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1° in Brasile-Set 2005

Dal 31.08.2005 al 06.09.2005

Obiettivi:
Conoscere la realtà dei bambini che gravitano attorno alle Missioni delle Suore Francescane di Ognissanti di Firenze a Salvador, Candejas e Afogados da Ingazeira, e degli abitanti dei poveri villaggi del nord, apprendere i loro bisogni, le loro necessità sia sanitarie che di vita quotidiana, per programmare aiuti di primaria necessità.

Partecipanti:
Medico Generico: Martini giorgio
Pediatra: Testai MAria Giovanna

DIARIO GIORNALIERO

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PAGINE: 1

31 Agosto 2005 – h. 4,30 del mattino
La sveglia telefonica dell’albergo presente all’interno dell’Aereoporto di Fiumicino entra in funzione inesorabile pensando di svegliare di soprassalto il Dr George – In realtà la notte non aveva conciliato un sonno profondo e duraturo come sempre gli accade all’inizio di una nuova missione  ; a maggior ragione questa volta che stava per essere dato inizio ad un nuovo sentiero nella strada di aiuto alle popolazioni più povere del mondo già da tempo tracciata dall’Associazione Umanitaria H.H.P.P. – Sì questa volta il Presidente insieme alla Pediatra  Maria Giovanna Testai si svegliava per iniziare non solo una nuova missione , ma anche una nuova  “ avventura umanitaria “ : si parte per il Brasile , per andare a conoscere la realtà dei bambini presenti nelle Missioni delle Suore Francescane di Ognissanti di Firenze a Salvador , Candejas e Afogados da Ingazeira , e degli abitanti dei poveri villaggi del nord , apprendere i loro bisogni , le loro necessità sia sanitarie che di vita quotidiana e come sempre , cercare di mettere in atto tutto il possibile per portare a loro quell’aiuto concreto che la generosità di tanti italiani renderà possibile per il tramite dei volontari dell’ H.H.P.P.
Alle 6,50 parte l’aereo Roma-Lisbona in perfetto orario e dopo 2 ore di volo e 1 ora e ½ di attesa parte quello Lisbona-Salvador che dopo 8 ore di trasvolata atlantica raggiungerà il suolo brasiliano . Molti sono i pensieri che affollano la mente dei due componenti la missione umanitaria ma uno solo è quello che alla fine avrà il sopravvento : l’ entusiasmo della consapevolezza del gesto di amore che stanno iniziando in questo paese , nuovo per le esperienze dell’Associazione , e la voglia di dare tutti se stessi alla realizzazione , anche in Brasile , del “ sogno umanitario dalla Valdinievole nel mondo “ .
Il volo arriva in perfetto orario , compresi tutti i bagagli e via ad immergerci nella realtà di questo esotico paese . Ad attenderci 2 angioletti con l’abito delle Suore Francescane , Sr Emily ( la madre Superiora della casa di Salvador ) e Sr Valentina    ( che in passato è stata per molti anni alla Casa di Riposo di Montecatini Alto ) che con il puro e completo amore fraterno che solo loro sanno donare , ci accompagnano alla Casa Belem ( Casa del Pane ) una bella e funzionale struttura costruita 6 anni orsono che accoglie , oltre agli alloggi delle 5 Suore , la scuola frequentata da  250 !!! bambini poveri .
La strada dall’aereoporto alla Casa Belem ci presenta un bellissimo panorama lungo il mare con immagini , spiaggia bianca con sabbia finissima, palme agitate da un vento molto caldo che anellano stabilimenti balneari che ricordano le cartoline promozionali di villaggi turistici da sogno . Tutto molto bello quello che si presenta finora alla nostra vista , lungo il mare e la strada principale della città costeggiata da grattaceli che fanno venire in mente la realtà degli USA ; ma ecco che abbandonata la “main street “ basta addentrarsi per poche centinaia di metri all’interno della “città vera “ che ci saltano incontro prepotentemente le misere casupole della povera , poverissima gente di Salvador de Bahia ; sporcizia in ogni dove , gruppi numerosissimi di bambini in strada , i più solo con un paio di calzoncini sdruciti , senza scarpe e senza neanche una misera maglietta ( sarà sicuramente per il caldo soffocante ma penso anche che i più non ce l’abbiano affatto nel proprio vestiario !!!). Ma anche qui i bambini sono come in tutto il mondo quella fantastica realtà che pensa  prima di tutto a giocare ; ecco che per la strada si vedono bambini che giocano con un rudimentale aquilone, un sacchetto di plastica tirato da un filo sottile lungo lungo che tenta, forse, di portare più in alto possibile i sogni di questi "ninos de rua". Siamo ancora profondamente frastornati da questa cruda realtà che prepotentemente si è presentata ai nostri occhi, che arriviamo alla Casa Belem : siamo accolti da 200 piccoli alunni della scuola con canti di gioia per il nostro arrivo ; c’è chi canta veramente , chi fa solo finta forse per timore di questi estranei , chi sorride felice e chi solo per curiosità di vederci. Tutto questo ha comunque il potere di commuoverci molto e con molta difficoltà entriamo in casa dove  Sr Emily ci delinea con poche ma taglienti parole la realtà “tragica “ finanziaria e di salute fisica , inerente i piccoli ospiti di questa struttura . Assicuriamo il nostro aiuto incondizionato e ci promettiamo domani di approfondire tutte le problematiche esistenti. Dopo una doccia ristoratrice le Suore ci accompagnano a fare un piccolo giro per la città ; sono le 6 del pomeriggio ma il sole è già calato all’orizzonte e su tutta la parte povera di Salvador è calato un buio opprimente , per cui ci viene consigliato di fare il percorso cittadino in macchina , con i finestrini ben chiusi , per la nostra incolumità . Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi , ora che non ci sono più i raggi di un sole accecante a nascondere molte brutture , è squallido come mai avremmo immaginato ; quasi non abbiamo il coraggio di parlare , ascoltiamo le spiegazioni delle Suore ed è sempre il solito ritornello : famiglie inesistenti , piccoli di ambo i sessi dai 10 anni sulla strada a “ fare di tutto “ , giovani uomini drogati o ubriachi e donne per le quali la prostituzione è “ una fonte di gioia “ . Torniamo a casa molto colpiti da questa realtà tragica e promettiamo alle Suore ancora una volta tutto il nostro aiuto , tramite l’Associazione HHPP. Domani , di giorno , ci addentreremo a piedi per le povere e misere case di questi diseredati.
Il saluto che sentiamo di inviarvi dopo questo primo impatto è: vivete con gioia la bella realtà italiana e pensate con affetto a questi nostri sfortunati fratelli; per loro possiamo e, secondo noi, dobbiamo, fare molto .
Un “ calorosissimo “ saluto dal Brasil !  

1 Settembre 2005
Stamani alle ore 7 circa la sveglia ci è stata recapitata dal cielo : un violento acquazzone ha bussato ai vetri delle nostre finestre imperversando per circa mezz’ora su Salvador de Bahia , riuscendo a lasciare ancora più limpido questo splendido cielo brasiliano . Verso le ore 8 , dopo che le Suore sono tornate dalla Santa Messa in Parrocchia ( avevamo pensato , sentiti i canti che salivano fino alle nostre camere di partecipare alla funzione religiosa, ma tutte le porte della casa e della scuola , vista la delinquenza imperante, erano perfettamente e rigorosamente sprangate , per cui non ne abbiamo fatto di nulla) ci è stata preparata una ottima colazione per preparare il nostro corpo alle fatiche della giornata. Ma se il corpo era pronto , forse non lo era il cuore , lo spirito , perché quello che abbiamo visto oggi con gli occhi e provato col nostro animo, ha superato di gran lunga ogni e qualsiasi limite che avessimo potuto immaginare per la nostra compassione nei confronti di questa “ poor people “ . Prima di addentrarci per le stradine della Salvador non turistica , abbiamo assistito all’arrivo dei 50 bambini della scuola del mattino , quelli della scuola speciale , a pagamento ( circa 60 € al mese che però solo il 60% paga realmente e regolarmente , ma le Suore ovviamente tengono a scuola tutti) e alla preghiera del mattino integrata da 10 minuti di ginnastica a corpo libero. Dopo questo amoroso incontro mattutino con i bambini ci siamo incamminati per quelle strade distanti solo 50 – 100 metri in linea d’aria dalla strada di circonvallazione lungomare (le cui immagini sembrano quelle accattivanti dei cataloghi turistici di vacanze da sogno) dove la realtà degradata di una vita disumana è balzata immediatamente e prepotentemente ai nostri sconcertati occhi di occidentali abituati continuamente a lamentarci delle nostre stupide contrarietà quotidiane. Tutto richiama una povertà di fondo diffusa a macchia d’olio fra gli abitanti ed i bambini hanno veramente come luogo di svago, di incontro e purtroppo anche di scontro, sempre e solo la strada; le costruzioni che ospitano questi derelitti ( chiamarle case mi sembra un vero errore semantico !) sono costituite da un unico , misero , sporco , maleodorante locale grande quanto una stanza di una nostra casa italiana , suddiviso da tramezzi in mattoni ( non intonacati !) con la “latrina“ che fa bella mostra di sè appena si varca la soglia e che diffonde un odore pungente di stalla in tutto l’ambiente; panni sporchi , stoviglie sporche , pochi arredamenti sporchi , tanti abitanti un po’ meno sporchi dell’ambiente che li imprigiona .  Molti e vari sono stati gli esempi di questa miseria reale che le Suore ci hanno fatto toccare con mano ; uno per tutti Reginaldo , nato il 17.06.1975 al quale all’età di 5 anni è stato sparato con gravi conseguenze neurologiche , per cui da quel giorno è diventato un ammasso di ossa in gravissimo sottopeso con una atrofia muscolare diffusa tale da non  muoversi più . Ma da dove non riesce più a muoversi ? Ma dal suo “ letto “ chiaramente o meglio da un insieme arrugginito di ferraglie con sopra una coperta non degna neanche di una stalla di contadino tutta circondata da oggetti tra i più vari , compresi quelli per mangiare , sui quali la sporcizia ha preso dimora stabile . Le Suore varie volte hanno cercato, nel loro settimanale apostolato fra i malati , di aiutarlo ad alzarsi , a portarlo un po’ fuori per fargli almeno vedere il sole : niente da fare ! Reginaldo , che oltre che nella parte fisica è stato colpito dalla malattia anche a livello cerebrale , abbozza solo una specie di sorriso quando Sr Valentina gli si avvicina, ma non vuole assolutamente muoversi. La mamma non lo ha mai portato dal Dottore , non gli da alcuna medicina, non lo ha mai fatto ricoverare per capire quale malattia abbia realmente , per ignoranza ( = non conoscenza) ma soprattutto e prima di tutto (secondo me) per mancanza di denaro. Sicuramente Reginaldo è destinato, primo fra tutti, ad essere adottato a distanza dall’H.H.P.P. e le Suore regolarmente faranno sì che la mamma venga a prendere tutto il necessario per nutrirlo e (se finalmente fosse possibile) la medicine per curarlo. In un’altra di queste misere case , dove si è ripetuta ai nostri occhi la stessa realtà ambientale “ sconvolgente “ , una madre abbastanza anziana ,vedova con 8 figli e nessuno che lavora , con gioia ci ha fatti entrare . Stessa tragedia per la vista e per l’olfatto ma ci siamo chiesti : ma un pezzo di pane secco chi lo porta a casa se nessuno lavora ? Sicuramente quel figlio – ragazzotto diciottenne tutto tatuato (che stava dipingendo un foglio di cartone stando sdraiato in terra e che non ha fatto neanche il gesto di salutarci) che la notte farà i suoi bei furtarelli per tirare avanti con la mamma e gli altri 7 fratelli ! Tanto è vero che tutte queste specie di abitazioni ed i negozi lungo le strade sono provviste di inferriate per difendere comunque quel nulla che ognuno ha dai delinquenti che imperversano quotidianamente Cosa dire di tutto quello che abbiamo visto ? Il Dr George pensava che l’esperienza indiana lo avesse abituato a condividere emozionalmente tanta povertà ; così non è stato perché quello che mi ha suscitato tanta amarezza è stato il pensare come a solo 5 minuti di strada a piedi c’erano bei negozi, belle case, persone vestite bene , tutta la realtà di una bella città moderna dalla doppia faccia : quella turistica iridescente e quella reale putrescente ! Almeno in India giustifichiamo la povertà che vediamo nei villaggi dalla realtà di essere immersi nella boscaglia e nelle piantagioni di caucciù , ma qui ci sono macchine fiammanti di ogni marca e di ultimi modelli che sfrecciano accanto a questi esseri indifesi. E pensare che lo Stato , come ci ha detto il Direttore della scuola delle Suore Padre Jurassy , non fa assolutamente niente per questi poveri e tutta l’attività di aiuto sociale è demandata alla Chiesa . Come farà l’H.H.P.P. a restare indifferente davanti a queste immagini ? Sicuramente ci impegneremo tutti per cercare di portare anche in Brasile quell’aiuto di solidarietà che ci permetterà di sentirci ancora esseri umani degni di tale appellativo! Dopo una giornata tanto impegnativa per il nostro cuore , dopo aver accompagnato all’ Aereoporto Sr Valentina e Padre Jurassy che andavano in Italia per i voti perpetui di Sr Lucia, la prima Suora Brasiliana delle Terziarie Francescane di Ognissanti di Firenze , dopo aver visto gioire davanti ad un bel gelato offerto da noi i 200 bambini della scuola del pomeriggio e dopo un’ottima cena ( neanche il Brasile ci farà dimagrire !) , dopo le ottime notizie provenienti dall’India , andiamo a letto e domani ci recheremo a Candejas dove vedremo quale realtà si presenterà ai nostri occhi. Un caloroso saluto a tutti i nostri “seguaci “ .         

2 Settembre 2005
Stamattina ci siamo svegliati verso le 7 con un cielo molto grigio che dopo poco ha regalato a questa calda terra un po’ di benedetta acqua . Dopo una ricca colazione a base , oltre a mille altre leccornie con le quali le Suore ci viziano quotidianamente, di “ love letters “ di indiano ricordo , ci siamo imbarcati sull’auto del convento , un Fiat Doblò acquistato dalla Madre Generale di Lucignano che permette più libertà di movimento alle Consorelle Brasiliane , con la quale l’autista Moca ( un giovane facente funzione di autista e uomo di fiducia ) è partito alla volta di Candeias ( con la i e con con la j come ho sempre erroneamente scritto ) cittadina distante da Salvador circa 60 Km . Appena usciti dalla città , una bella superstrada ha cominciato a snodarsi sotto i nostri occhi , costeggiata da ogni sorta di vegetazione lussureggiante dalle piante di banano a quello di mango alle palme da cocco . Tanto la natura trasuda ricchezza con bellezze che abbagliano i nostri occhi , così la popolazione locale con le proprie “abitazioni” ed i propri “luoghi di vita” lungo ogni centimetro di strada opprime la nostra coscienza occidentale con una miseria travolgente ! Dopo aver sbagliato strada ( non essendo riusciti a prendere l’uscita giusta siamo dovuti andare avanti per almeno 10 Km prima di poter fare inversione di marcia e poi altrettanti per tornare sui nostri passi ) siamo arrivati a Candeias che si è presentata ai nostri occhi con la parte moderna e funzionale di una grande cittadina dove a noi è sembrato che ultimamente il governo avesse fatto tanto. Quanto velocemente ha fatto a dissolversi questa nostra prima impressione ! Anche qui come a Salvador de Bahia , è bastato addentrarsi un po’ nell’interno, recandosi alla casa delle Suore , per vedere chiaro davanti ai nostri occhi la stessa realtà di miseria che ci accompagna dal nostro arrivo . Sr Tessy e Sr Bincy ci hanno accolto nella loro piccola ma funzionale casa da cui abbiamo iniziato la nostra scoperta di Candeias. Siamo andati a vedere il teatro Annalisa, luogo di aggregazione per i giovani locali vicini alla parrocchia , una costruzione realizzata in memoria di una ragazza fiorentina di 24 anni morta per un incidente stradale , che ha urgente bisogno di lavori di manutenzione straordinaria ( rifacimento impermeabilizzazione tetto per gravi infiltrazioni e realizzazione di una terrazza coperta ) ; il Padre Giurassy ieri ci ha parlato di un progetto e di un preventivo di circa 70.000 € (sigh!) che ha portato in Italia sperando di trovare dei finanziamenti . Vedremo cosa potremo fare anche noi come Associazione dal momento che in questa realtà una struttura del genere ha la possibilità di richiamare giovani che altrimenti sarebbero abbandonati per le strade in preda a droga , alcool e prostituzione . Dopo il pranzo , spettacolo di canti e balli realizzato da alcuni bambini della scuola ( terminato con un bel gelato da noi offerto e molto gradito da questi nostri piccoli angeli ) , visita al locale “ Distretto sanitario “ della Stato dove un gentilissimo Dentista ci ha fatto visitare la struttura, presentandoci alla Pediatra responsabile delle vaccinazioni obbligatorie e illustrandoci il programma sanitario di base della città di Cadeias . Dopo questo momento di “aggiornamento sanitario” ci siamo immersi nuovamente nelle stradine delle misere abitazioni locali , dirigendoci verso la così detta “Gola del lupo” un agglomerato di catapecchie al termine di una ripida e sconnessa discesa molta pericolosa accompagnati da una moltitudine festante di bambini. Non sto qui a ripetermi riguardo alla povertà che si è presentata ai nostri occhi : 2 esempi significativi su tutti . Il solito unico locale , nelle stesse non condizioni igieniche di sempre , che accoglie la bellezza di padre, madre e 9 figli , compreso un cane legato alla catena al quale sinceramente non immaginiamo cosa possa essere dato da mangiare dal momento che gli esseri umani sono tanto malnutriti ! E poi ecco presentarsi a noi Cristina , donna di 24 anni che non ha mai vissuto la propria adolescenza dal momento che a soli 14 anni aveva già partorito per la prima volta ! Attualmente i figli sono quattro e l’ultimo , Pedro , a 7 anni pesa solo 15 Kg scarsi ; con orgoglio ci ha portati a visitare la propria “casa” , realizzata con l’aiuto delle Suore dove una coperta sopra un letto mostrava più strappi che del tessuto ancora presente e sul fornello faceva bella mostra un barattolo semivuoto di minestra di fagioli , unica fonte alimentare per questa famiglia. Abbiamo ovviamente lasciato un aiuto economico alla Suora perché provvedesse ad un po’ di rifornimento di cibo . Quanti bisogni materiali saltano ai nostri occhi ogni giorno che passa in questa nostra esperienza in terra Brasiliana ! Saranno i nostri benefattori così attenti a queste nostre descrizioni e sensibili nel cuore da impegnarsi al massimo per aiutare che ha solo avuto la sventura di nascere in una realtà tanto miserevole ? Noi pensiamo proprio di sì e confidando in questo, oltre ad  impegnarci da subito con gli aiuti economici direttamente portati dall’Italia, gettiamo le basi per una prossima missione operativa nel 2006 . Molto stanchi nel fisico , e provati nello nostro cuore ogni giorno di più , ma con la ferma determinazione di chi vuole fare di tutto per aiutare questi angioletti che si stringono a noi con amore , dopo una frugale cena (data la giornata molto faticosa) andiamo a riposare nell’attesa di un’altra giornata di esperienza umana (Sr Emily ha promesso di portarci a conoscere la realtà delle “favelas” locali). Non immaginando come possano esserci ambienti più degradati di questi già visti, sperando nella forza del nostro cuore compassionevole , andiamo a letto dove speriamo in un  sonno ristoratore !
Qui Brasile a voi Italia !                

3 Settembre 2005

Quando alle 5 del mattino le prime luci dell’alba hanno iniziato ad inondare la cameretta del Dr George ,lo splendente sole brasiliano lo  ha trovato già sveglio : sarà stata la grande fatica fisica provata ieri ad arrivare e a risalire dalla “Gola del lupo” , sarà stata la ben più profonda fatica psicologica a vedere tutta quella degradata realtà umana , fatto sta che nella mente e soprattutto nel suo cuore era un susseguirsi incessante di pensieri ed emozioni che non potevano permettergli il sonno . Oggi cercherà,  insieme alla Dottoressa Maria Giovanna e alle Suore, di studiare un piano reale operativo da portare in Italia in modo tale da permettere alla H.H.P.P. di impegnarsi fattivamente per questi poveri.  Dopo la solita super – colazione di tutte le mattine , siamo partiti alla volta della Salvador turistica per toccare direttamente con mano e con la nostra sensibilità quella differenza abissale tra la non vita dei poveri e la super-ricchezza dei super-ricchi ,già apparsa molto chiara anche se solo dal punto di osservazione  lontano del terrazzo della casa delle Suore . Anche la luce di notte demarca nettamente i due mondi : mentre le belle case dei signori sono super-illuminate ed emanano un chiarore diurno , le zone delle catapecchie dei poveri sono miseramente avvolte nel buio più nero. Abbiamo visitato la bellissima Chiesa di San Francesco , unico barocco roccoccò presente in tutta l’America Latina , abbiamo camminato per le strade frequentate da molti turisti occidentali e una miriade di venditori ambulanti di tutto ciò che può essere considerata merce vendibile; ci siamo immersi nella realtà della vita di Salvador dove , chi può , cerca di sbarcare il lunario vendendo un bicchiere d’acqua fresca, una lattina di guaranà , una bambolina locale ( le “bahiane”), una collanina fatta con tutto e di più. Anche questa è vita e permette ai questi miseri di andare avanti in qualche modo . Certo il pensiero non può non tornare alla realtà di Reginaldo e di Cristina con i suoi 4 bambini in quella specie di stalla umana , pensando che con 1 real (con cui si acquista una collana) lei potrebbe dare da mangiare qualcosa ai suoi piccoli . Purtroppo questa è la vita e neppure noi , con tutta la nostra buona volontà umanitaria , potremo mutare il corso dell’esistenza di questi miseri brasiliani ; mutare no ma siamo sicuri , e ci impegneremo fino all’ultimo in questa direzione, di poterla migliorare , con il nostro lavoro e buona volontà , e la vicinanza fattiva e affettiva di voi nostri soci – benefattori. Stasera , prima di preparasi alla partenza per Recife che avverrà domattina verso le 11 , consegneremo  alla Suora Superiora di Salvador e responsabile di tutte le missioni delle Suore Francescane di Ognissanti di Firenze in Brasile Sr Emily , il contributo economico stanziato dall’H.H.P.P. per questo primo incontro con questa zona dell’America del Sud . Siamo d’accordo con la stessa Suora che appena possibile , inizierà la raccolta della documentazione necessaria per avviare il progetto di adozioni a distanza dei bambini poveri delle numerose famiglie indigenti locali , inviandoci il tutto al ritorno in Italia di Sr Valentina di passaggio per andare in India. Certi che questo primo incontro con questa realtà sarà positivo per spronare sempre più l’opera dell’associazione , sicuri che la documentazione fotografica che abbiamo realizzato servirà meglio delle nostre parole a spronare tutti ad impegnarsi concretamente in opere costruttive , ci congediamo da voi dalla bellissima Salvador de Bahia per ritrovarci a Recife o meglio a 367 km da Recive nella cittadina di Afogados da Ingazeira ; cosa ci attenderà ? Continuate a leggere questo diario e scopriremo insieme anche questa nuova realtà di vita .
Qui il “caloroso” Brasile , a voi Italia .  
Report giornaliero:

4 Settembre 2005
Oggi é domenica anche in questa parte di mondo cosi lontana dalla nostra Itália, sia da un punto di vista kilometrico che di vita vissuta. Sveglia alle 7 per fare colazione , poi alle 8 ci siamo incamminati per la Santa Messa con le Suore e le ragazze della Scuola di Formazione Religiosa verso la Chiesa della Parrocchia ove gravita la Casa Belem ( ripeto casa del pane , perché le Suore non negano un pezzo di pane a qualunque povero ne faccia richiesta e nel contempo offrono il Pane Divino a chi con semplicitá si rivolga a loro) ; bella e linda struttura distante non piú di 200 metri , dove ci ha accolto una comunitá parrocchiale molto numerosa , sicuramente piú di 500 persone , ognuna delle quali seduta ordinatamente al proprio posto. La Chiesa, senza finestre ma con le pareti realizzate con dei mattoni cavi che lasciano passare luce ed ária (questo la dice lunga sulla persistenza della stagione calda durante tutto l`anno) ha pendenti dal soffitto la belleza di 20 grossi ventilatori a pale che inondano l ambiente di una piacevole brezza sulla pelle.
La cerimonia religiosa é stata preceduta dalla lettura da parte di una delle ragazze – future suore , dei nomi di tutti quei parrocchiani che versano alla chiesa la decima del loro avere mensilmente per il sostentamento della attivitá. E giá questo per la nostra mentalitá é quanto meno singolare ; ancor piú ci ha colpito il fatto che la ragazza   é andata avanti, con questo elenco di nomi, per oltre 10 minuti a dimostrazione della partecipazione e dell' affetto nutrito nei confronti del Parroco e delle attivitá di caritá. Dopo un altro elenco  piú modesto, dei defunti a ricordo dei quali era dedicata la Messa, é cominciata la celebrazione Vera e propria ed in quel momento la nostra immaginazione , seppur messa alla prova da queste intense giornate, ha dovuto cedere alla realtá : canti , balli , musica dal vivo com vari strumenti , partecipazione sentita di tutti i presenti , giovani e meno giovani , hanno accompagnato in un crescendo festoso tutta la cerimônia facendo tornare alla nostra mente il credo Francescano del “ vivere in letizia”. Terminata la Messa siamo tornati alla Casa Belem da dove siamo partiti alla volta dell' Aereoporto dove ci attendeva l aereo per Recife. Momenti di commozione sincera e recíproca quando ci siamo salutati con Sr Emily con la promessa di ritornare quanto prima per rendere operativa l' opera umanitaria di H.H.P.P. anche in Brasile. Aéreo in perfetto orario, volo quasi perfetto date le numerose e violente turbolenze dovute ad un cielo super nuvoloso, atterraggio perfetto, ma una volta sciesi a terra alle 16 circa , ad attenderci non c`era nessuno . Momenti di preoccupazione vera ; giá mi vedevo insieme alla Dottoressa Maria Giovanna a vagare per Recife chiedendo informazioni senza sapere una parola di brasiliano , sentimento fugato velocemente dall'arrivo di Sr Anna Grazia e di Sr Omana , due delle tre Suore presenti nello Stato di Pernambuco, alle quali semplicemente era stato dato un altro orario di arrivo. Ma la nostra destinazione , Afogados da Ingazeira ( cosi chiamata perché molti anni fa ci sono stati trovati affogati due sposi in mezzo a delle piante chiamate ingazeira) é distante bel 370 Kilometri da Recife, per cui , dopo aver corso il rischio di dover percorrere la distanza in autobus !!! ( onibus ) partendo alle ore 23 ed arrivando alle 5 del mattino seguente  , la generositá di un benefattore delle Suore , un Avvocato Procuratore del Tribunale dello Stato, ci ha messo a disposizione un pikup con uno studente in legge alla guida : autista (motorista) molto in gamba, anche troppo , visto che sfrecciava per una strada tipo la nostra superstrada Firenze – Siena ad oltre 140 Km all`ora , correndo il rischio anche di fracassarci contro una mucca che stava tranquillamente attraversando la carreggiata ( forse il mio desiderio di India si é improvvisamente materializzato ?) Come Dio ha voluto , siamo arrivati sani e salvi alla nostra meta e dopo una frugale cena a base di pizza locale e frutta , ci siamo dati l`appuntamento per l`indomani , quando andremo a prendere contatto con gli abitanti dei villaggi vicini ( la cui realtá ci viene descritta ancor piú miserevole di quella di Salvador , quando ció fosse possibile) , visiteremo il locale Hospedale Pubblico  e nel pomeriggio avremo un incontro con Sua Eccellenza il Vescovo Luis Silva Pepeu O.F.M. cap.
Stanchi ma felici di quanto stiamo facendo , auguriamo a tutti nostri seguaci la buonanotte .

5 Settembre 2005
Terminata la notte di riposo dopo l`avventuroso viaggio in pikup di ieri sera , ci siamo svegliati stamani nell`accecante sole di Afogados da Ingazeira grande cittadina dello Stato di Pernambuco , 45.000 abitanti , piú a nord di Bahia , dove la siccitá fa da padrone in una realtá di vita contadina ; l`acqua comanda l`esistenza di questi cristiani:  quando é presente possono coltivare fagioli, granturco ed ortaggi in genere e venderli al mercato ricavando un modesto salario ; quando manca a causa della stagione troppo asciutta , la povertá é la compagna quotidiana ed é solo l`aiuto della Parrocchia e delle Istituzioni Religiose in genere che allevia le loro misere condizioni. Lo Stato, il Comune , pensa quasi esclusivamente al turismo e a tutte lê infrastrutture necessarie e per i suoi poveri concittadini non fa assolutamente nulla. Forse peró questa veritá é anche quella che permette  a quasi tutti i poveri di Afogados di avere alcuni strumenti di vita quotidiana leggermente piú favorevoli rispetto a Salvador o Candeias . Visitando insieme alle Suore Villa Bon Jesus , São Francisco ed altri villaggi (“bairro”) abbiamo notato innanzitutto uno schema urbanístico molto vicino ai nostri occidentali : strade belle ampie , pavimentate con pietre (solo 2 anni fa c`era solo terra) ed addirittura numerosi “dossi” riduttori di velocitá per la incolumitá di chi cammina . Le case sono in effetti molto misere , pochi locali con i soliti tramezzi in mattoni grezzi , ma almeno in terra é abbastanza pulito, sulle pareti non c`é lo sporco accumulato da mesi di incuria e i mobili e le stoviglie sono “ accettabili “ per pulizia . In una parola gli abitanti di questi villaggi dimostrano con gli strumenti della loro esistenza quotidiana una povertá che per noi occidentali é difficile anche da immaginare, ma almeno hanno dignitá della loro vita e cercano di mantenere il rispetto di sé stessi anche con la pulizia degli ambienti. Sopra ho scritto quasi tutti poveri di Afogados perché le Suore ci hanno portato a conoscere l`esistenza che vivono gli abitanti del bairro de Pitombeira , un sobborgo di circa una trentina di ambienti costituiti da un solo locale  ( dai 4 ai 15 mq e non piú ) senza pavimentazione ma solo nuda terra e con le pareti esterne realizzate da una intelaiatura di bastoni di legno, atti a sorreggere argilla compressa o solo sassi con lo scopo di sola protezione dall`ambiente esterno. Il tutto condito con la massima sporcizia , la commistione di uomini e animali , piccoli  bellissimi bambini piú sporchi dei nostri animali da cortile e le mamme , molte delle quali di appena 15 – 16 anni , alle quali se chiedi se sono ancora in cinta perché ti sembra di vedere una bella pancia , sorridono di gusto e ti rispondono che non lo sanno !!! Nel pomeriggio incontro veramente edificante con sua Eccellenza il Vescovo , il quale , oltre a farci i complimenti per l`opera svolta ci há promesso tutto il próprio appoggio al nostro ritorno, e visita al locale Ospedale Statale ove la Dottoressa Testai , percorrendo le corsie del Reparto di Pediatria é rimasta a dir poço sconvolta dalla realtá misera degli ambienti di ricovero . La mia esperienza ha suggerito di dire che l`Ospedale Indiano di Mukkuttuthara in confronto é la Mayo Clinic Americana . Fine serata con piacevole incontro con amici delle Suore che sono venuti “ a veglia “ a parlare con i Dottori Italiani e dopo, tutti a letto per affrontare domani un`altra calda giornata Brasiliana.
Un caro saluto a tutti quelli che affettuosamente ci seguono .

6 Settembre 2005
Oggi ci siamo svegliati alla solita ora molto “presta” perché il brillante sole brasiliano giá dalle 5 del mattino é alto nel cielo e inonda della sua accecante luce  queste terre dell’America del Sud.    Dopo colazione siamo andati a cercare il bambino con l’infezione della pelle per consegnargli l’antibiotico per la cura , ma la scuola era “serrada” perché domani é la festa nazionale della Repubblica e oggi bisogna prepararsi per festa (facendo festa)!!!  Abbiamo incontrato per la strada una professoressa della scuola e  le abbiamo consegnato la medicina per il piccolo e del disinfettante per le necessitá immediate degli studenti almeno di quelle classi . Dopo ci siamo recati in un supermercato locale , ove abbiamo visto quasi lo stesso assortimento di prodotti alimentari come da noi , solo che qui la maggior parte degli abitanti non ha i soldi per comprare neanche l’indispensabile per sfamare se’ stessi e i piccoli di casa.   A fine mattinata abbiamo visitato il locale Ospedale Speciale ( privato e a pagamento e solo in parte convenzionato con lo Stato) e inevitabile e’ stato il confronto con la realta’ degradata dal punto di vista ambientale ed igienico della struttura pubblica visitata ieri . In questo Centro Sanitario privato tutto e’ ben pulito , organizzato , con varie segretarie all’ingresso, con la televisione in ogni sala d’aspetto e con tutte le specialita’ mediche ed i vari servizi come potremo trovare in un Ospedale italiano di media grandezza : Pronto Soccorso con monitoraggio cardíaco , urologia , ginecologia , chirurgia , radiologia , eco , fisioterapia , mammografia , densitometria óssea (!) , ecc ecc di qualita’ , almeno allá vista, veramente eccellente . Tramite lê conoscenze delle Suore ci siamo accattivati lê simpatie del Medico Proprietário Direttore Sanitário , della figlia Ginecologa e del genero Urologo , facendoci promettere collaborazione per eventuali analisi da effettuare ai poveri locali durante la nostra prossima missione . Abbiamo trovato una disponibilita’ estrema e cio’ ha suscitato in noi grande speranza per il futuro lavoro. Nel pomeriggio visita al Vescovo Emerito di Afogados , 83 anni ed una lucidita’ mentale estrema,una laurea in legge conseguita per meglio aiutare la povera gente, che ci ha illustrato la realta’ tragica di queste misere popolazioni ringraziandoci per tutto quello che faremo con l’ H.H.P.P.    Stasera cena brasiliana offerta da amici delle Suore ( che sapori per il nostro palato ?)    Domattina sveglia presto perche’ alle 7,30 presenzieremo la distribuzione del pane ai poveri da parte delle Suore ( questa volta portera’ il profumo dell’Italia anche se loro non lo sapranno) e poi partenza con l’autista dell’andata ( il “motorista” pilota ) per Recife . Qui ci aspetta a pranzo il Procuratore Avvocato amico delle Suore e nel pomeriggio partenza per l’Italia .   Che dire di questa nostra prima esperienza conoscitiva in terra brasiliana ; penso che una sola parola sia sufficente ad esprimere il moto del nostro animo: SCONVOLGENTE!
In questi nostri 8 giorni di permanenza abbiamo conosciuto il Brasile non turístico : ” l’altro Brasile dei poveri”
Al ritorno in Italia la Dottoressa Maria Giovanna e il Dr George portando nel loro cuore l’immagine di tutti questi poveri “ meninos de rua “ cercheranno di trasmettere con la propria testimonianza le sensazioni profonde vissute in questi luoghi , per invitare gli amici e i sostenitori dell’Associazione H.H.P.P. a donare generosamente offerte per aiutare questi piccoli e finanziare le prossime mission.
Qui Brasile a voi Italia al nostro ritorno !



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