1° in Kenya-Mar 2007

Dal 14.03.2007

Obiettivi:
Missione esplorativa durante la quale i nostri volontari si recheranno nella regione del Sud Nyanza nelle Missioni delle Suore dell'Immacolata Concezione di Ivrea e precisamente Rakwaro (Dispensario e punto nascite), Kadem (casa per malati di Lebbra e di Tubercolosi), Macalder (Baby Home, ossia un orfanotrofio per bambini orfani di Aids)

Partecipanti:
Dr.Giorgio Martini, medico - D.ssa Cinzia Spagnolo, farmacista - Antonio Zei e Elisabetta Sarti, volontari

DIARIO GIORNALIERO


Sabato 17 marzo
Giornata più intensa ed emozionante del solito e dell’immaginabile. Dopo colazione partenza di primo mattino  per un nuovo e più massacrante “camel trophy”, alla volta delle altre due missioni delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione che ci hanno ospitato in questi giorni d’Africa. Un viaggio in jeep in fuori strada estremo durato più di due ore su “percorsi ” fatti di fango, buche,  pozze d’acqua, guadi di torrenti con scosse che hanno messo a durissima prova i nostri dischi intervertebrali! Durante il viaggio, come ormai abitudine, ci siamo più volte fermati per dare un momento di gioia ai numerosissimi bambini che abbiamo incontrato consegnando loro caramelle, pennarelli, tanti sorrisi e un affettuoso saluto fatto con il cuore. Una sosta per inserire manualmente le quattro ruote motrici ci ha permesso di visitare una classico ranch locale formato da una capanna della nonna, una del padre, ed una per i vari figli adulti, tutti lavoranti in proprio di un piccolo campo di tabacco, che consente loro “un’agiatezza” tale da avere la proprietà di alcuni animali da cortile, un pannello solare per alimentare una antidiluviana radio e un altrettanto datato televisore. Accanto poi una piccola capanna adibita a essiccatoio per le foglie di tabacco. Dal niente sono apparsi, anche in questa occasione, decine di bambini seminudi, pastori di poche pecorelle, nonché un classico viavai di persone che si fermavano a vedere i wisumi: ossia gli uomini bianchi che vengono da lontano. Grazie a Dio, nel vero senso della parola, siamo arrivati sani e salvi alla nostra prima meta: la missione di Macalder dove è presente un convento di suore, un dispensario, una scuola materna e la Baby Home che accoglie bambini orfani di almeno un genitore, con un’età compresa tra zero a tre anni. Qui l’essenza dell’emozione si è manifestata allorquando abbiamo incontrato i piccoli. I più grandicelli tra loro ci sono corsi incontro con affetto infinito sommergendoci di abbracci, di sorrisi, di festosità… cosa dire???  E’ stato bellissimo ed inaspettato ricevere tanto amore e tanta gioia da chi vive una realtà di solitudine familiare e di tragedia. Dopo averli visto consumare il pasto come dei piccoli adulti, abbiamo provveduto a fare loro le fotografie e registrare i dati al fine di iniziare anche in questa comunità il nostro progetto Jeevan di adozione a distanza. Dalla madre superiora siamo stati invitati a cercare di realizzare, nel limite del possibile, una nuova scuola materna dove poter far giungere altri bambini dei villaggi vicini. Nel primo pomeriggio siamo ripartiti velocemente in direzione della terza missione presso il villaggio di Kadem. Ancora fuoristrada estremo, ancora tanti incontri con i bambini lungo la strada. Arrivati abbiamo trovano uno scenario a dir poco agghiacciante. In questa struttura sono ospitati malati di tubercolosi, malati di AIDS e lebbrosi. Questi ultimi sono malati di vecchia data che presentano sui loro corpi le lesioni deturpanti della lebbra necrotica: in pratica costoro hanno subito molteplici amputazioni naturali agli arti superiori e inferiori presentandosi ora senza dita né delle mani né dei piedi. Immaginate il nostro stato d’animo nel costatare la relativa serenità di queste povere disgraziate persone! Ci siamo letteralmente ammutoliti! Fortunatamente il vociare allegro di un centinaio di bambini della parrocchia confinante, ci ha ridestati e subito la madre superiora del convento, ci ha avanzato la richiesta di poter assicurare a questi bambini almeno il pasto per il fine settimana, allorquando loro, giungendo anche da oltre 15 km a piedi, si riuniscono per il catechismo. La stessa madre superiora, ci ha riferito che la povertà di tutti gli abitanti del luogo è tale che alcuni di loro vorrebbero essere considerati lebbrosi al fine di ricevere gratuitamente, una volta al mese, una saponetta e un barattolo di vasellina, che le Suore donano a questi tipo di malati. Il viaggio di ritorno verso Rakwaro è stato la fotocopia dell’andata e, distrutti nel fisico, al calar del sole, siamo giunti a casa all’ora di cena, ovvero alle 18,45. Dopo il pasto le suore ci hanno allietato con una canzone tipica africana di ringraziamento augurandoci un felice ritorno alle nostre famiglie ma soprattutto invitandoci a tornare operativi quanto prima possibile in Africa. Qui Kenya a Voi Italia.