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Il 16 febbraio 2012 otto volontari dell'associazione H.H.P.P. Onlus di Lecco , 6 Medici e 2 Infermiere Professionali, partiranno per la 17° missione sanitaria (la 3° chirurgica) che si svolgerà nello Stato indiano dell'Andhra Pradesh, all'interno del polo sanitario Mary Matha di Thullur; da qui dal 3 al 7 marzo 3 Medici proseguiranno per una missione esplorativa a Calcutta in un Ospedale delle Suore della carità di Madre Teresa per valutare se esistono le basi per una futura collaborazione fra H.H.P.P. Onlus e l'organizzazione sanitaria fondata dalla Santa paladina dei poveri.
Medici: Mazzei Sergio, Perego Annalisa, Giannatelli Federica, Coppola Sara, Perri Alessandra, Semeraro Maria Vittoria
Infermiere Professionali: Bevacqua Stefania, Paternoster Chiara
CALCUTTA
Siamo a Dubai, in transfer per il volo di rientro per l’Italia. E la nostra mente vola verso le esperienze vissute durante gli ultimi giorni di missione in India.
Mentre Alessandra, Sara, Chiara, Stefania e Federica sabato 3 marzo sono tornate a casa, noi tre, Annalisa, Maria Vittoria e Sergio, ci siamo imbarcati alla volta di Calcutta per proseguire l’esperienza indiana presso i centri d’accoglienza delle Missionarie della Carità di Madre Teresa.
Appena atterrati, reduci da un paesino cosi’ tranquillo come Thullur, siamo stati accolti dal caos del traffico di una metropoli con più di 15 milioni di abitanti. Ovunque taxi, risciò, autobus, ciascuno con la pretesa di prevalere sull’altro nella sua folle corsa facendosi strada tra manovre azzardate e colpi di clacson!! Più confusi che persuasi, abbiamo lasciato i bagagli alla Monika House, una piccola e modesta residenza per i volontari che vengono da ogni parte del mondo occidentale per dare un aiuto nei centri delle Suore. Ci siamo quindi diretti immediatamente alla casa madre, fulcro dell’attività delle Missionarie della Carità e abitazione di Madre Teresa. Qui è possibile visitare la sua camera da letto, dove sono conservati i suoi pochi averi terreni, e la cappella con la tomba dove è stata sepolta alla sua morte nel settembre del 1997. Presso la casa abbiamo incontrato le Sorelle e consegnato loro un voluminoso borsone contenente materiale sanitario e medicine.
Le missionarie ci hanno illustrato i vari centri di Calcutta che la Madre ha creato per accogliere i più poveri tra i poveri, i malati, gli orfani e i disabili.
Vi è la possibilità per i volontari di scegliere il centro più idoneo alle proprie attitudini e desideri, dove prestare il proprio contributo.
Il giorno seguente, come primo giorno, abbiamo deciso di recarci allo Shishu Bhavan, l’orfanatrofio. Il centro accoglie al momento 62 bambini fino ai 4 anni d’età, nelle varie fasi del lungo percorso dell’adozione internazionale. Ci è stato spiegato che la maggior parte di essi verranno adottati da genitori italiani! L’incontro con i bambini è stato travolgente! Tutti tentano di attirare l’attenzione dei volontari alla ricerca di una persona con cui giocare e dalla quale ricevere gesti d’affetto. La loro giornata è scandita a ritmi regolari. La mattina scuola, canti, pranzo e riposino. Il pomeriggio, il momento più bello, giochi all’aperto nel piccolo cortile , dove il giocattolo più prezioso sono rami e foglie! Tra risate, salti e giri in altalena, il pomeriggio si è concluso con l’ora della cena dove è stato più il riso spalmato sui nostri vestiti e sulla faccia di Sergio da parte dei bambini, che quello effettivamente mangiato!! I bimbi più grandicelli ci hanno mostrato con orgoglio e con un grande sorriso le foto che i genitori italiani hanno spedito loro in attesa di completare le pratiche dell’adozione e venire a prenderli. Favorevolmente colpiti e emozionati dal ricevere e poter dare tanto affetto, ogni pomeriggio trascorso a Calcutta abbiamo deciso di passarlo all’orfanotrofio.
Una mattina invece, dopo la colazione alle 7 con circa una settantina di volontari presso la Casa Madre, abbiamo deciso di andare a Pren Dam (letteralmente “Casa dell’Amore”), un centro delle Missionarie che accoglie circa 350 persone tra malati, disabili fisici e mentali.
Il centro è situato a circa 30 minuti di cammino dalla Casa Madre, durante il quale ci è sembrato di far parte del romanzo “La città della gioia”. Si attraversano infatti viuzze dove la gente vive senza un tetto o in capanne fatiscenti, dove ci si lava e si fanno i propri bisogni per strada, dove i bimbi girano nudi o con vestiti sporchi pieni di buchi, dove convivono uomini e animali, dove è ancora viva e immutata da decenni la figura dell’uomo-risciò che per guadagnare il corrispettivo in rupie di 1 euro al giorno si sobbarca la fatica di trasportare i ricchi clienti da una parte all’altra di Calcutta, correndo a piedi nudi sotto il sole cocente o la pioggia dei monsoni.
Arrivati a Pren Dam, indipendentemente dal lavoro che ognuno dei volontari svolge nella sua vita occidentale, siamo stati invitati a lavare a mano lenzuola e panni, stenderli, rifare i letti e prendersi cura dei poveri ospiti della casa, dal vestirli all’aiutarli a fare colazione. Dopo una meritata pausa chai (thè) per i volontari, la mattinata si è conclusa con la distribuzione del pranzo, lavaggio dei piatti e del cortile.
Sulla via del rientro all’ostello con il moto-risciò (e anche nel taxi per l’aeroporto!) il conducente ha più volte chiesto a Sergio se Annalisa fosse su moglie o potesse essere libera, in quanto l’avevano colpito i suoi occhi azzurri!! E fu cosi’ che Annalisa prosegui’ in West Bengala la lunga strage di cuori iniziata in Andhra Pradesh da Chiara!
Tirando le somme anche il soggiorno a Calcutta ci ha colmato il cuore di emozioni! Confrontando l’esperienza di Thullur, piccolo villaggio rurale , in cui la povertà è immersa nei colori dei sari, dei campi di peperoncino e di cotone e dei sorrisi dei bambini, questa immagine contrasta fortemente con la sfumatura di grigi e nero di Calcutta in cui la povertà estrema fa addirittura mancare il sorriso sui volti dei bimbi di strada, costretti molte volte ad elemosinare.
Ricordando con affetto i nostri cari compagni di avventura a Thullur e i volontari dei centri di Calcutta, concludiamo con una frase di Madre Teresa:
“Tu puoi fare cose che io non posso fare. Io posso fare cose che tu non puoi fare.
Insieme possiamo fare cose bellissime!”
Grazie a tutti!!