1° in Romania-Mag 2006

Dal 23.06.2006

Obiettivi:
Missione esplorativa

Partecipanti:
Dr. Giorgio Martini - Dr. Massimo Cecchi - Mariano Bertoli - Alessio Pollastrini

DIARIO GIORNALIERO


Venerdì 23 giugno 2006
Il cielo limpido di Firenze era già arroventato dal caldo sole estivo di questo 23 Giugno 2006 quando alle  ore 11,20 l’aereo biturboelica YR-5BD della compagnia Carpatair si alzava in cielo destinazione Romania e più precisamente Timisoara come primo scalo per poi arrivare nella cittadina di Bacau , al Nord della regione Moldava . A bordo oggi ci sono 4 passeggeri “ particolari “ , 4 persone animate da tanta buona volontà e da altrettanto spirito umanitario con un solo desiderio in mente : aiutare nel modo più concreto le persone più sofferenti del mondo . Fin troppo ovvia la soluzione del mistero dei personaggi : si tratta di  Mariano Bertoli , del Dr Massimo Cecchi ,del Dr Giorgio Martini e di Alessio Pollastrini , tutti attivi volontari dell ‘ Associazione H.H.P.P. che oggi inizia questa nuova avventura di solidarietà andando a conoscere la realtà di questo paese così relativamente vicino a noi , ma , stando alle notizie ricavate da vari articoli e reportage giornalistici , così lontano dalla possibilità di vivere una vita degna di tale appellativo. Saremo ospiti del Vicario del Vescovo di Iasi,  Mons Alois Fechet che ci illustrerà e ci farà conoscere le realtà più pressanti di bisogno negli ospedali e nella vita quotidiana , e andremo anche nella missione delle Suore Francescane a  Usci che ospitano in un Orfanotrofio poveri bambini abbandonati , i tristemente famosi bambini di Ceausescu che per sopravvivere al rigido  inverno di quella regione , sono costretti a vivere nelle fogne delle città dove passano i condotti centralizzati del riscaldamento. Siamo certi che possibilità di aiutare questi “ poor people “ ( poveri fra i più poveri ) non mancheranno e come sempre daremo tutti noi stessi per tornare a casa con un bagaglio di esperienza e di proposte utili per la realizzazione , anche in Romania , del “ sogno umanitario dalla Valdinievole nel mondo “ Atterraggio tecnicamente perfetto in perfetto orario a Timisoara , sorvolando una regione prevalentemente agricola con pochi insediamenti abitativi raggruppati in zone circoscritte ( non abbiamo notato case sparse nella campagna ) ; l’aereoporto ci fa pensare a quello di Firenze – Peretola come al J.F.Kennedy di New York tanto è piccola la pista , una striscia di cemento realizzata a quadroni in mezzo a campi sterminati , ed ancor più piccola l’aereostazione . Piccola ma moderna , pulita e funzionale , tanto da avere nel suo interno vari punti di collegamento gratuito Internet tramite wireless che ha permesso di collegarci con il mini-computer portatile di Massimo ed inviare una e-mail di conferma atterraggio al nostro affezionato Tesoriere Antonio che immaginiamo rimasto a casa col cuore umanitario in frantumi per la non partenza, ma con quello grandissimo di recente padre colmo di amore gioioso per il piccolo Giacomo.
Ore 15,45 partenza per Bacau – L’avventura prende corpo !
Rotta verso Nord-Est direzione Regione Moldava ; stesso scenario agricolo e atterraggio in perfetto orario nel piccolo aeroporto di Bacau . Lì abbiamo trovato Mons Alois Fechet ad aspettarci , abbiamo caricato i nostri bagagli sul pulmino , e ci siamo avviati verso Barticesti, a circa 80 Km da Bacau sulla strada per Iasi capoluogo della regione . Durante il viaggio ci rendiamo conto visivamente delle condizioni di povertà reale nelle quali queste popolazioni portano avanti la loro esistenza : un dato per tutti è rappresentato dal costo dei generi alimentari e di prima necessità che sono paragonabili ai nostri , ma il “ salario “ medio di questi operai non supera i 150 € ! E non va meglio ai professionisti ; un Medico di Famiglia infatti arriva a guadagnare non più di 800 € lordi al mese !!! In questo scenario si vive di espedienti , cercando lavori alternativi mal pagati , la sanità pubblica non assicura una assistenza sufficientemente qualificata e costante , la sanità privata è molto costosa e per questo non usufruibile per tutti , e per le strade si vedono pochissime macchine (in questo paesone su 600 famiglie solo 20 hanno l’auto ) ma tanti carretti trainati da cavalli o muli . In tutte le abitazioni manca l’acqua , la luce e il gas , anche se ad ogni tornata elettorale il politico di turno promette di tutto e di più , senza mai mantenere niente . Tutto il mondo è paese ! In questa desolazione varchiamo il cancello dell’ Ospedale ( senza ricoverati ) di Barticesti , un edificio abbastanza nuovo e ben tenuto a 3 piani , gestito dalle Suore dell’Amore Misericordioso di Collevalenza , il nostro domicilio per questo periodo, che al momento funziona come poliambulatorio con molte Specializzazioni “convenzionate” con il sistema assicurativo pubblico e a prezzo “simbolico” ( per non sovraccaricare i Medici da prestazioni totalmente gratuite e per dare valore alla prestazione stessa ) per i non aventi diritto in quanto disoccupati e “obbligati” non contribuenti. Cena frugale , ma genuina e super piccante , con prodotti tipici della Moldavia e della Transilvania ( abbiamo assicurata la terapia antianemica di “ draculiana “ memoria ) , e “ indigestione “ di notizie sulla storia recente della nazione dagli anni cupi del regime ( che Monsignore ha vissuto pesantemente sulla propria pelle ) ai liberali giorni nostri ; visita guidata insieme a Sr Damiana ai locali della struttura sanitaria , deciso programma per l’indomani , alle ore 23,45 locali ritirata nelle proprie stanze ( camere a 2 letti dell’Ospedale molto pulite con bagno e doccia ) per un meritato sonno ristoratore dopo una giornata ricca di intense emozioni e nuove conoscenze. Domani ci addentreremo fisicamente nella vita quotidiana di questi poor people per conoscere le loro più impellenti necessità e programmare gli interventi dell’ Associazione . Non un posto più adatto per collocare il logo di H.H.P.P. : in questi luoghi così “ draculamente “ dissanguati dalla povertà la nostra trasfusione porterà un soffio di vita e di speranza .  



Sabato 24 Giugno 2006
Il brillante sole mattutino ha inondato le nostre camere dell’Ospedale di Barticesti di buon ora , invitandoci ad un sollecito risveglio . Verso le ore 07,30 abbiamo incontrato i primi pazienti che arrivavano per prenotare le proprie visite mediche a piedi o accompagnati con il solito , unico ma insostituibile mezzo di trasporto rumeno : un carretto da trasporto ( regolarmente targato !!! ) trainato da un cavallo . Persone di tutte le età si accalcavano nell’androne di ingresso al “ triaj “ per poi essere smistate ai vari ambulatori. La colazione è stata l’occasione per fare la conoscenza di molti fra i Medici operanti nella struttura , i nostri futuri colleghi nelle missioni operative sanitarie di H.H.P.P. in Romania. Terminata la colazione , dal momento che il nostro accompagnatore , Mons Fechet , era impegnato con altri Vescovi alla ordinazione sacerdotale di 23 novizi , lo abbiamo accompagnato prendendo parte alla cerimonia religiosa . Questa si è svolta nel giardino antistante il Seminario della cittadina di Roman gremito all’inverosimile di fedeli i quali , visto che si erano portati appresso sedie , sgabelli e bottiglie di acqua minerale , hanno fatto sorgere in noi il dubbio di essere i soli a non conoscere la reale durata della cerimonia stessa . Avevano perfettamente ragione dal momento che tutto l’evento sacro , ovviamente in lingua locale per noi completamente incomprensibile , è durato la bellezza di 3 (T R E) ore sotto un sole cocente che ha messo a dura prova la nostra “ pazienza umanitaria “ . Come Dio ha voluto tutto è terminato fra la gioia degli astanti e da Roman siamo tornati per il pranzo all’Ospedale. Da qui alle 15,30 siamo finalmente ripartiti destinazione il Centro statale di accoglienza per giovani portatori di handicap e orfani a Pastraveni . Lungo la strada ci siamo imbattuti nella festa paesana in onore del Santo Patrono San Giovanni Battista a TUPILATI; siamo scesi dall’auto e ci siamo curiosamente immersi tra la gente : abbiamo avuto la sensazione di essere tornati indietro nel tempo: quello che abbiamo visto con occhi di oggi è paragonabile ai ricordi dei più anziani di noi nei mercati di 40 anni fa . Poveri manufatti in plastica venduti direttamente per terra, giostre con una struttura più che da antiquariato, e tante tante persone con i vestiti caratteristici dei contadini italiani degli anni 50 – 60 che comunque facevano festa , ridevano e si divertivano tutti insieme . Una intera famiglia di zingari ha richiesto la nostra attenzione per essere fotografata , e quello che più ci ha colpiti è stato il fatto che dopo l’esecuzione della foto ad uno del gruppo con un bambino in collo , al  momento di voler vedere immediatamente il risultato nel monitor della macchina fotografica, ha lasciato cadere rovinosamente e rumorosamente  il bimbo per terra insensibile alle grida che il piccolo invano emetteva. Il viaggio è proseguito per arrivare dopo circa 1 ora al Centro di Pastraveni : bella struttura immersa nel verde , realizzata negli ultimi 10 anni dal Governo Regionale Bavarese , articolata in  numerose unità abitative dedicate a bambini con varie patologie anche molto gravi . Abbiamo incontrato Andrej , 16 anni , malato psichico molto reattivo alle sollecitazioni ludiche del nostro Alessio; Relu , 15 anni , che tanto ha fatto che è riuscito a farsi regalare il naso rosso da clown e a farsi fotografare nella serra dei pomodori da lui curata; Micaela , 17 anni , oggi molto serena e sorridente ma con tantissime cicatrici da autolesionismo sulle braccio segno di un pregresso gravissimo disagio ; Monica , 17 anni , con una brillante maglietta gialla , sorridente , ma con un problema molto serio , la sieropositività all ‘ HIV.  Nelle camere dei più gravi la nostra sensibilità è stata messa a dura prova incontrando dei poveri ragazzi spastici su carrozzine che in modi per noi molto strani ma dettati solo dalla loro malattia manifestavano tutta la gioia nel vederci e nell’apprezzare i palloncini da Alessio trasformati in animali e fiori . Poi siamo arrivati , dopo le camere dei tetraplegici spastici ed epilettici , all’incontro con Adriano , 18 anni di età 20 Kg di peso , cieco spastico che periodicamente cade in coma per i postumi di un intervento chirurgico al cervello post incidente stradale . Tra l’altro , siccome aveva pochi guai , soffre anche di diabete insipido , malattia che richiede una medicina per via inalatoria che non viene importata in Romania . Ovviamente sarà nostra premura appena tornati in Italia di inviare qua un pacco con la medicina in oggetto. Col cuore sorretto dalla gioia manifestata per la nostra presenza da questi ragazzi , ma con una tristezza infinita per le condizioni obiettive della loro vita quotidiana , siamo partiti alla volta di Agapia dove abbiamo visitato il Monastero Ortodosso locale dove vivono la bellezza di 500 Suore. Viaggio di ritorno movimentato da mucche libere in mezzo alla strada che investendo un’auto le hanno divelto uno specchietto retrovisore , buche o meglio fossi e trincee seminati con frequenza per tutto il tragitto, telelaser “abilmente” evitati dal nostro Superautista, terminato col rientro alle 20,15 all’ Ospedale dove, il solito menu genuino e abbondante di Sr Cecilia e della cuciniera Anna , ci hanno rigenerato dall’intensa e insolita giornata preparandoci ad una notte ristoratrice. Quanti di noi , genitori e figli fortunati Italiani, dovremmo periodicamente venire a trovare Adriano e tutti i suoi compagni per ridimensionarsi nelle esigenze , nelle aspettative e nelle richieste di una vita fin troppo per noi generosa , e godere con convinzione di tutto quello che fortunatamente per noi ci viene messo quotidianamente a disposizione !



Domenica 25 giugno 2006
Oggi è domenica anche in questa landa sperduta dell’Europa e di conseguenza alle ore 7,30 sveglia per andare a Messa nella Chiesa Parrocchiale alle ore 08,00 . Si celebrano i 35 anni di Sacerdozio del nostro Monsignor Fechet : la Chiesa è gremita all’inverosimile , giovani ed anziani nei classici costumi locali , tutti partecipano in modo attivo alla celebrazione con canti in lingua locale . Al termine della celebrazione Monsignore ci ha ufficialmente presentati alla comunità preannunciando il nostro prossimo ritorno per il lavoro reale . Colazione frugale e immediata partenza direzione Husi , cittadina di 26.000 abitanti situata a circa 200 Kg di distanza in mezzo ad una natura incontaminata coltivata prevalentemente  a vite e a cereali . Per kilometri e kilometri la strada è corsa via senza che incontrassimo neanche una casa o un mezzo di trasporto , cavallo o auto. Alle 12,15 siamo arrivati a Husi , Mons Fechet è entrato in Chiesa per officiare la confessione ai fedeli presenti alla S.Messa , mentre noi , dato che avevamo già partecipato alle sacre funzioni a Barticesti , abbiamo atteso al fresco dell’ombra del campanile fuori dalla Chiesa. Momento di panico quando Alessio ha iniziato a intrattenere 2 bambini piccoli fuori dall’edificio con le bolle di sapone che il vento spingeva dentro la Chiesa ; per un secondo , visto lo stupore delle 2 creature, abbiamo temuto un’uscita in massa  di tutti i bambini presenti ai quali era dedicata la funzione. Terminata la Messa è iniziata la visita alla sede delle Suore Francescane Missionarie di Assisi , denominata “ Raggio di sole “ che accoglie 10 bambini ammalati di Aids ed handicappati fisici o psichici . La struttura attuale è abbastanza fatiscente , e non ci ha fatto una bella impressione ( camere piccole da 4 posti con letti a castello ) ma fortunatamente subito accanto al vecchio ambiente è già in fase di realizzazione la nuova , moderna e funzionale struttura che , una volta completata , accoglierà 12 bambini ammalati di Aids . Le Suore sono anche impegnate in un progetto di Prevenzione dell’abbandono degli anni scolastici , accogliendo un centinaio di bambini che quotidianamente e con gioia frequentano il doposcuola dal momento che è preceduto da un pasto abbondante . Durante il pranzo che si è svolto in modo comunitario nel refettorio dell’Istituto con tutte le 23 Consorelle ( Suore , Novizie e Postulanti ) e con 4 ospiti italiani , abbiamo approfondito la possibilità di una fattiva collaborazione fra H.H.P.P. e questa realtà missionaria .  Una Suora ci ha illustrata la realtà dei bisogni più impellenti ed abbiamo capito che tutti i loro sforzi sono indirizzati nella realizzazione della nuova struttura ; questo progetto richiede un impegno finanziario di circa 300.000 (trecentomila) €uro !!! Le povere finanze dell’ H.H.P.P. ( e sicuramente il pensiero preoccupato del Tesoriere Antonio ) ci hanno fatto sobbalzare ; fortunatamente per noi abbiamo saputo che le Suore hanno già finanziato una parte del progetto anche se la strada per reperire l’intera cifra è veramente lunga . Ci siamo immediatamente impegnati in base alle nostre possibilità a contribuire alla realizzazione di questa nobile opera , e subito abbiamo lasciato un nostro contributo . Dopo gli infiniti ringraziamenti a tutti noi per il nostro impegno , siamo ripartiti alla volta di Iasi . Questa volta c’era una novità nell’autista : il Dr George ancora una volta si è cimentato alla guida in un paese di missione e, a parte qualche rischioso sobbalzo in buche improvvise nell’asfalto , tutto è andato per il meglio , grazie anche alla presenza “ dell ‘ angelo custode “ . A Iasi , mentre Monsignore si è recato in Vescovado , noi ci siamo sgranchiti un po’ le gambe visitando la città e ben 3 Chiese Monumentali . Rientrati in tempo per la cena nella casa delle Suore a 50 metri dall’Ospedale , abbiamo concluso la serata in letizia con i palloncini e i giochi di Alessio e molto concretamente gettando le basi con Mons Fechet , responsabile della gestione dei poliambulatori , delle nostre future missioni sanitarie operative e della collaborazione per mezzo dell’ ADOZIONE DI UN PEDIATRA che faccia servizio almeno trisettimanale negli ambulatori sempre così affollati . Non vi abbiamo forse ancora detto  che in questo grande poliambulatorio non è stato finora possibile assicurare la presenza di un pediatra date le difficoltà economiche per assumerlo . L’ H.H.P.P. si è sobbarcata l’onere di farlo , assicurando il salario per 1 anno allo specialista dei bambini. Stanchi ma felici per quanto abbiamo fatto in questi giorni di missione per la nostra Associazione , andiamo a prendere qualche ora di sonno ristoratore ( adesso sono le ore 23,15 e domattina ci dobbiamo svegliare alle ore 04,00 !!! ).
LE COSE DIFFICILI NON CI FANNO PAURA , E’ LA PAURA CHE RENDE LE COSE DIFFICILI !



Lunedì 26 giugno 2006
Come una palla di fuoco incandescente il sole appena alto all’orizzonte illumina riscaldando la schiena curva sulla zappa di due donne al lavoro nei campi già alle 5 di mattina , e noi siamo già in cammino sul pulmino guidato da Monsignor Fechet direzione Bacau Aeroporto . Saluto affettuoso di Sr Damiana che fiduciosa aspetta il nostro provvidenziale ritorno, e via veloci lungo la strada a tratti immersa in una nebbia autunnale . Durante il percorso quanti pensieri affollano la mente e il cuore dei nostri volontari in missione : Alessio ripensa con gioia ai  momenti di allegria che anche stavolta è riuscito a donare con i suoi scherzi ed i suoi giochi a questi poveri bambini che quasi sicuramente mai avevano visto dei palloncini così simpatici ; Mariano , alla prima esperienza realmente vissuta in terra di missione, ha il cuore affollato da mille immagini e suoni , e i volti dei bambini malati e abbandonati lo accompagneranno sicuramente per sempre ; Massimo ripercorre nella mente e nel suo cuore la poverissima realtà sanitaria di questo paese e da persona  super-organizzata quale egli è , pensa e penserà per molti giorni ancora a cosa organizzare per aiutare tecnicamente queste popolazioni bisognose ; il Dr George non può che tornare a casa da questa ennesima esperienza umanitaria in paesi a noi stranieri portando con sé un risultato ultrapositivo per l’ H.H.P.P.
Insieme agli altri componenti del gruppo ha gettato le basi per partecipare al progetto della costruzione della casa di accoglienza per i bambini malati di Aids ed handicappati nella cittadina di Husi e per iniziare anche in Romania l’attività di camp sanitari veri e propri nell’Ospedale di Barticesti .
Anche in questa terra a noi così vicina come distanza kilometrica , ma così lontana per tutto quello che concerne la possibilità di una vita vissuta in modo accettabile , molto è sicuramente quello che tutti noi volontari dell’Associazione potremo fare : il nostro impegno per la Romania si affiancherà a quello delle altre realtà progettuali in corso e cosi :
IL SOGNO UMANITARIO CONTINUA !