui Romania, a voi Italia.
4 maggio
Oggi, ultimo giorno di visite, ci aspettano i pazienti di Iugani, il piccolo paese dove eravamo già stati martedì…nell’aria aleggia già un po’ di tristezza dovuta alla partenza; un primo assaggio di questa partenza imminente lo abbiamo già avuto ieri sera quando se ne è andata la Dott.ssa Gabriela ad anche stamani quando, prima di uscire, abbiamo dovuto salutare la due farmaciste Simona e Gabriela che con tanta pazienza ci hanno aiutato in questi giorni a somministrare i “medicamenti” a tutti i pazienti. Alle 8:00 ci dirigiamo verso Iugani e ad attenderci un mare di persone; purtroppo il team è ridotto e quindi possiamo accettare solo una trentina di pazienti…alcuni domandano se c’è la dottoressa delle ecografie e, chiedendo quando tornerà se ne vanno, tanti altri rimangono tranquilli in attesa. La Dott.ssa Aryele visita 32 persone che presentano più o meno le solite patologie. Una signora in particolare ci colpisce poiché ha la pressione altissima che supera i 300: Aryele le somministra subito il lasix e si raccomanda di rimanere in ambulatorio per farsi ricontrollare; dopo un’ora e mezzo la pressione è già scesa…sentendosi meglio e ricevendo le medicine necessarie per ristabilirsi, la signora ringrazia di cuore e ci saluta con molto affetto. Per il pranzo ci aspetta padre Marcel nella parrocchia vicina; è sconvolgente per tutti noi quando ci racconta che ci sono persone che si sono recate agli ambulatori addirittura alle 21.30 del giorno prima per avere la certezza di essere fra i primi ad essere visitati dal medico…tutta la notte al freddo, e qui di notte è VERAMENTE freddo, per una visita da un medico che, a differenza di quello di famiglia, non chieda nessuna mancia né per la visita né per la ricetta medica. Al termine del pranzo, il padre ci ringrazia a nome di tutta la comunità per il lavoro svolto in quel piccolo paese: le persone sono molto felici di aver avuto la possibilità di essere curati dai dottori italiani e sperano di rivederci presto a lavorare qua. Il pomeriggio è caratterizzato da un’emergenza molto importante: mentre si stanno svolgendo le visite sia dalla nostra dottoressa che da due medici locali, irrompe in ambulatorio un uomo con un braccio lacerato dal morso i di un cavallo. Inizialmente i volontari di H.H.P.P. non si accorgono di questo evento poiché l’uomo viene immediatamente accolto nella stanza di una delle due dottoresse rumene, ma dopo poco, non riuscendo a fermare la quantità incredibile di sangue che sgorga dalla ferita, le due donne chiedono aiuto ad Aryele. Il morso ha reciso un’arteria, così la dott.ssa dopo aver messo un laccio emostatico per fermare il flusso di sangue pinza l’arteria e l’uomo, può andare all’ospedale più vicino per essere operato…come dice anche Monsignor Alois questo è già il secondo paziente – ed il primo era stato Virgil – ad essere stato molto “fortunato” a farsi male quando c’eravamo noi!!! Terminate le visite, i quattro volontari si concedono una giratina in macchina a Roman e poi rientrano per la cena. Come sempre Sr. Cecilia ci ha preparato una squisita cenetta ed anche una bella torta da gustare tutti insieme per festeggiare la nostra partenza.
Con gli ultimi saluti si conclude la serata ed anche la prima missione operativa di H.H.P.P. Onlus in Romania, durante la quale sono state effettuate visite su 271 pazienti; sono state inoltre svolte centinaia e centinaia di ecografie di vario genere, nonché finanziati accertamenti specifici sui pazienti visitati - fra cui gastroscopie, gastroduodenoscopie, radiografie al torace, alla rachide cervicale, etc. - e distribuiti gratuitamente tutti i medicinali ritenuti necessari per curare le persone.
Come di consueto riportiamo qui di seguito le impressioni di ognuno di noi.
L’esperienza in Romania è stata a dir poco esaltante, sia per i compagni di lavoro della H.H.P.P., che per l’umanità riscontrata a Barticesti. L’accoglienza del padre responsabile dell’ospedale, Monsignor Alois, che ci ha ospitati, così come quella delle suore che lo assecondano nel suo progetto sanitario, è stata magnifica. Lo spirito di solidarietà che ci ha accomunati, noi tre di noi e loro con noi, ha fatto sì che le nostre prestazioni professionali fossero più che un lavoro, un piacere. Ci auguriamo di aver svolto la nostra opera in modo soddisfacente e che, sia i pazienti che il personale che ci ha così fattivamente aiutati, conservino di noi e di H.H.P.P. un buon ricordo. E soprattutto, ci auguriamo di essere stati utili. Per conto mio, ringrazio l’Associazione che mi ha dato insieme alla fiducia, l’opportunità di compiere questa missione, dove mi sono impegnata come i miei colleghi, col massimo delle mie capacità e con i migliori sentimenti. Grazie a tutti i componenti della H.H.P.P. e spero, a presto. ARYELE
Certamente è stata una bella esperienza. Ho conosciuto persone molto belle dentro; stando a contatto tutti i giorni con la sofferenza si cresce molto e spero vivamente di ripeterla presto. Ringrazio l’organizzazione di cuore. HERMES
Si torna a casa ed è il momento di una piccola riflessione su tutto ciò che è stata ed ha rappresentato per me questa settimana in Romania. E’ eccezionale vedere quanta forza ti può infondere un sorriso o un ringraziamento della persona ascoltata visitata e a cui puoi alleviare alcune malattie. Ogni sera finivo la giornata stanco e felice e la mattina seguente nuovamente pronto a fare tutto quello che potevo. Fantastico il gruppo che ci ha accolto, da Monsignor Alois, anche nella veste di instancabile autista ed organizzatore, a Suor Damiana, una donna davvero formidabile, a Suor Cecilia, la nostra cuoca che ci ha viziato, a Suor Fernanda che ci ha fatto sorridere spesso, al gruppo di infermiere, farmaciste e volontarie (Gabriela, Simona, Gabriela 2, Claudia) che abbiamo mandato al manicomio con richieste, domande e traduzioni. Infine il gruppo H.H.P.P.: Gabriela, il nostro “trattorino” che si spezza ma non molla, ho perso il conto del numero di ecografie che ha fatto; Aryele, una donna che ha vissuto la vita nel vero senso della parola, di cui potresti ascoltare ore ed ore gli aneddoti senza mai stancarti; Hermes, il “padrino” del gruppo, lui parla esattamente come un siciliano di altri tempi; ed infine Elisabetta, una persona sensibile e capace, la mia stima in lei continua a crescere anche e soprattutto in questi giorni. Infine un grazie alla H.H.P.P. per queste esperienze che mi dà la possibilità di vivere…alla prossima. MASSIMO
Finisce un’altra seppur breve missione di H.H.P.P…è già da un anno e mezzo che parto per luoghi bisognosi di aiuto; la Romania è pur sempre un paese europeo e questo mette in luce una notevole differenza rispetto a posti in cui sono stata precedentemente. Le condizioni igieniche e sanitarie di queste persone sono tragiche; in questa zona sembra che tutti abbiano la copertura assicurativa che permette loro di essere seguiti da un medico di famiglia (cosa mai riscontrata nei Paesi del Terzo Mondo), ma poi a cosa serve se comunque per poter avere anche solo una ricetta medica è necessario dare un’ulteriore mancia al medico? Per fortuna c’è la struttura di Monsignor Alois dove ciò non avviene, dove anche le persone più povere possono ricevere i medicinali di cui hanno bisogno. E questo grazie ai vari aiuti che riceve da altri Paesi, in particolare dall’Italia e dalla Germania. Qua non ci sono adulti o bambini denutriti, tutti siamo rimasti colpiti dalla grande quantità di persone obese, ma ci sono persone disposte a soffrire il freddo di un’intera notte pur di essere curati senza dover corrispondere del denaro o, come ci ha raccontato una signora che ci ha aiutato in farmacia, disposte a lasciare i propri figli e la propria famiglia per anni in cerca di un lavoro all’estero con cui potersi permettere di costruire una casa e di dare un’istruzione ai bambini. Per questo sono soddisfatta del lavoro svolto; ringrazio padre Alois e tutte le suore che ci hanno accolto nel migliore dei modi rendendo veramente piacevole la nostra permanenza qui e ringrazio Aryele, Gabriela, Hermes e Massimo…ognuno di loro si è impegnato con tutte le energie per realizzare al meglio questa missione. Infine grazie a tutti coloro che direttamente od indirettamente contribuiscono al concretizzarsi di quello che affettuosamente il Dottor George, e tutta la H.H.P.P., ama definire “il grande sogno umanitario della Valdinievole nel Mondo”. ELISABETTA