Obiettivi:
Visite mediche, vaccinazioni, distribuzione beni di prima necessità, pianificazione adozioni a distanza.
Partecipanti:
Dr. Giorgio Martini (broncopneumologo) - D.ssa Maria Giovanna Testai (pediatra) - D.ssa Gabriella Ravalli (pediatra) - Cinzia Spagnolo (farmacista) - Nella Cerino (infermiera ) - Elisabetta Sarti
Sabato 29 aprile 2006
Questa volta il caldo sole non ha accompagnato il viaggio di avvicinamento a Roma dei volontari che hanno iniziato oggi l’ottava missione umanitaria nel mondo dell’H.H.P.P. ; anzi per tutta la strada è stato uno scrosciare rumoroso di acqua a catinelle , ma questa cattiva stagione niente ha potuto nel confronto con il calore amoroso che pervade già da oggi tutti i loro cuori . Questa volta 6 sono gli avventurieri che si spingeranno nella terra del sole e del pallone , quel Brasile che già due di loro avevano avvicinato nel 2005 e che domani li accoglierà tutti con la sua voglia di vivere e di divertirsi nonostante tutto . Della compagine fanno parte il Presidente dell’Associazione Dr Giorgio Martini , le Pediatre Dr.ssa Maria Giovanna Testai di Monsummano Terme e Dr.ssa Gabriella Ravalli di Arezzo , la Farmacista Dr.ssa Cinzia Spagnolo di Montecatini , l’Infermiera Cerino Nella dell’Ospedale di Pescia , e la giovane volontaria Elisabetta Sarti che con la sua freschezza di cuore riuscirà sicuramente a far sorridere tutti quei poveri “ bambini di strada “ . Ci aspetta la città di Salvador de Bahia dove le Suore ( per la precisione della stessa Congregazione di quelle dell’India e di Montecatini Alto ) ci hanno avvertito che ci sono tante persone malate che aspettano con ansia il nostro arrivo. Sanno che, per tutto il tempo che H.H.P.P. sarà in Brasile, avranno l’opportunità di essere sottoposti a visite mediche gratuite , di avere gratuite anche le medicine necessarie ai loro problemi sanitari ; i bambini poi , quelli soli e abbandonati dalle famiglie che vivono soli nelle strade e nelle strade subiscono ogni tipo di violenza , saranno avviati al programma di adozioni a distanza Jeevan , e potranno così avere l’opportunità di sperare in un mondo migliore . Adesso sono le ore 23,40 ed è veramente l’ora di andare a letto perché domattina per tutti loro la sveglia suonerà alle ore 04,30 !!! perché alle 05,00 dovranno trovarsi al chek-in dell’Aereoporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Ricomincia l’avventura dei volontari dell ‘ H.H.P.P... e non solo metaforicamente , perché questa volta sono state portate al seguito n. 6 borse ( più spiritosamente chiamate “ il morto “) della misura di cm 100 x 40 x 40 e del peso di più di 30 Kg ciascuna , strapiene di medicinali , materiale da medicazione , vestiti , giocattoli , materiale il più vario che risulterà molto utile per la riuscita di questa missione . Che sia un’avventura il trasportare questi “ morti “ i nostri ne hanno avuto dimostrazione al momento di consegnarli al facchino dell’Albergo per riporli nel deposito bagagli ; “ Scusate se mi permetto “ ha detto il facchino “ ma cosa avete dentro questi borsoni ? Noi ne muoviamo tante di valigie , ma per fortuna di voluminose e pesanti così ne vediamo molto raramente !”. I nostri hanno sorriso con la bocca , ma il loro cuore ( soprattutto quello del Presidente ) si è preoccupato molto pensando al chek – in dell’indomani mattina . Sicuramente in un momento di difficoltà come questo li conforta il pensiero di tutte quelle numerose persone di buona volontà che li seguono , li apprezzano per i sacrifici che affrontano , pregano per loro in tutte le forme possibili e sicuramente aiuteranno la realizzazione positiva di questa nuova missione umanitaria.
Domenica 30 aprile 2006
Come era nella mente di tutti noi , alle ore 04,30 le suonerie , le più varie nelle camere dei volontari , hanno iniziato a fare il loro dovere ; Elisabetta è andata a bussare alla camera del Dr George , che era già alzato , e poi ha suonato alla camera 2055 che doveva ospitare Cinzia e Maria Giovanna . In realtà un secondo dopo aver suonato ha realizzato che la camera non era quella , ma la 2059 ; è corsa nel corridoio , lontana dal “ luogo del delitto “ , ha svegliato le due dottoresse , per tornare poi di corsa in camera ( fortunatamente nessuno ha risposto dalla malcapitata 2055 e tutto è finito bene ). Scesi nella hall dell’albergo , un facchino diverso da quello della sera precedente , dopo aver stralunato gli occhi vedendo tutti quei 12 immensi bagagli + altri 13 bagagli a mano che era suo compito trasportare fino all’ingresso dell’aereostazione , anche lui ha chiesto al Dr Martini , in quel momento rimasto solo a dirigere il traffico – borse e borsoni - come avrebbe fatto a portarli tutti da solo al chek-in ; rassicurato sulla imminente presenza di altri 5 volontari , ha iniziato a posizionare il tutto sul camioncino . Appena arrivati davanti all’ingresso del terminal B , dopo aver caricato all’inverosimile i 6 trolley necessari , i volontari dell’H.H.P.P. sono entrati all’interno del Leonardo da Vinci ; si sono diretti verso il desk della Compagnia TAP Air Portugal , dove una solerte , ma molto gentile addetta , ha iniziato con pazienza a registrare passeggeri e bagagli . Momenti di notevole tensione per tutti noi ( pensate solo al vedere un angolo intero del desk chek-in occupato dai nostri 25 bagagli !)ma poi fortunatamente tutto è andato per il meglio ed è stato necessario solo far conto sulla prontezza e sulla lucidità di Cinzia che , accortasi che un “morto” pesava addirittura 36 Kg , ha fatto velocemente scivolare sulla bilancia una valigia di neanche 25 Kg e così la “ umanitaria “ impiegata ha potuto chiudere forse tutti e due gli occhi ed ha continuato nella registrazione degli altri bagagli. Nessun problema al passaggio ai metal detector (addirittura a Gabriella e Nella è stato permesso di portare in volo un paio di forbicine dimenticate nel bagaglio a mano) , imbarco e partenza in orario e via a spiccare il volo nel cielo di Roma destinazione B R A S I L E ! L’avventura adesso è veramente iniziata , e dal momento che , come diceva Martin Luter King , “ se i sogni non si realizzano è solo colpa della poca buona volontà che viene messa in gioco dai partecipanti “ , sicuramente alla fine di questi giorni di missione il sogno di aiutare il maggior numero possibile di poveri brasiliani sarà pienamente portato a termine , perché Cinzia , Elisabetta , Gabriella , Maria Giovanna , Nella e Dr.George , fin dall’inizio hanno messo tutto se stessi in questa nuova missione sotto il nome della nostra comune Associazione Umanitaria. In orario come un orologio … brasilero , alle 14,45 ora locale siamo arrivati a Salvador dopo un lungo viaggio con molte turbolenze allorquando abbiamo attraversato l’equatore , ma in ultima analisi molto buono. Alla consegna dei bagagli abbiamo avuto la piacevole sorpresa di vederli arrivare tutti e quando al Funzionario della Dogana che ci chiedeva cosa mai ci fosse dentro tutti quegli enormi borsoni, abbiamo risposto che contenevano solo abiti e giocattoli per i bambini poveri , ci ha fatto un bel sorriso e ci ha fatti transitare senza altri problemi . Appena usciti abbiamo ricevuto il “caloroso” saluto dal clima tropicale brasiliano ( un soffocante caldo umido che ha fatto contrasto stridente , o per meglio dire , bagnante , con i nostri abiti italiani ); ma ancor più caloroso è stato l’abbraccio che le nostre amate Suore , prima fra tutte la Superiora del Brasile Sr Emily , hanno riservato ad ognuno di noi , dai veterani ai nuovi arrivati . E’ stato un momento di grande commozione e per qualcuno ancora più che ad altri . Caricate 3 macchine con i bagagli, ci siamo avviati verso la nostra accoglienza in questi giorni di missione brasiliana , la Casa Belem di Amaralina (Casa Belem significa Casa del pane , perché le Suore offrono il pane materiale e quello spirituale ai poveri diseredati delle Favelas di Amaralina). Sana doccia ristoratrice , leggera cena condita con tanto amore e riconoscenza dalle Suore e poi … tutti a nanna perché domani ci aspetta il lavoro di sistemare tutto il materiale portato con noi e prepararlo per l’inizio delle visite di martedì 2 Maggio .
Adesso possiamo dire che la 2° missione umanitaria di H.H.P.P. in Brasile ha veramente inizio !
Lunedì 1 maggio 2006
Anche stamani le sveglie dei volontari dell’H.H.P.P. sono entrate in funzione circa alla stessa ora del giorno precedente , non quelle più o meno meccaniche che ciascuno ha portato al seguito , ma quelle biologiche legate al fuso orario . Tutti sono rimasti a poltrire nei propri letti e alle 7,00 dal momento che le Suore si apprestavano ad andare a Messa nella Chiesa della Parrocchia di Amaralina dedicata a S. Giuseppe , non provenendo alcun segno di vita dalla zona della clausura femminile che ospita le donne del gruppo, il Dr George si è incamminato da solo insieme alle Sorelle Francescane per andare a Messa. Il ricordo della gioia sincera che pervade tutti i partecipanti alla cerimonia religiosa era sempre vivo nella mente del Presidente , ma oggi , se è possibile , è rimasto ancora più sbalordito e affascinato da questo modo spontaneamente festoso di vivere la celebrazione religiosa : canti religiosi partecipati da tutti i presenti dall’inizio alla fine della messa , omelia da parte del Sacerdote che più di una volta ha fatto sorridere tutti gli astanti , offerta degli strumenti dei vari mestieri in onore di San Giuseppe . Un segnale per tutti della partecipazione viva e sentita è il momento dell’offertorio, quando gli stessi presenti vanno verso l’altare a portare quel poco di denaro che possono donare , segno del desiderio di dare agli altri più bisognosi . Nonostante il Dr George non comprenda quasi niente della lingua brasiliana , è arrivato a capire che il Sacerdote poneva l’accento sul valore del lavoro e non solo di quello remunerato per vivere una vita dignitosa , ma anche di quello volontario per aiutare i più deboli . Da qui a parlare a tutta l’assemblea del lavoro che l’indomani avrebbero iniziato i volontari venuti dall’Italia ( pediatri e “clinico” ) è stato più che naturale , come spontaneo è stato per il Padre di invitare il Dr George a parlare davanti a tutti . Naturale per lui , ma non certo per il Presidente dell’ H.H.P.P. il quale , non sapendo neanche una parola di portoghese ha potuto solo sorridere molto a tutti e assecondare con la testa a quello che riusciva a capire delle parole del Sacerdote. Grande applauso finale con la promessa che il paziente n. 1 per il clinico sarebbe stato lui e il n.2 Moca ( l’autista – aiutante tutto fare delle Suore) , nuovo sorriso di ringraziamento e via verso la fine della Messa. Di ritorno a Casa Belem è stato raccontato della Messa particolare suscitando rimpianto per chi , già sveglio , non si era reso conto della partenza per la funzione religiosa. Il gruppo si è dedicato all’organizzazione del lavoro per l’indomani , suddividendo tutti i farmaci e gli altri strumenti sanitari portati dall’Italia , organizzando le postazioni visita dei 3 sanitari e quelle della registrazione dei dati . All’ingresso sono state sistemate ai lati della scala 2 bandiere dell’Associazione per indicare la nostra presenza. I sei volontari , al termine delle operazioni di cui sopra , soddisfatti del risultato ottenuto , si sono sentiti ancora più carichi e motivati nel loro spirito umanitario .
In altre parole "PRONTI PER PARTIRE"!
Martedì 2 maggio 2006
La giornata brasiliana si è presentata agli occhi dei volontari dell’H.H.P.P. con un bel cielo terso ed un vento asciutto che aveva finalmente ripulito l’aria dall’umidità opprimente dei giorni precedenti . Il gruppo , svegliatosi sempre di buon ora a causa del fuso orario, ha deciso di comune accordo di fare una passeggiata lungo il mare onde caricarsi di iodio e di energia positiva per affrontare il fitto calendario di impegni che da lì a poco li attendeva . Dopo la solita “ frugale colazione “ ( le Suore ci coccolano al massimo con ogni genere di golosità !) alle ore 9 circa abbiamo iniziato l’attività di ambulatorio . Le postazioni sono state così distribuite : i Medici tutti insieme nella Sala Danza con i loro spazi sanitari attrezzati con mezzi di fortuna ; Nella che si adoperava instancabile nella doppia veste di Infermiera e di interprete ; Cinzia e Elisabetta nelle loro postazioni computer nella farmacia improvvisata gestita sempre dalla nostra Super-Farmacista . Elisabetta naturalmente non ha potuto ( e voluto !) dimenticare la propria natura di clown e , appena possibile , abbandonava il computer per dedicarsi completamente alla “ palloncinologia e palloncinomania “. Le visite si sono protratte fino a pomeriggio inoltrato con una cadenza piuttosto tranquilla , portando al risultato di 65 visite effettuate a bambini ed adulti , tutte concluse con consegna gratuita dei farmaci necessari . Fra tutte meritano di essere segnalate le visite a 2 sorelle molto sottopeso e con bassa statura per le quali le nostre Pediatre Gabriella e Maria Giovanna hanno disposto ulteriori accertamenti diagnostici sempre finanziati dall’H.H.P.P.; il Dr George si è quindi cimentato con una Signora di 87 anni la quale con molto orgoglio ha detto di sentirsi molto bene e che era venuta per essere rassicurata sul motivo di alcuni piccoli fastidi transitori . La visita si è conclusa con un bel sorriso e una terapia vitaminica x 15 gg . Abbiamo terminato la visite mediche giusto in tempo per goderci lo spettacolo della cena offerta quotidianamente dalle Suore ai bambini poveri della Scuola : un bel piatto di pasta e fagioli con carne che rappresenta un importante complemento all’istruzione scolastica , tanto è vero che viene servito direttamente sui banchi … come a dire “ Mens sana in corpore sano “. Una veloce doccia è servita per riprendersi dalle fatiche della giornata e così rinvigoriti siamo partiti alla volta della Chiesa Parrocchiale ove , dopo la S.Messa , abbiamo assistito alla distribuzione gratuita del Pane di Sant’Antonio ai poveri della comunità . Durante la funzione il Parroco non ha perso occasione per ricordare ai fedeli la presenza dei Volontari dell’Associazione , invitando tutti a presentarsi alla Casa Belem per cogliere questa opportunità umanitaria loro offerta . Il ritorno verso casa ha visto il gruppo sanitario ancora una volta impegnato in un soccorso “ Medico “ . O almeno così tutti si immaginavano : una donna di 45 anni , magra all’inverosimile , lamentava un mal di testa così violento da piangere vistosamente stringendosi la testa fra le mani . Numerose sono state le ipotesi diagnostiche e terapeutiche messe in campo dai sanitari e non , ma alla fine la causa vera è risultata ben più sconvolgente di ogni possibile malattia fisica : la fame , la “ VERA FAME “ !!! Da più giorni la donna non assumeva alcun alimento ed anche il pane ricevuto durante la funzione religiosa ,alla quale aveva partecipato arrivando a piedi da molto lontano, era gelosamente custodito nei sacchetti offerti , perché destinato a sfamare i 4 bambini della sorella morta . Suor Valsamma con il suo intuito dettato dall’esperienza di una vita vissuta in mezzo ai poveri , ha portato alla malcapitata un bel piatto di minestra con fagioli e carne , che le ha permesso di riprendersi velocemente per poter essere riaccompagnata nella sua misera casa dal custode di Casa Belem. Immaginatevi il cuore dei volontari quando si sono recati a tavola per gustare le deliziose pietanze preparate con bravura e amore da Sr Beena , la cuoca. Dalla solita finestra aperta nella speranza di un po’ di refrigerio , sopra all’oceano mai come stasera
"LE STELLE STANNO A GUARDARE"!
Mercoledì 3 maggio 2006
Stamani la nostra sveglia è suonata prima del solito, perché avevamo l’esigenza di uscire ad acquistare farmaci essenziali per patologie particolari riscontrate nei pazienti visitati ieri. Abbiamo trovato tutto il necessario con la spiacevole sorpresa del prezzo piuttosto sostenuto che però non ci ha limitati nell’acquisto . Tornati a Casa Belem abbiamo iniziato il nostro lavoro con una nutrita schiera di pazienti già in attesa di essere visitati . Solite patologie frutto della estrema povertà di queste popolazioni , ma un numero sempre crescente di casi di denutrizione marcata sia infantile che dell’ età adulta . Fra i casi particolari il più giovane paziente visitato fino ad ora dalla Dr.ssa Maria Giovanna , il piccolo Mateus di solo 15 giorni di vita ; il piccolo Icaro dell’età di 1 mese giunto all’osservazione della Dr.ssa Gabriella e dell’Infermiera Nella con un diffuso quadro di candidosi orale e genitale che lo portava a piangere senza tregua ; 2 sorelle di 3 e 4 anni Bruna e Brenda , denutrite e affette da una grave bronchite catarrale con febbre . Oggi è tornata a visita anche la piccola Bianca , una bimba di 3 mesi di età alla quale ieri era stata diagnosticata una broncopolmonite con febbre a 38.7° ,per la quale si era reso necessaria la somministrazione di una dose di antibiotico iniettivo . Al controllo è risultata sfebbrata e migliorata nelle condizioni generali ; domani tornerà per un nuovo controllo e probabilmente per una nuova dose di antibiotico .Sr Emily ci ha informato che in questi casi le mamme, non avendo la disponibilità finanziaria per poter pagare una visita medica , si affidano alla buona sorte non essendo prevista alcuna assistenza gratuita pubblica neanche per i più poveri . Nel vedere oggi la piccola Bianca nettamente migliorata , ci siamo resi conto di quanto sia importante il nostro lavoro direttamente portato ai più poveri insieme all’aiuto economico di tutti i benefattori che costantemente credono nell’H.H.P.P. Una ulteriore dimostrazione di ciò si è avuta anche incontrando per strada una delle pazienti visitate ieri , che ci ha calorosamente ringraziati per il beneficio immediato ottenuto per i suoi dolori dalla nostra terapia . Le nostre public relations hanno avuto oggi un’impennata : a pranzo sono venute a trovarci le 2 Suore della missione di Candeias , Sr Omana e Sr Beency , con le quali abbiamo programmato una giornata nella prossima settimana da dedicare alle adozioni a distanza per i non dimenticati bambini di Boca de Logo ; al pranzo era inoltre presente una Dottoressa Pediatra di Salvador che attualmente si dedica a tempo pieno all’agopuntura che esercita nella propria Clinica privata , la quale ha chiesto al Presidente un finanziamento per un progetto non ben identificato e non meglio definito . Il Dr George senza nessuna remora reverenziale , ha diplomaticamente detto alla Dottoressa che il suo progetto non rientrava nel campo operativo umanitario dell’Associazione e che per il momento non poteva prendere nessun impegno in tal senso . Per la cena abbiamo poi avuto la sorpresa e l’onore di un invito da parte del Padre Direttore della Scuola Casa Belem P. Giurassy che insieme al Vescovo Ausiliario di Salvador ci hanno fatto gustare la cucina tipica brasiliana : il churrasco . Inebriati dalla moltitudine di colori e sapori dei piatti di questa calda terra , diamo l’appuntamento a domani per nuove visite nei nostri ambulatori così ambiti da questa povera gente … e la missione continua !!!
Giovedì 4 maggio 2006
Quando il Dr George si è svegliato in un bagno di sudore con il sole che già inondava la sua cameretta , ed ha gettato uno sguardo alla fidata sveglietta posizionata sulla sedia accanto al letto , è rimasto di sasso a vedere che la cifra che si presentava ai suoi occhi corrispondeva alle ore 04,30 !!! Sarà stata la stanchezza , sarà stata la caipiroska della sera precedente , sarà stato il sole già caldo del mattino , ma la giornata appena iniziata si presentava di un caldo soffocante così come la nottata appena trascorsa. Al solito raduno associativo delle ore 07,00 anche le donne della missione hanno comunicato di avere trascorso la notte nel caldo più soffocante , e tutti insieme abbiamo deciso di andare a respirare un po’ di fresca aria di mare . Una breve passeggiata ristoratrice è stata necessaria per ricaricare le nostre energie e partire con l’ambulatorio del mattino . Alle ore 09,00 i locali di Casa Belem erano già pieni zeppi di uomini , donne e bambini in attesa che si desse inizio alle visite . Anche oggi è tornata a visita di controllo la piccola Bianca , molto migliorata nella sua broncopolmonite tanto da permettere la sospensione della terapia antibiotica intramuscolare sostituita da quella orale . Alla fine della intensa giornata di lavoro abbiamo contato 148 visite ; fra le patologie più frequenti “funghi della pelle“, infezioni delle vie respiratorie, asma , allergie , parassitosi intestinali , artrosi , ipertensione arteriosa , diabete mellito , malnutrizione ( per mancanza di soldi !) , cefalea da anemia cronica .Fra i casi particolari una bambina di 10 anni con una estesa infezione da Herpes Zoster ( “ fuoco di San Antonio “) della parete toracica , e una grave forma di scabbia che interessava un’ intera famiglia . Anche oggi a tutti coloro che si sono presentati alla nostra osservazione sono state consegnate gratuitamente le medicine necessarie per la terapia . Abbiamo preso accordi con un locale laboratorio di analisi per garantire esami urgenti e gratuiti a chi ne ha bisogno, utilizzando i fondi dell’Associazione . Dal momento che la vita “ mondana “ dei volontari dell ‘ H.H.P.P. si era pienamente espressa nella giornata di ieri , questa sera , vista anche la notevole mole di lavoro portata a termine , non ci resta altro che … prima di avviarci ad un meritato sonno ristoratore , una tranquilla cena in … clausura , in compagnia delle nostre dolcissime Sorelle . A tutti quelli che ci seguono : BOA NOITE
Venerdì 5 maggio 2006
Sono le ore 22,30 e i sei volontari dell’H.H.P.P. sono a compiere l’ultima loro missione della giornata , il diario quotidiano ,nella speranza che gli amici italiani partecipino alla loro avventura . Ogni giorno che passa l’affluenza ai nostri ambulatori è sempre maggiore : oggi abbiamo raggiunto quota 174 visite che hanno messo a dura prova il nostro fisico ma rafforzato enormemente il nostro spirito missionario. Dal mal di schiena di Cinzia e del dr George alle caviglie gonfie di Nella , dagli occhi semichiusi della Dr.ssa Giovanna ai riccioli sempre più sconvolti della Dr.ssa Gabriella , dalla incontenibile irruenza affettiva donata a piene mani a tutti i bambini da Elisabetta alla presenza discreta ma essenziale delle nostre insostituibili Suore , tutti siamo oltremodo stanchi ma con il cuore sempre più pieno di gioia. L’attività di oggi ha sicuramente aiutato tanti poveri brasiliani e in particolare il più piccolo paziente fino ad ora visitato , un pargoletto di 10 giorni di età , Joao all’anagrafe, che con i suoi occhietti neri ha rallegrato la fine serata di ambulatorio ; Pedro , un esempio di grave denutrizione con addome batraciano ,aumento di volume del cranio e occhi profondamente tristi ; 6 casi di scabbia generalizzata con eruzioni pruriginose rese ancora più fastidiose dalle condizioni climatiche . Nel corso delle visite sono state distribuite numerose confezioni di latte artificiale con relativi biberon, farmaci per le più svariate patologie , senza dimenticarsi dei palloncini , caramelle , bamboline e giochi i più vari. Domani alle ore 09,00 ricomincerà l’ambulatorio con la solita ressa di bisognosi in attesa di una speranza perché anche in Brasile :
DOMANI E' UN ALTRO GIORNO
Sabato 6 maggio 2006
Stamattina la sveglia non ci è stata data dal solito caldo sole, ma dal vento, dalla pioggia battente e dal rumore del mare in burrasca. La scuola il sabato è chiusa, quindi non c’erano nemmeno gli allegri schiamazzi dei bambini a riempire le stanze di Casa Belem. Nonostante il temporale, come programmato da ieri, ci siamo recati a fare acquisti importanti in farmacia; visto che quelle vicino alla scuola non erano sufficientemente fornite, Sr. Valsamma ci ha portato ad un grande centro commerciale nella zona “bene” di Salvador. Abbiamo trovato il necessario compresi spazzolini da denti per bambini e dentifrici per iniziare anche in Brasile il progetto di salute dentaria già avviato durante le missioni in India. Data la lontananza, siamo rientrati un po’ in ritardo trovando le persone già in attesa nei locali d’ingresso; pur nella tragedia costante dei casi personali, dobbiamo dire che situazioni patologiche molto gravi non sono giunte alla nostra osservazione, ad eccezione di una madre con sei figli abbandonata dal marito avente come unica fonte di sussistenza saltuarie attività materiali, alla quale, viste le condizioni di grave denutrizione dei bambini, abbiamo dato appuntamento a domani per predisporre le schede per l’adozione a distanza. Le suore ci hanno assicurato che la quota mensile che regolarmente l’associazione invierà in questo bellissimo Paese, sarà sufficiente ad assicurare almeno il fabbisogno giornaliero di alimenti essenziali. Alla fine della mattinata inoltrata - abbiamo terminato alle 14.30 - si contavano 54 visite, sempre fra adulti e bambini. L’ora avanzata per il pranzo ha suscitato il bonario rimprovero della suora cuciniera, Sr. Beena, che ci ha accolto dicendo che tutto il nostro cibo era stato distribuito ai bambini poveri della scuola e noi ancora con più ilarità abbiamo risposto che allora doveva aver sfamato proprio tanti bambini, vista la quantità di cibo che si prodiga a preparare per noi ogni giorno. Nel pomeriggio, nonostante il perdurare della fitta pioggia, ci siamo addentrati a piedi nelle ruas della zona circostante Casa Belem, alla ricerca di artigianato locale da utilizzare nei mercatini dell’H.H.P.P. Non abbiamo trovato praticamente niente di utile ed interessante, ma per contro ci siamo immersi nella vita quotidiana “do bahiano do Nordeste”. Diverso , invece, lo spettacolo al Mercato Modelo del centro storico dove tutto è rivolto a catturare l’attenzione del turista. Ma “turisti” veramente particolari quali siamo noi non abbiamo ceduto alle lusinghe dello shopping sfrenato e alle 20.30 siamo rientrati per fare onore alla cena preparata secondo canoni indiani. Tramite Internet, che ci permette di mantenere i contatti con le nostre realtà affettive, i nostri cuori si sono animati di sentimenti contrapposti venendo a conoscenza di due notizie rilevanti: la tristezza della morte a Kabul di altri due militari italiani della forza di pace e la gioia dell’accoglienza positiva, comunicataci dal nostro caro Antonio, ricevuta dalla nostra associazione al Congresso Nazionale di Pediatria che si è svolto a Siena. Anche qui in Brasile, quotidianamente, la tristezza della realtà cui veniamo in contatto cercherebbe di avere il sopravvento, ma è sufficiente il sorriso di un bambino e gli occhi riconoscenti di una madre per darci tutta la carica necessaria ad andare avanti...questo ci dimostra che
LA VITA È COME UNA MEDAGLIA…HA SEMPRE DUE FACCE!!!
Domenica 7 maggio 2006
Oggi è domenica e la nostra giornata inizia con la partecipazione alla Santa Messa nella Parrocchia di San Josè da Amaralina . Si è ripetuto ai nostri occhi lo scenario della partecipazione attiva e sincera di tutti i presenti alla celebrazione , compresi i volontari dell’ H.H.P.P. . Anche questa volta il Parroco ha ricordato a tutti la nostra attività di volontariato a Casa Belem e dopo circa “solo” 2 ore siamo rientrati commossi da molte manifestazioni di affetto . La seconda parte della mattinata è stata dedicata al progetto Jeevan di adozioni a distanza con i primi 3 bambini che si sono presentati alla nostra attenzione : abbiamo rivisto il piccolo Joao Victor detto Pedro a tutti voi già noto dalla foto sul sito e ancora oggi il suo stato di denutrizione ci ha colpiti profondamente . Sono venuti poi Leonardo e Willian , due fratellini abbandonati dal padre , che vivono nella piccola misera casa dei nonni con la madre che non lavora ed altri 3 fratelli . Dopo queste storie di “ordinaria” povertà abbiamo intrapreso una passeggiata alla conoscenza della realtà della favela di Nordeste , il rione più malfamato e pericoloso di tutta la città ; sotto una incessante pioggia abbiamo attraversato il mercato domenicale della frutta e della verdura , “ricco” nei colori e negli odori ma poverissimo nei contenuti di vita . Fra tutte le mercanzie esposte , la nostra attenzione è stata attratta da un contenitore ricolmo di strani animali di colore nero petrolio , che ad una più attenta visione abbiamo identificato essere dei granchi . La fantasia è subito corsa ai nostri spaghetti allo scoglio ed abbiamo tremato all’idea di un tale piatto preparato con le bestiole di cui sopra . Addentrandoci sempre più fra le bancarelle improvvisate , siamo arrivati fino all’ abitazione ( se così vogliamo chiamarla !!!) di Reginaldo , il ragazzo cerebroleso già conosciuto nel 2005 , al quale abbiamo consegnato una quantità di farmaco antiepilettico che altrimenti la famiglia non potrebbe comprare . E’ stato un momento veramente particolare per quelli fra noi che non lo conoscevano ,mentre per chi aveva già avuto l’opportunità di incontrarlo lo scorso anno , è stato sconvolgente rendersi conto che un anno era passato invano per la sua misera condizione . Tornati a Casa Belem per il pranzo , le Suore hanno sorpreso le donne del gruppo con palloncini a forma di cuore ( realizzati dalla fantasia dell’ormai esperta Sr Ana Grazia ) e poesie per festeggiare anticipatamente le mamme , oltre che per salutare la partenza della Dr.ssa Giovanna che , per inderogabili impegni di lavoro , ha dovuto anticipare ad oggi la sua partenza . Subito dopo il pranzo , concluso con una torta decorata e con spumante locale , il sidro, tutti in aeroporto ad accompagnare con un abbraccio il viaggio di ritorno della nostra Dottoressa che ,prima di andare ha lasciato a tutti noi un pensiero sulla sua esperienza : “ Quando a Settembre 2005 sono partita da Casa Belem , ho sperato di tornarci. Oggi riparto con la gioia nel cuore per aver dato un po’ di me stessa a questi bambini poveri “
Lunedì 8 maggio 2006
La notte è stata abbastanza fresca dato un altro grosso temporale che ha scacciato un po’ di umidità , ma alle 06.15 le sveglie ci hanno richiamato al nostro dovere umanitario . Il primo impegno di oggi è stato : partenza ore 07.00 direzione Ospedale S. Antonio , dalla parte opposta di Salvador , fondato da Irma Dulce , una Suora Brasiliana che ha vissuto la propria esistenza come quella di Madre Teresa di Calcutta aiutando i più poveri e derelitti . La struttura si è presentata ai nostri occhi come un Ospedale moderno e ben attrezzato che soddisfa gratuitamente le necessità sanitarie dei meno abbienti , essendo completamente convenzionato con il locale Servizio di Assistenza di Salute Statale , cosa più unica che rara in queste realtà . La visita ci è stata utile per stringere un accordo con il responsabile medico per l’invio di pazienti bisognosi di accertamenti diagnostici , visitati in occasione delle nostre missioni o inviati direttamente dalle Suore di Casa Belem. Al rientro le solite visite quotidiane oggi giunte a 108 nonostante il numero ridotto dei Medici . Fra le patologie di rilievo un caso particolare di parassitosi intestinale da Endolimax nana , un ragazzo di 11 anni operato al cuore per una valvulopatia aortica neonatale e in ottima salute ma che non aveva mai fatto alcun controllo cardiologico dopo l’intervento per i soliti motivi finanziari, una bimba di 5 anni ancora allattata al seno materno di aspetto florido come quello della mamma . E’ giunta poi alla nostra osservazione Keilane , una bambina di 11 mesi con la giovane madre di 17 anni; storia di straordinaria povertà questa presentata ai nostri occhi ( tra l’altro il padre della bambina è il fratello di Reginaldo ) tanto che abbiamo immediatamente provveduto a preparare la scheda per l’inserimento nel progetto Jeevan. Al termine delle visite , abbiamo distribuito ai 180 scolari pomeridiani di Casa Belem pacchi spesa contenenti riso , zucchero , latte , fagioli , biscotti e pasta ; tutto ciò per dare un aiuto a questi bambini che sono tanto poveri da non potersi permettere il pagamento di una tassa scolastica né una cena decente a casa propria. La stanchezza che sempre più fa compagnia alle nostre giornate , come al solito ci assale e dal momento che anche domani dobbiamo svegliarci molto presto per andare a Candeias , inviamo a tutti voi che ci seguite con affetto un caloroso augurio di buona notte. Al termine del giorno , rinforziamo la nostra convinzione che il latte materno è un alimento fondamentale , specialmente in queste realtà , e quindi , anche qui e soprattutto in questo 8 maggio ci viene naturale concludere queste nostre considerazioni con una grande verità:
LA MAMMA E’ SEMPRE LA MAMMA !
Martedì 9 maggio 2006
Buongiorno Italia, oggi andiamo in trasferta; di buon ora partitiamo alla conquista della città di Candeias. Vi anticipiamo che il compito di oggi non è stato per niente facile, dal momento che la cottura a puntino di tutti i volontari dell’H.H.P.P. ha appesantito notevolmente il lavoro da svolgere. Uscendo da Salvador si è presentato il tipico scenario delle “favelas”, l’orizzonte era delineato da chilometri e chilometri di casupole fatiscenti abbarbicate le une alle altre, a cui una natura generosa, faceva da cornice con meravigliose palme. Dopo aver coperto un tragitto di 50 chilometri circa di una discreta superstrada senza che il nostro “autista d’eccezione”, Dr. George, mostrasse alcun segno di cedimento, siamo arrivati a Candeias, piccola cittadina collinare con vista sul mare, sulle cui rive vi è anche una raffineria di petrolio. Dopo aver marcato visita, come al solito, in una farmacia, abbiamo anche acquistato 80 confezioni di biscotti da distribuire ai bambini della scuola Sậo Francisco di Candeias, gestito dalle suore francescane. Anche qui una calorosa accoglienza con sorrisi, canti e disegni, oltre che una moltitudine di bambini e genitori che affollavano i locali chiedendo di essere visitati. Ci siamo divisi in due gruppi: la dott.ssa Gabriella ha iniziato a smaltire le inaspettate visite assistita da Nella e dalle suore; l’altro gruppo ha provveduto alla raccolta dei dati dei bambini della scuola per portare avanti il Progetto Jeevan. 55 bambini poveri di Candeias sono pronti per essere adottati dalle più generose famiglie italiane e non solo, dato che ultimamente sono arrivate adesioni al progetto anche dalla Svizzera. Non ci sono mancati caldo e lavoro, ma anche un piacevole pranzo con tutte le suore. Ben presto ci siamo ricongiunti tutti per portare a termine le visite, che sono state 92, e distribuire a tutti le medicine occorrenti. Non abbiamo rilevato patologie particolari, ma siamo stati profondamente colpiti dall’estrema povertà di queste famiglie evidenziata anche dalla tristezza che si poteva leggere nei loro occhi, soprattutto dei bambini. Per chiudere la giornata una foto ricordo con Irma Luzia, la prima suora brasiliana a far parte dell’ordine francescano di Todos Os Santos. Sulla strada del ritorno, con il buio della sera, le favelas sono apparse come un grande presepe illuminato di tante piccole luci, a ricordarci che ad ognuna corrispondeva una povera famiglia brasiliana. In questo scenario, abbiamo visto l’H.H.P.P. come LA STELLA COMETA CHE INDICA IL CAMMINO DELLA SPERANZA
Mercoledì 10 Maggio 2006
Ultimo giorno di lavoro a Casa Belem: già alle 6.00 del mattino una donna con un bambino si è presentata al cancello della scuola. Per noi occidentali può sembrare una cosa da niente, ma pensate alla necessità di salute che spinge una mamma ad arrivare da molto lontano per l’opportunità di una visita gratuita per il figlio e la consegna gratuita dei medicinali occorrenti. Le visite oggi sono iniziate prima del solito per poter dedicare poi il pomeriggio alla raccolta dei dati e delle fotografie dei bambini da inserire nel Progetto Jeevan. Consueta moltitudine di bisognosi si è presentata ai medici e all’infermiera per ricevere una visita, alla farmacista per la consegna dei relativi medicinali e alla nostra animatrice - computerista - segretaria - mascotte Elisabetta per la registrazione della scheda sanitaria. Alla fine della mattinata, alle ore 14.30 si contavano 86 visite. Il caso sicuramente più particolare e preoccupante è stato quello del piccolo Andrei, 15 mesi, nono figlio di una mamma di 36 anni di età, attualmente al quinto mese di gravidanza; il bambino presentava gravi difficoltà respiratorie, febbre elevata e uno stato generale di forte prostrazione. Consulto immediato fra i due medici che hanno deciso per una terapia iniettiva antibiotica più cortisone, invitando la mamma a tornare nel pomeriggio per un necessario controllo sull’evoluzione del quadro clinico. Alla visita del pomeriggio Andrei si è mostrato leggermente migliorato ma sempre grave, per cui è stata fatta una terapia inalatoria con broncodilatatore, dopo aver raccomandato alla mamma di ripresentarsi domani mattina alle 8.00; nel caso di peggioramento durante la nottata, le abbiamo consigliato il ricovero immediato in ospedale. E’ stato un momento veramente particolare al quale tutti comunitariamente abbiamo contribuito per il bene del bambino. Nella mattinata anche un altro piccolo paziente ha avuto necessità della somministrazione di un antibiotico per via iniettiva, nonostante i suoi strilli di protesta che hanno commosso tutti i “non pediatri”; il Dr. George, coadiuvato dall’infermiera Nella, ha rimosso tre punti dalla fronte di una bambina di 6 anni utilizzando mezzi di fortuna; infine sono stati effettuati stick urinari e analisi per la glicemia, data la curiosità dei pazienti di sapere della presenza o meno del diabete. Un momento di ilarità generale, che dalla sala visita è giunto fino alla farmacia-segreteria, è scattato quando una giovane paziente ha riferito a Sr. Valsamma, interprete per il dr. George, il suo disturbo: “mancanza dell’appetito… sessuale”…a chi ci legge lasciamo ogni altro commento!!! Dopo un allegro pranzo, alla fine del quale abbiamo consegnato a sorpresa un piccolo regalo per ognuna delle 6 suore, come già anticipato abbiamo compilato le schede per l’adozione a distanza. Tutti noi, un po’ tristi, abbiamo iniziato la preparazione dei bagagli per il ritorno, stanchi ma felici per aver aiutato tanti poveri fra i più poveri E IL CAMMINO DELL’H.H.P.P. CONTINUA…ALLA PROSSIMA!!!
Giovedì 11 Maggio 2006
Il caldo sole brasiliano, già alto all’orizzonte, saluta l’inizio dell’ultima giornata di missione dell’H.H.P.P. a Salvador de Bahia, quando come sempre alle 6.15 siamo tutti in piedi per recarci alle 7.00 alla messa dedicata dal parroco di Amaralina ai ringraziamenti più che di rito. Di fronte alla comunità parrocchiale, il padre con parole toccanti ha salutato ringraziando con affetto a nome personale e di tutti gli abitanti della zona i volontari dell’associazione per l’opera svolta in favore di questa povera popolazione. Ha ricordato la soddisfazione generale ed ha invitato il gruppo a ritornare il prima possibile, viste le richieste già pervenute da parte di molte persone, per continuare nell’opera umanitaria. L’emozione ha raggiunto il suo culmine quando al termine della messa ha ufficialmente ringraziato i volontari chiamandoli davanti all’altare e avvolgendoli in un caloroso abbraccio bahiano; anche la comunità si è associata al momento benedicendoci con le mani rivolte a noi, con canti e applausi. Terminata la funzione religiosa e salutati tutti i presenti siamo tornati di corsa a Casa Belem dove ci aspettava una visita di controllo, dopodichè ci siamo recati nel centro storico per qualche ultimo acquisto. L’ultimo pranzo con le suore è stato segnato anch’esso da profonda commozione e dallo scambio di ringraziamenti; l’attività di chiusura di questa missione brasiliana è stato poi l’ulteriore controllo dello stato di salute del piccolo Andrei, che purtroppo non ha fugato le preoccupazioni sulle sue condizioni: abbiamo praticato un’altra iniezione di antibiotico e cortisone, somministrato broncodilatatore con un aereosol di fortuna e abbiamo invitato la mamma a farlo controllare all’ospedale pubblico il giorno successivo.
A questo punto la nostra attività sanitaria è veramente terminata; dopo questi giorni si conta un totale di 786 visite, fra adulti e bambini, oltre alla consegna di un quantitativo considerevole di farmaci, latte in polvere, vestiti e giocattoli portati dall’Italia oltre che acquistati in loco. Tutti i volontari si ritengono veramente soddisfatti del risultato, visto anche il riscontro positivo che i pazienti hanno dato sull’esito delle cure.
Come consuetudine, al termine della missione registriamo un pensiero da parte di ognuno dei componenti:
Mi hanno colpito molto gli occhi di questi bambini, neri e grandissimi, in cui ho letto tante cose: tristezza, rassegnazione, stupore, ma anche gioia di vivere, calore, allegria, gratitudine e semplicità .E’ stata una esperienza bellissima con dei compagni di viaggio eccezionali a cui mi sono legata molto, con l’accoglienza e l’affetto delle suore sempre premurose,con il sostegno e l’incoraggiamento della mia famiglia e degli amici che mi hanno sempre seguito da lontano. Vi ringrazio tutti per ciò che mi ha dato questo viaggio che e’ stato anche un cammino dentro me stessa. Ho capito veramente cosa vuol dire AMORE. GABRIELLA.
Vado via con l’immagine negli occhi di quel bimbo, piccolo e magro, che spingeva con forza la carriola piena di calcinacci sotto la pioggia battente e prego il Signore che ci dia la forza di aiutarlo a portare quel peso. Vado via con l’immagine negli occhi dei bimbi della scuola riuniti a salutarci cantando e so che tornerò. NELLA
Dopo la missione in India di gennaio scorso mi trovo a scrivere le impressioni su questa nuova esperienza vissuta a così pochi mesi di distanza. Questo Brasile si è rivelato per me un po’ duro: a partire dall’arrivo all’aeroporto di Bahia, vedere i locali ricoperti di manifesti contro lo sfruttamento sessuale dei bambini da parte dei turisti mi ha colpito molto, così come mi hanno colpito i racconti delle suore e di Nella su quanto è violento e pericoloso il Brasile. La povertà che ho visto qui non è la stessa dell’India…è una povertà che fa rabbia…vedere le favelas così piccole, sporche e abitate da tante persone pigiate come le sardine, bambini per strada sporchi e scalzi, un bambino magro magro trainare una cariola sotto la pioggia per guadagnare 3 reais, uomini e bambini frugare in montagne di rifiuti o affondare con naturalezza il braccio in un cestino della spazzatura…registrare schede di persone che lamentavano debolezza, perdita di appetito, qualcuno addirittura anoressia, ed essere consapevoli che tutto questo è semplicemente dovuto alla mancanza di che mangiare fa una rabbia incredibile; viene naturale chiedersi che valore ha la “vita” per persone che pur di mangiare qualcosa sono disposte a tutto, per persone che vivono veramente alla giornata. Poi però, vedi anche uno splendido ospedale, con tanti dottori con il camice che camminano eleganti in corridoi puliti, con bambini vestiti con pigiamini puliti e scopri, quasi incredulo, che non sono bambini ricchi…ma piccoli poveri che trovano assistenza gratutita in un ospedale fondato da Irma Dulce. E poi vedi il lavoro del tuo gruppo e ti accorgi che negli occhi delle persone visitate, allo stesso tempo arrabbiati e rassegnati, c’è anche la riconoscenza per aver prestato loro attenzione e alleviato un po’ di sofferenza. E quando questa sofferenza non è troppo eccessiva vedi la festosità ed il calore dei bahiani: persone allegre cui piace cantare, ballare, giocare…continuamente. I bambini sono molto affettuosi, alcuni più di altri, e si divertono con un soffio…personalmente non ho avuto molto contatto con la gente, c’è stato veramente tanto lavoro da fare e il divertimento dei bambini poteva avere uno spazio limitato, ma ho comunque ricevuto molto da quei sorrisi e da quegli abbracci strinti e ho ricevuto molto anche nel vedere quello che insieme a tutti i miei compagni di viaggio siamo riusciti a realizzare qui. Ringrazio infinitamente ognuno di loro per tutto quello che mi hanno dato e per le splendide persone che sono. Ringrazio anche tutte le suore di Casa Belem e di Candeias…sono state fantastiche e tutti coloro che da casa ci hanno aiutato a realizzare la missione, ci hanno supportato e “sopportato”.Un abbraccio bahiano a tutti. ELISABETTA
La mia voglia di viaggiare insieme alla volontà di dare un piccolo aiuto a chi ne ha più bisogno, mi ha permesso di realizzare questa indimenticabile esperienza. Indispensabile il supporto della mia famiglia che mi ha incoraggiato e sostenuto in ogni momento. Loro sono la mia grande forza e qualcun altro si è aggiunto in questo viaggio per contribuire a tutto ciò. Un grazie di cuore alla nostra guida materiale, Dr. George, che mi ha fatto vivere quest’esperienza con la migliore tranquillità possibile, senza però perdere mai la profondità di tutti quegli occhi che ci chiedevano di tutto, di ogni singolo gesto o parola dedicata a chiunque si avvicinasse a noi. Indispensabile anche la guida spirituale delle nostre “sorelle indiane” che, con ogni loro abbraccio, bacio, sorriso e sguardo complice, mi hanno supportato in ogni situazione con profondo affetto. Infine, ma non per ultimo, prezioso l’aiuto delle mie compagne di viaggio con le quali ho condiviso ogni singolo momento ricevendo tanto conforto. Ritorno con molto più di un semplice ricordo di viaggio. Tutto questo è stato per me il Brasile con l’H.H.P.P., e forse non potrà mai essere in altro modo. CINZIA
E dopo tutte queste splendide parole che non sono affatto di circostanza ma sentite dal più profondo del cuore di ognuno dei partecipanti alla 8° Missione Umanitaria dell’ H.H.P.P. in terra straniera, cosa resta da dire al Presidente dell’Associazione? Non voglio certo dilungarmi sulla descrizione della realtà tragica che abbiamo ritrovato in Brasile, che abbiamo approfondito e che dovremo continuare ad esplorare per donare a quei poveri bambini con gli occhioni così grande almeno una speranza di vita e, se possibile, di una vita migliore. I miei carissimi amici e volontari meglio di me hanno ben descritto tutto ciò; a me solo un profondo ringraziamento a tutti coloro per la completa condivisone delle gioie, delle speranze, delle fatiche, delle sofferenze che insieme abbiamo vissuto in questi giorni in Brasile e senza la quale la missione non avrebbe avuto il successo che ha realizzato. Solo ho il piacere di mettere per iscritto due semplici pensieri per ognuna di loro che scaturiscono spontaneamente dal profondo del mio cuore: CINZIA professionalità elevata , organizzazione costante e senza riserve del lavoro quotidiano in farmacia e non solo, sensibilità sicuramente al disopra della norma e disponibilità completa ai bisogni più vari occorsi in questi giorni, non possono che fare pensare che per l’H.H.P.P. è stata una fortuna che sia entrata a fare parte dei suoi attivi collaboratori essendo certi che non ci priverà più della sua indispensabile opera; ELISABETTA la sua giovanile irruenza, la proverbiale dedizione incondizionata ai bambini e alle necessità del lavoro quotidiano, sono state una conferma del sentimento più che positivo che già per lei era stato formulato in India e sicuramente sarà la nostra mascotte in molte altre missioni; GABRIELLA superprofessionalità dettata dall’esperienza costante di un lavoro portato avanti con dedizione ed amore, condivisione affettiva delle forti sensazioni presenti nei cuori di tutti in questi giorni, carattere aperto e disponibile a tutto e a tutti, nei momenti di allegria come in quelli più seri di preoccupazione o tristezza, portano a formulare nei suoi confronti un sentimento di profonda stima ed affetto per tutto l’impegno profuso senza limitazioni in questa missione umanitaria e fanno augurare per il futuro di averla ancora fra i Medici operatori in terre lontane; MARIA GIOVANNA la personale conoscenza pluridecennale della sua professionalità, la condivisione della missione conoscitiva in Brasile del 2005, hanno avuto semplicemente in questi giorni una completa conferma di quanto positivo possa essere il bagaglio culturale quando è unito a una sensibilità e ad una dedizione per i bisogni dei bambini che veramente non ha uguali. La sua presenza nella H.H.P.P. è per me, oltre che una gioia personale, anche una certezza per una attività che sicuramente la vedrà sempre in prima fila per le necessità di questi poveri bambini; NELLA la "brasiliana" del gruppo, la spumeggiante danzatrice di balli locali l’interprete di portoghese sempre disponibile per tutti noi per ogni attività infermieristica e non solo, nei confronti della quale la rivelazione della sua vera sensibilità durante questi giorni è stata una vera scoperta nella scoperta e vorremmo sempre averla fra i nostri volontari attivi. Anche su questa missione potrebbe sembrare che fosse arrivato il momento di scrivere la parola fine, ma non è certo così; non perché la proverbiale logorrea del Dr George voglia ancora dare spago alla sua forza, ma perché sulle missioni umanitarie tutte, ma sicuramente quelle della nostra H.H.P.P. la parola fine non si scrive mai. Abbiamo i bambini per i quali abbiamo preparato le schede per le adozioni a distanza che richiedono con urgenza l’inserimento nel progetto Jeevan e la reale, economicamente attiva adozione che rappresenta per loro la linea di demarcazione fra la vita e la morte; ci sono i malati più gravi per i quali, con l’aiuto insostituibile delle Suore sul posto, esiste la necessità di un controllo nel tempo della positività delle nostre cure; ci sono tutti quelli che non abbiamo potuto raggiungere nei giorni della missione e che aspettano il nostro ritorno per accedere ad uno spicchio di speranza. Ricordatevi che siete voi , benefattori , volontari , simpatizzanti , missionari , che con la vostra vicinanza all’H.H.P.P. rendete possibile la crescita di quello spicchio di speranza , per cui , ringraziando ancora tutti della solidarietà e della vicinanza a tutte le iniziative dell’Associazione , voglio ancora una volta ricordare che
LA VERA MISSIONE SI REALIZZA OGNI GIORNO IN CUI TUTTI INSIEME CI ADOPERIAMO PER SOSTENERE UN PROGETTO UMANITARIO