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3° in Brasile-Mag 2007

Obiettivi:
Visite mediche, vaccinazioni, distribuzione beni di prima necessità, verifica e controllo delle adozioni a distanza.

Partecipanti:
Medici: Dr. Giorgio Martini (broncopneumologo) - D.ssa Gabriella Ravalli (pediatra) - Dr. Massimo Lupi (pediatra)
Volontaria: Francesca Bellugi 

DIARIO GIORNALIERO

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Lunedì 28 Maggio 2007
Stamani attività di ambulatorio, dove abbiamo ricontrollato pazienti adulti e pediatrici affetti da malattie importanti e che abbiamo fatto tornare per verificare il risultato delle nostre cure. Oltre a questi, ci sono stati nuovi casi di scabbia, funghi della pelle, denutrizione, artrosi, broncopolmonite in bambini ed il controllo del “ FAMOSO DITO “ della altrettanto famosa Antonia. Terminata l’attività ambulatoriale e il solito pranzo preparato con tutta l’attenzione possibile delle nostre amiche Suore, il pomeriggio è stato dedicato, come da programma, alla visita delle favelas di Amaralina, Nordeste, Valle das Pedrinas. Dal momento che tutti i lunedì pomeriggio le Suore Francescane effettuano la visita delle famiglie più bisognose delle varie favelas di Salvador Bahia, quest’oggi le abbiamo accompagnate noi. Soprattutto nei due giovani nuovi volontari, alla prima esperienza di conoscenza di una realtà tanto crudele e disumana, ma anche agli “esperti” del gruppo, la visione di tale degrado umano e materiale ha letteralmente sconvolto le coscienze. Tutto ciò che nella nostra realtà occidentale è scontato, raggiungibile e “normale”, in questa parte di mondo è una conquista giornaliera ed il più delle volte un sogno irraggiungibile: migliaia di baracche ammassate l’una sull’altra, decadenti, maleodoranti, prive di tetti  e di adeguati spazi vitali, immerse in una mare di dilagante immondizia; straduncole animate da grappoli di ragazzini scalzi, sporchi e malvestiti ed adulti intenti a fare niente in attesa del calare del sole. Ciò che maggiormente ha colpito la nostra attenzione è stato il riscontrare l’estremo contrasto fra l’immagine che grandi e piccini avevano dato di sé, con il loro aspetto ben curato, durante le visite nel nostro improvvisato ambulatorio, e le reali condizioni nella loro vita quotidiana. Visitando l’interno di alcune casupole, abbiamo potuto notare come la convivenza di più di 10 persone in un unico ambiente di circa  3 x 3 metri sia la regola, senza il benché minimo rispetto delle più elementari norme igieniche e sanitarie. Ad esempio visitando la “casa” della famiglia di Andrei, abbiamo trovato in una terrazza al 3° piano di un ambiente fatiscente, un’ unica stanza di 6 metri quadri utile per far riposare la bellezza di 11 persone, con un solo letto, un fornello, poche sudicie stoviglie, 2 contenitori lerci per l’acqua, e… perfino una gabbia con 2 pappagallini gialli. Sul terrazzo non poteva mancare un “cane da guardia” anche lui ovviamente denutrito come tutti gli abitanti e legato con uno stretto filo di ferro rugginoso al collo.  Usciti sconvolti da tale “spettacolo” ci siamo indirizzati, sempre affiancati per necessaria sicurezza dalle Suore, verso la casa di Reginaldo , il giovane epilettico che già abbiamo conosciuto  nel nostro primo viaggio in Brasile ed al quale portiamo annualmente le medicine necessarie per la sua malattia. Qui, fortunatamente, la sorpresa è stata positiva perché, anche se non si puo’ dire che in casa regnassero ordine e pulizia, la casa era stata intonacata sia all’esterno che all’interno rendendo il suo aspetto accettabile. L’impatto emotivo con una tale realtà che si è mostrata ai nostri occhi in tutta la sua crudezza, è stato veramente forte per tutti noi: pur con la consapevolezza della natura fortemente istintiva del popolo brasiliano che lo porta a vivere con balli e canti il momento presente senza minimamente prendersi cura del domani e della responsabilità nei confronti dei piccoli, il nostro sentimento umanitario ne è uscito fortemente rafforzato nella convinzione di dover fare qualcosa soprattutto per questi bambini abbandonati a sé stessi.        


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