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MISSIONE SANITARIA ed UMANITARIA in INDIA n 22

Visite mediche a tutti gli adulti e bambini che si presenteranno durante i giorni di permanenza dei volontari di H.H.P.P.

  1. Vaccinazioni Antiepatite B a centinaia di bambini delle varie Scuole di Thullur e villaggi limitrofi
  2. Aggiornamento delle schede delle adozioni a distanza sia in Andhra Pradesh che in Keraka e notizia aggiornate da riferire in Italia alle famiglie adottive
  3. Controllo della gestione e pieno utilizzo dei 2 Punti Acqua potabile costruiti a Thullur nel 2011 e nel 2013
  4. Prendere visione dell'attività e dell'utilizzo del complesso sanitario del Mary Matha Dispensary con l'Ambulatorio Oculistico e Dentistico
  5. Consegna di tutti i farmaci, vestiti e giocattoli portati dall'Italia per i bambini e le loro famiglie

  1. BRANCE' Matilde                        Infermiera
  2. BEGLOMINI Marta                       Infermiera
  3. CAPPELLETTI Roberto                 Medico Cardiologo
  4. LOI Francesca                            Medico
  5. MARTINI Giorgio                         Medico
  6. NICOLETTI GASPARRINI Ilaria      Medico
  7. SPAGNI Giuditta                          Medico Chirurgo
  8. ZAMPIERI Massimiliano               Volontario
  9. ZAMPIERI Matteo                        Volontario
  10. ZAREMBA Mirela                          Volontario

Dal 16 al 23 Ottobre Thullur Stato di Andhdra Pradesh

Dal 24 al 28 Ottobre Kanjirappally Stato del Kerala

PROGRAMMA MISSIONE A THULLUR ( programma di Sr Jain )

17 - Aggiornamenti adozione distanza  e visite Mary Matha.
18 - Medical Camp a Vykundapuram + vaccinazioni
19 - Medical Camp a Nelapadu village
20 - Medical Camp a  Rayapudi village
21 - Medical Camp a  Dondapadu Village
22 - Medical Camp a  Mary Matha Dispensary Thullur 
23 - Domenica.
24 - Partenza per Kerala

DIARIO GIORNALIERO

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GIORNI: 1º giorno - 2º giorno - 3º giorno - 4º giorno - 5º giorno - 6º giorno - 7º giorno - 8º giorno - 9º giorno - 10º giorno - 11º giorno - 12º giorno - 13º giorno - 14º giorno

 

 

VENERDI 28 Ottobre

 

Ore 01,15 Airport Hotel Flora a Chocin : le sveglie dei volontari H.H.P.P. sono risuonate squillanti per annunciare che le poche ore di sonno ristoratore erano finite, che era il momento di alzarsi dal comodo letto dell’albergo e di prepararsi per il lungo viaggio di ritorno verso casa Italia . Controllo dei bagagli in camera di ognuno , sistemazione nel furgone ed in una auto dell’hotel e via verso lo scalo aeroportuale distante poche centinaia di metri. Passaggio indolore del chekin sia per i viaggiatori diretti a Milano che per quelli con destinazione Roma , inizio dei supercontrolli all’immigrazione ed ai bagagli e finalmente siamo arrivati nella zona imbarchi per i voli internazionali. Qui è successa una cosa che ha un po’ , per non dire molto , sconvolto la nostra serenità per la gioia di tornare a casa : saranno state le ore 2 di notte ed ecco che il telefono del Dr George squilla : è Sr Elisabetta che è stata svegliata nel sonno dagli addetti dell’Hotel Flora che comunicano che abbiamo lasciato 2 valigie . Poco dopo anche il nostro angelo protettore Sr Jain telefona per annunciare lo stesso problema e chiedere se possiamo andare e prendere le valigie mancanti ; ma noi siamo già all’interno , nella zona imbarchi, abbiamo passato già tutti i severi controlli doganali , la partenza e dopo pochi minuti per cui vi potete immaginare come monta l’ansia al Dr George ed a tutti i componenti della missione. Ricostruendo i nostri passi poi , ci chiariamo che non è stata una nostra dimenticanza ,ma una inadempienza degli addetti dell’albergo che hanno dimenticato le due valigie nel portabagagli dell’auto che ci aveva accompagnati alla partenza e che pochi di noi avevano visto caricare. Con l’ansia nel cuore , anche perché non era chiaro quale valigie erano rimaste a terra, siamo partiti direzione Dubai, dove abbiamo salutato gli amici lombardi , e successivamente Roma Fiumicino dove siamo atterrati in perfetto orario circa alle ore 14,00 – Il Dr George si è recato a prendere il furgone a noleggio mentre gli altri si occupavano del ritiro degli 8 bagagli arrivati tutti , almeno questi , e via verso Firenze dove l’arrivo è avvenuto alle ore 19,00. Abbiamo trovato i nostri cari ad attenderci : baci ed abbracci commossi da parte di tutti e per tutti e … via ognuno per le nostre destinazioni finali. Come i nostri più assidui lettori sanno, al termine di ogni missione di H.H.P.P. i volontari che ne hanno fatto parte sono invitati a lasciare un commento , volontario e non soggetto a censura da parte di nessuno proprio sulla missione appena terminata come resoconto personale e comunitario dei giorni trascorsi.

 

FRANCESCA

 

Spesso durante i giorni della missione mi tornavano in mente le parole di Terzani che descriveva l’India come: sporca, povera, infetta, spesso maleodorante e soprattutto impietosa; eppure, una volta conosciuta, impossibile da non amare.                  Fatalmente è stato così anche per me: un inspiegabile colpo di fulmine…           Quello che mi rimane di questa missione non è solo la bellezza disarmante dei paesaggi malinconici, i colori sgargianti dei vestiti e dei templi, gli odori pungenti e i sapori spesso troppo piccanti;                                                                                      Mi rimane la determinazione e la pazienza di Giorgio, mi rimane la dolcezza paterna di Roberto e Max, l’umorismo irresistibile di Marta e Matilde, le battute di Giuditta e il suo amore per la chirurgia che alla fine ha contagiato tutti, mi rimane la complicità con Ilaria, la sensibilità e i racconti di Mirella e la gentilezza di Matteo (nonché le lunghe e agguerrite partite di burraco). Mi rimane nella mente e nel cuore la risolutezza, la bontà, la compostezza e la forza d' animo di suor Jane, Agnes, Elizabeth e di tutte le altre sorelle.   Mi rimarranno in mente gli sguardi timidi e curiosi delle persone per le strade, quelli fintamente coraggiosi e anche i pianti fragorosi e inconsolabili dei nostri piccoli pazienti.     Porterò con me tante persone, tante storie, tanti aneddoti soprattutto tanti nuovi punti di vista.

 

(Grazie a tutti, all’anno prossimo)

 

 

 

GIUDITTA

Ciao India.

Anche quest’anno ti saluto come si saluta una vecchia amica.

Ti dico ciao, non addio, bada bene…dopo 5 anni dovresti ormai sapere che non posso starti lontana a lungo!

E allora ciao amica mia…ciao alle grandi distese dell’Andra Pradesh ed alle foreste verdi del Kerala; ciao al sole caldo che ti bacia la pelle, alla pioggia che non rinfresca, agli animali esotici, alle immense piantagioni del the; ciao al sorriso di tutti i piccoli incontrati e ritrovati, ai loro giochi, all’allegria inarrestabile, che ti travolge come niente al mondo; ciao alla gioia ed alla gratitudine di un popolo, così lontano eppure così vicino a noi, al quale dai così poco per ottenere così tanto in cambio.

Ma Soprattutto ciao ai miei compagni di viaggio “vecchi e nuovi”, persone meravigliose, fantastiche, con le quali condividi tutto in due settimane e dopo è come se ti conoscessi da sempre… ogni anno sono il regalo più bello.

E naturalmente ciao alle fantastiche “sorelle”, che ci s(o)upportano ogni volta: Jain, Elisabetta e tutte le altre…donne eccezionali, forti, incredibili…insostituibili; Ciao meraviglie e grazie infinite di tutto, quello che fate è quanto di più grande possa esistere al mondo.

Ciao

è una parola così bella, ti fa sentire come di casa…ti fa sentire a casa!

E allora Ciao India…e grazie!

ILARIA

Seconda missione umanitaria con HHPP,prima esperienza indiana.

 

Ringrazio per quest'altra possibilità il caro amico dr George,il gruppo che ha condiviso con me questa esperienza, e le Sisters tutte,che con pazienza e dedizione ci hanno aiutato a svolgere al meglio il nostro lavoro.

 

Quando ripenso all'India,vedo un Paese dai mille contrasti,colori,suoni (alcuni piacevoli come i mantra indiani sentiti in lontananza, altri spiacevoli come il clacson ininterrotto dei veicoli ) profumi ( dall'incenso al curry fino ad arrivare al piccantissimo nonché a me tanto amato chili pepper ). Vedo un'infinita povertà indossata con elegante dignità e poi vedo loro,bellissimi bambini con i piedini nudi,le mani aperte che chiedono aiuto e occhi grandi e profondi colmi di speranza: un richiamo al quale non si può non rispondere. Cerchiamo di fare quanto possibile ,ma con la consapevole amarezza che ti resta nel cuore ,che non sarà mai abbastanza...ripenso allora ad una frase di Madre Teresa di Calcutta " Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano,ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno" ,e tutto mi sembra più chiaro,lieve e sorrido.

 

Ciao bimbi belli....

 

MARTA

Ho trovato l’India un paese pieno di contraddizioni, dove non esistono sfumature e i colori scintillanti dei Templi indù si riflettono nelle acque torbide del fiume sacro.

Dove si passa dagli intensi profumi dell’incenso e dei fiori, ai soffocantiodori delle citta e delle fogne a cielo aperto.

E tutto ciò si rispecchia nel suo popolo. Quell’indescrivibile sensazione di disagio che ti assale all’ingresso dei villaggi, quando vedi concretamente le precarie condizioni in cui vivono queste persone, che viene immediatamente spazzata via dall’immensa allegria trasmessa da ogni singolo bambino, dai sorrisi che ti regala la gente per strada quando incroci il loro sguardo, senza che tu abbia fatto niente. Non serve essersi conosciuti per scambiarsi anche un solo momento di gioia.

Prima di intraprendere questo viaggio, mi chiedevo come facessero alcuni volontari a tornare così tante volte nello stesso posto. Dopo queste brevi due settimane ho capito. Questi sono luoghi che non ti possono venire a noia, dove le sensazioni che provi sono talmente tante, nuove e forti che anche io nel mio piccolo, potessi, ripartirei subito.

Volevo ringraziare l’associazione per avermi dato modo di collaborare con loro, per quanto sia stato più grande ciò che ho ricevuto di quanto ho dato, e di avermi fatto conoscere le incredibili Sisters e suor Jain, uso l’aggettivo incredibile anche se credo ancora non esista una parola per descrivere queste stupende donne.

Infine volevo ringraziare i miei compagni di viaggio che hanno contribuito a rendere questa esperienza indimenticabile.

Sperando che questo non sia un addio ma un arrivederci, India. Nel contempo ti custodisco fra i miei più cari ricordi.

MATILDE

Ho sempre pensato che partire per una missione sanitaria/umanitaria fosse una cosa incredibile, e che prima o poi, avrei voluto poterla fare. Un anno fa Fabio e Alessia, i due ragazzi che sono partiti con H.H.P.P. per la 21° missione sanitaria in India, hanno raccontato quanto incredibile sia stata questa esperienza e mi sono convinta! Avendo ascoltato i loro racconti, pensavo di sapere più o meno cosa aspettarmi dalla missione e cosa avrei trovato una volta arrivata in India, ma mi sbagliavo. Non è possibile descrivere a parole ciò che abbiamo trovato prima in Andra Pradesh, dove le persone sopravvivono con il minimo indispensabile (e anche meno), ma dove comunque basta veramente poco per vedere su di loro un sorriso pieno di gratitudine, poi in Kerala, dove l’amore che i bambini dell’orfanotrofio Assisi Baby Sadan dimostrano è veramente indescrivibile. Questa avventura per me è stata sicuramente troppo breve, mi ha aperto gli occhi su una realtà che prima potevo solamente immaginare e mi ha lasciato delle emozioni che sono sicura, non saranno eguagliabili. Devo ringraziare i miei genitori che, con tanti sacrifici, hanno reso possibile la mia partenza per questa missione, senza il loro aiuto non ce l’avrei mai fatta!. Tutto questo comunque non sarebbe stata la stessa cosa senza le fantastiche persone che hanno condiviso con me questa missione: vi ringrazio con tutto il mio cuore per l’allegria, le emozioni e il supporto che mi avete dato in queste due settimane! Ringrazio anche Suor Jain, Suor Elisabetta e le loro consorelle che ci hanno ospitato e coccolato dandoci tutto l’affetto possibile! Ma prima di tutti, ringrazio l’associazione H.H.P.P. che ha reso possibile tutto questo, che mi ha fatto scoprire luoghi e persone fantastici e che mi ha permesso di credere in me e in quello che posso fare. GRAZIE DI CUORE!

 

MATTEO

 

 

CHE SORPRESA!!!

 

Sì, la prima volta in India è stato come scartare lentamente un pacco regalo e trovarci dentro un dono tanto atteso e tanto desiderato!

 

E come un bambino pieno di gioia del regalo ricevuto, ora mi sto godendo i ricordi, le immagini, tutto quanto ho intensamente vissuto in questo viaggio pensando e ripensando che l’India è proprio un “altro mondo”!

 

È stata certamente un’esperienza bella e coinvolgente, direi totalizzante! Ha interessato tutto me stesso; ha stravolto tutti i miei 5 sensi ma penso anche quelli di tutti i membri del gruppo.

 

-          Tatto: quante le mani strette per salutare o per giocare! Quante le carezze, gli abbracci! Mani che hanno dato e offerto qualcosa e altrettante mani che hanno ricevuto con un gesto di riconoscimento e ringraziamento. Mani che hanno giocato, visitato e operato!

 

-          Vista: una moltitudine di colori hanno inondato i nostri occhi! Abituati così alle nostre e occidentali tonalità di grigio, la sorpresa è stata scoprire la ricchezza e la luminosità dei colori per esempio degli abiti delle donne e dei bambini. La natura poi ci offerto spettacoli magnifici regalandoci la magia di alcuni indimenticabili tramonti. Non di meno stupendi sono stati i volti che abbiamo potuto ammirare nelle persone, soprattutto nei bambini.  Innumerevoli incroci curiosi di sguardi e altrettanti sorrisi di gioia che si sono spalancati alla nostra attenzione magari per un piccolo dono offerto!

 

-          Olfatto: un contrasto di profumi e olezzi! Accolti dal tipico “odore” indiano, questo contrasto non ci ha mai abbandonato. Dalle molteplici fragranze degli incensi bruciati nei templi, dall’inconfondibile profumo della terra dopo un acquazzone tropicale o dall’effluvio della foresta di caucciù, all’olezzo per esempio dei canali fognari a cielo aperto che percorrono i villaggi!

 

-          Udito: “please sound the horn” è la scritta dipinta sul retro dei camion! Tutti: motociclette, tuc tuc, auto, camion necessariamente suonavano il loro clacson! Che confusione! Siamo stati accompagnati da un costante baccano giorno e notte in Andhra Pradesh e in Kerala dai numerosi e rumorosi suoni notturni della foresta. Del resto abbiamo potuto anche “ascoltare” il silenzio del fiume sacro Krishna o di alcuni luoghi sacri agli induisti e ai buddisti o delle interminabili piantagioni di tè.

 

-          Gusto: cibo esageratamente piccante e speziato difficilmente apprezzabile per chi non è abituato! Ma che spettacolo la dolcezza e la bontà di un frullato di ananas appena colto o di un tè caldo con latte e spezie consumato sul ciglio della strada!

 

Ci aggiungerei infine anche la vibrazione di un sesto senso: l’India è profondamente spirituale e ti tocca inevitabilmente l’anima! Mistero…

 

Infine un pensiero và inevitabilmente alla povertà incontrata: è una povertà che purtroppo sconvolge profondamente perché interroga il nostro modo di vivere, la nostra sensibilità. Non è facile vedere e sopportare i numerosi bambini che a piedi scalzi insistentemente chiedono qualcosa: una caramella, una penna o una magliettina perché la loro è sgualcita o tutta bucata; ancora più scioccante è vedere una sfilza di senzatetto (moribondi) allineati sui marciapiedi di Vijayawada o un lebbroso che allunga ciò che gli è rimasto della sua povera mano per un’elemosina.  Oso dire che è una povertà che contiene paradossalmente e con stupore una ricchezza non nel senso di potere, opulenza, lusso, lucro bensì nel suo significato più nobile ovvero “ che ha in sé gran valore”, il valore della semplicità e della piccolezza!

 

Ringrazio il Dott. Giorgio e quindi HHPP che all’ultimo momento hanno accettato la mia partecipazione.

 

Ringrazio tutte le suore che ci hanno accolto e si sono prodigate per farci stare bene e per tutelarci.

 

Ringrazio tutti i componenti del gruppo che con autoironia e con qualche momento ricreativo condito da scherzi e sfottò, hanno saputo alleggerire i momenti di stanchezza e di fatica.

 

Concludo ringraziando Roberto ma soprattutto mio fratello Massimiliano, con i loro racconti e le loro fotografie hanno acceso in me il desiderio di scoprire questo meraviglioso Paese e  di fare questa bellissima esperienza.

 

Arrivederci India, a presto!

 

 

MAX

Arriviamo a Thullur, in Andhra Pradesh, alla sera. Questa è la mia settima missione,  mi accolgono odori, profumi e suoni familiari e poi le suore con il loro consueto calore. Non mi accorgo che il villaggio di campagna é in pieno cambiamento. Diventerà la capitale dello stato e si chiamerà Amaravati.

 

L’indomani, alla luce del sole, questo cambiamento si presenta ai miei occhi : nuovi palazzi, cumuli di terra, cantieri di edifici e strade. Chissà cosa diventerà tra qualche anno. Intanto é chiaro nei giorni successivi, che la gente del posto, le persone e i bambini che amiamo e per cui siamo qui, non si avvantaggeranno di questo cambiamento. Molti rimangono senza lavoro, i terreni sono a disposizione dello stato, poveri villaggi saranno spostati. Lo stato elargisce un sussidio di circa 40 euro mensili a chi é rimasto senza terreno e lavoro.

 

Mi rendo conto che la lotta alla povertà é senza sosta e la sensibilità a questo tema è uno dei motivi per cui continuo a venire, casualmente o per destino scegliendo all’inizio l’India. Penso che tutta questa disuguaglianza e sofferenza non ci renderà mai veramente felici.

 

I giorni scorrono veloci visitiamo villaggi e stiamo al dispensario, gli sguardi e le storie si susseguono, e questi sguardi e queste storie saranno il ricordo che porterò in Italia quando penserò con nostalgia all’esperienza trascorsa.

 

Intanto voliamo in Kerala, dalle bimbe e bimbi dell’orfanotrofio di suor Elisabetta. Anche qui diversi cambiamenti, bambini a cui ero affezionato tornati nelle famiglie dei genitori o spostati in altri istituti. Sono ragazze e ragazzi formidabili, intelligenti e affettuosi che crescono un un ambiente comunque difficile perché comunitario ma sono fortunati in quanto grazie alle suore possono studiare e hanno pasti e assistenza garantiti. Per loro penso che lo studio sarà il solo modo per riscattarsi ma mi rendo conto che anche io quando avevo la loro età non pensavo affatto all'importanza dell'istruzione e della conoscenza.

 

E’ l'ora dei ringraziamenti, a tutti i miei compagni di missione che ne hanno permesso il riuscito svolgimento, a suor Jain, suor Elisabetta, e a tutte le altre suore per il loro continuo operato nei confronti della popolazione e le attenzioni verso di noi e infine a HHPP e Giorgio per quanto fatto in questi anni.

 

Saluto l’India negli ultimi momenti prima di dormire per poche ore e prendere l’aero alle quattro del mattino con l’immagine di un giovane credo spastico che vende biglietti della lotteria, cammina scomposto e veloce sul ciglio della strada davanti all’albergo, trasmette grande tenacia e voglia di vivere cosi’ come tutte le persone e i bambini incontrati. Arrivederci India.        

 

 

 MIRELA

 

A parte l'attesa del visto ( che è arrivato qualche ora prima di partire con consegna del passaporto direttamente nel aeroporto ) ...tutto quello che ho vissuto nei giorni di permanenza in India mi ha lasciato un ricordo indelebile. Da un lato l'insieme che rappresenta questo paese così diverso con i suoi colori e rumori , odori e abitudini e dal altro i bambini dagli occhi grandi e neri dello sguardo profondo e penetrante che sanno aspettare e ringraziare per ogni cosa . Le lunghe file di persone che aspettavano il loro turno per la visita con i bimbi che avrebbero preferito soltanto i dolci ed i regali e rifiutato tranquillamente i vaccini , le scimmie a giro come da noi i cani , il silenzio nella mia stanza senza telefono e televisione , i capelli lunghissimi delle donne o completamente rasati dopo il rito di purificazione, le mucche padrone delle strade fanno da cornice a questa missione. Un'altra volta posso portare la mia testimonianza su quello che Hhpp ha fatto in questo paese . Un abbraccio a tutti i compagni della 44* missione

 

ROBERTO

Alla settima missione sanitaria con HHPP, nonche' al dodicesimo viaggio in India, si tenderebbe a pensare che nulla possa ancora realmente sorprenderti.

Non è assolutamente cosi'. Se dovessi identificare una sensazione che, ancora una volta, mi ha accompagnato durante questa avventura , beh, questa sarebbe lo stupore.

E' lo stupore di fronte alle profonde contraddizioni di questo bellissimo paese che è l'India, che non possono lasciare indifferenti.

E' lo stupore per le condizioni di degrado in cui vivono ancora molte persone, inaccettabile secondo il modo di vedere e pensare di chi è nato nella parte "fortunata" di mondo.

E' lo stupore che scaturisce dalla rassegnazione , ma anche dalla dignità' con cui queste condizioni vengono affrontate.

E' lo stupore di poter scorgere, in tutto questo grande Caos, la Bellezza, soprattutto negli sguardi e nei sorrisi della gente .Bellezza che ti fa dimenticare le precarie condizioni in cui spesso si lavora. E che getta una luce , una grazia su tutto quello che ti circonda.

Ma è soprattutto lo stupore per il fatto che l'energia e l'entusiasmo che uno investe gli ritornino aumentati.

Perche' è vero, l' India ti fa sempre questo prezioso dono.

Grazie India, grazie HHPP, grazie Sisters, grazie compagni di viaggio.

Roberto

 

 

DR GEORGE

 

Ed eccoci giunti al termine di questa ennesima missione sanitaria di H.H.P.P. che mi ha visto partecipe in prima persona e durante la quale ho come sempre dato tutto me stesso per il raggiungimento dello scopo che sempre  ci prefissiamo alla partenza : aiutare il maggior numero di persone possibile fra tutte quelle che si presentano a noi.  Oltre 1700 persone visitate ed alle quali abbiamo fornito le medicine necessarie , oltre 450 vaccini antiepatite b effettuati ai bambini delle scuole , 8 interventi chirurugici , distribuita una quantità incredibile di aiuti umanitari portati dall’Italia a tutti coloro che abbiamo incontrato in questi 15 giorni , non mi sembra un cattivo risultato. Probabilmente penserete che i sentimenti del mio cuore si siano abituati a queste situazioni emotivamente molto coinvolgenti ; penserete che dopo oltre 20 anni di missioni sanitarie ed umanitarie ci siano poche cose che riescano ancora a sconvolgermi o ad emozionarmi ; invece non è così . Anche quest’anno il sorriso di una bambina innocente che si è stretta con affetto nelle mie braccia , lo sguardo sperduto ma pieno di speranza della madre e della bimba affetta da labiopalatoschisi da operare al più presto, hanno fatto breccia nei miei migliori sentimenti, ed in un secondo hanno cancellato tutte le fatiche, tutte le preoccupazioni, tutte le … angosce che a volte accompagnano la realizzazione di queste missioni sanitarie . Il sorriso di un bambino è come sempre il pagamento migliore per questi miei momenti di solidarietà e l’espressione sinceramente e spontaneamente riconoscente degli adulti sono il solo ed unico carburante per il motore della nostra solidarietà, per la solidarietà di tutta H.H.P.P. Onlus . Come sempre mi piace ed è doveroso sottolineare , anche in questa 44° missione della nostra Associazione , quanto essenziale sia stato il contributo dei fantastici volontari che mi hanno accompagnato in India , dalle vecchie colonne ad i giovani arbusti irruenti e pieni di brillanti idee; senza di loro pur con la più grande buona volontà non avrei mai potuto realizzare tutto quello che H.H.P.P. ha fatto in questi anni . Tutto è andato nel migliore dei modi, abbiamo realizzato tutto quello che ci eravamo prefissati alla partenza, nessuno di noi ha avuto il benché minimo problema sanitario e come sempre l’affettuosa accoglienza delle Suore e della popolazione è il sentimento  che ci accompagnerà per il resto dell’anno … fino alla prossima missione del 2017 . Ma perché, forse il Dr George alla sua età e con i suoi acciacchi fisici pensa di tornare in India il prossimo anno ?  Con l’aiuto del Signore e con buona pace della mia cara Beatrice che tutte le volte mi accompagna con il suo caloroso amore e la sua preoccupata affettuosità , spero proprio di sì . L’Associazione tanto ha fatto nei vari paesi del mondo dove ha operato ed opera da oltre 13 anni , ma ancora molto c’è da fare ; tanti disperati aspettano il nostro aiuto , tanti bambini aspettano un gesto d’affetto da noi e tanti genitori vogliono vedere sorridere i propri bambini davanti ai nostri giochi ed alle nostre bolle di sapone. Come sempre il vero volontario non deve riposarsi sugli allori dei risultati raggiunti , ma deve sempre spingersi avanti per realizzare sempre in modo più completo IL SOGNO UMANITARIO DALLA VALDINIEVOLE NEL MONDO .   

 

  

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 


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