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Obiettivi:
Attività sanitaria attraverso lo svolgimento di visite mediche, aggiornamento delle adozioni a distanza, distribuzione di beni di prima necessità, verifica delle stato attuale dei lavori per l’ampliamento del Mary Matha Dispensary
Partecipanti:
Medici: Dott. Giorgio Martini e Dott.ssa Valentina Rafanelli medicina generale, Dott. Massimo Ciampolini e Dott.ssa Gabriella Ravalli pediatria
Volontari: Francesca Fontana, ostetrica - Walter Ghiandai, Gianna Rogialli, Francesco Sodini, Paolo Venturini
Domenica 21 Ottobre
Oggi, come nella migliore tradizione delle missioni sanitarie dirette da Sr Jain, non si lavora, ma ci concediamo una pausa di rilassamento dopo le intense emozioni dei giorni passati. Colazione alle 7,15 per poi partire immediatamente, insieme a tutte le Suore della comunità del Dispensario, alla volta della città di Guntur. Qui abbiamo assistito alla SS Messa nella Chiesa dell’Ospedale delle Suore di San Giuseppe. A dire il vero, non è che il testo della funzione religiosa sia stato per tutti noi di possibile interpretazione, dal momento che non è stata espressa neanche una parola in inglese, ovviamente non in italiano, ma solo nella lingua indiana locale il “telugu”. Era una Messa cantata e tutti intonavano le suadenti nenie indiane, per noi anche troppo suadenti!!! Al termine siamo risaliti sul nostro mezzo di trasporto e “condotti” da Sr Jain a visitare un parco acquatico. Durante il trasferimento a Vijayawada, ci siamo imbattuti in un fragoroso temporale tropicale e ciò ha convinto la nostra irrefrenabile Suora Dottoressa a mangiare al sacco nell’interno dello scuolabus, invece che in un ristorante. Nel pomeriggio, di ritorno verso Thullur, abbiamo visitato un tempo Buddista – Jainista ed uno Hindu; in quest’ultimo il sacerdote locale ( 80 Kg di peso per cm 160 di altezza con un bel trippone ) ci ha augurato gioia,felicità e buon lavoro nella sua tradizione: una specie di cresimatura con l’impronta di colore rosso indiano del suo dito indice sulla nostra fronte, una spruzzata di riso giallo sulla testa, un misterioso liquido salato che avremmo dovuto bere (Walter molto coraggiosamente ha seguito alla lettera le istruzioni del sacerdote) sul palmo delle mani. Il tutto si è concluso con una campanata sulla testa, cioè con l’imposizione di una campana di ottone sulle nostre teste. Rinfrancati da tutto ciò, certi della universalità di ogni tipo di credo religioso, al ritorno nel nostro villaggio, visitando il tempietto di un Sai-Baba locale, abbiamo avuto la piacevole sorpresa di vedere appesi alle pareti quadri raffiguranti Sai-Baba insieme alle immagini sacre di tutte le altre religioni; ciò sembra confermare come l’induismo riconosca e rispetti il Dio delle altre religioni. E dopo questa full immersion teologica, andiamo a dormire, e … che Dio ci accompagni !