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Obiettivi:
Attività sanitaria: visite mediche ad adulti e bambini (e somministrazione medicinali) con base alle scuole Casa Belem di Salvador de Bahia e Escolina Sao Francisco di Candeias.
Verifica ed aggiornamento delle adozioni a distanza.
Distribuzione di beni di prima necessità.
Partecipanti:
Medici: Martini Giorgio, Perego Annalisa, Mazzei Sergio
Volontari: Gentili Giovanni,Fantozzi Rita, Trinci Paolo
Periodo:
dal 22 al 31 maggio 2010
31 Maggio 2010
Ecco che oggi il sole caldo che di prima mattina invade già le nostre piccole camere a Candeias, illumina l’inizio dell’ultima giornata in terra brasiliana della missione sanitaria di H.H.P.P. Onlus; i giorni, anche se brevi, sono stati molto intensi, sia dal punto di vista dell’attività quotidiana che di quella emozionale.
La giornata è dedicata alla rifinitura della preparazione delle valigie per il rientro in Italia ed alla consegna, con la relativa spiegazione alle Suore, dei medicinali rimasti, utili nel prossimo futuro per le esigenze sanitarie della popolazione locale.
Con nostra somma sorpresa, anche perché è la prima volta che succede da quando sono iniziate le missioni sanitarie dell’Associazione in Brasile, si è presentata una signora come portavoce dell’intera comunità del quartiere di Malembà della cittadina di Candeias (dove sono localizzate le strutture delle nostre Suore Francescane di Ognissanti), con un regalo molto particolare e significativo per ciascuno di noi a ringraziamento per quanto avevamo fatto in questi giorni per i poveri locali: una piccola statua in ceramica della Madonna dos Povros de Candeias (venerata nella Chiesetta locale). Non abbiamo certo bisogno di esprimervi la nostra estrema commozione nel ricevere questo dono, ed i nostri cuori si sono ricolmati di tutto quell’amore che gli occhioni neri dei bambini ci hanno trasmesso in questi giorni.
Verso le 19.00 partenza verso l’aeroporto di Salvador, dove in perfetto orario ci siamo imbarcati sul nostro volo per Roma per iniziare la lunga giornata del rientro a casa. A Salvador abbiamo salutato i compagni milanesi Sergio e Annalisa che avrebbero preso un altro volo per Milano. Ultimi saluti, con qualche lacrimuccia alle Suore e via nei meandri aeroportuali per il disbrigo di tutte le solite pratiche burocratiche e amministrative.
Dopo lo scalo a Lisbona ed il successivo volo per Roma, siamo arrivati nella nostra capitale anche qui in perfetto orario, salutati, oltre che da più di 1 ora di attesa per il ritiro dei bagagli imbarcati, dalla solerzia ed il sorriso degli amici Maurizio e Simonetta Vannelli, che come alla partenza, si sono sobbarcati il viaggio da Montecatini a Roma e ritorno, per permetterci un rientro sereno e tranquillo senza l’assillo della guida in autostrada.
Come i nostri più affezionati lettori ben sanno, a questo punto della missione è il momento delle considerazioni finali che ciascun componente del gruppo rilascia e delle quali facciamo seguito:
ANNALISA
Esperienza indimenticabile !!!
I Brasiliani ci hanno accolto con grande entusiasmo e salutato con riconoscenza ed affetto, le Suore sono meravigliose come tante mamme pronte ad aiutarci e consigliarci.
Siamo diventati una grande famiglia, porterò sempre nel cuore il dolce sorriso dei tanti bimbi visitati. Grazie H.H.P.P.
GIOVANNI
La missione e´ finita ed io sto preparando la valigia per tornare a casa. Dentro però non ci sto mettendo solo le mie cose personali e materiali, ma anche quello che ha lasciato dentro di me questa esperienza vissuta in Brasile: una moltitudine di sensazioni, di visioni di gente che abita in baracche di legno e fango o tra muri costruiti alla meglio, e crede di abitare in una casa.
Ci sono dentro la mia valigia, tanti volti di bambini sorridenti tra le braccia dei nostri Dottori premurosi, ed ancora giovanissime mamme, da far fatica a crederle tali, con il loro bambino tra le esili braccia.
Dentro ci sto mettendo anche il sorriso delle nostre Suore ed aspiranti Suore, un sorriso che ci ha accolto al nostro arrivo e non ci ha mai abbandonato ed alle quali, per avermi fatto sentire in famiglia, va il mio grazie più sincero. Aggiungo ancora il ricordo dei miei amici con i quali ho condiviso questa missione, questi giorni tutti vissuti a favore dei più bisognosi e dei più poveri, opere buone da presentare un giorno quando sarò chiamato a rendere conto della mia vita e questo mi rende felice e mi appaga. Grazie a Voi tutti.
PAOLO
La vastità del nostro pianeta si riduce man mano che gli aerei diventano più veloci, le notizie più immediate e la globalizzazione ci rende uguali.
Detto in Italia appare scontato, logico, banale, ma qui in Brasile la logica s´interrompe. L´immaginario, che una specie animale (l´Uomo) si evolva unitariamente in una direzione così come Darwin ci ha fatto credere qui non e´ sostenibile. Affermo questo perché il livello di vita, la qualità della stessa, che abbiamo toccato con mano, sono fuori dai nostri percorsi mentali, sembra appunto una direzione diversa. In Italia non si fanno quattro figlie con quattro partners diversi, in Italia non si tollera che la propria figlia diventi madre a tredici anni, in Italia non si tiene un epilettico seduto sul nudo cemento, non si stupra la figlia del vicino, non si soffre di parassitosi intestinale da un anno all´altro, ma non si riempiono neanche le Chiese (come se fosse Pasqua) ogni giorno.
Io non riesco a valutare queste scene di vita con il solo apporto dell´educazione che ho ricevuto: non mi e´ sufficiente. Sono per me paradossi. Paradossi che fanno pensare che il Globo si unifica sotto un profilo economico, ma non certo filosofico. Tant’è che i Brasiliani sembrano vivere sentimenti diversi dai nostri o è la fame che mangia la loro sensibilità.
Sarebbe facile salire sullo scranno del giudice.
Ma questa e´ l´Umanità.
Ed e´ difficile far del bene a chi non si condivide, a chi non ci piace, a chi non se lo merita.
Il Dr George e le Suore invece sono maestri del come si deve avvicinarsi al prossimo, spero mi siano illuminanti per il futuro.
Del resto tutto il gruppo formatosi e´stato speciale ed ognuno ha trovato il suo naturale spazio senza averne parlato.
Avevo dei forti dubbi sui due dottori milanesi (chissà che puzza sotto al naso), ma appena ho conosciuto il Dottor Sergio messinese e terrone ho capito che fra noi sudisti sarebbe nata amicizia; la moglie brianzola doc, gradevolissima, penso che abbia subito l´influenza benevola del marito. Inoltre ringrazio Giovanni per la sua riservata, sensibile, amabile presenza.
Grazie alle Suore dell´ospitalità genuina.
RITA
Finalmente la mia prima vera Missione operativa.
Si, in effetti, precedentemente l´India ed il Senegal avevano avuto un sapore diverso essendo rispettivamente impegni l´uno volto alle burocratiche mansioni per l´adozione a distanza, l´altro esplorativo. In Brasile ho visto i dottori all´opera e soprattutto i numerosi pazienti che hanno letteralmente invaso i nostri studi (il teatro della locale scuola).
Bene, mi ha fatto toccare con mano l´intervento diretto su chi ha bisogno: di medicine, di cure od anche il solo parlare con un medico visto che in questo Paese la sanità pubblica langue. Così mi sono sentita partecipe, più attiva anche se il mio ruolo di ´´farmacista´´ è stato acquisito sul campo.
La positiva permanenza a Candeias si è macchiata però al momento delle visite alle favelas locali. Non mi è bastato il vaccino di Calcutta né quello delle banlieux di Dakar per rimanere immune al livello di vita (faccio per dire) delle favelas. L´immaginazione non basta o meglio le mie parole non daranno mai un senso alla vita senza senso che ho visto. La sporcizia è evidente, ma è il valore, che quando sei lì, ti tocca marginalmente: sono altre le ferite che ti si aprono; forse è la promiscuità che non intendo bigottamente sotto un profilo sesso/peccato, ma la promiscuità di tutto, gli onesti che vivono accanto ai disonesti, i timorati di Dio accanto ai peccatori, i lavoratori agli scioperati, le prostitute alle madri di famiglia, gli sporchi ai puliti, tutto insieme, tutto diverso, ma indistinguibile: promiscuo!
Mi sono scoperta una sindrome da favela.
Ringrazio il gruppo, con questo termine intento tutti: i volontari italiani, le Suore indiane, le aspiranti Suore brasiliane che veramente hanno fatto GRUPPO, quello vero quello delle squadre che vincono, quello delle soluzioni e non dei problemi.
In tre parole riassumo la mia missione brasiliana: alla prossima volta. Grazie a tutti.
SERGIO
E siamo arrivati alla conclusione della missione.
Non avendo mai vissuto un´esperienza simile non nascondevo una certa titubanza a prenderne parte, mi sono dovuto totalmente ricredere!!!!
La gioia di vivere della gente, il calore, l´affetto dimostrato nei nostri confronti, le amorevoli attenzioni delle Suore e la coesione del gruppo, non ha pari. Squadra che vince non si cambia la prossima missione se fosse possibile la rifarei con gli stessi volontari con i quali oltre ai doveri ho condiviso i piaceri.
Qui sì che ci si sente veramente utili nello svolgere la professione di medico ed ora non vedo l´ora di ripartire per un´altra avventura. Grazie
DR GEORGE
Ed eccoci di nuovo, affezionati lettori dei diari delle missioni della nostra H.H.P.P. , al termine di questa nuova avventura sanitaria in terra straniera.
Sono felicissimo ancora una volta di come il nostro lavoro si è svolto in modo semplicemente completo, di come la comune volontà di aiutare queste disgraziate persone abbia fatto sì che persone che fino ad ieri si conoscevano appena, siano diventate un gruppo unito e solidale in ogni momento della giornata. Ci ha provato la maledizione del locale Montezuma Sudamericano a provare a fiaccare la forza e volontà del nostro gruppo; non che il ricorso quasi continuo al gabinetto abbia ritemprato le forze soprattutto di chi orgogliosamente è giusto e reale definire nonno, ma il desiderio superiore di aiutare chi vede in noi l’unica occasione annuale di rivolgersi ad un medico, ci ha dato la forza di continuare con impegno ed affetto la nostra attività.
Anche questa volta tornando in Brasile ho trovato l’ambiente pieno d’amore e di disperazione che in questi ultimi 6 anni ho imparato a conoscere, ma l’amore che tutte le persone che incontro e che l’anno successivo mi salutano come un loro caro fratello, mi riempiono il cuore di quella sincera gioia che solo questa realtà umanitaria può donare.
Grazie Suore in Italia e in Brasile per tutto l’amore e il sostegno che costantemente mi date; grazie a voi tutti che ho incontrato in questi giorni di missione in Brasile e che spero di aver aiutato nel migliore dei modi; grazie a voi miei stupendi compagni di viaggio che con la vostra singolare maestria e comprensione avete, tutti insieme e singolarmente ciascuno, dato forza all’anziano del gruppo ed alla sua testarda determinazione; grazie a tutti coloro che in ogni modo ci sono vicini e si prodigano in Italia per la raccolta fondi a favore dell’Associazione e partecipano alle iniziative destinate allo scopo; grazie alla mia unica cara Beatrice insostituibile sostegno e sprone per questa nostra comune attività umanitaria.
Adesso che siamo tornati alle nostre case ed il calore umido e soffocante brasiliano sta abbandonando lentamente la nostra pelle, nel nostro cuore non scenderà mai l’oblio per quei poveri bambini della nuova favela di Candeias, per i quali speriamo di poter realizzare qualcosa di veramente concreto.
Ancora una volta, con la positiva conclusione di questa 25° missione sanitaria e umanitaria, H.H.P.P. Onlus ha mantenuto fede alla fiducia che tanti volenterosi e generosi sostenitori hanno riposto in noi, ma soprattutto siamo sicuri di avere mantenuto l’impegno verso la povera gente dando ancora una volta tutti noi stessi nell’impegno quotidiano.
… e non è certo finita qui!!!
Alla prossima missione di H.H.P.P. Onlus!