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Obiettivi:
Visitare la popolazione del distretto di Barticesti presso il poliambulatorio “Speranta Bolnavilor”
Partecipanti:
Medici: D.ssa Gabryela, D.ssa Aryele
Volontari: Hermes Rinaldi, Elisabetta Sarti, Massimo Soriani
4 maggio
Oggi, ultimo giorno di visite, ci aspettano i pazienti di Iugani, il piccolo paese dove eravamo già stati martedì…nell’aria aleggia già un po’ di tristezza dovuta alla partenza; un primo assaggio di questa partenza imminente lo abbiamo già avuto ieri sera quando se ne è andata la Dott.ssa Gabriela ad anche stamani quando, prima di uscire, abbiamo dovuto salutare la due farmaciste Simona e Gabriela che con tanta pazienza ci hanno aiutato in questi giorni a somministrare i “medicamenti” a tutti i pazienti. Alle 8:00 ci dirigiamo verso Iugani e ad attenderci un mare di persone; purtroppo il team è ridotto e quindi possiamo accettare solo una trentina di pazienti…alcuni domandano se c’è la dottoressa delle ecografie e, chiedendo quando tornerà se ne vanno, tanti altri rimangono tranquilli in attesa. La Dott.ssa Aryele visita 32 persone che presentano più o meno le solite patologie. Una signora in particolare ci colpisce poiché ha la pressione altissima che supera i 300: Aryele le somministra subito il lasix e si raccomanda di rimanere in ambulatorio per farsi ricontrollare; dopo un’ora e mezzo la pressione è già scesa…sentendosi meglio e ricevendo le medicine necessarie per ristabilirsi, la signora ringrazia di cuore e ci saluta con molto affetto. Per il pranzo ci aspetta padre Marcel nella parrocchia vicina; è sconvolgente per tutti noi quando ci racconta che ci sono persone che si sono recate agli ambulatori addirittura alle 21.30 del giorno prima per avere la certezza di essere fra i primi ad essere visitati dal medico…tutta la notte al freddo, e qui di notte è VERAMENTE freddo, per una visita da un medico che, a differenza di quello di famiglia, non chieda nessuna mancia né per la visita né per la ricetta medica. Al termine del pranzo, il padre ci ringrazia a nome di tutta la comunità per il lavoro svolto in quel piccolo paese: le persone sono molto felici di aver avuto la possibilità di essere curati dai dottori italiani e sperano di rivederci presto a lavorare qua. Il pomeriggio è caratterizzato da un’emergenza molto importante: mentre si stanno svolgendo le visite sia dalla nostra dottoressa che da due medici locali, irrompe in ambulatorio un uomo con un braccio lacerato dal morso i di un cavallo. Inizialmente i volontari di H.H.P.P. non si accorgono di questo evento poiché l’uomo viene immediatamente accolto nella stanza di una delle due dottoresse rumene, ma dopo poco, non riuscendo a fermare la quantità incredibile di sangue che sgorga dalla ferita, le due donne chiedono aiuto ad Aryele. Il morso ha reciso un’arteria, così la dott.ssa dopo aver messo un laccio emostatico per fermare il flusso di sangue pinza l’arteria e l’uomo, può andare all’ospedale più vicino per essere operato…come dice anche Monsignor Alois questo è già il secondo paziente – ed il primo era stato Virgil – ad essere stato molto “fortunato” a farsi male quando c’eravamo noi!!! Terminate le visite, i quattro volontari si concedono una giratina in macchina a Roman e poi rientrano per la cena. Come sempre Sr. Cecilia ci ha preparato una squisita cenetta ed anche una bella torta da gustare tutti insieme per festeggiare la nostra partenza.
Con gli ultimi saluti si conclude la serata ed anche la prima missione operativa di H.H.P.P. Onlus in Romania, durante la quale sono state effettuate visite su 271 pazienti; sono state inoltre svolte centinaia e centinaia di ecografie di vario genere, nonché finanziati accertamenti specifici sui pazienti visitati - fra cui gastroscopie, gastroduodenoscopie, radiografie al torace, alla rachide cervicale, etc. - e distribuiti gratuitamente tutti i medicinali ritenuti necessari per curare le persone.
Come di consueto riportiamo qui di seguito le impressioni di ognuno di noi.
L’esperienza in Romania è stata a dir poco esaltante, sia per i compagni di lavoro della H.H.P.P., che per l’umanità riscontrata a Barticesti. L’accoglienza del padre responsabile dell’ospedale, Monsignor Alois, che ci ha ospitati, così come quella delle suore che lo assecondano nel suo progetto sanitario, è stata magnifica. Lo spirito di solidarietà che ci ha accomunati, noi tre di noi e loro con noi, ha fatto sì che le nostre prestazioni professionali fossero più che un lavoro, un piacere. Ci auguriamo di aver svolto la nostra opera in modo soddisfacente e che, sia i pazienti che il personale che ci ha così fattivamente aiutati, conservino di noi e di H.H.P.P. un buon ricordo. E soprattutto, ci auguriamo di essere stati utili. Per conto mio, ringrazio l’Associazione che mi ha dato insieme alla fiducia, l’opportunità di compiere questa missione, dove mi sono impegnata come i miei colleghi, col massimo delle mie capacità e con i migliori sentimenti. Grazie a tutti i componenti della H.H.P.P. e spero, a presto. ARYELE
Certamente è stata una bella esperienza. Ho conosciuto persone molto belle dentro; stando a contatto tutti i giorni con la sofferenza si cresce molto e spero vivamente di ripeterla presto. Ringrazio l’organizzazione di cuore. HERMES
Si torna a casa ed è il momento di una piccola riflessione su tutto ciò che è stata ed ha rappresentato per me questa settimana in Romania. E’ eccezionale vedere quanta forza ti può infondere un sorriso o un ringraziamento della persona ascoltata visitata e a cui puoi alleviare alcune malattie. Ogni sera finivo la giornata stanco e felice e la mattina seguente nuovamente pronto a fare tutto quello che potevo. Fantastico il gruppo che ci ha accolto, da Monsignor Alois, anche nella veste di instancabile autista ed organizzatore, a Suor Damiana, una donna davvero formidabile, a Suor Cecilia, la nostra cuoca che ci ha viziato, a Suor Fernanda che ci ha fatto sorridere spesso, al gruppo di infermiere, farmaciste e volontarie (Gabriela, Simona, Gabriela 2, Claudia) che abbiamo mandato al manicomio con richieste, domande e traduzioni. Infine il gruppo H.H.P.P.: Gabriela, il nostro “trattorino” che si spezza ma non molla, ho perso il conto del numero di ecografie che ha fatto; Aryele, una donna che ha vissuto la vita nel vero senso della parola, di cui potresti ascoltare ore ed ore gli aneddoti senza mai stancarti; Hermes, il “padrino” del gruppo, lui parla esattamente come un siciliano di altri tempi; ed infine Elisabetta, una persona sensibile e capace, la mia stima in lei continua a crescere anche e soprattutto in questi giorni. Infine un grazie alla H.H.P.P. per queste esperienze che mi dà la possibilità di vivere…alla prossima. MASSIMO
Finisce un’altra seppur breve missione di H.H.P.P…è già da un anno e mezzo che parto per luoghi bisognosi di aiuto; la Romania è pur sempre un paese europeo e questo mette in luce una notevole differenza rispetto a posti in cui sono stata precedentemente. Le condizioni igieniche e sanitarie di queste persone sono tragiche; in questa zona sembra che tutti abbiano la copertura assicurativa che permette loro di essere seguiti da un medico di famiglia (cosa mai riscontrata nei Paesi del Terzo Mondo), ma poi a cosa serve se comunque per poter avere anche solo una ricetta medica è necessario dare un’ulteriore mancia al medico? Per fortuna c’è la struttura di Monsignor Alois dove ciò non avviene, dove anche le persone più povere possono ricevere i medicinali di cui hanno bisogno. E questo grazie ai vari aiuti che riceve da altri Paesi, in particolare dall’Italia e dalla Germania. Qua non ci sono adulti o bambini denutriti, tutti siamo rimasti colpiti dalla grande quantità di persone obese, ma ci sono persone disposte a soffrire il freddo di un’intera notte pur di essere curati senza dover corrispondere del denaro o, come ci ha raccontato una signora che ci ha aiutato in farmacia, disposte a lasciare i propri figli e la propria famiglia per anni in cerca di un lavoro all’estero con cui potersi permettere di costruire una casa e di dare un’istruzione ai bambini. Per questo sono soddisfatta del lavoro svolto; ringrazio padre Alois e tutte le suore che ci hanno accolto nel migliore dei modi rendendo veramente piacevole la nostra permanenza qui e ringrazio Aryele, Gabriela, Hermes e Massimo…ognuno di loro si è impegnato con tutte le energie per realizzare al meglio questa missione. Infine grazie a tutti coloro che direttamente od indirettamente contribuiscono al concretizzarsi di quello che affettuosamente il Dottor George, e tutta la H.H.P.P., ama definire “il grande sogno umanitario della Valdinievole nel Mondo”. ELISABETTA