1° in Kenya-Mar 2007

Dal 14.03.2007

Obiettivi:
Missione esplorativa durante la quale i nostri volontari si recheranno nella regione del Sud Nyanza nelle Missioni delle Suore dell'Immacolata Concezione di Ivrea e precisamente Rakwaro (Dispensario e punto nascite), Kadem (casa per malati di Lebbra e di Tubercolosi), Macalder (Baby Home, ossia un orfanotrofio per bambini orfani di Aids)

Partecipanti:
Dr.Giorgio Martini, medico - D.ssa Cinzia Spagnolo, farmacista - Antonio Zei e Elisabetta Sarti, volontari

DIARIO GIORNALIERO


Domenica 18 marzo
Ultimo giorno in Kenya. Dopo colazione ci siamo recati con le Suore alla messa domenicale presso la chiesa adiacente la missione. Cerimonia molto particolare ricca di tradizioni locali e folklore con canti etnici. La particolarità  che più ci ha colpito è stata il momento dell’offertorio allorquando ognuno dei presenti ha portato qualcosa all’altare: chi pochi soldi, chi uova, chi farina, chi mais e chi addirittura una gallina viva. Alla fine della messa, durata circa due ore e mezzo, il sacerdote celebrante ci ha invitato all’altare presentandoci alla comunità. Il dott. George ha pronunciato il discorso di rito tradotto simultaneamente da Sr. Rosaria in lingua Luo, promettendo di ritornare quanto prima per portare i nostri medici, i nostri volontari e i nostri aiuti umanitari a tutti loro. Dopo la messa abbiamo distribuito caramelle, penne e quanto ci era rimasto a tutti i bambini presenti che ci hanno letteralmente assalito. Stupore e incredulità nei loro occhi quando Elisabetta ha iniziato a fare le bolle di sapone. Incredibile la gioia dei bimbi nel vedere questa “magia” che per la prima volta si presentava loro. Per tutti noi è stata veramente un’impresa ardua staccarsi da così tanto affetto e festosità. Inutile dire che il nostro cuore è stato nuovamente colpito da tanta emozione! Incredibile che tutto questo sia avvenuto dopo solo tre giorni di permanenza! Pranzo veloce partenza per Kisumo dove alle 19 in punto abbiamo preso il primo volo di avvicinamento all’Italia. Adesso, alle 23 ora locale, ci troviamo a Nairobi ad aspettare il volo che domani mattina presto ci riporterà a casa. Come di consuetudine di seguito le impressioni dei missionari partecipanti…

Antonio: Qualche anno fa ebbi occasione di venire in Kenya. Rimasi incantato dalla sua natura, dal suo paesaggio, dai suoi colori tanto che ho da subito desiderato tornarci, per tutto quello che avevo visto in pochissimo tempo. Oggi non è più così. Allora vidi l’eleganza delle giraffe ma non ebbi l’occasione di vedere la grazia del popolo Luo. Vidi l’unione delle mandrie e branchi di antilopi, gnu, zebre le quali allorquando i predatori uccidono per cibo la madre di un cucciolo, gli altri del branco si occupano del piccolo rimasto orfano. Il cucciolo non si lascia solo. Non sapevo però che esisteva una realtà simile nelle tribù keniote. Se un bambino rimane orfano, e ne abbiamo visti tanti, questo viene accolto all’interno del clan che è la sua famiglia, la sua famiglia allargato. E lui non sarà mai solo. Avevo visto la forza poderosa degli elefanti… ma non avevo conosciuto la forza incredibile della fede che queste Suore missionarie hanno e trasmettono a tutti i poveri che li circondano. Avevo visto paesaggi luminosi, ma non avevo osservato da vicino gli occhi brillanti di questi bambini seminudi, denutriti, malati, ma che ugualmente gioiscono per una caramella o per una penna.  Per tutto questo parafrasando il titolo di un famoso film, questa e solo questa è LA MIA AFRICA. Soltanto adesso dopo aver vissuto questa seppur breve ma intensissima esperienza posso dire di essermi veramente preso il mal d’Africa e al mio ritorno lavorerò con tutta la forza possibile al fine di portare aiuto a questi bambini, a queste popolazioni. Ringrazio tutta la mia famiglia ma soprattutto mia moglie Michela che mi ha sostenuto incredibilmente prima e durante la missione spingendomi a partire nonostante sappia quanto per lei sia stato difficile farlo in questo momento. Ringrazio i miei meravigliosi compagni di missione che sono stati fantastici in ogni momento ed infine coloro che da casa ci seguono sempre con tanto affetto.

Cinzia: Malaria, febbre gialla, lebbra, aids questi sono gli aspetti negativi dell’Africa ma, per fortuna, insieme a tutto questo c’è un popolo fatto di tradizioni, di sorrisi, di ospitalità, di cultura, di grandi occhi neri e poi c’è il territorio con i suoi molteplici paesaggi, i tramonti e i suoni della natura. Sono sicura che l’ Africa è ancora molto di più e vale la pena di scoprirlo. ANCHE IL SOGNO AFRICA SI STA REALIZZANDO.

Elisabetta
: AFRICA… per H.H.P.P. il quarto continente toccato, un altro luogo dove portare i nostri aiuti, quindi sicuramente un’esperienza importante… E per Elisabetta? Beh, per Elisabetta è stato qualcosa di speciale, più che speciale perché questo breve viaggio è stato l’inizio del realizzarsi di un sogno di bambina: la missione in Africa. Questi tre giorni sono stati molto intensi, ma troppo veloci…è stato difficile “passare e non fermarsi”…non fermarsi a giocare con i bambini, a parlare con le persone, ad ammirare i panorami che ti rapiscono il cuore anche solo a osservarli per un istante, ad ascoltare incantati i racconti delle nostre suore che sono in Africa da più di trenta anni e che hanno una saggezza indescrivibile…sì, è stato bello ma troppo breve. Mi sono chiesta se sia suggestione perché tutti parlano del Mal d’Africa e dicono che questa terra rimane nel cuore, ma effettivamente qui tutto ha un fascino particolare ed è stata dura non poter assaporare di più e più profondamente questi posti meravigliosi e queste “tribù” così affascinanti. Ho letto su un libro che ogni “viaggio”, di qualsiasi tipo e pur breve o lungo che sia, comincia con un piccolo passo…spero che questo sia il primo piccolo passo… Grazie a tutti.

Dr George
: Anche il Dr George è giunto suo malgrado al termine di questa ennesima avventura umanitaria targata H.H.P.P. Onlus e con il cuore pieno di emozioni cerca di mettere in ordine le innumerevoli sensazioni che hanno invaso il suo cuore in questi pochi giorni di soggiorno in terra africana. Il Kenya ha tracciato un segno indelebile dentro di me, per la bellezza della natura e per gli abitanti. La natura lussureggiante delle colline nei dintorni di Rakwaro e la pianura a perdita d’occhio nella zona di Kisumu. Che dire poi dei suoi abitanti? Sono come un fiume in piena che invade le strade , tanto grande è la moltitudine che a tutte le  ore percorre ogni strada, ogni sentiero  e camminano, camminano, camminano inventandosi migliaia di minuscole attività commerciali per sbarcare il lunario. E la vita per loro è veramente difficile dal momento che la trascorrono vivendo ancora in capanne fatte di paglia e fango, con la nuda terra come pavimento, senza luce, acqua… senza niente! Ed i loro bambini che in numero incredibile sono balzati quotidianamente ai miei occhi ed hanno riempito il mio cuore di una tenerezza estrema. Tre sono le immagini che sicuramente porterò strette dentro di me per sempre, e che rivivrò in silenzio nei momenti non troppo allegri: la totale abnegazione per questi poveri da parte di Sr Rosaria e di tutte le Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea che in 30 anni di apostolato hanno aiutato e stanno aiutando fattivamente e con grande amore questi disgraziati; la gioia provata nel dare da mangiare ad un piccolo ospite della Baby Home di Macalder che con un sorriso affettuoso ha accettato che questo viso pallido lo aiutasse a consumare il proprio pasto; lo sconvolgimento più completo nell’incontro con i lebbrosi di Kadem che, con le loro amputazioni ed una incredibile serenità nei loro occhi, mi hanno ricordato quanto bella sia la vita e come i piccoli acciacchi e le contrarietà quotidiane della nostra comoda esistenza di occidentali, siano una benedizione del cielo. Grazie dal profondo del mio cuore a tutti coloro che credono in H.H.P.P. e ci sostengono in questa nostra opera, ai  miei favolosi compagni di viaggio e di avventura, insostituibili amici e rifugio sicuro nei momenti più difficili; grazie alla mia cara Beatrice che mi sostiene e “ mi sopporta” con amore in questa mia avventura umanitaria. Grazie a tutti voi che leggete questo diario, scritto col cuore da tutti noi e scaturito dal più profondo del cuore da chi, grazie al vostro aiuto e al vostro sostegno, sta realizzando nei 4 continenti il nostro comune SOGNO UMANITARIO DALLA VALDINIEVOLE NEL MONDO. Ed anche per stasera: qui Kenya a voi Italia !