4° in India-Gen 2006

Dal 03.01.2006

Obiettivi:
Visite complete agli abitanti di 7 villaggi e  vaccinazioni per 500 bambini

Partecipanti:
Medici Generici: Dr. Giorgio Martini, Dr.ssa Eliana Magnani
Pediatra: Dr.ssa Luciana Biancalani
Infermiere Professioniste: Adelina Castenetto, Lucia Paganelli
Volontari: Eleonora Bartolini, Riccardo Gennai, Alessio Pollastrini, Elisabetta Sarti

DIARIO GIORNALIERO

3 - 4 Gennaio 2006
Un caldo sole accoglie a Roma i volontari dell’ H.H.P.P. in procinto di iniziare una nuova Missione Umanitaria in India, la 4° dalla fondazione dell’Associazione stessa; anche la natura , dopo le lunghe giornate di neve e di freddo  polare , sembra voler augurare col sorriso caloroso del sole un “in bocca al lupo” ai componenti dell’ H.H.P.P.
E certo di auguri sinceri ed incoraggianti i nostri avventurieri ne avranno sicuramente bisogno : li aspetta un lungo e duro lavoro di visite mediche e vaccinazioni in 7 villaggi dello Stato del Kerala vicini alla cittadina di Sabarimala , programmati da  Sr Jain , la nostra insostituibile ed ineguagliabile Suora Medico , organizzatrice e fedele aiuto che accompagna tutte le missioni sanitarie nella terra di Gandhi ; dovranno aggiornare le schede dei 221 bambini adottati a distanza col progetto Jeevan da altrettante famiglie italiane che potranno così rendersi conto di quanti progressi abbia fatto in senso globale il loro “figlioccio indiano “ grazie all’aiuto constante e insostituibile dell’adozione stessa . E poi tutto il lavoro che giornalmente sarà presentato ai loro occhi , alla loro osservazione e alla loro sensibilità da tutte quelle persone che vedono nell’altruismo completo e nella generosità operosa dei missionari dell’H.H.P.P. la speranza della soluzione a qualcuno dei loro quotidiani e smisurati problemi.
Ed i nostri non si faranno certo mancare l’entusiasmo che li ha fatti accettare con slancio e con gioia la partenza per una meta così lontana e proverbialmente “misteriosa” : quest ’anno poi , oltre a presenze storiche quali il Dott Giorgio Martini e l’Infermiera Adelina Castenetto di Udine , fanno parte del gruppo la Dottoressa Luciana Biancalani , Pediatra di Prato , la Dottoressa Eliana Magnani di Lamporecchio Ricercatrice presso l’Istituto di Neurologia dell’Università di Firenze  , l’Infermiera Lucia Paganelli originaria della Valdinievole ma dimorante e operante in Firenze presso la Divisione di Ematologia dell’Ospedale di Careggi , e i giovani volontari che sapranno certamente infondere linfa vitale di passione con il loro entusiasmo prorompente : Riccardo Gennai , Studente Universitario di Giornalismo a Firenze ,nipote del Dott Martini , ed il gruppo dei 3 Clown della Valdinievole Eleonora Bartolini , Alessio Pollastrini e Elisabetta Sarti appartenenti al Gruppo V.I.P. Firenze Onlus ( Vivere In Positivo ) di clown-terapia che presta la propria opera all’Ospedale Torregalli di Firenze .
Il gruppo ha appena fatto in tempo a salutare i preziosi accompagnatori che con sacrificio gioioso li hanno portati a Roma , che già l’ Airbus 300 della Kuwait Airwais ha preso il volo destinazione Cochin ; nel loro cuore mille sensazioni e preoccupazioni si accavalleranno e si susseguiranno durante queste lunghe ore da trascorrere in aereo , e tutte saranno puntualmente dissolte come neve al sole dal sorriso e dalla gioia espressa dagli occhioni neri del primo bambino dell’Assisi Baby Sadan che esprimerà in questo modo la gioia di rivedere ancora lì con lui i componenti dell’ H.H.P.P
L’avventura è iniziata ancora una volta ! Noi tutti daremo tutta la nostra opera con dedizione per aiutare queste povere popolazioni per fare in modo che tutti i sostenitori dell’Associazione possano essere orgogliosi di chi porta materialmente la loro generosità a coloro che aspettano solo un aiuto e un sorriso !  
Dopo 12 ore di volo da Roma attraverso i paesi arabi eccoci arrivati alle 05,00 del mattino ora locale in terra Indiana , all’Aereoporto Internazionale di Chocin , completamento trasformato dal ricordo che avevamo non più di 11 mesi orsono e che attualmente si avvicina molto agli standard dei nostri scali aerei. Chi non aveva mai posato piede nella terra dei fachiri ha avuto come primo impatto il caldo umido opprimente , la moltitudine di persone per le strade, i vestiti variopinti e le prime immagini di povertà reale , imprinting inestinguibile dell’inizio del viaggio . Sono venuti a prenderci Sr Elisabetta con un autobus da 15 posti che ci ha permesso di viaggiare tutti uniti e Sr Jain con il solito mezzo di trasporto – ambulanza dell’Ospedale di Mukkoottuthara col quale ha caricato gli innumerevoli bagagli al nostro seguito . Ancora 3 ore e mezzo di viaggio in autobus per arrivare finalmente molto stanchi ( sono passate circa 24 ore da quando ci siamo svegliati in Italia per iniziare la nostra avventura ) ma felici all’Assibi Baby Sadan di Panacepally , l’Orfanotrofio in gran parte costruito attraverso gli aiuti dell’H.H.P.P. Onlus per mezzo delle tante generose donazioni . Vedere costruito al 95% il secondo piano , con aule per il doposcuola delle 4 classi primarie ( le nostre elementari ) e quella per i bimbi della scuola materna ; vedere tutta la moltitudine dei nostri bambini adottati a distanza floridi come non mai , felici e sorridenti di vedere ancora una volta con loro quei benefattori che possono assicurare una serenità “accettabile” di vita , è stato più rigenerante di una agognata doccia dopo il lungo viaggio . Stasera ci riposeremo un po’ , non ci esimeremo , nonostante la stanchezza travolgente , dalla proiezione di un cartone animato ai bambini , e dopo aver organizzato il tutto per i prossimi giorni , andremo a dormire felici di un inizio così gioioso della Missione in India .
A proposito , domani si inizia subito a visitare ; si parte dal villaggio di Thulappally , già visitato lo scorso anno , ma dove avevamo lasciato 75 bambini da vaccinare per la epatite-b e 75 adulti da visitare. Questa è la scaletta dei nostri impegni di lavoro quotidiano : 5 gennaio Villaggio di Thulappally ; 6 gennaio Villaggio di Kanamala ( 50 bambini e 75 adulti programmati ) ; 7 gennaio giornata dedicata alla sistemazione degli oltre 250 pacchi spediti con il container ; 8 gennaio Domenica , giornata dedicata al Signore ed a un sano riposo ; 9 gennaio Villaggio di Olakulam ( 35 bambini e 90 adulti ) ; 10 gennaio Villaggio di Angelvalley ( 50 bambini e 75 adulti ) ; 11 gennaio Villaggio di Muttapally ( 25 bambini e 100 adulti ) ; 12 gennaio Villaggio di Edathikkavu ( 50 bambini e 75 adulti ) ; 13 gennaio Villaggio di Edakadathy ( 50 bambini e 75 adulti ) ; 14 gennaio – al mattino – Villaggio di Venkuringhi ( 50 bambini e 75adulti ) e nel pomeriggio ( dalle ore 14,00 ) 50 bambini da vaccinare presso l’Ospedale Assisi di Mukkoottuthara – E se oltre a quelli programmati si presenteranno alla nostra osservazione altri disperati desiderosi del nostro aiuto , sapremo dir loro di no ? Penso proprio che il pensiero unanime di tutti i componenti la missione scaturirà dal loro cuore e mai , ribadisco mai , nessuno di loro avrà il coraggio di voltare la schiena a chi chiede solo aiuto e niente più con la dignità che solo il popolo indiano sa esprimere .
Qui India 35°C a voi Italia –5°C !



5 Gennaio 2006

Ieri sera, dopo la visione del cartone animato Cappuccetto Rosso, insieme ai bambini dell’orfanotrofio, tutti a letto per un sonno ristoratore dopo una giornata durata ben più del consentito. Alle sette del mattino del 5 gennaio è stato un risuonare generale di sveglie nelle camere dei volontari dell’H.H.P.P.  Pur non essendosi immediatamente alzati, per la stanchezza accumulata, alle sette e trenta erano tutti presenti per la colazione. Alle otto, puntuale come un orologio svizzero, è arrivata Suor Jain; ci siamo imbarcati sull’ambulanza e sull’auto dell’orfanotrofio direzione Assisi Hospital. Qui saluto di benvenuto da parte del nuovo direttore dell’ospedale Padre George, della superiora del convento Suor Cecily e di tutte le altre suore; da qui velocemente siamo partiti verso la nostra destinazione: il villaggio di Thulappally. Accoglienza come di consueto da parte del parroco locale all’interno dei locali della scuola  dove un centinaio di piccoli alunni insieme alle insegnanti hanno inondato di affetto i cuori di tutti noi. Dopo i discorsi di rito e gli scambi delle collane augurali, il presidente ha consegnato la bandiera dell’H.H.P.P. che sventolerà sul pennone della scuola. Finita la cerimonia, ci siamo recati nel locale adibito ad ambulatorio ed abbiamo iniziato a fare le visite e le vaccinazioni. Abbiamo organizzato cinque postazioni, la prima occupata da Alessio e da Riccardo adibita alla registrazione delle cartelle cliniche, la seconda da Luciana che con Suor Mary ha visitato i bambini e li ha inviati a Lucia e Adelina per la vaccinazione anti-Epatite B. La terza da Eliana e la quarta da Giorgio che hanno visitato gli adulti, la quinta era  il punto di vaccinazione gestito dalle nostre infermiere con una suora. In una stanza a parte era stato allestito un dispensario farmaceutico.
All’esterno le nostre volontarie Elisabetta e Eleonora hanno intrattenuto i pazienti grandi e piccoli durante l’attesa con palloncini e giochi di gruppo che hanno avuto un successo strepitoso conclusosi con la distribuzione di caramelle e penne.
Alla fine della giornata questi sono i risultati: 153 visite di cui 80 pediatriche con le rispettive vaccinazioni.
Fra le patologie più frequenti sono state riscontrate: cistiti, “vedena” (che significa dolore nella lingua locale), bronchiti croniche, emicranie, otiti, malnutrizioni infantili, amebiasi, gozzo, epilessia. Tra i casi particolari giunti alla nostra osservazione un caso di cardiopatia congenita in una bambina di 4 anni (probabile difetto interatriale), una grave paresi agli arti inferiori di un’adolescente di 13 anni causata da ipossia celebrale al momento del parto da mancata legatura del cordone ombelicale alla nascita. La validità dell’impegno sanitario e umanitario dell’H.H.P.P. è stata confermata dalla seconda visita effettuata ai signori Palakkudjil padre e figlio, gli stessi ai quali nel febbraio 2005 era stata assicurata terapia anti-epilettica quotidiana per un anno a carico dell’associazione date le pessime condizioni economiche della famiglia. Il signor Philipose di  52 anni non ha avuto più  crisi, il figlio Biju è sempre stato bene e ha avuto solo bisogno di un aggiornamento del dosaggio terapeutico. Il nostro impegno è stato riconfermato per l’anno successivo.
Alle 14:30 di ritorno dal villaggio, sobrio spuntino presso il convento dell’Assisi Hospital e visita guidata da suor Jain ai  reparti dell’ospedale. Abbiamo visto tre neonati per una dei quali, date le disagiate condizione economiche abbiamo proposto alla madre l’adozione a distanza Progetto Jeevan; lei riconoscente, ci ha chiesto di scegliere il nome dal momento che in India questo viene dato dopo vari mesi dalla nascita. Di comune accordo è stato scelto il nome di Marta.
Molto stanchi ma ancor più soddisfatti per il lavoro svolto in questa prima giornata, siamo tornati in orfanotrofio per sbrigare le nostre quotidiane pratiche burocratiche (foto, diario, adozioni…).
Il gruppo H.H.P.P. di comune accordo ha adottato come slogan di questa missione : “RICCARDO MANGIA!!!” frase constante che lo zio George ripete al nipote ad ogni pasto…   



6 Gennaio 2006

Abbiamo iniziato il giorno della Befana, che in Kerala si festeggia domenica,con la sveglia alle 7, colazione 7.30, partenza ore 8 destinazione il villaggio di Kanamala.
Come ieri abbiamo fatto tappa all’ospedale per scaricare del materiale di tipo alimentare (caffè,olio..). Sulla strada per Kanamala ci siamo fermati a  Mukkottuthara per comprare 100 spazzolini da denti e 100 dentifrici da consegnare ai bambini durante la visita,vista l’alta incidenza di carie dentarie riscontrate nei giorni precedenti e per continuare il progetto di educazione dentale iniziato nel 2005. Giunti  al villaggio siamo stati accolti da padre  George, dal capo villaggio (niente a che vedere con la Valtur!!!) e dai rappresentanti dell’YMCA. Come il giorno precedente i bambini della scuola ci hanno omaggiato con ghirlande di fiori; a seguire i discorsi di rito da parte dei funzionari e  del dr. Martini che ha regalato la bandiera dell’H.H.P.P. che sventola già sopra la scuola.
Sono state allestite le seguenti postazioni sanitarie: ambulatorio medico (dr.George,Eliana, Luciana), farmacia da campo e servizio vaccinazioni (Adelina e Lucia), postazione computer (Alessio e Riccardo). All’esterno in un’afosa giornata di caldo tropicale Elisabetta ed Eleonora hanno deliziato l’attesa  di bambini ed adulti con giochi di gruppo, regalando ai piccoli caramelle e penne. Alla fine della giornata di lavoro questi sono i risultati: 145 visite mediche, 54 vaccinazioni. Fra le patologie rilevate verruche multiple, parassitosi cutanee e intestinali, allergie, patologie alte vie respiratorie, i soliti “vedena”, diabete mellito, vari casi di gozzo, cataratta. Fra i casi particolari: un caso di distrofia muscolare arti inferiori in un bambino di 5 anni, un ascesso cutaneo, che ha messo in evidenza le doti di spiccato chirurgo del dr. George; peccato che la paziente abbia strillato ininterrottamente per 15 minuti e solo l’intervento di  Sr Jain sia stato risolutivo abituata come è a risolvere qualsiasi problema con assenza di strumenti adatti. Comunque la paziente è andata via soddisfatta e con minor dolore rispetto all’arrivo. Anche oggi si è ripetuto il miracolo di ridare la vista a chi diceva di non vederci; ciò è avvenuto semplicemente facendo usare gli occhiali da lettura del dr. Martini, a coloro che non si erano mai potuti avvicinare all’idea dell’acquisto di un paio di lenti da presbite. Vista l’alta incidenza del disturbo abbiamo incaricato Sr Jain dell’acquisto di 60 paia di occhiali a varie gradazioni da distribuire nei prossimi villaggi. La fine mattinata è stata allietata dall’arrivo della paziente operata  al cuore con il contributo dell’H.H.P.P. nel marzo 2005; gode di ottima salute, segue la terapia anticoagulante, si sottopone a visite di controllo programmate , il tutto sempre con l’aiuto dell’Associazione. Ha ringraziato tutti dal profondo del cuore con un sorriso, che ha cancellato tutta la nostra stanchezza per il caldo opprimente.
Al termine dell’ intervento sanitario, il capo villaggio ci ha invitati a firmare il libro delle presenze notabili della misera Kanamala. Saluti e ringraziamenti di rito con consegna di un dono a Sr. Jain per il suo instancabile impegno per i poveri. Partenza per l’ospedale dove abbiamo consumato il solito pasto frugale ( con gelato!!!). Dopo pranzo il dr. George e Eliana si sono recati a visitare una giovane paziente con un nodulo al seno e le hanno prescritto degli accertamenti. E’ stato inoltre concordato il pagamento della retta di degenza per il parto della mamma di Martha e per il parto cesareo recentemente effettuato ad una  giovane mamma indigente. (Parto 70 euro, Taglio cesareo180 euro !!!). Sempre più spossati dalle emozioni e dal clima torrido siamo tornati a casa base dove ci siamo ritemprati con una doccia salutare e con bagno d’amore da parte dei bambini dell’orfanotrofio.
Il gruppo femminile dell’ H.H.P.P. in forte maggioranza in attesa del dr. George per andare a cena ha coniato lo slogan del giorno: “ NO MARTINI NO PARTY”, non per niente abbiamo GEORGE…..  



7 Gennaio 2006
Ore 7, la giornata inizia con l’allegro vociare dei bambini dell’orfanotrofio che oggi non vanno a scuola; 7.30 colazione. Ore 8  arrivano i bambini dagli  orfanotrofi vicini all’Assisi Baby Sadan per la raccolta dati e  foto per le adozioni a distanza. Ci organizziamo in varie postazioni: Giorgio e Adelina per la identificazione e le foto, Eliana e Lucia per registrare il peso e l’altezza dei bambini, Alessio, Luciana e Riccardo ai computer per l’inserimento dati nel data base del Progetto Jeevan. Elisabetta ed Eleonora hanno svolto un lavoro encomiabile  intrattenendo i bambini nell’attesa con giochi e disegni , accompagnandoli alle varie postazioni. Prezioso e’ stato l’aiuto di Suor Elisabetta e Suor Giacinta che hanno tradotto le schede portate dagli orfanotrofi e hanno fatto da interprete con i bambini.  Abbiamo raccolto  schede per105 adozioni e aggiornato le notizie di alcuni bambini gia’ adottati attraverso la H.H.P.P. Finito il lavoro verso le ore 12, ci siamo preparati per la partenza per Kottayam dove eravamo attesi per il pranzo da Sua Eccellenza il Vescovo. Dopo circa un’ora di viaggio sull’ambulanza siamo arrivati alla Bishop’s House , dove siamo stati accolti da Suor Saveria che faceva da interprete. Il Vescovo, durante il  pranzo con piatti tipici locali, si e’ scusato piu’ volte per non aver potuto accoglierci al nostro arrivo a Panachepally e ci ha ringraziato per il lavoro svolto, invitandoci a continuare sulla strada intrapresa e confermando tutta la sua disponibilita’ per l’utilizzo delle strutture dell’Assisi Hospital per le prossime missioni.
Ci ha congedato dandoci la sua benedizione e consegnando un dono al dr.George. Insieme a Suor Saveria siamo partiti per raggiungere l’orfanotrofio femminile di Kottayam dove siamo stati calorosamente accolti dalle piccole ospiti con canti e abbracci. Mentre Elisabetta, Eleonora, Eliana  e Lucia si sono intrattenute con le bambine, il dr.George, Adelina, Riccardo, Alessio e Luciana sono andati insieme a Suor Saveria a conoscere una famiglia molto povera con tre bambini.  Il padre e’ morto il 24 dicembre u.s. per un tumore polmonare, la madre non ha un lavoro. Abbiamo proposto l’adozione a distanza per i tre bambini e, dietro suggerimento di Suor Saveria, tutti noi siamo stati concordi ad impegnare l’H.H.P.P. a pagare l’acquisto di una mucca che dara’ un piccolo reddito a questa sfortunata famiglia. Dopo di che abbiamo aggiornato le schede delle bambine gia’ in adozione ospiti in questo orfanotrofio.
Nel tardo pomeriggio dopo una frugale merenda a base di papaya ecc...,abbiamo preso contatto con la realta’ locale. Ci siamo immersi nel vortice di profumi e colori della citta’ di Kottayam, affascinati dalle bancarelle di spezie ,dai volti della gente e dal caos di macchine e persone. Verso le 20 abbiamo ripreso la strada del ritorno con il nostro autista Chako che credeva di essere Schumacher. Arrivati quasi sani e salvi all’orfanotrofio ci siamo ristorati con una eccezionale vellutata di verdure, prima di iniziare il solito lavoro riassuntivo della giornata.
Da Sandokan (alias dr. George) e le Tigri di Mompracem  buonanotte Italia!



8 Gennaio 2006
Oggi è domenica anche in questa terra così lontana dalle nostre abitudini occidentali e perciò niente visite ai villaggi , ma "obbligata" giornata di riposo . Si potrebbe pensare che il tempo poteva essere riempito stando a giocare con i bimbi dell’Orfanotrofio , aggiornando i computers con le schede visite mediche e delle adozioni a distanza , e invece Sr Jain , per dimostrare tutta la sua riconoscenza ci ha organizzato una gita a Thekkady nel Parco del Perivar Wildlife Sanctuary, parco tropicale sugli altopiani con elefanti , uccelli rari e foreste di un verde intenso . A parte il fatto che per arrivarci sono state necessarie oltre due ore di viaggio in auto per una strada di montagna stretta come una mulattiera  solcata a velocità spericolata dal solito Chako , che per attraversare il lago del Parco  siamo montati su di una specie di barcone così malandato che sembrava tenuto insieme con il nastro isolante , che di animali esotici abbiamo visto a distanza kilometrica solo 2 Yak, per il resto è stata una giornata favolosa . Veramente in questo angolo del Kerala la natura mostra il suo volto migliore , lussureggiante come solo il clima sub-tropicale riesce a rendere, riuscendo per un solo momento a far dimenticare tutta la vita miserevole di migliaia di persone in ogni villaggio che abbiamo attraversato. In questa parte di mondo la povertà e la degradazione si misura anche da una semplice constatazione: il vedere lungo le strade , ai bordi dell’asfalto , in pieno giorno, uomini e ragazzi che fanno tranquillamente e senza ritegno i loro “ bisogni corporali “ davanti a tutti !!! Siamo stati accompagnati nella nostra escursione da Padre Fernando , ex Direttore dell’ Assisi Hospital , che è stato di una gentilezza squisita nei nostri confronti e ci ha di nuovo ringraziato di cuore per tutto quello che abbiamo fatto e che faremo per l’Ospedale e per i poveri dei villaggi limitrofi. Dal paese di Thekkady , dove abbiamo visto anche alcuni occidentali ( cosa rarissima da queste parti ! ) siamo ripartiti alle ore 17,00 per arrivare all’Orfanotrofio verso le 19,30 sotto un temporale torrenziale come solo ai tropici è usuale incontrare . Tuoni e fulmini che hanno fatto andare via la corrente elettrica per alcuni minuti , con momenti di paura dei bambini che sono rimasti al buio mentre recitavano il Rosario post cena . Passata la sfuriata stagionale , noi a mangiare mentre i piccoli iniziavano a vedere il cartone animato Aladin di Walt Disney . Le nostre cene , come sempre , sono allietate dalle risate autentiche di chi aspetta solo l’arrivo del proiettore dell’H.H.P.P. per poter vedere un film . Appena mangiato , di nuovo ognuno al suo compito , chi compila il report giornaliero , chi sistema le foto delle adozioni , chi i commenti della vita dei piccoli che aspettano un gesto d’amore che si concretizzi con un aiuto duraturo a distanza. Domani riprendiamo le visite nei villaggi, che ci impegneranno per l’intera settimana
Oltre alla essenziale vicinanza e compagnia che ogni membro del team H.H.P.P. svolge nei confronti degli altri , oggi abbiamo avuto un nuovo compagno : durante il viaggio un bel ragnone peloso peloso aveva scelto la cintura di sicurezza di Lucia come scivolo .  Immaginatevi la scena quando Riccardo ha avvertito sottovoce lo zio di quello che stava succedendo, il tentativo infruttuoso del Dr. George di catturare con un fazzoletto il ragnone , sua successiva fuga e panico generale fra i passeggeri. Tutti sono arrivati a destinazione sani e salvi per cui “ tanto rumore per nulla “ .          



9 Gennaio 2006

Oggi il clima è stato veramente afoso; siamo partiti con Suor Jain alle 8 per Olakulam, un piccolo villaggio rurale a circa 40 minuti dall’orfanotrofio. Arrivati, attraverso una strada molto impervia che ha costretto Chako, il nostro autista, a mettere le ridotte,siamo stati accolti dal capo villaggio e ospitati nella casa del dignitario del paese. Dopo i soliti saluti di rito e lo scambio della bandiera, abbiamo organizzato le postazioni di lavoro. Nella stanza più grande della casa le postazioni computer con Riccardo e Elisabetta e la farmacia. Le altre 2 stanze erano occupate da Giorgio e Eliana e da Luciana, Adelina e Lucia per le visite e le vaccinazioni. All’esterno, come sempre  sotto il sole cocente, intrattenevano i bambini con scherzi e giochi di gruppo Alessio ed Eleonora. Alla fine della giornata sotto il caldo indiano, avevamo effettuato 146 visite e 40 vaccinazioni. Fra le patologie più frequenti gozzi, bronchiti, vaginiti, dolori, asma. Casi particolari: un bambino di 7 anni con incontinenza urinaria, una bambina di 5 anni con una infezione di una cicatrice esuberante ( cheloide )  molto estesa sulla coscia e l’inguine destro per una bruciatura da caduta sul fuoco. Un bambino di 6 anni con sospetta tubercolosi del testicolo. Fra gli adulti un uomo  con un grosso cheloide cicatriziale al torace da trauma e  una donna con una grave psicosi. Fra le curiosità una giovane donna con” la coda della mammella”; abbastanza frequente in questa etnia e dovuta ad un prolungamento del pilastro mammario ingrossatosi dopo l’allattamento. Alla fine del nostro lavoro siamo stati portati dalle suore e dai padroni di casa a vedere le piantagioni di caucciù e la lavorazione dello stesso. Inoltre abbiamo visto alcune piante tropicali:noce moscata, pepe, vaniglia, cannella, chaka.Sulla via del ritorno siamo stati ospitati a casa del nostro autista Chacko, una dignitosa dimora , dove lui e la moglie ci hanno offerto dell’ananas e delle bibite. Prima di partire , foto di gruppo con Chacko che ha espresso tutta la sua soddisfazione per la visita. Siamo ripartiti per l’ospedale dove ci siamo rinfrescati e abbiamo consumato il nostro pasto “frugale”. Appena rifocillati ci siamo recati negli uffici dell’ospedale per aggiornare le schede delle adozioni a distanza gestite da Suor Jain. Giorgio e Adelina hanno aggiornato l’archivio fotografico, Luciana e Alessio al computer hanno preparato le schede anagrafiche. Riccardo è stato un perfetto gestore del traffico dalla fotografia alla scheda. Lucia ed Eliana hanno pesato e misurato tutti i bambini. Eleonora ed Elisabetta intrattenevano i piccoli con giochi  e disegni. Mentre procedevamo all’aggiornamento delle schede il dr. George, su richiesta di Suor Jain, ha consegnato 10.000 rupie alla madre di un bambino affetto da grave ipoacusia e deficit del linguaggio, quale acconto per l’acquisto di un nuovo e più potente apparecchio acustico. Abbiamo pagato l’ecografia al seno (120 rupie) richiesta nei giorni scorsi, il cui risultato ha dato esito negativo. Mentre gli altri riordinavano il materiale prima della partenza per rientrare all’orfanotrofio, il dr. George insieme a Suor Jain ha visitato una giovane donna di 35 anni, affetta da una grave forma di Morbo di Paget alle ginocchia,alla quale abbiamo assicurato la terapia per un congruo periodo di tempo. Rientro all’Assisi Baby Sadan verso le 18, doccia ristoratrice, riposo per qualcuno e ripresa dei lavori organizzativi della sera. Elisabetta ed Eleonora hanno dato la loro spontanea disponibilità a recarsi domani insieme a Suor Elisabetta a prendere visione a Kottayam di una nuova struttura di accoglienza e sanitaria per bambini sieropositivi, orfani di genitori morti per AIDS. Tutto ciò al fine di programmare un intervento organico da parte dell’H.H.P.P. a favore di questi bambini… E nonostante la stanchezza cominci a piegarci: THE SHOW MUST GO ON …….



10 Gennaio 2006

La mattinata è iniziata rumorosamente, come di consueto, con “la sveglia” offertaci gentilmente dai sessantaquattro piccoli ospiti dell’Assisi Baby Sadan. Il programma della giornata prevede come al solito visite e vaccinazioni nel quarto villaggio programmato da Suor Jain che è quello di Angel Valley. Abbiamo ricevuto una calda e riconoscente accoglienza da parte degli abitanti  che nonostante tutto continua ad imbarazzarci ed emozionarci. Dopo una rapida organizzazione degli spazi abbiamo iniziato le nostre attività. I bambini oggi vaccinati sono stati  50 , mentre gli adulti e i bambini complessivamente visitati sono stati 154. Tra i casi più rilevanti emersi c’è quello di una donna di 52 anni affetta da cecità post-glaucoma e quelli di una donna di 23 anni ed un uomo di 32 affetti da epilessia ai quali l’H.H.P.P. ha pagato le medicine necessarie per un intero anno dal momento che era da più di 6 mesi che non prendevano più farmaci data l’impossibilità di comprarli. Come ieri stabilito Eleonora ed Elisabetta si sono recate insieme a Suor Elisabetta nella casa  inaugurata il 1 Dicembre 2005 “Asha Kiran” ( in indiano Raggio di speranza ) a Pampady ,poco lontano da Kottayam,  destinata all’accoglienza di bambini orfani sieropositivi o con HIV conclamato. I bambini attualmente presenti sono solamente tre ma la struttura è in fase di ampliamento ed organizzazione; nei prossimi giorni sono già attesi altri sei arrivi. La struttura è moderna e funzionale e adatta per i futuri ampliamenti per i quali saranno necessari progetti umanitari specifici. L’H.H.P.P. per il tramite delle 2 giovani volontarie ha assicurato tutta l’attenzione e la premura possibile per la ricerca dei fondi necessari alle opere future e alla gestione della casa oltre a inserire le 3 piccole ospiti nel progetto Jeevan di adozioni a distanza.  Ancora più cruda è stata per Elisabetta ed Eleonora la realtà incontrata nella visita ad un gruppo di 70 malati psichiatrici ospitati da una famiglia di un villaggio vicino all’orfanotrofio: il capofamiglia da circa tre anni li sta accogliendo nella piccola e povera casa che possiede e dove lui stesso abita con la propria famiglia.              
Nel frattempo il resto del gruppo ha concluso la giornata all’ospedale con l’incontro con gli ultimi bambini dei villaggi inseriti nel progetto Jeevan. Con grande gioia si è presentato alla nostra osservazione il piccolo operato per mezzo dell’aiuto economico dell’H.H.P.P. di labiopalatoschisi completa ( “ labbro leporino “) , il bimbo presentato  sulla prima pagina della brochure dell’Associazione dell’anno 2005. L’intervento , effettuato in un Ospedale Specializzato di Kottayam, è perfettamente riuscito ! Il piccolo non si riconosce più e il suo sorriso e quello dei suoi genitori ci hanno riempito il cuore di soddisfazione e di speranza per gli impegni futuri.  
Il rientro odierno è stato particolarmente difficoltoso per la grande quantità di pellegrini hindu che da vari giorni affollano le strade di questa parte del Kerala recantisi al tempio di Erumeli, tappa del pellegrinaggio verso il monte Tampa nella cittadina di Sabarimala, sede del tempio dedicato al dio Ayappa. Nei giorni 10 e 11 gennaio si celebra questa che è la festa più importante per l’hinduismo locale, che cambia l’aspetto della zona con macchine addobbate, molti autobus, uomini e bambini che cantano e ballano andando in pellegrinaggio a piedi. Le donne non sono ammesse se non prima dei 12 anni e oltre i 60, perché “impure”. Ai lati della strada sono comparse bancarelle che vendono colori, offerte da portare al dio, noccioline e cose da mangiare. Sono presenti inoltre  molti mendicanti,  vecchi e storpi, che sperano nell’elemosina dei pellegrini.
Anche oggi la doccia fredda è stata una sferzata di energia che ci ha permesso di riprendere il nostro lavoro per l’inserimento delle schede e delle foto  nel database del progetto Jeevan. Verso le 21 una parte del gruppo si è recata alla festa hindu, accompagnati da  una persona di fiducia di Suor Elisabetta. Ci siamo mescolati alla folla di pellegrini, facendoci dipingere il volto con i colori sgargianti dell’occasione e indossando un copricapo tradizionale. Naturalmente abbiamo destato molta curiosità e i vari gruppi facevano a gara per farsi  fotografare con noi. Abbiamo  scoperto un popolo molto cordiale e socievole, che accetta che persone di altre culture partecipino alle loro feste religiose. Abbiamo atteso con ansia l’arrivo degli elefanti, momento clou della grande festa, ma quando la nostra guida ci ha spiegato che sarebbero arrivati alle 2 di notte, abbiamo rinunciato. La stanchezza delle lunghe giornate ha prevalso sulla curiosità.
S U A M I    Y E    A Y A P P A



11 Gennaio 2006

...E dopo la folle notte di A Y A P P A, stamattina siamo partiti alle 8 con Suor Jain per il villaggio di Muttappally a circa 40 minuti dall’orfanotrofio. Abbiamo dovuto percorrere una strada diversa da solito  a causa della festa e durante il percorso abbiamo avuto un incidente stradale. Chako, l’autista, ha dovuto frenare in modo repentino per un masso che ostruiva la carreggiata, non potendo spostarsi sulla corsia di dx. Un motorino non riuscendo a frenare ci ha tamponato. Nessuno si e’ fatto male e anche i mezzi ne sono usciti indenni. Come sempre siamo stati accolti dai personaggi rappresentativi della comunità da cui siamo stati ringraziati  per il nostro operato. L’ambulatorio era stato allestito in una casa in costruzione. Nella prima stanza c’erano la postazione computer, oggi gestita da Riccardo, Alessio, Elisabetta ed Eleonora, che non potevano fare l’attività di gioco, perché eravamo sulla strada principale e la comunità era molto composita (cristiani, musulmani, hindù).  Le altre due da Giorgio, Eliana e Luciana con i rispettivi mediatori culturali (Suor Jain, S. Mary e S.Saveria). Nell’altra stanza lavoravano Adelina e Lucia per le vaccinazioni. La farmacia era all’ingresso. Sono state effettuate 117 visite e 35 vaccinazioni. Le patologie più frequenti: gozzo, diabete, dolori articolari. Casi particolari: un bambino di 3 anni con Sindrome di Down non diagnosticata, un vecchio  di 75 anni con prolasso rettale, alcuni giovani uomini con patologia del testicolo, che sono stati tutti visitati da Giorgio, perché Suor Mary non voleva farli visitare alla dottoressa. Siamo rientrati intorno alle 14,30, abbiamo rapidamente pranzato per poi recarci a visitare la scuola vicina all’orfanotrofio restaurata con i contributi raccolti dall’H.H.P P. Siamo stati accolti dai bambini e dalle maestre, omaggiati con fiori, canzoni e danze tradizionali. La direttrice ha ringraziato per il contributo dell’H.H.P.P. Infine i bambini hanno consegnato al dr. Martini una serie di doni da riportare in Italia per la scuola di Ponte Buggianese gemellata , per il Comune di Buggiano e Ponte Buggianese che hanno contribuito ai restauri della scuola. Giorgio ha consegnato la targa ricordo che verrà posta all’ingresso. Finita la cerimonia siamo tornati rapidamente all’ orfanotrofio per aggiornare le schede dei bambini presenti. Abbiamo aggiornato 70 schede e inserito 30 bambini nuovi per le adozioni provenienti dall’orfanotrofio Pampady di Kottayam. Alle 20.30 sfiniti siamo andati a cena. Dopo una rapida doccia i più resistenti del gruppo hanno ripreso il lavoro su i 3 computer disponibili per concludere le registrazioni dell’intensa giornata.
Qui Cape Canaveral a voi Houston  



12 Gennaio 2006

Stamattina ci siamo recati nel villaggio di Edathikavu dove siamo stati accolti con una cerimonia ufficiale ispirata alla tradizione hinduista, il sacerdote responsabile della comunità ha invitato i membri della associazione ad accendere con un piccolo cero degli stoppini posti alla base di una croce. Finita la cerimonia nello stesso ambiente erano stati allestiti i vari posti di lavoro come se fossimo ad un congresso. Ogni postazione aveva un cartellino giallo con scritto il nome in rosso. Doctor per Eliana, Luciana e Giorgio, Vaccination per Lucia e Adelina, Farmacy per la distribuzione dei medicinali. Riccardo e Alessio avevano un tavolo per i computer fastosamente addobbato. Elisabetta ed Eleonora erano in un grande spazio dove poter giocare con i bambini sciogliendosi sotto il sole cocente. Sono state effettuate 150 visite e 60 vaccinazioni. Le patologie più frequenti sono state: gozzo, dolori articolari, bronchiti, allergie e diabete. Tra i casi particolari due bambine di cui una di dieci anni con gozzo e una di dodici con sordità post infettiva. Tra gli adulti una donna con esiti cicatriziali per un ustione molto estesa che si è presentata al Dottor Martini con un collare da cervicale per nascondere il suo problema. A causa della distanza fra il villaggio e l’orfanotrofio siamo rimasti a pranzo. Per la prima volta oltre ai cibi mitigati nel sapore dalla cucina delle suore, abbiamo potuto assaggiare piatti molto speziati e piccanti. Dopo pranzo siamo stati invitati a fare un escursione in barca sul fiume. Accompagnati dai bambini siamo saliti su una “barca” che ci ha trasportati fino al punto più vicino alle cascate per poi proseguire a piedi. Arrivati al belvedere abbiamo fatto le foto, mangiato uno strano pompelmo e il Dottor Martini ha visitato una anziana signora che circa 20 anni prima aveva avuto un ictus. Unico postumo rimasto un lieve deficit del nervo facciale, non siamo riusciti a fare il miracolo. Dopo una breve passeggiata abbiamo raggiunto l’ambulanza che ci ha riportati all’orfanotrofio. Alcuni hanno iniziato a sistemare il materiale contenuto nelle scatole del cargo aereo che finalmente Suor Elisabetta è riuscita a sdoganare, altri esausti hanno fatto una pausa. Abbiamo ordinato il materiale per articolo: magliette, divise e tutine, giocattoli, cappellini, portachiavi, sapone, merendine e medicinali. Appena finito ci siamo recati a cena e subito dopo abbiamo ripreso a aggiornare e inserire le schede delle adozioni che tutt’ora (23:57 ora locale) stiamo facendo.
Da Luke Skywalker e i suoi Jedi un saluto … e che la forza sia con voi!   



13 Gennaio 2006
Oggi per la prima volta abbiamo fatto le visite in una chiesa. Siamo partiti verso le 8.30 per il villaggio di Edakadathy, a poca distanza dall’ospedale. Abbiamo trovato ad attenderci lo stesso parroco del giorno precedente, che con la solita efficiente organizzazione ci ha permesso di svolgere al meglio il nostro lavoro. Sono state visitate 158 persone ed eseguite 40 vaccinazioni. E’ stato senza dubbio il villaggio in cui abbiamo riscontrato le patologie più gravi. Come sempre la patologia più frequente è quella tiroidea, accompagnata dai dolori articolari, patologie respiratorie croniche e malnutrizione.
Fra i casi veramente rilevanti: una giovane donna con linfedema cronico all’arto inferiore sinistro (elefantiasi) in fase settica, causata da infestazione di filaria per  mezzo di puntura di zanzara. La deformazione dell’arto era talmente imponente e deturpante da determinare una ritrosia completa della donna a mostrarla per troppo tempo. Fra i  pazienti in età pediatrica c’era una bambina di 10 anni  con una sordità completa acquisita per infezione (probabile meningite..), la quale nonostante la protesi acustica monolaterale (modello obsoleto), ha tuttora un grosso deficit del linguaggio. Vista la prevalenza della patologia uditiva in età pediatrica nella zona dove abbiamo operato, pensiamo che sia opportuno che l’associazione si interessi presso aziende produttrici di apparecchi acustici per cercare di risolvere questo problema grave per la vita di relazione.
E’ giunta poi alla nostra osservazione la piccola Neethu di 10 anni affetta da una  cardiopatia congenita: ampia comunicazione del setto interatriale con shunt sinistro-destro.La piccola era stata visitata nell’ottobre 2001 e le era stato programmato l’intervento cardiochirurgico per il 3 gennaio 2002. Purtroppo le condizioni economiche disagiate della famiglia non hanno permesso di poter effettuare l’operazione. “ Si ricorda che in India come in quasi tutti i paesi del terzo mondo l’assistenza sanitaria è quasi completamente a pagamento.” Il dr. George ha chiamato a raccolta i componenti della missione, i quali all’unanimità hanno deciso di sostenere le spese dell’operazione attraverso la recente donazione dei colleghi di lavoro della nostra Elisabetta. L’ultimo paziente che si è presentato, il sacrestano della chiesa che ci ha ospitato, è un paziente di 40 anni epilettico che in occasione di una crisi è caduto nel fuoco ustionandosi profondamente tutta la parete anteriore del torace, il collo e la parte sinistra del volto. Data la gravità delle lesioni è stato sottoposto a trapianto autologo di cute prelevata dagli arti inferiori. L’aspetto della lesione è impressionante. Finita l’attività del camp sanitario, ci siamo recati in ospedale dove abbiamo concluso l’aggiornamento delle schede dei bambini adottati a distanza di Suor Jain .Alla fine del pranzo il direttore dell’ospedale ci ha ringraziato per l’attività svolta e ci ha onorato ponendoci sulle spalle un velo simbolo tradizionale riservato alle persone notabili. Rientro in serata in orfanotrofio, cena anticipata per assistere allo spettacolo preparato per noi dai bambini dell’Assisi Baby Sadan. Canti, balli, scenette tradizionali con omaggio finale da parte di Suor Elisabetta  hanno commosso i nostri volontari in modo così profondo che Riccardo ha ricordato...
L E   L A C R I M E   S O N O   I L   S U D O R E   D E L   C U O R E



14 Gennaio 2006

Oggi è l’ultima giornata di campo sanitario. Nell’aria aleggia una strana malinconia. Partiamo alle 8 come sempre con Suor Jain per recarci al villaggio di Venkuringini. Calorosa accoglienza da parte dei rappresentanti YCMA e dei responsabili. Oggi visitiamo in una fabbrica di caucciù. Sono state allestite le solite  5 postazioni di lavoro. Di diverso rispetto ai giorni precedenti il vocio continuo dei pazienti in attesa di essere visitati, posizionati a pochi passi dai nostri  tavoli visita. Abbiamo visto 168 pazienti piccoli e grandi  e somministrato 60 vaccini. Anche oggi le patologie più frequenti sono state: gozzi, artrosi diffuse, bronchiti più o meno croniche e asmatiche, diabete, ipertensione, cardiopatie. Tra i casi particolari il primo e unico morbo di Parkinson in un uomo di 70 anni e 2 casi di epilessia grave, ai quali l’associazione ha assicurato l’adeguata terapia per un anno intero trattandosi di persone gravemente indigenti. Si è presentato alla nostra attenzione un uomo di 40 anni a cui mancavano l’avambraccio e la gamba destra per un infortunio occorso sul luogo di lavoro all’età di 25 anni. Dal momento che lavorava in una ditta privata, per la legislazione indiana non ha diritto a nessuna rendita pensionistica. Fra i casi pediatrici rilevanti una bambina di 10 anni con una vitiligine ingravescente al fianco sinistro. Alla fine della mattinata è venuto a trovarci il sacerdote del villaggio del giorno 13, a cui abbiamo consegnato la cifra necessaria all’intervento cardiochirurgico per la piccola Neethu; lui stesso si è impegnato a seguire in prima persona il caso e ad avvertirci non appena sarà stato effettuata l’operazione. Siamo rientrati in ospedale dove abbiamo pranzato. Subito dopo è avvenuto il rito della vestizione. La parte  femminile del gruppo è stata vestita da Suor Jain e dalle infermiere con sari tradizionali di vari colori, i maschietti vestiti da Chako con la blusa indiana  e il mund (la sottana tipica degli uomini).  Così abbigliati, dopo le solite foto di rito, ci siamo incamminati verso il Villaggio di Mukkoottuthara  per raggiungere la sede dell’YCMA dove ci aspettavano i bambini per essere vaccinati. Giorgio e Luciana visitavano i bambini. Adelina e Lucia facevano le punture, Alessio le registrazioni. Eliana, Elisabetta, Eleonora e Riccardo davano man forte alle infermiere per controllare questa massa vociante di piccoli, che piangevano, scappavano per non essere vaccinati, ma alla fine erano contenti di ricevere dopo l’iniezione uno sgargiante cappellino targato H.H.P.P.. Sono state effettuate 48 vaccinazioni. Inoltre è stato visitato da Luciana un bambino sordomuto affetto da un ampio difetto interatriale con shunt sinistro-destro, al  quale avevano consigliato l’intervento chirurgico. Viste le difficoltà economiche della famiglia abbiamo promesso il sostegno economico attraverso l’H.H.P.P. appena il padre si sarà recato al centro di cardiochirurgia e invierà in Italia tutta la documentazione necessaria. Finito il lavoro ci siamo intrattenuti con tutti i soci dell’YMCA che ci hanno accompagnato in queste giornate. Padre George ha fatto un caloroso ringraziamento invitandoci a tornare l’anno prossimo. Altro regalo e rinfresco. Sempre a piedi nelle nostre vesti indiane siamo rientrati in ospedale dove sono iniziati i saluti accompagnati da lacrime e promesse di tornare appena possibile. Il dr. Gorge e Suor Jain hanno espletato le pratiche burocratico-amministrative di fine missione. Rientrati in orfanotrofio rapido cambio d’abito e tutti a giocare con i bambini per l’ultima sera. Dopo cena cartoni animati insieme ai bambini con la proiezione di Tarzan e a seguire il video del “Mondo che vorrei“. Il termine della serata è stato impegnato a concludere il lavoro sulle schede delle adozioni e ricontrollare il tutto. Abbiamo poi ritenuto opportuno che ognuno di noi esprimesse le proprie emozioni alla fine della missione:

“Ho realizzato un sogno…”   LUCIANA

“Per me questa  è stata la seconda missione assolutamente positiva, soprattutto nel constatare ciò che in 11 mesi è stato realizzato! Ho potuto verificare con i miei occhi che tutti i bambini stanno bene, sono cresciuti e sono sereni. Ho rivisto la scuola dell’orfanotrofio completamente ristrutturata e funzionale. L’orfanotrofio si è ampliato dando la possibilità a questi bimbi di poter svolgere anche attività ludico ricreative. Per l’esperienza nei villaggi ciò che mi ha colpito è che le persone ci ricordano e ci attendono con gioia. Voglio ringraziare tutti i componenti della missione con i quali abbiamo instaurato un ottimo rapporto di collaborazione e di amicizia. E’ grazie alla mia famiglia se ho potuto rifare questa esperienza! Inoltre un pensiero particolare a tutti coloro che mi hanno sostenuto e hanno creduto in questa iniziativa.” ADELINA

“Un’esperienza importante per la conoscenza di un popolo, che ti accoglie nella sua disperazione, ma ti avvolge con il suo sorriso e la sua dolcezza. Rimane l’amara consapevolezza di aver fatto molto poco per loro. Un grazie a chi mi ha dato la possibilità di fare questo “viaggio” e al gruppo che ha condiviso con me questa esperienza.” LUCIA

“E’ impossibile descrivere in poche righe ciò che mi ha dato questa esperienza così intensa e unica. Resteranno stampate indelebili nel mio cuore e nella mia mente tutti questi occhi neri così profondi ed espressivi in cui è bello perdersi, che ti guardano pieni di gratitudine e speranza, le mani tese a cercare una carezza, un abbraccio, questi sorrisi sereni ricchi d’amore, la dignità del loro vivere quotidiano, gli splendidi colori dei loro vestiti, i nuovi sapori dei cibi e dei frutti, i profumi che si mescolano nell’aria, il verde fitto di questa terra, l’eleganza insita nel loro portamento, il rispetto che portano verso gli altri modi di vivere e pensare religioso, la cura e le attenzioni donateci per farci sentire a casa e ancora i giochi con i bambini, i “batti batti le manine”, i salti, i balli, i baci conquistati dai più timidi, i sorrisi sbocciati sui volti di chi inizialmente era diffidente, le urla di richiamo “andy…andy” (zia!). E ancora la calca dei bimbi e dei grandi per fare una foto insieme, la gioia trasparente e limpida del loro cuore per l’amore ricevuto dalle nostre attenzioni. Ecco allora che al momento del distacco conosco la profondità di questo amore donato, ma soprattutto che ho ricevuto. Vorrei ringraziare il Dr. Gorge e tutti i miei compagni che hanno reso tutto armonioso e allegro, condiviso con me queste emozioni a cui vorrei dedicare le parole di un libro di R. Battaglia che ho letto: Spendi l’amore a piene mani. L’amore è l’unico tesoro che si moltiplica per divisione, è l’unico dono che aumenta più ne sottrai, l’unica impresa nella quale più si spende più si guadagna. Regalalo, buttalo via, spargilo ai quattro venti, vuotati le tasche, scuoti il cesto, capovolgi il bicchiere e domani ne avrai più di prima.” ELEONORA

“Eccoci qua…un batter d’occhio e siamo arrivati alla fine dei 14 giorni in India…una India inaspettatamente intensa, piena di colore e calore…in questo periodo ho vissuto tante sensazioni e tutte bellissime…mi sono sentita a casa nonostante questa sia una realtà profondamente diversa dalla nostra! Riesco ad aggiungere poco adesso che ho un grande “arruzzolio” dentro e soprattutto in un report che potrebbero leggere tante persone che non conosco…ad ogni modo a tutti quanti consiglio vivamente di provare questa esperienza perché arricchisce enormemente…tutto quello che dai ti ritorna indietro moltiplicato all’ennesima potenza…è gratificante e incredibilmente meraviglioso… semplicemente indimenticabile!!! Prima di salutarvi per l’ultima volta (di questa volta!!!) dall’India sono d’obbligo i ringraziamenti per tutti gli altri componenti della missione con cui ho condiviso momenti intensi e per tutti coloro che hanno permesso tutto questo…grazie di cuore… veramente!” ELISABETTA

“Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” MT 25.40 Questo era scritto sul bigliettino che ci ha dato YMCA, associazione indiana che ha collaborato con noi in questa missione. Regalo più bello non potevano farmi. Senz’altro in questi pochi giorni ho ricevuto molto di più di quello che sono riuscito a dare. Ho conosciuto Suore che vivono a contatto stretto con la vita della gente povera e cercano, lottando, di aiutare quanti più possibile. Ho conosciuto un popolo accogliente molto dignitoso nella sua povertà, che mi ha mostrato quanto per loro sia necessario quello che facciamo, ricevendoci nei villaggi con cerimonie di benvenuto riservate solo a persone veramente importanti. Ma soprattutto ho conosciuto quei bambini che fino a pochi giorni fa avevo visto solo in foto. Porterò per sempre con me il ricordo dei loro meravigliosi occhi, dei loro caldi abbracci e di come la sera, durante la visione dei cartoni animati, si accoccolavano per terra intorno a noi, e a pensare alle storie che hanno alle spalle, sembra quasi incredibile vedere splendidi sorrisi sui loro volti. Ringrazio l’H.H.P.P.  per avermi fatto fare questa esperienza meravigliosa e tutte le persone che contribuiscono a rendere meno dura la vita di questi bambini.  ALESSIO

"Chi vive un’esperienza come questa non può che rimanere affascinato e pieno di rispetto di fronte ad un popolo capace di tanta dolcezza e dignità ma soprattutto in grado ancora di stupirsi e godere delle “piccole” cose! Grazie infinite a chi mi ha permesso di vivere questa esperienza ed a chi l’ha condivisa con me! ELIANA

"Ed eccomi qua … alla fine di questa piccola “avventura”. In queste poche righe dovrei raccontare ciò che sento. Non è facile esprimere quello che ho visto negli occhi di tante persone, non è facile esprimere ciò che ogni sorriso ricevuto mi ha dato, non è facile esprimere la gioia e la speranza sul volto di un bambino per un tuo piccolo gesto, non è facile esprimere la dignità e la purezza d’animo che ho visto nella gente, per paura di non trovare le parole giuste non lo esprimerò.  Nella mia testa lentamente si sta focalizzando una scritta fine che spero possa essere solo la prima piccola tappa di un cammino che vorrei continuare. Ringrazio tutti coloro che mi hanno dato la possibilità di partecipare a questa missione, in particolare mio zio che in questi anni mi ha fatto conoscere una realtà per me sconosciuta e mi ha dato l’occasione di aiutarlo in questo sogno umanitario. Sono partito con dei compagni di viaggio, penso di tornare con degli amici. Ho dato ciò che potevo, ho ricevuto molto, spero di aver fatto abbastanza. STAY HEAVY ! … RICCARDO

Spetta ora all’anziano del gruppo , e purtroppo non solo per l’esperienza , di tracciare un bilancio di questa nuova esperienza in terra di missione indiana . Come premessa sento in me l’obbligo ed ancor più il piacere di ringraziare tutti i componenti del Consiglio Direttivo ed i volontari al completo dell ‘H.H.P.P. che con la loro volontà e completa dedizione hanno permesso la realizzazione di questo Camp Sanitario. Grazie a tutti i sostenitori e i benefattori dell’Associazione che in qualsiasi modo hanno finanziato la missione stessa permettendone la realizzazione ( volutamente non ne nomino neanche uno per non dimenticare qualcuno e soprattutto perché sono certo che il loro spontaneo aiuto non è legato assolutamente alla volontà di apparire) . Grazie in primis alla mia Beatrice e alle nostre famiglie  che ,oltre a sopportare l’utilizzo di tutte le serate e il tempo disponibile dal lavoro per gli scopi istituzionali  dell’ H.H.P.P. , mi hanno fattivamente aiutato prima della partenza. Grazie a Sr Jain, a Sr Elisabetta e alle Suore tutte in generale, che si sono dedicate completamente al nostro supporto in questi giorni .
Ancora una volta l’esperienza non può , secondo me, che essere definita “sconvolgente” ; per la realtà umana alla quale non ci si può certo abituare col tempo , e , fortunatamente , anche per i fantastici risultati ottenuti in questi 3 anni di attività della nostra Associazione. Vedere realizzate tante opere importanti, leggere negli occhi dei bambini e degli adulti che stanno beneficiando del nostro aiuto , la fiammella della speranza in una vita dignitosa , mi fa pensare che il “ Sogno Umanitario dalla Valdinievole nel mondo” si stia fattivamente realizzando ogni giorno di più .
Per ultimo, scusandomi per la mia proverbiale prolissità epistolare, ma lasciato al termine di queste mie spontanee riflessioni volutamente , per dargli ancor più importanza , voglio dire due parole sui miei compagni di avventura . Lungo sarebbe  elencare le doti, la sensibilità , la volontà, l’altruismo, l’abnegazione allo svolgimento dei compiti assegnati che ognuno di loro ha dimostrato in questi giorni di duro lavoro,in terra indiana, ma posso senza dubbio affermare che un team così completo e compatto era impensabile all’inizio della missione . Mai , ripeto mai , nessuno si è tirato indietro rispetto allo svolgimento dei propri compiti o non ha aiutato l’amico che poteva avere un momento di difficoltà.
Grazie di nuovo a tutti dal più profondo e con tutta la sincerità del mio cuore , per questa nuova esperienza che ho potuto realizzare , e che il buon Dio permetta a me , e l’augurio è ovviamente esteso a tutti i miei amici e compagni della meravigliosa avventura H.H.P.P., di andare sempre avanti in nuove esperienze umanitarie per il mondo.

 

Il camp sanitario del Gennaio 2006 ha portato i seguenti risultati:

Per ora l’avventura umanitaria dell’H.H.P.P. volge al termine. Saluti affettuosi a tutti coloro che ci sono stati vicini …


15-16-17-18 Gennaio 2006
L’orologio dell’aereoporto internazionale del Cairo segna esattamente le ore 16,00 del giorno 18 Gennaio 2006 quando il team dell’H.H.P.P. Onlus che ha svolto la missione umanitaria dal giorno 3 al 16 di questo mese varca il cancello di imbarco per il volo Alitalia AZ897 destinazione Roma. Ma i nostri volontari-avventurieri in terra indiana , non dovevano rientrare in data 16 Gennaio nel tardo pomeriggio ? Cosa mai è accaduto loro dopo tutto quello che di immensamente bello ed entusiasmante , ma anche immensamente stancante , era successo in questi giorni in terra di missione ? Semplicemente un “ miracolo “ !!! Il giorno  16 Gennaio , alla partenza alle ore 7,30 del mattino dall’aereoporto internazionale di Chocin ( India del Sud ) , dopo il consueto rullaggio sulla pista di volo per posizionarsi alla partenza e dopo che il comandante aveva cominciato ad aumentare i giri del motore in previsione del decollo , i motori vengono spenti . L’aereo , con i più di 300 passeggeri a bordo , resta sulla pista per ben 5 ore , senza un briciolo di aria condizionata con una temperatura di 40 °C, e quando dopo tutto questo tempo i nostri vengono invitati a sbarcare , viene comunicato che esiste un danno importante da riparare , per cui sarà necessario “ del tempo “ per fare ciò . A parte il fatto che il tempo si è protratto fino alle 21,30 del 17 Gennaio , a parte il fatto che per rientrare in Italia è stato loro necessario percorrere la tratta Chocin – Kuwait City , pernottare  qui dormendo 3 ore e ½ , ripartire alle 7,30 del mattino del 18 Gennaio destinazione Il Cairo e da qui in volo verso Roma dove è previsto l’arrivo alle 18.10 ora Italiana , in cosa consiste il “ miracolo “ ? Nel fatto che il danno , scoperto solo all’ultimo momento dal Comandante Kuwaitiano , consisteva in una perdita di olio dal sistema idraulico dei freni  che molto probabilmente avrebbe preso fuoco durante il volo a contatto con il calore dei motori . Cosa avrà insospettito il Capitano ? Cosa lo avrà spinto ad effettuare un controllo ulteriore rispetto a quello tradizionale antecedente la partenza ? Chissà  !!! Sarà stata la nostra buona stella ? Saranno state le preghiere delle Suore tutte e Sr Jain e Sr Elisabetta in particolare che ci hanno costantemente accompagnati in questi giorni ? Quello che è stato non lo sapremo mai ma sta di fatto che siamo sicuramente scampati per una ragione fortunata e sconosciuta ad un pericolo veramente grande .
Vi potete immaginare le sensazioni e i sentimenti che hanno albergato negli animi dei nostri volontari in questi due giorni di attesa del ritorno dopo 15 giorni di lavoro duro , sia materiale che per le situazioni umanamente gravi con le quali sono venuti a contatto . Certo è stata necessaria tutta la proverbiale calma del Dr George per tenere sotto controllo le giustificate esasperazioni dei sentimenti di ognuno : dall’irruenza di Luciana alla preoccupazione silenziosa di Adelina , ma tutti , ripeto tutti hanno sempre dimostrato quella che è stata la vera  caratteristica di questa missione : la coesione del gruppo nell’aiutare chi era in un momento di difficoltà per superare insieme il momento critico .
Come Dio ha voluto tutto questo è stato superato ; tutti stiamo bene in buona saluta fisica e psichica e , felici di quello che abbiamo realizzato e fiduciosi nel futuro dell’Associazione , ritorniamo alle nostre case, ai nostri cari , molto stanchi , ma sicuramente molto più ricchi di quella umanità reale che solo il contatto con “ i più poveri fra i poveri “ può realizzare .
Se, come dice il Dalai Lama, un modo per raggiungere la felicità è quello di aiutare chi ha più bisogno , Elisabetta , Eleonora , Lucia , Luciana , Eliana, Adelina , Alessio, Riccardo e il Dr George rientrano in Italia veramente felici!