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Partenza il giorno 06 Ottobre da Roma Fiumicino - Arrivo ad Hyderabad ( via Dubai ) il giorno 07 Ottobre; lo stesso giorno trasferimento aereo a Vijayawada dove le Suore ci verranno a prendere con lo Scuolabus per portarci a Thullur ( Stato di Andhra Pradesh ). Il 16 Ottobre partenza da Thullur con volo Vijayawada-Hyderabad-Kochi per trasferirci a Kanjirappally nello Stato del Kerala dove visiteremo ed aggiorneremo le schede dei bambini che abbiamo adottati a distanza nei 7 Orfanotrofi locali. Il 20 Ottobre partenza per il ritorno in Italia
19 ottobre 2014
Gli occhi sono un po' lucidi mentre ci allontaniamo dall'Assisi Baby Sadan, direzione Kochi, per prendere il volo che ci riporterà in Italia....a questo punto restano soltanto le impressioni dei nostri volontari da condividere:
GIUDITTA
Non mi dilungherò sui motivi che mi hanno spinto a ritornare per la terza volta in questa splendida terra; non voglio ripetermi dicendo quanto sia felice, quanto mi senta a casa, accolta, coccolata ogni volta che torno, quanto senta di ricevere molto più di quello che riesco a donare; non voglio annoiarvi scrivendo quanto ami il mio lavoro e di come mi sembra veramente di renderlo speciale mentre sono qua..anche se in realtà non faccio granchè. Tutte queste cose, quello che provo, lo sapete, me lo avete sentito dire tante volte, alcuni lo hanno vissuto con me...
Non voglio neanche perdermi a descrivere ed elogiare le splendide persone che ho ritrovato e incontrato, con le quali ho condiviso questa magnifica esperienza: Suor Jain, Suor Elisabetta, tutte le altre consorelle; i miei compagni di avventura Roby, Max, Leti, Silvia, Rosy; e perchè no, il mitico Luka, Praveen, i bimbi dell'Andra Pradesh e del Kerala, i nostri pazienti pazienti, tutti quanti...non so se ne sono consapevoli, ma sono fantastiche persone e li adoro...spero di averglielo dimostrato con i fatti, non serve ripeterlo.
Non vi descriverò neanche l'immensa commozione e la gioia di aver riabbracciato il piccolo Christo, pestifero e dolcissimo allo stesso tempo, di aver abbracciato la sua mamma, di averla ringraziata...non vi dirò neanche di come mi mancherà in questo anno infinito...
Eh sì, tutto questo e anche di più è stata questa missione...ma voi lo sapete, chi c'era e chi no, chi lo ha provato e chi no... ve lo abbiamo raccontato e le nostre foto ve lo hanno mostrato...non serve a niente che io lo scriva!
Ma una cosa voglio davvero condividerla...
ero partita carica di preoccupazione, ansia..della responsabilità e con il pensiero di essere davvero una brava “capo missione”....ma non c'è ne stato assolutamente bisogno: il nostro fantastico gruppo ha affrontato insieme ogni cosa...siamo stati davvero una SQUADRA FORTISSIMI!
Allora alla fine ho capito...avevo in realtà un unico compito, come “veterana”, verso chi affrontava per la prima volta questa meravigliosa esperienza: trasmettere la gioia, la passione per questa missione... dimostrare il perchè se lo provi una volta ti resterà per sempre nel cuore...
Silvia, Letizia, Rosaria...mi scuso se non ne sono stata capace...sappiate che ce l'ho messa tutta! Ma se invece proverete un immenso desiderio di tornare (e magari lo farete)...beh...spero che in piccolissima parte sia stato merito mio! Voi per me avete fatto questo....
Grazie
LETIZIA
Raccontare in poche righe i 15 giorni trascorsi è praticamente impossibile! Ogni singolo giorno richiederebbe intere pagine per essere descritto, ed anche volendo sarebbe difficoltoso condensare ogni episodio. Posso però partire dal principio: dal giorno in cui ho deciso che potevo e volevo partire per l'india. In un libro ho trovato scritto che "quando qualcuno ha una propria leggenda personale da perseguire, tutto l'universo si muove affinché l'obiettivo venga raggiunto" (L'Alchimista,Paulo Choelo) e per me che ho sempre avuto sogni più grandi dei miei pensieri, è stato un risveglio. E così ho dato inizio alla mia Rivoluzione Umana, trovando la fiducia ed il coraggio, dedicando ogni giorno antecedente la partenza a rinnovarmi affinché il mio desiderio fosse esaudito. Sono partita pensando che avrei arricchito la mia professionalità, e torno avendo arricchito la mia vita. Ogni giorno trascorso mi ha regalato un sorriso, mi ha dato luce ed energia per rinnovarmi e per quanto domani questo viaggio termini, di questi giorni trascorsi riporto a casa molto più di sorrisi,volti,colori e suoni: porto a casa la mia vita, la mia crescita, il mio arricchimento. Vecchie e nuove consapevolezze e soprattutto la forte fede che mi lega al mio credo, che mi ha accompagnata e condotta fin qui e che mi permette di sorridere anche adesso, nel momento dei saluti da questo paese "folle”.
In fondo agli occhi, sullo sfondo dell'Andra Pradesh con i suoi infiniti campi verdi e acquitrinosi e la sua gente semplice e imperturbabile, trattengo l'autorevolezza sorridente e serena di Suor Jain. In fondo al cuore la sua straordinaria umiltà e lo sguardo profondo e sincero, di chi ha dedicato la propria vita agli altri,non per egoismo di realizzazione personale ma perché "volontà di Dio". Nonostante non sia Cattolica, questo mondo di tolleranza e pacifica convivenza tra molti credi mi ha stupito, e l'amore di Suor Jain per ogni uomo, per ogni singola anima, ha colmato la mia. Risuona ancora nelle mie orecchie la sua melodiosa preghiera prima dell'Intervento di Ernia Inguinale: "che il Signore guidi le mani della Dottoressa Giuditta, perché quest'uomo possa avere una vita migliore”. Qualsiasi parola è insufficiente per descrivere questa Donna straordinaria.
Ancora di fronte agli occhi i profili delle Consorelle, la loro energia inesauribile, il loro sguardo attento, presente sempre impegnato. La loro semplice umanità , qualcosa che non ti aspetti, come una risata di cuore, un saluto affettuoso, o un abbraccio sincero e forte: che strana idea che spesso abbiamo delle suore!
Impresse nella mia mente le lacrime di gratidudine delle tante persone incontrate in questo viaggio, le mani giunte, i sorrisi incuriositi stretti in abiti dai mille colori, conficcati nelle rughe di volti invecchiati dal vento; gli occhi dei bambini con i loro abiti colorati e sporchi, le mani impiastricciate di caramelle e polvere e le labbra increspate di stupore.
Gli odori di smog e gas di Vijeyawada, il suono dei clacson, le migliaia di persone per strada, che a un certo punto non capisci quale sia la corsia giusta, se quella a destra o quella a sinistra! Vie colme di negozi e bancarelle che vendono di tutto, mille colori, un frastuono di suoni e l'espressione stupita di chi non comprende la tua meraviglia: “questa è l'India! Cos'è che non ti torna?”
Poi ecco il Verde del Kerala, i suoni e i profumi di una giungla da cartone animato, da film! Palme, banane, chicchi di cacao...! Per non dimenticare il thè! Il Kerala dei bambini, il Kerala della speranza, speranza di un “futuro”, speranza di un' opportunità.
Il Kerala con la disponibilità e la profonda esperienza di Suor Elisabetta, il sorriso e l'allegria di Suor Alice, la giocosità e la simpatia di Suor Mariuccia: Donne che custodiscono storie, racconti, episodi, che trattengono per se l'amore profondo che provano per ogni bambino. Donne che con gli occhi colmi di lacrime, trattengono il respiro nel raccontare di Arun e Kiran che presto andranno a vivere con la loro nuova famiglia.
Donne pazienti! Che hanno dedicato ogni loro giorno ai bambini!
Ma non potrei concludere le mie impressioni su questa esperienza senza lasciare un pensiero ai miei compagni di viaggio: il Dottor Roberto, che con la sua professionalità e il suo estremo amore per i bambini non ha fatto che donare sorrisi e simpatia; Max che ha dispensato gioia e sorrisi ai bambini, alle madri, a chiunque gli fosse vicino, compresa me! E che con le sue magiche foto ha costruito splendidi ricordi da riportare a casa; la Dottoressa Rosaria con la sua esperienza e professionalità .
E poi...ovviamente non posso non dire due parole su quelle pazze scatenate della Dottoressa Giuditta e della Dottoressa Silvia (Bressi,Bressì o Bressai?!?!) che sono state le due anime che hanno accompagnato i miei giorni, lasciandoli scorrere tra lavoro e risate, tra impegno e svago. Sono partita ammetendo che definirmi Infermiere è un'esagerazione: ho ancora tanto da imparare e anche se ho tutte le carte in regola preferisco definirmi un'infermierina. Grazie a loro porto a casa soddisfazione ed esperienza: mi hanno trasmesso che anche il mio ruolo, se pur da meno, aveva un senso; mi hanno dato l'opportunità di essere al loro fianco nelle medicazioni complesse e negli interventi chirurgici, senza mai farmi sentire da meno, anzi! Dandomi l'opportunità di imparare molto da loro e di scoprire lati della mia professione che avevo sempre escluso. Ma non solo, mi hanno fatto vivere questo viaggio "tra amiche” nella semplicità e nello svago che accompagnano ogni esperienza, condividendo ogni signolo giorno, ogni episodio maldestro, ogni emozione. Domani svegliarsi senza averle accanto non sarà semplice!
Mi riporto dal viaggio anche questa bella compagnia, questa avventura condivisa, questa "squadra" multicolore, multipensiero, multiesperienza ben azzeccata!
Tuttavia mi rendo conto che anche provandoci non sono in grado di condividere con tutti ogni singolo giorno vissuto: troppi colori,suoni,sorrisi e volti andrebbero descritti, e non è la fatica a fermare le mie mani, quanto l'impossibilità delle parole di riuscire a trasmettere cosa sia stata l'India per me. Ho arricchito la mia vita, riporto con me a casa più di quanto ho lasciato e ho dato. E a chi mi chiederà "Com'è andata?" potrò solo rispondere "Bene!" perché non sarà mai possibile far comprendere a chi non l'ha vissuto cosa significhi vivere un'esperienza come questa, conoscere un paese così diverso, eppure così amichevole! Potrò solo suggerire una cosa a chi tra i miei amici e conoscenti chiederà : di contattare HHPP e partecipare alla missione! Perché non solo è un'esperienza caritatevole verso chi ha molto meno di noi materialmente, ma soprattutto è un arricchimento della propria anima e della propria vita!
E nel congedarmi da questo mondo così diverso e straordinario non posso che commuovermi e tuttavia sorridere, perché so che il prossimo anno Suor Jain e le consorelle, Suor Elisabetta ed i bambini, saranno qui, ad aspettarci per regalarci ancora una parte della loro anima.
Perché è così che è andata! Il vero regalo lo hanno lasciato loro a me!
MARIA ROSARIA
L'India è come uno schiaffo che ti colpisce in piena faccia con i suoi colori, odori, caldo opprimente, un'umanità che ti fagocita e ti si spalma addosso. Vita che pulsa in ogni piccolo angolo.
Aver fatto parte , anche se pur per un brevissimo attimo, del respiro caldo di questa gente è stato all'inizio un'emozione estrema , poi sempre più avvolgente e rivitalizzante.
Indelebili nel mio cuore: il sorriso di suor Bina che nel suo manifestarsi non ha mai smesso di arginare la mia sete e la fatica del momento, la ruvida dolcezza di suor Jane , forza vitale allo stato puro. L'accoglienza semplice e costantemente attenta di suor Clotilde col suo buffo modo di parlare e scuotere il capo. Che dire ancora? Lussureggiante Kerala e cento grandi occhi sorridenti.
Grazie HHPP per avermi dato questa opportunità.
MAX
Sono tornato in Italia e il giorno dopo ho iniziato subito a lavorare, per tutta la settimana non mi sono reso conto dei quindici giorni trascorsi in India, da subito preso negli impegni quotidiani, ma appena rilassato mi ha assalito una grande nostalgia di tutte le persone, i bimbi, le bimbe, i ragazzi, le suore, i luoghi con cui ho condiviso questa nuova esperienza.
Tornare in India é ritrovare affetti, gioie, dolori, bellezza e miseria.
Abbiamo passato la prima settimana in Kerala presso l’Assisi Baby Sadan, girando anche per gli altri orfanotrofi per visitare e fotografare tutti i bambini in adozione a distanza con HHPP. Sono tutti intelligenti, vivaci, bisognosi di affetto, di una bellezza intatta nonostante le loro storie a volte veramente drammatiche. Vivono inevitabilmente in una sorta di mondo a parte, parallelo e anche un po’ protetto rispetto al mondo “fuori”. Sempre a stretto contatto, giocando con loro, condividendo i ritmi, ascoltandoli, abbracciandoli é impossibile non innamorarsene e non desiderare un futuro per loro come se fossero propri figli. Un’ammirazione per suor Elisabetta e le altre suore che accudiscono tutti loro. Suor Elisabetta é instancabile, l’abbiamo accompagnata a Bangalore dove ha costruito anche una casa di accoglienza per persone anziane abbandonate sulla strada.
Da Bangalore abbiamo raggiunto l’Andhra Pradesh, dove é iniziata la missione medica.
Altri emozioni, persone ritrovate e il mio bimbo gemello in adozione a distanza, senza una casa ma che sta per essere costruita dal babbo, vederne le fondamenta è stato toccante. Abbiamo visitato villaggi con tanta miseria, ma un abbraccio di un bambino, un sorriso, la riconoscenza di una persona anziana visitata da un medico ci ha riempito il cuore gioia di speranza.
Ringrazio tutti i miei compagni di missione: Roberto, Giuditta, Letizia, Silvia e Maria Rosaria, per l’armonia che si é creata nel gruppo e la loro dedizione, suor Jain e tutte le suore per le mille attenzioni e la loro costante presenza. Ringrazio anche Giorgio per il suo supporto da lontano.
E vorrei già ritornare a immergermi ancora una volta in tutti i colori dell’animo e della parte del mio cuore rimasta là.
ROBERTO
Ho pensato a cos’è che da cinque anni mi porta via da casa, dagli affetti, dalla mia vita’ “ordinaria” e mi conduce in queste terre lontane e diverse da tutto cio’ che io sono,o che almeno credevo di essere.
Non è certamente solo la voglia di aiutare il prossimo e di fare del Bene, che pur è stato ed è il “primum movens”, e che è il motivo per cui ho scelto la professione medica. Sicuramente qui’ tutto sembra più’ semplice e immediato, anche se in realtà’ non lo è affatto.Non è semplice reperire guanti sterili, farmaci, non è semplice poter sempre disporre di acqua potabile o di corrente elettrica. E quello che a noi occidentali puo’ sembrare banale e scontato, qui non lo è.
Io svolgo la mia professione cercando di far fruttare al meglio il poco di cui dispongo.Bella lezione di vita.Forse proprio per questo fare il medico qui ha un che di pionieristico e mi riconcilia con le motivazioni iniziali della mia scelta professionale.
Ma sarebbe riduttivo dire che solo questo mi ha portato qui. Forse la prima volta è stato anche cosi', assieme alla voglia di mettermi alla prova e alla curiosità’.
Ma non spiega perche ci sono tornato una seconda volta, e una terza e una quarta , per un totale di 8 volte in cinque anni.
Quello che ho trovato qui è stato cilò che mi ha fatto tornare. Qui ho trovato l’altro me, forse il vero me, quello che avevo già’ dentro ma che faticava a uscire.Qui ho imparato a lasciarmi condurre da flusso delle emozioni
L’India ha questo potere straordinario e disarmante di metterti a nudo. E’ tutto elevato all’ennesima potenza, i colori, gli odori, i sapori, i suoni, le sensazioni ,nel bene e nel male.
E questo stordimento sensoriale ed emotivo ti porta ad azzerare tutte le sovrastrutture e i condizionamenti culturali e ad entrare in profondo contatto con te stesso e con il mondo.E in un certo senso con una diversa concezione della Vita
Nel film “Marigold Hotel” un personaggio (donna inglese) dice ad un altro (uomo inglese): “ Cosa trova lei di così’ affascinante qui che io non vedo?”…la risposta è” I colori, la luce, i sorrisi, il fatto che la gente qui non consideri la vita come un diritto ma come un privilegio, questo mi ha insegnato molto”.Altra bella lezione di vita’.
Quindi non posso che ringraziare tutte le persone che ho incontrato e continuerò’ a incontrare lungo questo percorso, dai miei compagni d’”avventura” di HHPP,vecchi e nuovi,a suor Jain ,Suor Elisabetta e tutte le sisters.
Ringrazio tutti coloro che con le loro storie e testimonianze hanno rappresentato per me un bagaglio di valore incommensurabile.
Infine ringrazio tutti i bambini incontrati, nelle scuole,negli orfanotrofi, per le strade, per avermi insegnato il vero significato della Bellezza.
Soprattutto ringrazio i bimbi e i ragazzi dell’ Assisi Baby Sadan e della Portiuncola, per avermi di nuovo mostrato il vero significato dell’Amicizia e dell’Amore disinteressato.
Ecco, forse è l’Amore che ogni volta mi riporta qui.
SILVIA
Il risveglio al mattino con il vociare allegro dei bambini della Mary Matha School, il caldo buongiorno di Suor Jain e delle instancabili consorelle, il dolce sorriso di Suor Bina, le Love letters dell'ottima cuoca Suor Elsy, gli sguardi ammirati, spaesati, meravigliati ma soprattutto sempre riconoscenti di questo popolo straordinario, le risate dei bambini dell'Assisi Baby Sadan, i canti e i balli degli allegri ragazzi della Porziuncola, il verde del Kerala, l'essere coccolate da Suor Elisabetta e le consorelle da mattino a sera, l'andare a dormire con il canto dei grilli che ti culla...Ecco cosa mi mancherà dell'India e di questa missione...Questi sono i pensieri, gli odori, i sapori che voglio imprimere indelebilmente nella mia mente e portare a casa...Le paure e le ansie che turbinavano vorticosamente dentro di me alla partenza per questa missione hanno lasciato il posto, in queste due settimane, a una sensazione di soddisfazione per il lavoro compiuto, di amore verso questo popolo che ci ha saputo dare sicuramente più di quello che ha ricevuto, di riconoscenza verso tutte le consorelle che si sono prese cura di noi facendoci sempre sentire a casa, e verso tutte le persone speciali incontrate in questa indimenticabile esperienza. Quindi, come ormai da tradizione prima del pasto quotidiano, ringrazio il Signore e chi mi ha datto la possibilità di partire per questo fantastico progetto con HHPP, augurandomi con tutto il cuore di essere di nuovo qua il prossimo anno, per rivedere gli stessi sguardi, gli stessi sorrisi, risentire gli stessi abbracci, rivivere le stesse emozioni e condividere la stessa Felicità.