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OBIETTIVI:
1° PARTE - ANDHRA PRADESH
Attività sanitaria: visite mediche ad adulti e bambini (e somministrazione medicinali) con base all'ospedale Mary Matha di Thullur e camp giornalieri nei villaggi limitrofi.
Verifica ed aggiornamento delle adozioni a distanza.
Distribuzione di beni di prima necessità.
Verifica andamento del progetto "Gestione Struttura sanitaria Mary Matha" con consegna Ecografo ed Incubatrice alla responsabile Dr SrJain. Collocazione nel poliambulatorio oculistico di Thullur dell'apparecchiatura oculistica portata dall'Italia.
Inaugurazione il 18 Ottobre del nuovo progetto "Acqua potabile al Mary Matha".
Verifica attuazione nuovo progetto "Ampliamento Mary Matha English Medium High Scholl " di Thullur.
2° PARTE - KERALA
Attività sanitaria: visite mediche ai bambini dei 7 orfanotrofi nel distretto di Kottayam che l'associazione sostiene attraverso il progetto di adozione a distanza
Verifica ed aggiornamento delle adozioni a distanza.
Distribuzione di beni di prima necessità
Incontro con i partecipanti del viaggio di Turismo Responsabile in Kerala per conoscere i progetti di H.H.P.P.
PARTECIPANTI:
Dr.ssa Boccara Rosa Aryele - Medico Medicina Generale
Bardelli Lidia - Volontaria - Stud. Medicina
Dr Cappelletti Roberto -Medico Cardiologo
Dr Coppa Alessandro - Medico Specializz. Med. Urgenza
Dr Giuntini Franco - Medico Pediatra
Dr Marongiu Franco - Medico Oculista
Dr Martini Giorgio - Medico Medicina Generale
Meacci Giada - Volontaria Assist. Infanzia
Dr.ssa Raco Roberta - Medico Cardiologo
Zampieri Massimiliano - Volontario - Informatico
PERIODO:
Dal 16 al 27 Andhra Pradesh
dal 27 al 31 Kerala
31 Ottobre 2011
Quando alle 01,30 del mattino è suonata la sveglia dell’Albergo Durban Airport di Chocin, dove i volontari di H.H.P.P. avevano avuto l’opportunità di farsi una bella doccia calda prima di tre ore di sonno, tutti sono saltati immediatamente dal letto per andare a prendere lo shuttle dell’albergo che li avrebbe portati all’imbarco. Folla incredibile per quell’ora di notte, disbrigo delle pratiche burocratiche più che agevole, e dopo un ritardo alla partenza di circa 1 ora, siamo partiti alla volta prima di Dubai, dove saluteremo i milanesi, e poi destinazione finale Roma.
Come sempre in ogni missione, giunti alla sua conclusione, è lasciata facoltà ai singoli componenti di esprimere un proprio personale, libero ( e non censurato ) giudizio su tutto quello che abbiamo condiviso in questi 15 giorni di comune attività umanitaria.
ALESSANDRO
"L'esperienza appena terminata è coincisa con la prima volta in assoluto in una missione sanitaria ed è stata la realizzazione di un obiettivo che mi ero prefissato da quando mi ero iscritto all'università. Prima di partire speravo di essere all'altezza del compito e mi immaginavo che avrei dato qualcosa al prossimo, in realtà mi sono reso conto man mano che i giorni trascorrevano che quello che mi veniva dato indietro era molto di più in termini di esperienza, affetto ed esempi di vita. Frutto della mia pregressa esperienza mi ero abituato prevalentemente a relazionarmi con la sofferenza legata alla malattia ma non a percepirla connaturata con l'esistenza stessa; è stato un po' come passare dal conoscere un disagio a "sentirlo" intorno a se. Ma il ricordo che mi rimarrà più intenso credo che sarà l'incredibile esempio di chi ha deciso di dedicare la propria vita all'assistenza dei piu bisognosi, un grazie di cuore a tutte le suore e a chi quotidianamente si prodiga per il prossimo! Infine ringrazio tutti i partecipanti per aver condiviso con me l'esperienza, avermi arricchito mediante il confronto ed essermi stati vicini in un triste momento. Che dire ancora George.. Aspetto la prossima occasione!"
ARYELE
Spesso ci domandiamo se è preferibile il sogno o la chimera.
Ora, dopo tante missioni fatte con H.H.P.P. , so con certezza di preferire il sogno, perché ho constatato che talvolta si avvera.
Grazie Giorgio .
Grazie a tutti i compagni di queste meravigliose avventure.
FRANCO – Il Pediatra
Sono partito per l’India ponendomi 3 domande :
- sarò capace dal punto di vista medico di essere all’altezza del compito che mi sono assunto ?
- saprò dare qualcosa di mio agli abitanti del luogo ?
- che cosa riceverò da loro ?
Dal punto di vista medico non mi sembra di avere avuto particolari problemi; grazie a Dio la maggioranza dei bambini visitati era in buona salute, salvo qualche inevitabile rara eccezione. Mi sarei aspettato di trovarmi di fronte a malattie particolari, strane ed a bambini denutriti e con gravi carenze.
Ciò che però mi ha più colpito della missione è l’aspetto umano. Quanta miseria e sofferenza nell’ Andhdra Pradesh !!! Ma, al tempo stesso tanta gioia nel volto dei bambini nel momento in cui ricevevano da me un bacio ed una carezza. I bambini indiani , soprattutto quelli che vivono in orfanotrofio, hanno assoluto, impellente bisogno del contatto fisico. Ed io li avrei toccati tutti, me li “ sarei mangiati con gli occhi “, tanto era la loro bellezza ed il loro sorriso accattivante.
Una citazione particolare la devo alle Suore che, sopportando mille difficoltà, trovano giorno dopo giorno la forza, il coraggio, la ferrea volontà di aiutare le loro creature. Sempre disponibili, sinceramente vicine a noi volontari, me le porterò sempre nel cuore!!!
Ed infine i miei “ compagni di avventura “ con i quali ho instaurato un rapporto meraviglioso. Chiedo loro scusa se qualche volta ho esagerato con le mie battute ed il mio carattere forse un po’ troppo esuberante , volti però ad un unico fine : incrementare maggiormente la nostra amicizia e rendere più serena e brillante la convivenza fra noi.
Ciò che la missione lascia dentro di me è difficilmente riferibile su di un pezzo di carta. E’ stata un’avventura per certi versi esaltante e che molto mi farà riflettere quando, tornato agli agi e comodità di tutti i giorni, certe emozioni avranno superato il vaglio del tempo.
Grazie caro Dr George ! Sei stato un cerimoniere ed un organizzatore perfetto : l’H.H.P.P. ti deve molto se non tutto !!! Insisti, continua nella tua opera per il bene dei bambini indiani. Non so se, in futuro, aderirò nuovamente ad una missione di H.H.P.P. Me lo auguro ! Certo è che se dovessi partecipare, dovrebbero guidarmi la volontà di rendermi utile ed il desiderio di strappare un sorriso in più a questi meravigliosi e stupendi bambini. Il tempo me lo dirà !!! Per adesso mi godo queste indimenticabili sensazioni che porterò sempre nei miei ricordi e nelle mie preghiere.
Grazie buon Dio per avermi concesso questa opportunità.
Grazie amici, Suore , bambini.
Grazie meraviglioso popolo indiano .
FRANCO – L’Oculista
Ogni sacrificio ha un obbiettivo; fare esperienza come questa arricchisce e dà la forza per continuare a costruire una vita più valida.
Grazie per quello che ho ricevuto, cercherò di farne tesoro per me e per chi mi sta vicino.
GIADA
Siamo sull’ultimo volo che ci riporterà in Italia …
Per me questa è stata la prima missione umanitaria – sanitaria e le emozioni che ho provato non riuscirò né a scriverle a voi né a rispondere alle domande che mi verranno fatte al ritorno a casa, perché sono ancora troppo vive dentro di me e non riesco a descriverle totalmente.
Il sentimento che provo adesso è nostalgia, di una terra rigogliosa, di profumi speziati, di persone particolarmente educate … ma i bambini …………………
Ognuno di loro con semplicità mi ha trasmesso un sentimento complicato, cioè l’amore. E’ bastato donare loro un sorriso, una carezza, uno sguardo, un abbraccio per riempirci di felicità a vicenda, soffocando per un attimo la cruda e povera realtà che regna intorno a loro.
Voglio ringraziare i miei compagni di viaggio per avermi regalato forti emozioni; brave persone sotto il punto di vista professionale ed umano, che hanno reso la missione ancora più bella. Da subito mi sono sentita a mio agio con ogni mebro del gruppo e grazie a loro ho imparato tante cose nuove.
Il Dr George è una gran bella persona. In questi 15 giorni, le poche volte che ho provato un senso di angoscia mi è bastato guardare Giorgio negli occhi ed, oltre a tranquillizzarmi senza dire niente, sembrava capire il mio stato d’animo trasmettendomi sicurezza.
Con i missionari veterani mi sono confrontata tanto sulle emozioni che stavo vivendo, provate in precedenza da loro, e con i novelli, come me, abbiamo instaurato un bellissimo rapporto raccontandoci a vicenda le impressioni positive e negative dell’esperienza.
Una delle cose che mi ha emozionato di più della missione è la conoscenza di Sr Jain …… una donna straordinaria che solo chi ha avuto la fortuna di conoscere guardandola nei suoi profondi occhi neri, sa quanta forza ti trasmette per vivere la vita.
SONO FELICE !!!
E siccome chi mi conosce sa che per me la felicità è uno stila di vita, chissà se parteciperò ad altre missioni di H.H.P.P. ?
Io spero proprio di sì !
LIDIA
Siamo arrivati alla fine di questa esperienza. ero partita senza aspettarmi niente, per evitare ogni tipo di suggestione ed aspettativa che potessero condizionare le mie impressioni e valutazioni durante il soggiorno in india. Sia in Andra Pradesh che in Kerala abbiamo visto cose inimmaginabili. aldilà delle varie curiosità, delle religioni e dei templi che abbiamo visitato, dell'intenso traffico cittadino, del sovraffollamento che quasi ti soffoca, degli spettacoli più strani a cui tutti abbiamo assistito, questa missione è stata densa e ricca di cose concrete, vere: le persone, le persone che soffrono, la povertà. tante volte è capitato a me, come a chiunque, di vedere determinati scenari di povertà in televisione, nei libri di scuola e sui giornali. Ma confrontarsi realmente con questa realtà, entrarci dentro come io ho fatto è una cosa ben diversa. nel nostro paese, nella sicurezza delle nostre case, pur consapevoli che queste cose esistono perchè qualcuno ce le racconta, le sentiamo distanti, troppo lontane per toccarci veramente, per minacciarci. questo è quello che io pensavo prima. ma trovandomici di fronte ne sono stata profondamente colpita. I primi giorni guardandomi intorno pensavo continuamente: "caspita, è tutto vero!". Ora ho veramente compreso che non c'è nulla che possa essere dato per scontato. nulla. L'assistenza sanitaria che il nostro paese ci offre, pur con qualche lacuna, il diritto all'istruzione, la propria casa, una casa vera fatta di mattoni, che ci fa restare asciutti quando piove, che non viene spazzata via se il vento è troppo forte, che non viene allagata ad ogni temporale, gli adeguati e sicuri mezzi di trasporto, che ci fanno arrivare dovunque ogni volta che noi lo vogliamo. Tutte le nostre comodità, tutta la ricchezza che abbiamo non possono più esser considerate scontate. Le cose che abbiamo visto, che io ho visto non possono lasciarti indifferente, a meno che tu non sia già abituato a vederle, e ti costringono a fare un "resettaggio" di tutto quello che hai sempre conosciuto, cominci a vedere le cose con una luce diversa, con una consapevolezza diversa.
Non posso spiegare a parole tutte le sensazioni che ho provato; più forte di tutto è stato lo stupore di vedere quanto un povero possa essere dignitoso, pur nella sua dura realtà. Il dottor George aveva già detto qualcosa al riguardo, prima di partire, ma ho potuto verificarlo coi miei occhi. e soprattutto mi ha colpito vedere l'amore e l'adorazione che noi tutti abbiamo ricevuto da parte dei bambini, delle altre persone venute a visitarsi e delle Suore che ci hanno assistito nel nostro lavoro.
Spendo qualche parola anche per dire una cosa che personalmente è stata molto importante: ho avuto la grande fortuna di ritrovarmi in un bellissimo gruppo: la dolcezza di Roberto, la gentilezza di Massimiliano, la disponibilità di Roberta e di Alessandro, l'umorismo di Franco, la simpatia di Giada, la pazienza di Aryele, i consigli e gli insegnamenti di Franco e la fiducia di George e di Suor Jain mi hanno aiutato tantissimo, più di quanto loro stessi immaginano; mi hanno permesso di vivere bene questa esperienza e fare tutto quello che sono riuscita a fare. Mi hanno fatto sentire utile e importante, perciò li ringrazio e li stimo.
In India mi sono impegnata, mi sono divertita, mi sono commossa. e se qualcuno mi chiede se è un'esperienza da fare o da rifare, rispondo con sincera convinzione che sì, è un'esperienza da fare, perchè mi ha arricchito culturalmente e soprattutto umanamente.
MASSIMILIANO
Terminata la missione in India, eccomi rientrato a casa, mi sembra tutto strano, almeno per oggi, tanto é stata l’immersione nella realtà locale di Thullur e il coinvolgimento nei due giorni presso gli orfanotrofi in Kerala. A Thullur siamo stati giornalmente in contatto con la povertà, i medici hanno effettuato parecchie visite, abbiamo distribuito medicinali, vestiti raccolti da amici e conoscenti, piccoli doni, ai bambini che venivano al dispensario dai villaggi e a quelli della scuola. Cercato di ascoltare e constatato i problemi della gente del posto, siamo andati a visitare le capanne e le stanze in muratura dove vivono, che magari alla prima pioggia si allagano sistematicamente. Ogni anno c'é un passo avanti: lo strumento per le visite oculistiche, nuove aule scolastiche, e l'acqua potabile, una splendida idea degli amici di Lecco. Poi i bimbi del Kerala, bellissimi, affettuosi, pieni di vitalità e vorresti per loro un riscatto, un futuro che li ricompensasse delle sofferenze, di vivere comunque in un posto che non é la loro famiglia, che magari non c'é più, pur se accuditi con grande attenzione e premura dalle Suore e quindi già più fortunati di altri loro coetanei. Vorrei quindi ringraziare i miei compagni di viaggio con cui abbiamo condiviso tutto ciò e H.H.P.P. per il suo impegno costante. E le formidabili Suore che ci hanno assistito e accudito con ogni premura. Quest'anno forse ho fatto meno fotografie, ma ho osservato di più le cose direttamente, non attraverso il mirino della macchina fotografica. Molti sguardi intensi, sorrisi, rimarranno indelebili nella mia mente e per ultima l'immagine nel palmo della mia mano di tre fiorellini bianchi regalatimi alla nostra partenza da un bimbo: non poteva essere dono e ringraziamento più grande.
ROBERTA
L’India e’ come un buon profumo, dopo che l’hai lasciata, ti rimangono addosso per lungo tempo tutte le sensazioni che hai vissuto laggiù: odori, profumi, emozioni...
Il mio cuore e’ rimasto a Thullur tra i nostri “angeli” : le Sisters che ci hanno adottato e coccolato per tutto il tempo, tra cui Sr Jain , instancabile, dolcissima e sempre col sorriso, Sr Bina sempre disponibile, Sr Jain 2 affettuosa, dolce e anche lei sempre disponibile ad aiutarci. E’ rimasto tra i colori dei sari, lo sguardo della gente che veniva per farsi curare, il loro buffo modo di annuire scuotendo lievemente la testa. Ho impresso nella mia mente quei visi pieni di rughe portate con dignità e fierezza , di stanchezza per il lavoro sui campi e quell’espressione dolce di amore, di generosità e di ospitalità che caratterizza questo popolo...
E poi e’ rimasto in Kerala , tra i bimbi degli orfanotrofi primo fra tutti il nostro Assisi Baby Sadan, tra tutti quegli occhioni grandi pieni di entusiasmo per la vita, l’insaziabile bisogno di amore e di coccole, la voglia di giocare, e di farci conoscere la loro grande famiglia prendendoci per mano e facendoci visitare la loro struttura ...
Ringrazio di cuore tutti i miei compagni che hanno condiviso con me questa esperienza primo fra tutti il Dr George che mi ha dato la possibilità ancora una volta di farla e per la prima volta ringrazio mia sorella che e’ stata lei , da una pura coincidenza a permettermi di conoscere la realta’ di HHPP, Dr George , Beatrice e tutti i volontari che vi partecipano.
Rimane solo un po’ di amarezza e quella sensazione di non fare mai abbastanza ...ma questo non può essere altro che uno stimolo in più per farmi andare avanti nel mio e nostro progetto di aiutare i popoli più sfortunati e bisognosi di noi...
ROBERTO
La mia seconda esperienza umanitaria indiana, ha confermato, accentuandole, le impressioni e le forti emozioni che avevo vissuto lo scorso anno. Ho ritrovato e riconosciuto nella moltitudine volti e sguardi già incontrati, e ne ho conosciuti di nuovi. Mi ha spiazzato, ma anche piacevolmente sorpreso, vedere la dignità e la fierezza di persone provate dalla malattia , dalla povertà, da condizioni di vita che secondo gli standard occidentali definiremmo inaccettabili. Eppure c’è gente che ogni giorno qui come in altri angoli della Terra si sveglia e cerca di vivere come può, con il poco o nulla che ha a disposizione, mentre i nostri sguardi volgono altrove e i nostri occhi fingono di non vedere. Queste stesse persone che andiamo a sostenere spesso ci impartiscono grandi lezioni di vita, proprio per la serenità con cui vivono la loro condizione. E l’esperienza dal punto di vista umano che ne scaturisce è impagabile. Dal punto di vista pratico si fa molto, ma mai abbastanza, mai quanto si vorrebbe. Le cure mediche prestate ci possono sembrare un’ inezia, anche se per chi vive in questi luoghi una manciata di pillole antidolorifiche può fare la differenza. Il nostro è un lavoro di appoggio e rinforzo all’attività che le Suore Francescane svolgono quotidianamente . E iniziative come l’inaugurazione dell’impianto di potabilizzazione dell’acqua per il villaggio di Thullur fanno ben sperare per il miglioramento della qualitàdi vita della popolazione locale. A me piace soprattutto pensare che la nostra , seppure circoscritta , presenza riesca in qualche modo a trasmettere a questa gente la sensazione di non essere completamente abbandonata a se stessa, di poter contare sull’ aiuto, anche minimo, di qualcuno. E’ bello che anche loro possano sentirsi speciali, anche solo per un giorno. Sentirsi amati. Soprattutto vorrei che gli splendidi bimbi e ragazzi incontrati nei villaggi, nelle scuole, negli orfanotrofi , anche un po’grazie ai nostri sorrisi, alle nostre carezze, ai nostri abbracci, al nostro incoraggiamento, potessero acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità, del proprio valore , della propria bellezza , della propria unicità .Ma questi forse sono solo pensieri di un visionario. Concludo ringraziando tutti i miei compagni di avventura, Dr George in testa, e le Sisters che ci hanno sostenuto, in particolare Suor Jain e Suor Elisabetta, due straordinarie sognatrici che quotidianamente trasformano i loro sogni in tangibile realtà, testimonianza di amore incondizionato per gli altri.
“ Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore …non sarei nulla. L’amore è paziente, è benigno, non è invidioso, non si vanta, non si gonfia,non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, non si compiace della verità.Tutto copre, tutto crede,tutto spera, tutto sopporta. L’amore non avrà mai fine “ ( San Paolo, Lettera ai Corinzi)
Dr GEORGE
Anche questa volta, come Dio ha voluto, sono riuscito a portare a compimento questa 16° Missione in India ; come sempre le emozioni che ogni volta riporto strette nel mio cuore sono molto cariche di sentimento, di affetto e condivisione umanitaria per tutti coloro che giorno dopo giorno traggono giovamento da tutto quello che i componenti di H.H.P.P. riescono a realizzare in Italia e all’estero. Questa ennesima missione indiana è stata carica di tanti risultati positivi concettuali e materiali : concettuali perché avendo ottenuto il riconoscimento ufficiale delle strutture sanitarie facenti parti del complesso Mary Matha di Thullur, costruite dalla nostra Associazione dal 2008 ad oggi, da parte delle Autorità Sanitarie di Guntur, per la prima volta i Medici che hanno svolto la loro opera in questi 15 giorni lo hanno fatto non come “turisti” ma ufficialmente come Dottori in Medicina. Da un punto di vista materiale cosa dire poi dell’inaugurazione di quella importantissima opera che è il “punto acqua potabile” per gli abitanti di Thullur che rappresenta e rappresenterà sempre più negli anni a venire un sicuro elemento di prevenzione di tante malattie trasmesse dall’acqua non potabile distribuita dallo Stato. Quanto è stato essenziale dotare di due importantissimi strumenti l’ambulatorio oculistico, la lampada a fessura e il Cheratometro resa possibile grazie all’interessamento completamento gratuito del nostro Oculista missionario Dr Franco Marongiu e della Ditta Medical Service MS di Firenze !!! Tra le opere in essere ed in evoluzione c’è poi la costruzione del nuovo padiglione della Scuola Mary Matha Medium High School della quale H.H.P.P. Onlus è cofinanziatrice tra gli altri con la nascente nuova Sezione di Lecco dell’Associazione stessa, e che permetterà a tanti bambini di incamminarsi per la via della conoscenza che è l’unica che li può rendere liberi ed asserviti dalla vera povertà. La sinergia dell’opera di aiuto a queste misere popolazioni indiane è come sempre dimostrata dalla completamente gratuita partecipazione di tutti i componenti, parte medica e non , che oltre tutto si sobbarcano completamente le spese vive del viaggio e del soggiorno stesso. I risultati di questa missione sono 2173 visite mediche effettuate, 130 controlli oculistici che hanno evidenziato 23 leucomi 28 presbiopie 46 cataratte 16 sospetti glaucomi e 57 melanosi congiuntiveli, 659 vaccinazioni antiepatite b ( delle quali abbiamo lasciato a Sr Jain il finanziamento per effettuare le altre 2 successive ), controllo sanitario a tutti i bambini del Progetto Jeevan di Adozioni a Distanza ed aggiornamento delle loro schede personali per portare notizie fresche ai genitori adottivi italiani, assicurato a Sr Jain il contributo per la gestione per l’intero anno 2012 delle spese relative al punto acqua potabile ( stipendio del guardiano, acquisto dei contenitori per l’acqua, sostituzione periodica dei filtri, energia elettrica necessaria al funzionamento delle varie apparecchiature ), continuata la campagna di prevenzione dentale consegnando spazzolini da denti e dentifrici a tutti i bambini incontrati.
Adesso torniamo in Italia alle nostre rispettive attività, con i nostri quotidiani problemi di vita professionale e non, ma come sempre questa ulteriore esperienza con H.H.P.P. servirà per riuscire a vedere i nostri problemi con uno spirito diverso e molto più positivo, avendo conosciuto e condiviso quelli essenziali di sopravvivenza di chi non ha niente, ma riesce lo stesso a trasmetterti tanta serenità.
Grazie come sempre a tutti coloro che in ogni modo , in Italia e all’Estero, con le loro donazioni, la loro vicinanza, con la sottoscrizione delle adozioni a distanza, con la partecipazione alle iniziative dell’Associazione, rendono possibile la prosecuzione e la crescita continua della realizzazione degli impegni che H.H.P.P. prende a nome di tutti i propri benefattori.
Grazie a voi miei fantastici compagni di avventura che con il vostro personale e costante impegno avete permesso che anche questa missione si sia conclusa in modo positivo con il raggiungimento degli obbiettivi prefissati.
Grazie alla mia unica e amata Beatrice che mi è vicinissima anche quando sono fisicamente solo in missione.
Il più bel saluto e la più soddisfacente conclusione di questo nuovo impegno per tutti noi volontari è comunque nel sorriso dei bambini dell’Orfanotrofio Assisi Sadan di Panaceppally nel Kerala, nella loro gioia e nella loro felicità per tutto quello che chiunque è vicino ad H.H.P.P. fa per loro. Il bacio che mi hanno dato calorosamente Arun e Kiran lo trasmetto virtualmente a tutti voi perché sentiate sulla vostra pelle quanto fate per la felicità di questi piccoli angeli.
H.H.P.P. li porterà per mano sempre e non li abbandonerà mai !