Obiettivi:
Visite mediche, vaccinazioni, distribuzione beni di prima necessità, pianificazione adozioni a distanza.
Partecipanti:
Dr. Giorgio Martini (broncopneumologo) - D.ssa Maria Giovanna Testai (pediatra) - D.ssa Gabriella Ravalli (pediatra) - Cinzia Spagnolo (farmacista) - Nella Cerino (infermiera ) - Elisabetta Sarti
Martedì 9 maggio 2006
Buongiorno Italia, oggi andiamo in trasferta; di buon ora partitiamo alla conquista della città di Candeias. Vi anticipiamo che il compito di oggi non è stato per niente facile, dal momento che la cottura a puntino di tutti i volontari dell’H.H.P.P. ha appesantito notevolmente il lavoro da svolgere. Uscendo da Salvador si è presentato il tipico scenario delle “favelas”, l’orizzonte era delineato da chilometri e chilometri di casupole fatiscenti abbarbicate le une alle altre, a cui una natura generosa, faceva da cornice con meravigliose palme. Dopo aver coperto un tragitto di 50 chilometri circa di una discreta superstrada senza che il nostro “autista d’eccezione”, Dr. George, mostrasse alcun segno di cedimento, siamo arrivati a Candeias, piccola cittadina collinare con vista sul mare, sulle cui rive vi è anche una raffineria di petrolio. Dopo aver marcato visita, come al solito, in una farmacia, abbiamo anche acquistato 80 confezioni di biscotti da distribuire ai bambini della scuola Sậo Francisco di Candeias, gestito dalle suore francescane. Anche qui una calorosa accoglienza con sorrisi, canti e disegni, oltre che una moltitudine di bambini e genitori che affollavano i locali chiedendo di essere visitati. Ci siamo divisi in due gruppi: la dott.ssa Gabriella ha iniziato a smaltire le inaspettate visite assistita da Nella e dalle suore; l’altro gruppo ha provveduto alla raccolta dei dati dei bambini della scuola per portare avanti il Progetto Jeevan. 55 bambini poveri di Candeias sono pronti per essere adottati dalle più generose famiglie italiane e non solo, dato che ultimamente sono arrivate adesioni al progetto anche dalla Svizzera. Non ci sono mancati caldo e lavoro, ma anche un piacevole pranzo con tutte le suore. Ben presto ci siamo ricongiunti tutti per portare a termine le visite, che sono state 92, e distribuire a tutti le medicine occorrenti. Non abbiamo rilevato patologie particolari, ma siamo stati profondamente colpiti dall’estrema povertà di queste famiglie evidenziata anche dalla tristezza che si poteva leggere nei loro occhi, soprattutto dei bambini. Per chiudere la giornata una foto ricordo con Irma Luzia, la prima suora brasiliana a far parte dell’ordine francescano di Todos Os Santos. Sulla strada del ritorno, con il buio della sera, le favelas sono apparse come un grande presepe illuminato di tante piccole luci, a ricordarci che ad ognuna corrispondeva una povera famiglia brasiliana. In questo scenario, abbiamo visto l’H.H.P.P. come LA STELLA COMETA CHE INDICA IL CAMMINO DELLA SPERANZA